Kenya
Racconto di viaggio 13 Luglio / 12 Agosto 2009
Profilassi : Lariam (sconsigliato!) e per gli effetti collaterali, e per la copertura del solo 60%
Cambio: In aeroporto
Costo del viaggio 2500 euro circa
Alloggio prenotato: Cristal Bay Resort (Watamu)
FIUMICINO/MOMBASA : Meridiana
"Sogno
di una notte di mezz'estate"
"Ci sono
momenti in cui partire risulta essere la sola possibilità per redimersi e per
ritrovarsi, io sono partita molte volte, ma poche mi sono ritrovata. Ringrazio
me stessa per aver saputo aspettare di destinare questo viaggio ad un momento
molto maturo della mia vita, perché altrimenti non avrei saputo viverlo ed
intenderlo allo stesso modo.
" Sono arrivata a Mombasa e ciò' che ho trovato ad aspettarmi fuori dall'aeroporto è stato sconcerto. Fango, terra, sporcizia infinita, tanta tanta povertà.
Gruppetti di uomini si muovono scalzi con dei grandi sacchi sulle spalle, non capisco se siano pietre o cosa. Altri, maggiori per numero, sono seduti sparpagliati qua e la davanti alle baracche decadenti di frutta e souvenir. Continuo a guardare fuori dal finestrino del bus che mi sta portando a Watamu, fuori piove, ma quegli uomini sembrano non curarsene e restano fermi sotto la pioggia ad osservare dal canto loro, l'autobus che passa. E' uno scambio furtivo e timido di sguardi sfuggenti, mi domando curiosa cosa stiano pensando di noi altri che continuiamo a scattargli fotografie. La guida al microfono ha iniziato a spiegarci un po di kenya, in un italiano quasi chiarissimo ci dice che il viaggio fino al villaggio durerà all'incirca due ore, la strada è tutta sterrata. Finalmente arriviamo in albergo, la voglia di guardare fuori è tale che non mi concedo neppure il tempo di disfare i bagagli, purtroppo pero' i programmi sono destinati a cambiare. Il personale che ci ha accolti ha indetto una sorta di mini riunione informativa per mettere in chiaro alcune regole utili ai fini della nostra sicurezza. Prima tra tutte mai uscire da soli dal villaggio, e mai, per nessun motivo, affidarsi alle bande di beach boys! ( I beach boys sono a dire degli albergatori, gruppetti di ragazzi del posto, abbastanza giovani, che vivono per la strada cercando di sbarcare il lunario nei modi più impensabili. Offrono di tutto e di più a prezzi inverosimili e propongono improbabili tour PERICOLOSAMENTE DISORGANIZZATI nella savana. Descritti così fanno una certa impressione! Ascolto questa pittoresca descrizione senza commentare, dunque ringrazio per le info e mi defilo.
WATAMU 14 LUGLIO
Spiaggia bianca come la neve, morbida come il velluto pettinato, banchi infiniti di alghe sovrastano l'acqua della bassa marea. Il mare si ritira ogni 6 ore e lascia scoperto il fondale ricco di conchiglie e stelle marine rosse, è uno spettacolo incredibile. Eccoli, sono loro, i tanto temuti beach boys, divisi in gruppi di 5/6 persone ciascuno. Mi vengono incontro per salutarmi e darmi il benvenuto, in un attimo mi fanno duecento domande: come mi chiamo, da dove arrivo, dove alloggio, con chi sono, quanto rimango, dove voglio andare, quanti soldi voglio spendere, cosa mi andrebbe di comprare. Dal nulla tirano fuori una serie di book fotografici con le loro proposte: safari allo Tsavo, safari blu, snorkeling, gita a Malindi, Serengeti e Masai Mara, Watamu by night e chi più ne ha più ne metta… alla faccia della disorganizzazione!!! In un attimo mi ritrovo a dovermi ricordare il nome di 6 scalmanati che a turno mi mettono il braccio sulle spalle come se fossimo amici da sempre, ridono del mio imbarazzo e l'attimo dopo mi invitano ad andare conoscere le loro famiglie. Siamo già in sintonia!
