DERAWAN (KALIMANTAN) e JAVA
Diario di viaggio AGOSTO 2006
3 Agosto (Bangkok)
Finalmente si parte: per questo viaggio siamo in 6, io,
mio fratello Federico, Claudio che partono insieme a me, i miei cugini Francesco
ed Elisa e Annalisa, la ragazza di Francesco ci stanno aspettando invece a
Semporna, Sabah. Breve scalo a Vienna e poi diretti a Bangkok, città in cui non
trascorreremo nemmeno un minuto perchè prenderemo un volo per Kuala Lumpur.
4-5 Agosto (Sabah-Nunukan-Tarakan)
Siamo arrivati a Bangkok alle ore 14 e con molta calma
siamo arrivati a KL all’una di notte! Dato che il mattino successivo avevamo
la coincidenza per Tawau alle ore 7:20 abbiamo deciso di passare la notte all’aereoporto
di KL: mai scelta fu più coraggiosa!
Dopo una notte insonne siamo arrivati a Tawau per le 10 e
dopo esserci ricongiunti con gli altri tre compagni di viaggio siamo ripartiti
alla volta del porto per prendere il traghetto diretto a Nunukan. Stipati come
le sardine abbiamo fatto questo piccolo spostamento che è durato per circa
un’ora e mezzo e una volta arrivati è iniziata la nostra odissea! La nostra
guida Udhien ci aspettava lì ed ero d’accordo che lo avrei chiamato una volta
arrivato a Nunukan. Peccato che con il cellulare non si riuscissero a fare
telefonate! Abbiamo quindi iniziato a guardarci in giro, accerchiati da nuvole
di indonesiani pronti a venderti qualsiasi cosa! Siamo andati alla ricerca di un
telefono pubblico per poter contattare la nostra guida, ma il suo telefono non
era raggiungibile!! Abbiamo cominciato così a cercare un mezzo di trasporto per
arrivare a Tarakan da soli, dato che della guida non c’era ombra (eravamo
arrivati prima del previsto): abbiamo contattato delle persone che ci volevano
portare in motoscafo, ma appena ci siamo accordati con il prezzo ci hanno detto
che dovevamo partire l’indomani mattina! Eccoci qui in mezzo a decine di
indonesiani chiassosi, abbandonati a noi stessi e senza alcuna speranza di
muoverci! In fondo io ero contento comunque, anche questo fa parte del
viaggio….Mentre eravamo ormai rassegnati a passare una notte a Nunukan,
sentiamo qualcuno parlarci in italiano: era Udhien, in quel momento incarnazione
del nostro salvatore! Dopo i primi saluti ci ha portato con un Minibus all’aereoporto
di Nunukan, una casupoletta con una
striscia di asfalto come pista e senza anima viva nelle vicinanze….Il volo per
Tarakan è stato molto breve, abbiamo sorvolato la foresta vergine prima di
arrivare alla grande città di Tarakan, città in cui abbiamo trascorso la notte
in attesa del lungo trasferimento in motoscafo fino all’agognata Derawan! Cena
a base di pesce e tutti a nanna….il giorno successivo sarebbe stato
sicuramente lungo e intenso….
6 Agosto (Derawan)
Trasferimento in porto e partenza con due motoscafi. Il
viaggio tutto sommato, sebbene lungo, è stato abbastanza confortevole perché
le condizioni del mare erano ottimali: c’è una prima mezz’ora di mare
aperto, poi circa due ore di mare calmo perché di costeggia la costa e infine
un’altra mezz’ora di mare tra diversi isolotti per arrivare finalmente a
Derawan. L’arrivo in quest’isola è stato subito bellissimo: prima di
attraccare nelle acque cristalline già si vedevano delle grandissime tartarughe
che nuotavano placidamente nelle vicinanze della riva. Il nostro alloggio era
una “guesthouse” con piccole stanze da due persone e con bagno in comune, il
mitico mandi, cioè una vasca con piena d’acqua (fredda) e per fare la doccia
si attingeva l’acqua con un mestolino di plastica: la cosa sembra più atroce
di quanto lo sia veramente…..
