Dublino, Galway, Connemara, Killarney, Kinsale, Kilkenny
Irlanda
Diario di viaggio 2017
di
Domenico
Galleria
fotografica
Diario
del 2003
domenico1974.wordpress.com
Ritorno
in Irlanda dopo 14 anni: quello fu il mio primo viaggio fuori dall’Italia ed
anche il primo interamente fai da me. Ricordo quel viaggio con molto piacere,
soprattutto per il passaggio dalla vita caotica di una metropoli del sud Italia
a quella più bucolica di un’isola del nord Europa. Ho maturato in seguito,
molto in seguito, ciò che avevo visto e così ho deciso di ritornarci per
valutare con occhi molto più critici. L’itinerario è molto simile a quello
del 2003: ho dato un’altra possibilità al Connemara e ho cancellato il Ring
of Kerry per preferirgli il Killarney Park.
Nonostante
l’approccio critico, anche stavolta l’irlanda ha superato la prova. Parliamo
senza dubbio di una bellissima terra, fatta di piccoli graziosi villaggi,
distese talvolta verdeggianti talvolta brulle, colori vividi anche quando il
tempo è grigio, una costa che invita al bagno nonostante le temperature non
certo miti. Se il tempo fosse più clemente e permettesse al Sole di fare
capolino più spesso e più a lungo, allora il contrasto del verde brillante e
dell’azzurro limpido del cielo renderebbe ulteriormente merito ai suoi
paesaggi.
A sospingere il fascino di questa terra concorrono leggende e credenze (il
leprecano, il trifoglio, i folletti…), la storia dei celti e dei vichinghi e
quella dei suoi tanti letterati (Yeats, Shaw, Beckett, Wilde per citarne
alcuni).
Per contro, l’Irlanda è un Paese che deve essere apprezzato soprattutto
all’aria aperta ed è, anche in questo modo, un po’ monotono. Certo si
potrebbero trovare nel trekking o nel surf delle bellissime modalità
alternative di visita, ma purtroppo tanto tempo non ne avevamo.
Le dimensioni dei centri urbani variano dal villaggio alla piccola città a
misura d’uomo, dove si spende volentieri alcuni giorni (a Dublino) ma dove
l’offerta culturale raggiunge nel migliore dei casi (Dublino) appena la
sufficienza. In questo però dovremmo trarne la nostra lezione: in un Paese dove
le guide turistiche sembrano indirizzarti più alla visita dei pub che a quello
dei siti storici, gli abitanti apprezzano, difendono e valorizzano quel poco che
hanno.
Itinerario
26
luglio: Roma – Dublino (arrivo in città alle 17)
27-28 luglio: Dublino
29 luglio: Dublino, Casteltown House, Shannonbridge, Clonmacnoise, Galway.
30 luglio: Connemara (Oughterard, Maam Cross, Leenaun,
Killary Fjord, Kulemore Abbey, Sky Road, Lower Sky Road, Clifden, ballyconneely,
Mannin bay, Roundstone: 220 km). Galway
31 luglio: Galway, Kinvara, Cliffs of Moher, Ennistymon, Adare, Killarney
1 agosto: Gap of Dunloe, Killarney Park (Aghadoe, Ross Castel, Muckross, Torc
waterfall, Dinis Island, Lady’s View). Killarney
2 agosto: Killarney, Cork, An Cobh, Macroom, Kinsale
3 agosto: Kinsale, Rock of Cashel, Kilkenny
4 agosto: Kilkenny, aeroporto Dublino, Roma
Totale
1320 km
Per
motivi di tempo abbiamo dovuto scartare Powerscourt, Glendalough e la penisola
di Dingle: saranno in cima alla lista la prossima volta. Il costo delle
autostrade è di circa 2-3€ e si paga generalmente ai confini delle contee.
Attenzione al pedaggio automatico sulla M50: alla barriera di Dublino si pagano
3€ attraverso un sistema di rilevamento con telecamere segnalato da
indicazioni in viola (quindi nessun casello). Il pedaggio va pagato scaricando
l’applicazione per smarthpone oppure presso i centri abilitati entro le ore 20
del giorno successivo oppure il giorno successivo alla fine del noleggio della
vettura. Il costo della benzina è di poco inferiore a quello italiano (circa
1,30€/litro contro 1,40€/litro in Italia).
L’impressione
è che sarebbe stato meglio seguire un itinerario procedendo in senso orario per
trovare la corsia di marcia dal lato del mare.
Meteo: a parte il temporale e il forte vento del primo giorno a Dublino, solito
perdurare di cielo velato e pioggia, talvolta sereno e temperature intorno ai
18-22°C.
Dublino:
collegamenti con l’aeroporto, noleggio auto, parcheggi in città, pedaggio su
M50, limiti di velocità
L’aeroporto
di Dublino è sorprendentemente grande. Per i collegamenti con la città
basta consultare il sito del Dublin Airport.
