Libia con il camper
Diario
di viaggio 30 Settembre----22 Ottobre
2009
di
Antero e Mary
www.iviaggidianteroemary.blogspot.com
L’itinerario
Italia
Arezzo - Civitavecchia. Imbarco su Grimaldi Lines con sosta a Trapani arrivo a Tunisi.
Libia
Nalut-Gadames-Takerkiba-Akakus-Waddan-Cirene-Apollonia-Bengasi-Golfo Sirte-Tripoli-Sabrata.
Tunisia
El
Jem-Tunisi.
Poiché
per visitare la Libia, ancora poco aperta al turismo, occorrono particolari
documenti………...ed anche guide e polizia locale al seguito, abbiamo deciso
che, se volevamo andare con il camper in questo Paese, era necessario
fare il viaggio in compagnia di altri camperisti.Per questo motivo,
abbiamo contattato una agenzia che proponeva un tour organizzato
in Libia. A Rimini abbiamo avuto un primo incontro con gli altri compagni
di viaggio, ci siamo conosciuti e fissato l’appuntamento
per le ore 13 del 30/9, nel piazzale d’imbarco al porto di
Civitavecchia.
Premessa
:
L'agenzia
ha pianificato l'organizzazione del viaggio ma, secondo noi tutti partecipanti,
ha commesso un imperdonabile errore affidandoci sì ad un bravo ed esperto
accompagnatore Italiano che però.... non essendo mai stato in Libia non aveva
alcuna conoscenza dei luoghi , delle strade, delle usanze..insomma ne sapeva
quanto noi....e cioè niente se non quello letto nelle guide ma nessuna
esperienza vera del posto. L'accompagnatore italiano, seppure di provata
esperienza di viaggi in compagnia e capace nel suo lavoro, ha dovuto subire per
il periodo del tour gli umori della guida locale, le sue proposte di variazione
dell'itinerario ( regolarmente accettate da tutti noi ) .....insomma la
nostra guida operativa era quella Libica.
L'agenzia
Italiana, al fine di ottenere tutti i permessi necessari a farci effettuare con
tranquillità il viaggio si è avvalsa di una agenzia Libica referenziata la
quale, in modo approssimativo ha svolto il suo compito.
Infatti la guida libica non aveva le conoscenze che noi utenti credevamo
di trovare sia per le informazioni dei posti che dei siti visitati ( a noi è
parso che fosse anche per lui la prima volta anche se abbiamo saputo che ha
partecipato nella precedente edizione), inoltre gli input dall'agenzia alla
guida e viceversa non venivano tra loro ben recepiti ( vedi Germa, laghi salati
, Akakus ,Quasar Libya e cena a Tripoli).
L'agenzia
libica, ha messo a disposizione del gruppo fuoristrada che non erano dei
migliori, con gomme lisce e grosse toppe... tant'è che alcuni si sono fermati
in mezzo alle dune altri hanno forato non una ma più volte. Nessuno degli
autisti aveva un cb per comunicare con gli altri ..... e dire che andavamo a
forte velocità per cui abbiamo rischiato non una ma più volte la nostra
integrità. Per
finire qualche autista, crediamo chiamati dalla guida o peggio ancora dalla
agenzia libica, ha avuto
comportamenti impertinenti nei confronti di alcuni di noi che si lamentavano per
le forature e per l'abbandono da parte del resto del gruppo. Insomma credevamo che, essendo turisti paganti , ci
fosse stata maggior attenzione nei nostri confronti.Maggiori dettagli nel diario
di viaggio.
Detto questo, il viaggio in compagnia che
per noi era la prima volta,
non ha sortito alcun disguido tra i
partecipanti. quindi .....una positiva esperienza.
Questo
è uno stralcio di una mail inviata da un componente il tour:
“
Carissimi reduci della Libia, sono …omissis…...., è dura ritornare alla
realtà...
Sono
felice di aver conosciuto così tante belle persone che hanno reso ancora più
speciale il viaggio.
Vi
ricordate l'Acacus , la sabbia calda sotto i piedi e quel cielo stellato che
infondeva calma e serenità?
E
che dire di tutto il resto, comprese quelle belle arrabbiature fuori dai
ristoranti non prenotati,i lunghi controlli doganali,le gomme consumate dei
fuoristrada che ci hanno accompagnato nel deserto e il nostro Pollicino (hammed)
, che colpa aveva lui se nel precedente tour aveva seminato le bricioline di
pane e i corvacci nel frattempo gliele avevano mangiate e lui non riconosceva la
strada?
Non
pensate che tutto ciò sia stato il sale che aveva reso ancora più appetitoso
il tutto?
Vi
saluto affettuosamente “
DIARIO
30/9/09
- 01/10
Alle
13 appuntamento con i compagni di viaggio a Civitavecchia per l’imbarco, alle
16 lasciamo l’Italia. Il pomeriggio e la notte scorrono tranquilli, alle 8 del
01/10 attracchiamo a Trapani.In Tunisia arriviamo
alle 16.
Effettuate le pratiche di entrata in Tunisia andiamo in centro di Tunisi
dove, alle 18 facciamo sosta in un grande parcheggio a meno di 500 metri dal
centro. E’
sera, visitiamo le vie centrali di Tunisi e ceniamo in un
locale caratteristico.
02/10
Partiamo di buonora, superiamo Hammamet, Sfax, Gabes , finalmente
arriviamo a Medenine dove, dopo un po' di affanno dovuto alla ricerca del
parcheggio riusciamo a sostare per la notte.
03/10
Siamo a circa 130 km dal confine Libico, partiamo presto sperando di
superare velocemente le 2 dogane, incontrare la nostra guida libica e proseguire
per Nalut.
L’itinerario che percorriamo è diverso da quello indicato nel
programma proposto dall’agenzia, che prevedeva la sosta nelle vicinanze del confine libico vicino a Nalut
e cioè a sud rispetto alla strada che ora percorriamo e che si snoda
lungo costa fino a raggiungere il
confine a Ras’ Ajdir, chiediamo spiegazioni e ci viene detto che la nostra
guida ci aspetta a questo confine perché ritenuto più facile da superare!!!
