Namibia
Diario di viaggio 7 - 24 GIUGNO 2014
di Nadia R.
Augusto viajesyviajes@hotmail.it
Sabato
7- domenica 8
Una
partenza col fiato sospeso, dato che all’ultimo momento,meno di 24 ore prima,
ci hanno annullato il volo da Monaco e quindi dovremo partire tre ore prima del
previsto e passare per Francoforte: ci precipitiamo ad avvisare tutti e,sia pure
al cardiopalma, l’ indomani si parte da Bologna e da Milano e poi Francoforte,
Johannesburg e infine Windhoek. Qui troviamo il nostro Matthias e, finiti i
lunghi controlli, partiamo subito per la nuova avventura! La destinazione
è il deserto del Namib e, con le montagne di Bismark all’orizzonte,
Matthias comincia con le tante e interessantissime spiegazioni che ci darà per
tutto il viaggio. Oggi in particolare l’origine del deserto del Kalahari e
delle rocce che vediamo attorno. E il paesaggio è bellissimo: lunghe distese di
erbe argentate che si muovono al vento, alberi, arbusti, un primo assaggio di
savana. Stiamo percorrendo la strada interstatale che arriva fino in Angola,
3000 km. in tutto. Poi cambia la vegetazione e siamo a Rehoboth, regione quasi
autonoma, formatasi nel 1850 con gruppi di mulatti
(europei + boscimani) che si spostarono dal Sudafrica per sfuggire alla
dominazione inglese e furono chiamati “ bastardi”, titolo che non è sentito
come un insulto, anzi per loro è motivo di orgoglio.
Quindi
inizia lo sterrato della C24, ci stiamo avvicinando alle colline di granito, con
rocce tormentate e spezzettate rosso-verdi, dalle strane forme, che hanno 150
milioni di anni ; poi montagne nere e savana bianco- giallo -verde. Discreta
cena nel bell’hotel.
Paese che vai…segnali che trovi
Lunedi
9
Mattinata
libera, che utilizziamo per percorrere uno splendido sentiero dietro l’hotel,
quello delle dune fossili; dapprima un grande albero - condominio, dove
tantissimi uccelli infaticabilmente lavorano a costruire il nido, poi via via
alberi dai rami argentati e foglie verdi, cui fa da meraviglioso sfondo una
cintura di rocce rosso fuoco. Dopo di che il primo, entusiasmante discorso del
nostro poeta-filosofo della natura, che ci invita a vivere e a gustare il
silenzio, l’ascolto, la lentezza. Poi ci racconta l’episodio del vecchio
boscimane a cui un antropologo, per metterlo in difficoltà, sapendo che i
boscimani conoscono solo lo zero, l’uno e il due, chiese l’età. E lui
rispose: “ giovane come i miei sogni e vecchio come le mie delusioni”! La
morale: per gustare davvero
l’Africa occorre lasciare la mentalità europea, imparare dall’Africa e
capire che siamo noi ospiti della natura e non viceversa.
Nel
pomeriggio percorriamo un altro sentiero,più lungo,ugualmente bellissimo : si
cammina tra alberi e arbusti verdi, sormontati da queste rossissime rocce dalle
forme arrotondate, con picchi verticali, e ovunque, lontano lontano, pianure e
montagne. Cominciamo a vivere questi spazi infiniti, liberi, con l’orizzonte
che non finisce mai e riempie il cuore.
Albero condominio
Martedi
10
Si
parte prestissimo per il Namib, il più grande parco dell’Africa, (600000 kmq)
e il più antico deserto, 80
milioni di anni. Prima le spiegazioni sui diversi tipi di deserto esistenti, e
l’informazione che in Namibia da circa 16 anni è ricominciato a piovere anche
qui nel deserto e ciò sta portando a mutazioni del clima. Arriviamo
all’ingresso del parco mentre si sta alzando un brutto vento freddo e Matthias
ci preannuncia che potrebbe trattarsi di una tempesta di sabbia, che purtroppo
ci sarà! Superiamo la famosa Duna 45 mentre la tempesta crea fantastici vortici
di sabbia rossa. Bellissimi comunque i 60 km fino a Sossuvlei con i colori che
si intensificano e iniziano i chiaroscuri sulle rosse dune del deserto, mentre
timidamente compaiono sprinbok, struzzi, orici. A Sossuvlei facciamo la
passeggiata sulle dune e, nonostante il fortissimo vento, l’incanto è lo
stesso: il lago morto, gli alberi impietriti, il rosso delle dune che si
susseguono senza fine…Questo è davvero il regno delle dune più spettacolari,
ammassate da venti secolari che hanno polverizzato massi di rosso granito e
ricostruito colline alte anche 400 metri, in polvere ocra in continuo
movimento...Poi il cañon di Sesriem e nel pomeriggio splendida escursione alle
dune pietrificate: ondulate colline rosse dalla vegetazione a ciuffi, verde
chiaro, alberi stecchiti, e, mentre la vista si allarga man mano che saliamo,
ecco un corvo che aggredisce un’aquila, poi orici tranquilli sparsi qua e là
.