Noi abbiamo prenotato la macchina all’aeroporto tramite rentalcars.com
ottenendo un buon prezzo base rispetto a quelli proposti da altre compagnie di
noleggio: la Toyota Corolla è quotata 235€ con la compagnia Payless, quasi
200€ in meno rispetto a Europacar, Hertz e simili. Al ritiro (si raggiunge
l’ufficio con la navetta) ci viene consegnata una Seat Leon e il costo totale
con extra copertura per danni è 380€ circa.
Quando
abbiamo prenotato la macchina non abbiamo preso in considerazione le difficoltà
di parcheggio a Dublino: i parcheggi per strada sono a pagamento dalle 7 alle 19
circa dal lunedì al sabato, con un costo orario che varia da 1,00€ a 2,90€
(dati agosto 2017, info su http://www.dsps.ie)
a seconda della zona (ovviamente tanto più costoso quanto più vicino al
centro).
La soluzione è stata uno dei parcheggi privati nel quale abbiamo lasciato
l’automobile per tre giorni a 50€. Il parcheggio in questione è “Tivoli
Car Park” in Francis Street (quindi a pochi passi dal nostro alloggio) e il
gestore, molto gentile, ci ha concesso un prezzo leggermente inferiore a quello
automaticamente calcolato dalla macchinetta. Alcuni parcheggi privati sono
chiusi di sera/notte, ma la macchina può restare parcheggiata pagando il
supplemento notturno.
Una curiosità sui limiti di velocità. Sulle autostrade si può viaggiare al massimo a 120 km/h. In alcuni tratti il limite è 100 km/h. Sulle strade secondarie, ad esempio quelle attaverso il Connemara o il Killarney Park, il limite è spesso 80 km/h ma io ho trovato pericoloso già viaggiare a 60 km/h: oltre alla ridotta dimensione delle carreggiate, bisogna fare attenzione ai ciclisti che spuntano improvvisamente dalle curve.
Dublino
Arriviamo
a Dublino con la macchina noleggiata all’aeroporto: 13 km in 40 minuti.
L’impatto con la guida a destra è poco traumatico: c’è poco traffico in
strada e gli irlandesi non sembrano avere fretta. Purtroppo la prima serata va
via in modo un po’ disorganizzato per colpa di un temporale e del forte vento.
Dublino è una città piccola e compatta, con una offerta culturale
proporzionata alle sue dimensioni e dove tre giorni sono più che sufficienti
per visitarla. Il problema per organizzare la visita non è costituito tanto
dalle cose da vedere, ma dagli orari dei siti (alle 17 chiudono più o meno
tutti), quelli della cena (i pub storici servono cibo fino alle 18 nel migliore
dei casi) e dai ritardi sulla tabella di marcia che possono essere generati dal
maltempo.
La
parte migliore e più famosa del centro è quella tra le due cattedrali e il
fiume Liffrey, mentre la parte a nord è di costruzione più recente e quindi
meno caratteristica e anche un po’ meno sicura (pur ospitando alcuni
interessanti siti di visita).
Inutile
segnalare itinerari di visita considerate le dimensioni della città. Inoltre
possiamo confermare che se la gente del posto vi vede in difficoltà con la
vostra mappa, molto probabilmente vi si offrirà per aiutarvi.
La
cattedrale di St. Patrick è molto bella e offre visite guidate gratuite
in inglese che vale la pena seguire. La chiesa ha subito diversi danni e
ristrutturazioni tra guerre, incendi e i cedimenti dovuti alla presenza del
fiume Poddle (oggi interrato): è evidente l’inclinazione delle colonne della
navata centrale. Qui troverete anche la tomba di Jonathan Swift che fu
decano per 30 anni e particolarmente noto per i suoi interminabili sermoni. Un
aneddoto racconta che quando Swift chiese a una donna di svegliare il marito, la
donna rispose: Tu l’hai addormentato, tu lo svegli.
Nei
pressi di St. Patrick, oltre il bel giardino, c’è la Marsh Library (3€),
sito meno conosciuto e seganalto da alcune guide. La biblioteca fu
fondata nel 1707 ed è stata la prima biblioteca pubblica d’Irlanda;
l’interno è rimasto pressoché immutato per 300 anni e ospita importanti
collezioni di manoscritti europei datati tra il XV e il XVII secolo. Per gli
amanti del genere vale la pena dedicarci 20 minuti (e più o meno lo stesso
tempo per le divertenti foto da “ladri di libri” da poter poi postare sul
sito della libreria): le gallerie sono piccole e solo la prima, i cui scaffali
sono di rovere irlandese, è di un discreto fascino.