Arriviamo
alle 9.30 sbrighiamo la frontiera Tunisina e si entra in Libia, paghiamo la
tassa di eu.140,00 a camper, lasciamo i documenti alla guida libica per sbrigare
velocemente le pratiche e.......facciamo sosta per oltre 7 ore.
Poi, finalmente alle 16.30, senza alcuna spiegazione del ritardo ma solo
supposizioni sul perché e sul per come, ci
vengono restituiti i passaporti e consegnate
le targhe libiche che applichiamo ai camper.
Partiamo e velocemente decidiamo di superare Nalut tralasciando di vedere
il suo granaio, così da percorrere
la maggior parte di strada possibile che ci separa da Gadames dove dovremmo
sostare al campeggio per questa
sera, ma che non possiamo
raggiungere visto il ritardo di 7/8
ore accumulato!
Si fa buio pesto che ancora viaggiamo a forte velocità; arriviamo e
superiamo Nalut tanto non possiamo
vedere nulla perché sono le 21, poi la guida (da ora in poi s'intende la guida
libica), ci dice che troveremo un distributore dove potremo fare gasolio e
riposare per la notte. Sono le
22.30 e dormiamo nel parcheggio del distributore.
04/10
Ancora
il sole deve sorgere, noi dobbiamo percorrere circa 300 km e dobbiamo recuperare
il tempo perso in dogana. La sosta per il rifornimento
e sarà sempre così per tutto l'itinerario è sempre molto complicata c’è solo una o al massimo 2
pompe utili per il gasolio quindi,
il rifornimento richiede molto tempo (siamo in 11 camper e 1 auto)
Arriviamo a Gadames che sono le 11,30, subito andiamo a visitare il museo
locale e successivamente con la stessa guida locale visitiamo la città antica
di Gadames, ora inserita dall’Unesco
fra il patrimonio mondiale dell’umanità. Interessante la
visita, i vicoletti bui della città antica si aprono in piccoli piazzali dove
le tribù portavano le loro
mercanzie.
Una buona parte è stata riportata all’antico splendore e restaurata
così che vediamo come vivevano qui anticamente.
Ancora esiste la sorgente di acqua dolce che ha permesso agli antichi di
sopravvivere in questi posti sperduti. Il sole picchia sulle nostre teste e fa
molto caldo; sui tetti delle case, dove ci dicono vivevano le donne, il caldo è
ancora più caldo, il cielo ha un color azzurro turchese ed è limpidissimo.
Sono le 15,30 ed entriamo in una casa completamente restaurata ed ora
adibita a ristorante per i turisti. Qui
entriamo scalzi e ci mettiamo a sedere per terra sopra i tappeti; alcune signore
, Mary compresa, viste le difficoltà dei mariti a stare a sedere per terra
incominciano a ridere ed il
fracasso diventa quasi assordante..siamo 25 persone in una stanza ancora in
attesa di mangiare.
Comunque
il pranzo ( zuppa di legumi, cuscus con cammello, insalatina di pomodori,
datteri e thè alla menta) è di nostra soddisfazione visto che tutte le
provviste vengono esaurite.
Alle
17 lasciamo la città vecchia di
Gadames e, fatti pochi chilometri arriviamo al
campeggio dove subito facciamo una doccia calda e poi, dopo cena,
ammiriamo lo splendore della luna che splende
alta nel cielo.
05/10
Stamani la partenza ( fissata per le 7) viene ritardata perché la guida
, che si è completamente cambiata e vestita di bianco con ricami in oro , con
gilet ricamato e turbante in
testa, allo stile libico, arriva dopo le 7,30.
Andiamo verso est fino a raggiungere la nazionale che va verso il sud,
fino a Ghat al confine con l’Algeria; davanti a noi
solo una striscia di asfalto e niente più ; il deserto sassoso è
piatto, monotono...e dobbiamo percorrere circa 700 km.
Sosta
caffè, sosta gasolio.
N.B.
in Libia il gasolio costa 0,15 dinaro libico
al litro; che corrisponde a meno di 10 centesimi di euro ( cambio 1
euro=1,85 dn)...insomma
50 litri di gasolio 7,5 dinari .......poco più di 4 euro!!!!
A
Sharqiyah la strada si innesta sulla nazionale, poi superiamo
Shuwayrif e ci spingiamo verso il sud , i cellulari non prendono più,
qualche volta si riesce ad inviare un messaggio, altre volte lo stesso
viene bloccato ( siamo controllati ?), poi finalmente alle 21, stanchi e sfiniti
arriviamo a Birak.
Facciamo gasolio e poi sosta in un piazzale ai lati di un distributore.
Prima di cenare la guida ci dice che domani arriveremo a Seba dove dobbiamo
lasciare i nostri passaporti e poi procedere per Takerkiba.
Ci
suggerisce una modifica all’itinerario previsto posponendo i giorni di visita
al museo di Germa, ai laghi salati e all’ Akakus.
Visto
che nessuno di noi conosce la zona, le distanze e quanto altro ( nemmeno il
nostro accompagnatore italiano) non ci rimane che essere daccordo con la guida.
Per cena stasera alcuni si sbizzarriscono preparando
frittelle di mele, altri spaghetti, altri finiscono le scorte di carne
portate dall’Italia.
06/10
Partenza
alle 8; oggi il nostro itinerario modificato sarà questo:
Per prima cosa, dopo aver lasciato i passaporti
al posto di blocco di Seba, andremo a visitare il museo di Germa,
l’antica città capitale dei Garamanti poi andremo al campeggio a Takerkiba.
Domani andremo con i fuoristrada
sulle dune e ai laghi salati, dopodomani andremo per 3 giorni e 2 notti
all’Akakus.
Ci separano da Seba-città natale di Gheddafi circa 80 km. Qui arriviamo
alle 9.30 e l’appuntamento con i militari è per le 10.30 quindi ne
approfittiamo per fare scorte di pane, frutta e verdura.
