Panama
Diario di viaggio 18 febbraio – 12 marzo 2011
Dopo giorni di attesa e di aspettativa eccoci finalmente
arrivati al momento della partenza. In macchina fino a Roma poi un aereo fino a
Madrid e finalmente via verso Panamà.
Dopo un viaggio lunghissimo quello che ci aspetta e’ il
caldo, il caos, la musica e il disordine. E come sempre e’ subito casa.
La confusione che troviamo appena arrivati e’fortemente in
contraddizione con la perfetta funzionalità’ di tutto. Dopo tre minuti
dall’uscita dall’ aereoporto ci troviamo caricati su di un taxi collettivo
(non abbiamo tempo per trovare altre soluzioni e’ buio
e non sappiamo bene cosa fare) che in 20 minuti ci scarica davanti
all’albergo che pensiamo di aver prenotato. Risulterà’ che la prenotazione
non e’ stata presa in considerazione ma fortunatamente ci trovano una camera.
Una volta entrati e pronti a crollare sfiniti dalla stanchezza, ci rendiamo
conto che non sarà’ così’ facile dormire. E’ venerdì’ e questo
comporta che tutto sia molto, molto, “musicale”!!! Impareremo che a Casco
Viejo il fine settimana non si dorme mai!!! Casco Viejo fino a qualche anno fa
era considerata una delle zone più’ pericolose di Panama City. Poi hanno
iniziato un’operazione di bonifica ed ora sta diventando fin troppo di lusso.
Ancora però’ ci sono contrasti forti tra palazzi coloniali ristrutturati e
perfetti nei loro colori , accanto a palazzi di cui restano in piedi appena le
pareti. Abbiamo passato un giorno in giro per Casco Viejo. Poi come sempre viene
voglia di scappare dalla confusione della città’ e il risveglio dopo una
seconda notte insonne ci ha trovato al terminal degli autobus pronti per partire
alla volta di San Felix, destinazione Playas las Lajas. Viaggio lungo quasi sei
ore con Cosimo che non stava bene, poi finalmente eccoci a Las Lajas e
precisamente a La Spiaza dove siamo accolti da Massimo ed Elisa. L’oceano e’
qui davanti a noi e stanotte dormiremo cullati dal suo rumore. Siamo sul
Pacifico in un bungalow vista mare, in uno di quei luoghi dove arrivi e ti viene
subito voglia di fermarti un po’. Spiaggia infinita di cui non si vede la
fine, orlata di palmee stasera ci aspettano pizza e birra.
Al risveglio ecco l’oceano proprio davanti ai nostri occhi.
Una colazione e poi via verso l’esplorazione di questo luogo. Pranzo alla
Estrella del Pacifico con musica salsa in sottofondo, cerveza , pollo y arroz.
Buon provecho. La notte qui il cielo e’ incredibile: le stelle sono tantissime
e molto, molto vicino a noi. La
sensazione e’ quella di averle così’ vicine da poterle quasi toccare.
Levano il fiato e lasciano senza parole, proprio’come rimaniamo noi in silenzio. Parlando qualcuna potrebbe spengersi per sempre.
Alla nostra sinistra si alza una palla rosso fuoco ed ecco che arriva l’altra
protagonista di questa notte: la luna. Una luce così forte ed e’ come se la
sua luce offuscasse quella delle stelle.
Dopo un’altra notte cullati dall’oceano arriva il momento
di ripartire. Salutiamo Massimo, Elisa e Roberto che ci hanno accolto nel loro
angolo di paradiso, salutiamo Gennaro e Tequila, gli splendidi amici a quattro
zampe che ci hanno fatto compagnia in questi giorni e zaino in spalla siamo di
nuovo in strada. Con un tempismo perfetto il taxi che ci porta via da Las Lajas
incontra l’autobus destinazione Horconcitos per raggiungere Boca Chica e
proseguire poi con la barca a Boca Brava. Autobus stracarico. Il viaggio è in piedi con musica a palla. Dopo aver cambiato tre mezzi
di trasporto( taxi, autobus, barca) eccoci a Boca Brava, una riserva naturale.
Qui abbiamo fatto il bagno in una spiaggia deserta circondati
dalle scimmie,una anche con il suo piccolino bianco attaccato a lei. Un
pomeriggio è volato perso nell’osservazione di questi animali così’ tanto
simili a noi e forse anche migliori!
