Myanmar: meraviglia d’Oriente

Racconto di viaggio 2010

di Katy

 

 

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30 ottobre / 20 novembre 2010 - Viaggio in Myanmar con estensione  a Phuket (Thailandia) 

Itinerario Myanmar  :  Yangon - Sittwe – rovine di Mrauk’u ( + visita villaggi Chin) – Bagan (+ Monte Popa) – Mandalay ( +Amarapura – Inwa – Sagaing - Mingun) – Pindaya - Lago Inle – Bago – Roccia d’oro – Yangon

Thailandia : Pukhet – Phi Phi island  

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mappa

 

Il Myanmar è uno scrigno che contiene tanti tesori e il suo popolo, così semplicemente genuino e accogliente è sicuramente un valore aggiunto alle bellezze del paese.

La dittatura che governa il paese  però pensa solo al proprio arricchimento e non agli interessi del suo popolo che purtroppo quindi è uno dei più poveri del mondo nonostante le numerose risorse.

Le strade sono scarse e veramente malridotte e molte  sono anche interdette ai turisti.

Quando abbiamo prenotato i voli per questo viaggio ( che sognavamo da tempo) non era ancora stata decisa dal governo birmano la data delle elezioni.       Successivamente è stata fissata la data del 7 novembre 2010 (proprio nel mezzo del ns. viaggio!) pertanto anziché organizzare  come al solito tutto da soli abbiamo deciso di appoggiarci ad un’agenzia locale consigliataci da altri conoscenti  italiani che l’avevano utilizzata.  Con loro abbiamo concordato l’itinerario  e gli spostamenti sulla base delle nostre scelte, decidendo di non utilizzare una guida ma solo gli autisti /accompagnatori.

Siamo stati contentissimi di questa decisione: Teo, (che parla molto bene l'italiano) e tutti i suoi collaboratori (che parlano inglese),  sono stati eccezionali : puntuali, esperti,  efficienti e totalmente affidabili, inoltre questa scelta ci ha permesso di risparmiare tempo e quindi di riuscire a vedere più cose. 

(Agenzia Ko Tar Travels & Tours - teo.myanmar@gmail.com )

 

Al ns. arrivo all’aeroporto di Yangon siamo accolti da un gentile signore che dopo averci fornito i vaucher  per Sittwe e Marauk’u,  ci porta  a cambiare la valuta in un mercato locale ( in Myanmar il cambio funziona così, solo in nero) poi ci  riaccompagna all’aeroporto dove prenderemo il primo volo interno per Sittwe città situata sul golfo del Bengala e base di partenza per il sito archeologico di Mrauk’u.

Anche qui sono venuti a prenderci e ci hanno portato all’albergo : Hotel Noble ( camera molto piccola ma confortevole con TV e aria condizionata).    Il tempo di lasciare gli zaini in camera e subito ci tuffiamo nella realtà locale. Siamo sulla strada principale dove c’è più movimento.    Nelle strade pochissime auto, alcuni furgoncini aperti e carichi di gente fino all’inverosimile  ma soprattutto biciclette e strani cicli con 2 sedili opposti  per trasportare le persone .  Fa molto caldo e il sole picchia.

Tutti ci guardano incuriositi e rispondiamo ai loro sorrisi, i lineamenti ricordano un po’ quelli indiani (siamo vicini al confine con il Bangladesh). Facciamo un giro lungo l’ampio delta del fiume che domani dovremo  percorrere per arrivare  al primo sito archeologico del viaggio.

Una settimana fa in questa zona si è abbattuto un forte uragano ma per fortuna la città di Sittwe è stata risparmiata.

Prima cena birmana  (buona) al ristorante “River Valley”.

La mattina dopo alle 6,30 ci vengono a prendere per portarci all’attracco della barca che trasporterà solo noi.

Il viaggio dovrebbe durare circa 6 ore  ma noi ne impiegheremo ben 8 (!!!) ad arrivare a Mrauk’u per via del motore che ogni tanto aveva problemi.   Il fiume Kaladan è molto largo   e per le  prime 2 ore restiamo seduti nella parte superiore della barca  ad  osservare piacevolmente   la vita  che scorre lungo il fiume  e l’ampio e tranquillo panorama che si gode inoltre  la giornata è bellissima e calda.

Al nostro arrivo troviamo un autista con la jeep che ci accompagnerà a visitare i templi dislocati in questa zona.  Prima ci porta all’albergo concordato il : “Vesali”  (ampi bungalow di legno nel verde lussureggiante, personale gentilissimo)  poi iniziamo le visite.    Le verdissime  colline che circondano Mrauk’u  sono punteggiate da pagode dorate  e stupa  che spuntano qua e la’  in una spettacolare visione…e poi è l’atmosfera tranquilla e agreste che si respira qui che ci conquista completamente. Il primo luogo visitato è un  grande monastero che contiene alcune  statue di Budda  all’interno di tanti corridoi concentrici dalle pareti lavorate a bassorilievi e con tante altre piccole statue di Budda.

