VIAJE
EN MEXICO ( Altopiani centrali e costa del pacifico )
Diario di viaggio 05 gennaio 2014 --- 24 gennaio 2014
VIVA
LATINOAMERICA SIEMPRE
(
Terra di stupori e miraggi. Lo sguardo si addentra in lei con passo incerto.
Nulla qui è come sembra )
"
PIES PARA QUE’ LOS QUIERO
SI TENGO ALAS PA’ VOLAR "
Frida Kahlo
05
GENNAIO ROMA – LONDRA – MEXICO CITY ( SAN
BARTOLO DE TENAYUCA )
06
GENNAIO TEOTIHUACAN – CENTRO
07
GENNAIO COYOACAN - CENTRO
09
GENNAIO TEPOTZECO – SANTO DOMINGO -TEPOTZLAN
11
GENNAIO ATZALA – CACALOTENANGO - TAXCO
13
GENNAIO CASA DE PIEDRAS – PLAYA VENTURA
14
GENNAIO LA BOCANA – MARQUELIA – PLAYA VENTURA
17
GENNAIO LAGUNA DE CHACAHUA
19
GENNAIO SAN AUGUSTINILLO
20
GENNAIO ZIPOLITE – SAN AUGUSTINILLO
21
GENNAIO SAN JOSE DEL PACIFICO - OAXACA
23
GENNAIO ZAACHILA – MONTE ALBAN - OAXACA
24
GENNAIO OAXACA – MEXICO CITY – CERRO TEPEYAC
Costi
per 2 persone Cambio ufficiale al momento del viaggio
1€ = 17.20M$
Il
Messico a differenza di quello che pensavamo, ci è sembrata un
Paese ancora abbastanza economico.. I prezzi indicati nella guida da noi
utilizzata ( Lonely Planet 2013 ) sono aumentati solo del 2%, in alcuni casi
anche meno. Le entrate ai siti archeologici più o meno rispettano quello
scritto sulla guida, e in confronto a tanti altri siti archeologici sparsi
in giro x il mondo quelli Messicani ci sono sembrati più a portata di mano.
Un esempio su tutti, Teotihuacan, uno dei più famosi dell’intero Paese,
costa 59M$ (poco più di 3€)
Se ripenso a quello che avevamo speso per visitare le rovine e i siti
archeologici dello Sri Lanka non posso crederci. Le tariffe dei trasporti
non sono certo come quelli asiatici ma ancora ci si può spostare a basso
costo soprattutto se si evitano i bus di lusso e prima classe ADO, OCC etc
essendo comunque un Paese molto grande, dipende da quanto uno decide di
spostarsi, noi abbiamo optato per un giro leggermente piu’ corto anche se
in alcuni casi abbiamo effettuato spostamenti di 6/7 ore.. Per quanto
riguarda gli alloggi nelle città visitate, si possono trovare Hospedajes
familiares a meno di 400M$, basta chiedere in giro tra i mercati. In tutta
la costa Pacifica visitata durante il nostro itinerario abbiamo dormito
tranquillamente in cabanas a costi economici, tipo 250M$. Tutte sistemazioni
con bagno privato. Considerare che il viaggio è stato effettuato in bassa
stagione, e che in alcuni casi (vedi Playa Ventura ) eravamo gli unici
stranieri, e addirittura unici occupanti dell’intero Hotel. In questo
periodo dell’anno oltre ad esserci meno turisti, c’è anche poco turismo
interno, dovuto al fatto che si sono da poche concluse le festività
natalizie. Tutti gli albergatori e ristoratori della costa ci hanno
confermato che durante le festività natalizie, fino al giorno
dell’Epifania, tutti i servizi erano al completo: sia stranieri che
messicani.
ALCUNI
ESEMPI :
Bagni
pubblici
3 - 5
Acqua
grande
12
-20
Tacos
x strada
6
- 10
Tortas
( panino farcito )
15 – 20
Quesadillas
( plato pz 3 )
30 - 50
Pescadillas
( plato pz 3 )
40 - 60
Piatto
di pesce al mare
100 - 150
Bus
cittadino
5
- 10
Birra
fresca
15 - 20
Succhi
naturale
15
- 20
Caffè
tinto
10 - 20
Bicchiere
di frutta fresca
10 – 15
Churros
10
– 15
Tamales
x strada
10 – 15
Champurrado
(bevanda calda) 5 – 10
PERNOTTAMENTI
TOT 5300M$ (il più caro
Oaxaca 650 - il più economico al mare 250M$ )
TRASPORTI
TOT
4200M$
ATTRAZIONI
TOT 902M$ ( riserve naturali –
musei – siti archeologici etc. )
TAXI
E
TOT 230M$
PASTI
E VARIE TOT
9718M$ ( mangiare x strada con tacos e similari bastano 100M$pp. al
giorno)
SHOPPING
VARIO TOT 2650M$
SPESE
IN LOCO TOT 23.000M$ /
17.20M$ = 1.336€ per due persone 20 giorni ( 668€ cad. )
VOLO
BRITISH A. TOT
657€x2 =
1.314€ per due persone
TOTALE
VIAGGIO TOT
2650€/2
= 1.325€ totale tutto compreso x una persona
Rubrica
gastronomica:
SPECIALITA’
INCONTRATE:
.tacos
de tripa
.robalo a la talla
.tacos
al pastor
.huachinango
al mojo de ajo
.tacos
de lengua
.pescadillas
.tacos
de celebro
.quesadillas
.tacos
de cabeza
.ensalada de camarones
.tacos
de suadero
.sierra a la diabla
.tacos
de pollo
.fileto de pescado embarazado
.tacos
de milanesa
.cocktail de fruta con yogurt
.gorditas
de suadero
.guacamole
.chilaquiles
.filete de pescado empanizado
.rosca
de reyes
.polpo a la diabla
.churros
.filete
de pescado a la veracruzena
.tamales
.tacos
de pescado
.tamales
dulces
.crepe de camarones
.champurrado
al chocolate
.sopa de mariscos
.champurrado
con yogurt
.langosta
.atolle
de chocolate
.hamburguesa de pescado
.mole
negro con frivole
.filete de pescado a la plancha
.albondingas
con arroz
.pollo a la plancha
.enchilladas
.carne de res asada
.itacates
con queso
.chapulinas
.itacates
con papas y chapulinas
.chocolate
de Oaxaca
.pozole
.pollo
al mole verde
.chile
relleno
.empanizadas argentinas
CERVEZA:
modelo
tecate
sol
limon
corona
LA CLASSICA PER OGNI OCCASIONE
negra
modelo LA MIGLIORE
dos
equis
pacifico
victoria
sol
con clamato
indio
carta
blanca
corona
familiar
dos
equis ambar
SI
PARTE !!!!!!!!
05
GENNAIO ROMA – LONDRA – MEXICO CITY –
SAN BARTOLO DE TENAYUCA
Dopo
la notte nel dormiveglia, con la paura di non svegliarsi in tempo,
finalmente raggiungiamo Fiumicino in perfetto orario. Voliamo in perfetto
orario con British Airways via Londra e alle 18.35 locali, raggiungiamo il
MONSTRUO, soprannome affibbiato alla capitale messicana dai suoi abitanti.
Ad aspettarci all’uscita, c’è Norma, una compagna di scuola di Elisa,
ai tempi di Sydney, e con suo marito Omar al volante, facciamo subito un
veloce tour del centro, ancora sotto le luci natalizie. Ciò che impressiona
di più sono i giochi di luce che abbelliscono il maestoso Palacio Nacional.
Diamo giusto un’occhiata allo Zocalo, che per l’occasione è invaso da
Chilangos, ( abitanti di Mexico city ) intenti a pattinare sulla pista di
ghiaccio allestita per le feste natalizie. Continuiamo il nostro giro
passando di fronte alla grande cattedrale Metropolitana, anch’essa in
veste natalizia con colori sgargianti che la illuminano. Poi ci dirigiamo in
direzione del Palacio de Belles Artes e infine a Plaza Garibaldi, dove
gruppi di Mariachi, cercano clienti, a cui suonare qualche ballata.
Nonostante la stanchezza, sono molto contento di questo minitour notturno
della città, offerto dai nostri cari amici Chilangos, anche se, domani e
dopodomani, cercheremo di visitare la città al meglio. Lasciamo il DF (
Districto Federal ) per raggiungere l’Estado de Mexico ( capitale Toluca
)dove vivono Omar e Norma. Il piccolo paesino, oramai inghiottito dal
Monstruo, si trova proprio al confine con il Districto e vanta anche una
bella ma poco conosciuta piramide azteca. Ci fermiamo a pochi passi dalla
piramide per assaporare le prime delizie messicane e ceniamo con Tacos di
suadero e con della fresca birra Modelo. A pochi passi dalla piramide, la
colorata e accogliente casa di Norma, ci attende per passare la prima notte
messicana. Prima di andare a dormire ho il mio primo incontro con la
SANTA MUERTE. Questo mio rapporto con la MUERTE, nasce fin da prima della
mia partenza, dopo aver letto il libro di Fabrizio Lorusso, e la mia
curiosità nei confronti di questa SANTA, è cresciuto giorno dopo giorno.
L’idea è quella di raggiungere Tepito e l’altare di Alfareria 12, ma
visto il rifiuto della nostra amica, non so se riusciremo a vederla.
Nonostante tutto, Norma ci dice che negli ultimi anni il culto della SANTA
MUERTE è cresciuto a dismisura, e ne avremo di occasioni per incontrarla
nel nostro cammino. Intanto mi accontento di questo piccolo altare situato a
San Bartolo de Tenayuca, in via Teotihuacan, poi vedremo se ci incontreremo
di nuovo.