Dopo aver posato le valige siamo usciti e siamo stati
subito investiti dalla vitalità e dalla simpatia dei bambini del
villaggio vicino che curiosi si sono avvicinati ed hanno subito cominciato a
giocare con noi. Dopo aver pranzato siamo andati a fare un giro di
perlustrazione dell’isola: le spiagge sono molto belle, peccato che talvolta
ci si imbattesse in qualche zona piena di spazzatura. Questa purtroppo non è la
prima volta che trovo sporcizia nelle spiagge, anche in alcune isole della
Malesia mi è capitato, credo faccia parte della scarsa educazione alla
conservazione dell’ambiente abbastanza frequente nel sud est asiatico.
L’isola nonostante questo è bellissima, ricca di animali specialmente marini
e con colori straordinari. Dopo aver fatto il giro dell’isola siamo andati a
fare una prima perlustrazione dei fondali marini: la zona di fronte al pontile
del Derawan dive resort è molto bella, c’è un giardino di coralli molto
vario, ci sono molte tartarughe, di grossi pelagici però neanche
l’ombra……
Appena tornati alla riva Francesco si è ributtato in mare
per nuotare ancora per un po’ con le tartarughe, tutti gli altri sono rimasti
sul pontile a godersi il paesaggio….
La sera cena a base di pesce, altro giro dell’isola e
infine a letto, domani ci aspetta la gita a Sangalaky!
7 Agosto (Sangalaky)
Partenza per le nove in compagnia di una famiglia di
Francesi che avevamo trovato anche l’anno precedente a Sipadan….quando si
dice che il mondo è piccolo! Dopo tre ore di barca e dopo aver pescato un
barracuda ed un tonno, finalmente arriviamo a Sangalaky: quest’isola è
sicuramente più bella (paesaggisticamente) di Sipadan, la laguna è di un
azzurro abbagliante, le spiagge bianchissime, la barriera corallina molto varia
e ben conservata. La varietà di pesce è discreta, (probabilmente la
considererei ottima se non avessi trascorso più di una settimana a Sipadan
l’anno precedente…..), i colori sott’acqua sono molto vivaci e fare
snorkelling è molto piacevole. Le mante, l’attrazione principale della nostra
visita, non si facevano vedere….dopo due o tre ore dal nostro arrivo ecco però
in lontananza apparire le pinne di questi bellissimi pesci! Il nostro capitano
si è diretto verso il gruppo di mante avvistate e, neanche il tempo di fermare
la barca ed io mi ero già tuffato in acqua! Cosa dire di quello che ho visto?
Beh direi che ho provato una forte emozione a nuotare tra questi esseri così
grandi ma così aggraziati nei movimenti….E’ sicuramente uno spettacolo che
vale la pena di vedere almeno una volta nella vita! Oltre alle mante abbiamo
avvistato facendo snorkelling un paio di squali pinna nera e uno squalo leopardo
che se ne stava placido sul fondo. Con l’alzarsi della marea abbiamo
attraccato nell’isola e qui mio fratello e Francesco si sono dilettati nella
raccolta di noci di cocco di cui abbiamo bevuto il contenuto all’ombra di
alcune palme, ammirando i colori di questa bellissima isola….
8 Agosto (Atolli)
Oggi era in programma la visita a Kakaban ma è saltato
tutto a causa delle condizioni quasi proibitive del mare. Allora eccoci diretti
verso delle lingue di sabbia bianca subito di fronte a Derawan: dopo circa 10
minuti di motoscafo eravamo gia arrivati….queste lingue di sabbia non sono
altro che delle isole coralline in via di formazione e sono l’ideale per una
giornata di relax e per il “sunbathing”, ma lo sono anche per una bella
insolazione! Il caldo infatti si è fatto sentire dopo poco nonostante il grande
vento: la soluzione in mancanza di palme era quella di fare un po’ di
snorkelling! Dopo aver esplorato l’isola siamo usciti dall’acqua e abbiamo
pranzato. Subito dopo siamo tornati a Derawan perché il nostro progetto di
esplorare l’isola di fronte è fallita miseramente a causa della bassa marea e
delle condizioni avverse del mare….