Al termine della pomeriggio avremo visitato 7 siti  con tramonto finale dalla cima di un tempio su una collinetta. In  albergo la corrente elettrica funziona solo dalle ore 18 alle 23, le strade del paese invece sono prive di illuminazione e per fare un giretto serale ci dobbiamo portare la ns. torcia.

Al mattino dopo all’ora stabilita il ns. driver puntualissimo ci porterà (per una strada piena di buche)  al fiume Lemro dove una barca ci aspetta per portarci a visitare alcuni villaggi abitati dalla popolazione Chin. (circa 5 ore di barca tra andata e ritorno)

Visitiamo 2 villaggi Chin sempre accolti da sorrisi gentili di bambini e anziane donne Chin dal viso tatuato con disegni a forma di ragnatela, poi decidiamo di tornare a Marauk’u perché preferiamo dedicare il tempo che ci resta a visitare altri templi.

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Ci preoccupa un po’ l’idea del ritorno in barca dell’indomani perchè avendo l’aereo che parte alle 13,40 dobbiamo essere assolutamente sicuri di arrivare a Sittwe in tempo e non possiamo metterci ancora 8 ore!      Ne abbiamo parlato col ns. driver che si è messo in contatto col “capo” e ha risolto brillantemente il problema.

Nel dubbio partiamo prestissimo infatti alle 4 del mattino ci alziamo e alle 4,20 siamo pronti per andare al molo.    Inaspettatamente  (vista l’ora) troviamo a salutarci il proprietario dell’albergo e alcuni dei ragazzi che lì lavorano  che  ci consegnano anche 2  “box” contenenti un’abbondante colazione.       Ci muoviamo in auto nel buio più totale ma con grande stupore  scorgiamo alla luce dei fari file e file di donne (arrivate da chissà dove) che portano in testa cesti carichi di merci  che andranno a vendere al mercato.

Arrivati al molo ci aspetta un’altra  barca e dopo aver salutato con calore il nostro autista, davvero eccezionale considerando  le strade  tremende che abbiamo fatto in questi giorni,  salpiamo.

Il ritorno sul fiume è stato davvero emozionante !!! :  prima dal tetto della barca osserviamo sopra di noi  un incredibile cielo stellato a 360° (nessuna luce elettrica nel raggio di centinaia di km)  e poi assistiamo ad una magica alba  dagli sfolgoranti  colori.

Il viaggio di ritorno è davvero veloce circa 5 ore anziché le 8 dell’andata e così arriviamo a Sittwe addirittura molto in anticipo rispetto al nostro volo.

Il ragazzo che ci accompagna  ci propone allora di visitare il mercato per occupare il tempo restante. Visita davvero interessante nella ragnatela di vicoletti pieni di ogni tipo di alimenti : frutti e verdure di ogni forma e colore, cibi, spezie e su tutto il  penetrante odore del pesce essiccato e di quello appena pescato.

Le persone sono sempre sorridenti e disponibili a farsi fotografare, felici  solo di potersi rivedere  nel piccolo schermo della macchina digitale.

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Voliamo a Yangon , sempre accolti da un collaboratore che ci porta prima a cambiare ancora un po’  soldi all’Hotel Summit poi   all’agenzia dove  incontriamo Teo  per concordare le prossime tappe,  pagargli  la quota dovuta  e inoltre lo ringraziamo per l’efficienza e la gentilezza che i suoi collaboratori  ci hanno dimostrato.

Notte in hotel   il “New aye yar  di cui serbiamo un pessimo ricordo (camera sporchissima) e infatti pensiamo di cambiarlo per gli ultimi giorni che faremo qui andando al Panorama, (albergo che  ci aveva consigliato Teo.)

Cerchiamo una postazione internet per scrivere ai figli in Italia ma non riusciamo assolutamente ad accedere alla ns. casella di posta.

Al mattino presto  l’autista ci porta all’aeroporto  e da qui prendiamo il volo per Bagan nostra prossima meta.

Anche qui   troviamo un autista che ci porterà all’albergo e in giro nei prossimi giorni, si chiama Miù e parla un buon  inglese. Scegliamo un albergo nella zona di Nyaung : l’“Aung Mingalar”(bungalow spazioso con veranda ) proprio di fronte alla grande pagoda dorata  Shwezigon Paya.