06
GENNAIO TEOTIHUACAN – CENTRO CITTA’ – SAN
BARTOLO DE TENAYUCA
Sveglia
prestissimo, causa fuso orario. La mattinata, inizia subito con il mio
secondo avvistamento della SANTA MUERTE, un piccolo altare situato di fronte
al lato orientale della piramide di Tenayuca. Norma aveva ragione, di
altarini in onore della FLAQUITA ce ne sono più di quelli che io pensavo,
ma l’idea di visitare Tepito e Av. Alfareria non credo che me la possa
togliere di testa nessuno. Insieme a Norma, continuiamo la passeggiata
mattutina, fino ad attraversare il confine col DF e compriamo qualcosa per
la colazione. Oggi è il giorno dell’Epifania, quindi si mangia ROSCA DE
REYES, una torta a forma di ciambella con frutta secca e candidi. La
peculiarità di questa torta è che all’interno, ci sono collocate alcune
bamboline, oppure delle madonnine o addirittura dei bambin Gesù. A colui
che tocca un pezzo con una delle figure della Roscas, l’onere di comprare
TAMALE il giorno 2 febbraio, per tutti coloro che erano presenti alla
spartizione del dolce. La sfortunata di turno, è Norma, che comunque non
dovrà comprare tamales a nessuno visto che io ed Elisa, il giorno 2
Febbraio saremo già in Italia. Il problema è quando viene spartita la
Roscas in ufficio o comunque a lavoro. Normalmente tutti sono titubanti nel
prenderne un pezzo per non dover comprar Tamales a tutti i compagni di
lavoro.. AAAAAAA dimenticavo, attenzione ai denti, perché se non te ne
accorgi, c’è il rischio di romperselo uno con una bella bambolina di
plastica. Dopo la colazione, usciamo in direzione Terminal Norte. Grazie
all’aiuto di Norma, e ad un paio di Combi cittadini, saliamo sul bus
diretto a Teotihuacan alle 11.20. In meno di un’ora raggiungiamo il sito
archeologico, e iniziamo la nostra visita. Avevo visitato nei miei viaggi
precedenti in Messico, altri interessantissimi piramidi ( vedi Palenque,
Tolum, Cobà o Chichén Itza )ma le piramidi del Sol e della Luna di
Teotihuacan sono davvero impressionanti. Impieghiamo circa 3 ore per
effettuare la visita e per fortuna, il clima è dalla nostra parte. Né
troppo caldo e né troppo freddo. Alle 16.45, rientriamo al Terminal Norte,
dove ci incontriamo con Norma per proseguire verso il centro città. Saliamo
sul troleybus, il più antico trasporto pubblico della città e raggiungiamo
il centro. Scendiamo nei pressi del PALACIO POSTAL e grazie alle letture di
Cacucci riusciamo ad identificare gli sportelli in ferro battuto sui quali
campeggia la targa che recita “ FONDERIA DEL PIGNONE – FIRENZE”.
Attraversiamo l’Avenida Lazaro Cardenas e aggiriamo lo splendido Palacio
de Belles Artes che troneggia sugli adiacenti giardini dell’Alameda
central. Alle nostre spalle la Torre Latinoamerica che nel 1956, anno della
sua costruzione, era l’edificio più alto dell’intera America latina.
All’angolo nordoccidentale della Latinoamerica, imbocchiamo la pedonale
Av. Madero e aggirando la folla che festeggia il giorno dell’Epifania,
raggiungiamo lo Zocalo all’ora del tramonto. Essendo lunedì, oggi i musei
sono tutti chiusi, e decidiamo vista anche la ora tardi, di entrare a far
visita alla cattedrale Metropolitana. Ma proprio nel momento in cui
attraversiamo il portale, inizia la messa serale e ci invitano a non
scattare foto e a ritornare più tardi. Nessun problema, domani torneremo
comunque in centro per visitare il Palacio Nacional. Prima di rientrare
verso Tenayuca, ci imbattiamo per la mia terza volta su una coloratissima e
bellissima SANTA MUERTE, che troneggia all’angolo tra calle Av. Emiliano
Zapata e Av. Jesus Maria; ancora una volta la nostra amica Norma, prosegue
senza degnare di uno sguardo la Santa. Noi ci fermiamo un attimo a
contemplare le offerte dei fedeli poi raggiungiamo Norma che si era
avvantaggiata di un centinaio di metri. Dopotutto la BLANCA, c’è chi la
ama e chi la odia. Norma non la può sentir neppure nominare. Qualche calle
ancora e saliamo sul metro bus, efficientissimo e pulitissimo. Da ricordare
che durante le ore di maggior affluenza, le donne possono usufruire di una
zona riservata solo al gentil sesso, per evitare le molestie o il cosiddetto
MANOSEO degli uomini. Ogni metro bus ha una prima carrozza con seggiolini di
color rosa di uso esclusivo x le donne. ( ottima scelta direi ) . In un ora
circa il metro bus ci riporta sani e salvi fuori dal Monstruo e ceniamo in
compagnia di Omar in una tipica Taqueria con Tacos de cabeza…. Ottimi !!!!
07
GENNAIO COYOACAN – CENTRO CITTA’ – SAN BARTOLO
DE TENAYUCA
La
giornata di oggi sarà dedicata ad alcuni obiettivi tanto attesi della città.
Al mattino presto, saliamo sul metro bus a Tenayuca, raggiungiamo la
stazione di Etiopia e poi con la metro scendiamo fino al quartiere
meridionale di Coyoacana. La zona è un quartiere residenziale dal
bell’aspetto, verde e che non ha molto da spartire con i più modesti
quartieri cittadini. Coyoacan, è stato il luogo di nascita della famosa
artista Frida Kahlo e proprio nella casa in cui è vissuta, è stato
allestito un bellissimo museo in suo onore, nonché in onore del suo amato e
odiato compagno Diego Rivera. La famosa casa Azul situata all’angolo tra
Av. Londres e Av Allende, ti accoglie con le sue facciate color blu cobalto
e ti invita ad entrare ad esplorare uno delle più famose case di tutta città
del Messico. In questa casa, puoi ripercorrere l’intera vita travagliata
dell’artista nonché quella che fu’ il luogo di incontro di famosi
artisti e politici d’eccezione del calibro di Trotskij. Dipinti,
autoritratti, fotografie, gioielli, abiti e una collezione dei busti della
Kahlo, ti accompagnano lungo tutto il percorso del museo, con una visita
finale dell’immenso e verde giardino esterno. La visita comunque non
tarda più di un’ora e dopo aver letto e visto tanto sull’artista
messicana, finalmente sono felice di essere qua nel bel mezzo di questo
monumento alla Kahlo. Raggiungiamo la metro di Coyoacan e dopo circa una
mezz’ora siamo in pieno centro. Pranziamo in una Taqueria del centro e
alle 14 entriamo nel Palacio Nacional. Rimaniamo subito a bocca aperta di
fronte all’immenso murales del grande artista nonché compagno di Frida,
Diego Rivera. Ci soffermiamo a guardare le opere dell’artista, che più di
ogni altro simboleggia l’arte socialista del popolo messicano e ne
rimaniamo stupefatti per la loro maestosità. Il portico del Palacio
Nacional è un susseguirsi di murales che mettono in evidenza la storia
travagliata del Messico, mentre in una delle tante sale è allestito un
nuovo ed interessantissimo museo sulla cultura Maya. Ne approfittiamo per
una visita, prima di scendere verso i giardini del palazzo. All’uscita
dell’edificio, una foto di McCarry, affissa all’entrata della Secreteria
e Credito Publico, ci invita ad entrare nel museo adiacente al Palacio
Nacional dove sono esposte le più famose foto della storia del National
Geographic. In pochi minuti raggiungiamo la maestosa cattedrale
Metropolitana dove finalmente possiamo entrare per un’accurata visita.
Camminando all’interno, ci accorgiamo immediatamente dell’inclinazione
dell’edificio, confermata dal pendolo che si trova al centro della navata
centrale. La cattedrale, come tanti altri edifici della città, sono stati
edificati in un terreno instabile, e molti di essi sono inclinati dopo lo
sprofondamento del terreno stesso. Noi ci vantiamo della torre di Pisa, ma
città del Messico può vantare centinaia di edifici inclinati come la torre
e te ne accorgi tranquillamente passeggiando tra le vie del Monstruo.
All’uscita della cattedrale, ci incontriamo nuovamente con Norma, con la
quale andiamo a bere un buon caffè LECHERO, tipico di Veracruz. Ancora una
passeggiata tra le vie del centro e poi raggiungiamo Plaza Santo Domingo,
luogo ideale per falsificare qualsiasi tipo di documento. Dieci minuti lungo
Av. Republica de Perù e siamo nella famosa Plaza Garibaldi, casa indiscussa
dei gruppi Mariachi. Da queste parti, la gente viene per farsi cantare
alcune canzoni e noi non siamo da meno. Ci sediamo su una delle tante
panchine e ingaggiamo un gruppo di Mariachi, che per 200M$ ci suonano 5
canzoni. Ballaimo e cantiamo insieme a Norma e al gruppo di Mariachi, poi
rientriamo verso casa sempre con il solito e comodo metro bus. Per la terza
sera consecutiva, ceniamo con Tacos, ma dopo quelli di suadero e quelli di
cabeza…, stasera è la volta di Tacos al pastor; versione messicana del
kebab.. Una fresca birra nei pressi della piramide e poi rientriamo a casa.
Unica nota
negativa di questo soggiorno nel Monstruo, la mancata visita a Tepito e
all'altare di Alfareria 12. Ma credo che con la SANTA MUERTE ci
rivedremo presto !!!!!!!!!
08
GENNAIO TERMINAL TASQUENA - TEPOTZLAN
Con
queste colazioni offerte dalla gentilissima Norma, non si corre certo il
rischio di passare la giornata affamati. Stamani, con Norma ai fornelli,
mangiamo tamales di vario tipo, piccanti senza carne, piccanti con carne e
tamales dolci ( quest’ultimi solitamente sono per i bimbi ). Giusto per
non rimanere indietro, anche dei caldi churros con dell’ottimo Champurrado,
preparato di mais con cioccolata e vaniglia ( una versione più ricca del
semplice atole ). Ringraziamo calorosamente la cara Norma e dopo un’ora di
metro bus e metropolitana, raggiungiamo la Terminal Tasquena nella periferia
meridionale del DF. Città del Messico è talmente grande ed estesa che per
attraversarla da nord a sud in trasporti pubblici, è necessario, quando va
bene almeno un’ora. Alle 11.00 saliamo su un bus di prima classe della OCC
che ci porta fino alle porte del PUBLO MAGICO di Tepotzlan. Con un
collettivo, entriamo in paese e per nostra fortuna oggi, mercoledì, è
anche giorno di mercato e lo zocalo e le vie circostanti sono invase dai
venditori ambulanti. Senza fretta, depositiamo i nostri zaini a lato di uno
dei tanti comedor del mercato e iniziamo la scoperta di Tepotzlan con due
splendidi piatti di mole pueblano. Durante il pranzo scambiamo due
chiacchiere con la signora del comedor, e chiediamo se conosce qualcuno che
può affittarci una stanza per un paio di notti. Ci invita a visitare l’Hospedaje
familiar de Gema, situato in calle Prisciliano Rodriguez n°6. Evitiamo di
sbirciare nella guida e ci dirigiamo direttamente da Gema, che ci accoglie a
braccia aperte con la sua modesta ma accogliente casa. Ci sistemiamo in una
doppia con bagno di buona qualità al prezzo di 400M$ e approfittiamo subito
della terrazza per ammirare le falesie che circondano Tepotzlan. Lasciamo la
nostra camera per uscire a dare un’occhiata la pueblo e ci perdiamo
nell’affollatissimo mercato del mercoledì. Il mercato, si svolge tutti i
giorni a Tepoz, ma il mercoledì e la domenica arrivano anche tutti gli
abitanti dei villaggi limitrofi e le dimensioni del mercato aumentano fino a
raddoppiare. Compriamo un po’ di frutta per la merenda e poi ci dirigiamo
verso l’ ex-Convento Domenicano della Natività. Per entrare nel con
ventosi oltrepassa un portale realizzato a mosaico con vari sementi ed è
stato da poco restaurato in onore del decimo anniversario del portale.