Una volta tornati a “casa” ci siamo messi calzoncini e
scarpe da ginnastica e ci siamo diretti al vicino campo di calcio in cui abbiamo
organizzato una partita di calcio Indonesia - Resto del Mondo la cui compagine
era composta da me, Federico, Claudio, Francesco, Jann il francese e suo figlio
più alcuni innesti “locali”: ovviamente i più temuti eravamo noi italiani
in quanto campioni del mondo!!!!! La partita ovviamente l’abbiamo vinta noi
facendo leva sul nostro superiore tasso tecnico….
La sera dopo cena siamo andati al centro per la
conservazione delle tartarughe per aspettare che questi animali arrivassero in
spiaggia per la deposizione delle uova: alle 11 di sera siamo però tornati a
letto (poi abbiamo scoperto che le tartarughe erano arrivate all’una….)
9 Agosto (Kakaban)
Quella di oggi è la giornata dedicata alla visita di
Kakaban, isola famosa per il suo lago di acqua salata abitato da meduse che a
causa della mancanza di predatori sono diventate non urticanti. Prima di partire
ci è venuto a chiamare il ragazzo responsabile della conservazione delle
tartarughe per liberare delle tartarughine nate durante la notte: vedere questi
tesserini nuotare verso il mare aperto è sicuramente un momento di grande
tenerezza, forse tra venti o trent’anni se torneremo a Derawan nuoteremo con
una di voi, se riuscirete a sopravvivere ai predatori….
Alle ore 10 partiamo con la piccola barchetta di John con
destinazione Kakaban: lasciamo alla nostra destra Samama, Sangalaky e infine ci
avviciniamo alla nostra meta. Il mare rimane poco mosso fino all’altezza di
Sangalaky, poi superata quest’isola in genere si alzano le onde e spesso dal
lato affacciato a Derawan è difficile attraccare con la barca. L’isola è di
origine vulcanica e quindi non ci sono spiagge, in compenso la barriera
corallina è molto bella e varia anche se grandi pesci non ne abbiamo visti. Per
attraccare abbiamo fatto il giro dell’isola, nella parte coperta da Maratua.
Dopo aver pranzato in barca e dopo aver fatto un po’ di snorkelling, abbiamo
deciso di inoltrarci nella foresta alla ricerca del bellissimo lago con le
meduse. Nella parte protetta dell’isola c’è una piccola capanna alla quale
si può accedere tramite una rudimentale scaletta scavata su un tronco. Dalla
capanna si può vedere un bellissimo lago salato, cioè una conca interna che si
riempie con l’alta marea attraverso una piccola grotta che collega il mare con
l’interno dell’isola. Attraversando il lago si raggiunge un sentiero che
attraversa la foresta e porta esattamente sul bordo del mitico lago, bellissimo,
di colore verde e ricco di meduse di qualsiasi dimensione ma sempre non
urticanti. Essendo un lago in una zona tropicale la temperatura dell’acqua era
elevatissima…Credo che Kakaban sia l’isola più bella e straordinaria vista
finora! Dopo aver fatto il bagno siamo ripartiti per Derawan in cui siamo
arrivati a notte fonda, ovviamente osservando le stelle, molto più luminose di
qualsiasi posto in Italia!!!
10 Agosto (Samama)
Questa mattina è dedicata alla visita di Samama,
l’isola più vicina a Derawan . Siamo partiti con la barca di John e come per
le altre isole siamo andati con la famiglia di francesi e una famiglia di belgi.
L’isola è abbastanza grande e quasi completamente ricoperta di mangrovie , alcune anche secolari, che rendono
quest’isola molto particolare e particolarmente adatta per fare delle belle
foto. L’isola è circondata da una laguna molto bella lunga probabilmente per
un paio di chilometri e su cui sguazzavano squaletti pinna nera di mezzo metro.