E poi iniziamo le visite.
Bagan è il sito più famoso di tutto il Myanmar e ne capiamo subito la ragione….: Migliaia di pagode, templi, stupa sparsi per il verde acceso della vegetazione ci aspettano.
In alcuni templi si può salire  sulle scalinate esterne e da qui ci godiamo quest’incredibile vista : dovunque giriamo lo sguardo troviamo guglie di ogni dimensione che emergono dal verde come per magia……… impossibile descrivere queste sensazioni, bisogna viverle!

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Il ns. autista Miù è bravissimo nel condurci a visitare i templi più belli e famosi e ogni volta ci facciamo indicare il nome tra i templi elencati nella ns- Lonley P.

La maggior parte dei templi contiene al suo interno corridoi lavorati con bassorilievi o  dipinti… e nicchie con  statue di Budda su ogni lato. Alcuni Budda sono sdraiati, ma in generale queste statue raffiguranti  Budda sono molto diverse tra loro e alcune sono davvero molto belle.

I fedeli portano molte offerte di incensi e fiori e constatiamo che i birmani hanno una fede saldissima  al punto da acquistare (nonostante la loro povertà)  lamine sottilissime d’oro da applicare su alcune reliquie e statue di Budda ( questo sarà confermato per tutto il corso del viaggio). Terminiamo la giornata assistendo al tramonto da uno dei tanti templi : oggi ne abbiamo visti davvero tanti e alcuni ci sono piaciuti particolarmente.

Il mattino dopo andiamo prima  in auto al  Monte Popa.

Arrivando dalla strada è suggestiva la vista del santuario in cima a questo piccolo monte dalla forma di torre (lo chiamano anche vulcano).

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Si sale, (naturalmente scalzi), per circa 20 minuti per una lunga scalinata coperta e a tratti ripida e in breve si arriva alla cima completamente occupata dal santuario con tante piccole sale piene di Budda e luoghi di preghiera.  E’ una bellissima giornata di sole e si sta  volentieri in cima a godersi la brezza e la vista che si gode.

Tornati a Bagan visitiamo una fabbrica di lacche e dopo pranzo tutto il pomeriggio sarà dedicato alla visita di altri templi e pagode : ce ne sono così tante belle e ognuna ha delle sue particolarità che non ci stanchiamo mai!   E la sera altro bellissimo tramonto dalla Pyathada Paya piena di turisti.   Oggi in particolare restiamo affascinati dalla Dhammaya Zika Paya pagoda grandiosa e magnifica con la grande cupola centrale dorata e inoltre dalla sua sommità si gode una vista superba sugli altri templi vicini . Non è possibile nominare tutti i templi e pagode visitate segnalerò solamente le più spettacolari  che ci sono piaciute di più.

Ananda Phato  - Dhammayangyi Pahto - Sulamani Patho - Shwezigon  Paya ...ecc

In alcune pagode si può accedere  alle terrazze superiori e da qui godere del meraviglioso spettacolo a 360 gradi.  ( ne nomino solo alcune : Buledi, Shwegugyi, Pyathada...) 

Nei templi principali l’ingresso è affollato di venditori,  soprattutto bambini che cercano di vendere i loro souvenir.

A Bagan ho acquistato parecchie cosine ( tele raffiguranti i templi, scatoline di lacca…)    

Nota: da ricordare che in tutti i templi, pagode, stupa ecc… del Myanmar bisogna entrare scalzi lasciando all’esterno scarpe (e molto spesso anche le  calze!) e questo non solo all’interno del tempio ma anche nell’area esterna antistante..... è quindi molto  più comodo portare le infradito che non le scarpe.  Nei luoghi affollati il ns. autista ce le faceva lasciare in auto.

Buona cena al  famoso ristorante Aroma 2 (scelgo un piatto thai buono ma particolarmente piccante ed esco con la bocca praticamente in fiamme)

Riproviamo con internet ma non funziona proprio il collegamento, praticamente l’intero stato non può comunicare con il resto del mondo…(noi pensiamo che la causa di ciò siano le elezioni …)

Il giorno  dopo sempre con Miu  partiamo in auto per Mandalay con una tappa intermedia a Myingyan . Qui visitiamo un tempio dedicato ad un monaco santo  ( Soon Lu Kyaung) e poi un altro tempio inaspettatamente molto ricco e bello,  che è famoso perchè contiene molte reliquie di Budda.

Mancano ancora 3 ore all’arrivo a Mandalay quindi pranziamo lungo la strada in un semplicissimo ristorantino locale (in questo tratto non ci sono ristoranti per turisti).

