NOSY BE , ASCOLTANDO LA NATURA PERFETTA

Madagascar

Diario di viaggio 2016

di  Ivo & Saby

Partiamo da  Milano per  NOSY BE già visitata con IVO qualche anno fa in occasione della nostra scoperta del paradiso, ovvero l’arcipelago delle  MITSIO.

il lungo volo notturno risulta confortevole e riposiamo bene.

Ancor prima di atterrare l’Africa ci regala un’ alba carica color miele, la cima bianca del KILIMANJARO dalle nevi perenni, che insieme all’immagine dall’alto della piccola TANYKELY avvolta dalle nuvole del mattino saranno cartoline che porterò sempre nel cuore.

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Il clima che ci accoglie è ideale, 34°  in pieno dicembre .

a Fascene  paghiamo il visa d’ingresso 80.000 Ariari circa 50 € e usciamo dall’ aeroporto alla ricerca di aria fresca e del bus che ci porterà in hotel.

la strada che si concede ai nostri occhi è quella tipica Africana. Prima larga, asfaltata e grigia che diventa sterrata castana a tratti marrone, infine grezza, rossa  come sangue che scorre nelle vene fino ai villaggi circostanti . Man mano che la percorriamo il pulmino rallenta la sua andatura rapida ed è bellissimo osservare il paesaggio on the road. Osservare o ancora meglio ascoltare.

Si perché la natura a NOSY BE è prepotentemente generosa che non basta un solo senso per goderne. Intanto il caldo ci assale e  l’aria cdz non funziona.

Abbassiamo i finestrini cosi che anche  gli odori simultaneamente all’aria carica di umidità arrivano ai nostri nasi. Un mix aromatizzato entra nel vano pulmino e ci fa capire che …….IT’S  TIME FOR AFRICA !

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Intorno lunghi filari di banani e palme accerchiano  i microscopici villaggi di paglia ocra essiccata.  Gli scenari rilassati regalano istantanee di fotografie imperdibili .

Non vedo l’ora di scendere, di mescolarmi alla gente,  anche se ancora non posso farlo.

Conosciamo subito i nostri compagni di viaggio che non vedono l’ora, come noi  , di arrivare  l  mare. Ma è proprio il mare  la forte delusione che ci aspetta !

Giunti al Corail Noir siamo shokkati dalla spiaggia antistante , maltenuta, piena di cani randagi,  di bottiglie e plastica,  con a lato una fogna a cielo aperto e l’acqua marrone terribile!

Non ci resta che organizzarci per le giornate a venire , la  prima tappa è TANIKELY.

Quest’ isola è riserva sottomarina disabitata , protetta per la sua  biodiversità ha un faro francese non più funzionante, che raggiungiamo con una piacevole passeggiata.

Risaliamo le ridotte  scalette e dalla cima ci affacciamo sulla vastità della prima  cartolina azzurra  che l’oceano Indiano ci regala.  

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La  mattina è chiara e il  giallo oro in cielo abbaglia il verde della vegetazione che sprofonda nella trasparenza turchese dell’acqua che impallidisce nella sabbia che si stende sul mare quasi ad abbracciarlo. Tutto intorno è perfetto e  perpetuo.

La camminata continua tra enormi piante di manghi  individuando tra i rami  scimmiette e grossi pipistrelli volanti. Buono anche lo snorkeling già a qualche metro dalla spiaggia osserviamo una moltitudine di pesci, granchi , crostacei, parecchie meduse urticanti.

Nel tardo pomeriggio rientriamo in tempo per assistere al tramonto amaranto, primo di una buona serie .

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NOSY SAKATIA è un’ isola povera quindi abbastanza incontaminata, ben lontana dal turismo di massa, il posto migliore per l’avvistamento delle tartarughe marine . 

Uno degli scenari più suggestivi è la baia orientale dov’è la nursery delle turtles .  Mare e montagna si scambiano di sagoma  in un ammaliante trionfo della natura, profumi e  colori si mescolano e ne esce un risultato delicato ovunque.

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Dopo l’ottimo snorkel  con  le tartarughe, oltrepassiamo il sentiero che da Passion Point porta a nord valicando  il grande bananeto.

Incrociamo la cultura e le attività degli abitanti che vi abitano stabilmente .

I  pescatori intenti a rattoppare le reti ci invitano a partecipare alla loro quotidianità a ritmo lento.

Alcuni anziani  raccolgono cocchi che con cura mettono in sacche di yuta.

Ci fanno segno di sederci accanto, offrendoci mini banane verdi molto dolci.   

Le donne indossano parei variopinti e rammendano. Stanno in gruppo.

Proseguono il lavoro discutendo in malagasy la loro lingua.

Non replicano alle nostre domande in francese, credo non lo capiscano proprio, ma i sorrisi e i gesti gentili con i quali accolgono sono meglio di tante risposte di circostanza.  Il silenzio della natura esplode, è proprio vero che basta poco per mettersi in ascolto !