Poco
interessante è secondo me la Christ Church Cathedral, seppur altrettanto
fotogenica.
Deludente
il Trinity College, l’università più prestigiosa d’Irlanda fondata
nel 1592 dalla regina Elisabetta I: il cortile ospita auto parcheggiate e
osservare due pagine del Book of Kells, il manoscritto miniato tesoro
della città, in una teca attorniata da una folla di persone non vale secondo me
né la fila per l’ingresso né il prezzo. Per fortuna che c’è la Old
Library: la magnifica biblioteca (costruita nel1712-1732) di
64 metri ospita circa 200.000 libri a tutta parete e anche la “Brian Boru”,
la più antica arpa irlandese, con corpo in salice e corde in ottone, nonché
simbolo dell’Irlanda. Fate attenzione: se le corde sono alla sinistra della
cassa è il simbolo dell’Irlanda, altrimenti è il simbolo della Guinness. Nel
complesso, il Trinity non riesce a competere con i college rivali
d’Inghilterra.
Ci
è piaciuta anche la visita al Castello (10€, 1ora), edificio del XVIII
secolo quindi ben poco medievale. La visita guidata in inglese è rapida ed
essenziale e conduce attraverso i sotterranei, la bella cappella reale e poi
nelle stanze fino alla St. Patrick Hall dove si svolge il giuramento dei
presidenti irlandesi.
Su
Temple Bar posso solo aggiungere che se si vuole provare a frequentare
uno dei suoi numerosi pub storici, dopo le 18 generalmente le cucine sono già
chiuse e potete unirvi (se trovate posto) ai dublinesi che sono lì già da
un’ora a bere birra. La zona è ovviamente molto caotica la sera, quindi
aspettatevi di incrociare anche persone un po’ brille.
Nella
Powerscourt Town House Centre (tra Wicklow str. e William Str.)
scoprirete il bellissimo cortile del piccolo ed elegante centro commerciale dove
potreste fermarvi per uno spuntino all’ottimo Pepper Pot Cafè.
Un
ultimo itinerario ci ha portato a Merrion Square, con il suo bel giardino
curato e il famoso monumento a Oscar Wilde: siamo nella zona delle residenze
georgiane, quelle dalle tipiche porte colorate e le lunette lavorate. A
proposito: la casa natale di Wilde è in Westmoreland Row 21; quella di G.B.
Shaw è in Synge Street 33, quartiere Portobello che la Lonely Planet indica
come pittoresco ma che non ho avuto modo di visitare.
Da
Dublino a Galway: Casteltown House, Shannonbridge, Clonmacnoise
Casteltown
(in Celbridge) è la puù grande dimora palladiana in Irlanda (nonché la prima
del genere), situata a pochi chilometri fuori Dublino. La visita (8€) può
essere considerata soddisfacente nonostante lo scetticismo iniziale. Il parco
prospiciente il palazzo è troppo grande per una visita veloce. A un paio di
chilometri da qui (per niente facile da raggiungere senza un navigatore) c’è
il Wonderful
Barn, uno stravagante granaio costituito da sei piani leggermente
inclinati intorno ai quali si snoda una scala a chiocciola. Qui non si può fare
altro che osservarlo qualche minuto e ripartire (come avremmo dovuto capire
dall’ironia della persona a cui avevamo chiesto informazioni: “Restate pure
fino al tramonto”): qualcuno ci dice che tra qualche anno potrebbe essere
circondato da nuove costruzioni e forse questo può essere l’unico sprone per
arrivare sin qui.
Si
riparte verso Shannonbridge che avevo scelto in sostituzione ad Athlone
che avevo visto nel 2003 (clicca
qui per il diario 2003). Scelta pessima, dovuta a un completo
fraintendimento della descrizione della Lonely Planet. Qui non c’è proprio
niente da vedere, ma se passate verso ora di pranzo allora la sosta al Killen’s
può essere originale. Oltre all’arredo da bar di altri tempi, il simpatico
gestore vi potrebbe proporre un puzzle come intrattenimento: la soluzione me
l’ha data un bambino di 10 anni.
Considerato
il clamoroso insuccesso di Shannonbridge, torniamo indietro di qualche
chilometro per fermarci a Clonmacnoise, una delle città monastiche più
importanti d’Irlanda (8€). Ovviamente il sito va visto con gli occhi degli
irlandesi, non con quelli italiani ben avezzi a siti di imponenza ben diversa.
L’area del monastero medievale (anno 545 circa) è più piccola di quello che
immaginassi, ma almeno il tempo soleggiato accende i colori del lago e del
prato. Delle costruzioni resta ben poco, l’aspetto più suggestivo è
l’insieme con lo scenario, le lapidi e le imponenti croci celtiche, i cui
originali sono conservati all’interno del museo.