Molti di
questi rimangono intrappolati nella bassa marea ed è facile trovarne qualcuno
di morto. Nella parte dell’isola di
fronte a Derawan c’è una bella spiaggia di sabbia bianca, spiaggia che per
metà è nascosta dalle mangrovie. L’isola è completamente disabitata ad
eccezione di un paio di persone che hanno il compito di “sorvegliare
l’isola” e che allevano tartarughe che poi rilasciano quando hanno due-tre
mesi in modo che le loro probabilità di sopravvivenza siano maggiori. Arrivati
abbiamo pranzato, non prima di avere preso qualche noce di cocco
ed averne bevuto il dolce contenuto. Sfruttando la bassa marea abbiamo
esplorato la laguna e la foresta di mangrovie in cui si possono trovare degli
animali molto curiosi, dai pesci mezzi anfibi ai granchi pelosi (si mimetizzano
con le alghe) alle stelle marine in posizioni da “kamasutra”. Con il
crescere della marea abbiamo fatto un po’ di snorkelling (nella laguna ci sono
degli squaletti) ma per vedere la barriera bisogna andare ai bordi della laguna
con la barca. Nella via di ritorno del ritorno abbiamo pescato 4 tonni che
abbiamo mangiato alla griglia la sera una volta tornati a casa
11 Agosto (Derawan - Tarakan)
Tappa di trasferimento a Tarakan: quattro ore di viaggio
estenuante! Il viaggio è stato lungo e faticoso, il caldo era insopportabile e
non vedevamo l’ora di arrivare in hotel. Udhien ci ha portato all’hotel
Asia, ma le camere non erano il massimo, inoltre c’era il mandi e questo
significa acqua fredda! Fortunatamente Udhien, sempre molto gentile,
ha letto la situazione e ci ha portato nello stesso hotel del nostro
arrivo a Tarakan. Doccia, riposo e cena a base di pesce che abbiamo offerto a
Udhien per averci trattato molto bene, veramente è stato una brava guida e una
brava persona, lo consiglio vivamente a chiunque voglia esplorare delle zone
remote dell’indonesia!
12 Agosto (Gunung Bromo)
Tappa di trasferimento e dei saluti. Prendiamo l’aereo
per Surabaya con scalo a Balikpapan. Arrivati nella capitale del Borneo
salutiamo Udhien ai quali siamo grati per la gentilezza e la professionalità,
una bravissima guida e una bravissima persona, arrivederci, probabilmente ci
rivedremo l’anno prossimo….
Arrivati a Surabaya organizziamo lo spostamento al monte
Bromo con un fuoristrada rivelatosi un po’ troppo stretto per sei persone e
con gli zaini per giunta! Siamo arrivati al rifugio Lava Lodge alle 8 di sera e
appena arrivati abbiamo organizzato l’escursione al monte Bromo e al
Penanjakan con una jeep. Con 250000 Rp si riesce ad affittare una jeep che alle
tre di notte parte per Penanjakan, il punto più panoramico da cui vengono fatte
le foto per le cartoline, poi, dopo aver visto l’alba ci si sposta sul monte
Bromo. L’ascesa al punto più panoramico dura circa un’ora, vi suggerisco di
partire per le quattro, altrimenti si arriva troppo presto e si rischia di
aspettare al freddo l’arrivo dell’alba. Lo spettacolo che si vede alle prime
luci dell’alba è semplicemente straordinario: un paesaggio lunare, il Semeru
e il Bromo che sbuffano, mille riflessi di colori che cambiano in
continuazione…. Sicuramente questo è il momento più bello del viaggio! Si
scattano foto in continuazione, con la speranza di fissare quei momenti per
sempre, con il desiderio di portare a casa un “pezzo di Bromo” da far
gustare anche a chi non è potuto venire….