Visitiamo l’interno, che in questi giorni ospita una mostra di opere
realizzate in terracotta e saliamo fino alle terrazze da cui si gode di una
splendida vista sulle falesie. In alto, di fronte a noi la minuscola
piramide di Tepotzeco, che da qui sembra quasi irraggiungibile. Domani la
visiteremo con una lunga scalata fino alla vetta della montagna. Ma torniamo
al convento. L’edificio, in classico stile coloniale, è caratterizzato da
dipinti che raffigurano simboli dei nativi, nonché lodi al sole alla luna e
ad angeli con la vergine Maria. Rientriamo verso il mercato e ci fermiamo
per un caffè in uno dei tanti bar che circondano lo zocalo. Cena a base di
enchilladas in una bancarella allestita a lato della piazza centrale. Per
annaffiare le delizie messicane, solita birra fresca nazionale e poi
passeggiata notturna tra le vie di Tepotzlan. Ora che ci siamo capisco perché
il villaggio è stato inserito tra la lista dei PUEBLOS MAGICOS.
L’atmosfera che si respira qui è molto tranquilla, pensate che sembra sia
un luogo con centinaia di avvistamenti UFO. Beh chissà se ne vedremo uno
anche noi.!!!!!
09
GENNAIO TEPOTZECO –SANTO DOMINGO -TEPOTZLAN
Sveglia
prima dell’alba, Alle 07.00 del mattino siamo già in strada per far
colazione a base di tortas con jamon y queso e un buon caffè. Prendiamo Av.
Tepotzeco e in 15 minuti, raggiungiamo la salita che porta alla piramide. Il
tragitto è piuttosto arduo anche se è alla portata di tutti. La bellezza
della natura e i rumori del primo mattino, ci accompagnano lungo il sentiero
che si inerpica sempre più verso la cima della montagna. Incrociamo diversi
abitanti di Tepoz, che stanno scendendo di corsa per la loro attività
fisica giornaliera. Infatti molti abitanti del luogo, salgono fino
all’ingresso della piramide di prima mattina, quotidianamente, per
mantenere una buona forma fisica. Arriviamo al cancello d’ingresso dieci
minuti prima delle 09.00 e non c’è ancora neppure il personale addetto al
sito archeologico. Dopo circa venti minuti, giungono dal nulla un paio di
persone che si stanno portando sulle spalle ben 36 bottiglie di coca cola o
refrescos di vario tipo. Noi rimaniamo ad osservarli stupiti, chiedendosi
come sia possibile arrampicarsi per queste montagne con tutto quel peso sul
corpo. Io non sarò capace neppure di sollevare la metà del peso che gli
uomini si portavano nelle spalle !!! Poco dopo arriva un terzetto di uomini
con zaini e macete in mano; sono i responsabili del sito, che ci aprono il
cancello e ci invitano a salire. Si aggiunge a noi una coppia di
anglosassoni, gli unici altri turisti che visiteranno il sito insieme a noi.
Saliamo le ultime scale e finalmente raggiungiamo il Tepotzeco. La bellezza
di questo sito archeologico sta soprattutto nella posizione e nella vista
che offre la piramide. Ci sediamo sul lato meridionale della piramide stessa
e rimaniamo in silenzio a godere della vista e dei rumori che ci offre la
natura circostante. Facciamo degli incontri ravvicinati con dei simpatici
animaletti dalla lunga coda, simili a dei procioni, che naturalmente si
avvicinano per elemosinare del cibo. Dopo aver assorbito il massimo
dell’energia del Tepotzeco, riprendiamo il tragitto in discesa. In questo
caso il percorso sembra più facile e meno stancante, ma i numerosi scalini
e le pietre, rendono anche la discesa, dura e non meno lunga dell’ascesa.
Una volta arrivati al centro di Tepoz, ci sediamo per un buon pranzo a base
di itacates con chapulinas y queso ( tortilla più grossa di forma
triangolare con cavallette e formaggio ). Il pomeriggio lo dedichiamo alla
visita della colonia di Santo Domingo, situata a 20 minuti dal centro. Ci
fermiamo a casa di Adan, un conoscente di Couchsurfing, che ci apre la porta
della sua casa e ci offre del buon caffè biologico. La grande casa di Adan
ci accoglie con una cappella che solitamente gli abitanti del luogo visitano
per pregare. Adan ci spiega che questa cappella familiare è conosciuta in
tutto Santo Domingo ed era il luogo di culto degli antenati del pueblo.
Scambiamo due chiacchiere con Adan e famiglia, approfondendo ancor di più
le conoscenze sulla zona e ringraziamo per l’accoglienza offertaci. Nel
tardo pomeriggio, rientriamo a Tepoz dove è in corso una manifestazione
politica con musica e slogan a favore del politico di turno. Ci chiediamo
cosa stia succedendo e dopo poco ci ritroviamo a ballare e a mangiare
insieme a tutti i cittadini di Tepoz, in un’immensa piazza allestita per
l’occasione. Oggi infatti è esattamente un anno che si è insediato il
sindaco del pueblo, e per l’occasione il municipio ha organizzato una
festa con musica, cena gratis per tutti e fiumi di tequila. Noi ne
approfittiamo e ringraziamo di persona il sindaco Pancho. Foto di rito che
magari il giorno seguente apparirà nel quotidiano locale in onore dei
visitatori italiani e poi continuiamo a ballare insieme ai locali. La festa
terminerà non prima di mezza notte, ma noi decidiamo di ritirarsi in camera
molto prima. Veniamo salutati ufficialmente dallo speaker della festa nonché
dal sindaco, con la promessa di rivederci al più presto a Tepotzlan. !!!!!
10
GENNAIO TAXCO
La
sveglia biologica oramai non sbaglia da alcuni giorni, e alle prime luci del
giorno sono già in terrazza per ammirare una bellissima alba tra le
montagne di Tepoz. Facciamo colazione con ananas e champurrado e
saliamo sul bus della compagnia Ometochtl che ci porterà direttamente nella
capitale dello stato di Morelos : Cuernavaca. In meno di un’ora,
l’autista ci lascia nei pressi dell’autostazione e compriamo il
biglietto per Taxco. Abbiamo solo 45 minuti di tempo per dare un’occhiata
ai dintorni e ne approfittiamo per scambiare due chiacchiere con una
venditrice di budini e creme caramel. Saliamo sul bus della Costa Line Aers
alle 10 del mattino e in poco più di un’ora raggiungiamo il Pueblo Magico
di Taxco, conosciuto per le sue miniere aurifere. Raggiungiamo a piedi lo
zocalo inerpicandosi tra le viuzze di Taxco, e dopo un paio di
incomprensioni con Maria Jose,(la messicana che ci ospiterà x i prossimi
due giorni ) saliamo su un taxi per raggiungere i Bungalow De Bermeja. Ad
aprirci la porta dell’abitazione c’è Ani, la compagna di appartamento
nonché di lavoro di Maria Josè e ci sentiamo subito a casa nostra, grazie
alla solita cordialità messicana. Lasciamo i nostri zaini in camera e
iniziamo ad esplorare la cittadina di Taxco. Senza una meta ben precisa, ci
perdiamo tra le piccole vie acciottolate di Taxco, tra Sali e scendi
continui. Impossibile non accorgersi dei numerosi taxi Volkswagen che si
aggirano nel Pueblo, soprattutto per il rumore e il continuo suonare dei
clacson. Salendo sempre più verso la collina, raggiungiamo la chiesa della
Vergine di Guadalupe, da dove si gode di una vista mozzafiato sull’intera
Taxco. Nel bel mezzo di tutto la maestosa cattedrale de Santa Prisca.
Prendendo una delle tante strade in discesa, rientriamo allo zocalo, dove
mangiamo dell’ottima frutta fresca. Entriamo per una breve visita nella
Casa Borda, dove per l’occasione è stata allestita una mostra di opere
realizzate in argento. A pochi passi, la cattedrale, simbolo di Taxco, che
svetta trionfante nel lato sud-orientale della piazza. Da qui, si raggiunge
molto facilmente il grande mercato cittadino, un labirinto costruito ad
opera d’arte, dove ci perdiamo per l’ennesima volta tra i tanti
ambulanti. Alcune compere nel Mercato de las Artisanias e poi rientriamo in
casa subito dopo il tramonto. Ne approfitto della presenza di una chitarra
per suonare due canzoni nella terrazza dell’appartamento, in attesa di
conoscere di persona Maria Josè, che ancora sta lavorando. Passiamo la
serata in terrazza tra un bicchiere e l’altro di Metzcal mentre Mache (
soprannome di Maria Josè ) ci propone di uscire per andare ad assaporare
quelli che per lei sono i migliori tacos di tutta Taxco. Lungo Av. de Los
Plateros, una piccola taqueria con terrazze sulla via principale, ci attende
per la nostra cena, mentre con Mache intraprendiamo una lunga discussione
sulla storia del Messico. Ce ne andiamo a dormire molto tardi non prima però
di essere venuti a conoscenza di alcuni villaggi della zona che Mache ci ha
consigliato vivamente di visitare. Domani faremo una gita fuori porta, tra i
villaggi meno conosciuti della comunità di Cacalotenango, dove la nostra
nuova amica è solita lavorare.
11
GENNAIO CASCADA DE CACALOTENANGO Y POZAS
AZULES DE ATZLALA
Taxco,
si è rilevata una bellissima cittadina, ma passare un altro giorno intero
in centro ci sembrava un po’ eccessivo. Grazie alle informazioni
offerte da Mache la scorsa notte, andiamo alla scoperta di alcune comunità
nei dintorni della cittadina. Proprio di fronte al terminal Estrella De Oro,
saliamo su un collettivo diretto a Ixcateopan, che ci scende, dopo circa 40
minuti, alla comunità Las Cascadas. Il nome dice tutto naturalmente, e un
paio di cascate conosciute con il nome di Velo de Esposa e Cola de Caballo,
caratterizzano il territorio della zona. Un simpatico bambino, ci accompagna
per qualche pesos fino al mirador, dove è possibile godere di una
fantastica vista sulla vallata circostante, nonché sulla cascata superiore.
Una piccola chiesa, sulla collina, ci offre un po’ di riposo, prima di
rimetterci in cammino verso la strada principale. Lungo il percorso, ci
fermiamo a casa di Beto un simpatico campesino che non smette mai di
parlare; ed essendo produttore di caffè, ci offre due calde tazze di buon
prodotto locale. Ci sdraiamo sulle amache dell’abitazione, se così si può
chiamare e intraprendiamo una lunga discussione sull’agricoltura e la
coltivazione del caffè. Salutiamo Beto e figlie e scendiamo fino alla
strada principale. Un paio di Enchilladas come seconda colazione e ancora
una sostenuta conversazione con un altro campesino, che ci chiede
fondamentalmente come concimiamo i pomodori in Italia. La discussione
andrebbe avanti per ore, se non fosse per il combi che sta per arrivare.
