LANZAROTE, Isole Canarie
Spagna
Appunti sparsi di 5 giorni su e giù per l’isola di Lanzarote (2004)
Più
che un diario vero e proprio questa è una raccolta d’appunti (e qualche
dritta), sulle emozioni che i luoghi di questa bellissima isola ci hanno dato.
Non
si può iniziare senza parlare di Cesar Manrique, pittore, scultore e architetto
nato sull’isola e ritornatoci dopo alcune vicissitudini.
Ha
contribuito in maniera decisiva a preservare il patrimonio naturalistico e
culturale. Amico di Picasso e di Mirò, nella seconda metà del secolo scorso,
mise a disposizione dell’amata terra d’origine il suo estro e la sua
genialità, disseminando l’isola d’opere in sintonia con il territorio ed
evitando, in qualche modo, quello scempio edilizio che caratterizza alcune delle
altre isole Canarie.
Ha
ideato “il piano regolatore” dell’isola: ha infatti previsto l'espansione
in larghezza e non in altezza, per di più con canoni architettonici che
richiamano la tipica casa locale: muri bianchi, tetti di muratura appena
inclinati (per raccogliere la pioggia e l'umidità notturna in pozzi), infissi
in legno verdi o azzurri, a seconda delle zone dell'isola.
A
Tahiche, nell’interno dell’isola, si trova la “Foundacion César
Manrique”, l’originalissima casa dell’architetto lanzarotegno. Dall’anno
della sua morte, in seguito ad un tragico incidente automobilistico, avvenuto
nel 1992, la sua casa, costruita su di una colata lavica, è stata trasformata
in un vero e proprio museo, al cui interno si possono visitare i vari locali
situati a livelli diversi e realizzati sfruttando le naturali depressioni del
terreno. Vi sono anche quadri suoi e di artisti famosi dell’epoca, oltre agli
schizzi originali dei lavori realizzati durante la sua lunga carriera. Al centro
di alcune rotonde stradali si trovano delle sculture di arte moderna chiamate
“giochi nel vento”, dato che alcune parti di queste si muovono e girano
spinte dal vento. Anche la totale mancanza di cartelloni pubblicitari lungo le
strade è una sua idea.
In
ogni posto si trovano le possibilità per le escursioni più classiche: Cueva de
los verdes, Jameos del Agua, Jardin del Cactus, Mirador del Rio, Parco Nazionale
del Timanfaya. Queste sono le cose classiche che tutti vedono ed è facile
trovare notizie.
In
particolare ci è piaciuto molto il “Monumento Del Campesino”, con il suo
museo della cultura agricola. Si trova proprio al centro dell’isola e merita
sicuramente una sosta.
Ma
il consiglio, visti i prezzi convenienti di affitto e benzina, è di noleggiare
un’auto (con la Record abbiamo speso 16 € al giorno con l’assicurazione),
e di perdersi tranquillamente per le strade dell’isola. La condizione delle
strade è ottima e bastano pochi chilometri per cambiare continuamente il
paesaggio.
I
centri turistici sul mare sono principalmente tre:
Puerto del Carmen, il più rinomato,
o più incasinato, appena sotto la capitale Arrecife, con le sue tante
insenature e lunghe spiagge. Bella la zona intorno al porto, per il resto
ristoranti e pub, per la maggior parte frequentati da inglesi e tedeschi.
Costa Teguise, appena sopra la
capitale, costruito in una serie di insenature, negli anni '70. E' quello
dedicato ai windsurfisti per le sue "playas" che sembrano essere state
create apposta: Las Cucharas, Las Salinas e Los Charcos. Inoltre ha l'unico
campo di golf dell'isola, una serie di macchie verdi in mezzo alla terra rossa e
nera delle aride colline. Qui si possono affittare ottimi appartamenti in
tranquilli residence con piscina. Niente di particolare da vedere, solo centri
commerciali e pubs pieni di inglesi e tedeschi.
Playa Blanca, si trova all'estremo
sud ed è il porto di partenza del ferry per Fuerteventura. Un tempo oasi di
pace e paese di pescatori, è quello che sta subendo l'attacco maggiore da parte
delle gru e del cemento.
Da
qui si può raggiungere in auto il parco dove si trovano le spiagge di Playa
Papagayo.
Questi invece i luoghi che ci sono piaciuti maggiormente:
-
Teguise: antica capitale di Lanzarote, fino al 1852. Sviluppatasi ai piedi
del basso vulcano Guanapay, su cui è stato costruito il Castillo de Santa Bárbara,
fortezza costruita nel 16° secolo, dove gli isolani si nascondevano quando
arrivavano i pirati. E’ sicuramente il centro storico più bello dell'isola.
Bello
visitarlo nella tranquillità della calura del giorno, o alla ricerca di uno dei
tanti ristorantini per la sera o di domenica, giorno dell’importante mercatino
che richiama turisti da tutta l’isola.
-
La Geria: E’ la più importante
zona vinicola.
Nella parte interna di Tias si trova la Valle de la Geria, formatasi dalle
ceneri vulcaniche che sono state sfruttate per la coltivazione della vite. Sono
stati scavati dei fossi circolari, i quali sono stati circondati con dei muretti
di pietre laviche (disposte a semicerchio) per proteggere dal vento, i contadini
li riempiono di cenere (che trattiene l'umidità e le poche gocce di pioggia che
arrivano) e poi ci piantano dei fichi d'india. Dopo qualche anno piantano la
vite in mezzo alle radici del fico d'india in modo da avere l'umidità
necessaria a sopravvivere. “Pericoloso” attraversare la zona in auto perché
ci si guarda sempre intorno e la strada è molto stretta.