Galway
e Connemara: Oughterard, Maam Cross, Leenaun, Killary Fjord, Kulemore Abbey, Sky
Road, Lower Sky Road, Clifden, ballyconneely, Mannin bay, Roundstone (220 km)
Per
me Galway resta una cittadina molto piacevole nonostante ammicchi molto
ai turisti. Il centro si può visitare tranquillamente in mezza giornata: gli
edifici colorati del Quartiere Latino delimitano piccole strade tra Eyre Square
e il Corrib. Qualche passo lungo il fiume per raggiungere il Salmon Weir
Bridge, punto particolarmente affollato dai salmoni durante la stagione
della riproduzione e che potreste osservare poco a monte, dove sono le cascate
dovute alle chiuse. Dall’altra parte c’è l’imponente cattedrale che non
riusciamo a visitare.
Una
piacevole passeggiata è quella lungo la baia, soprattutto quando c’è il
sole, popolata talvolta da delfini e foche. Questa è la zona del vecchio
villaggio di pescatori il cui nome, Claddagh, è legato all’anello di
fidanzamento irlandese composto da due mani che tengono un cuore sormontato da
una corona.
La
nostra visita a Galway coincide con l’ultimo giorno dell’International Arts
Festival, quindi la città è affollatissima. A sentire la proprietaria del
B&B è comunque meglio delle giornate di corse dei cavalli (che avrebbero
preso inizio il giorno della nostra partenza) dove pare che per strada si stia
come nelle scatole di sardine.
Galway
è un ottimo punto di partenza per visitare il Connemara. Nel 2003 avevo
partecipato ad una visita guidata in pullman ed ero rimasto un po’ deluso.
Stavolta ci muoviamo in automobile e, grazie anche alle utili informazioni del
nostro B&B, l’itinerario è molto più interessante.
Devo
comunque ammettere che per me il paesaggio del Connemara è, per ampi tratti,
abbastanza monotono. Per l’esperienza che abbiamo fatto le strade sono strette
ma scorrevoli: raramente c’è spazio a sufficienza per poter parcheggiare e
allontanarsi a piedi e questo limita ulteriormente il piacere dell’escursione
(che poi, se vuoi allontanarti a piedi, dovresti camminare per ore). La giornata
è inoltre quasi sempre piovosa e quindi trascorriamo gran parte del tempo in
macchina percorrendo nel complesso circa 220 km.
L’itinerario
suggerito dal proprietario del B&B è quello che leggete nel titolo del
paragrafo e che ci impegna dalle 9.30 alle 17. Sacrifichiamo mete quali il Cong
Village, Laugh Nafooey, Inagh Valley che fanno parte di molti tour organizzati.
La gita ci soddisfa nonostante il troppo tempo in macchina. Si passa dalle
torbiere e le vallate silenziose dell’interno della regione al fiordo di
Killary e alle baie delle costa.
Molto
spettacolare è la zona costiera che si vede lungo la Sky Road
(itinerario ad anello di 12 km a ridosso di Cliffden) e la Lower Sky Road dove
siamo presi da profonda frustrazione perché non si riesce a parcheggiare la
macchina per fare due passi e raggiungere il mare. Da queste parti ci sono
alcune baie invitanti, sia per lo scenario che per il mare (ho annotato: Mannin
Bay, Port Na Feadoige). Anche la strada che passa per Ballyconeely e Roundstone
(pittoresco piccolo villaggio arroccato attorno al suo porticciolo dove non
riusciamo a fermarci) offre bei panorami costieri.
Un po’ deludente Cliffden, la cosiddetta “capitale” del Connemara,
dove non c’è molto da vedere.
Infine
una nota sulla Kylemore Abbey che, memore dell’esperienza 2003, decido
di vedere solo dall’esterno. L’abbazia sorge infatti in una splendida
posizione sulle sponde del lago; purtroppo è tutto a pagamento (13€), anche
la visita ai giardini.
Da
Galway a Killarney: Kinvara, Dunguaire Castel, Cliffs of Moher, Ennistymon,
Adare
Sulla
strada verso le Cliffs of Moher non si può non notare Kinvara e il
fotogenico Dungaire Castle. Il villaggio è più pittoresco visto dai
giardini del castello anche perché è proprio il suo porto che lo caratterizza:
complice la pioggia, riprendiamo la strada verso le scogliere di Moher.
Per
arrivarci impieghiamo più tempo del previsto perché percorriamo una parte di
strada costiera (lungo la Burren Way) che offre sorprendenti panorami (cito la
località di Fanore come punto di orientamento) prima di ripiegare
verso l’entroterra (e qui cito Lisdoonvarna). Siamo nel “Burren”,
nella contea di Clare, regione costituita da un esteso tavolato calcareo che
arriva fino al mare, unico al mondo, spoglio di vegetazione se non per fiori e
piante alpine, mediterranee ed artiche, che accendono il paesaggio soprattutto
tra maggio e giugno.
