Mundo-Yucatan, Mexico
Diario di viaggio 2005
Cari amici e nemici, vicini e lontani, ci risiamo...si riparte...questa volta pero’ si gioca in casa (permettetemi l’uso di questo termine visto che sono 6 anni che vivo in Mexico), destinazione: Penisula dello Yucatan formata dagli stati Campeche, Yucatan y Quintana Roo. Scopo del viaggio: immense rovine Maya, citta’ coloniali, spiagge bianchissime, mare dei caraibi, sole mexicano, cucina locale, cultura, tradizione....... Tutto e’ pronto, pochi abiti, macchina fotografica, guida della Lonely Planet (indispensabile per il viaggiatore) e 15 peluche da dare ai bambini poveri che incontrero’ durante il viaggio.
Un bacio a tutti e buon Natale 2005.
Mappa
Viaggio Natale 2005; Stati: Campeche, Yucatan, Quintana-Roo (México)
17
Dic. ‘05
Si
parte!
L’autobus
e’ partito alle
Durante
la corsa il Mexico come sempre ci ha regalato degli spettacoli indimenticabili
(tipo il vulcano Pico de Orizaba) immortalati dalla mia canon.
Dopo
circa 3 soste e 17 ore di viaggio (nulla in confronto alle 26 da Tierra del
Fuego a Pue rto Madryn in Argentina) l’incubo “cella frigorifero” e’
finito arrivando quindi a Campeche (capitale dello stato di Campeche) di mattina
con un clima piuttosto caldo-umido.
18
Dic. ‘05
Dalla
stazione ADO un autobús locale ti conduce al centro nel quale una marea di
persone e’ pronta ad aiutarti dicendoti dove scendere; in particolare
Nei
pressi della Piazza Principale il Monkey Hostal offre camere a buon prezzo 80-90
pesos con colazione (11 pesos=1 dollaro) soprattutto ai MOCHILEROS (a quelli che
vanno in giro con lo zaino all’avventura) e quindi li sono piombato.
Campeche
e’ una bomboniera Coloniale nel mondo Maya; abitata da circa 200.000 persone
in passato era racchiusa da una muraglia a forma esagonale per protteggerla
dalle invasioni dei pirati. Attualmente di quella muraglia restano solo degli
spezzoni e una serie di “baluarters” (torri) che ovviamente ho visitato. La
maggior parte degli edifici di stile coloniale presenta dei colori pastello che
ricordano un poco
Campeche
Una visitina al Museo della
Citta’, piccolino ma interessante e per cena piatti tipici dello Yucatan, Sopa
di Lima (una sorte di zuppa di pollo sminuzzato, tortillas fritta, pezzi di
avocado e di limone) e il Poc-Chuc pezzi di carne di maiale in una salsa di
arancia amara servita con una pasta di cipolla (davvero buona). Come la maggior
parte del Mexico, ogni Stato ha la propria cucina e, quella Yucateca e’
abbastanza conosciuta.
Un
caffe’ nell’ostello, una chiacchierata con Guillermo (uno tizio che ci
lavora) e poi a nanna.
Note
culturali:
La
penisula dello Yucatan e’ famosa tra le tante cose per le rovine Maya. Questi
comparvero per la prima volta nell’attuale Guatemala intorno al
Non
si sa ancora da dove provenivano, ma secondo una teoria l’uomo in America
probabilmente arrivo’ tra 60.000 e
I
Maya erano buoni matematici e astronomi, avevano inventato il calendario che
tutt’ora non ho capito come si legge e inventato lo zero, che malgrado sembri
un numero stupido ha la sua importanza e poi ci e’ servito per distinguere la
farina tipo “
Sveglia
alle 8,00 ma comodamente mi sono alzato alle 9,00. Anche Kyoung Ran, una chica
orientale che mi sta accompagnando in questo viaggio lungo la “ruta Maya”
(anche se avrei preferito da solo per essere piu’ libero….ma non diteglielo)
non ha esitato a dormire un’ora in piu’.