Siamo a dormire e mangiare all’Hotel Boca Brava una
struttura abbastanza grande un po’ turistica forse troppo, ma comunque bella.
Dormiamo affacciati sul mare immersi nel silenzio. In sottofondo si sentono solo
gli uccellini niente più’. L’accompagnamento alcolico della vacanza è
costituito da Balboa, Panama. Atlas, e Soberana. In una parola cerveza!!
Dopo una notte tranquilla interrotta solo dalla conversazione
un po’agitata delle scimmie ci carichiamo i nostri zaini e ci prepariamo per
attraversare l’isola e raggiungere i nostri amici che abbiamo conosciuto ieri
sera,Rody e Katrin che tra una cerveza e l’altra ci hanno proposto di fare
oggi un’escursione con loro in barca a Isla Bolano e dopo proseguire con loro
fino a Boquet, dove loro sono diretti e noi avevamo intenzione di andare.
Arrivati alla spiaggia c’era Henry il nostro capitano che ci ha caricato in
barca e siamo partiti per quella che si sarebbe
rivelata come una giornata fantastica. Mare splendido fino ad arrivare in
una di quelle spiagge tipo cartolina con sabbia bianca, palme e quasi deserta.
Mentre eravamo lì’ che facevamo il nostro meraviglioso bagno Henry ci ha
chiamato perché stavano passando
le balene!!! Siamo immediatamente saliti nella barca ed Henry ci ha fatto
trascorrere venti minuti emozionantissimi a fianco delle balene. Erano
due,probabilmente la mamma e il piccolo,sono andati dritti per la loro strada
senza nemmeno considerarci. Noi lì’ ad assorbirci tutta la loro energia. Una
cosa incredibile!!!! Così enormi,sentirli respirare .proprio lì’ vicino a
noi!!!! Chissà quanta strada dovevano ancora fare e dove stavano andando. Dopo
questa scarica di adrenalina, abbiamo continuato a crogiolarsi al sole. Poi è
arrivato il momento di ripartire e appena saliti in macchina con i ragazzi
subito abbiamo avuto l’imprevisto: gomma bucata, ma con l’intervento di due
abitanti di Boca Chica l’imprevisto
e’ stato velocemente risolto ed in poco tempo ci siamo ritrovati di nuovo in
macchina con destinazione Boquete.
Arrivati con l’aiuto dei ragazzi abbiamo trovato l’albergo
con il proprietario italiano (Hotel Rebequet) e poi Rudy ci ha invitato a cena a
casa dei suoi genitori. Senso di ospitalità’ che ritrovo sempre in questi
luoghi. Persone semplici e meravigliose nella loro umanità. Cose normali ma che
da noi sono diventate rare. La mattina appena svegli partiamo per
l’esplorazione di Boquete che ci piace subito per la tranquillità e il clima
estremamente gradevole. Ritroviamo Katrina e Rudy
per un’ escursione nel Bajo Mono,attraverso un sentiero molto bello
fino ad arrivare alla cascata di San Ramon!!! Questo
e’ il luogo dove vive il quetzal, ma purtroppo non siamo riusciti a vederlo.
Non e’ facile, lui e’ verde e qui e’ tutto verde, estremamente e
totalmente verde. A cena stasera pizza. Ascoltare alla pizzeria a Mi Modo di
Boquete “ Io penso positivo” di Jovanotti non ha prezzo.
Boquete e’ tanto turistica ci sono molti americani. Il posto
e’ perfetto per de scansar, si cammina, ci si riposa, si beve un caffè.
Domani e’ giornata di partenza. Salutiamo i Ngobe- Buglè, sono bellissimi nei
loro abiti, qui il senso di appartenenza e’ forte e hanno un’identità
culturale molto radicata. Bellissimo sapere di appartenere a qualcosa. Salutiamo
Boquete concedendoci una cena al ristorante argentino per la gioia di Cosimo. La
carne è buonissima.
Guardo il calendario scritto nella prima pagina del mio
quaderno. Le pagine si stanno piano, piano riempiendo. Il tempo vola!!!!
Passano i giorni e si immagazzinano emozioni, sensazioni,
odori e colori da portarsi dentro e rivivere con calma nella quotidianità’ di
casa!!!