Le porte del resort si sono aperte e fuori dal paradiso….l'inferno. Sporcizia e miseria delle più nere, bimbi scalzi e nudi che vagano soli senza meta, animali denutriti che si cibano nella spazzatura, fango, mosche, disperazione. Mi sento così diversa da tutti … sono allucinata, non credo a ciò che vedo. Nessuno porta le scarpe e tutti mi supplicano di dargli le mie, le tolgo vergognandomi e le do al primo bambino che riesce a prenderle, rimango scalza anch'io, e stranamente riesco a sentirmi meglio . Ho percorso poco più di 2 km a piedi nudi, tra lo sterco di capra e chisà che altro ancora, con un po di timore per le infezioni, ma sono stati i 2 km percorsi più belli della mia vita.
Watamu con le sue piccole moschee ed i canti notturni di preghiera
Watamu con le sue improbabili e vuote casette di fango.
Watamu dei beach boys che mentre rido riescono a vendermi una scatola di biscotti pieni di formiche a 25 euro!
Watamu di braccia aperte e denti bianchi
Watamu di bambini di poco più di 2 anni che portano in braccio scalzi e nudi per i sentieri, neonati di pochi mesi, sprezzanti di qualsivoglia pericolo.
Watamu di donne curiose che mi chiedono come ci si sente con un paio di slip
Watamu nella macchina di due beach boys un po "fumati", che mi portano ad una festa jamaikana dall'altra parte della spiaggia.
Watamu di 2 valigie lasciate piene zeppe del loro contenuto in mezzo alla strada, alla mercè di chiunque avesse bisogno di qualcosa, perché a me non serve più nulla.
TIMBONI
ORFANOTROFIO "GOD OUR FATHER CENTRE"
“Prima di oggi
non ero nessuno”.
Sempre in
compagnia di uno dei ragazzi conosciuti in spiaggia, prendo un tuc tuc e mi
faccio accompagnare all'orfanotrofio
da Mama Sussy. Questa è una donna grande e
buona, che con poco è riuscita a creare tutto ciò che ha potuto, non smettendo
un attimo di lavorare. Timboni ospita più o meno un'ottantina di bambini di
tutte le età, metà di loro sopravvive grazie alle adozioni a distanza, i
rimanenti grazie alla generosità dei turisti, che andando in visita lasciano
generose offerte. Ho portato
dall'Italia uno zaino pieno zeppo di caramelle, matite colorate e simili…ma
non lo so quanto sia stata saggia come scelta! di sicuro farmaci e vestiti
sarebbero stati più opportuni e graditi ma ormai il danno è fatto. Un
magnifico e commovente coro di benvenuto mi accoglie, fanno a gara a chi sorride
di più, fanno a gara per farsi prendere in braccio e riempire di baci, cantiamo
e balliamo, giochiamo a palla, guardiamo una piccola tv che gli è stata
regalata da una coppia di francesi un paio di settimane prima. Chiunque venga in
questo posto porta e lascia qualcosa per elemosina, CHIUNQUE SE NE VADA, VA VIA
COL DOPPIO DELLA RICCHEZZA. Questo E' stato uno dei giorni più intensi e
significativi della mia vita.
WATAMU/
MALINDI / TSAVO EST (KUDU CAMP) 160
km a Nord Ovest
Un viaggio lungo e faticoso iniziato alle prime luci dell'alba su una grande gip. Ore 04.30 , freddo boia, mai me lo sarei aspettato! alla guida c'è "WINGU" che in italiano significa "nuvola", un uomo di Malindi sui 50 credo, un uomo di una dolcezza infinita, che mi domanda ogni volta che mi guarda come mi sento, se sto bene, come mi trovo a respirare l’Africa. Wingu che alla mia domanda se sia stato mai altrove fuori dal suo paese, risponde ridendo che il Kenya è il posto piu bello del mondo, e che mai si sognerebbe di andare altrove; Wingu che per 160 km sorride raccontandomi barzellette kenyote che in realtà capisco poco/niente. (piu niente che poco); Wingu che si stupisce de mio stupore; Wingu che lavora 16 ore al giorno per 70 euro al mese circa; Wingu che ha una moglie e 5 figli a casa ad aspettarlo; Wingu che sentendomi raccontare di mio padre morto e di mia madre sola in Italia mi offre il suo telefono cellulare per farle una chiamata e sentire come sta. (Questo è stato in assoluto il gesto che piu mi ha emozionata in questo un mese d’Africa). Wingu che non è mai, dico mai imbronciato; Wingu che mi guarda dritta negli occhi mentre gli racconto la mia vita e non dice nulla, si scambiano i ruoli, ora è lui ad essere impietosito per me.