E
ci godiamo il magnifico tramonto con un brindisi, mentre i colori da
fiammeggianti diventano pian piano più tenui, infinite striature rosa, viola,
marrone, malva…
Vento a Sossusvlei
lago morto
Mercoledi
11
Si
parte in direzione di Swakopmund, città posta alla foce del fiume omonimo. Dopo
la consueta fermata a Solitaire con la sua famosa torta di mele, attraversiamo
il deserto da est a ovest, superando due passi; sosta per fotografare lo
splendido “ paesaggio del nulla”, ossia un altopiano enorme, circondato da
nere montagne, in cui lo sguardo si perde. In grande allegria, frastornati,
quasi euforici, infinite foto sotto il cartello del Tropico del Capricorno.
Matthias ci regala tante informazioni preziose sui fiumi, sulla fondamentale
Corrente del Benguela, che fa vivere il deserto, sull’importanza dell’acqua
di cui la Namibia è ricchissima, ma nel sottosuolo. Deviando per una piccola
strada interna, ci imbattiamo in un branco di nove giraffe, e poi siamo sulla
Welchishia Drive, con la meravigliosa pianta, la più vecchia delle quali ha
2000 anni: ma vediamo anche un’altra pianta, il” cespuglio al sale”, e da
qui entriamo nel “deserto bianco”. E ancora, la Valle della Luna, dal
paesaggio estremo e straordinario che si perde nell’orizzonte. Infine si
arriva a Swakopmund e noi nel pomeriggio riposiamo, poi si cena con ottimo pesce
e tanta birra , da veri “tedeschi” , come la città!
Welwitschia
Valle della Luna
Giovedi
12
Una
piccola delusione perché la tempesta di sabbia che ha imperversato anche qui ci
impedisce di fare l’escursione alle dune. Il mattino diventa libero, sicchè
ce ne andiamo in giro per la città a fare foto mentre il caldo aumenta. E
ritroviamo questa città “tedesca” con tanti edifici coloniali , alcuni di
un bel giallo limone con giardini ben curati di piante grasse e palme e alla
periferia c’è il deserto! Facciamo una breve escursione alla magnifica laguna
di Walvis Bay e ai suoi
specialissimi abitanti, pellicani dagli enormi becchi arancioni che planano in
scivolata e infiniti fenicotteri rosa tra verdi erbe acquatiche, ma le dune le
vediamo da lontano! Si cena in un ristorantino dove la carne è buona, il pesce
no, ma tra le chiacchiere e un po’ di birra
l’allegria non manca mentre passeggiamo nella pressoché deserta
Swakopmund notturna.
Swakopmund
walvis bay
Venerdi
13
Oggi
però l’escursione in catamarano è superlativa! Subito una foca tenta di
salire, poi un gruppo di pellicani sale ovunque, ci volano attorno, fanno
acrobazie per prendere il pesce che viene lanciato, splendido spettacolo! Col
loro piumaggio rosa e l’enorme becco giallo azzurro ci guardano, seduti
davanti alla driver Monique e ci accompagnano per parecchio tempo. Arriviamo
alla coltivazione delle ostriche, con le esaurienti spiegazioni di Matthias che
ci racconta in dettaglio tutte le fasi della preparazione. Intanto delfini e
foche dal lucido pelo nero girano e giocano attorno alla barca, guizzano
sott’acqua, fanno piroette e tutti corriamo qua e là per vederli. E poi di
colpo milioni di cormorani neri si alzano dal grigio verde delle acque e volano
tutti insieme, quasi coprendo il cielo, in perfetta formazione: insolito,
meraviglioso,…inquietante.. Più avanti ancora un’isola piena di cormorani e
subito dopo la linea di sabbia piena di otarie con le loro voci rauche che
piroettano anche attorno a noi, da sole e a gruppi. Un’idea e una sensazione
di libertà che fanno star bene! Un leggero pranzo di pesce accompagna le
infinite informazioni e si rientra
.