 

 

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Un'altra escursione la facciamo a NOSY KOMBA con il  parco dei Lemuri , il villaggio di pescatori e le piroghe tradizionali.

 

Il principale centro abitato è  Ampangorina dove attracchiamo con l’imbarcazione. 

Vagabondiamo tra  viali di tovaglie bianche distese su fili di corteccia messe li quasi a caso, ad asciugarsi al sole.

 

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Giovani donne lavano i panni sul bagnasciuga e ci sorridono alzando le mani al cielo .  Sono tutte scalze e continuano a cantare.

Hanno maschere gialle in faccia, per proteggersi dal sole forte, con ricamati dei boccioli e fiori sulle guance.

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Camminando vediamo una scuola chiusa poi ci avviamo verso il mercato composto da misere capanne di lamiera eternit e fieno, prive di mezzi e di luce,  dove ritroviamo esposti centinaia di quadri maschere e bottiglie di rhum.  

Pranziamo al villaggio dei pescatori, in un enorme palafitta in riva al mare.

la vera  bellezza di  KOMBA  è l'incontro con i suoi animali: ovunque giro lo sguardo li scopro nascosti o mimetizzati tra i rami, che vivono indisturbati e in totale quiete .

Tartarughe giganti che si fanno accarezzare il collo, camaleonti variopinti che roteano gli occhi , serpenti viscidi e grandi lumache.

E poi… farfalle colorate , granchi enormi , pipistrelli neri e i bellissimi lemuri  rossi e neri che saltellano tra gli alberi endemici , ci palpano la testa curiosi e ci leccano le mani mangiando senza ritegno. 

Il tempo scorre lento.  Tra allegria e chiacchiere genuine.

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È un vero peccato riprendere la barca e lasciare questa varietà di persone , animali e ricami. Rimarrei qui per molto ancora.

Un altro luogo esuberante per bellezza e silenzio è NOSY IRANJA  formata da due isole allacciate da un banco di sabbia finissima, che appare e scompare con le  maree. Le tartarughe vengono a deporvi le loro uova, dando così origine al suo nome. Anche qui la regina incontrastata è Madre Natura, sempre rigogliosa nei suoi colori cangianti . La spiaggia è di un bianco argenteo rosa accecante ! 

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Al nostro arrivo i locali esibiscono sulla battigia manta rey e carcasse di squali come fossero trofei. L’intento è andare a venderli tra un’ isola e l’altra, ma prima li lavano e li sbatacchiano dalla sabbia davanti a noi. Gli chiediamo di fare foto e loro si mettono in posa divertiti .

Attraversiamo la fascia di borotalco che lega le isole, raccogliamo conchiglie,  avvistiamo qualche fregata che si libra sopra di noi alla ricerca di cibo. Pranziamo sulla spiaggia, all’ombra delle palme con i piedi nella sabbia che scansano conchiglie.

Poi subito dopo  trekking verso la parte più alta dell’ isola, per raggiungere il  faro progettato da Eiffel . Dalla cima ammiriamo l’interezza del panorama, sempre dominato dai tre colori fondamentali: il verde brillante della vegetazione, il bianco della sabbia e l'azzurro infinito del mare e del cielo. Il contesto è più intimo, la natura esclusiva e incontaminata, lontana da gente e rumori superflui.

a mio parere  Iranja, insieme a TSARABANJINA è il TOP del MADAGASCAR!

 

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Purtroppo causa improvviso diluvio notturno,  evitiamo l’escursione a  Lokobe la riserva naturale e la sostituiamo con un’ immersione con gli SQUALI BALENA uno dei pesci più grandi al mondo.

Contrariamente alla sua grossa mole è uno squalo docile,  si nutre di plancton e piccoli pesci , ma mi mette  soggezione vederlo nuotare vicino alla superficie con l’enorme bocca spalancata verso di noi. 

Angelino ci spiega che l’ animale migra spesso durante l’anno, vivendo tra i mari temperati  al largo delle Seychelles, Mauritius, Zanzibar, Madagascar ma da anni è un assiduo frequentatore anche del canale di Mozambique.

Essendo l’unica donna che partecipa alla spedizione non nascondo la paura iniziale nel buttarmi in acqua invece IVO Alex e Andrea  si tuffano  prontamente seguendo gli esemplari nella rotta. Poi l’adrenalina chiama e mi   immergo con loro.

Vengo avvolta dal  plancton che pizzica e la visibilità non è molta. Il primo che distinguo è grigio con macchie bianche rotonde, “baby” di circa 8-9 metri , lungo quanto un autobus , intento comodamente a ingerire cibo . Indimenticabile ! 

Dietro bestioni più grossi completamente scuri con il ventre chiaro, seguono ordinati e hanno  fauci che spalancano continuamente.

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Quando riaffioro sono felicissima! 

intorno ho decine  di sardine e tonni mentre in cielo le nuvole corrono bianche.

Tuffarsi  è stata la scelta migliore di tutto il viaggio! 