Salutiamo tutti e saliamo sul Nissan che ci porta fino ad Atzala. La strada
è in pessime condizioni e dalla collina, si scende fino ad una valle dove
è ben adagiato il piccolo villaggio. La comunità, sembra deserta, ma un
altro bimbo, si affianca e ci dice subito di essere la nostra guida. Noi non
poniamo resistenza e ci facciamo accompagnare fino alle Pozas Azules. Questo
posto è frequentato soprattutto dai messicani durante i fine settimana, i
quali giungono per passare una giornata in compagnia e per rinfrescarsi un
po’. Oggi non c’è nessuno, a parte un piccolo gruppo di adolescenti
provenienti da Cuernavaca, che sono in libera uscita dalla scuola. Faccio un
bagno rinfrescante (l’acqua è decisamente fredda) mentre Elisa mi guarda
con occhi stupiti. Da queste parti il sole riscalda le acque del rio solo da
Aprile a Settembre, vista la posizione della montagna e durante l’inverno,
le acque sono piuttosto gelide. Lasciamo le Pozas per dare un’occhiata
alla piccola comunità di Atzala, con la chiesetta nel bel mezzo della
piazzetta principale. L’intera comunità conta 900 abitanti e almeno i
bambini, crediamo di averli conosciuti tutti quanti. Cerchiamo invano
qualcosa da mangiare; chiediamo anche a casa di qualcuno, che però non può
offrirci niente, quindi decidiamo di risalire su un combi che ci riporterà
fino a Taxco. Aspettiamo nei pressi di una drogheria il passaggio della
camionetta per più di un’ora e raggiungiamo Taxco nel primo pomeriggio.
Ci facciamo lasciare all’incrocio del Cristo, dove saliamo nell’ennesimo
collettivo fino alla sommità della collina. Da queste parti si ha una vista
a 360° su Taxco e sull’intera vallata. Dal cristo, con una camminata,
lungo le scale e le vie acciottolate della città, raggiungiamo nuovamente
il centro. E finalmente ci sediamo per mangiare qualcosa; sono le 4 del
pomeriggio e pranziamo con Chile Relleno. Rientrando verso casa, ci
imbattiamo in uno spettacolo di balli tipici, in onore del dio Quetzalcóatl.
Ci sediamo in una panchina della Plaza de la Veracruz, e ammiriamo per
un’ora circa le evoluzioni dei ballerini. Rientriamo a casa
contemporaneamente a Mache, che ci offre subito il solito Metzcal e ce ne
andiamo a cena con alcuni compagni di lavoro delle nostre due nuove amiche
messicane. Ceniamo con delle ottime quesadillas in un ristorante del
centro di Taxco, con vista cattedrale, poi rientriamo a casa a notte
inoltrata, felici di aver visitato questa bella cittadina e di aver
conosciuto due simpatiche ragazze come Ani e Mache.
12
GENNAIO PLAYA VENTURA
Dopo
la serata di ieri, abbandoniamo l’idea di prendere l’autobus delle 06.00
per Acapulco e facciamo una buona colazione a base di frutta con le nostre
care amiche. Salutiamo Ani e Mache e ci dirigiamo verso la stazione della
Estrella De Oro. Saliamo sul bus delle 09.20 per Acapulco e in meno 4 ore,
raggiungiamo il Pacifico. Siamo ancora del tutto indecisi sul da farsi,
anche se una cosa è ben chiara: scappare da Acapulco al più presto. Ci
facciamo consigliare da un paio di ragazze conosciute sul bus, ed entrambe
ci confermano la nostra idea di raggiungere la costa Chica e fermarsi in una
spiaggia a sud di Acapulco. L’autista, ci lascia alla periferia della
caotica Acapulco e con un taxi raggiungiamo la stazione dei bus Costenos.
Fortunatamente il bus diretto a Puerto Escondido parte quasi subito, e alle
13.15 lasciamo la periferia di Acapulco per raggiungere Copala, punto di
partenza per le spiagge della costa Chica. In due ore e mezza, raggiungiamo
l’incrocio per Playa Ventura, dove attendiamo in compagnia di una signora
messicana, un mezzo di fortuna per arrivare alla spiaggia. Saliamo su un
Pick-up di passaggio, e in pochi minuti scendiamo di fronte all’hotel Dona
Celsa. Senza girare troppo, prendiamo una stanza nel coloratissimo hotel
della signora Celsa, con terrazza vista mare. Finalmente siamo al Pacifico,
spiaggia e tante amache appese alle palapas lungo mare. Per 250M$ siamo
veramente contenti della scelta e ci istalliamo sulla desolata spiaggia di
Ventura. Approfittiamo subito di una bellissima passeggiata lungo mare,
degustiamo un’ottima birra al tramonto e ceniamo al ristorante con un
ottimo Robalo alla Talla. Che la costa Chica fosse molto meno turistica
della sua sorella a nord di Acapulco, lo sapevamo, ma non pensavamo
assolutamente di essere gli unici visitatori del momento. Parlando con le
ragazze che lavorano all’hotel, veniamo a conoscenza che durante le
vacanze natalizie, la spiaggia e la zona erano invase dai messicani e anche
da molti nordamericani, i quali raggiungono Playa Ventura per scappare al
freddo del nord. Nei tre giorni di playa Ventura incontreremo solo due
canadesi che da 15 anni vengono a passare due mesi da queste parti e altri
due simpatici personaggi.
13
GENNAIO PLAYA VENTURA – CASA DE PIEDRAS
Il
rumore delle onde del maestoso Pacifico, ci ha cullato per tutta la notte,
mentre le pale del ventilatore hanno alleviato leggermente il calore
notturno. Per fortuna, di zanzare neppure l’ombra anche se le zanzariere
come prevenzione erano pronte all’uso. Alle prime ore del mattino, mentre
il sole sta sorgendo ad ovest, mi metto in cammino lungo la deserta spiaggia
di Playa Ventura. Mi accompagnano nel mio camminare, alcuni delfini che
stanno giocando a pochi metri dalla riva, forse in cerca di una buona
colazione. Poi, all’improvviso spariscono, così come erano giunti dal
profondo dell’oceano, mentre io continuo la mia passeggiata. Non me ne
rendo conto, ma rientro da Dona Celsa che sono passate due ore e mezza,
giusto il tempo di una doccia, e poi giù tra i tavoli del ristorante per
un’ottima colazione alla messicana: Huevos rancheros con caffè e latte.
La giornata di oggi è degna di poche cose da segnalare, se non il lento
ondeggiare delle amache appese alle palapas lungo il mare. A ritmo lento,
passa la mattinata, così com’è lento lo stile di vita dei Mestizos,
popolazione di origini africane che si sono insediati nella costa Chica.
Sembra infatti che i discendenti della popolazione di queste zone, siano
stati alcuni schiavi africani scappati dall’entroterra per cercare un
rifugio sicuro. Altre voci invece, attribuiscono ad alcuni africani reduci
di un naufragio, le origini di questo popolo che caratterizza la costa del
Guerrero. Noi ci uniamo a loro con molta calma e ci godiamo il meritato
riposo con vista sul Pacifico. Durante il pranzo, conosciamo una simpatica
coppia proveniente dal DF, che una volta terminato il pranzo ci accompagna
in auto ad una baia conosciuta con il nome di Casa de Piedras. Alcune rocce
sul margine nord della baia caratterizzano questa spiaggia isolata, a pochi
km da Playa Ventura.
I
nostri nuovi conoscenti, si accamperanno in una delle palapas sulla spiaggia
e si fermeranno qua per una settimana. Salutiamo i chilangos e raggiungiamo
una delle amache situate lungo mare. Da queste parti le acque sono molto più
sicure rispetto a Playa Ventura e ne approfittiamo per un paio di bagni
rinfrescanti. A pomeriggio inoltrato, riconosciamo Luis, il proprietario del
ristorante di oggi, e ci spiega che se ne andrà a pesca con la canoa a
largo. In meno di un’ora rientra a riva con un bel Huachinango in mano e
ci mettiamo d’accordo per mangiare il pesce la sera stessa. Luis e i suoi
amici ci regalano un passaggio con il loro pick-up, fino a Playa Ventura e
li ringraziamo dandoci appuntamento per le 20. Huacinango al Mojo de Ajo e
dell’ottima tequila, in compagnia di Luis e il padre Bulmaro. Da queste
parti , la famiglia di Luis è conosciuta come LOS NEGROS PEREZ. Dopo cena
scambiamo due chiacchiere con i fratelli e i cugini di Luis, che sono qua in
visita dal Canada. La bottiglia di Tequila finirà senza accorgersene, e
verso le 23 salutiamo la famiglia Perez, promettendo loro, di rivedersi il
giorno seguente.
14
GENNAIO PLAYA VENTURA – LA BOCANA - MARQUELIA
Oggi,
decidiamo di andare alla scoperta di un’altra spiaggia della costa Chica,
situata a circa 20 km da Playa Ventura, in direzione sud. Dopo una colazione
a base di caffè e banane, saliamo sul taxi collettivo in direzione del
crucero della statale. Ma, visto che tutti i passeggeri del taxi, sono
diretti a Marquelia, l’autista ci accompagna fino alla cittadina, situata
lungo la strada principale. Saliamo al volo su un combi e in dieci minuti,
siamo a La Bocana, una spiaggia di sabbia dorata con palme da cocco e una
laguna a fare da sfondo. Il fiume Marquelia, sfocia in mare, creando la
laguna omonima. Il villaggio è un piccolo agglomerato di capanne con dei
comedores situati lungo mare. E’ possibile appendere un’amaca in
una delle tante palapas della Bocana, mentre per un hotel vero e proprio o
cabanas c’è poco da scegliere. Comunque anche questo piccolo paradiso
della costa Chica è senza dubbio da consigliare a chiunque cerchi una buona
spiaggia dove rilassarsi in completo isolamento. Ci sistemiamo in una
palapas, appropriandosi subito di un paio di amache e due fresche birre.
Facciamo una lunga passeggiata ai margini della laguna e poi ordiniamo il
nostro pranzo, naturalmente a base di pesce. Sierra a la Diabla per
entrambi. Nel primo pomeriggio salutiamo Marcelo, il proprietario del
comedor e facciamo un giro per il villaggio chiedendo informazioni sugli
alloggi. Attendiamo che giunga il combi in direzione Marquelia almeno per
una buona ora e raggiungiamo il paese alle 15.00. Decidiamo di fermarsi a
Marquelia un paio d’ore, per due semplici motivi. Ritirare i soldi in
previsione dei prossimi giorni alla laguna di Chacahua e controllare gli
orari dei bus in direzione Puerto Escondido. Dopo il cajero, ci fermiamo ad
un internet, e l’aria condizionata dell’interno ci congela
immediatamente piedi e mani. Visto la possibilità di usare Skype, ne
approfittiamo per una chiamata in Italia e inviare un paio di e-mail.
All’uscita dell’esercizio, un combi diretto a Playa Ventura, ci invita a
salire, e ci scordiamo di controllare gli orari dei bus per Puerto Escondido.