Nel
pomeriggio altro giro per la città e cena di
pesce molto buono, calamari, aragostine, ostriche…
Denti di balena
Uccelli, uccelli, uccelli,,,,,
Sabato
14
Partiamo
in direzione nord e subito comincia il deserto piatto, con pochi e bassi
cespugli verdi. Superiamo Henties Bay,
luogo di pescatori e saline, e ci fermiamo al relitto di barca sulla famosa
Skeleton Coast, secondo i namibiani “ la terra che Dio fece nell’ira”,
strada spettrale, un panorama di nebbia costante, frutto dell’incontro tra le
correnti fredde dell’Oceano e l’aria calda del deserto del Namib e dove
avvennero tanti naufragi a causa della scarsa visibilità e dei fortissimi
venti. Quindi Cape Cross, santuario di centinaia di migliaia di otarie che in
questo luogo si riproducono: di qui sono passati Bartolomeo Diaz e Vasco da Gama
e le croci che vediamo servivano sia come simbolo religioso sia come punto di
riferimento per le navi .
Vicino
a Cape Cross passa la Corrente del Benguela ricca di pesce, e quindi
fondamentale per le otarie, di cui apprendiamo che, dotate di ottimo senso
dell’orientamento, riescono a tornare qui anche dopo anni di viaggi in altri
mari. Ci godiamo lo spettacolo di questi dolci animali che dormono, corrono al
mare, si gettano tra le onde, sembrano scrutarti mentre passi vicino e ti
verrebbe voglia di accarezzarle!
Poi
ci fermiamo al campo dei licheni, grigi e neri, dove possiamo vedere
la forza di vita nel deserto, fenomeno unico: gettando acqua sopra la
piantina ,questa si apre per accoglierla, sembra un miracolo vederla tornare
viva e cambiare colore! Nel
pomeriggio il paesaggio cambia, ricompaiono le erbe e gli arbusti e iniziano le
rocce rosse. Molto bello, nonostante gli scossoni, e si arriva nello splendido
lodge di Twyfelfontein.
Flora nel deserto
Cape Cross
Domenica
15
Ci
svegliamo in questo luogo meraviglioso e Matthias ce ne spiega l’origine:
queste formazioni geologiche, di arenaria durissima, risalgono a milioni di anni
fa e qui i Sun, cioè i Boscimani trovarono il luogo ideale per esprimere il
loro mondo artistico. E siamo alle famose pitture rupestri, patrimonio Unesco,
dove vediamo incisi nella roccia, prima dei buchi con cerchio, che sono
indicazioni per segnalare l’acqua, mentre apprendiamo tanto su questa antica
popolazione: società matrilineare, con gruppi al massimo di 30 persone,
cacciatori nomadi, si basavano sulla luna, perchè fa sempre lo stesso giro e
non sul sole. Ci si ferma via via
per osservare alcune impronte umane, poi una grande giraffa, degli struzzi,
rinoceronti,otarie, pinguini…il mondo dei cacciatori. E attorno osservo il
contrasto tra le rocce rosse e il verde intenso degli arbusti e degli alberi,
grande pace, mentre pensiamo a questo popolo così saggio e così libero, dove
nessuno vuole fare il capo, perché ha solo responsabilità e nessun privilegio!
Si
prosegue per la Montagna Bruciata, poi le Canne d’Organo
e tutti scendiamo nel piccolo cañon per ammirare queste bellissime e
antiche formazioni geologiche.