Dopo
una breve colazione ci siamo diretti verso ovest della citta’ al “Fuerte de
San Miguel”, costruito (nel periodo coloniale) per avvistare i maledetti
pirati e’ scongiurare quindi un attacco. Il “Fuerte” che anch’esso
ospita una mostra sui Maya ha una vista “hermosa” sul mare, inevitabile una
dozzina di scatti con la mia canon.
Fuerte San Miguel. Campeche
Alle
12,00 dalla stazione degli autobus di “seconda classe” ci siamo diretti
verso Uxmal (3 ore) con un autobus che era molto meglio di quelli che circolano
in alcune citta’ italiane che per non essere razzista evito di fare nomi.
Durante il viaggio pranzo con taralli comprati al discount di Scampia (Napoli)
l’ultima volta che sono tornato in Italia.
All’entrata
di Uxmal (88 pesos), una struttura gigante di circa 40 metri di altezza, una
sorte di piramide chiamata “Casa del Adivino” la fa da padrone. Da un lato
e’ percorsa da una scalinata che porta alla cima dove e’ raffiguarata la
faccia del Chac (Dio della pioggia). La citta’ fondata nel
Uxmal
Di
sera (h. 19,00) spettacolo “Luz y Sonido” nel pieno della rovina Maya con
una voce di sottofondo che ricordava momenti magici di quella che doveva essere
una delle piu’ grandi civilta’ di tutta Mesoamerica.
A fine serata (20,30) quando gli autobus avevano finito la propria corsa e di taxi nemmeno l’ombra, una famiglia mexicana ci ha dato un passaggio (20 kilometri verso sud mentre loro erano diretti completamente dal lato opposto) fino a Santa Elena l’unico paesino sperduto dove e’ possibile pernottare.
Santa Elena
Ancora
una volta il mexicano (Hector y Susana) ha dimostrato tutto il suo amore verso
lo straniero. In Mexico si parla molto del Malinchismo;
A Santa Elena abbiamo pernottato al Chac-Mol (100 pesos a persona e bagno in camera), l’unico hotel che abbiamo trovato, in alternativa c’era un camping ma senza tenda era un po’ difficile. Buona notte…Chac.
Chac-Mol
22
Dic. ‘05
Di
nuovo sveglia alle 8,00 ma di nuovo ci siamo alzati tardi.
Tutta
la giornata e’ stata dedicata alla rovine Maya che si trovano in questa zona,
Kabah Labna’, Xlapak y Sayil; insomma la ruta Puuc.
Ruta Puuc
Purtroppo i collegamenti lasciano un po’ a desiderare e quindi ci siamo imbattuti in autostop vari. Kabah la si raggiunge con un autobus diretto a Merida ed e’ un sito che vale la pena visitarlo sopratutto per il “Palacio de los Mascarones” un palazzo con una facciata ricoperta interamente da tantissime facce del Dio Chac, inoltre vi e’ un gradissimo Arco dal quale anticamente inziava la stradina di rocce calcaree (Sacbe) che la collegava con Uxmal.
Kabah
Da Kabah per andare alle altre 3 rovine, una coppia di turisti francesi che faceva piu’ o meno lo stesso tour, ci ha dato un passaggio, mentre terminato la visita alla Ruta Puuc per andare a Merida un turista italiano (Carlo, e x archeologo e poi ambasciatore dell’ordine di Malta, insomma uno che non badava a spese) con sua moglie, che aveva affittato un Tour da Merida e quindi di ritorno ci ha dato un passaggio fino al centro storico di Merida.
Labnà
Durante il cammino si e’ parlato
molto del Mexico, della cucina, delle persone e inevitabilmente dei problemi
dovuti sopratutto ai politici corrotti e ai gringos.
Arrivati
a Merida non e’ stato difficile trovare un decente hostal (100 pesos a testa
con colazione e bagno in camera) il cui propretario Enrique Alvarez (Hotel
Alvarez- calle 62 entre calle 53 e 51) parla da far paura. Sto scoprendo che
nello Yucatan piace molto, ma davvero molto parlare (mi domando se anche mia
sorella sia nata qui).