 

Mandalay 

La città ci appare subito caldissima e molto sporca e caotica : anche attraversare ai semafori è un’impresa perché passano comunque tutti!   Decidiamo di pernottare all’hotel Nylon   (stanza comoda con tv e aria condizionata) poi lasciamo libero Miù e ce ne andremo da soli alla scoperta della città.

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Il mattino dopo sempre presto (7,30) ci passa a prendere Miu e si parte per le visite.

Prima ci porta al tempio più famoso della città Mahamuny paya.  Il tempio è davvero notevole e molto grande con tanti cortili interni  c’è una nicchia  che contiene un Budda tutto d’oro  venerato dai fedeli che applicano  lamine d’oro (solo gli uomini possono farlo perché alle donne è proibito  avvicinarsi ).

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Oggi è il giorno delle votazioni elettorali ma assolutamente nulla lo fa capire (niente comizi, cartelloni pubblicitari, annunci con altoparlanti,  file di gente in coda per votare…. Insomma le solite cose che farebbe  un paese normale)...      Nessuno ne parla  e la sera in TV al loro telegiornale trasmettono  solo le immagini  dei generali che votano insieme alle mogli….. insomma  siamo sempre più convinti che queste elezioni  siano proprio una farsa.

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Miu ci porta anche in un laboratorio per vedere come fanno a realizzare le lamine d’oro. (nella prima fase un ragazzo deve battere per ore e ore  col martello  affinché la lamina si assottigli prima delle successive lavorazioni).     Proseguiamo a visitare le antiche capitali appena fuori Mandalay : Amarapura, Inwa e Sagaing. 

Ad Amarapura c’è il famosissimo ponte di tek di U Bein e ci torneremo anche nel pomeriggio per assistere al tramonto.

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Vicino al ponte si trova  un famoso monastero dove dalle 10,15 alle 11 si può assistere al pasto dei monaci. (pazzesco: si vedono centinaia di monaci in una interminabile e ordinata fila indiana che attendono di ricevere il cibo per poi sedersi sempre con ordine e calma nei grandi refettori.)

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Per andare a Inwa dobbiamo prendere una barca che ci traghetta dall’altro lato del fiume.

Per visitare il sito di Inwa saliamo su un  rustico calessino con cavallo che sballottandoci attraversa un magnifico paesaggio agreste in mezzo a risaie e a cupole di templi che spuntano nel verde.

Visitiamo un paio di questi  e in particolare ci rimane impresso  quello tutto di legno di tek, completamente intagliato con decori davvero molto belli. (occhio ai chiodi, come sempre i piedi sono scalzi!). 

Pranziamo in un bel ristorante vicino all’imbarcadero che sconsigliamo vivamente perché è carissimo e con porzioni scarse : nel mio piatto di gamberetti e verdure ci sono solo 3 (!) gamberetti in compenso me lo fanno pagare ben 8.500 k. (in totale pagheremo 20.500 k. una cifra assurda rispetto a tutti gli altri ns. pasti !).
Meglio riattraversare il fiume e pranzare in un ristorantino di Amarapura.

Sulla riva ritroviamo Miu  che ci porta alla prossima meta Sagaing.

Anche qui le cose belle da vedere sono tantissime. Tanti  bellissimi templi e monasteri  sulla cima di colline da cui si gode una vista fantastica su altri templi, colline e il fiume.

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Ripassiamo da Amarapura per il tramonto suggestivo dal ponte U Bein e rientriamo in città al ns. albergo. 

Davvero una giornata intensa e piena di  immagini meravigliose da ricordare.

Cena in locale qui vicino molto spartano con cucina Shan , ci siamo trovati bene e ci siamo anche tornati la sera dopo,  si chiama Mann.

Il mattino seguente, dopo un’abbondante colazione partiamo con Miu alla volta di Mingun che si trova a circa 11 km. Da Mandalay sulla riva opposta del fiume Irrawaddi.

Miù ci lascia al fiume (dove aspetterà il ns. ritorno) e come sempre c’è una barca pronta per noi per portarci alla meta.  

La caratteristica principale di Mingun è l’immensa pagoda di mattoni  che avrebbe dovuto essere la più alta del  paese ma che non fu mai  completata a causa della morte del re. E’ talmente grande che la si vede dal fiume da una lunga distanza.
Anche se la salita è difficoltosa e con passaggi complicati  si deve salire come sempre  rigorosamente scalzi,…… in compenso da qui si gode  una bella vista   sul fiume e su altre pagode vicine che poi visiteremo.(bella quella circolare tutta bianca)  

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Al ritorno sulla barca ci aspetta una sorpresa : un tavolino apparecchiato per uno spuntino veloce: frutta, noccioline tostate e the.