Poco male, domani mattina si vedrà. Il combi, naturalmente ci lascia al
crucero, da dove risaliamo su un taxi privato che alle 16.30 ci scende a
Playa Ventura. Giusto il tempo di una pipì in albergo e ci incamminiamo
verso sud, aldilà degli scogli. Ci sistemiamo in un’altra incontaminata
baia dove ci godiamo il tramonto sul Pacifico. Stasera, abbiamo visto due
turisti aggirarsi nell’albergo dove siamo anche noi. Sono giunti in auto
alle 20.30, hanno creato subito una gran confusione perché l’aria
condizionata non funzionava bene nella loro stanza e si sono arrabbiati con
le simpatiche e gentilissime inservienti di Dona Celsa. Ho sentito
dire da uno dei due: “Maledetto il giorno che siamo venuti in Messico e
poi qua che ci facciamo ? domattina via al più presto” . Il posto non gli
piace assolutamente e vorrebbero gia partire adesso. Certo, dire che non ti
piace un posto senza neppure averlo visto mi sembra un po’ eccessivo, ma
comunque i gusti son gusti. Comunque, non avrei voluto dirlo, ma i due
turisti in auto sono italiani e durante la serata gli sento dire x
l’ennesima volta che era meglio se avevano proseguito fino ad Acapulco.
Non vedono l’ora di raggiungere la città e i suoi alberghi degni di
questo nome. BEATI LORO !!!!!! Per fortuna non tutti siamo uguali e noi a
differenza dei due italiani, siamo felicissimi di aver conosciuto questa
comunità di Mestizos, tanto gentile e tanto accogliente. Ceniamo nuovamente
da Luis con pesce e tequila e passiamo la serata a parlare di Chacahua,
dove anche il “ NEGRO” vorrebbe andare al più presto.
E’
proprio vero; un luogo, con più è tranquillo e bello, e più è difficile
raggiungerlo. Non che sia impossibile arrivare fino al villaggio di Chacahua,
ma se si pensa che in linea d’aria lo spostamento di oggi è di poco più
di 100km, è incredibile pensare che abbiamo impiegato quasi tutto il
giorno. Complice anche una manifestazione popolare di un villaggio nei
pressi di Pinotepa, che ha interrotto la statale; fatto sta, che
raggiungeremo il villaggio di Chacahua solo alle 05 del pomeriggio.
Vediamo se mi ricordo tutti i passaggi e le coincidenze di oggi. Come prima
cosa, raggiungiamo a piedi l’estremità settentrionale di Playa Ventura,
da dove partono i taxi collettivi. Naturalmente come al solito partono solo
quando sono pieni e attendiamo una mezz’oretta prima di mettersi in
cammino. Alle 08.00 in punto saliamo sulla scomoda Nissan in 6 e percorriamo
i 7 km che separano Playa Ventura dal crucero. A differenza di ieri mattina,
non veniamo accompagnati fino a Marquelia, questo perché la maggioranza dei
clienti erano diretti a Copala. Dal crucero, saliamo su un combi proveniente
da Copala che in 20 minuti ci porta a Marquelia e una volta giunti nella
cittadina, saliamo immediatamente su un combi cittadino fino alla stazione
della Costena. Naturalmente, l’autobus che passa in direzione Puerto
Escondido, non partirà prima delle 10.00; ieri ci eravamo dimenticati di
informarci sugli orari, ma comunque credo che sarebbe stato impossibile
prendere quello prima, delle ore 7.00. Dedichiamo l’ora e mezza di attesa
per visitare il colorato mercato di Marquelia e ne approfittiamo per
un’ottima colazione a base di frutta e yogurt. Partiamo con 20 minuti di
ritardo in direzione sud con l’autobus dell’Alta Mar e percorrendo
la statale 200 raggiungiamo le porte di Pinotepa Nacional, dove, per nostra
sfortuna è in corso una manifestazione che blocca l’intera strada.
Attendiamo nei pressi dell’autobus per circa un’ora, poi dopo essersi
informati bene, decidiamo di ritirare gli zaini e mettersi in cammino.
Infatti, sembra che anche ieri, lo stesso autista abbia avuto il medesimo
problema. La strada era rimasta bloccata fino alle 15 e ciò significava
abbandonare l’idea di giungere a Chacahua. A piedi percorriamo i 2 km che
separano il nostro mezzo di trasporto con le barricate messe su per
l’occasione dai campesino di San Sebastian Ixcapa, saliamo su un bus
cittadino e scendiamo dopo pochi minuti alla stazione dei bus di Pinotepa
Nacional. Siamo oramai in pieno ritardo, ma ancora una volta la sfortuna si
mette contro di noi, e la camionetta in direzione Puerto Escondido è appena
partita. La gentilissima signora della biglietteria prova a chiamare il
conducente, ma oramai è troppo tardi, il minivan è al completo, e dovremo
aspettare il prossimo. Orario della partenza: 14.30 !! Compriamo il nostro
biglietto per San Josè del Progresso, porta d’accesso per raggiungere
Chacahua via terra e aspettiamo seduti sulle panchine della terminal.
Scendiamo dal minivan alle ore 16.15 con almeno 3 ore e mezza di ritardo, ma
per fortuna, un taxi collettivo è appostato davanti al comedor San Josè,
pronto a partire per Chacahua. Siamo in 6 nell’auto, e la strada non è
assolutamente delle migliori, causa anche l’ultimo tifone abbattutosi in
queste zone a ottobre. Raggiungiamo la riva occidentale del fiume che divide
in due Chacahua alle 5 del pomeriggio e saliamo su una lancha per
attraversare il fiume, che pochi metri più a valle si immette nel
Pacifico. raggiunta la maestosa e isolata spiaggia di Chacahua ci rilassiamo
nel nostro comodo letto della cabanas n°2 del Siete Mares. Giusto il tempo
di una pausa e una doccia e usciamo per pranzare; e si proprio per pranzare,
perche oggi non abbiamo avuto neppure il tempo di mangiare e lo stomaco sta
richiedendo qualcosa di solido. Guacamole con tortas e della fresca birra in
riva al mare, ammirando uno stupendo tramonto. Appena fuori dalle palapas
due signore della cooperativa di Chacahua stanno liberando delle tartarughe
e ne approfittiamo per partecipare all’evento. veniamo invitati a visitare
la loro cooperativa e a tornare l’indomani mattina per un ulteriore
liberazione. Il primo impatto con Chacahua è fantastico, anche qui
pochissima gente anche se da Puerto Escondido arrivano alcune gite di
giornata. Solo pochi messicani con le tende e alcuni turisti qua e là si
intravedono nella striscia di sabbia lunga 17km.
Il
ritmo lento del pacifico, oramai ci ha contagiato, e veniamo cullati dalle
onde della baia. Oltre alle tante cose belle di Chacahua, la buona notizia
è, che anche qua nessuna ombra di zanzare. Esco dopo una piacevole notte in
riva al mare per una lunga passeggiata sotto un cielo ambrato, causato dalla
magnifica alba. Passeggio in direzione sud-est, e dopo essermi allontanato
dal villaggio per un’ora circa, mi siedo di fronte al Pacifico,
contemplando le magnifiche onde e il dolce planare dei pellicani. Oggi, sarà
una giornata di completo relax. Rientro al Siete Mares per un’ottima
colazione con Elisa e poi ci spostiamo di qualche metro sulla spiaggia.
niente di interessante da segnalare se non l’ottimo pesce alla Veracruzena,
mangiato in riva al mare. Siesta pomeridiana in una delle tante amache
appese alle palapas e poi pronti nuovamente per un bagno rinfrescante. nel
pomeriggio inoltrato, con Elisa facciamo un’altra lunga passeggiata lungo
la spiaggia e anche stasera assistiamo dopo la buca di stamani, alla
liberazione delle piccole tartarughe della cooperativa. Durante la cena,
Olga, la simpatica cameriera del Siete Mares, ci presenta Pancho, un
pescatore della cooperativa e ci mettiamo d’accordo con lui per una gita
in barca attraverso la laguna di Chacahua, per avvistare qualche uccello
proveniente dal nord, e per un tour attraverso le mangrovie. Appuntamento
con Pancho previsto per ore 8 del mattino !!!
Ci
svegliamo molto presto per poter fare una colazione prima di iniziare il
giro con Pancho. Mentre prendiamo il caffè, vediamo un giovane mestizo,
avvicinarsi al nostro tavolo e ci comunica, che lo zio Pancho lo ha mandato
a prenderci. Sarà il giovane Henry ad accompagnarci tutta la mattinata tra
le acque della laguna e non solo. Alle 8 in punto saliamo sulla lancha e ci
addentriamo nella laguna. In questo periodo dell’anno, aia la laguna di
Chacahua che quella di Pastorìa, a pochi km di distanza, diventano la casa
invernale di numerosi volatili provenienti dal nord America; e ce ne
accorgiamo immediatamente avvistando subito un bel gruppo di fregate e
pellicani. Cormorani, gazze e tante altre specie ancora, stazionano tra le
mangrovie di Chacahua. Henry, rallenta con la lancha e ce ne mostra uno ad
uno, spiegandoci il nome e le caratteristiche principali di ogni volatile.
Incrociamo vari pescatori della cooperativa, che si addentrano nei fitti
labirinti delle mangrovie, sembra che da queste parti ci siano degli ottimi
gamberi lacustri. Anche noi, lasciamo la grande laguna per addentrarsi tra
le mangrovie e raggiungiamo dopo circa un’oretta, l’altro lato della
laguna, conosciuto con il nome di Salinas. Ancora un giro per avvistare
altre specie di uccelli e pian piano rientriamo al villaggio. Dopo un paio
d’ore di intensa pace, tra le acque della laguna, scendiamo al molo del
villaggio posto sul lato della laguna. Infatti il villaggio di Chacahua ha
due aree ben distinte: Chacahua Laguna e Chacahua Playa. Visitiamo il
coccodrillario, dove vengono salvaguardati due specie di coccodrilli
endemiche del centro America. Approfondiamo la conoscenza sopra questa
macchina vivente e dopo aver salutato i volontari del centro, risaliamo
sulla lancha per raggiungere, più a valle, il faro. Saliamo in cima alla
collina e poi entriamo all’interno del faro, da dove si gode di una
stupenda vista a 360° sulla laguna e sul Pacifico. Una lingua di spiaggia
selvaggia, segue la linea costiera in direzione nord-ovest, fino a dove può
arrivare l’occhio umano. Poi, l’immensa laguna che a ridosso della
spiaggia, forma un intrigo di vie fluviali, per poi sfociare nel maestoso
Pacifico. E infine, dietro di noi, l’immensa spiaggia di Chacahua, lunga
17km fino al Cerro Del Corral, dove le acque della laguna, lasciano il posto
alla terra ferma. Ridiscendiamo la collina e attendiamo che Henry torni a
prenderci, mentre noi beviamo un buon caffè in riva al fiume. Ancora un
ultimo giro in barca fino all’estuario del fiume e poi ci facciamo
lasciare dall’altra parte della laguna, nei pressi del Siete Mares. Oggi,
è la volta dell’aragosta. Dopo un paio di giorni a contrattare con la
signora Mache ( la proprietaria del ristorante Siete Mares ), oggi ci
aggiudichiamo un’aragosta con riso e una stupenda zuppa di pesce per un
valore inferiore a 200M$. Naturalmente con birra inclusa. Dopo il gran
lavorare del mattino, finalmente passiamo il pomeriggio a riposo lungo mare.