KUDU
CAMP
Avevo
sempre guardato i documentari sulla savana in tv, ma esserne parte è senza
dubbio cosa di tutt’altro genere. La savana è sconfinata, infinita, e
l’assistere alla brutalita’ delle scene di caccia ai fini della
sopravvivenza, mi fa vibrare come le corde di un violino. Il fiume scorre lento
sotto al campo tendato, il sole tramonta con lentezza, non c’è nulla di cui
io potrei aver bisogno in questo momento, nulla che mi manchi. I versi degli
animali che vagano di notte intorno alla tenda mi spaventano non poco, ma
sentirmi immersa in questo universo mi fa sentire unica. Sfido chiunque a non
rimanere basito al cospetto della madre Africa.
Anche
qui ho trovato amore, Jalali e Akili sono 2 ragazzi masai degli 8 conosciuti al
campo. Hanno rispettivamente 18 e 23 anni e sembrano due statue di ebano cotte
al sole del Serengeti. Vestiti di colori brillanti, pieni di collane e bracciali
ai piedi, alti quanto il balcone della mia sala da pranzo! Inizialmente mi si
sono avvicinati con molto timore, quasi per non disturbare, poi hanno colto nel
mio sorriso curioso un segno di amicizia e da li è iniziato il nostro breve
percorso insieme. Jalali parla un po di inglese, dice di averlo imparato dai
turisti, mi fa capire con molte parole errate che il suo sogno sarebbe quello di
viaggiare anche lui, di vedere il posto da dove arrivano tutti quelli che lo
vengono a trovare. Akili dal canto suo, sorride senza capire, ma per fare la sua
parte e non sentirsi da meno nell’accoglienza, mi porge orgoglioso la sua
lancia, e dice qualcosa in Swahili. Jalali piu o meno traduce, capisco “
leone” “colpo”, siamo seduti intorno al fuoco, ridiamo se anche non
riusciamo a parlare sensatamente, ma c’è qualcosa di piu forte che ci fa
sentire vicini a prescindere dalla nostra diversità. Li guardo ed a momenti si
confondono col carbone del fuoco. Ad
interrompere l’idillio il verso di un ippopotamo che a detta di Jalali sta
chiamando la compagna, è una notte intensa, mi sento in pace col mondo, vuota
di tutto e piena solo di me stessa.
L’Africa
è infinita e ci sarebbe sempre troppo da raccontarne, nessuna descrizione e
nessuna memoria possono bastare quantificarne la ricchezza, ma nel mio cuore
povero ho raccolto in questi 30 giorni cio’ che non ho mai trovato altrove.
Un’esperienza che rimarrà indelebile nella memoria finche’ avro’ vita e
l’insegnamento prezioso, che forse, la vera povertà alberga altrove.
Un
grazie infinito a tutti gli amici che mi hanno accompagnata nell’arco di
questi 30 intensissimi giorni, a tutti i ragazzi di Watamu, senza l’aiuto dei
quali non avrei capito nulla di questo posto. UN GRAZIE SPECIALE A WINGU, che è
stato in assoluto la mia guida spirituale.
Ho narrato poco e solo le emozioni piu forti, ma ho fatto e visto tanto altro che lascio agli occhi di chi mi succederà in questo viaggio di cuore.
Rosalba Critelli