I SASSI DI MATERA

Italia

Racconto di viaggio 2012

di Giorgio Paolillo

 

Visitare i sassi è un pò come inoltrarsi nelle nostre origini umane, ma allo stesso tempo ammirare con quanta tradizione, buon senso e cultura tutta italiana si possa creare un tale agglomerato urbano.

    


L'idea di partenza è quella di integrarsi in un'ambiente rupestre partendo dall'idea della caverna e sfruttarne le sue caratteristiche per abitarci e per difendersi come nell'era paleolitica.
Qui è complice la natura friabile della roccia callcarenitica ovvero del tufo, facile da lavorare e scavare per creare ambienti, vani, nicchie e le stesse costruzioni.

 

     


Poi nel tempo l'uomo ha saputo fare di meglio come la raccolta dell'acqua piovana nelle sue cisterne o la creazione di abitazioni a strati scavate nel tufo in ambienti sovrapposti per sfruttare sistemi di ventilazione naturali oppure per riscaldarsi addirittura col calore degli animali domestici.
E' emozionante percorrere le viuzze strette, le centinaia di piazzette nelle quali si svolgeva la vita sociale, molte delle quali si affacciano sul canyon in cui era stata realizzata la città antica, qui detto anche gravina.
Soffermatevi a osservare le stratificazioni di case le une addossate alle altre come a Santorini o La Paz: non si può che restare colpiti.


I sassi di Matera, per quanto siano stati un' inno alle condizioni più miserabili di vita rispetto agli standard odierni, hanno una loro compostezza ed una loro anima.
Finito il periodo del tutti fuori, sostanzialmente originato dalla sovrapopolazione di fine ottocento e inizi novecento e quindi nello scandalo del dopoguerra, oggi è un piacere vedere un nuovo inizio di ripopolamento.
Certo le condizioni di vita non sono ancora quelle "supposte" ideali e non si può arrivare sottocasa con la propria auto, ma un buon compromesso tra le esigenze abitative e l'amore per la natura ed un mondo in via di estinzione.
Affacciarsi sulla gravina oggi è un pò come affacciarsi a Venezia: lo sguardo viene catturato dall'imponenza del canyon, dai suoi colori, dal volo del falco grillaio che si sta facendo ritornare a casa.


Poi al tramonto, come se di giorno non ci fosse, arriva la magia delle mezze luci ed i Sassi rivivono sia se percorsi nel loro interno, sia se visti dalla montagna opposta che permette di comprenderne meglio la morfologia con un migliore sguardo d'assieme.


Per finire non trascurate anche di visitare, eventualmente con una guida, le chiesette rupestri, mirabili costruzioni anche queste ricavate all'interno degli scoscesi contrafforti del canyon, magari al tramonto come è capitato a noi
Tutto questo a Natale quando si rappresenta il Presepe o a Pasqua per la Via Crucis deve assumere una valenza unica

 

Il video

http://www.youtube.com/watch?v=Wxbtdb50NSU&feature=youtu.be

 

 

 

Giorgio Paolillo

Giorgio.Paolillo@Teletu.it

 

 

 

 

 

 

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