Olanda: Amsterdam e i campi di tulipani, Utrecht,
L’Aia, Rotterdam, Delft, Kinderdijck
Diario di viaggio 2016
di Domenico
Blog:
domenico1974.wordpress.com
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Questo diario riassume due viaggi in Olanda: il primo ancora una volta ad Amsterdam per la mia seconda festa del Re e per un giro tra i campi di tulipani; il secondo, a settembre per la rituale celebrazione del mio compleanno, per visitare finalmente il resto del Paese al di fuori della capitale.
Parte
Prima: I campi di tulipani intorno Keukenhof in bicicletta, aprile 2016
Se
una famiglia di Amsterdam ti propone uno scambio casa a fine aprile, vale a dire
durante la festa del re e il picco della fioritura dei tulipani, è difficile
rinunciare alla terza visita nella capitale olandese. Se poi la famiglia in
questione vive nello Jordaan, vale a dire una delle aree più autentiche è
“in” della città, e ti offre una tipica bicicletta olandese, il soggiorno
diventa davvero molto olandese e poco turistico.
Essendo appunto arrivato alla terza vacanza ad Amsterdam, poco potrei aggiungere
alle precedenti (leggi il: diario
2013, diario
2015) se non un riassunto
sui percorsi ciclabili attraverso i campi di tulipani, motivo principale di
questo viaggio. Non parlo ovviamente di Keukenhof, obbligata meta turistica, ma
di quelli molto più naturali che si distendono lì intorno.
Nel
2013 ero stato intorno Bennebroek, De Zilk, Vogelengang (vedi
diario) con bici
presa a noleggio alla stazione ferroviaria di Heemstede. Questa volta mi
sposto di poco, anche perché la zona dove si estendono i campi fioriti è più
meno tutta lì, tra Haarlem e Lisse.
In definitiva da Bennebroek a Keukenhof è un bel giretto di una dozzina di
chilometri, senza contare una interessante estensione di tragitto da Haarlem a
Leiden per un totale di 45km.
Un ottimo percorso è quello che offre il noleggio bici Van Dam, proprio
fuori Keukenhof. Con la bici (10€/giorno + 2,50€ per il cestino) si ha una mappa
con quattro itinerari a
distanza crescente tutti ben segnalati lungo la strada. Le bici sono essenziali,
leggere ma non molto attrezzate.
A Keukenhof si arriva con il treno da Amsterdam per Schipol (5,20€) poi il bus
Schipol – Keukenhof (5€, da comprare prima di salire sul mezzo).
Le distanze dei percorsi Van Dam vanno da 5 a 30 km circa, percorribili in tempi
compatibili con una piacevole giornata fuori porta. Tempo permettendo: io devo
attendere un’ora al riparo dalla forte pioggia prima che esploda uno splendido
pomeriggio di sole (per di più in una settimana che sarà ricordata per essere
stata più fredda e piovosa del Natale).
Per
navigare nei campi fioriti (nei quali non si potrebbe entrare anche per
evitare trasmissione di malattie alle piante) l’itinerario 1 e 2 di Van Dam è
perfetto: piccole distanze intorno Keukenhof e spettacolari visuali di colori.
La mappa può essere trovata in rete (e cliccando
qui): il percorso si muove
tra Zwartelaan e i centri di Hillegom e Halfweg. Proprio intorno Zwartelaan e
Loosterweg Noord si hanno ottimi esempi di campi di tulipani.
A
nord di Hillegom ci si ricongiunge al mio percorso del 2013. Superata la
ferrovia intorno Halfweg, i percorsi 2 e 3 di Van Dam conducono verso il
laghetto Oosterduinse Meer (su cui si affaccia un punto ristoro molto
carino) la cui vegetazione è più simile a una prateria. Da lì si può
proseguire verso le dune e il mare, ma almeno fino allo sconosciuto villaggio di
Noordwykerhout non ci sono altri campi interessanti di tulipani. Dato il
forte vento, non riesco a proseguire oltre e mi fermo qui per una pausa pranzo.