La
piazza principale di Merida e’ davvero caratteristica ovviamente stile
coloniale, con il palazzo municipale in uno dei quattro lati della piazza e dal
lato opposto
Cena
nella piazza di Santiago, di nuovo Sopa di Lima e poi Panuchos (tortilla di maiz
fritta ripiena di crema di fagioli con sopra carne di pavo sminuzzata, lattuga,
pomodori, aguacate (avocado) e un po di chile (peperoncino).
Hasta
mañana.
Mérida
23
Dic. ‘05
Giornata
piuttosto tranquilla.
Sveglia
alle 7,30 per dire visto che poi mi sono alzato alle 10,00. Dopo una ricca
colazione (self service) dell’Hostal e quattro chiacchiere sempre con lui il
famigerato “hablador” Enrique, visita al centro storico dove prima
dell’arrivo del “conquistador” Francisco de Montejo nel 1542 (o’
malament’) sorgeva la citta’ Maya de T’ho’; una visita alla cattedrale
che sembri che sia la prima costruita in America, poi il palazzo municipale con
vari dipinti della storia dello Yucatan e quindi dell’arrivo dei “conquistadores”,
il mercato de “artesania” (artigianato), un piccolo museo della citta’ e
varie stradine con case dell’epoca coloniale…insomma il tutto dedicato al
centro.
Una
visita anche al parco “Centenario” (dove vi e’ un piccolo zoo), che nei
fine settimana si riempie di “Meridanos” insomma una sorte di Villa
comunale.
Dopo
cena subito a nanna, domani di buon mattino si va alla riserva naturale di
Celestun (costa ovest della penisola), una riserva piena di uccelli vari tra cui
(e forse la cosa piu’ attrattiva) i fenicotteri rosa.
Ciao.
24
Dic. ‘05
Caspita, doveva essere di buon mattino ma visto che alle 12,00 eravamo ancora nell’Hostal abbiamo cambiato idea e siamo andati in un paesi no (Yaxcopoil) dove vi e’ una “Hacienda” (una sorte di cascina, fattoria, fazenda, tenuta) che si dedicava fino al 1984 (a parte all’allevamento di bestiame) alla lavorazione del “henequen” una fibra che si ricava da una pianta (agave) molto resistente la quale era esportata in tutto il mondo. La “Hacienda” fu fondata nel XVII secolo e ci lavoravano circa 500 persone (ovviamente i padroni dei quali rsetano dei ritratti NO, loro come sempre comandavano), purtroppo con l’invento della plastica e’ letteralmente morta la lavorazione e quindi gran parte dell’economia della zona, con la globalizzazione poi nemmeno a parlarne. In tutto il Mexico ci sono tantissime “haciendas” che oggi giorno sono utilizzate come alberghi o ristoranti, intere tenute di stile coloniale con colori vari; i piu’ ricchi le affittano per fare i matrimoni o eventi vari, i poveri invece non sanno nemmeno dell’esistenza.
Hacienda Yaxcopoil
Il
paesino (Yaxcopoil) di per se e’ piccolissimo e molto povero; abbiamo fatto
amicizia con vari bambini i quali aspettavano con ansia la sera per rompere la
“pignata” (una pentola di terracotta ricoperta di carta colorata con
dentro caramelle varie; una tradizione portata dagli spagnoli con uno scopo
ben preciso, “cristianizzare gli indigeni”). Gli abbiamo regalato dei
peluche che portiamo con noi da citta’ del Mexico. Certo non cambieremo
l’economia del Mexico ma almeno regaleremo un sorriso a questi poveri
bambini….e a pensare che l’intero “pueblo” (paese) viveva
“nell’epoca d’ oro di Yucatan” proprio grazie al “henequen”.
Yaxcopoil e pignata di Natale
Al
ritorno a Merida cena a casa di amici di citta’ del Mexico per brindare il
Santo Natale fino alle 2,30 di notte. Che avra’ di diverso questo giorno per
le tante persone povere del Mexico? Se qualcuno ha la risposta per favore che me
la mandi. Che stupido non ci avevo pensato, “la pignata” e’ la risposta
esatta, grazie comunque.
