LISBONA - LUZBONA, CITTÀ DELLE LUCI

Diario di viaggio 2022

di Saby Brambilla  sabivo2002@libero.it 

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Sin da bambina sulle mappe geografiche mi divertivo a riconoscere il Portogallo come quel viso dalla lunga chioma che laggiù ai confini dell’Europa,  si affaccia malinconico e fiero sull’oceano che per secoli ha dominato.

Immaginazione la mia, molto fervida ma congrua con la sua incredibile STORIA  sempre e comunque connessa al mio amato MARE, alle navigazioni, alle scoperte geografiche di nuovi mondi.  Celebri   sono gli esploratori lusitani che partirono incoscienti e speranzosi alla scoperta di  terre e luci nuovi, dalle Canarie al  Brasile, Sud Africa,  Madagascar, Ceylon fino all’Asia intera.

Con  IVO decolliamo sulle luci di un’alba rosa di agosto. Lasciamo Milano per atterrare  a Lisbona che vista dall’alto è un groviglio di ponti e case accalcate.

Col taxi raggiungiamo l’ hotel Holiday Inn Continental, a Campo Pequeno che sarebbe Praça de Touros. Abbiamo scelto questa zona, non per le rare esibizioni di corrida, ma perchè nella vecchia arena si svolgono molti  eventi e concerti importanti.

A Lisboa  ci stiamo 4 giorni visitandola in autonomia, per poi  intraprendere un tour on the road verso nord, fino a raggiungere Oporto. C’è da rimarcare che essendo la capitale europea più a Occidente e l'unica ad affacciarsi sull’ Atlantico,  ne riceve venti raffiche brezze e buone luci , infatti ogni sera abbiamo goduto di striate azzurro blu rosati e tramonti   viola tersi nel cielo. 

LUZBONA  ha un fascino antico, sentimentale, quasi randagio, in primo acchito  mi sembra molto sporca, in certi scorci certamente trasandata. Si dice che fu fondata dai Fenici con il nome di Ulissipo   perchè si attribuiva la fondazione ad Ulisse.

Nella città che si estende su sette colline come Roma e Amman, vedo arrampicarsi le funicolari, tram sgargianti che sferragliano tra le strette viuzze, la linea infinita e romantica del Tago scomparire silenziosa nell’orizzonte senza fine.  I quartieri sono tutti molto interessanti e molto diversi tra loro, li giriamo usando esclusivamente i mezzi locali ed economici taxi.

È la città degli Elevador e dei ponti. Il primo che ammiriamo è il Vasco da Gama costruito per l’expo 1998, un capolavoro ingegneristico di 17 km che detiene il primato di ponte più lungo d’Europa,  la sua struttura attraversa la riserva naturale dell’Estuario del Tago.

Poi  c’è l’altro Ponte, quello  rosso 25 de Abril.

Spicca sulla riva  adiacente all’imponente statua del Cristo Rei, da dove si ha il  panorama ideale per scattare foto dall’alto . Fino al 1974 il  Ponte era chiamato Salazar ma con la Rivoluzione dei garofani,  che ne rovesciò  il regime  fu ribattezzato 25 aprile, appunto data del colpo di stato.

Evoca il Golden Gate Bridge di S. Francisco.  Da qui ogni sera partono le  crociere che fanno ammirare le facciate del  MAAT  Museum of Art e la secolare  Torre Belém. 

La BAIXA invece è  la città bassa,  simbolo della rinascita voluta dal marchese Pombal.  Ostenta eleganti vie pedonali, piazze e fontane, le immancabili taverne  che propinano deliziosi  bacalao e pastel de nata di ogni  forma e sapore .

C’è  l’imponente Praça dos RESTAURADORES  CON  CALCETEIRO  dedicato ai lavoratori  costruttori  della “Calçada” .  Non  tutti lo conoscono, ma questo pavimento  dai disegni  geometrici cubici e  zig zag decora quasi tutte le strade e ha raggiunto ex colonie  lontane come il  mio Mozambico, l’ India passando per Macao e arriva a Copacabana per diventare l’iconico lungomare di  Rio de Janeiro .

Molti dei principali punti di interesse sono concentrati qua.

la Chiesa di San Rocco, il Bairro, il Memoriale ebraico , attigui all’ estação Rossio con la sua maestosa facciata  in  stile manuelino o alla chiesa medioevale di São Domingos , semi distrutta da terremoti ed incendi, tutta rosa dove sono ancora ben riconoscibili muri bruciati , colonne annerite e il pavimento frantumato. 

Imperdibile il museo FUNDACAO DI  JOSE SAMARAGO con la facciata ornata di pietre a forma di punta di diamante e l’enorme biblioteca personale del Premio Nobel  ancora gestita dalla moglie. All’esterno del giardino   impera l’impronta di elefante.

Avendo divorato i suoi libri  ,  vedere coi miei occhi adesso , qui, la grande impronta d’oro di Salomone l’elefante viaggiatore (dono reale arrivato dalle Indie e fatto girare per terre e  mari attraverso le corti della vecchia Europa) beh mi fa ridere e mi fa un certo senso.