Quando
vengono per ritirarci i passaporti che
ci verranno riconsegnati al nostro ritorno; siamo seccati, non capiamo il perché,
non vogliamo rimanere senza documenti.
Nessuno ci spiega perché ci vengono tolti i passaporti, in ogni caso la
guida dice che va bene e così facciamo.Alle 13,30 arriviamo
nel piazzale del museo di Germa (Jarmah) e subito
andiamo a visitarlo. Abbastanza ricco, visto dove siamo, di antichissimi
reperti, urne votive, pietre decorate provenienti dell’antica capitale
dei Garamanti un popolo vissuto per quasi due millenni e che aveva la propria
capitale a Garama (città di fango), primo insediamento urbano saahriano.Fu il
primo popolo saahriano a possedere un alfabeto, il Tifinagh libico-berbero di
origine fenicio-punica ancora oggi usato dai tuareg.
La
scoperta, a opera del Prof. Fabrizio Mori, di una mummia risalente al 3500 A.C.
fa pensare che , nella regione, l’usanza di mummificare i corpi fosse una
tradizione antica.
Pausa pranzo davanti ai resti di Garama. Alle 17 ritorniamo verso
Takerkiba , andiamo nel campeggio che si trova in una oasi, dobbiamo percorrere un chilometro di pista e c’è il
rischio di insabbiarsi; prendiamo le distanze dagli altri che ci precedono e ,
velocemente, senza fermarsi né rallentare percorriamo il tratto, dietro di noi
2 camper si insabbiano mentre noi riusciamo a sistemarci nel campeggio; davanti
a noi una immensa distesa di sabbia e dune color ocra, giallo oro,
rossicce...uno spettacolo veramente da sogno.
07/10
Alle 7,30 arrivano i
fuoristrada , noi siamo pronti per l’escursione ai laghi salati
ma……………..c’è disaccordo tra gli autisti e la guida libica. Gli
autisti sanno che ci devono portare nel deserto dell’Akakus ed hanno portato
le vivande per trascorrere 2 notti nel deserto. Noi, come ci aveva detto
la guida, siamo pronti per trascorre una giornata nell’Erg Awbari ai laghi
salati. Nasce una forte discussione tra gli
autisti e la guida che telefona a Seba all’agenzia con la quale, ovviamente,
non si era capita.
Noi restiamo sorpresi da questo modo di fare e aspettiamo, finalmente
alle 8,30 viene deciso di andare ai laghi e partiamo.Ogni
2 coppie un fuoristrada, noi
abbiamo la fortuna di avere un autista giovane e sveglio ( anche troppo) a cui
piace correre e che ci procurerà delle forti emozioni anche
nei giorni seguenti. I
fuoristrada mordono la sabbia ed incomincia l’avventura. A forte velocità,
spesso, molto spesso, gli autisti fanno la corsa , si incrociano, si superano,
si allontanano per seguire altre piste e poi si ritrovano.
Superiamo
, anzi scaliamo molte dune, la sabbia color arancione e gialla
si alza dietro di noi mentre
il cielo è di un blu intenso.
Alcuni fuoristrada si insabbiano, altri scalano vere montagne di sabbia,
il nostro si ferma nel mezzo del deserto per batteria scarica, mentre tutti gli
altri ci superano e restiamo in panne , soli nel deserto.
Il nostro autista non si scompone, dopo aver toccato i morsetti della
batteria lascia la chiave inserita,
prende una bottiglia di acqua e la
versa sopra i morsetti della batteria che fa massa;
gira la chiave ed il motore riparte…raggiungiamo gli altri fuoristrada
che nel frattempo si sono fermati per aspettarci.
Riprendiamo
il nostro cammino – non senza altre forti emozioni- ed arriviamo al primo lago
dove esiste anche un campeggio (??),dopo aver visto 4 o 5 laghi finalmente
arriviamo a quello più grande dove è possibile
fare il bagno poiché è molto salato e si galleggia perfettamente.
Facciamo sosta pranzo al sacco c’è chi ha portato anche un piccolo
fornelletto e la macchina del caffè , qualcuno
racconta un po’ di barzellette
siamo felici di aver visto questi posti.
Riprendiamo
la corsa spericolata nelle dune del deserto. Il contachilometri del nostro
fuoristrada oscilla fra i 120 e 140 km/orari, gli autisti fanno la gara a creare
forti emozioni come quella di discendere una
duna ripidissima. Al tramonto
torniamo al campeggio, chi va a cena al ristorante del campeggio chi resta nel
proprio camper. Tutti prepariamo i vestiti e altro per trascorrere, domani,
2 notti e 3 giorni nel deserto dell’Akakus.
08-09-10/10
Partiamo,
dobbiamo percorrere circa 400 km prima di arrivare a Ghat e poi entrare dentro
l’Akakus. La strada è diritta e
gli autisti si sbizzarriscono in velocità tenendo una media di 140/160 km/ora.
Dopo la sosta per il caffè ci inoltriamo nel deserto che dapprima e sassoso (sarir),
poi roccioso (hamadah), infine
sabbioso (erg); le varie tipologie
di deserto si sovrappongono, poi finalmente arriviamo
nei pressi del dito che rappresenta l’ingresso ufficiale nei siti
preistorici. Descrivere l’Akakus è una impresa ardua, il cuore, la mente, gli
occhi si riempiono di uno spettacolo naturale unico. Grandi, immense formazioni
rocciose dai mille aspetti, erose dal vento, dall’acqua e dalla sabbia
scorrono davanti ai nostri occhi.
Qualcuna è allungata verso il cielo, altre sono arcuate come ponti sulla
sabbia. Su queste rocce gli artisti preistorici ( 12000/5000 A.C) hanno lasciato
la loro impronta- i graffiti - disegnando gli animali che popolavano queste
terre, il loro modo di vivere e così vediamo elefanti, giraffe, struzzi,
arieti, bovini, scene di caccia, uomini che danzano. Alcuni graffiti , più
frequenti nelle zone montagnose, rappresentano un mondo mitico e fantastico che
riproduce le antiche foreste ricche di fiumi, laghi e animali selvatici.