Il Pacifico oggi è anche più tranquillo e soprattutto, nei pressi della
barriera artificiale, si può facilmente godere di un bagno rilassante;
senza tanta paura dovuta alle grandi onde. Domani mattina ce ne andremo da
questo magnifico posto, anche se sarà difficile dimenticare questi giorni
passati in compagnia della gente del posto, con dell’ottimo pesce e una
natura incontaminata. Sicuramente, durante questo viaggio, sarà difficile
ritrovare un luogo come Chacahua. Ci accordiamo con Olga per una colazione
anticipata e ci diamo appuntamento per le 7 dell’indomani mattina.
18
GENNAIO MAZUNTE
Usciamo
dalla nostra cabanas alle 7 del mattino e la signora Olga è gia pronta per
prepararci un’ottima colazione, prima di intraprendere il viaggio in
direzione sud. Mentre assaporiamo la nostra insalata di frutta con
dell’ottimo caffè, arriva il taxi collettivo che inizia a suonare.
Saliamo al volo e lungo una strada costiera di sabbia, ci dirigiamo verso il
Cerro Hermoso, punto di partenza delle lance verso Zapotalito. Il viaggio in
taxi è un susseguirsi di buche e insieme ad una signora di Oaxaca ci
teniamo ben stretti alle sbarre del rimorchio posteriore. Una natura
selvaggia costituita principalmente di carrube e nopal, ci accompagnano fino
all’estremità meridionale della laguna. Attendiamo l’arrivo della
lancia e oltrepassiamo la laguna fino al piccolo insediamento di Zapotalito.
Da qui, con un ulteriore taxi collettivo raggiungiamo il crucero sulla
statale 200 e con l’ennesimo taxi, giungiamo finalmente a Rio Grande. Dal
mercato principale di Rio, parte immediatamente un combi che ci accompagna
fino a Puerto Escondido. Ero passato da queste parti nel 2003, e a dir la
verità la tentazione di fermarsi una notte almeno, in Playa Zicatela, è
forte. Ma Puerto è cambiato decisamente negli ultimi 10 anni, anche Playa
Zicatela oramai è invasa da Hotel di prima categoria, che hanno preso il
posto delle scalcinate capanne che avevo visto nel mio primo viaggio in
Messico. Al Terminal dei bus, compriamo un biglietto con destinazione San
Antonio Tonameca, da dove potremo raggiungere le spiagge più famose dello
stato di Oaxaca. All’incrocio di San Antonio, condividiamo un taxi con una
giovane italiana residente a Barcellona, alla sua prima esperienza in
Messico e raggiungiamo Mazunte alle 12.30. Una volta raggiunta Mazunte, ci
rendiamo subito conto che il feeling con il villaggio non è dei migliori ma
decidiamo di darle un’opportunità, fermandosi almeno un paio di notti.
Certo, la spiaggia è molto bella, c’è un ottimo mare dove poter fare un
bagno tranquillo riparati da alcuni scogli, ma gli alberghi e i ristoranti
lungo mare sono invasi da giovani nord americani in cerca di esperienze
forti. La sistemazione, non è delle migliori, e dopo l’esperienza di
Ventura e Chacahua, rimaniamo un po’ delusi di Mazunte, anche se rimane
comunque un ottima meta per gli amanti del sole e della spiaggia. Passiamo
il pomeriggio in tranquillità sulla spiaggia principale di Mazunte, ma
decidiamo di ripartire al più presto. Magari già domattina chissà.
La sera, il villaggio si anima con musica e danze, tra i vari locali lungo
mare, noi decidiamo di addentrarci verso il centro e ci imbattiamo su
un’iniziativa offerta da una ONG spagnola, la quale ha allestito un
minicinema nella piazza del villaggio. Rimaniamo in compagnia di alcuni
bambini nonché alcuni turisti interessati al documentario. Un piccolo Luna
Park prova a vivacizzare la serata, ma le piccole e desuete giostre sono
deserte, mentre i proprietari tentano di venderci qualche biglietto per dei
bambini che neppure conosciamo. Rientriamo verso la spiaggia, da dove con
una passeggiata raggiungiamo il Rinconcito ( angolino ), dove ci attende la
nostra misera abitazione …
19
GENNAIO SAN AUGUSTINILLO
L’idea
di lasciare Mazunte si rafforza durante la notte, non solo per le
CUCARACCHAS che hanno condiviso il nostro letto per tutta la notte, ma anche
per il gran frastuono e movimento notturno delle via sottostante il nostro
“ alloggio “. Ci scusiamo con il proprietario, al quale avevamo chiesto
uno sconto per rimanere almeno due notti. Usando una semplice scusa,
paghiamo la nostra notte, a prezzo ridotto, e ci incamminiamo verso la
strada principale. Decidiamo comunque di rimanere almeno altri due giorni
sulla costa, senza allontanarci troppo e riprendiamo il piano originale:
fermarsi a San Augustinillo. Saliamo su un combi alle 08.30 e dopo dieci
minuti scendiamo nel piccolo villaggio situato tra le due famose spiagge di
Zipolite e Mazunte. Questa destinazione, era stata presa in considerazione
proprio per il fatto che sia Mazunte che Zipolite, sono considerate due tra
le mete più ambite per i vacanzieri in cerca di mare e di Fiestas. In
effetti dopo la prima giornata passata a Mazunte, ci rendiamo conto che qua
a San Augustinillo, pur essendo a pochi km di distanza, è per noi la
migliore scelta. E’ ancora presto quando scendiamo dal combi, e una
signora che si ferma con noi al villaggio, ci chiede se siamo in cerca di un
alloggio. Ci propone una bellissima stanza con terrazza vista mare che non
ha niente a che vedere con l’abitazione della scorsa notte, ma
abbandoniamo l’idea, visto la richiesta di 700M$ non trattabili. Senza
tanta fretta, ci sediamo per la colazione in un bar situato dall’altra
parte della strada. Alcuni ritratti di Frida, ci invitano a salire i 4
scalini del coloratissimo bar e occupiamo uno dei 5 tavoli. L’allegra
signora ci saluta con un perfetto italiano e dopo essersi presentati, ci
racconta la sua fuga dall’Italia, in cerca di un posto tranquillo dove
vivere in serenità. E’ giunta in Messico 7 anni fa, e dopo un annetto a
Mazunte, proprio come abbiamo fatto noi, un giorno è scappato dalla
confusione per raggiungere il più tranquillo villaggio di San Augustinillo.
Prendiamo un caffè e una pasta al cioccolata proveniente da Zipolite e
continuando a parlare con Cristina, chiediamo di un alloggio economico in
zona. Ci propone subito l’hotel di fronte, dicendoci che hanno una
bellissima stanza con terrazza vista mare. Le raccontiamo che abbiamo gia
visto l’abitazione ma che ci sembrava un po’ troppo cara. Ma visto che
io “ SONO L’AMICO DEL FRATELLO DI CRISTINA “( anche in Messico le
raccomandazioni sono efficientissime ) dopo una telefonata, ci ritroviamo
nella splendida camera del Pelicano, con vista mare. Il prezzo è cambiato
decisamente, pagheremo 350M$ e ringraziamo di cuore Cristina, promettendole
di ritornare a bere un buon caffè al più presto. Alla fine non
rivedremo più la cortese italiana, visto i suoi due giorni di chiusura, ma
la contatteremo al più presto !! San Augustinillo, è decisamente più
tranquillo, ci sono in giro poco turisti, e la maggior parte di loro sono
famiglie messicane benestanti in fuga dalle città. Passeggiata mattutina
lungo mare, poi pranziamo con un ottimo pollo alla griglia lungo la strada
principale. Il pomeriggio passa tra un bagno e una passeggiata mentre
all’ora del tramonto assistiamo ad uno spettacolo di danze folkloristiche
sulla spiaggia. Un po’ come avevamo visto a Taxco, anche se in questo
gruppo ci sono alcuni occidentali. Ammiriamo il tramonto sulla spiaggia
ascoltando i canti del gruppo e rientriamo in hotel accompagnati da un
gruppo di cani. Per la cena proveremo delle Empanadas Argentinas, nei pressi
del caffè di Cristina. Passiamo un paio d’ore nella nostra incantevole
terrazza, ammirando le stelle e ascoltiamo in silenzio le onde del Pacifico.
Questa sì che è vita !!!!
20
GENNAIO ZIPOLITE - SAN AUGUSTINILLO
Non
so se sia stata colpa delle Empanadas argentinas, ma la notte passata, ho
avuto un leggero disturbo intestinale. niente di grave direi, ma già al
risveglio mi sento un po’ strano. Speriamo bene!! Facciamo colazione con
del caffè e dello yogurt con frutta ed usciamo sulla strada per salire sul
primo combi che ci porterà fino al crucero con Zipolite. Raggiungiamo
a piedi la bella distesa di sabbia che si estende per 1.5km. Zipolite, è
considerata la migliore meta del Messico meridionale, per tutti quei
bagnanti alla ricerca di un corso di yoga, per partecipare ad un corso di
surf e poter cavalcare le maestose onde del Pacifico o semplicemente per
dondolarsi su una delle tante amache appese lungo mare. Vecchia meta di
hippie, Zipolite è decisamente cambiata negli ultimi anni e sono nati lungo
la spiaggia numerosi alberghi in cemento armato che rubano la scena alle
semplici e deliziose tipiche cabanas. Inoltre Zipolite, è conosciuta come
spiaggia per nudisti, anche se i locali e soprattutto le piccole indios alla
ricerca di qualche pesos lungo la spiaggia, non sembrano essere
assolutamente d’accordo. Lo sguardo della giovane Tzotzil, che conosceremo
più tardi mentre rientreremo a San Augustinillo, è decisamente allibito,
nell’incrociare due signori nordamericani vestiti solo di un cappello e un
paio d’occhiali da sole. Altra caratteristica di Zipolite, almeno da
qualche anno, è la piccola criminalità organizzata. Proprio ieri mattina,
Cristina, ci ha mostrato alcuni titoli di giornali che parlavano di un
gruppo di adolescenti che stanno creando dei seri problemi nella comunità.
Conosciuti con il nome di Los Ocho Mil, hanno nel loro curriculum diversi
furti e rapine, altrettanti stupri a giovani nordamericane e addirittura, un
omicidio nei confronti di una giovane canadese. Nonostante tutto, Zipolite
è ancora la meta preferita di tanti turisti in cerca di pace, una bella
spiaggia, dell’ottimo pesce e tanto sole. Noi ci limitiamo ad una lunga
passeggiata. Dalla colonia di Playa Del Amor, raggiungiamo l’estremità
occidentale conosciuta con il nome di colonia Roca Blanca, dove saliamo a
visitare LO COSMICO, gruppo di cabanas che avevamo scelto per un’eventuale
pernottamento da queste parti. Prendiamo un caffè, mentre il mio intestino
incomincia a lamentarsi e decidiamo di rientrare in albergo al più
presto. Senza pranzare, mi sistemo sulle sedie della terrazza
dell’albergo, molto vicino al bagno; Non si sa mai !!!! Durante
il pomeriggio, la situazione peggiora decisamente, entro in stanza prima del
tramonto e passerò l’intera serata e buona parte della notte in bagno.