Buona
notte.
25
Dic. ‘05
Finalmente
siamo arrivati alla famosa riserva di “Celestun” (2 ore di viaggio in
autobus).
Dopo
una piccola ricerca fra i tanti tour che ti offrono un giro in barca a motore o
canoa, abbiamo optato per la canoa visto che spaventa di meno le colonie di
fenicotteri rosa e quindi “presumibilmente” e’ piu facile avvicinarsi per
ammirarli.
Celestun
e’ una riserva che si trova vicino alla costa e quindi e’ attraversata da un
fiume. E’ assolutamente da vedere, sia per i fenicotteri rosa ma anche per
fare assolutamente niente, o meglio sedersi in uno dei ristorantini in riva al
mare e godersi una “cerveza” con il caldo mexicano. Il tour con la canoa
permette di entrare all’interno dei canali di “manglar”, un albero tipico
della riserva, e quindi immergersi letteralmente in essa. Malgrado il mezzo non
avesse il motore i fenicotteri rosa sono oramai esausti dei tanti visitatori,
quindi piu’ ci si avvicina a loro e piu’ questi vanno via. Comunque sia e’
uno spettacolo garantito; secondo la guida sono di color rosa a causa di una
larva che mangiano, sara?
Celestun
Al
ritorno, due ragazzi mexicanos (lui Jorge, lei non mi ricordo) che erano con noi
nella canoa ci hanno dato un passaggio fino a Merida dove anche loro
pernottavano. Insisto col dire che “los
mexicanos son unicos.
Cena
in centro e poi via, domani si parte per Valladolid, prima di arrivare pero’
sosta obbligatoria a Chichen Itza’ (si trova lungo la strada), una delle
piu’ belle citta’ Maya da non perdersi.
26 Dic. ‘05
Da
Merida per arrivare a Valladolid c’e’ un autobus ogni ora e impiega circa 3
ore, mentre fino a Chichen Itza circa 2 e mezzo.
autobus Mèrida
Chichen
Itza’ a differenza delle altre citta’ Maya presenta una influenza Tolteca,
un popolo emigrato da Tula (nord della citta’ de Mexico) e che decise mettere
radici nello Yucatan (e ci credo). Secondo gli archeologi il primo nucleo che
abito’ Chichen Itza’ era completamente Maya pero’ per cuase ancora ignote
fu abbandonato nel IX secolo d.C. Agli inzi del X-XI secolo arrivarono per
l’appunto i Toltecas (o meglio Itzaes) che ricostruirono parzialmente la cit
ta’, per questo motivo una zona e’ riccamente decorata con il Dio della
pioggia “Chac” (i veri Maya), mentre l’altra con
Chichen Itza
Ci
ero stato 5 anni fa e al rivedere la piramide di Kukulcan ho avuto lo stesso
impatto, impressionante. E’ una
piramide fatta da 4 lati; per ogni lato vi e’ una scalinata di 91 gradini che
per 4 (i lati) da 364, inoltre sommato alla piattaforma che si trova in cima
(paragonabile a un ulteriore gradino) corrisponde al 365 o meglio i giorni di un
anno solare. Ogni anno durante l’equinozio (20-21 marzo e 21-22 settembre) la
posizione del sole proietta l’ombra di uno spicolo della Piramide sul bordo
della scalinata creando la sagoma di un serpe nte o meglio il Dio Kukulcan. In
sintesi
Da non perdersi anche il “Juego de
Da
Chichen Itza’ per arrivare al paesino piu’ vicino dove vi e’ piu’ scelta
di alloggi (per l’appunto Valladolid a
(In
alternativa se non si vuole andare a Valladolid all’uscita di Chichen Itza a
Arrivati
verso le 20,30 giusto il tempo per trovare un hostal, il piu’ gettonato nella
Piazza de
A
domani.
27
Dic. ‘05
Valladolid
e’ piccola (40,000 abitanti), stile coloniale (per cambiare) fondata dal
nipote di Francisco de Montejo nel 1543 (tra zio e nipote bella coppia di…..).