Ritroviamo Miu sulla riva che ci riporta a Mandaly a visitare il castello reale all’interno delle lunghissime kilometriche mura che lo circondano (con annesso largo  fossato).  Per fortuna si può entrare con l’auto perché le distanze sono davvero notevoli.  

Il palazzo è piuttosto spoglio ma le sale  interne  presentano delle bellissime decorazioni dorate.

E’ circondato da un grande giardino con altrettanti padiglioni decorati. C’è poi una torre cilindrica a  spirale e un piccolo museo in fondo.

Lasciato il palazzo reale ci dirigiamo nella zona della collina di Mandalay dove ci sono tanti altri bellissimi templi e monasteri da vedere. Ricordo in particolare un monastero tutto di legno di tek intagliato e un grandioso tempio pieno di statue di Budda e poi un altro circondato da  centinaia di stupa  che contengono ciascuno una pagina di pietra di un libro sacro.

Al tramonto saliamo sempre scalzi sulla collina di Mandaly per visitare il  decoratissimo tempio ed assistere al tramonto (per la verità nulla di speciale) insieme alle altre  centinaia di turisti assiepati.

Dopo cena preparazione dei bagagli, domani abbiamo il volo per Heho nella zona del lago Inle.

 

Lago Inle

Come al solito sveglia presto perché alle 6 passa Miu che ci porterà all’aeroporto e qui ci saluteremo, lui tornerà a Bagan in auto.

Stranissimo questo aeroporto di Mandalay (che è la seconda città della nazione) : sembra grande e nuovo in realtà ne funziona solo una piccola parte.

I negozi sono vuoti e chiusi e per bere un caffè c’è solo un piccolo baracchino che vende caffè liofilizzato in bicchierini di plastica.

Arrivati all’aeroporto di Heho ci aspetta una ragazza che ci porta all’esterno dove ci presenta il  nuovo autista che ci porterà  al Lago Inle, prima però ci dirigeremo alla volta di Pyndaya luogo famoso per le grotte dei numerosi Budda.

Il viaggio durerà 2 ore circa e il panorama è  notevole  tra  dolci colline, campi coltivati, contadini all’opera con gesti manuali antichi da noi ormai dimenticati (il paese sembra rimasto fermo a 100 anni fa!), sulla strada  incrociamo carretti trainati da cavalli o buoi, camion stipati all’inverosimile di persone e merce, soprattutto carichi di cavolfiori appena raccolti.

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In questa idilliaca atmosfera arriviamo a Pyndaya, da lontano si vede il monastero appoggiato sul fianco della collina.
Alla grotta si può salire con un ascensore esterno o per le solite lunghe scalinate coperte. Noi optiamo per l’ascensore per ottimizzare il tempo. 

La grotta è molto grande ed è abbastanza lunga : ci sono anche stalattiti che scendono dal soffitto e stalagmiti ma soprattutto ci sono….. tante, tante,  tante…. statue di Budda di ogni forma e dimensione  (pare 9.000)  e continuano ad aumentare perchè pellegrini da tutto il mondo  provvedono a portarne altre in offerta.

Torniamo con altre ore di macchina verso il lago Inle e prendiamo alloggio a Nyaunghwe,  scegliamo il Gold Hotel (stanza grande e luminosa con aria condizionata, a buon prezzo).

La sera la temperatura scende un po' e uscendo per il giro serale  è meglio avere un golf o una giacca per coprirsi oltre che una torcia perchè le strade sono piuttosto buie.

Al mattino ci viene a prendere il ragazzo della barca e ci porta all'imbarcadero dove partiremo per la gita di oggi sul lago.
La barca è lunga e strettissima e a pelo d'acqua...(e all'inizio non mi sento per niente tranquilla....!) poi quando lasciamo il canale ed entriamo nel lago mi sento più sicura.

Sul lago ci sono scorci molto belli in particolare quando incrociamo i pescatori locali, famosi per il loro originale modo di remare : non usano le braccia ma azionano il remo con una gamba mentre con l'altra si tengono in piedi.   Navigando lungo il lago incontriamo  piccoli villaggi su palafitte e curiosi orti e giardini galleggianti.  E' davvero incantevole attraversare questi piccoli canali circondati dalle case su palafitte dove la gente continua nella massima tranquillità  a compiere le faccende e i riti quotidiani, apparentemente non disturbata dal via vai delle barche piene di turisti.

In alcuni villaggi ci sono anche templi molto grandi e belli come il Daw Oo Paya, sito religioso che contiene al centro 4 antiche statue di Budda, dalla forma ormai irriconoscibile per lo spesso strato di foglie d'oro di cui sono ricoperte.