Approfitto
per segnalare che il percorso in barca attraverso i campi si può fare solo se
si entra nel giardino di Keukenhof.
Per
altre gite fuori porta, questa volta scelgo Alkmaar e la zona del Wasserland.
Alkmaar
potrebbe essere un posto
carino dove trascorrere mezza giornata, se non fosse che nel giorno del Re,
anche per il forte vento, la città è un po’ sporca e tutte le attrazioni
sono chiuse. Molta gente si affolla qui il venerdì per assistere al celebre
mercato del formaggio. Non aggiunge molto comunque alle bellezze del luogo se,
per esempio, si è già visto Leiden che mi ricorda in piccolo.
La
zona del Wasserland è invece molto interessante anche per spostamenti in
bici.
Attraversato
l’IJ con il traghetto (con bici al seguito) mi dirigo verso Broek am
Waterland (circa 8km) che raggiungo in 45 minuti circa sotto un tempo grigio
e un discreto vento.Il tragitto non è entusiasmante (soprattutto con queste
condizioni atmosferiche ) e lo stesso villaggio, che pure ospitò Naopoleone, è
davvero piccolo per poterci sostare più di 10 minuti. Anche l’offerta
ristoratrice è molto limitata.
La cosa interessante è che Broek am Waterland dista 4km da Volendam (che
visitai lo scorso anno) e da una serie di villaggi molto apprezzati dai turisti:
Monnikendam, Edam, Marken (vedi
diario 2015). Pertanto
l’area offre molte attrattive per una piena giornata da trascorrere in
bicicletta non molto distante da Amsterdam.
Parte
Seconda: settembre 2016
Ho
realizzato che era finalmente giunto il momento di visitare una parte
dell’Olanda al di fuori di Amsterdam. Le impressioni avute girando i dintorni
della capitale sono state confermate dal viaggio di settembre che ha anche
beneficiato di 6 giorni di tempo a tratti estivo.
Utrecht
(15-16 settembre)
L’arrivo
a Utrecht è sorprendente, sia per la temperatura (28°C), sia per lo scenario
colorato subito all’uscita del lungo sottopasso del centro commerciale Hoog
Katarijne che porta dalla stazione ferroviaria nel cuore della città.
Utrecht è capitale religiosa dei cattolici olandesi e sede universitaria, cosa
quest’ultima che contribuisce all’età media molto bassa della popolazione,
alla vivacità delle strade, al numero spropositato di ristoranti e locali e
anche alla apprezzabile bellezza delle ragazze locali. Per questo spesso Utrecht
mi ha ricordato Amsterdam in piccolo (molto piccolo), per i colori e la
scenografia, ma senza il caos della capitale.
Il
centro è molto raccolto ed è caratterizzato dalla Domtoren, la torre più
alta d’Olanda (112m), la Domkerk e l’Oude Gracht. Intorno alla
cattedrale, nel Domplein,si nota l’edificio dell’Universiteit
che ingloba l’antica sala capitolare della cattedrale e il piccolo e bel
chiostro da cui si accede dalla piazza e che spesso è usato per ricevimenti
vari.
Un altro piccolo giardino è il Florahof (sulla destra, prima della
torre), mentre dietro al duomo si trova un angolo più riservato della città
intorno alla Pieterskerk, raro esempio di architettura romanica del 1048,
purtroppo aperta molto di rado.
In
una bella giornata di caldo estivo anomalo è piacevole passeggiare per Utrecht
a cui purtroppo manca un sito museale che possa permettere di protrarre
l’esplorazione della città per una giornata intera. Potrebbe fare eccezione
il rinomato museo Het Catharjinneconvent nel caso foste amanti
dell’arte sacra.