Alle
14 , dietro un grande macigno
spiovente, troviamo dei tavoli
attrezzati per il pranzo è il nostro catering che per 3 giorni ci permette di
sopravvivere in questo posto sperduto.(Menù del catering nel deserto. Pranzo:
pomodori,cetrioli,formaggio, ceci,fagioli,piselli,tonno,uova sode e frutta.
Cena: Zuppa , cous-cous e frutta, il tutto innaffiato da acqua e
aranciata)
La sosta dopo il pranzo è abbastanza lunga ( circa 2 ore) ma così fanno
qui dopodiché riprendiamo i fuoristrada e, come tanti cavalli selvaggi
scorrazziamo per lungo e per largo. Alle 19 quando il sole sta tramontando , ci
fermiamo in un grandissimo spiazzo, lontano dalle rocce, per i serpenti e per
gli scorpioni e formiamo l’accampamento. A ciascuna coppia viene assegnata una
tenda e incominciamo a prepararci per la cena e poi per la notte. Dai
borsoni tiriamo fuori 2 sacchi a pelo, i cuscini, i pigiama, le felpe le
salviette profumate per la pulizia personale e….le torce elettriche. Si
qui non c’è elettricità, non c’è campo per il telefono, siamo a
500 km dal primo centro abitato, intorno a noi
solo deserto e davanti a noi ( 10 km) il confine con l’Algeria ma siamo
avvolti dal cielo stellato.
Il nostro servizio di catering prepara i tavoli per la cena poi-
meraviglia- accende il gruppo
elettrogeno abbiamo la luce fioca ma possiamo cenare alla luce di 2 lampadine (
gli altri tour hanno cenato alla luce dei fari dei fuoristrada!).
Sopra
di noi il cielo stellato ci sembra ancora più immenso
e mentre, nel buio più assoluto vediamo
milioni di stelle sopra di noi, assistiamo emozionati alla caduta di
qualche stella tanto che ci sentiamo piccoli
piccoli ma tanto contenti.
E i bagni per le nostre eventuali necessità ?
C’è solo il deserto
intorno a noi, chi ha bisogno si arrangia trovando un angolino tra i sassi e/o
facendo buche nella sabbia. La notte silenziosissima scorre tranquilla e non fa freddo.
Al mattino sveglia presto per vedere l’alba ….che spettacolo! Poi ci
laviamo con la pochissima acqua a disposizione ma abbiamo le salviette e ci
sentiamo puliti.
Dopo
colazione partenza per continuare a vedere i graffiti in altri posti. Nel
girovagare tra queste montagne alcune jeep forano, altre rimangono insabbiate,
insomma ogni tanto abbiamo la nostra scarica di adrenalina che ci tiene in
tensione.( tutti i fuoristrada hanno gomme lisce e rattoppate). Nel nostro
peregrinare troviamo un piccolissimo insediamento tuareg , nella capanna, con la
base di sassi e coperta di foglie di palma, ci sono 2 donne che accudiscono a dei bambini, uno piccolissimo
dorme in una amaca l’altro è in grembo ad una donna ed è malato ( ha
il labbro leporino che qui significa morte sicura ). Il marito è poco distante
e guarda le capre.
Di questi insediamenti, ci dicono, ne esistono 7 per circa 30 persone in
totale ma nessuno di loro vuole
lasciare la propria capanna, preferiscono restare anche se
qui vivono di stenti e senza nulla...solo il silenzio del deserto e
questo meraviglioso spettacolo della natura.
Come è indicato anche nelle guide ufficiali
ancora vive qui un vecchissimo tuareg ( oggi ha 95 anni) ed è il capo e
progenitore di tutto il gruppo. Lui vive da solo mentre i suoi discendenti sono
sparpagliati in questa immensità e vivono assieme ad alcune capre, galline e
dromedari. i bambini hanno occhi bellissimi neri e melanconici.
Arriva
la sera e ci sistemiamo ,a distanza dagli altri , nella nostra tenda, oramai
siamo esperti e non abbiamo più paura ( sarà così ma qualcuno mette la tenda
appiccicata all’altro come per meglio difendersi).
La cena ci riunisce e porta allegria nel gruppo anche se durante la
giornata ci sono state forti emozioni per la guida spericolata ed anche tensioni
per le forature che alcune jeep hanno subito. Qui, dove dormiamo stasera, il
cielo è nerissimo e le stelle fitte fitte ci fanno pensare
alla natività.
La sveglia è per le 7 , dopo il sorgere del sole andiamo ancora a vedere
i siti preistorici che qui non possiamo elencare tanti ne abbiamo visti.
Arriviamo alla strada asfaltata e dobbiamo percorrere circa 500 km prima
di giungere al campeggio. Il nostro autista, come gli altri, è stanco. La
strada è una striscia diritta ed il panorama circostante è piatto fino alla
noia. Ci accorgiamo che al nostro autista gli prende sonno, va ad oltre 140
km/ora cerchiamo di svegliarlo, Antero dice che vuol guidare lui, allora Kassan,
così si chiama il nostro autista, appoggia
le braccia sul volante, sorride e spinge l’acceleratore fino a sfiorare i 160
km/orari. Non sappiamo cosa fare, anche gli altri autisti sono nelle stesse
condizioni.
Parliamo in continuazione, gli offriamo dei biscotti, riusciamo a tenerlo
ben sveglio, finalmente arriviamo al campeggio che è già buio e siamo salvi.
Una
bella doccia e subito al ristorante per la cena .tutti insieme. Domani è una
giornata di grande spostamento e dobbiamo essere freschi.