In un altro villaggio visitiamo un interessante laboratorio di tessitura dove abilissime ragazze su telai vecchi e malandati riescono a produrre bellissimi tessuti di cotone, seta e anche di filo di loto (preziosi e più cari).  Io compro 2 sciarpine di seta colorate e molto carine.

Buonissimo pranzo in uno dei tanti ristoranti su palafitta : Golden Moon, atmosfera piacevole e rilassata.   Riprendiamo il giro in barca e visitiamo sulla terraferma il villaggio di Inthein, affascinante per il sito pieno di pagode  diroccate che occhieggiano dal folto della vegetazione salendo verso la cima della collina.
Tantissime le bancarelle che circondano la lunga scalinata che sale alla pagoda Shwe inn thein.

In questo villaggio assistiamo al buffo arrembaggio di un camioncino da parte di tantissime donne di etnia Shan (con copricapi a turbante arancioni e rossi) le quali cariche di merci si arrabattano per salire e  stiparsi con tutte le loro cose sul mezzo che in breve tempo si riempie e partirà solo quando sarà  completamente stracarico e dove merci e persone sembrano pencolare in  un equilibrio assurdo. 
Riprendiamo il giro per i canali, visitiamo anche il monastero  di legno detto "dei gatti che saltano"   (noi li abbiamo solo visti tranquilli e sazi vicino alle ciotole di cibo).

Da qui riattraversiamo il lago per tornare a Nyaungshwe e in albergo: è stata davvero una bellissima gita! 

Cena "italiana" in un piccolo ristorante dove il proprietario birmano  fa un'ottima pasta fatta in casa (che apprezziamo molto) : era quasi commosso per i nostri complimenti!

Ultimo giretto serale e preparazione zaini per la partenza e le nuove mete di domani.

 

BAGO - ROCCIA D'ORO (KYAIKTIYO)  

Al mattino con un volo Air Bagan arriviamo velocemente a Yangon e li ci aspettano Teo e l'autista che già avevamo conosciuto al nostro arrivo dall'Italia.

Salutiamo Teo che ci chiede se siamo d'accordo che in auto con noi venga anche la moglie dell'autista interessata  al santuario della Roccia d'oro.

Naturalmente non abbiamo alcuna obiezione anzi  ci fa molto piacere stare in loro compagnia.    Peccato che io non sono molto in grado di partecipare alla conversazione perchè non parlo inglese! Lauro farà da traduttore.

Facciamo una tappa a Bago dove ci sono tante cose interessanti da vedere : 

- la Kyaik Pun Paya,  pagoda con 4 enormi statue di Budda alte 30 m. disposte in quadrato, una per ogni lato.

- Shwethalyaung Budda , tempio che contiene una enorme statua di un Budda sdraiato

Poi visitiamo un palazzo reale dorato, un'altra pagoda, un tempio con un'altra statua di un Budda sdraiato lunga 75 m. e infine andiamo a vedere il gigantesco pitone venerato dalla popolazione   allo Snake monastery.

Riprendiamo il viaggio e alle 17 circa arriviamo a Kinpun base di partenza per raggiungere la Roccia d'oro.  Ci sistemiamo al Golden sunrise hotel (bungalow accoglienti con tutte le comodità situati in un bel giardino).  Giretto serale per il paese pieno di bancarelle e negozietti.

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Ci svegliamo prestissimo il mattino dopo (5,30 circa)   e con i nostri compagni di viaggio  raggiungiamo il luogo dove partono i camion per la salita a Kyaiktiyo.

I cassoni dei camion contengono molte file di panche di legno e i camion partono solo quando sono veramente stipati. Il viaggio dura circa 45 minuti su salite ripidissime sballottati da tutte le parti però ci divertiamo parecchio in mezzo a tutti i locali che ci guardano e sorridono quando ad ogni curva finiamo addosso a loro o loro addosso a noi.

Arrivati allo spiazzo i camion ci scaricano e da qui inizia la dura salita a piedi per altri 45 minuti.     Il paesaggio è molto bello ma il sole picchia forte rendendo più difficoltosa la salita.  Sul percorso incrociamo tantissime portantine che trasportano un gruppo di turisti giapponesi che così evitano la fatica.   Anche a me i portatori  propongono spesso di salire sulle loro portantine, ma un po' per orgoglio e un po' perchè mi sembra umiliante e faticoso per loro, rifiuto.  (in realtà è vero che per loro è faticoso ma è comunque un lavoro che gli da modo di guadagnare qualcosa). Finalmente arriviamo alla meta ed è così splendente che vale veramente tutta la fatica fatta per arrivarci. E' una grande roccia dorata collocata in equilibrio precario sulla valle, ed è bellissimo ammirarla prima da lontano e poi da vicino e da ogni angolazione, anche da sotto.

