CARLO
E BIANCA ALLA SCOPERTA DEL:
Diario
di viaggio
dal 4 al 9 Marzo 2011
di Carlo Amato
Ad
inizio anno pensavamo di partecipare ad un Carnevale ma, scartata l’ idea di
Rio de Janeiro che ci spaventava per le note vicende criminose che lo
caratterizzano ed avendo a disposizione pochi giorni, pensavamo ad uno
particolare che facesse per noi.
L’
idea di un Carnevale “diverso” ci è venuta quando, sfogliando per caso un
magazine di viaggi inglese, siamo venuti a conoscenza di questa manifestazione
che si tiene a Malta nei
5 giorni che precedono il Mercoledì delle Ceneri. I giorni del Carnevale sono
cinque giorni di follia, con carri colorati montati su camion che sfilano tra le
strade de La Valletta,
bambini e adulti in maschera a far festa in strada e ai vari parties
organizzati nell'isola. La festa di Carnevale è stata portata a Malta
dai Cavalieri dell'Ordine di San
Giovanni, nel XV secolo. I Cavalieri amavano le feste, e videro il Carnevale
come un'occasione per poter bere, travestirsi e divertirsi. Questi
festeggiamenti entrarono presto a far parte delle tradizioni Maltesi e si
svilupparono negli anni. Il centro di attrazione per le feste di Carnevale a
Malta è sicuramente La Valletta.
Squadre diverse preparano grandi carri colorati che hanno delle parti che si
muovono, e, inoltre, sono inclusi i posti per i ballerini. I carri sfilano
lentamente tra le strade de La Valletta
e Floriana, tra gli spettatori mascherati e altri ballerini dai
costumi grotteschi. I festeggiamenti principali si tengono al City
Gate de La Valletta,
dove i carri e i loro ballerini sfilano contendendosi il premio di miglior carro
dell'anno e altri prestigiosi premi ma il Carnevale si festeggia in tutta l’
isola ed anche a Gozo. Allora quale occasione migliore di andare a Malta anche
per visitare questa bellissima isola? E poi a marzo certamente non saremo
travolti dalla marea dei vacanzieri estivi!
Malta
è un arcipelago nel Mar Mediterraneo formato da cinque isole. Di queste,
soltanto le tre più grandi – Malta, Gozo e Comino – sono abitate. Il
territorio è piatto e roccioso, con numerose scogliere sulla costa. Malta, nel
cuore del Mediterraneo, è un crogiolo di civiltà con una storia millenaria:
Malta è stata sempre abitata a partire dal 5200 a.C. Un'importante civiltà
preistorica era già presente sulle isole prima ancora dell’arrivo dei fenici,
che diedero all’isola principale il nome Malat,
ossia “rifugio sicuro”. In seguito le isole furono per secoli la sede
dell’Ordine dei cavalieri dell’ospedale di San Giovanni e successivamente
parte dell’Impero britannico.
Malta
ha conquistato l’indipendenza nel 1964.
5
marzo 2011
VALLETTA
Da
Fiumicino decolla il nostro aereo per Malta. Arriviamo all’ aeroporto
internazionale maltese, definito il migliore del 2010, e con perfetta puntualità
troviamo un autobus shuttle che ci porta al nostro albergo a
Sliema, cittadina
marittima situata lungo la costa nord-orientale dell’isola di Malta,
località turistica rinomata per le splendide spiagge, il paradisiaco clima
mediterraneo e i locali dedicati al divertimento. Il nome Sliema
è di origine araba e significa “salve!”,
parola con cui i marinai maltesi di un tempo si rivolgevano alla chiesa di
Nostra Signora, entrando e uscendo dal porto con le loro imbarcazioni cariche di
reti e di pesce. Sistemati i bagagli, come è nostro solito, ci impegniamo
subito nella scoperta dei luoghi dirigendoci subito a Valletta. Abbiamo il primo
incontro con i caratteristici vecchi e
scassati autobus gialli e rossi. Per spostarsi
in quest’isola l’autobus è un ottimo mezzo, perché, sebbene all’interno
siano tutti vecchi, scomodi e scassati, il biglietto costa poco, sono puntuali,
la rete è capillare e si riesce ad arrivare un po’ dappertutto. Senza
considerare il fatto che consente di immergersi proprio nella vera vita maltese.