Nella via del ritorno troviamo anche un altro posto
panoramico, forse ancora più spettacolare…. Corriamo per la montagna come dei
ragazzini alla ricerca del posto migliore per fare le foto. Proseguiamo
successivamente per il deserto di cenere alla volta del vulcano Bromo. Qui ci
sono decine di cavalli che per 20000 Rp ti portano quasi in cima al vulcano,
“quasi” perché prima di arrivare sul bordo della caldera fumante ci devono
fare circa 200 gradini. Arrivati in cima i vapori di zolfo pungono le narici, un
assaggio di quello che ci aspetterà al Kawau Ijien….
La mattina alle 8 si è già di ritorno, in tempo per la
colazione e per riposare per un po’ di ore.
13 Agosto (Bromo)
L’hotel Lava Lodge si trova a Cemoro Lawang, un paesino
posto ai bordi di una antica caldera al centro della quale i trovano i vulcani
Batok, Bromo, Kursi. Nel pomeriggio abbiamo deciso di fare una passeggiata
attraverso il paese e poi proseguire lungo il bordo della caldera: ci siamo
trovati in un campo di aglio di un contadino locale che molto gentilmente ci ha
lasciato passare indicandoci la via per la caldera. Lo spettacolo che ci siamo
trovati di fronte era come sempre stupefacente. Abbiamo deciso di attendere il
tramonto seduti sul bordo della caldera, con la vista sul “deserto di
sabbia” e sul vulcano Bromo. Siamo poi tornato all’hotel costeggiando il
cratere. Vorrei segnalare un altro hotel, l’hotel Cemara Indah, che a mio
parere ha la vista migliore di tutte. Una doppia costa 110000 Rp e la vista dal
ristorante è assolutamente mozzafiato, non ho visto le camere, ma assicuro che
la vista è la migliore di tutta Cemoro Lawang.
14 Agosto (Kawau Ijien)
La notte è stata particolarmente fredda, non c’è il
riscaldamento! La mattina, dopo aver fatto le valigie abbiamo preso un taxi che
ci ha portato direttamente a Probolinggo. Qui il nostro gruppo si è diviso:
Francesco ed Elisa sono tornati a Surabaya per fare il loro ritorno a casa, noi
invece abbiamo proseguito per Bondowoso e poi per Sempol, dove abbiamo dormito
in una tenuta in mezzo a una piantagione di caffè. A questo punto vorrei fare
una digressione che penso possa essere utile a chi voglia fare l’escursione al
Kawau Ijien: per arrivarci il mezzo migliore è il taxi, ma attenzione a
controllare chi sono i compagni di viaggio! Se infatti viaggiate con persone
dirette a Bali è possibile che siate costrette ad accompagnarle al porto
allungando di 5 ore il tragitto! Arrivati alle 5 del pomeriggio, dopo aver
risolto il problema appena descritto e dopo esserci rinfrescati siamo andati a
cena dove abbiamo conosciuto altri turisti Inglesi e Francesi e con i quali ci
siamo scambiati le impressioni sui posti in Indonesia già visitati.
15 Agosto
Sveglia alle 4:30 e
partenza alle 5 con destinazione Pos Paltuding, il punto di partenza del Kawau
Ijien. La camminata dura circa un’ora e lungo la salita si possono trovare dei
gruppi di scimmie e i portatori di zolfo, piccoli omini in grado, anzi obbligati
a portare sulle spalle carichi più pesanti del loro peso. Dopo un’ora si
arriva sulle sponde del cratere dal quale si ha un’ottima vista della caldera
fumante e del lago che la riempie. Dalla cresta del vulcano si può scendere
all’interno della caldera fino ai bordi del lago
dove si è a stretto contatto con i raccoglitori di zolfo. Una volta
scesi in riva al lago ho deciso di seguire i portatori intenti a spezzare grossi
blocchi di zolfo in mezzo a un calore e a delle esalazioni di zolfo
semplicemente infernali: dopo qualche secondo si fa fatica a respirare e non si
riescono a tenere gli occhi aperti…I portatori devono fare quel tragitto per
due volte al giorno per tutti i giorni della settimana per 400 Rp al chilo….