Le donne, come già in altri luoghi sacri, non possono entrare nel recinto che la contiene : solo gli uomini possono avvicinarsi e ne vediamo molti che applicano le solite lamine d'oro.

In questo luogo ci sono anche molti templi e luoghi in cui pregare, infatti sono tantissimi i fedeli e i pellegrini che ci vengono perchè questo luogo insieme alla pagoda Shwendagon di Yangon è in assoluto uno dei luoghi più sacri di tutto il paese.

Dopo esserci soffermati a lungo e appagati dalla solennità del luogo cominciamo la discesa sulla ripida strada costellata da chioschi e bancarelle.  Sono particolarmente curiose  le  bancarelle che vendono medicamenti e cure : bottigliette con strani intrugli, ossa, insetti, rettili, millepiedi giganti e altre piccole orripilanti bestioline, che dovrebbero essere il rimedio per chissà quali disturbi e malattie....( preferisco non indagare!...)            Altro  allegro viaggio abbarbicati alle panche del camion per non volare fuori e poi torniamo all'albergo dove pranziamo e ci prepariamo per il ritorno verso la capitale.

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YANGON

A Yangon passiamo prima all'agenzia da Teo per il saldo e a ritirare i vaucher per l'hotel Panorama.  Passando in auto nella zona del lago Inya l'autista ci mostra la direzione dove c'è l'abitazione di Aung San Su Kiy la coraggiosa leader, premio nobel per la Pace, ormai da anni relegata agli arresti domiciliari.  Passiamo anche davanti alla sede del suo partito e qui vediamo una grande folla ammassata : l'autista ci dice che sono in attesa di notizie sulla sua liberazione. Tutti ce lo auguriamo di cuore.        Salutiamo Then Si (l'autista) e sua moglie e saliamo in albergo. La nostra stanza è al 9° piano con vista che spazia sulla città e da lontano svetta la cupola d'oro della grande pagoda. (camera grande e confortevole, ottime prime colazioni a buffet)   Cena deludente in ristorante giapponese e giro serale per la città. Anche stavolta non riusciamo ad inviare e-mail in Italia : per dare nostre notizie, dovremo aspettare di essere in Thailandia.

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Il mattino dopo rivediamo Then Si che ci viene a prendere per portarci subito alla meravigliosa Shwendagon pagoda mentre  lui ci aspetterà fuori.  Qui ci staremo per più di 2 ore 1/2 perchè  il luogo è talmente grande, pieno di edifici, templi, nicchie, stupa, pagode, statue di Budda...ecc da perderci la testa! e al centro di tutto la grandiosa cupola d'oro della Shwedagon paya.

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Il sole fa risplendere  ogni angolo di questo luogo incantato e ogni scorcio presenta uno scenario incantevole, davvero uno spettacolo indimenticabile!  Ci sono templi con meravigliosi intarsi di legno, ogni edificio presenta  decori stupefacenti, ci sono tante sale con statue di tutte le dimensioni dove la gente prega con fervente devozione. Quando siamo sazi di tanta bellezza lasciamo questo luogo (ma ci ritorneremo al tramonto).

Then Si ci porta a vedere tantissimi altri posti : la grotta Maha Pasana Guha; la Kaba Aye Paya; la Chaukhtatgyi Paya (con una immensa statua di un Budda disteso);  la Ngahtatgyi Paya che contiene invece una colossale statua di un Budda seduto, vestito d'oro e tempestato di pietre preziose; la Botataung Paya che contiene reliquie di Budda.

Ci riposiamo un po' sul lago Kandawgy, dove pranzeremo all'ombra ristoratrice (c'è un caldo micidiale) meditando sulle tante meraviglie viste oggi.

Poi nel primo pomeriggio ci facciamo lasciare da Then Si davanti al Bogyoke Aung San Market  e lo lasciamo libero continuando il giro da soli.  Il mercato è immenso e pieno di tutto anche di bellissime pietre preziose di tutti i tipi che mi fanno girar la testa! Mi piace un anello con ametista, ma non sapendo riconoscerne l'autenticità ci rinuncio per evitare eventuali fregature.  ...comunque qualcosa da comprare lo trovo sempre e qui ce n'è per tutti i gusti!       Il caldo è la stanchezza si fanno sentire così passiamo dall'albergo per una doccia  veloce e poi in taxi ripartiamo per la Swendagon Paya.

L'atmosfera dolce del tramonto rende questo luogo ancora più incantato e quando poi all'imbrunire si accendono le luci che illuminano l'immensa  pagoda lo spettacolo diventa entusiasmante.   Ogni angolino, ogni nicchia, ogni tempietto ogni cupola diventano spettacolari e suggestivi.   Ci sediamo sui gradini di un tempio a godere di questa meraviglia e ad osservare  i  numerosi  fedeli che pregano.