Le
numerose soste comportano il sacrificio della visita a Doolin e anche quella a
Killaloe, quest’ultima comunque abbastanza fuori itinerario.
Arriviamo
quindi alle Cliffs of Moher.
Continuo a non esserne entusiasta. Il posto potrebbe essere evocativo anche
quando le rocce di calcare scuro sono battute dalle onde, ma oggi la pioggia e
il cielo umido offuscano molto il paesaggio e i colori. Gli spazi per la visita
non danno merito al luogo che sarebbe molto meglio apprezzabile se ci si potesse
avvicinare in barca, ad esempio, oppure lungo sentieri con migliore visuale. Si
può infatti passeggiare o sopra le scogliere (con un parapetto che impedisce la
vista delle stesse) o dalla parte opposta fino alla O’Brien’s Tower.
Scegliamo la seconda soluzione perché bisognerebbe impegnare molto tempo per
raggiungere un buon punto di osservazione lungo l’altra sponda: l’atmosfera
è qui disturbata da centinaia di persone e il centro visitatori, con il suo
ristorante e il negozio, contribuisce ad alimentare la confusione.
La magia del luogo, per come l’ho visto io, resta solo raccontata dalle pagine
delle guide turistiche e dei siti web.
Come nota pratica, segnalo che la macchina va necessariamente lasciata al
parcheggio di fronte all’accesso (c’è un altro parcheggio più avanti) e si
paga 6€ per ogni occupante. Mi è invece sembrato libero l’accesso a
tutti i percorsi di visita.
Ennistymon
è un paese piccolo che nasconde una enorme cascata: l’effetto della sua
comparsa dietro gli edifici (non si vede dalla strada che porta in centro) è
davvero sorprendente. La Lonely Planet dice che gli antichissimi pub della città
ospitano la sera concerti di molti talenti di musica tradizionale. Pausa pranzo
e si riparte.
Adare
è famoso per i suoi originali cottage con tetto di paglia risalenti al XIX
secolo: l’attrazione è tutta raccolta su circa 500 metri lungo la trafficata
N21. I cottage sono pochi, forse una decina.
L’aspetto
che più mi sorprende è l’enorme fama di cui gode questo posto nonostante
l’ingorgo di automobili che ne rovina visuale ed atmosfera. All’ingresso del
villaggio si trova il Desmond Castle, piccolo castello feudale del XIII secolo.
Pausa
caffè e poi direzione Killarney.
Killarney,
Killarney Park, Muckross Gardens, Gap of Dunloe
Killarney
è una città molto piccola, ordinata e colorata, intelligentemente predisposta
a soddisfare i turisti che vi si fermano. Nonostante si possa visitare in tre
ore, Killarney è la porta di accesso verso una intera giornata di escursioni
tra colline, boschi e laghi. In serata, se non trovate posto nei vari pub che
suonano musica dal vivo, c’è sempre il giardino dell’hotel Scott che ne
offre gratis tutte le sere.
L’antipasto
della giornata è la splendida veduta del parco da Aghadoe: per arrivare
alla magnifica terrazza sul Lower Lake, seguite le indicazioni per Aghadoe e poi
Aghadoe Heights Hotel. Ci si potrebbe fermare qui due ore ad ammirare lo
spettacolo silenzioso (peccato, ancora una volta, che non ci sia sole).
Ci
dirigiamo quindi verso il Gap of Dunloe, appena a ovest del parco di
Killarney.
Al Kate Kearney’s Cottage si può parcheggiare la macchina e procedere per il
Gap.
A dire il vero lungo il Gap si può proseguire anche in macchina, ma non è di
sicuro il modo migliore per visitarlo e complica la vita anche a chi va a piedi
o in carrozza. A proposito: scartata l’opzione piedi perché richiederebbe
molto tempo, optiamo per una carrozza.
La
richiesta economica varia a seconda della lunghezza del tragitto: per 80€
(40€ a persona, circa 90 minuti) arriviamo fin poco oltre la Purple Mountain
senza entrare nella Black Valley. Ed è tutto magnifico, grazie anche al sole:
una bellissima passeggiata tra i laghi, i torrenti e piccoli ponti in pietra che
caratterizzano questa spettacolare gola erosa dalla glaciazione. Sicuramente la
parte migliore dell’esperienza irlandese. La carrozza si ferma ogni tanto e
c’è tempo per fotografare e fare due passi a piedi, approfittando per aiutare
il cavallo durante le ripide salite.
Il
percorso, ben asfaltato, continua fino all’altra estremità del Gap (verso
l’Upper Lake). Da qui si può risalire verso Muckross e il Ross Castel anche
con barche (che ospitano biciclette nel caso le aveste) che attraversano tutti e
tre i laghi. Ovviamente per chi arriva in macchina non c’è molta alternativa
che rientrare al punto di partenza.