In pratica si spezzano la schiena e si distruggono i polmoni per sopravvivere!
Non voglio essere retorico e neppure voglio fare discorsi moralistici, ma
consiglio a chiunque di fare questa escursione, aiuta sicuramente a riflettere e
probabilmente ci lamenteremmo meno della nostra vita, delle nostre sventure,
delle nostre frustrazioni…..
16 Agosto (Joya)
Oggi siamo arrivati a Joya e abbiamo trovato con molte
difficoltà un hotel a Maliboro
road dato che questo weekend è festa nazionale per l’anniversario della
repubblica. Avendo viaggiato per tutta la notte, dopo aver preso la stanza
abbiamo riposato per qualche ora prima di “lanciarci nello shopping” di
batik. I batik sono dei tessuti colorati ma in definitiva sono delle opere
d’arte e Solo e Yoya sono la patria dei più bravi artisti di Java e
dell’intera Indonesia. La tattica era quella di vedere 4 o 5 gallerie e poi,
dopo esserci fatti un’idea sui prezzi avremmo dovuto cominciare a “fare
affari”. Uso il condizionale perché abbiamo ceduto clamorosamente! Al secondo
negozio ci siamo lasciati sopraffare dal fascino e dalla bellezza di queste
opere d’arte, una bellezza che lascia veramente spiazzati!
I prezzi più bassi sono sicuramente al Water Palace,
anche se i batik più belli si trovano sulle gallerie ai lati di Malioboro. Dopo
aver fatto le compere abbiamo soddisfatto anche Annalisa (centro commerciale e,
purtroppo Mc Donald’s…) e poi ritorno al nostro hotel non prima di aver
prenotato un autista per andare al Prambanan e ai vari centri di artigianato di
Yoya.
17 Agosto (Prambanan)
La mattina è stata dedicata alla visita del Water Palace,
discreto palazzo con tre piscine al suo interno e ad una fabbrica di batik e ad
una di argento. Successivamente, dopo aver pranzato siamo arrivati al Prambanan,
un tempio induista molto bello ma purtroppo in parte rovinato dall’ultimo
terremoto. In verità all’interno di Prambanan c’è un complesso di templi
tra cui quello più lontano è molto bello e sicuramente degno di una visita. La
cosa più interessante della giornata è stata sicuramente il Ramajana Ballet,
una storia mitologica riprodotta con sfarzosi balletti accompagnati da canzoni
con gamelang e con lo straordinario scenario del Prambanan illuminato sullo
sfondo: uno spettacolo che si può paragonare alle opere dell’arena di Verona
(meno sfarzoso, ma con uno scenario altrettanto suggestivo). Le musiche poi sono
molto più lente e dolci di quelle di Bali…..
18 Agosto (Djeng Plateau e Borobudur)
Questa
giornata è stata proprio bellissima! La giornata non è iniziata nel migliore
dei modi: Yoyakarta si era svegliata avvolta da un misto di nebbia e smog, così
abbiamo deciso di posticipare la visita del Borobodur per andare in
“collina” a vedere il Djeng Plateau. La salita per l’altopiano è
bellissima, terrazze coltivate a
riso e patate, vulcani, palme….dopo il Bromo il paesaggio più bello di Java!
Il Djeng Plateau non è altro che una antica caldera di un vulcano nella quale
si trovano delle “rovine” e molte testimonianze del fatto che ci si trovi in
una caldera come geyser, terme e
fontanelle di acqua o fango incandescente ovunque. Chi viene fin quassù con
l’idea di vedere dei templi rimarrà deluso perché non vedrà altro che
“ammassi di pietre”, chi vuol vedere invece i classici paesaggi javanesi
deve venire qui….Molto bello è sicuramente fare una passeggiata attorno al
“lago che ribolle”, un laghetto verdissimo che in alcuni punti sembra
ribollire a causa di piccole fuoriuscite gassose che avvengono sott’acqua.