Nel
pomeriggio splendida escursione alla ricerca degli elefanti del deserto, che
vediamo benissimo, mentre camminano e mangiano, piccoli e grandi. Avventura
finale: si rompe la grande jeep e ci imbarchiamo stretti stretti su un’altra
passata dopo, mentre quasi quasi ci si preparava a passare la notte nella
savana! !
pitture rupestri Canne d’Organo
Lunedi
16
Lungo
trasferimento fino alle Epupa Falls, ricco di incontri. Poco dopo la partenza un
gruppo di struzzi con una ventina di piccoli, tra montagne rosse a più picchi
di straordinaria bellezza; poi montagne più piccole in successione e di nuovo
l’altopiano di tenere erbe verde chiaro, paesaggio geometrico e lineare,
primordiale, da creazione del mondo. Ed ecco nel cammino giraffe, otarde,
avvoltoi a spalle bianche, e pochissime, isolate capanne.
Dopo
una breve sosta a Opuwo, si riparte per l’ultimo tratto, mentre Matthias ci fa
la storia degli Herero e degli Himba, che provenivano dall’Africa dell’est,
e che sono antenati dei Masai. La loro è una storia tormentata, in quanto
furono oggetto di razzie e soprusi da parte di tribù sudafricane che, essendo
in possesso di fucili, mentre loro possedevano solo martelli e lance, li
depredavano e li uccidevano. Così gli Himba se ne andarono in Angola, additati
come “quelli che chiedono elemosina” dato che non possedevano più nulla.
Dopo la guerra tra tedeschi ed Herero, gli Himba tornarono in questa terra.
Si
supera Kawangati, in una bella zona ricca di palme e grandi baobab, con continui
saliscendi ,solo qualche isolato himba a cavallo e in certi momenti si sta col
fiato sospeso sperando che il truck ce la faccia !
Poi
l’arrivo allo spettacolare lodge sul fiume..
Baobab
avvoltoi in attesa…dei turisti?
Martedi
17
Con
un gran freddo ( vero!) partiamo con le jeep dell’hotel per l’escursione al
villaggio Himba.
La
novità rispetto allo scorso anno è che il capo è morto e, in attesa della
successione, il fuoco sacro è spento. Gran parte degli uomini si sono spostati
con le mandrie alla ricerca di pascoli migliori , qui ci sono le donne e
i bambini Le donne himba colpiscono sempre con il loro incredibile color
ocra, omogeneo in tutto il corpo, le trecce in posizione diversa secondo l’età,
mentre attorno i bambini giocano con rami d’albero, pezzi di stoffa, e
null’altro. E i loro gioielli tribali di grande eleganza: collari dai molti
fili in metallo ritorto, alti bracciali e cavigliere in rame, cinture fatte con
strisce di cuoio e pietre dure. Nel
villaggio la prima casa è quella del capo, accanto quella della prima moglie e
poi le altre, in stretto ordine gerarchico. Al centro i recinti per le mandrie e
accanto alla casa del capoclan il fuoco sacro. Sia i Boscimani che gli Himba
credono di derivare da una pianta che ha il legno molto pesante e nero nero,
l’albero degli antenati. Se bruciato forma una cenere bianca che serve per
dipingere di bianco parte delle case.
La
seconda sosta è alla scuola dove il preside ci fa visitare tutte le aule e ci dà
parecchie informazioni : i ragazzi sono ospitati con vitto e alloggio, i maestri
dormono in piccole tende nelle aule!, hanno alcune sovvenzioni statali e anche
da privati.
Nel
pomeriggio salita in collina per la vista meravigliosa delle cascate dall’alto
e il brindisi col gin tonic al tramonto! Il posto è di straordinaria bellezza:
alte montagne “ pelate “ all’orizzonte, ( e sono già in Angola), e sotto
di noi queste stupende oasi di palme sul verdissimo Kunene, le isole verdi
nell’acqua, lo spumeggiare delle cascate, l’armonia e la varietà dei
colori. Tutti euforici, effetto congiunto della bellezza e del gin tonic!!
himba
Il fiume Kunene e le Epupa Falls
Mercoledi
18
Mattinata
libera, il capo ed io ce ne andiamo prima alle cascate, poi ce ne stiamo qui nel
lodge, davanti a questo meraviglioso spettacolo, in attesa che Matthias ci parli
ancora della Namibia. E ci darà tante altre informazioni, dai problemi sanitari
( Aids soprattutto) a quelli educativi, dalla nota disparità tra uomo e donna,
alla difficile situazione di molti uomini che, tornati dal Sudafrica dove
lavoravano nelle miniere, non ritrovano più il loro ruolo di protettori della
famiglia perché assunto ormai dalle donne e spesso si danno all’alcol. Quindi
problemi sociali ed economici. Ma si parla anche dell’apertura del governo
namibiano all’Europa con progetti in campo agricolo di macro e micro economia,
soprattutto per svincolarsi dal giogo del Sudafrica che, pur avendo dovuto
concedere l’indipendenza nel 1990, domina ancora l’economia del paese. Una
full immersion nella storia passata e presente della Namibia .