In
macchina ritorniamo verso Killarney per vedere prima il Ross Castle
(decisamente poco interessante) e poi andare verso la Muckross House. La
giornata è piacevole per restare all’aperto quindi rinunciamo alla visita del
palazzo per girare nel bel giardino e concederci una pausa caffè. Da qui c’è
possibilità di utilizzare i calessi per attraversare il parco e raggiungere le
cascate di Torc e la Muckross Abbey, ma noi di calessi ne abbiamo abbastanza per
oggi.
Qualche
altro chilometro per vedere la Torc
Waterfall.
Il navigatore conduce al parcheggio in alto che può essere una
buona soluzione in caso di traffico. Tocca però comunque scendere a piedi perchè
l’accesso migliore è dal parcheggio in basso. Da qui in 200 metri si arriva
alla bella e piccola cascata: 18 metri di altezza prima che le acque scendano
nel Muckross Lake.
Ripresa
la macchina, lungo la strada noto le indicazione per la Dinis Island,
luogo di confluenza dei tre corsi d’acqua che uniscono i tre laghi del parco (Lower,
Upper e Muckross). Dal parcheggio sono circa 2 chilometri a piedi e la veduta
non è così spettacolare come mi aspettavo.
Siamo
ancora in tempo per raggiungere l’ultima tappa del nostro itinerario, cioè
l’altra meravigliosa veduta della Lady’s
View che si apre sull’Upper Lake. Il nome deriva dallo stupore
che la bellezza del luogo suscitava nelle dame di compagnia della regina
Vittoria giunte in visita nel 1861.
Per
chi ama le escursioni, il Killarney Park offre una varietà di combinazioni tra
passeggiate, biciclette (ci sono diversi noleggi in città), barche, cavalli e
carrozze. Considerando che Killarney è anche vicina alla penisola di Dingle,
considerato anche che il Ring of Kerry è una meta turistica molto richiesta (ma
chi ho scartato per la deludente esperienza del 2003), si può capire come la
città sia un punto centrale per potersi fermare anche un fine settimana.
Da
Killarney a Kinsale: Cork, An Cobh, Kinsale
Questo
itinerario percorso in una giornata avrebbe meritato un po’ di tempo in più.
Ho annotato ad esempio il paese di Macroon (tra Killarney e Cork) che
sembrava molto carino, senza considerare che per forza di cose la visita a Cork
è stata decisamente veloce.
La città avrebbe meritato infatti un po’ più di due ore, ma nel complesso è
piccola. E’ la seconda città d’Irlanda per dimensioni (dopo Dublino) ed è
una buona meta per interrompere la sequenza di piccoli villaggi e paesaggi
deserti. La città, che sorge su di un isola tra le due diramazioni del fiume
Lee, ha eleganti viali georgiani e alcuni interessanti edifici moderni; per
contro, non abbiamo visto traccia degli “incantevoli corsi d’acqua che
attraversano il centro” (cit. Lonely Planet).
Fate due passi anche nel quartiere Shandon, in collina, dove c’è la
cattedrale di St. Anne, zona più silenziosa e dalla quale si dovrebbe
vedere un bel panorama, cosa che noi, nella visita frettolosa, non riusciamo a
scorgere.
L’arrivo
a An Cobh è sorprendente: la gotica cattedrale di St Colman appare
gigantesca sullo sfondo della strada di accesso al centro abitato e, vista
dall’interno, risulterà sproporzionata rispetto alle ridotte dimensioni della
città. L’effetto risulterà ancora più sorprendente se vi entrate dopo aver
visitato il paese.
La
coloratissima Cobh, accesa da un persistente sole, si sviluppa su stradine in
collina e il porticciolo la cui fama è legata al Titanic, in quanto fu questa
l’ultima sua sosta prima della tragica avventura sull’Oceano.
Arriviamo
in serata a Kinsale, altro piccolo villaggio che era stato scelto per il
pernottamento dopo il ballottaggio con Cobh. A svantaggio di Kinsale va
purtroppo il tempo decisamente peggiorato che ci impedisce una visita con il
sole. Kinsale è ritenuta – secondo me a ragione – tra le cittadine più
graziose della Repubblica, con strade tortuose ed edifici colorati soprattutto
intorno Market Square e Main Street. Ci sarebbe stato da vedere il Charles
Fort (tra i migliori esempi europei di fortezze a pianta stellata), ma non
siamo in tempo per l’apertura e la pioggia non ci invoglia a visitare i
giardini. Kinsale ha ottima fama gastronomica e la nostra esperienza può
confermare: il Cosy Cafè per la colazione e il ristorante Jim Edward. Per
quanto graziosa, la città di sera è alquanto silenziosa e deserta.