A
parte come sempre la cattedrale e il palazzo municipale e cosettine varie, una
sosta a Valladolid e’ necessaria se si vogliono visitare i “cenotes” e
farsi in essi un bagno. Nei pressi ci sono almeno 3, quello in centro il “Zaci’”
(l’antico nome della citta’ Maya prima dell’arrivo del cattivello nipote
di Montejo), mentre a circa
Stasera
o meglio alle 2,45 di notte si parte verso Chiquila al nord della costa dello
Yucatan (3 ore e mezzo di viaggio) dove ci sono i traghetti per Holbox, un isola
da…….vedere.
A
domani.
Valladolid
Cenote
28 Dic. '05
Alle
6 di mattina arrivo al piccolo porto di Chiquilà, vi risparmio la critica
relativa all'aria condizionata dell'autobus (vedere rifer imento 17 Dic.).
Con 40 pesos e circa 20 minuti di percorrenza il traghetto ci conduce alla
piccola e tranquilla isola di Holbox a nord della penisula dello Yucatan a
circa 2 ore ad ovest del polo turistico di fama internazionale “Cancun”
che per coloro che amano l'avventura e quindi il Mexico selvaggio sconsiglio
vivamente di andarci, mentre per chi ama una vacanza fatta da Club Med,
prenotazioni e cemento Cancun è fatta per loro.
Holbox è davvero piccola, fu fondata dai pirati il 1854 ed è un piccolo paradiso terrestre che per sua grazia è abbastanza sconosciuta. Una lunga e larga spiaggia bianca sul lato nord arricchita da palme è la meta di molti turisti europei e quasi nulla di "gringos" (che vuoi piu' dalla vita). La maggior parte degli alloggi sulla spiaggia sono costruiti con pieno rispetto della natura, case di legno dove all'ombra di una palma e disteso su una hamaca puoi goderti questo Eden mexicano.
Holbox
Purtroppo questa è stata l'impressione che ho avuto di quella Holbox che doveva essere prima dell'uragano Wilma (ottobre 2005) che ha distrutto gran parte dell'isola, difatti in quella occasione tutti gli abitanti sono dovuti evacuare. La maggior parte delle strutture (appunto di legno) sono state spazzate via, e le alghe che hanno completamente coperto le spiagge hanno aumentato la presenza di "mosquitos (zanzare) e chaquistes (moscherini)" che ti rendono la vita davvero impossibile. L'isola (che spero si risollevi al piu' presto) presenta delle attrazioni naturali quali: la presenza di tartarughe in settembre che vengono qui a riprodursi, il “tiburon-ballena” in giugno e i delfini, mentre una parte dell'isola è completamente un'intera distesa di "manglar". La maggior parte delle ex strutture alloggio sono di proprietà di italiani (i gringos del futuro? ??) che stufi della solita vita hanno deciso di abbandonare tutto e iniziare una vita nuova (personalmente d’ammirare) come ad esempio “La Palapa” di un certo Lino da Genova, una struttura che purtroppo è da costruirsi ex-novo. Vari ristorantini sulla spiaggia offrono piatti tipicamente a base di pesce; con circa 11 dollari, zuppa di frutti di mare e filetto di pesce cotto al carbone avvolto in foglie di banana (davvero buono).
Risultato del maledetto
uragano e sopratutto della presenza de “los mosquitos” giusto un giorno
di pernottamento per immaginare la Holbox che era e che sara'. Ci ritorneró.
29
Dic. ‘05
Partenza alle 7,00 arrivo a Chiquilá verso le 7,30 e da li partenza verso Cancun per fare scalo e andare diretti a Playa del Carmen (incredibile da Cancun parte un autobus per Playa del Carmen ogni 10 minuti e soprattutto pieno). Arrivo a Playa del Carmen verso le 13,00. Playa del Carmen è un’altra meta turistica a livello mondiale e per lo stesso motivo da evitare se si vuole la tranquillitá del México “desconocido”. Fortemente gringolarizzata (tutti i prezzi sono in dollari) rappresenta una sorte di Mondragone (con persone però di un certo livello), dove ci trovi tutto l’artigianato mexicano con prezzi il triplo che solo i gringos “ingenuamente” possono comprare. Alberghi che offrono tutti i conforts e ristoranti con tutte le cucine internazionali, inevitabile l’italiana, come si puo immaginare di andare in Mexico e mangiare spaghetti o pizza?? Che vergogna!! Insomma la tipica meta per coloro stile Alpitour.