Alle
13 partiamo salutando le capanne e i recinti degli animali, le cascate, le
montagne, la savana alberata, gli alberi argentati e scheletriti, le greggi di
mucche e caprette, fino ad Opuwo. Cena allegra e a letto presto.
termitaio
Giovedi
19
E
si parte per il Parco Etosha, mentre Matthias ci prepara a questa importante
visita con tante informazioni utili a interpretare il comportamento degli
animali che vedremo. Entriamo nel parco dalla nuova porta a ovest e subito ci
imbattiamo in un gruppo di zebre della montagna che prima mangiano, poi si
inoltrano tra gli alberi. E inizia una splendida infinita sequenza : un facocero
che beve, un falco pallido dal becco rosso-arancio, un’aquila, tantissime
giraffe, un gran branco di zebre proprio lì sulla strada, sprinbok, gnu,
struzzi, e il bagno, stupendo, di un numeroso gruppo di elefanti . E ancora
orici, un giovane maschio di rinoceronte..
Si
arriva al Campo e ancora un’uscita, e poi, dopo cena, tutti alla pozza dove un
elefante solitario con alcune giraffe e una famigliola di rinoceronti bevono
tranquilli nell’irreale silenzio della notte e tutto si svolge a ritmi
lentissimi ,come al rallentatore...
Splendida
e ricchissima giornata!
Venerdi
20
Altra
giornata straordinaria. Si comincia all’alba con un rinoceronte che si staglia
nella savana mentre il sole sta sorgendo. E si continua con un gigantesco
elefante e poi una leonessa, vicinissima a noi, sotto un albero, che sta
mangiando una carcassa di giraffa insieme ai suoi piccoli. E alle varie pozze
zebre, giraffe in rigorosa fila, impala, sciacalli, orici che corrono veloci e
maestosi; un numerosissimo branco di zebre, con i piccoli che dormono sdraiati
(mentre l’adulto non si stende mai ), con uno strano effetto perché sono
quasi tutti immobili, solo pochi muovono la coda. Gli sprinbok, dolci macchie
bianco-marroni che corrono saltando nel verde giallo delle erbe. E un bel branco
di antilopi rosse, mentre all’Etosha Pan, che costeggiamo, infuria la tempesta
di sabbia che questa volta per fortuna non ci tocca! E ancora la ghiandaia
marina che inseguiamo più volte perché, appena si prende la macchina
fotografica, vola velocissima lontano. Un altro quadro immobile di gnu, struzzi,
zebre, orici in riposo.
Arriviamo
all’altro campo, Namutoni, bei bungalow grandi, ma si riparte subito,
instancabili! Nella pozza più vicina tanti fenicotteri rosa che brillano al
sole. Una grande famiglia di elefanti sta
arrivando alla pozza che ha al centro un ciuffo di canne al vento, e lì attorno
kudu, giraffe, una iena, sciacalli, e tante gallinelle d’acqua che corrono
velocissime...
Siamo
pieni delle straordinarie immagini di questi animali, di cui, grazie alle parole
di Matthias, impariamo a conoscere abitudini e caratteristiche e che possiamo
immaginare nella loro vita, impegnati nella difficile lotta per la
sopravvivenza, ma liberi nel loro ambiente!
Sabato
21
Ancora
sveglia all’alba e fa parecchio freddo mentre ripartiamo da Namutoni ed ecco
subito vediamo, cosa molto rara, un gruppo di dieci iene che dormono, poi un
kudu dalle grosse corna e due antilopi che bevono. Un kudu bellissimo con tre
piccoli e, meravigliose, quattro leonesse con i cuccioli, una sul bordo della
strada, che si fa fotografare con regale noncuranza. Quindi quattro elefanti,
tre maschi e una femmina incinta, sulla strada davanti a noi, che dobbiamo perciò
rallentare; ad un certo punto il maschio più grande si gira verso di noi e si
ferma in mezzo alla strada come per avvisare la macchina che ci precede di non
avvicinarsi troppo . Attimi di suspence, tutti immobili a motore spento, poi il
maschio, avendo lanciato il suo messaggio a protezione della femmina, riprende a
camminare e si inoltra nel bush. Noi li attendiamo alla pozza e poco dopo
arrivano tranquilli a bere.