Girando a piedi  raggiungiamo SÉ  LA CATTEDRALE, ricostruita sui ruderi di un’antica moschea per rimarcare la potenza cattolica, con le sue  torri campanarie che svettano in  cielo e l’ enorme rosone troneggiante in centro alla facciata.

A pochi minuti c’è  la chiesa di  S. Antonio fondata sulla  casa dove nacque e trascorse la sua infanzia per poi andare a studiare nell’ antica Università  di Coimbra …  perche il Santo aqui nasceu e non a Padova !  

All’interno della chiesa ci sono molti altari imponenti, alcuni sopravvissuti al terribile terremoto del 1.11.1755. All’esterno  invece la facciata  è completamente rivestita da un bizzarro murales di fiori freschi. C’è un motivo, Ogni coppia di innamorati  ne porta uno come pegno d’amore, anche noi lasciamo il nostro fiore a ricordo .

Nello storico quartiere CHIADO ci andiamo in salita , ma senza l’uso di elevador. Troviamo una concentrazione di musei, teatri, strane calcade dalle enormi forme falliche, statue bizzarre del  poeta  Camões con un libro in mano  in RUA GARRETT , il  Cafè à Brasileira  dove già a inizio 1900 si vendeva solo caffè brasiliano appunto dal nome, meta di intellettuali abitudinari , uno tra tutti Fernando Pessoa, qua commemorato con una statua in bronzo.

Famoso il bar quanto la LIVRARIA BERTRAND,  riconosciuta come la più antica libreria del mondo. C’è molta fila per entrarci e la cosa mi fa piacere.  Girando tra scaffali e cataste di libri, avverto l’atmosfera magica del peso dei secoli. C’è un bellissimo soffitto antico e le mensole raccolgono migliaia di volumi e manuali.  Tutte le pareti multisecolari sono rivestite in legno lucido. Regna un silenzio che emana rispetto per la cultura e mi  dimentico di essere nel centro di una vivace città.

Il  complesso più affascinante che ho visitato è il CONVENTO DO CARMO, chiesa gotica di fine 1300 distrutta dal devastante tsunami terremoto del 1755 ma incredibilmente viva , resiliente, che conserva una forza e una tenacia incredibile solo a guardarlo.  Nè terremoto, rivoluzioni o incendi hanno avuto la meglio sulla sua bellezza per fortuna.

Nonostante l’intercedere dei secoli , davanti ai nostri occhi compare ben eretto un solido scheletro di pilastri , circondato da capitelli , navate, colonne e slanciate arcate che sfiorano il cielo , il tutto senza avere un tetto .

ESATTAMENTE QUI POESIA STORIA E ARCHITETTURA SI SORREGGONO, TENENDOSI APPASSIONATAMENTE STRETTE NEL TEMPO.

Nell’attiguo  MUSEU ARQUEOLÓGICO DO CARMO, primo museo di archeologia e d’arte del Paese, scopriamo una rarità di reperti che ci fanno fare un viaggio nel tempo, partendo dalla Preistoria , Medioevo, Barocco per arrivare fino ai gg nostri.  Le  teche sono stracolme di oggetti di grande valore storico, araldico e artistico, ampolle di cristallo , vasi dorati , libri antichi e inaspettatamente vediamo anche  tre mummie.

il quartiere più antico ( il mio preferito)  è l’ ALFAMA,  il suo nome arabo Al-hamma significa fontana, coi primi insediamenti abitati , rintanato in cima alla collina davanti al Castello di São Jorge che domina il panorama . 

E’ una zona molto autentica.  Un mix di stradine acciottolate , vicoli in pendenza , romantici miradores, casette arroccate sul pendio, coi tetti che sembrano sfiorarsi  e meravigliose piante di bouganville ovunque.

L’ALFAMA l’abbiamo vissuta molto e bene, confondendoci coi lusitani gente allegra che ama la musica, suona appassionatamente, beve e offre generosamente cerveja o ginjihna, balla scalza e si diverte tanto. Ad ogni ora riecheggiano  le note struggenti del fado dalle tipiche taverne, che propongono esibizioni dal vivo,  specialmente di notte.

Per ridiscendere alla Baixa prendiamo il famoso tram 28 giallo el remodelado, che percorre  le onnipresenti curve con una pendenza incredibile, seguendo un percorso tra il ripido saliscendi sul dorso della collina.   Quando metto la mano fuori da finestrino  riesco addirittura a toccare le mura delle case, talmente le strade sono piccole e anguste .

Altro quartiere da non perdere è il  moderno PARQUE DAS NAÇÕES rigenerato per  EXPO 1998  l’ultima del millennio, con tema “Oceani , sostenibilità e futuro”.