Dormirò poco e a differenza di Elisa, soffrirò un freddo inusuale per
queste parti. Non ho avuto l’occasione di potermi controllare la
temperatura, ma sono sicuro che la possibilità di aver contratto un virus e
la febbre non è da escludere. Grazie a degli antidiarroici e alla compagnia
di Elisa, riesco ad addormentarmi verso le 3 del mattino mentre la
situazione sembra essere migliorata; anche se l’idea di partire
l’indomani mattina per Oaxaca, non è che mi alletta molto…
Vedremo
al risveglio.
21
GENNAIO POCHUTLA – SAN JOSE’ DEL PACIFICO - OAXACA
Dopo
quattro ore di sonno, mi sveglio con lo stomaco ancora in subbuglio. Ma mi
sento molto meglio della sera scorsa e decido che possiamo partire per la
prossima meta. Dopo aver atteso qualche minuto lungo la strada il combi per
Pochutla, contrattiamo con un taxi la corsa fino alla Oficina privata della
compagnia Atlantide. Questa compagnia di minivan, effettua corse da Pochutla
a Oaxaca per 150M$, attraverso la sierra madre del sur. L’altra opzione,
sarebbe stata quella di prender un bus di prima classe della OCC che da
Pochutla, passando per Tehuantepec, raggiunge la capitale dello stato di
Oaxaca in dodici ore. I minivan, impiegano invece 6 ore, anche se la strada
statale 175 conta centinaia e centinaia di tornanti. Alle 07.50 del mattino
compriamo a Pochutla il biglietto per Oaxaca e attendiamo la partenza
prevista per le 08. Si parte con mezz’ora di ritardo e siamo gli unici
passeggeri del minivan. Ci accorgiamo subito che il conducente, nonostante i
suoi continui sorrisi a noi rivolti, non è assolutamente contento di
intraprendere le 6 ore di viaggio fino ad Oaxaca, per solo due persone.
Effettua qualche giro pesca nel centro di Pochutla, alla ricerca di
ulteriori passeggeri e il ritardo aumenta sempre più. Ad un certo punto,
decide di partire in direzione nord, ma ci dice subito che non ci sono soldi
neppure per la benzina e deve comunque trovare lungo la strada qualche
cliente. L’agenzia pubblicizza una partenza all’ora, ma credo che ne
effettuano molto meno, soprattutto durante la bassa stagione. Noi lasciamo
Pochutla alle 9.15 orario di partenza del successivo minivan . Dopo poco più
di venti km, ci fermiamo in un minuscolo villaggio chiamato San Josè
Chacalapa e l’autista scende in cerca di qualche cliente. Rientra nel
minivan ripetendo le stesse cose. Non ci sono passeggeri e non ci sono i
soldi per la benzina. Noi non capiamo dove vuole arrivare e lo invitiamo a
ripartire, visto che siamo gia con un’ora di ritardo sul ruolino di
marcia. La statale 175 inizia ad inerpicarsi verso le vette della Sierra
Madre del Sud e i tornanti che la caratterizzano, sembrano aver svegliato il
nostro autista. Infatti, se fino adesso l’andatura era molto rilassante,
una volta iniziate le curve, l’autista si è messo a correre. Forse le
nostre parole lo hanno un po’ svegliato, fatto sta che raggiungiamo San
Josè del Pacifico dopo un paio di ore. Scendiamo a prendere un po’
d’aria fresca nel piccolo villaggio di montagna. Dopo le curve e la guida
brillante del conducente ho proprio bisogno di due passi anche se corro
subito in bagno. Dedichiamo la mezz’ora di sosta per riprendersi dalle
prime ore del viaggio e passeggiamo sotto il sole di San Josè. La fine e
fresca aria di montagna ci invita a tirar fuori i maglioni dagli zaini
e continuiamo la nostra breve passeggiata tra le poche case del villaggio.
San Josè è famoso per il funghi allucinogeni e ogni esercizio pubblico, ha
in mostra foto e descrizioni dei suddetti. Noi pensiamo che oramai non
abbiamo più l’età per queste cose. Non posso neppure immaginare, con le
mie condizioni di salute e i tornanti ancora da affrontare, un viaggio sotto
l’effetto di funghi allucinogeni. Meglio evitare !!!!! Iniziamo la discesa
verso Oaxaca e a Miahuatlan, finalmente sale qualche passeggero, per la
gioia dell’autista. Da qui fino ad Ocotlan, la strada diventa leggermente
migliore, anche se oramai i tornanti, hanno oramai distrutto il mio stomaco.
E tanto per finire in bellezza, una manifestazione alle porte di Oaxaca, ci
fa perdere un’ulteriore ora lungo il nostro cammino. Raggiungiamo il
Garage della compagnia Atlantide S.A. alle 16.00 dopo circa otto ore di
viaggio !!! Lascio ad Elisa la scelta di un albergo, visto le mie
condizioni. Ho bisogno immediatamente di un bagno e di un letto per
riposarmi e recuperare le ore di sonno perdute. Ma naturalmente, Oaxaca,
essendo una delle città più visitate dell’intero Paese, sembra essere
stata presa d’assalto in questi giorni, e impieghiamo un’altra ora per
incontrare una comoda camera disponibile. Ci accomodiamo finalmente presso
l’hostel Don Nino, di fronte al Paseo Juarez. Per quanto mi riguarda, la
giornata è finita qua; doccia, due litri di integratori all’acqua di
cocco, appena comprati, di corsa a letto. Speriamo bene per domattina.
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GENNAIO OAXACA
Nottata
perfetta. recupero le ore di sonno perse nei giorni precedenti, dormendo
dieci ore di seguito, e al risveglio, mi sento decisamente meglio, anche se
ci sarà da ristabilire un po’ di equilibrio nel mio intestino. Approfitto
dell’uso gratuito di internet, per mandare notizie in Italia e rientro in
camera per svegliare Elisa. Alle 8.00, facciamo colazione presso l’hostal,
che è inclusa nel prezzo e decidiamo di non allontanarci troppo e dedicare
la giornata alla visita della città. Usciti dal Don Nino, attraversiamo il
Paseo Juarez per raggiungere la farmacia e comprare l’ennesimo litro di
Sali minerali. Proseguendo dritti, lungo calle Gomez Farias, raggiungiamo un
acquedotto costruito con il classico stile ad ARCO CONTINUO. Alcuni locali
notturni e dei coloratissima bar, occupano alcuni archi dell’acquedotto,
mentre in lontananza, l’Auditorio Guelaguetza, svetta sul Cerro Del Fortin.
Pian piano, scendiamo in direzione del Tempio De Santo Domingo, la più
bella chiesa della città di Oaxaca. Costruita verso la fine del 1500, è
stata fino a poco tempo fa, parte di un monastero domenicano. Una piazza
adornata di agave e cactus, completano la meravigliosa cartolina di questo
complesso. Entriamo a dare uno sguardo all’edificio il cui retro ospita un
bellissimo giardino botanico. Aggiriamo il Tempio de Santo Domingo, ed
entriamo per una visita al giardino. Con l’aiuto di una guida,
obbligatoria per tutti, compiamo un lungo tragitto attraverso centinaia di
piante tipiche della regione dell’Oaxaca, e approfondiamo la nostra
conoscenza botanica. Dai giardini, rientriamo verso calle Alcalà e
passeggiamo nella commerciale Andador Turistico. Dopo qualche minuto,
raggiungiamo l’Alameda de Leon, dove la cattedrale barocca di Oaxaca,
occupa il lato orientale. Pochi passi più a sud, il bellissimo Zocalo di
Oaxaca, Fortunatamente, la zona è chiusa al traffico e gli alberi del parco
allietano il calore estivo. Tutta la piazza è circondata da bellissimi
portales ( portici ) che ospitano caratteristici caffè e ristoranti. La
piazza è ideale per fermarsi un paio d’ore a sorseggiare una fredda birra
o un caffè, osservando il viavai della gente. Come avviene spesso, anche
oggi, all’estremità meridionale dello Zocalo, alcuni manifestanti
protestano contro la scomparsa di alcuni militanti antigovernativi. Il
pomeriggio, sarà dedicato interamente alla visita dei mercati di Oaxaca:
dopo quello di Benito Juarez, raggiungiamo quello conosciuto con il nome di
20 de Noviembre. Poi, ci perdiamo nell’immenso e meno turistico Central de
Abastos. Quest’ultimo, situato ad un km dal centro, è attivo tutti i
giorni ed è ottimo per i prodotti dell’artigianato locale. Rientriamo nel
tardo pomeriggio con qualche kg in più da riportare in Italia. Giusto il
tempo di una doccia e poi usciamo per partecipare ad un evento musicale di
marimbas. Conosciamo un paio di anziane signore che ci invitano a pranzare a
casa loro l’indomani. Non che sia una brutta idea, ma le ringraziamo e le
spieghiamo che domani saremo fuori città per visitare alcuni villaggi delle
Valles Centrales. Cena con tacos al pastor e naturalmente NIENTE BIRRA
!!!!!!!
23
GENNAIO ZAACHILA – MONTE ALBAN - OAXACA
Tutta
la regione dell’Oaxaca, è caratterizzata da piccoli villaggi, costituiti
in gran parte da nativi di origine Zapoteca. Oltre ad un gran numero di siti
archeologici, la regione è conosciuta per i suoi coloratissimi mercati
settimanali. Ogni villaggio, è famoso per i suoi oggetti di artigianato
locale, nonché per le loro animate fiestas poblanas. Consultando la nostra
guida, decidiamo di raggiungere il villaggio di Zaachila, che il giovedì,
ospita il mercato settimanale. Con un bus cittadino, raggiungiamo la
zona dei garage, dove saliamo su un taxi collettivo diretto al villaggio.
Il conducente, attendeva giusto giusto gli ultimi due passeggeri, quindi una
volta stipati come sardine nella Nissan berlina, partiamo immediatamente.
Dopo circa trenta minuti, il taxi ci lascia nei pressi della torre
dell’orologio di Zaachila. Gli abitanti del luogo, sono in maggioranza
Mixteca, anche se c’è una parte di popolazione Zapoteca. Il mercato
occupa l’intera piazza del villaggio, nonché una serie di strade
secondarie che portano sino alla periferia del villaggio. Da non perdere
assolutamente la zona dove sono in vendita gli animali da cortile, con le
anziane signore lungo la strada, e i loro polli, tacchini o anatre ben
strette in braccio, Compriamo qualcosa di tipico da mangiare all’interno
del mercato e poi ci dirigiamo verso la piccola cattedrale. Non sappiamo se
oggi è un giorno speciale o meno, fatto sta che la piccola chiesa è invasa
dai fedeli, e c’è anche una banda musicale ad accompagnare il
momento della comunione. l’interminabile fila dei fedeli, in attesa di
ricevere il corpo di Cristo, continua per qualche decina di metri oltre il
portale principale. Noi ci limitiamo ad osservarli increduli, poi rientriamo
verso la piazza centrale e ci sediamo sugli scalini adiacenti alla torre
dell’orologio; giusto per osservare il brulicare della gente del mercato.