11/10
Poiché la strada che dobbiamo fare è per oltre
100 km disastrata con grosse buche ( più grandi e più fitte di quelle
che abbiamo incontrato fino ad oggi !) e subito dopo ci sono altri
30 km talmente sconnessi che
non è possibile superare la velocità di 20 km/orari, decidiamo, su
suggerimento della guida di ritornare indietro per la strada conosciuta e poi
proseguire fino ad arrivare al
golfo della sirte, faremo circa 200 km in più ma, almeno, potremo camminare
senza danneggiare il camper. Solito tran tran, la strada è diritta, il panorama
è piatto e tutto deserto, troviamo due, tre piccoli paesi, la solita sosta per
il caffè e per il gasolio. In questo tratto vediamo tante
carcasse di dromedari e capre e altri animali che di notte pascolano
liberamente e che spesso, vengono travolti dalle auto e dai camion che
percorrono queste strade. Dopo circa
650 km, arriviamo a Waddan , sappiamo esserci un campeggio ma la guida
dice di no ed è più sicuro fermarsi in un grande spazio fuori città dove si
fermano i camionisti. Sono le 21, il tempo di preparare la cena e poi tutti a
letto ( cosa altro c’è da fare ? niente !).
12/10
La distanza che ci separa da Cirene
è tanta perciò decidiamo
di percorrere il maggior tratto di strada possibile. IL panorama, arrivati a
Sirte, cambia; costeggiamo il mediterraneo e ci sono alberi e coltivazioni. La
strada è un lungo unico nastro di asfalto che congiunge Tripoli a Bengasi e poi
arriva fino al Cairo in Egitto. E’ una strada superaffollata ( in questa parte
del territorio Libico ci vivono 4,5 milioni di persone su un totale di 6
milioni...e tutti hanno una macchina).
Ora
lo stress da solitudine ci passa
velocemente; lungo la strada ci sono piccole e grandi cittadine con un traffico
veramente caotico. Nel deserto abbiamo rischiato a causa delle strade deformate
e per l’alta velocità anche con i fuoristrada, qui rischiamo per il caotico
traffico. Gli autisti guidano in modo spericolato e le auto
sembrano greggi di cammelli che fuggono spaventati.
Prima del tramonto facciamo una sosta per definire dove e quando
arriviamo a destinazione; la guida non ci sa dire esattamente i tempi che
necessitano per arrivare al sito di Quasar Libya; ne nasce una discussione
vivace tra noi e le nostre 2 guide che si dimostrato poco competenti al
riguardo. Noi siamo stressati e ci stresseremo ancora di più perché?...si è
fatta sera e..superiamo camion che, in carreggiata unica, corrono a più di 80
all’ora, incontriamo macchine senza fari, altre auto ferme lungo il ciglio
della strada con la portiera aperta, asini che occupano parte della strada,
dromedari sul ciglio della strada che possono attraversare in qualsiasi momento,
buche a non finire per lavori di ristrutturazione e dossi, dossi, dossi mentre
ai bordi della strada dromedari e
cani morti ci ricordano che è sempre possibile incontrane qualcuno.
Alle 22, dopo aver percorso circa 850 km,
stanchi ed affamati finalmente ci fermiamo in una città che
attraversiamo alla ricerca di un posto per parcheggiare. Troviamo un hotel che
ci ospita. Chiediamo alla guida dove siamo perché non abbiamo visto indicazioni
e se c’erano erano solo in arabo...e scopriamo che siamo a Barça una città
distante 80 km da Quasar Libya.
Siamo scocciati, facciamo presente alla guida che aveva affermato che
questa sera saremmo arrivati
a Quasar Libya percorrendo in
totale solo 650 km!.
13/10
La mattina lasciamo il caos frenetico di Barça e raggiungiamo Quasar
Libia dove in un museo vediamo splendidi pavimenti musivi con mosaici
sorprendentemente ben conservati. La sabbia del deserto ha seppellito tutte le
città antiche che erano lungo la costa preservandole
dal tempo e dalle intemperie.
Ripartiamo e proseguiamo per andare a vedere la città di Cirene.
Attraversiamo la città, ora moderna e caotica e ci dirigiamo nella collina dove
i greci prima dei romani si insediarono. Alle 13 siamo nel piazzale antistante
l’ingresso facciamo pranzo e poi alle 14 con una guida locale entriamo nel
sito archeologico tra i più importanti del mediterraneo.
La
zona archeologica della città ci
lascia stupefatti sia per la quantità che per la qualità dei ritrovamenti,
forse anche per il contesto “selvatico” in cui si ergono le vestigia di un
glorioso passato.
Impossibile
elencare i monumenti, le colonne i templi della città fondata nel IV secolo
A.C. e che, per il suo splendore venne chiamata ‘Atene d’Africa’.
Lungo
le pendici della collina dove si trova Cirene, percorrendo una ripida strada
stretta, vediamo una vasta necropoli con tanti sarcofagi e numerose tombe
scavate nella roccia che costituirono la città dei morti.
Il
sole è appena tramontato che ci fermiamo nel
piazzale antistante l’ingresso del sito archeologico di Apollonia che
visiteremo l’indomani.
14/10
La città, che fu la capitale della
pentapoli cirenaica , è in riva al mare ed
aveva un importante porto, poi due tremendi terremoti la distrussero e solo con
i bizantini risorse a nuova vita. Infatti si trovano resti di 4
basiliche con colonne di
marmo cipollino e, tra i tanti
resti di epoca romana , un magnifico teatro sul mare.
Partiamo alle 15 perché andiamo a Bengasi.(Un fuoriprogramma. Mary aveva
chiesto, se era possibile passare da Bengasi per cercare di trovare la via e/o
la casa dove era nata sua mamma e dove da 3 generazioni vivevano i suoi
antenati)
Quando raggiungiamo la città facciamo sosta nel lungomare e, mentre i
nostri compagni di viaggio ci attendono prendendo il sole, noi andiamo, con la
guida alla ricerca della via che sappiamo essere stata nella Medina di Bengasi
in una piazza antistante il mare.