Di
corsa al molo per prendere il traghetto (110 pesos) per andare all’isola
di Cozumel, la vera ragione per la quale sono arrivato a Playa del Carmen.
La
fama di Cozumel (e di gran parte del caribe mexicano) è la presenza di un
“arrecife” (barriera corallina) il quale è il secondo più grande del
mondo (il primo si trova in Australia), che parte dal Mexico passa per
Belize, Guatemala e arriva sino a Honduras (circa 800-1000 kilometri di
lunghezza). Cozumel a parte un centro storico anch’esso fortemente
gringolarizzato dove agni giorno arrivano varie navi crociere di turisti
gringos (che fortunatamente alla sera vanno via), offre alcune spiaggie
tranquille bagnate ovviamente dalle acque azzurre del caribe.
L’attrazione
principale è fare snorkel o meglio ancora sub visto che parte della
barriera corallina si trova a profondità elevate. Dopo aver trovato una
siste mazione nei pressi del centro (150 pesos a persona al Cozumel Inn),
pranzo al ristorante Casa Denis dove a parte l’acqua di “horchata” più
buona del Mexico ho provato la crema di Chaya una sorte di asparrago tipico
dello Yucatan che viene mischiato al formaggio philadelphia e fatto crema.
Nel tardo pomeriggio ricerca dell’agenzia più conveniente per affittare
una moto per l’indomani e girare per l’isola. Tra le tante, quella di un
certo Jesus, una brava persona (sarà per il nome) ci offre la moto per
l’intera giornata a soli 20 dollari (gli altri volevano dalle 25 alle 28)
e ci consiglia di fare snorkeling “fai da te” insomma fittare solo
l’occorrente (pinne, maschera e tubo, 5 dollari) e andare con la moto alle
varie spiagge anzicchè pagare un tour, ovviamente accettiamo.
In
serata giro in porto e poi a nanna.
30
Dic. ‘05
Ore
9,30 colazione a Casa Denis, piatto di frutta di stagione con yogurt e
cereali.
Ore
10,00 all’agenzia, Jesus ci fa le solite raccomandazioni, mettere il casco
e non superare i 60 km orari e poi ci da la benedizione (questo tizio non
poteva chiamarsi diversamente).
Prima
della partenza le solite scaramanzie napoletane (non si sa mai, malgrado
l’amico Jesus) e poi diretti verso il sud dell’isola ( Punta Sur) con
sosta obbligatoria alle varie spiagge che si incontreranno nel cammino.
A parte alcune di queste con stile riviera romagnola frequentate sempre da loro, gli intoccabili gringos, quasi tutte le spiagge offrono la possibilita’ di fare snorkel donde è possibile vedere vari pesci colorati tipici dei mari tropicali però se si vuole vedere la barriera corallina bisogna andare a profondità più elevata e quindi fare necessariamente sub questo anche perché le parti che erano a poche profondità sono state spazzate via dall’uragano. Colazione a sacco a base di frutta comprata nel mercato rionale prima della partenza dove un parcheggiatore abusivo offriva, incluso nella tariffa, un servizio di ombra mediante un cartone che ricopriva l’intera sella della moto, un’idea da esportare per i parcheggiatori napoletani; al piu’ presto chiederò il brevetto. Spettacolare il tramonto a Punta Sur. Di sera al ritorno inevitabile la cena a Casa Denis. Tutto sommato è stata una giornata tranquilla, mare, pesci e sole....sole pesci e mare.
Cozumel
Domani
si va a Tulum.
