PRIMA
DI PARTIRE PER UN LUNGO VIAGGIO...
"In Messico
e Guatemala con un barman"
12-28 agosto 2003
Che ne dite di un viaggio che inizia con una notte passata sul
pavimento (freddo), dell'aeroporto di Cancùn, che la mattina seguente ci vede
rifiutare il noleggio di un auto perché l'operatore si è perso la
prenotazione, poi dopo 5 giorni su strade tortuose arriviamo alla frontiera col
Guatemala e... "FUORI DI QUI! QUELL'AUTO NON PUO' CIRCOLARE NEL NOSTRO
PAESE", quindi ripercorrere 1300 Km a ritroso per tornare a Cancùn,
prendere un aereo, volare a Guatemala City, affittare un'altra auto (e
semidistruggere il frontale), avventurarsi su strade assurde e beccarsi
una tempesta tropicale?
Un disastro totale, era meglio rimanere a fare il bagno in piscina o
giocherellare con l'afa e le zanzare milanesi... no!
E' stato SEMPLICEMENTE MERAVIGLIOSO!
Prima di accompagnarci in questa pillola di viaggio, solo un paio di
raccomandazioni. Se siete allergici a spiagge bianche ed un mare turchese, o
avete una spontanea repulsione verso siti archeologici immersi fra la giungla e
le montagne, non andate in Messico. Se invece provate avversità verso colori
accesi e persone sorridenti, oppure vi angoscia l'idea che un vulcano possa
amabilmente vigilare sul vostro sonno, non andate in Guatemala!
Si parte da Cancùn, stato del Quintana Roo, sud del Messico. I primi giorni
sono dedicati alla visita di siti archeologici che testimoniano la grandezza
dell'impero Maya. Chichén Hitza con la sua sontuosa piramide (ma non è una
piramide, quelle sono in Egitto!), Uxmall, Merida e la Ruta Puuc... Insomma un
tuffo nel passato ed anche un tuffo in un caldo bestiale!
Come in questo breve racconto, anche nel nostro viaggio siamo
sempre di fretta, ci sono migliaia di Km da percorrere prima di arrivare in
Guatemala e poi dobbiamo atraversare il Chiapas.
Ma gli zapatisti comandati dal famigerato Marcos ci faranno passare? Per adesso
gli abitanti del Chiapas sembrano tutt'altro che minacciosi...
Siamo in Chiapas. Degli zapatisti con passamontagna ed armi in
pugno per fortuna non c'è traccia.
Invece incontriamo tanti bambini, venditori di ogni genere di cosa. Il tutto in
un paesaggio mozzafiato fra montagne ricoperte dalla giungla dove il colore
verde è talmente forte da sembrare vivo.
Visitiamo Palenque, un sito dove ci si sente davvero ospiti di una natura dalla
potenza infinita.
Gli alberi sembrano poter fagocitare in un attimo le rovine i turisti e gli
indigeni locali.
Da qui si va a San Cristobal de las Casas, 1500 m.s.l.m. dove
fra chiese variopinte e tanti turisti si respira finalmente un po' di aria
fresca.
Siamo già pronti a partire per il Guatemala.
300 Km ci dividono dalla frontiera e ce li divoriamo in poche ore! Ecco la
frontiera: sembra di stare in un film di Indiana Jones.
C'è gente dappertutto, è tutto un gran casino, pochi turisti e tanti
locali che trasportano ogni genere di prodotto. Pochi in macchina, qualcuno su
pick-up scassati pieni zeppi di persone e cose, altri a piedi trasportando cesti
e pacchi pesantissimi. Una volta attraversata la frontiera, tutti si accalcano a
stiparsi su questi improbabili autobus, coloratissimi e stracarichi!
E noi? Noi non passiamo, o meglio, a causa di un problema burocratico
guadagnamo ben 4 timbri di entrata e uscita tra Messico e Guatemala in soli 20
minuti... un record!
Demoralizzarsi è peccato mortale quindi, dopo una telefonata
tanto di fuoco quanto inutile all'agenzia di noleggio auto, siamo di nuovo in
strada per risalire gli stati di Chiapas, Tabasco, Campeche, Quintana Roo, per
la modica cifra di 1300 Km!
Cambiamo mezzo di trasporto e dopo 2 giorni di viaggio siamo in volo verso il
sospirato Guatemala.
Troviamo alloggio in un albergo ricavato in una vecchia casa
coloniale, pareti rosso carico e camino in pietra dentro ogni stanza. Alle 22.30
non ci sono più luce ed acqua, le lenzuola sono intrise di umidità ed il
materasso è pieno di bitorzoli... benvenuti a Chichicastenango!
Il risveglio è violento, un gran via vai di gente, camion, autobus e carretti.
E' giorno di mercato e ci precipitiamo nella piazza del paese per toccare con
mano questa realtà così diversa dalla nostra.
Siamo invasi da odori, colori, rumori e... le solite decine di bambini con gli
occhi grandi e teneri che cercano di venderci di tutto.
"¡Un quetzal Señor!" è il loro grido di battaglia.
Il mercato di Chichicastenango rimarrà per sempre nei nostri
occhi!
Il tempo di qualche acquisto e siamo di nuovo in strada: prossima meta il lago
di Altitlan coronato da imponenti quanto innoqui vulcani... Non mi dilungo e vi
lascio ammirare il panorama.
Ancora in macchina, questa volta ci aspetta La Antigua Guatemala.
Antigua è una città incantata dove il tempo sembra essersi
fermato. Appena si entra in città si sente qualcosa di diverso, un'atmosfera
surreale, i rumori sembrano ovattati e camminare sul selciato fatto di ciotoli
arrotondati è un esercizio che non si vorrebbe mai terminare. Anche qui ci sono
vulcani tutt'intorno, le case sono basse, hanno inferiate in ferro battuto alle
finestre, i muri colorati ed una volta varcati i portali ci si trova in patii e
giardini che fanno venir voglia di sedersi su una poltrona di vimini, leggere un
libro ed essere in pace col mondo.
Paolo me lo aveva detto: "Antigua è la città dove vorrei andare a
vivere...".
Forse un giorno ci incontreremo lì, a bere un caffé nel
giardino di Casa Azul oppure a leggere il giornale sulle panchine del parco
respirando l'aria fresca della sera.
Si vola ancora, si torna in Messico per gli ultimi giorni, un
po' di relax... basta chilometri in macchina!
Una notte a Cancùn: qui gli americani sono riusciti a dare lo stesso gusto di
hamburger di Mc Donald's al
Mar dei Caraibi... che peccato!
Quindi il giorno dopo ci si trasferisce (io ed il mio zaino), a Playa del
Carmen, posto più tranquillo e pieno di italiani, giusto per iniziare a
riabituarsi un po' a casa.
L'ultimo giorno seguo il consiglio di Sonia (grazie!), e vado ad Akumal.
Palme da cocco, bagno fra barracuda e tartarughe marine e tanto sole non sono
proprio un brutto commiato da questa terra, no?
Che altro dire? ci siamo rivisti lunedì 1 settembre in
ufficio...
Un ultimo consiglio: Messico, Guatemala? Non ci andate, perché poi tornare è
difficile!