Camminando nelle colline circostanti oltre a vedere degli scorci straordinari si
possono notare ovunque delle piccole piscine di acqua bollente che esce dalle
viscere del vulcano. L’impressione che si ha è quella di camminare in un
sottile strato di terreno che ricopre un qualcosa sottostante che ribolle
perennemente. Dopo aver visitato diversi geyser e un paio di piccoli crateri con
fango incandescente che ribolliva all’interno, abbiamo ricominciato la discesa
verso il Borobudur, un mastodontico tempio buddista ornato da centinaia di mezzi
busti di Budda. Già da lontano il Borobudur impressiona, camminarci attorno è
ancora più incredibile: è una sorta di montagna a base quadrata (con i lati di
120 metri!!!) ed è suddivisa in gradoni sui quali i pellegrini un tempo erano
soliti camminare e pregare girando attorno in centri concentrici. La parte più
alta è composta da decine di campane all’interno delle quali ci sono i budda:
dall’alto la vista è magnifica, si riesce a dominare la pianura circostante e
si vedono i vulcani in lontananza, veramente uno spettacolo bellissimo! La sera,
una volta tornati a Yoya siamo andati alla ricerca di un taxi per il
trasferimento a Solo, l’ultima tappa del nostro viaggio….
19 Agosto
Prima di partire per Solo rimaneva solo una cosa da vedere
, il palazzo del re. A parte la nostra guida in italiano (guida inclusa nel
biglietto di entrata e che avremmo capito maggiormente se parlava in
indonesiano!) non c’è nulla di particolarmente interessante da vedere, a mio
parere tempo perso per niente…
Tornati in hotel siamo partiti per Solo: dopo aver
lasciato gli zaini in hotel siamo partiti alla volta del Sukuh temple, un
piccolo tempio molto curioso e misterioso: ha una struttura che ricorda molto i
templi maya, struttura unica un questa parte del mondo e con delle curiose e a
volte esilaranti sculture inneggianti alla fertilità… Escursione molto
interessante, dall’alto si gode di un bel panorama, nulla a che vedere però
con il Djeng Plateau.
20 Agosto
Questa è l'ultima giornata qui in Indonesia e abbiamo
deciso di affittare delle biciclette ed una guida per poter visitare le campagne
in periferia di Surakarta e per poter vedere alcuni dei lavori caratteristici di
Java. Dopo una decina di minuti, dopo aver attraversato un fiume in un ponte
traballante, finalmente ci siamo trovati in aperta campagna, tra infinite
distese di campi di riso, attraversando di tanto in tanto dei piccoli villaggi.
La prima tappa è stata in una piccola azienda a conduzione familiare dedita
alla produzione del tofu, una specie di formaggio ottenuto dalla soia. La
seconda tappa è invece stata una fabbrica di mattoncini per i tetti: qui i
mattoncini vengono fatti a mano uno a uno…..un lavoro veramente estenuante!
Dopo averne fatto uno anch’io, siamo ripartiti con destinazione una
distilleria: eravamo tutti molto contenti di questa nuova tappa (siamo veneti!)
anche se la temperatura certamente non favoriva la degustazione di distillati!
La distilleria non è altro che una stanza all’interno della quale il riso
viene prima fatto fermentare, poi una parte viene venduto (il prodotto della
fermentazione è una cosa simile al soyu) e una parte viene invece distillata
per diventare una specie di grappa. Il gusto del distillato non è poi così
male, meglio sicuramente di alcuni distillati di riso assaggiati in Thailandia
ed in Cina! (non posso però affermare che fosse buono…..). Dopo esserci
rifocillati siamo ripartiti alla volta del mercato degli uccelli, assicurati
della guida riguardo la sicurezza del mercato (dal pericolo di contrarre
l’influenza aviaria! Qui in Indonesia, come tutto il sud est asiatico la
criminalità è molto bassa). Alla fine, a conclusione del giro, ci siamo
fermati al palazzo reale, scegliendo questa volta una guida in inglese! Questo
palazzo è decisamente molto più bello rispetto a quello di Joya e vale
sicuramente una visita!