Al risveglio il nostro itinerario ci porta a Bocas del Toro.
Da Boquete arriviamo a David dove
ci caricano su un pullmino con destinazione quasi incerta. Attraversiamo la
cordigliera e ci ritroviamo sull’Oceano Atlantico:Caraibi. Il pullman dopo
circa cinque ore di viaggio ci lascia ad Almirante da dove con una barca
arriviamo a Isla Colon. Poi ancora una barca che ci porta fino a Isla
Bastimentos!! E’ l’isola più tranquilla e ci piace molto anche perché per
dormire troviamo Tio Tom: sono palafitte e dormiremo direttamente sull’oceano.
La notte però mostra la
caratteristica che ci accompagnerà per tutto il soggiorno qui a Bastimentos: la
pioggia. Piove tutta la notte e la mattina si presenta incerta . Questo e’ il
tempo nel Caribe e a noi viene un po’ da rimpiangere il caldo sole del
Pacifico. Il pueblo di Bastimentos si chiama Old Bank. Parlano il criollo e sono
tutti molto più colorati del resto di Panama:abbiamo trovato l’italiano anche
qua. Marco di madre senese: il mondo e’ veramente piccolo!!!
Ancora piove. Ci svegliamo per la seconda volta con la
pioggia. Per ora tra una pioggia e l’altra siamo riusciti a fare un giro
all’interno dell’isola e
attraverso un sentiero pieno di fango siamo riusciti ad arrivare a Playa Wizard:
bellissima spiaggia con delle onde incredibili,pazzesche,da paura. Mentre piove
approfittiamo delle amache di Tio Tom. Ma continua a piovere e dopo la terza
notte che la pioggia ci accompagna decidiamo di ripartire. Partiamo con un tempo
pazzesco e il viaggio fino a Isla Colon e da panico. Il mare e’ veramente
brutto e arriviamo completamente fradici fino a Almirante. Qui va meglio
perlomeno la barca e’ coperta anche se non capiamo come possa vedere la strada
quello che la guida!!!! Poi di nuovo in autobus fino a David.Un viaggio
circondati dall’acqua. Sta piovendo così tanto da questa parte. A David
troviamo un albergo e dopo una doccia calda partiamo alla scoperta di questa
città’ che e’ la seconda più’ grande dopo Panama. Molto provinciale, ma
il fatto di essere credo gli unici turisti, la rende unica nel suo genere. La
cena e’ da Pio Pio, che possiamo definirlo un Mc Donald panamense, con menù a
base di pollo. La cena però e’stata consumata ai tavoli del bar accanto:birra
a $ 0,65 ,un prezzo troppo baratto per lasciarcelo scappare.
La mattina di nuovo in autobus con destinazione Penonomè.
Durata del tragitto 4 ore e mezzo dopo aver fatto colazione alle otto di mattina
con delle polpettine di carne niente male.
Il transito da Penonomè dura solo mezza
giornata, poi siamo pronti di nuovo a risalire su di un bus che in meno
di un’ora ci porta a Santa Clara, dove da lì con un taxi arriviamo alla Playa
di Santa Clara e ci innamoriamo perdutamente di questo posto. Non c’è molta
scelta per dormire, ma la Veraneras e’ veramente carino. Abbiamo un bungalow
su due livelli tutto per noi vista oceano. Spiaggia immensa, sabbia bianca con
qualche punto di sabbia nera, palme e poca gente:questa era la spiaggia di
Noriega, qui aveva la sua villa e capiamo perché :difficile trovare di meglio.
Ci scaldiamo al sole anche perché ne abbiamo bisogno dopo
tanta acqua e ci rilassiamo con cerveza e cibo. Facciamo indigestione di stelle
e al mattino dopo aver fatto ancora un po’ di bagni di sole, torniamo sulla
Interramericana e andiamo verso Panama City.
Il cambiamento si rivela brusco:dalla solitudine di Santa
Clara al caos di questa città. Panama e’ un casino anche perché abbiamo scoperto che da oggi qui inzia il carnevale ed e’
festa nazionale. Da stasera venerdì, fino a martedi’ grasso nessuno lavora.
Quindi il traffico e’ ancora più intenso, tutti scappano per passare queste
feste altrove:al mare,montagna o Las Tablas, il paese dove c’e’ il carnevale
più famoso di tutto il paese.