31
Dic. ‘05
Di
“buon mattino” alle ore 13,00 siamo ritornati alla Mondragone del Caribe
e con un autobus di seconda classe (in quelli di prima non c‘erano posti)
diretti a Tulum (circa 100 km a sud di Playa del Carmen). Dopo un’ora di
inferno, l’autobus era super affollato ed io ero tra le tante persone
all’impiedi con un caldo micidiale, si è toccato Tulum. Dalla centrale
degli autobus situada nella parte centrale del paesino un taxi per 35 pesos
ti porta sulla spiaggia piu’ bella e tranquilla del caribe mexicano dove
se non fosse stato per il 31 dicembre trovar e una “cabaña” libera che
va dai 180 alle 250 pesos non sarebbe stato un problema, ma sembra che tutti
abbiano fatto la pensata di trascorrere qui la fine dell’anno. Con, direi
non poca fortuna, abbiamo incontrato degli amici italiani che vivono a
citta’ del Mexico (Edoardo, Paola e Manuela--Roma, Milano, Sassari) che
avendo 2 tende (al campeggio della spiaggia) ci hanno offerto volentieri
alloggio. Dopo cena, nello stesso ristorante delle “cabanas” (Don Cafeto)
dove si mangia davvero bene, ci siamo diretti al bar-discoteca del lido dove
abbiamo festeggiato l’arrivo dell’anno nuovo sotto un cielo stellato, su
una spiaggia bianchissima e di fronte al mare del caribe mexicano.....cosa
vuoi di piu’ per l’anno nuovo???
Auguri,
a domani.
1
Gen. ‘06
Buon
anno.
Malgrado
la fiesta e i litri di “cerveza” (birra) non si poteva fare a meno di
vedere l’alba e, il 2006 (accompagnato dallo scenario del Mexico) ci ha
regalato uno spettacolo divino, il sole lentamente fuoriusciva dal mare.
Stamane gran parte delle persone sono andate via dando respiro alla spiaggia
oramai invasa dai turisti (fortunatamente non gringos). Giornata
fondamentalmente tranquilla, interamente dedicata al riposo o come dicono in
Mèxico “echando la hueva”. Mare...riposo...mangiare...di nuovo
mare...di nuovo riposo...e di nuovo mangiare. Sarà vero il detto che dice
“quello che fai il primo dell’anno lo farai tutto l’anno?” Speriamo
di si.
Di
sera un pò di vento ha riempito la tenda di sabbia, ma tutto sommato non ci
si può lamentare.
Hasta mañana.
2 Gen. ‘06
Dopo
una forte colazione stile mexicano (i m essicani non si limitano al semplice
caffe-latte con merendina, come minimo uova con pancetta o prosciutto
accompagnato con peperoncino e crema di fagioli.....insomma leggerino) per
non perdere l’abitudine siamo andati a visitare le rovine dell’ennesima
città Maya, Tulum. La bellezza spettacolare di Tulum (così come Machu
Picchu in Perù) è data senza dubbio dal contesto naturale in cui si trova,
si affaccia sul caribe mexicano che offre un panorama meta principale di
tanti turisti. La citta’ in se e’ piccolina. Il nome originale Zama vuol
dire appunto “amanecer” cioè alba visto che gli antichi abitanti erano
i primi di tutto il territorio mexicano a vedere l’alba (chiamali fessi).
Circondata da una muraglia su tre lati, mentre il quarto (uno dei due lati
piu’ lunghi) affaccia appunto sul mare utilizzato anche da avvistamento
per difendersi dai nemici, rappresentò una delle più grandi città
portuali raggiungendo il massimo splendore nel 1542 grazie appunto al
commercio marittimo. In o rigine, secondo gli archeologi gli edifici
dovevano essere dipinti di rosso, giallo e azzurro (ancora tuttora non si
capisce se tifavano per la Roma o il Napoli) quindi l’impatto che ebbero i
“conquistadores” arrivando in Mexico dal mare (condotti da Juan de
Grijalva) fù senz’altro impressionante. Questi ovviamente furono ben
accolti dai “Tulumesi” che regalarono loro oro e cacao, mentre quei
fetentoni ne eppofittarono malamente.
Adda
venì.