Non si può mancare di seguire il percorso dell’Oude Gracht che offre
sorprese inaspettate. La zona del canale fu trasformata in isola pedonale nel
1971 durante la ristrutturazione del centro. Inizialmente i commercianti erano
molto scettici, ma alla fine la scelta si rivelò un grosso successo.
Cominciando dal pittoresco incrocio Vismarkt-Lichte Gaard (di fronte alla
torre), si può andare verso nord (quindi verso piazza Neude) e le sue zone più
affollate oppure verso sud, più riservato e tranquillo. Tranquilla ed elegante
(e un po’ monotona) e anche la zona che costeggia il Niuwegracht.
Andando verso nord si entra nella parte più animata di Utrecht, con
decine di ristoranti di vario tipo. Molti sono al livello del canale che può
essere percorso a piedi solo a brevi tratti perché non c’è possibilità
di superare i ponti.
Il canale è spesso percorso da canoe che possono essere noleggiate
all’incrocio con Potterstraat. Continuando fino a Nieuwe Kade, nella
giornate calde potreste trovare gente che fa il bagno nelle acque marroni.
Neude
è una piazza molto
frequentata su cui si affacciano diversi locali, così come le vie adiacenti (Minreborederstraat,
Drieharingstraat, Voorstraat).
Pasti.
E’ difficile individuare
qualcosa di tipico e non turistico in quella miriade di offerte. Posso segnalare
“De Beurs” in Neude, con sale interne accoglienti e prezzi medi (per gli
standard olandesi). “Pannenkoeken De Muntkelder”, Oude Gracht 112 è
un rilassante posto lungo l’Oude Gracht dove mangiare le tipiche pannenkoeken
olandesi: a dire la verità, non ho trovato altri negozi del genere.
Albergo. Sleep Well, Wittevrouwensingel 37. Carine e gentilissime
le ragazze alle reception, ma la stanza “budget” al pian terreno è senza
finestre e, complice il caldo anomalo di questi giorni, poco confortevole. La
posizione è a pochi passi dal centro cittadino ma a quasi 30 minuti a piedi
dalla stazione (alternativa: poche fermate di tram a circa 2.50€).
Kinderdijk
(16 settembre, grigio e
umido, 22°C)
Gita
in mattinata da Utrecht verso il famoso sito dei 19 mulini a vento di Kinderdijk,
costruiti a partire dal 1740 e oggi patrimonio mondiale dell’umanità.
La
giornata oggi non è più calda e soleggiata come l’arrivo a Utrecht: la
temperatura è scesa a 22°C e il cielo è grigio e umido. Il paesaggio di
Kinderdijk ne risente un po’, ma almeno la pioggia è
scongiurata.
Nell’area verde attraversata da canali è sempre permesso l’accesso, ma solo
durante gli orari di apertura del sito si può entrare a visitare un paio
di mulini (ingresso 7,50€), cosa che è molto interessante perché sono
ricreati i veri ambienti di vita, viene illustrata la storia del posto e si può
osservare da vicino il funzionamento dei
meccanismi
attualmente ancora impiegati per regolare il livello dell’acqua.
I mulini prelevano acqua da -2,10 m dal livello del fiume Lak e la
sollevano a +0,50 m (intorno a uno dei mulini si vede benissimo il salto) in un
altro canale che poi raggiunge una stazione elettrica che la scarica nel fiume.I
mulini vengono azionati secondo le reali necessità di pompaggio.
Nonostante l’area sembri piccola, passeggiare qui è molto piacevole e bisogna
mettere in conto un paio d’ore per la visita. E’ possibile anche un giro un
battello che secondo me non aggiunge molto alla visita.
Da
Utrecht si può raggiungere Kinderijk con il bus 90 per Alblasserdam (90
min, 1h40). Più semplice arrivarci da Rotterdam, sia con bus che con il
waterbus.