Dopo circa una mezz’ora, saliamo su un bus diretto alla periferia di
Oaxaca. Il viaggio di ritorno durerà circa un’ora, passando per la
cittadina di Cuilapan, famosa per un convento domenicano. Raggiungiamo la
periferia meridionale di Oaxaca intorno alle 13.00 Con una breve
passeggiata, andiamo all’Hotel Rivera Del Angel, da dove partono i minivan
per Monte Alban. Dopo qualche indecisione tra l’autista e la signorina
della biglietteria, partiamo in direzione del sito archeologico.
Raggiungiamo la vetta della “ MONTAGNA BIANCA “ dopo trenta minuti. Come
era gia avvenuto a Teotihuacan e al Tepotzeco, ci sorprende il fatto che in
giro ci sia poca gente, e quella che c’è è soprattutto costituita da
famiglie messicane. Pochi turisti in giro a parte un paio di gruppi di
americani e qualche canadese. Iniziamo la visita dal Juego de Pelota, per
poi addentrarsi nell’immensa Gran Plaza. Monte Alban è stata la capitale
degli Zapotechi, e la sua posizione lo rende uno dei diti archeologici più
affascinanti dell’intero Messico. Situato su un colle che domina la valle
di Oaxaca, regala ad ogni visitatore, una vista mozzafiato a 360°. La
decisione degli Zapotechi di costruire la loro capitale sopra questa
collina, è dovuta soprattutto alla posizione strategica, dalla quale ogni
regnante avrebbe potuto controllare tutti i villaggi dell’intera valle.
Girovaghiamo tra i vari edifici, saliamo sulla Plataforma Sur e concludiamo
la nostra visita passando per la Plataforma Nord, da dove si gode della
miglior vista; sia sull’intero sito archeologico, che sulla valle
circostante. Una breve visita al museo del sito, e alle 17 siamo di nuovo in
centro a Oaxaca. Prima di rientrare nell’Hostal, facciamo alcune compere,
visto che ne avevamo fatte poche, e soprattutto assaggiamo l’ottimo
cioccolato do Oaxaca, offerto dalla compagnia MAYORDOMO. Compriamo dunque
anche del cioccolato da riportare in Italia, e un po’ da regalare alla
nostra amica Norma che ci aspetta domani al DF. Serata musicale nei pressi
del Tempio di Santo Domingo, con le splendide canzoni di Silvio Rodriguez,
offerte da un trio di Oaxaca. Poi, ci corichiamo non molto tardi, visto che
domani mattina, il bus di prima classe della ADO, destinazione Terminal TAPO,
partirà alle 06.00 in punto.
24
GENNAIO MEXICO – CERRO TEPEYAC – AEREOPORTO
Il
terminal dei bus 1^ classe di Oaxaca, è situato a pochi passi dall’Hostal
e alle 05.30 del mattino, ci incamminiamo per raggiungerlo. Partiamo in
perfetto orario e passiamo le prime due ore del viaggio a dormire. Al mio
risveglio, lo spettacolo che offre la sierra Madre del Nord è affascinante.
Lo scenario è caratterizzato da fitte foreste di cactus di elevata altezza
ed io rimango incollato al finestrino per un paio d’ore lungo la statale
150. oltrepassando la Sierra, scendiamo verso le valli centrali di Puebla,
capitale dell’omonimo stato. I maestosi Popocatepetl e Iztaccihuatl, con
le loro vette innevate, ci accompagnano nell’ultima parte del viaggio.
Mentre il secondo è oramai un vulcano spento, il Pop, come viene chiamato
dai Messicani, è ancora attivissimo, e lo conferma la ininterrotta nuvola
di fumo che scappa dal suo cratere. Alle 12.30, raggiungiamo la TAPO, dove
ci incontriamo con la carissima Norma. Abbiamo ancora un pomeriggio a
disposizione e i nostri amici ci faranno un’ultima sorpresa. Prendiamo il
metro bus in direzione nord e all’uscita ci attende Omar con il suo taxi
non ufficiale. Si scusa di non essere potuto venire a prenderci al terminal,
ma ci spiega che i taxi ufficiali si sarebbero sicuramente arrabbiati con
lui. Saliamo sulla piccola Opel Corsa e dopo qualche km attraverso il
traffico del Monstruo, ci fermiamo per un pranzo in una taqueria.
All’interno, un simpatico Mariachi, allieta la nostra ora del pranzo.
Naturalmente io ed Elisa non abbiamo la minima idea di dove ci troviamo,
anzi, anche Norma sta cercando di capire, grazie ad alcune informazioni di
Omar, in quale zona ci troviamo. Durante i giorni passati nella capitale, ci
rendiamo conto di quanto sia grande, e che anche gli abitanti, spesso non
possono conoscere tutte le strade. Dopo aver terminato il pranzo, Norma ci
comunica che siamo vicino a Tepito, e che vista la ora, abbiamo tempo per
visitare l’altare di Alfareria 12, dove si trova la Santa Muerte.
Non che avessi abbandonato l’idea di visitarla, ma dopo tutto quello che
aveva detto Norma di spiacevole nei confronti della Santa, non mi aspettavo
che ci proponessi di andarci. Io prendo subito la palla al balzo e salgo in
macchina. La prima cosa che ci dicono, è di nascondere gli zaini sotto i
seggiolini e abbassare le chiusure di sicurezza dell’auto: stiamo
raggiungendo una zona che anche ad un chilangos non piace molto; o per lo
meno a Norma e compagno. La nostra amica scende circa 1km prima, non ha
assolutamente intensione di entrare nel BARRIO BRAVO ( Tepito ) né tanto
meno andare a far visita alla Muerte. Con Omar ed Elisa, ci addentriamo nel
barrio di Tepito e dopo qualche indicazione da parte di cortesi messicani,
raggiungiamo l’altare della Santa Muerte. Ho il cuore che mi batte a 3000
e sono anche l’unico componente del gruppo a scendere di macchina. Scatto
un paio di foto all’altare e alla stanza dei ceri, mentre una coppia di
innamorati sta pregando davanti alla Flaquita. La mia curiosità, mi spinge
ancora oltre e provo ad affacciarmi nella piccola porta che da sul cortile
adiacente all’altare. riconosco Dona Queta, la custode della Nina Blanca (
altro nome con cui viene chiamata la santa ) e vengo accolto subito come un
figlio. Quando comunico ad Enriqueta il mio interesse per la Santa, e
soprattutto quando mostro il libro di Fabrizio Lorusso che mi ha
accompagnato per tutto il viaggio, vengo sommerso di rosari, preghiere
scritte a mano, calendari della Santa e tutta una serie di ninnoli per
pregare la Santa. Scatto una foto con Enriqueta, in ricordo di questo
emozionante momento, mentre timidamente si è avvicinata anche Elisa.
Salutiamo Dona Queta e il suo altare di Alfareria 12 e raggiungiamo Norma.
Adesso, in contrapposizione con la Muerte, ci aspetta la visita alla Virgen
De Guadalupe. Percorriamo da prima, Calzada De los Misterios, poi Calzada De
Guadalupe, entrambe prese d’assalto dai fedeli, il giorno 12 dicembre di
ogni anno, e raggiungiamo Plaza De Las Americas. Naturalmente, la vecchia
chiesa dedicata alla vergine, è inclinata come la maggior parte dei vecchi
edifici della capitale, mentre la nuova basilica, costruita
dall’architetto Ramiro Vazquez, è in grado di ospitare più di 40.000
fedeli. Sembra, che durante la realizzazione, si siano accorti che le
dimensioni, avrebbero superato anche la basilica di San Pietro in Vaticano.
Per questo, una revisione del progetto in corso, ha ridimensionato la nuova
basilica. Saliamo le scale che portano al Cerro de Tepeyac, dove si narra
che il contadino Juan Diego, ebbe le sue visioni della Virgen. Dalla sommità,
dov’è situata la Capilla del Cerrito, abbiamo goduto della nostra ultima
vista sul maestoso Monstruo. La torre Latinoamerica in lontananza, chiude il
cerchio di questo magnifico viaggio messicano, e con elisa, seduti di fronte
a questo spettacolo, ci promettiamo di non far trascorrere molti anni ancora
per tornare da queste parti !!!! VIVA MEXICO !!!!!!!
25
GENNAIO LONDRA – ROMA
Raggiungiamo
Londra in perfetto orario, dopo un volo piacevole e con pochissimi
passeggeri, e soprattutto la possibilità di sdraiarsi nei seggiolini
centrali, per l’intera notte. Qualche problema dovuti ad una forte
perturbazione, movimenta invece il volo che da Londra ci porta a Roma con 30
minuti di ritardo. Ad attenderci mio padre e lo zio Alfio, che ci ospiterà
per la notte, prima di rientrare a Sinalunga..
CONCLUSIONI:
Questo
viaggio in Messico dopo 9 anni dal mio ultimo saluto al Paese rivoluzionario
per eccellenza, ha consolidato fortemente la mia passione per il Messico e
per il continente latinoamericano in generale. L’incontro con la nostra
cara amica di città del Messico, le persone incontrate lungo tutto il
viaggio, non hanno fatto che confermare ciò che gia conoscevo sulla
ospitalità dei messicani. Ci siamo sentiti subito a casa, naturalmente.
C’è poco da dire, dopo aver letto il mio diario si capisce subito quello
che ho provato vagabondando per le strade del Messico e quello che ho
provato emozionalmente. Lascio solo alcune foto impresse nella mia mente da
poter condividere con voi: i tramonto della
laguna di Chacahua, il lento volteggiare degli Zopilotes nei cieli
messicani, i sorrisi della gente, le onde del Pacifico, le maestose piramidi
Azteche, i mercati di Oaxaca, le vie di Taxco, i giganteschi cactus, i
deliziosi tacos, i pellicani a fior d’acqua, i ritratti di Frida e Diego e
per finire LA SANTA MUERTE !!!!
Hasta
muy Pronto Mexico
Messico
in poche cifre.
POPOLAZIONE
117.409.830 (
11° )
SUPERFICIE
1.972.550kmq ( 14° )
PIL
pro capite
10.059$(2012)
( 67° )
INDIPENDENZA
15 settembre 1810 dalla Spagna
LIBRI
LETTI IN VIAGGIO: SANTA MUERTE PATRONA DELL’UMANITA’
- FABRIZIO LORUSSO
VIVA
LA VIDA – PINO CACUCCI
LA POLVERE DEL MESSICO – PINO
CACUCCI
( consultato giornalmente )
CADA MANANA ESTOY QUEBRADO
Y POR LAS NOCHESME DESPIERTO
LAGRIMAS EN MI CARAABAJO DE LA LLUVIA
LONELY WITH MY PRIDE HOLDING IN MY PAIN
DEMASIADO CORAZON DEMASIADO CORAZON.......
WILLY DEVILLE
Roberto
gaby76@hotmail.it
..............................................................
http://robertoburacchini.blogspot.it/
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