- El Golfo: è un'insenatura di
sabbia nera (ciò che resta di un gigantesco cratere per metà sprofondato nel
mare), dove si è creato, a causa delle infiltrazioni dell'acqua marina e
d’alcune alghe, un laghetto di colore verde smeraldo. Il paesino è pieno di
ristorantini dove mangiare pesce.
- Los Hervideros: sono delle
imponenti scogliere dove, come dice il nome, l'oceano "ribolle",
ovvero l’acqua sorge e rumoreggia a causa delle bollicine di gas. Sono stati
ricavati dei sentieri nella roccia lavica dove si può camminare o fermarsi nei
“balconi” quando arriva l’onda.
-
Haria: questo paese si trova nella
valle delle mille palme verso nord. Sembra che per ogni maschio che nasce
vengano piantate due palme e per ogni bimba una palma. E’ suggestivo arrivare
in auto e dopo tanto paesaggio brullo vedere così tanto verde.
-
Playa di Famara: questa spiaggia del
nord-ovest è un vero paradiso per i surfisti. Vento continuo e buone onde
caratterizzano questa parte dell’isola. Nel paesino, due file di case al bordo
della strada. L’atmosfera ai tavolini dell’unico locale (“Casa Garcia”
con ottime tapas) è molto hippy e alternativa.
-
Playa Papagayo: questa zona fa parte
di un parco, (si pagano 3€, per auto, per entrare), e quindi non ci sono
costruzioni all’interno, ma solo strade sterrate per raggiungere le cinque
spiagge che fanno parte della Punta del Papagayo. Nell’ultima baia si trova un
campeggio. Bella ma frequentata la spiaggia omonima, (la terza che
s’incontra), una caletta che si raggiunge scendendo per un sentiero osservando
gli splendidi colori dell’acqua. Bellissima la quarta, la “Caleta del
Congrio”, con prevalenza di visitatori naturisti. Spiaggia grande, acqua calma
e cristallina.
-
Playa Quemada: la spiaggia non è il
massimo perché è fatta di sassi, però è soprattutto l’atmosfera del
tramonto nei suoi ristorantini che ci ha affascinato. Poche case e pochi turisti
arrivano in questo posto chiamato anche “La Plantilla”. Veramente spartana
l’atmosfera del ristorante “7 Islas”, con pesce fresco da mangiare nei
tavolini che sono solo all’aperto.
-
L'isola di Graziosa: l'isola
dei sogni! Dove potrai toglierti le scarpe e dimenticare il mondo. Non ci sono
strade asfaltate, non ci sono agglomerati, non c'è fretta.
Geograficamente
è un'isola appartenente alle Canarie, di 27 Km. quadrati, d’origine vulcanica
con una popolazione di 525 abitanti cui 300 circa pescatori.
La
montagna più alta è Pedro Barba, di 266 metri, poi c'è Montagna Amarilla di
170 Metri.
L'isola
di Graciosa è la più a Nord delle Canarie e, con la piattaforma oceanica tra
le isole di Montagna Clara ed Allegranza, fa in modo che si sviluppi una gran
riproduzione delle specie ittiche, facendo dell'isola di Graciosa un posto unico
in “Europa” per la pesca.
Graciosa è una parte dell'arcipelago del Chinico, con Allegranza e Montagna Clara, sono parco naturale, ove nidificano uccelli di specie unica. In via d'estinzione vive e si riproduce qui il falco Regina. L'isola è desertica, paradiso di conigli e pernici, priva di coltivazioni praticamente impossibili per la mancanza di sorgenti ed a causa delle rarissime piogge. Graciosa è divisa da Lanzarote da un “Rio”, praticamente un canale. In 25 minuti di traversata, un traghetto, unisce Orzola (Lanzarote) con il porto d’Isla Graziosa (Caleta del Sebo).
La
temperatura non ha delle grandi escursioni termiche, non scende mai al di sotto
dei 14 gradi e non sale mai al di sopra dei 28 gradi.
Ci
sono diverse spiagge, la più grande è la spiaggia della “Concha”
(denominata così perché è composta di conchiglie piccolissime). La spiaggia
della Francesa, più comoda da raggiungere a piedi dal paese con una camminata
di una mezz’ora, e la spiaggia di Montagna Amarilla.
Il
paese è formato da case di forma cubica, bianche, con finestre verdi o azzurre.
Ci
sono due piccoli supermercati, una chiesa, un medico reperibile 24 su 24, una
banca, una farmacia, diversi piccoli bar, ristoranti, due pensioni. I ritmi sono
scanditi dall’arrivo o dalla partenza del traghetto.
Turisti
che ritornano dopo la visita in giornata del paradiso o abitanti dell’isola
che tornano dopo una giornata di lavoro a Lanzarote.
Come
arrivare ad Isla Graciosa:
Costo del taxi dall’aeroporto al porto d’Orzola (dove ci s’imbarca per
Graciosa) 30-35 euro circa.
Costo
del traghetto: Orzala - Graciosa a/r 13€ (durata 20 minuti circa.)
Orari
Traghetto: Da Orzola: 10.00 - 12.00 - 17.00 (18.30 estivo, da giugno)
: Da Graciosa: 8.00 - 11.00 - 16.00 (18.00 estivo, da giugno)
Lorenzo Gandolfi henriett@tsc4.com