Per usare una metafora, potremmo dire che gli autobus rispecchiano un po’ le
caratteristiche di questo popolo: ad una trasandatezza degli interni che ricorda
molto il mondo arabo, si contrappone una puntualità ed una precisione tutta
inglese. Durante il
trasferimento conosciamo Bernadette Pace,
l’ assessore alla cultura di Malta, (molto semplicemente usa il bus e non l’
auto blu…) che si congratula con noi per aver scelto l’ occasione del
Carnevale per venire a Malta e dandoci molti consigli per trascorrere al meglio
il nostro soggiorno.
Arriviamo
alle porte di Valletta dove ci sono i preparativi per la sfilata serale dei
carri, che si terrà a Floriana
mentre intanto si avvia quella destinata ai bambini che si snoda per le strade
della capitale. E’ un Carnevale dedicato direttamente ai giovanissimi!
Ovviamente i carri sono di dimensione ridotte dovendo passare per le strade
cittadine che non sono certamente molto ampie ma tuttavia sono molto fantasiosi
e soprattutto affollati di figuranti in costume tutti giovanissimi! E’ proprio
una bella iniziativa!
Seguendo
i carri per via della Repubblica arriviamo alla St.
John’s Co-Cathedral. (perché
co-cattedrale? Perché la cattedrale di San Paolo a Mdina è più antica ed è
pertanto rimasta cattedrale anche quando è stata costruita quella di San
Giovanni, che si è dovuta accontentare del titolo di co-cattedrale). Una particolarità di tutte le chiese maltesi
è quella di avere due orologi, di cui uno funzionante e l’altro fermo, allo
scopo di disorientare e scacciare il diavolo. All'incrocio
tra Republic street e Old
Theater street c'è George's Square,
con una singolare fontana dove in determinati orari l'acqua
zampilla a ritmo di musica, e di sera si aggiungono anche le luci molto
suggestive. Alcuni ragazzi giocano a prevedere e….. evitare gli zampilli.
Risultato un bel bagno che a marzo non è che faccia proprio piacere! Proseguendo
ancora nel nostro cammino ci accorgiamo che Valletta è fatta di tante piccole
stradine che salgono e scendono e che, vagamente, ci ricordano un po’ Lisbona.
Su ogni casa si affacciano degli strani balconcini chiusi, in legno, colorati di
verde e di azzurro, che, poi, scopro chiamarsi gallorijas:
sono un retaggio della cultura araba, poiché da queste finestre le donne
maltesi potevano osservare, senza essere viste, ciò che accadeva per la strada. E
che dire delle cabine telefoniche rosse lasciate dagli inglesi? Sono
funzionanti!. Iniziamo
il giro dalle mura, lungo il Marsamxett Harbour di fronte a Sliema, poi
proseguiamo per raggiungere l’
estremità della penisola dove sorge il Castel S. Elmo (chiuso) e godiamo di uno splendido spettacolo delle
onde del mare che si infrangono su Punta
Ricasoli. A Valletta ci sono anche le carrozzelle con cavalli un po’
denutriti, in verità…e che sostano alle fermate degli autobus….Concorrenza?
Arriviamo ai Lower Barrakka Gardens
dove il sorge il Malta
Siege Memorial, il monumento che commemora la resistenza maltese agli
attacchi del 1942. In cima c’è una grossa campana, che si può raggiungere
salendo qualche ripido gradino, che suona ogni giorno a mezzogiorno. Si
offrono ai nostri occhi splendidi panorami, complice il sole che attraversa le
nuvole dando una magica atmosfera al tutto. Facciamo una capatina a Vittoriosa
la prima capitale dei Cavalieri di San
Giovanni, anch’essa avvolta da una poderosa cinta muraria, passando per Piazza
Vittoria e dando uno sguardo al porto turistico dove sono attraccati dei
bellissimi yacht.
Un
po’ di stanchezza, torniamo in albergo. Domattina tappa a Marsaxlokk dove si festeggia un Carnevale modesto ma da vedere. E
poi…..si mangia dell’ ottimo pesce!
6
marzo 2011
MARSAXLOKK
Per
arrivare a Marsaxlokk, inserito in
una baia a sud-est dell’isola, grazie al nostro autobus facciamo un bel giro
panoramico.
Marsaxlokk
è un
piccolo villaggio di pescatori caratteristico per la grande quantità di “luzzu”, le caratteristiche barche dei pescatori, ancorati in
porto. Sono bellissimi, coloratissimi, e rendono vivace il porto con i loro
occhietti di Osiride a prua a proteggerli dalle cose cattive. Incontriamo
pescatori che aggiustano le barche, altri che sistemano le reti e poi arriviamo
ad un mercatino dove sono esposti i famosi merletti maltesi. L’incanto del
posto è rovinato da una ciminiera gigantesca che spunta dalla costa, di fronte
alla quale si trova un terminal container: opere bruttissime, segno
dell’industrializzazione della zona.