Nell’occasione  centinaia di magazzini e capannoni fatiscenti  furono sapientemente riqualificati in palazzi e padiglioni avveniristici, convertiti in musei, locali alla moda, auditorium, uno su tutti l’ Oceanário uno degli acquari più grandi al mondo.

In questa zona  ammiriamo anche le  futuristiche cabine della TELEFERICA, che costeggiando il fiume collegano sospese  le stazioni ( tutte di  color bianco e azzurro) da dove ammiriamo la foce del Tago .

Altra parte ben “riscattata” è Rua del Cor de Rosa nota come  pink road.  Si tratta di RUA CARVALHO ex malfamata strada a luci rosse, covo di marinai e  spacciatori che frequentavano e sfruttavano le donne di vita. Qualche anno fa, un coraggioso  intervento sociale ha trasformato l’atmosfera e la reputazione del quartiere prima reso interamente pedonale , poi ridipinto  ex novo il manto di rosa,  in ricordo di tutte quelle donne represse e obbligate alla prostituzione.

Consapevoli che 4 giorni sono pochini, mettiamo le ali ai piedi e ci rechiamo anche il MONUMENTO DOS DESCOBRIMENTOS.

E’ un gruppo scultoreo che guarda il mare da una gigantesca caravella in pietra bianca. Ci stanno aggrappati re e regine, poeti  naviganti e vicerè.  

 

Tra questi nomi preziosi del calibro di Magellano, Cabral , Vasco Da Gama , Diaz che furono nel loro tempo già immensi matematici, astronomi, geografi, cartografi, che per primi studiarono ed adoperarono i portolani ( carte di navigazione) i compassi, le bussole e le sfere armillari. 

Fino ad oggi non ne avevo ancora vista una di sfera armillare.

E’ un astrolabio molto affascinante, un cerchio metallico che collega i poli ai meridiani i paralleli  l’equatore, il suo centro rappresenta il cuore del nostro pianeta Terra e mostra tutto ciò che si muove intorno ad essa, cioè gli altri pianeti sole luna e stelle. 

Ancora non lo so, ma nelle prossime settimane, in tutto il Portogallo, ne vedrò a centinaia.

 

Sul pavimento c’è un mappamondo enorme , con una rosa dei venti  con puttini che soffiano e indicano l’esatta posizione dei punti cardinali, tutte le rotte e le scoperte.

Mi diverto a seguire il mio tragitto interiore e passo dopo passo partendo dalle Canarie, arrivo in Sud Africa, cerco il mio Madagascar, vado a Ceylon e finisco in Asia.
Qua si trova anche la bellissima fortezza TORRE DI BELÉM con le sue torri e soprattutto all’imperdibile MOSTEIRO DOS JERÓNIMOS  tappe imperdibili .  La leggenda narra che questo sito venne costruito sulla chiesetta nella quale Vasco da Gama ed il suo equipaggio trascorsero in preghiera la notte prima della partenza per Capo di Buona Speranza , nel 1502  quando circumnavigando l’Africa poi
raggiunsero per primi l'India.

E’ un vero tripudio di ornamenti scultorei eleganti , Km di mura, portali , archi, navate, corridoi, altre sfere armillari , decori di pietra in stile manuelino.

Girovagando  nel Monastero scopriamo che riposano Vasco da Gama, i poeti Pessoa e Camões , i regnanti  João e  Manuel l’avventuroso, vero artefice della sua costruzione e inventore dello stile manuelino appunto.

Un giorno  non basta per percorrerlo tutto e bene.

Noi decidiamo di trattenerci  fino all’ora del tramonto, quando il sole bacia le facciate degli edifici e mille colori del giallo sabbia e le sfumature del miele si trasformano in vampate di rosso fuoco oro.  Tutti questi siti sono dichiarati Patrimonio Unesco.

 

Infine una nota doverosa sulla cucina lusitana.

L’icona della gastronomia nazionale è sicuramente il Bacalhau, cucinato in tutti i modi e salse, ci  han detto addirittura che esistono 365 ricette per gustarlo ogni giorno in maniera diversa.  Noi a LISBONA abbiamo assaggiato e gradito davvero tutto, dai pasteis de nata, sardinhas, tripa de marisco, caldeirada e ottimi  vini rossi.

Un Piatto che però consiglio in assoluto è la Cataplana de marisco, assaggiata alla Marisqueira UMA, una taverna unica nel suo genere.

Qui si serve in vetuste pentolacce bollenti,  anzi no USTIONANTI l’ottimo  arroz de Mariscos (che non è risotto, ne una paella) una specie di zuppa di riso piccante con gamberi granchi cozze e crostacei, servito con antipasti , pane burro e formaggi.

Un piatto ghiotto nella sua semplicità  ma impossibile da finire,  perché le portate sono gigantesche.  Curiosi di assaggiarlo?

Per questo e mille altri motivi, Lisbona è stata un’esperienza per tutti i 5 sensi !

 

MIL OBRIGADA O CIDADE DA LUZ

 

SABY

sabivo2002@libero.it

 

 

 

 

 

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