Ho assaporato magnificenza e immensità, ho visto i giganti  in diretta, ho ascoltato il mare da dentro il suo blu …. uno degli eco tour in assoluto più emozionanti che abbia mai fatto.

Dopo le isole minori giriamo per Nosy be, facendo tappa a ANDILANA, la spiaggia col lungo filare di palme dove nascosto, tra ristoranti e improvvisati centri di massaggio, c’è il vivace mercato locale, dove vado a caccia di regali con le ragazze. A poca distanza dalla spiaggia gli zebu pascolano in libertà vigilati da ragazzini .

Alla mattina sono frequenti i fenomeni di alta e bassa marea, quindi è preferibile sopraggiungere presto e andarsene nel dopopranzo quando la spiaggia rimane all ‘ombra e si riempie di mosquitos e sunflies voraci .

Non vale la pena rimanerci fino a tarda ora perché i tramonti non sono ben visibili.

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Per ammirare i migliori ci spostiamo autonomamente verso MONT PASSOT costeggiando i 4 laghi vulcanici con i coccodrilli sacri. 

Il panorama è di una bellezza straordinaria e la vegetazione tropicale circostante è verdissima e florida! 

Noi ogni giorno abbiamo preferito per scelta,  prendere il matatu (bus locale) oppure affidarci  ad uno dei tanti taxisti che attende lungo il bordo delle strade.

Hanno tutti una gran voglia di parlare di sé, della loro terra, di politica, di lavoro, sono attratti dal turista non solo per il guadagno quotidiano ma soprattutto per il confronto, desiderosi di conoscere il più possibile su culture lingue e modi di vivere diversi dai loro.

Parcheggiamo al grande villaggio di DZAMANDZAR, col suo stabilimento di canna da zucchero dove un tempo si  produceva  rhum,  il vivace bazar e il vialone dei bar desolanti dove vecchi bavosi  bianchi vanno a caccia di giovani corpi di donne.

Anche se la prostituzione è illegale in questi villaggi sperduti rimane una pratica molto comune e ampiamente in uso, tutto appare decadente e ribadisco oggi, peggio che  nel 2008,  la situazione è alquanto degenerata.

Ho avuto l’impressione di essere in un centro commerciale a cielo aperto data la folla incontrata per le strade. Proprio come al mercato di HELL VILLE  dove sono tutti indaffarati come formiche .

Tra il porto e le costruzioni coloniali c’è chi scarica barili, chi incarta verdura, chi lava i pesci, chi rinchiude galline nelle cesti , chi esibisce granchi nel fango, chi urla attirando  sguardi e clienti, chi confeziona buste di spezie e lunghe nere bacche di vaniglia e ce le fa annusare .

Il mercato è rumore movimento e incontro.  il mercato è divertimento e  energia.  Attività frenetiche ad ogni angolo, un banchetto di vita vera, un invito generoso a rallegrarsi degli odori colori e calori  che aleggiano nell’aria. 

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i tantissimi locali con cui ci  imbattiamo  ci sorridono sempre e specialmente  ci urlano WAHASAAAAAAA (bianchi) ce tocca, siamo mosche bianche in mezzo al possente ebano.

A un certo punto smetto di fotografare e mi godo il momento, quello che vedo È TROPPO BELLO !

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Il tramonto migliore lo  incrociamo  al bivio per la ROUTE DES LACS dove vale la pena ammirare il panorama dall’alto dei monti.  Questa volta il  rosso del sole  affonda  nei laghi circostanti, non nel mare. Immagini da cartolina anticipano  ai nostri occhi quella che sarà una nuova dolce  sera  africana.

 

Negli ultimi giorni raggiungiamo diverse scuole primarie, adagiate nel verde tra campi coltivati, piantagioni di Ylang Ylang  e anacardi. Ovunque ci facciamo largo tra alunni danzanti, vestiti con malridotti grembiulini verdi bucherellati, pochi mezzi ma tanta allegria e voglia di imparare.

 

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Decine di ciabattine sono disperse nel cortile, nelle aule anche noi per rispetto entriamo scalzi.

Alle maestre  lasciamo  il materiale raccolto a Milano .

Ai bambini la nostra gioia e i canti condivisi .

Quando ci congediamo i bimbi ci salutano dalle finestre e i più birichini ci accompagnano a ridosso della strada fino alla macchina, dove gli immancabili carretti trainati dagli zebu dalle grandi gobbe continuano a circolare…..

… lentamente, anzi MORA MORA.

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Questo è  l’ultimo dei tanti  saluti gioiosi  che  l’ Africa ci da.

Viaggiare vuol dire TROVARE BELLEZZA!

CERCARLA  NELLA GENTE , NELLA NATURA , NEL MARE SAPERLA RISPETTARE, ASCOLTARE MA SOPRATTUTTO  SAPERLA PROMUOVERE. 

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Come sempre besitos, Ivo & Saby

 

sabivo2002@libero.it

 

 

 

 

 

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