Ripercorriamo più volte tutto il perimetro della pagoda prima di lasciarla e di tornare all'albergo con un taxi.   Quante meraviglie abbiamo visto oggi!

A cena scegliamo un ristorante italiano vicino all'albergo (Cia) e saremo proprio soddisfatti per un'ottima cena a base di ravioli alle cime di rapa e spaghetti alla carbonara accompagnati da un'ottima birra Myanmar extra  strong (...dall'effetto "abbioccante").

Purtroppo è anche ora di preparare i bagagli perchè domani mattina lasceremo questo dolcissimo paese pieno di tesori. Dalla TV apprendiamo con grande gioia che hanno liberato finalmente Aung San Su Kiy !!!;  ...e con questa bella notizia ci addormentiamo per l'ultima volta in terra birmana.

 

Considerazioni sul Myanmar :

Questo è un paese davvero unico al mondo, per i suoi siti archeologici, per i tanti tesori architettonici, per la sua natura generosa  ma soprattutto per il suo popolo meraviglioso e  gentile che malgrado  le fatiche quotidiane non manca mai di regalare sorrisi ed emozioni  a tutti coloro che vi si accostano. 

E' un paese dove il tempo sembra essersi fermato e i contadini faticano nei campi con attrezzi antichi che noi non conosciamo nemmeno più, eppure la serenità che traspare dai loro volti non è comparabile alla maggior parte di noi occidentali quasi sempre inappagati e insoddisfatti.

Consigliamo a tutti di visitare questo paese; anche se molti pensano visitandolo di arricchire solo il regime, non è vero! basta non andare nei grandi alberghi costosissimi e utilizzare invece piccole agenzie, acquistare dalla gente i manufatti realizzati da loro, mangiare nei piccoli ristoranti...ecc  in questo modo si aiuta la popolazione  e la si mantiene in contatto col mondo anche se il regime vorrebbe isolarli da tutto.

Noi speriamo che con la liberazione di Aung San Su Kiy si apra un nuovo capitolo nella storia di questo paese  che porti  un futuro migliore  al popolo birmano.  

Notizie Varie : 

Con l'agenzia di Teo   in totale abbiamo speso 850 USD a testa, con inclusi: assistenza dal primo all'ultimo momento della nostra permanenza nel Myanmar, 5 voli interni con Air Bagan (confortevoli e abbastanza puntuali), autisti vari per giri turistici e trasferimenti, battelli, tassa per visita villaggi Chin. Non erano inclusi i pasti, gli alberghi e gli ingressi ai monumenti.

 

 

Thailandia

Quest'anno della Thailandia visiteremo solo l'isola di Phuket e Phi Phi, giusto per fare un po' di mare e riscaldarci al sole prima di rientrare al freddo dell'Italia in questa stagione.

Lasciata la meravigliosa Birmania con il suo clima sempre caldo e sereno, purtroppo  atterrando a Phuket il tempo non è dei migliori.

La prima notte la passiamo e a Phuket city visto che domani qui dal porto ci imbarcheremo per Phi Phi.

Finalmente riusciamo a contattare l'Italia con internet e scrivere mail ai ragazzi  e poi sempre da internet scopriamo che nei prossimi giorni il tempo non migliorerà di molto purtroppo.

Il giorno dopo in battello  raggiungiamo in ore 1,30 Phi Phi island dove ci aspetta una barca che ci porterà  al Paradise Pearl Bungalow sulla spiaggia più bella dell'isola.

Il posto è bello e   l'acqua del mare è bellissima, trasparente, calma proprio come piace a me e il tempo nel frattempo è migliorato.  C'è una piccola baia dove anche se sono a pochi metri dalla riva vengo circondata da una miriade di pesci gialli e neri.

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Qui trascorriamo un paio di giorni di relax prima di tornare a Phuket dove soggiorneremo per gli ultimi giorni a Kata.

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Anche qui bellissima spiaggia e acque calme e trasparenti, solo il tempo è un po' instabile.

Rispetto al Myanmar troviamo che in Thailandia i prezzi siano più cari, anche sono comunque sempre prezzi economici.

Purtroppo il tempo del viaggio e terminato e il ritorno in Italia sarà confortato dal caldo assaporato in questi giorni e soprattutto dai ricordi  dei giorni passati nel Myanmar.

 

Informazioni varie

Per avere informazioni pratiche sul viaggio vi suggerisco di leggere il diario sul Myanmar di mio marito Lauro.

 

 

 

Katy

katycob@libero.it

 

 

 

 

 

 

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