Il pomeriggio, appena tornati in hotel abbiamo deciso di
assistere alla sfilata del re in occasione del suo compleanno (o almeno così mi
hanno detto): una sfilata sfarzosa, con i funzionari del re vestiti con dei
bellissimi Batik. Qui, nonostante la disapprovazione di Annalisa, siamo stati
notati dalle nipoti del re, nipoti che hanno continuato a farci sorrisi e
saluti. Dopo qualche minuto ci siamo guardati tra di noi e abbiamo esclamato:
“C***o! Abbiamo perso l’occasione di diventare di sangue blu!”. Dopo la
sfilata siano tornati in hotel dove ci aspettava un bel Jackfruit fresco di
frigorifero!
21 Agosto
Oggi tappa di trasferimento e arrivo a Bangkok: la serata
è stata dedicata alla visione di una spettacolino in PatPong road, di quelli
che si vedono in alcuni film riguardanti la guerra in Vietnam. Riuscire a vedere
lo spettacolo è stata dura perché ovviamente continuavano ad arrivare ragazze
a proporti tutte la stessa cosa, ma la frase “I haven’t money” sembrava
funzionare!
Il giorno successivo lo abbiamo dedicato alla visita di
Bangkok, ChinaTown, il palazzo reale e il Wat Po. Infine il tradizionale pranzo
vegetariano e Kaosan Road e infine shopping in fretta e furia per poi ripartire
per l’aereoporto. In tutti i miei viaggi in estremo oriente sono sempre
passato per Bangkok e non ho mai dedicato nessuna frase a questa affascinante
città, una città che meriterebbe un diario da sola! Nonostante le mia giovane
età ho visitato molti paesi e finora devo ammettere che questa città è in
assoluto quella che mi affascina di più: Roma, Venezia, Istanbul, Parigi sono
sicuramente più belle, ma Bangkok ha un fascino, ha un qualcosa di inspiegabile
che ti fa innamorare di lei e ogni volta il lasciare questa città mi
intristisce. Ogni anno prima di partire mi riprometto che
l’anno successivo non tornerò ma alla fine eccomi qui,
ancora una volta a girare in questa città così brutta ma allo stesso tempo così
bella….
Siamo ormai nella via del ritorno ed è il momento dei
bilanci e dei ricordi…Cosa mi rimarrà impresso di questo viaggio? Beh
sicuramente le persone che ho incontrato, i bambini di Derawan, Udhien, molte
persone gentili che ho conosciuto, l’impressione di essere sempre accettato e
ben voluto dalle persone che ho incontrato, la gentilezza, tipicamente
orientale, l’impressione che la violenza e la malizia siano quasi sconosciute
in Indonesia e nel sud est asiatico. Dell’isola di Java ricorderò i suoni
melodici e romantici del gamelang, suoni che sentivi ovunque, e che si fondevano
alla perfezione con l’ambiente circostante. Di Derawan ricorderò i tramonti e
i cieli stellati, così tante stelle le avevo viste solo in Amazzonia…Come
paesaggi sicuramente ricorderò il vulcano Bromo, i colori del mare,
specialmente Sangalaky, il magico lago salato di Kakaban….
La cosa più odiosa sono stati invece i trasporti e le
informazioni per i viaggiatori: muoversi con i mezzi pubblici è molto difficile
e devo ammettere che questo è stato il viaggio più faticoso fatto finora….
Ed infine un grande rammarico: Java, un’isola molto
bella, ricca di storia e di arte ma così boicottata dal turismo: si è vero, il
terrorismo, i terremoti e i vulcani
sono dei grossi deterrenti, ma molte persone che vivono in quest’isola non
meritano questa condanna e inoltre posso affermare che i pericoli sono minori di
quanto si pensi. Venite a visitare Java, non ve ne pentirete….
Alessandro