Entriamo nei vicoli della città vecchia e troviamo solo
scritte in arabo, la nostra guida domanda
ai passanti dove si trova la via ma nessuno sa dargli spiegazioni. Allora decide
di cercare degli anziani ai quali fare le domande. Ne troviamo alcuni ma non ci
sanno dare spiegazioni parlano solo arabo e così giriamo per un pò, poi la
guida nota un cartello stradale scritto in arabo e legge il nome della via....si
tratta della via principale che porta al lungomare e sappiamo che nei pressi, ci
deve essere una traversa dove sicuramente abitavano i genitori di Mary.
Vediamo
una piazza e subito pensiamo di essere vicini, ci sono alcuni vecchissimi negozi
e sempre con maggior trepidazione confidiamo di trovare quello che cerchiamo, lo
sentiamo, siamo vicini la strada dovrebbe essere qui vicino. Chiediamo qua e là
ma..niente; nessuno ci sa dire dove è la via Zaruk. Ci fermiamo all’ingresso
di una moschea che pensiamo possa essere quella
che i nonni di Mary dicevano di avere vicino a casa e
aspettiamo in silenzio che escano i vecchi.
La guida domanda….. qualcuno accenna a fatica che ...si qui vicino si
deve trovare la via... ma non la conoscono. Poi un ragazzo che parla un pò
italiano ci dice che lì vicino abita un vecchio che è stato in Italia ed ha
conosciuto tanti italiani. Andiamo al portone, il ragazzo ci fa strada e chiama
l’anziano che lentamente viene ad aprirci la porta.
Ci accoglie con cortesia, ascolta la guida che parla arabo poi, visto che
Mary si sta emozionando si rivolge a noi dicendo: io parlo bene l’Italiano ,
sono stato a Firenze all’istituto d’arte e sono contento che siate qua. La
via Zaruk non esiste ma qui dietro c’è una strada che si chiama Zaruk-raid ed
era piena di Italiani che ho conosciuto.
Mary abbraccia l’anziano e piangendo lo ringrazia è contenta
di aver trovato la strada dove fin dal 1860 hanno abitato i suoi
bisnonni, nonni e genitori ( fino
al 1943). L’anziano ci vuole suoi ospiti ma dobbiamo respingere la sua
generosa offerta perché dobbiamo ritornare al camper e proseguire il nostro
viaggio.
Usciamo
dalla sua casa, prendiamo la prima piccola strada a fianco e...subito dietro
troviamo la strada Zaruk-raid. Qui abitavano molte
famiglie italiane ma le case sono quasi tutte distrutte e mai ricostruite
e chi le ha ricostruite le ha fatte moderne, percorriamo la strada prima a
sinistra poi a destra alla ricerca di qualche casa che dall’aspetto ricordi lo
stile italiano..ne troviamo una dalla facciata intatta e dall’interno
distrutto porta il numero civico 10, si è una casa Italiana.
La
nostra mente ritorna al passato ci
immaginiamo che questa, sì proprio questa fosse la casa
dei genitori di Mary anche
se sicuramente è solo fantasia. Ma
tant’è..il percorrere quelle strade, vedere quelle case ci ha fatto battere
forte il cuore e ricordare i parenti che ora non ci sono più.
Ritorniamo al porto dove i nostri compagni ci aspettano e, avendo saputo
da Mary piangente, che forse abbiamo trovato
quello che cercavamo, si mettono a battere le mani e tutti sono contenti
per la nostra avventura. Naturalmente abbiamo scattato tante di quelle foto da
riempire un album che faremo vedere alla sorella di Mary e ad alcuni parenti che
forse ricordano qualcosa vedendo le immagini delle case
e dei luoghi fotografati.
Lasciamo Bengasi e ci dirigiamo verso il golfo della Sirte dove facciamo
sosta in un piazzale sterrato ad Agùrìa.
15/10
Anche oggi ci aspetta una lunga giornata di trasferimento per arrivare
vicini a Leptis Magna. La strada è intasata di auto e camion, attraversare alcuni paesi è veramente difficoltoso
tant’è caotico il traffico.
Poiché tutti guidano come forsennati dobbiamo tenere la loro velocità e
così facciamo 100/110 km all’ora. Arriviamo la sera, stanchi, sudati e
nervosi, siamo ospiti di un ostello distante poche centinaia di metri dal sito
di Leptis Magna, vorremmo fare una bella doccia ma qui tutto è degradato,
l’acqua è fredda e le cannelle
funzionano quando gli pare ; non ci rimane che riposare per poter vedere
con tranquillità la meraviglia di Leptis Magna.
16/10
Con un piccolo bus ci vengono a prelevare per andare a vedere il più
importante sito archeologico della Libia. Quando arriviamo scopriamo che la
guida che ci deve dare spiegazioni del sito archeologico non c’è, ancora
dorme.
Siamo scocciati ? si! la guida chiama al telefono un’altra persona che
viene immediatamente ( ma questa però non sa niente di niente, ci accompagna,
qualche volta accenna qualcosa di storia molte volte dice solo “ cavolate”).
Entriamo nel sito e notiamo subito la grandezza e la bellezza dei resti.
Si capisce subito che le uniche città a cui può essere paragonata sono
Roma e Atene, con la differenza che Leptis Magna non ha subito interventi
urbanistici in quanto la città fu abbandona nel VI secolo D.C. ed è rimasta
sepolta sotto la sabbia fino al XVII secolo quando
mercanti francesi ed inglesi riempirono navi intere di pietre e di
colonne di Leptis Magna.
Costruita dai fenici, abitata dai greci e poi dai romani è meravigliosa,
nel periodo di massimo splendore il porto raccoglieva il traffico carovaniero
proveniente dall’Africa interna e riforniva Roma, poi
quando divenne imperatore di Roma Settimio Severo (193 D.C.), originario
di Leptis Magna venne riempita di
basiliche, monumenti..divenne la perla del mediterraneo e faceva concorrenza,
per la sua bellezza a Roma stessa. La visita si protrae fino al primo pomeriggio
poi andiamo verso Tripoli ( che dista 80 km).