Quasi
sul fronte mare si affaccia anche la ottocentesca chiesa del paese, Nostra
Signora di Pompei. Incontriamo
componenti di una banda musicale che accompagnerà la sfilata che si terrà il
pomeriggio: sono di Catania!
Siamo
venuti qui per mangiare il pesce e così facciamo: andiamo al ristorante Pisces,
un bell'ambiente dove servono ottimo pesce fresco. Il
piatto forte è il polpo ma da provare assolutamente l'antipasto ed il misto di
crostacei e molluschi... buoni da impazzire! Ma
anche l’ antipasto Bigilla
fatto con un purè di fagioli secchi chiamati “do
tal-Ġirba”, simile a quelli utilizzati per l'egiziano Ful-Medames,
e mescolato con sale, pepe, olio d'oliva, l'aglio schiacciato e il
prezzemolo tritato. Ci è piaciuto tanto ma tanto che lo faremo spesso tornati a
Napoli. E’ l’ ora della sfilata carnevalesca e ritroviamo la banda che
abbiamo incontrato al nostro arrivo: nel loro repertorio canzoni napoletane! Io
mi unisco a loro con somma gioia ed un pizzico di orgoglio.
E’ proprio vero, la musica napoletana la si trova in ogni parte del
mondo. Torniamo in serata a Sliema ed approfittiamo per dare uno sguardo dal
terrazzo del nostro albergo alla baia e alle tre Città Vittoriosa, Seglea
e Kalkara sotto una luce di grande
effetto. Un breve riposo e subito cena. Ci aspetta la sfilata serale a Valletta.
Evento
che ogni anno richiama migliaia di spettatori, che accorrono per veder sfilare
un allegro e festante serpentone di oltre mille figuranti. Pezzo forte della
sfilata sono sicuramente gli scenografici e
pittoreschi carri allegorici, realizzati con maestria e fantasioso ingegno. Una
tradizione che si ripete ormai da 450 anni e che fa, di quella di Valletta, una
delle sfilate storiche e più antiche. Bambini
e adulti in maschera a far festa in strada, carri fantastici con impianti di
diffusione di musica a tutto volume che stordisce, varie “scuole” di danze
che accompagnano i carri stessi (un po’ come a Rio) e poi tanta, tanta
allegria che ci contagia e ci porta ad unirci a loro incuranti del freddo che
aumenta sempre più. Impossibile descrivere l’ euforia che prende tutti i
partecipanti: è Carnevale e questo giustifica tutto, anche in un’ isola
perduta nel Mediterraneo. Al termine della sfilata i carri sostano nel piazzale
di fronte al City Gate, la porta della città, dove in altri giorni, intorno
alla fontana del Tritone, si snoda il bus terminal, con i caratteristici
autobus gialli e rossi. Sono le due passate……dobbiamo tornare in
albergo e stavolta Malta ci sorprende per la sua organizzazione: i bus
stazionano in altro spazio più distante ma il servizio di collegamento è
assicurato da shuttle! Che stanchezza….Domani saremo a Gozo.
7
marzo 2011
GOZO
La
giornata di oggi prevede una gita a Gozo,
isola che si trova a Nord di Malta. La sveglia è di buon'ora, per andare a Cirkewwa,
all'estremità nord di Malta, ed imbarcarci sul traghetto che ci porterà a Gozo
nel porto di Mgarr.
Partendo
da Valletta tocchiamo Msida, Birkikara e Mosta, dove
si trova la famosa Rotunda, la chiesa
dedicata all’Assunta con la terza cupola più grande d’Europa, seconda solo
a quella di San Pietro a Roma e a quella di Santa Sofia ad Istanbul. Da qui,
attraversando un paesaggio di vaste colline brulle costellate di muretti a
secco, arriviamo
a Saint Paul’s Bay, la baia dove si
narra sia naufragato San Paolo durante il suo viaggio verso Roma. Lungo tutta
questa baia si estende una miriade di alberghi, colate di cemento che hanno
rovinato un paesaggio che rimane, comunque, stupendo. Il colore dell’acqua è
impressionante, di un azzurro limpido e intenso che contrasta con il giallo e il
marrone della terraferma. La costa è estremamente frastagliata e le rocce
finiscono a strapiombo sul mare.