Ma
è il momento di lasciare questo meraviglioso parco e ci dirigiamo a sud, breve
fermata a Tsumub, città mineraria, poi verso Otavi, entrambe città
ordinatissime,verdi, pulite, con grandi viali di palme. Si riprende il cammino
,strada bellissima tra la savana punteggiata da grandi piante grasse con alti
fiori rossi verticali e con moltissimi punti picnic ben segnalati. Le colline
sono di dolomite, hanno 700 milioni di anni, sono un polmone verde per il nostro
pianeta in quanto formate da alghe e il prodotto delle alghe è l’ossigeno.
L’ultimo
tratto di strada , 42 km., è accidentato ma molto bello, vediamo ancora
antilopi, e il Monte Etjo sullo sfondo, una grande vallata e basse colline che
si fanno sempre più rosse nel tramonto imminente. E si arriva allo splendido
lodge, camere enormi e sontuose, biancheria raffinata e..tanto freddo!!
Domenica22
Dopo
una tranquilla mattinata a passeggio, tra i fenicotteri rosa e i pellicani nella
pozza d’acqua, col tempo un po’ scuro, ripartiamo in direzione della
capitale. Ricche spiegazioni sui termitai enormi che compaiono lungo la strada e
sul volo di alcuni uccelli, per esempio i pellicani, che volano in formazione a
forma di v, con uno che fa da guida mentre gli altri volano alla sua ombra,
fruendo del suo vento, ma ogni tre minuti la guida cambia, a rotazione, mentre
si trasferiscono. Altro miracolo della natura!
Fermata
al mercato artigianale di Okahandja con altri acquisti e nel pomeriggio arrivo
in hotel . La sera cena,ultimi discorsi e a letto presto.
Lunedi
23
Nella
notte il capo ha pensato bene di farsi venire dolori intestinali, sicchè nella
mattinata lo lasciamo in hotel e ce ne andiamo in giro per Windoeck a vedere le
poche cose interessanti, la Cattedrale, il palazzo del Governo, ma soprattutto a
fare shopping nei vari centri artigianali. Dopo di che, recuperato il capo dal
bel colore giallo limone si va in aeroporto dove salutiamo il nostro
ineguagliabile Matthias che ha reso un paese bellissimo come la Namibia
davvero indimenticabile
Considerazioni
finali
Per
me terza volta e non me ne stanco mai!! Un paese magnifico, tra deserti a
perdita d’occhio dalle enormi dune rosse o bianche, distese di incredibili
rocce color ocra, una savana sempre variata, da assaporare nelle sfumature dei
colori e nelle continue apparizioni di animali; un susseguirsi di altopiani e
montagne dalla ricchissima storia geologica, relitti di mari scomparsi e
testimonianza maestosa della tormentata storia della Terra. Un mondo selvaggio,
primordiale, dove ti senti piccolo eppure felice che esista ancora un mondo integro, e dove la
presenza devastante dell’uomo è quasi inesistente.
Albe
luminose che illuminano via via alberi e animali, tramonti di fuoco dove si
brinda al sole che scompare veloce dietro l’arco delle montagne, lasciando una
scia brillante di infinite sfumature di colori. Un
ecosistema straordinario, dove, a distanza di poche centinaia di chilometri,è
possibile vedere otarie e giraffe, leoni e babbuini, passare dal
bush al deserto,dal granito alla polvere...
E
i veri padroni di casa, gli animali, nella loro selvaggia e al tempo stesso
dolce bellezza di esseri liberi, che abbiamo visto nella loro vera vita, mentre
corrono, o stanno immobili, o bevono o si incontrano, o si sfuggono, in una
straordinaria mescolanza di colori e di suoni.
Un
mondo di magnifiche contraddizioni, l’Europa nelle città, l’Africa più
integra nelle sue genti, nei suoi paesaggi, nei suoi animali !!
Nadia R.
Augusto viajesyviajes@hotmail.it