Deviamo
per andare a vedere Villa Silin, una delle moltissime ville che i romani avevano
costruito vicino a Leptis. E’, per ora, l’unica riportata alla luce ed è
patrimonio dell’umanità ma...non si può vedere perché è chiusa da tempo;
nonostante ciò andiamo all’ingresso, la guida parla con il custode, fa venire
alcune guardie che ci controllano e..possiamo entrare a vedere questa
meraviglia.
Si
tratta di un lussuoso edificio con un gran numero di ambienti in ogni stanza
affreschi ben conservati e pavimenti in
mosaico completamente integri. Velocemente lasciamo la villa, sollecitati dai
poliziotti e riprendiamo la strada per Tripoli.
E
qui di nuovo il traffico che non è solamente caotico ma..indecente, gli autisti
sono sbruffoni, suonano e chiedono strada, passano sia a destra che a sinistra,
le auto si intrecciano e stringono davanti fino a sfiorare gli specchietti e
..tutto questo a grande velocità. Rischiamo continuamente di farci male e
..rompere il camper.
Arriviamo
all’imbrunire a Tripoli che ci accoglie con i suoi larghi viali. Vicinissimi
al castello e alla Medina, proprio davanti al grand-hotel c’è un parcheggio
enorme che sarà la nostra base per questa e per domani sera. Rapidamente ci
prepariamo e, senza la guida e senza i poliziotti,
andiamo a vedere la Medina. ( solo a Tripoli si può circolare da soli).
E’ buio le luci sono accese, la gente riempie le strade e i larghi viali, noi
ci addentriamo per le piccole stradine per vedere i negozi tipici, molti parlano
italiano, ci invitano ad entrare, si dicono nostri cugini ma abbiamo la
sensazione, che qui non siamo molto ben accetti poiché
ci ricordano sempre che i nostri genitori e nonni hanno occupato la loro
Nazione.
Abbiamo fatto le 23 girovagando per la Medina si è fatta l’ora di
ritornare al posteggio e riposare. Domani abbiamo la giornata libera dopo la
visita del museo.
17/10
La
mattina noi decidiamo di non andare al museo ma di girare la città. Ritorniamo
nella parte vecchia, nella parte coloniale dove ancora si vedono bei palazzi
Italiani, verso il nuovo centro moderno. Visitiamo il grande mercato del pesce
dove acquistiamo triglie
freschissime che ci cuociamo subito.
Dopo pranzo di nuovo a girovagare per la città fino alla sera quando ci
ritroviamo con i nostri compagni di viaggio per la cena di saluto in terra
Libica.
Andiamo,
accompagnati dalla guida verso un bel locale dove ci aspetta una cena
luculliana. Quando arriviamo davanti all’ingresso ci viene detto che è
strapieno, è tutto occupato e non esiste la prenotazione.
Fulmini
e saette, improperi alla guida, siamo tutti scocciati per questa ennesima
performance della nostra guida libica. C’è tra noi chi vuole i soldi indietro
e andare a mangiare dove più gli aggrada, chi vuole sciogliere la compagnia,
chi se ne va e viene richiamato dalla guida italiana che
cerca di tenere compatto il gruppo.
Insomma facciamo le 21,45 e ancora siamo a girellare per Tripoli in
attesa di trovare un ristorante che ci ospiti. Finalmente, grazie alla
telefonata di una altra guida libica che un nostro compagno di viaggio ha
conosciuto possiamo entrare in un ristorante dove mangiamo..in modo semplice,
niente di particolare. Alle 23 rientriamo ai nostri camper abbastanza
innervositi!
18/10
Lasciamo Tripoli, attraversiamo la parte ultramoderna della città nel
lungomare, poi riprendiamo la strada che ci conduce a Sabrata dove arriviamo
alle 10,30.
Qui
finalmente abbiamo la fortuna di avere una guida preparata ( non per niente si
è diplomata a Napoli) che ci illustra le meraviglie di questa antica città di
cui ancora molto resta da scoprire.
Si
capisce che era una città meno raffinata di Leptis Magna, meno ricca di opere
d’arte ma la sua posizione ed il gioco cromatico delle arenarie e dei marmi
sullo sfondo del mare rendono
veramente incantevole e struggente l’atmosfera, come
abbiamo avvertito visitando il grandioso teatro romano.
Alle 17 circa siamo alla frontiera Libia-Tunisia ; dopo una attesa di
circa 5 ore e dopo aver salutato i 2 poliziotti di scorta e la guida
libica, siamo in territorio Tunisino, facciamo altri 100 km e arriviamo a
Medenine dove facciamo sosta nello stesso piazzale dell’andata.
19/10
Poiché abbiamo saputo dalla nostra guida italiana che la nave che ci
riporta in Italia non parte più alle 13 ma alle 23 del 21/10, alcuni
compagni di viaggio chiedono ed ottengono
di modificare il percorso e andare a vedere una città( santa per
l’Islam) per poi ritrovarci assieme a Tunisi per l’imbarco. Così 4 camper ci lasciano mentre noi, assieme al resto del gruppo
preferiamo rientrare tutti assieme
(p.s. peccato ora possiamo dire che sicuramente era meglio, molto meglio se
andavamo assieme ai 4 a vedere quella città)
Il
programma prevede la visita del colosseo di El Jem; per arrivare percorriamo
stradine strette fino ad entrare in una strada senza sfondo e piena di
auto...siamo imbottigliati!.
Il
padrone di un ristorante si da subito da fare per farci posteggiare, manda via
le auto e , dopo molte manovre riusciamo a parcheggiare, davanti a noi a meno di
20 metri c’è il colosseo.
Qualcuno prenota per le 15 il ristorante, poi andiamo a visitare questa
meraviglia.
Dopo
pranzo partiamo per andare a Madia; una cittadina della costa molto ambita dai
turisti che ha nel suo promontorio il posto più incantevole.
La parte vecchia della città è molto carina- noi siamo posteggiati a
meno di 100 metri - e possiamo visitarla con calma poi alle 21 c’è chi va al
ristorante e chi invece torna al camper.