Da
Saint Paul’s Bay proseguiamo per Mellieha e, dopo circa un’ora di viaggio, arriviamo a Cirkewwa,
dove prendiamo il traghetto per Gozo. La traversata dura 25 minuti ed approdiamo
al porto di Mgarr e passando davanti
alla piccola Comino intravediamo la
famosa “laguna” blu immortalata in tanti film.
Ci
dirigiamo verso Victoria
e ci troviamo subito sull’acropoli,
dalla quale si snodano vie e viuzze tortuose, dal fascino senza tempo
e dallo stile arabeggiante, che vale la pena percorrere senza pensare troppo a
dove si sta andando. Dall’ alto di un belvedere, dove Bianca arriva prima di
me, la vista spazia a 360° e ci offre paesaggi molto suggestivi. Gli abitanti
di Gozo chiamano ancora la loro capitale Rabat,
sebbene sia stata ribattezzata Victoria
nel 1897 in onore dei 60 anni di regno della regina Vittoria.
Dopo
la Cittadella andiamo a Xaghra, dove
si trovano i templi neolitici di Ggantia,
due templi dalla pianta a trifoglio, che richiamano l’ idea che potessero
essere coperti da absidi. Un'ottima cosa è il pilastrino-audioguida che
illustra il sito archeologico in modo esauriente. Interessante il nome di questi
templi perché si credeva che li avesse costruiti una stirpe di giganti Gli
enormi massi sono ancora dove qualcuno li posizionò più di 5000 anni fa, prima
della costruzione delle piramidi egizie. Le sue possenti mura raggiungono i 7 m
di altezza.
Traghetto
per Cirkewwa
e solito scassatissimo, semivuoto bus che ci riporta a Valletta. Durante il
viaggio abbiamo modo di osservare questi mezzi di locomozione “vintage” che
sono comunque una simpatica attrattiva ma che saranno dalla prossimo estate
sostituiti da altri moderni e solo qualcuno sopravviverà. Cosa buffa è
che il campanello per chiamare le fermate è collegato ad una cordicella che
gira tutto intorno al soffitto: chi vuole che il bus si fermi non deve far altro
che tirarla. Inoltre, per tutto il tragitto viaggiamo con la portiera aperta:
altro che aria condizionata! E poi immagini sacre, l’ autista che fa i
biglietti e sforzi immani per ruotare il volante, spingere i pedali del freno e
della frizione, reggimani in corda intrecciata, miasmi di gasolio, vibrazioni
esagerate, macchinetta obliteratrice tenuta con nastro adesivo. Però, che
sfizio esserci stati a bordo prima della loro cancellazione dal folclore di
Malta. Ultimo brivido su una ripida discesa……Arriviamo a Sliema sani e salvi! Domani a Mdina.
8
marzo 2011
MDINA
Mdina,
l’ antica capitale di Malta, è una cittadina suggestiva circondata da
massicce mura, ricca di palazzi medievali e belle chiese riflettono
il suo vero fascino.
Un tempo formava un unico insediamento con la vicina Rabat e successivamente gli
arabi alzarono un sistema di mura che la fecero diventare una città-fortezza. Mdina
è una cittadina molto piccola, con popolazione inferiore a 300 persone. E
'anche chiamata “La Città
Silenziosa” dalla gente del posto.
Prima di varcare vediamo un maniscalco al lavoro.
La piccola città è percorsa da tante carrozzelle che danno un tocco di
romanticismo. Ci avventuriamo nelle
stradine ammirando splendide architetture come la barocca Cattedrale
di St. Paul,
progettato dall'architetto Lorenzo Gafa,
nel cui interno vi sono caratteristiche sculture in legno irlandese e sontuosi
pavimenti a mosaico. Fa
molto freddo a causa di un vento che persiste dal nostro arrivo. Usciti dalla
cittadina notiamo fra le tante cose una curiosa costruzione ad un piano: il Casino
Notabile completato
nel 1887, commissionato da nobili a Mdina come luogo per tenere incontri…..
sociali.(???) Mi viene di malignare… È
stato costruito da Paulson Webster,
l'ingegnere civile inglese che ha costruito la Royal Opera House di Valletta.
Catacombe
di S. Agata
Osserviamo
lungo il cammino che ci porta alle catacombe di S. Agata, graziosi
addobbi religiosi che caratterizzano la forte vocazione degli abitanti della
zona.