Per
una pausa pranzo, oltre a un paio di ristoranti proprio all’ingresso del sito,
si può procedere qualche minuto a piedi lungo Moulenstraat: al n°117 c’è
Gran Cafè Partycentrum de Klok dove si mangia discretamente anche alle 14.30.
Delft
(sabato
17 settembre, 23°C soleggiato)
L’escursione
termica tra Roma, Uthrecht e Kinderdijk mi regala una violenta febbre che limita
la mia visita a Delft. Per fortuna la città è così piccola che mezza giornata
è sufficiente per un giro.
La
città fu costruita agli inizi del XII secolo quando fu scavato l’Oude Delf,
il canale vecchio, da cui la città prende il nome. Delft è nota sia per aver
dato i natali al pittore Jan Vermeer (pur ospitandone solo copie di opere nel
Vermeer Centrum Delft), sia per la famosa porcellana “Delft Blue”, sia
infine perché si trova la cappella funeraria della casa reale d’Olanda.
Per
quanto riguarda le porcellane, dal XVII secolo è famoso il blu di Delft,
caratterizzato da decori blu su sfondo bianco. Mi dicono che per poter fregiarsi
di questo nome il fabbricante deve avere almeno un secolo di attività ed è
questo che li distingue da altri pezzi simili che si trovano ovunque ma a prezzi
molto più bassi.
I reali invece sono sepolti nella Nieuwe Kerk, in un punto della navata
centrale segnato da una enorme lapide che copre l’altrettanto enorme scalinata
che conduce nella cripta (suppongo generalmente chiusa al pubblico). L’altra
chiesa, laOude Kerk, è quella nota per il campanile pendente, risultato
di un cedimento del terreno e che oramai caratterizza la chiesa e anche la
veduta lungo l’Oude Delft.
Oggi
è tornato il sole e la città ospita un mercato dell’antiquariato in tutte le
stradine e quello della frutta in Brabantse Turfmarkt , oltre a un parco giochi
allestito nel Markt, cosa che limita la visita degli edifici antichi della
piazza e del municipio.
Anche Delft è una cittadina molto carina il cui centro si estende compatto (e
piccolo) a pochi minuti dalla moderna stazione ferroviaria. Dalla stazione si può
raggiungere facilmente l’Aia sia con il treno sia, sorprendentemente, con un
tram che prosegue fino a Scheveningen, la più grande ed elegante località
balneare d’Olanda.
Pasti.
Ho pranzato a ‘T
Walletje (Burgwaal, 7), segnalato dall’opuscolo locale. A pranzo (fino alle
16) serve soprattutto panini e tost: poche alternative, ma buone. Ci sono anche
dolci e gli scones inglesi.
Albergo. Hotel Coen. Coenderstraat 47. Spartano, nonostante abbia
la sauna. Dietro la stazione, a pochi passi dal centro. Al momento i lavori di
ampliamento della stazione impongono di girare intorno alla stessa per
raggiungere l’albergo. 70€/notte senza colazione (10€ extra)
L’Aia
(18 – 20 settembre, 25°C,
soleggiato)
Città
piccola e carina, con un paio di musei interessanti, qualche viale più ampio e
moderno e il mare non molto distante; aggiungente il posto strategico per
raggiungere anche Amsterdam, l’aeroporto di Schipol e, ovviamente Delft e
Rotterdam, L’Aia (o Den Haag), è una buona base per un soggiorno di due o tre
giorni.
La
mia visita è coincisa con l’apertura dell’anno parlamentare e la classica
parata militare e musicale, il passaggio di qualche politico e, forse,
della famiglia reale. L’Aia è infatti sede del governo e delle ambasciate,
nonché di vari organismi internazionali. Per contro la città viene più o meno
tagliata in due per una giornata intera con problemi di spostamento inaspettati
per una città così piccola.