20/10
Lasciamo questa graziosa città marinara e risaliamo lungo la costa.
Dapprima il panorama è gradevole poi incontriamo difficoltà
nell’attraversare i piccoli paesi costieri e dopo quando ci avviciniamo alle
grandi città veniamo coinvolti in un traffico micidiale.
Lasciamo la strada costiera, prendiamo l’autostrada ed arriviamo a
Tunisi che il sole sta tramontando.
Ritroviamo i nostri compagni nel piazzale dove facciamo sosta per la notte; ma
è tutto occupato dalle auto degli impiegati delle grosse banche della zona, non
ci resta che aspettare e solo verso le 19,30
riusciamo a sistemarci per la notte.
Andiamo in centro ( dista 3/400 metri), ceniamo, facciamo una passeggiata
lungo i viali e poi a nanna. Domani abbiamo tutta la giornata per visitare
Tunisi.
21/10
La nostra nave parte alle 23 (era previsto alle 13..ma l’agenzia lo
sapeva all’inizio del viaggio?) abbiamo perciò
tutto il giorno libero ( fino alle 18). Noi andiamo
a vedere la medina, entriamo nelle strette viuzze, guardiamo l’immensa
moschea, il mercato dei narghilè ,
del peperoncino, fino alle 13 quando decidiamo di andare a mangiare in un locale
tipico.
Mary ordina pesce e Antero
carne arrostita. Ci portano antipasti
piccanti, olive e verdure, due enormi piatti colmi di pesce e di carne e...acqua
minerale.
Riprendiamo
il nostro passeggio lungo i viali del centro poi andiamo a prendere un caffè in
cima ad una torre girevole inserita
in un grosso centro commerciale e , attraverso i vetri della torre, possiamo
ammirare il panorama di Tunisi; la parte vecchia,
il centro, il porto.
Alle
18 ci ritroviamo e alle 19,30 andiamo al porto per l’imbarco.
Quando
arriviamo ci sono i soliti ragazzi che chiedono soldi e cibo e che si
prodigano per aiutarci a fare i biglietti,insomma è sempre la stessa storia,
dobbiamo restare chiusi dentro i
camper per non avere particolari
noie.
Poi entriamo in dogana e ancora mille controlli, mille fogli, burocrazia
e burocrazia prima di concederci il permesso di entrare all’imbarco. La nave
ci aspetta con le grosse fauci aperte che sembra una balena, sono le 22,30...il
tempo trascorre (forse c’è qualche intoppo) sono le 23,30 ed ancora siamo in
fila ad aspettare e solo dopo mezzanotte possiamo
sistemare il camper dentro la nave e, quando la nave lascia il porto di Tunisi e
noi andiamo a letto sono le ore 1,45!
Il mare è agitatissimo ma,
fortunatamente, non ci sentiamo male. Alle 8 la voce del capitano ci sveglia di
soprassalto dicendo che tutti i passeggeri si devono recare
alla reception per il visto di entrata in Italia ( siamo a Trapani) .
Scendiamo facciamo la fila, controllano i passaporti, ritorniamo a letto e
quando ci alziamo sono le 14.
Il mare è sempre mosso, andiamo sul ponte
e stiamo al sole anche se abbiamo un poco di nausea.Il pomeriggio è
lungo, interminabile, le ore passano lentamente, nella nave non c’è niente
che ci possa distogliere, quindi stiamo seduti nelle poltrone e chiacchieriamo
tra noi.
Sbarco
a Civitavecchia alle 2 di notte (era previsto lo sbarco alle 23) e andiamo
all’area di sosta per riposare qualche ora, ci salutiamo perché domani c’è
chi parte alle 6 chi alle 7 e chi molto più tardi.
22/10
Noi partiamo alle 8 e piano piano riprendiamo la strada che ci porta
prima a Viterbo e poi con l’autostrada, fino a casa.
E’ finita la nostra avventura in Libia...
e, come tutte le volte che ritorniamo da un viaggio ci poniamo la
domanda: .....ci ritorneremo con il
camper ?
Oggi
diciamo di No!:
Sia per il traffico caotico ed indisciplinato, sia per le lunghissime
distanze che separano i luoghi da visitare per cui occorre percorrere strade
disastrate nel deserto di sassi dove per centinaia e centinaia di
chilometri non c’è segno di vita.
Ma……..
-Se
riusciamo ad organizzare tutto da casa, fissando con una agenzia locale
autorizzata ( ne esistono solo 3 in tutta la Libia) che fornisce guida e
poliziotto;
-Se
abbiamo maggior tempo a
disposizione e si va più lentamente per le strade;
Se
ci armiamo di santa pazienza e tanta calma e tanto tempo per superare le due
frontiere………….allora SI !
si può ritornare…….e, se uno si adegua, spende veramente poco poiché il
gasolio costa 10 centesimi al litro, che il pane quasi quasi lo regalano, che la
frutta, la verdura, la carne costano meno della metà che in Europa.
Noi, che tanto amiamo vedere la natura con i suoi meravigliosi prodigi,
possiamo affermare che i luoghi che maggiormente ci hanno affascinato sono stati
l’Akakus, il deserto di sabbia ed i laghi salati
che , purtroppo si trovano a distanze enormi
da Tripoli ( oltre 2500 km).
Crediamo che questi luoghi
meritino assolutamente un viaggio, ma, secondo noi e a mente calda, è meglio
prendere l’aereo fino a Tripoli, poi sempre in aereo raggiungere Seba e da lì
, con i fuoristrada ,visitare con tutta calma le meraviglie delle montagne del
Tradart, l’Akakus e le immensità del deserto di sabbia, i
laghi salati.
Anche per chi è amante della storia e dei siti archeologici è sempre
preferibile andare in aereo e prendere una buona guida .
FINE
P.S.
se vuoi vedere il tracciato satellitare vai su:
http://www.everytrail.com/view_trip.php?trip_id=398483
Antero
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