Le
catacombe di S. Agata (si dice che la
Santa pregasse qui) sono decorate da affreschi medievali mentre più nascosta
all’ interno c’è un’ altra bella cappella affrescata del IV secolo d.C.
Peccato che non ci facciano fare foto e riprese video. Torniamo a Sliema, all’
albergo, per rinfrancarci dal freddo subito e per un lauto pranzo.
Nel
pomeriggio, consigliati da un
dipendente dell’ albergo, andiamo al Duck’s Village a
Manoel
Island, un’ estensione di Sliema, attrezzatissimo marina per
barche. Ed è qui che ci imbattiamo nel Duck’s
Village, un luogo a dir poco bizzarro:
un giardino recintato con sculture in pietra e figurine di animali, nonché -
ovviamente - le anatre. E
quelle anatre hanno case, giardini, recapito telefonico, un cimitero e persino
una barca. Ogni
casa ha un cartello con, su di esso, il nome dell'anatra che lo abita. Un
posto strano ... ma ci è piaciuto. (E’ presente addirittura sul WEB!)
Ultimo
giro per Valletta e assistiamo al cambio della guardia dinanzi al Parlamento.
Per noi ormai è una consuetudine, ne abbiamo collezionati di “cambi della
guardia” viaggiando! Come non ci siamo fatti scappare la nostra solita “nave
in bottiglia” da collezionare. L’ abbiamo trovata in un negozietto di Merchant's
Street. Una ultima puntata alla piazza prospiciente la porta di Valletta per
dare un ultimo sguardo alla folla che si ammassa intorno ai carri carnevaleschi
e che saranno pronti per la prossima sfilata della serata: a Malta il Carnevale
continua ma noi domani partiremo per l’ Italia con un bellissimo ricordo di
questa isola, una
piccola perla preziosa del Mediterraneo e della sua capitale dichiarata
patrimonio dell’ UNESCO.
CALYPSO
Nella mitologia
greca Calipso è
una ninfa,
il cui nome deriva dal verbo greco kalyptein(«Colei
che nasconde»); ma sulla sua genealogia le fonti sono discordi:
§
Alcuni la considerano figlia di Atlante e
di Pleione: la leggenda
accettata da Omero.
§
Figlia di Elio (il
Sole) e di Perse,
quindi sorella di Eete e
di Circe.
§
Secondo Esiodo,
era una delle Oceanine,
figlie del titano Oceano e
della titanide Teti.
§
Infine appare anche nell'elenco delle Nereidi,
le figlie di Nereo e
di Doride.
Secondo
il racconto dell'Odissea di Omero era
invece figlia di Atlante e viveva sull'isola diOgigia,
che gli autori pongono nell'Occidente mediterraneo e che è simile alla penisola
diCeuta,
di fronte a Gibilterra ma
anche una grotta in riva al mare, nell'isola di Gozo,
viene indicata come la dimora di Calipso. Un giorno Ulisse,
scampato al vortice di Cariddi,
approdò sull'isola e Calipso se ne innamorò. L'Odissea racconta
come ella lo amò e lo tenne con sé, secondo Omero, per sette anni (secondo lo Pseudo-Apollodoro cinque
e secondo Igino solo
uno) offrendogli invano l'immortalità, che l'eroe insistentemente rifiutava.
Ulisse conservava in fondo al cuore il desiderio di tornare ad Itaca,
e non si lasciò sedurre.
Calipso
abitava in una grotta profonda, con molte sale, che si apriva su giardini
naturali, un bosco sacro con grandi alberi e sorgenti che scorrevano attraverso
l'erba. Ella passava il tempo a filare, tessere, con le schiave, anch'esse
ninfe, che cantavano mentre lavoravano.
Le
lacrime di Ulisse vennero accolte da Atena,
la quale, dispiaciuta per il suo protetto, chiese a Zeus di
intervenire. Il dio allora mandò Ermes per
convincere Calipso a lasciarlo partire e lei a malincuore acconsentì. Gli diede
legname per costruirsi una zattera, e provviste per il viaggio. Gli indicò
anche su quali astri regolare la navigazione.
Le
leggende posteriori all'Odissea attribuiscono
a Ulisse e Calipso un figlio, chiamato Latino,
più spesso considerato come figlio di Circe; talvolta, si racconta ch'essi
avessero avuto due figli, Nausitoo e Nausinoo,
i cui nomi ricordano la nave. Infine si attribuisce loro come figlio anche Ausone, l'eponimo
dell'Ausonia.
Carlo