Rock
of Cashel
E’
l’unica tappa da Kinsale sulla strada verso Kilkenny. La vista migliore si ha
dalla vicina Hore Abbey. Un’ora di visita è sufficiente per questo suggestivo
sito che è stato meta anche della regina Elisabetta nel 2011.
La
rocca, posizionata su una collina verdeggiante che domina la pianura di
Tipperary, è uno dei siti più spettacolari d’Irlanda ed è costituita
dall’imponente cattedrale del XIII secolo (ovviamente semi distrutta), la
Cormac’s Chapel e i suoi affreschi quasi del tutto sbiaditi e alcuni edifici
minori. Per oltre 1000 anni questo è stato un centro di potere, sede di re ed
ecclesiastici che governarono sulla regione.
Prima di parcheggiare al piccolo parcheggio a pagamento, fate un giro per le
strade ai piedi della rocca perché ci sono alcuni spazi per la sosta gratuita:
per esempio in Camus Rd, da cui parte anche un sentiero pedonale verso
l’ingresso del castello.
Kilkenny
Altra
piccola cittadina la cui visita si può ridurre a un paio di ore, eccettuato il
tempo per visitare il castello e i suoi giardini. Proprio dal castello
cominciamo la visita della città e tutto sommato ne restiamo soddisfatti. La
long gallery ha una magnifica architettura e un pregevole arredo; anche
l’elegante salotto e la libreria ci trattengono con piacere qualche minuto in
più.
Visitiamo anche le due cattedrali. Di sicuro più interessante, anche per la
posizione, è la cattedrale di St. Canice, la seconda più grande
d’Irlanda dopo St. Patrick a Dublino.
Più spoglia e moderna (è di fine 800) e la cattedrale di Santa Maria, quella
visibile da ogni angolo della città. Non arriviamo in tempo per visitare la
Rothe House, edificio in stile Tudor lungo Parliament Street.
Resta
quindi un giro in città, per la verità molto semplice perchè essenzialmente
concentrato attraverso High St. e St. Kieran’s St., il cosiddetto Medioeval
Mile.
Al lato ovest di High st. ci sono un paio di stradine più riservate, una di
queste ha i tratti medioevali tipici del nord europa (forse è Collier’s
Lane).
A Kilkenny ci sono animati pub che offrono musica irlandese dal vivo e sono meno
affollati e più informali di quelli dublinesi, quindi si ha maggiore possibilità
di socializzazione.
Kilkenny è infine città delle streghe. La più famosa fu la bella Alice
Kyteler, proprietaria del Kyteler’s Inn (tuttora in esercizio) in St.
Kieran’s Street: arricchitasi dopo la morte dei suoi quattro mariti (avvenuta
per tutti in circostanze oscure), fu accusata di stregoneria e quindi condannata
alla pubblica fustigazione e alla morte sul rogo. La donna riuscì, però, a
sfuggire, lasciando bruciare nelle fiamme la sua ancella, alla quale si sostituì
per sparire per sempre. Oggi si dice che il suo spirito ancora aleggi nella
casa.
Se
a Dublino c’è lo stabilimento della Guiness, qui c’è quello della
Smithwick, la più antica fabbrica di birra irlandese tuttora in attività che
produce marchi quali Smithwick, Kilkenny e la Budweiser.
Pernottamento
Dublino,
Air BnB. Scelto come migliore soluzione per posizione e prezzo, pur
avendo speso circa 130€ a notte per un monolocale. Nei giorni di vacanze
universitaria si può fare un tentativo con le dimore degli studenti del
college.
Galway. Ardawn House, 31 College Road. 130€/notte. Bella
stanza ben arredata, posto auto gratis, ottima colazione. La struttura è a una
decina di minuti a piedi dal centro. Proprietari simpatici e molto utili per le
informazioni turistiche. Il prezzo alto va valutato anche in relazione al
periodo di massimo affollamento della città (Arts Festival e le corse dei
cavalli).
Killarney. Slieve Bloom Manor, Muckross Road. 120€/notte. Bella
stanza e ampio parcheggio disponibile. Il centro si raggiunge in meno di 10
minuti a piedi. Colazione irlandese nella media. Non c’è praticamente
supporto da parte dei proprietari che si sono visti solo per una rapida
accoglienza.
Kinsale. The K Kinsale, The Rock. 95€. Bella
casa, ma stanza piccola e decisamente poco confortevole per il prezzo pagato.
Kilkenny. The Bridge View B&B, 8 John’s Quay. 80€. Palazzo
d’epoca, tutto ben arredato. Proprietaria gentile, buona colazione e ottima
posizione. Parcheggio in loco ma a pagamento (5€ per 10 ore nei giorni
feriali). Pagamento in contanti.