Nel
pomeriggio solito bagnetto nelle acque calde del caribe (15-20 gradi). In
serata giretto al centro (nulla di particolare) che rispetto a 5 anni fa che
c’ero stato per la prima volta è cresciuto a dismisura; speriamo bene che
Tulum non diventi come Playa del Carmen, altrimenti vista l’analogia con
Mondragone a Tulum le toccherebbe la sorte di Pescopagano.
Ciao.
Buongiorno.
Visto
anche qui la grande presenza d’italiani che stanno facendo i propri
affari, nei pressi delle “cabañas” un certo Riccado con moglie e figli
tutti di Ferrara (tipica cittadina mexicana) offre tours per vedere la
barriera corallina (snorkel e sub), che in questo posto del caribe non è
tanto profonda e i noltre non è stata danneggiata da quel oramai famoso
uragano.
Con
noi avviamente anche altri 4 turisti italiani, mi domando “ma quanti ne
siamo???”
La
barriera corallina davvero merita, c’è chi dice di aver visto anche il
pesce aquila una bestia gigante con una coda immensa che per fortuna non ho
visto altrimenti.....vabbè meglio non dirlo.
Lo
stesso Riccardo, ovviamente nativo del posto, offre tours ai vari
“cenotes” della zona, di cui uno stupendo che me ne aveva parlato già
mio cugino Rosario che c’era stato l’estate scorsa ma, avendone visti 3
a Valladolid abbiamo esitato.
Il
resto della giornata è trascorsa nella pura tranquillità, sole e mare.
Stamane
ci siamo diretti al sitio archeologico di Cobà a circa 1 ora da Tulum. Cobà
a differenza di altri siti archeologici non è stata restaurata offrendo
quindi quel fascino antico che avvolte un restauro troppo invadente
distrugge. Immenso nella selva dello stato di Quintana Roo presenta
un’architettura diversa dalle città Maya vicine come ad esempio
Chichen-Itza; al contrario invece la presenza di piramidi vertiginosi e di
“estelas” ricordano un pò Tikal in Guatemala. Secondo gli archeologi la
causa è dovuta a un matrimonio tra questi due gruppi che favorì quin di un
interscambio di cultura e di stile. Il sito fù popolato molto prima di
Chichen-Itza ed ebbe il suo massimo splendore tra l’800 e il 1100 d. C..
Impressionante la vista della selva dalla cima del Nohoch Mul o meglio la
Gran Piramide (42 metri), una distesa immensa di verde, un silenzio
incantato purtroppo interrotto da una pessima voce squillante romana che
chiamava alla sua amica fiorentina e che in coro ripetevano Forza Viola....,
Forza Roma....., Forza Viola...., Forza Roma.......ma si può vivere così?
Ritorno con autobus di seconda classe, ma questa volta con tanto di posto a sedere e ancora tanto di aria condizionata, con un autista super gasato amante della “musica” che aveva forse comprato da poco il suo impianto stereo “fai da te” (una sorte di cassa acustica con integrato lo stereo) felice di farlo notare a tutti con musica ad alto volume di salsa mischiata con musica electronica, insomma mal di testa assicurato.
Arrivato
a Tulum e ringraziato il futuro Disc-Jokey ci siamo goduti per l’ultimo
giorno Tulum; domani si ritorna a casa, ci aspettano circa 23 ore di viaggio
speriamo che l’aria condizionata non funzioni.
Ciao.
5
Gen. ‘06
Dopo
l’ultimo bagnetto, via alla “central camionera” ore 16 partenza per il
D.F. (Distrito Federal) cioe’ Città del Mexico. Mi domando solo se la
befana riuscirà ad attraversare l’intero Oceano Atlantico per portarmi
qualcosa. In Mex ico la befana non esiste (da quanto sappia è una
tradizione puramente italiana) qui esistono i Re Magi (un altro regalo della
chiesa cattolica fatto agli indigeni) e per l’usanza si mangia una sorte
di dolce chiamato “Rosca de los Reyes Magos”.
L’autobus
è partito in orario ed è arrivato puntuale, la befana invece no.
Ciao
e alla prossima.
"Mexico
non si discute, si ama"
Gennaro gennaro1970@yahoo.it