Provenendo
dalla stazione è probabile che il primo impatto di rilievo sarà l’Hofvijver,
lo specchio d’acqua su cui si affaccia la Mauritshuis e il palazzo
del parlamento. La splendida luna piena che un mese fa mi aveva accompagnato
in Germania, la ritrovo spuntare dietro gli edifici sul lago per uno scenario
molto suggestivo.
Dall’altra parte si apre in Binnenhof, il cortile dell’antico palazzo
di governo circondato da begli edifici quali la Ridderzaal (sala dei
cavalieri), la sede degli Stati Generali (Senato e Camera dei deputati).
Il
Mauritshuis ospita del 1816 il gabinetto reale di pittura, il più
importante del Paese insieme a quello di Amsterdam. La collezione permanente
(ingresso 14€ + 3,50€ audioguida oppure download grtuito dell’app; durata
visita circa 90 minuti) propone solo una parte del migliaio di opere di proprietà
del museo, le altre sono oggetto di mostre temporanee. L’esposizione è molto
bella; tra i capolavori vanno ricordate le opere di Hans Holbein il giovane,
Rubens, Rembrandt e J. Vermeer, con la famosa “Ragazza con l’orecchino
di perla” e la “Veduta di Delft”.
Il
cuore della città è tra il Nordeinde Paleis (il grande giardino
pubblico alle sue spalle può essere un posto per una pausa, ma non è
particolarmente interessante) e la zona intorno la Grote kerk da una
parte e tra il bel viale alberato Lange Voorhout e il Plein
dall’altra parte (attorniato da molti ristoranti).
Proprio
alla fine del Lange Voorhout c’è il Museo dedicato a Maurits
Cornelis Hescher (ingresso 9,50€, visita circa 1h), eccellente per chi ama
l’arte geniale dell’artista.
Altra
meta famosa in L’Aia è ovviamente il Palazzo della Pace (Vradespaleis)
dove dal 1946 ha sede la corte internazionale di giustizia. Le visite sono con
prenotazione, altrimenti ci si limita alla sala espositiva e didattica
all’ingresso.
Infine nel cosiddetto Oude Centrum non c’è molto da vedere.
Pasti.
Segnalo sicuramente “Scally’s” (Wagenstraat 117; orario 9-22 circa) sala
da tè inglese (almeno nell’offerta) dove per 8€ si può consumare un ottimo
cream tea cornico (con clotted cream preparata in casa). Molti ristoranti sono
in Groetmarkt, Molenstraat e Paperstraat (‘T Bakkertjie è un bel forno
al n° 38, mentre Cafè de Bok è un noto posto dove mangiare a buon
prezzo al n°36 – chiuso domenica sera e lunedì). In Korte Poten n°24 c’è
una Wiener Konditorei per una overdose di zuccheri. Il pub inglese Fiddler
è un posto accogliente e spazioso vicino la Grote Kerk dove si mangia
discretamente fino alle 22. “Dishy”, Nordeinde 21. Bel posto
frequentato da gente del luogo, buone cose per colazione ma prezzi alti (6€
per un bicchiere di tè e una fettina di carrot cake).
Albergo. Easy Hotel, Parkstraat 31. E’ un hotel che si giudica
difficilmente, perchè è nuovo e pulito ma davvero poco pratico (almeno la mia
stanza). La posizione è ottima, a quindici minuti dalla stazione
ferroviaria e praticamente in centro. La mia stanza è microscopica, così come
il bagno (separato da una parete di vetro traslucido) e il lavabo (praticamente
inservibile). Minimo lo spazio per muoversi e per poggiare le valigie. In bagno
non c’era la presa elettrica che era invece sul letto, proprio sul materasso
tra i cuscini!
Rotterdam
(lunedì 19 settembre, 18°C, sereno nel pomeriggio)
Bastano
30 minuti di treno (11 € a/r) per raggiungere Rotterdam da L’Aia. Rotterdam
è la seconda città d’Olanda e il primo porto fluviale d’Europa. Si
riconosce subito che la sua architettura e l’atmosfera che si respira sono del
tutto differenti da quelle tipiche olandesi e per questo ritengo sia una ottima
meta per interrompere la monotonia del paesaggio olandese. La distruzione della
seconda guerra mondiale è stata occasione per ricostruire una città che sa
conciliare qualità della vita e l’enorme traffico fluviale.