Noi ci svegliamo in questo caos e andiamo a Miraflores a
vedere il canale. Opera ingegneristica incredibile dove passiamo una giornata a
guardare il passaggio delle navi. Ne passa anche una enorme,da crociera. A fine
giornata scopriamo un posto che ci
riappacifica con Panama City:la Causeway. Una striscia di strada che passa
attraverso l’oceano. Da una parte vista oceano e dall’altra la baia con
sullo sfondo i grattacieli di Panamà City. Facciamo cena qua e poi torniamo in
albergo:Residencial Cuba che abbiamo scoperto essere’ un albergo a ore.
Visto che siamo costretti a stare fermi a Panama causa
Carnevale,decidiamo di muoverci comunque all’interno della città e quindi al
risveglio, zaino in spalla e si
torna verso Casco Viejo dove troviamo da dormire all’Hospedaje Casco Viejo.
Con un unico problema:la camera ha
solo un lettino singolo. Ci facciamo un giro sulla Cinta Costiera,dove si
svolgono tutti i festeggiamenti del Carnevale:casino,musica,sopratutto cerveza,qualche
carro e tanta polizia. Con un po’ di nostalgia per Santa Clara, rientriamo
pieni di coriandoli e di schiuma e proviamo a dormire nel mini letto. Non molto
riposati ci svegliamo e andiamo al Terminal per prendere un bus fino a San
Carlos dove c’e’ la spiaggia di El Palmar. C’e’ gente noleggiamo il
nostro paragua (ombrello per il sole) e ci godiamo la giornata di mare:la sabbia
e’ nera e fa veramente caldo. Turisti non si vedono forse ci siamo solo noi.
Il martedì grasso ci porta
alla scoperta di una Panama City praticamente deserta. Tutto è chiuso,nessuno
lavora. Abbiamo fatto una passeggiata fino a El Cangrejo dove praticamente ci
eravamo solo noi due:una città fantasma. Abbiamo girellato un po’ tutto il
giorno:Panama Vieja, Casco Viejo. Abbiamo conosciuto Diego Del Bon che ci ha
raccontato un monte di cose sulla realtà di Panama. Scrittore, giornalista e
italiano, con una storia che sembra la sceneggiatura di un film alle spalle.
Abbiamo anche scoperto il nome del padrone della pizzeria Napoli dove siamo
andati a mangiare la pizza, un’azienda più che una pizzeria. Il nome e’
Jovine, nome trovato anche durante la lettura del libro di Saviano “Gomorra’.
Chissà magari e’ solo un caso di omonomia. Nella giornata abbiamo anche
cambiato albergo e conosciuto altri due italiani. Ci siamo spostati più verso
la zona del canale dove tutto è più tranquillo.
La mattina sveglia presto. Abbiamo mangiato una banana al volo
e siamo volati a prendere il treno hasta Colon. Un treno ideato e realizzato
solo ed esclusivamente per i turisti. Scesi a Colon hanno iniziato a dirci che
era estremamente pericoloso e che assolutamente non dovevamo fermarci troppo. E
detto dalla polizia fa un certo effetto. Arrivati al terminal siamo saliti su di
un bus per Portobello (villaggio caraibico dove la sensazione prevalente e’
che nessuno faccia assolutamente niente) e poi relax a Playa Langosta, dove noi
eravamo gli unici in costume,visto che loro stanno in spiaggia praticamente
vestiti.
I giorni stanno veramente finendo. L’ultimo giorno di
vacanza pieno decidiamo di passarlo all’Isla Taboga o Isola dei Fiori. Siamo
vicinissima a Panama e l’isola è bella, tranquilla e rilassante, con spiaggia
e mare da cartolina. Cena sulla Casway al “MI RANCITO” per un ultimo saluto
a Panama di notte e come sempre, nel momento in cui ci sentiamo più che mai a
casa, quando iniziamo a conoscere ed apprezzare ritmi e i tempi del paese che ci
ospita, arriva il momento di ritornare .L’ultimo giorno di rientro ci fa
compagnia un allerta per lo tsunami che c’e’ stato in Giappone e il cui
arrivo e’ previsto per le nove della sera, ma noi riusciamo a salutare Panama
senza accorgerci di niente. Si rientra!!
Panamà 18 febbraio – 12 marzo 2011
Claudia