Adare
Pasti
Dublino
O’
Neill’s: 2, Suffolk Street.
Abbiamo cenato due volte perchè il cibo è buono (seppur servito come un self
service), è possibile cenare fino alle 22, il prezzo onesto e il pub è ben
arredato. L’unica difficoltà consiste nel trovarsi, da soli, il tavolo. Dalle
21.30 suonano musica dal vivo preceduta da danze irlandesi.
Pepper
Pot Cafè: Powerscourt Town House Centre, South William St. Trovarsi
questo bel cortile coperto in una zona come Temple Bar è stata una sorpresa e
solo per questo abbiamo dato una possibilità al Pepper Pot fermandoci a pranzo
sulla terrazza del primo piano. Ottimo cibo e pane. Purtroppo non abbiamo potuto
provare gli invitanti dolci in mostra.
Queen of Tarts: Dame St e Cow’s Lane. Il nuovo locale in Cow’s Lane
è bello e più spazioso del primo. Il bancone dei dolci ti mette
nell’imbarazzo della scelta. Sfortunatamente in sala c’è una enorme cesta
di cipolle e sia per la lacrimazione che per l’odore siamo costretti ad
abbandonare.
Kehogs
Cafè: 1 Trinity St.
E’ stata l’alternativa al Queen of Tarts. Nonostante le recensioni, ho
mangiato pessimi scones, e, nel complesso, non è stata una pausa caffè
memorabile.
The Hairy Lemon, Stephen Street Lower. La
scelta dei ristoranti è legata agli orari e The Hairy Lemon serve la cena anche
alle 21.30. Posto piacevole, cucina nella media, secondo me inferiore a O’Neill’s.
E
nel caso voleste mangiare qualcosa da asporto dal sapore britannico, in
Merchant’s Arch c’è un negozio che vende “pasties”, i calzoni di
sfoglia ripiena di carne e verdura tipici della Cornovaglia.
Galway
Cupan tae: 8 Quay Ln. Elegante sala da tè in vecchio stile.
Arriviamo per le 17 quando le torte e gli scones sono finiti. Ripieghiamo sul
dessert, buono ma costoso per essere una pausa caffè.
Quays
Restaurant: Quay street.Ci
sono due locali con lo stesso nome: noi mangiamo al pub la cui sala ristorante
è al piano di sotto. Cibo discreto e servizio veloce. Meglio arrivare entro le
20.30.
King’s
head: 15 High St. E’
il più antico pub di Galway con parti di arredo del XIV secolo. La sala
ristorante è spaziosa e abbiamo mangiato dell’ottimo pesce.
Killarney. The Laurels
Pub, Main Street. Bel
ristorante e cucina discreta. Lo stufato è un po’ diverso dallo stile
dublinese, ma le portate sono sotanziose e il prezzo proporzionato.
Kilkenny.
Kyteler’s Inn, 27 St. Kieran’s St.
E’ l’antica dimora di Alice Kyteler, una donna coinvolta in oscure vicende
della città e accusata di stregoneria. La sala ristorante è enorme e molto
bella, non ha molti tavoli e ospita musica dal vivo. Il pub è più
raccolto e ospita molti concerti di musica tradizionale. La cucina ci ha un
po’ delusi (il fish and chips non era quasi presentabile) e l’accoglienza è
stata molto fredda.
Ennistymon.
Oh
La la: Main Street.
Ottima creperia, ideale per un pranzo veloce. Non mi sembra ci siano molte
alternative soprattutto se si arriva qui verso le 14.
Cobh. Cuppacity
Coffe: 3 Roger Casement Square. Il locale non si presenta molto
bene, sembra un normale bar dove bere qualcosa in piedi al bancone. Però nel
complesso è un buon posto per una pausa dolce intorno alle 17: preparano
bevande al latte e al caffè molto buone e discreti sono anche gli scones
sebbene serviti con il burro.
Kinsale.
Cosy cafè: Church Square. Il
posto ideale per la colazione del mattino, per mangiare un dolce il pomeriggio o
anche cibi caldi. C’è l’imbarazzo della scelta: abbiamo mangiato ottimi
scones e pancakes. E’ possibile anche richiedere la tipica colazione
irlandese.
Jim
Edwards. Market Quay. Forse
il miglior posto dove abbiamo cenato durante il nostro viaggio. Ottimo pesce a
prezzo assolutamente onesto. Personale gentile e locale accogliente.
Link
utili
Turimso
Irlanda: http://www.ireland.com
Parcheggi: www.dsps.ie
Aeroporto Dublino: www.dublinairport.com
Dublin M50: www.eflow.ie/driving-in-ireland
Trinity
College: http://www.tcd.ie
Marsh’s Library: http://www.marshlibrary.ie
Irlandando: http://www.irlandando.it
Domenico