Nonostante
le apparenze, se siete buoni camminatori, un giro di 6 ore vi permetterà di
visitare senza stress la città, ovviamente senza visite museali. L’unica che
mi sono concessa è stata la torre Euromast, da cui si ha una veduta su
tutta la città e si riesce ad apprezzarne sia il carattere moderno che quello
più pittoresco (seppur limitato a piccole aree).
Anche
in questo caso è inutile dilungarsi su itinerari particolari se si ha a
disposizione una sola giornata. Io ho annotato il mio che parte dalla stazione
centrale (e già da qui si capisce che Roterdam non sarà la solita città
olandese) e arriva fino all’Euromast, passando ovviamente per le case cubiche
e l’Erasmusbrug (totale circa 8km).
Dalla
stazione conviene fare due passi lungo Kruisplein fino al De Doelen, centro di
congressi e concerti. Verso sinistra si entra nel Lijnbaan, il primo
esempio al mondo di area pedonale (1953) ed oggi quartiere commerciale.
Uscendo sul Coolsingel si vede l’enorme municipio, il più grande in Olanda.
Conviene procedere verso Beursplein con il grattacielo del World Trade
Center e una piccola via commerciale (sotto il livello stradale). Si
continua quindi in una zona pedonale che offre diverse attrattive.
La
Sint Laurenskerk (che io trovo chiusa) è la grande basilica tardogotica,
interamente rifatta dopo la guerra, che sorge in quello che fu il cuore della
città vecchia. La curiosità si volge però soprattutto a un edificio a forma
di galleria, il nuovo mercato, eccellente all’interno anche per uno
spuntino (i posti dove potersi sedere sono pochi) e per la possibilità di usare
il wifi. Da notare che “intorno” all’edificio ci sono appartamenti.
Dall’altra
parte del mercato si trova la moderna piramide della biblioteca cittadina, ma
soprattutto l’originalissimo complesso edilizio Kubuswoning, costrutito
su progetto di Piet Bloom tra il 1982 e il 1984. Inutile dire che qui ci
si perde un’oretta: inoltre uno degli appartamenti è accessibile (3€) e
permette di avere un’idea di come siano all’interno. Qui c’è anche un
piccolo albergo.
Attraversato
il cortile ci si affaccia sul pittoresco e piccolo vecchio porto (Oudehaven)
e l’annesso museo all’aperto che rievoca l’attività portuale tra
l’Ottocento e il Novecento. Proseguo quindi verso Erasmusbrug che però
non attraverso. È il ponte simbolo di Rotterdam, collega la sponda sud con
l’area dei vecchi “docks” e, per quello che mi riguarda, non sarà certo
per questo ponte che mi ricorderò di Rotterdam.
A
questo punto si va verso la zona dei musei (per ragioni di tempo non ne visiterò
nessuno), distribuita nel parco Museumpark. La zona è molto bella,
ospita cinque musei tra cui il Boymans, enorme museo d’arte dal
medioevo ad oggi.
La
mia visita si conclude con l’ingresso alla Euromast, torre alta 185
metri a cui si giunge con un ascensore panoramico rotante che permette di vedere
tutta la città e anche l’immenso porto fluviale. Dal Park,la
vasta area verde che ospita la torre, si può andare verso il Museumpark e,
attraversandolo, ritrovarsi in centro città.
Pasti.
Non ho notato posti particolarmente attraenti. Ho fatto una pausa pranzo nel
mercato e, prima di ripartire, mi sono fermato all’accogliente Daswe
Egberts a lato della stazione ferroviaria.
Domenico