TRIP’S BOOK

Inter-Air-Rail Tour 2003

GUSTAVO LAPASSERA

EDITORE

Bestsellers

 

DIARIO DI VIAGGIO

D’IRLANDA

scritto da Monti Luciano

Traduzione di Marelli Emiliano

Dedicato ai miei cani e ai suoi gatti

PREFAZIONE

In ogni buon libro che si rispetti (non è il caso nostro) ci deve essere l’introduzione, noi la inseriamo nella speranza di spronarvi a proseguire nella lettura dei nostri

racconti di 20 giorni vissuti alla "randagia" fra aeroporti, treni, campeggi, ostelli e case di altra gente conosciuta e non conosciuta!

L’Italia è la repubblica delle banane, come dice l’Economist, o dei fichi d’india, come diceva Gianni Agnelli? Così quest’anno, circa venti giorni prima di partire

abbiamo deciso di visitare l’Irlanda, Edimbraaaaaaa e parte della Scozia per poi finire a dormire sotto i ponti di Londra.

Se prima avevate qualche dubbio se leggere o no il diario, dopo l’introduzione scommetto che vi siete convinti che è meglio lasciar perdere.

RINGRAZIAMENTI

Grazie a PD (Emiliano) che mi ha sopportato per venti e passa giorni,a TEK (Luciano) che ha sopportato PD per venti e passa giorni, a LAURA che ci ha ricaricato il cellulare, portato i viveri di conforto e accompagnato all’aeroporto, a ELENA che ci ha ospitato a Dublino, ai vari PERSONAGGI che ci hanno raccolto quando facevamo l’autostop, ai CONDUCENTI di autobus che più di una volta non ci hanno fatto pagare (forse guardavano come eravamo conciati),ai VICENTINI che volenti o nolenti ci hanno aiutato nei momenti di difficoltà,ad AURELIO E SARA che ci hanno accolto sulla loro Mitsubishi Colt come se fossimo di famiglia (ci siamo divertiti ragazzi), a NICOLETTA e SIMONE che ci hanno guidato a Londra, a MICHELA che mi ha prestato la sua parte di sacco a pelo quando avevo freddo (dai non ti arrabbiare), a PAOLA che per una sera ci ha accolto a casa sua, a JOHN il finto inglese forse neo zeolandese che ci allietava e intratteneva con i suoi discorsi incomprensibili, a MANUELA dell’agenzia CTS di Sesto S. Giovanni per il biglietto Interrail e le mitiche tessere Studenti e a TUTTI quelli che sicuramente ho dimenticato.

 

TRIP’S BOOK

08/08/2003 PRIMA DI PARTIRE

09/08/2003 ARRIVO A STANSTED

10/08/2003 DUBLINO L’AMBITA META

11/08/2003 ALLA VOLTA DI CORK

12/08/2003 GOLF CAMPSITE DI BLARNEY

13/08/2003 VERSO LE COZZE DI GALWAY

14/08/2003 A PICCHIO SULLE SCOGLIERE DI MOHER

15/08/2003 BICYCLE TOUR OF ARAN ISLAND

16/08/2003 DUBLINO FAIR CITY

17/08/2003 DUBLIN TO SLIGO TO STRANDHILL

18/08/2003 CAVALCHIAMO L’ONDA A STRANDHILL

19/08/2003 RETURN TO DUBLIN

20/08/2003 IL VIAGGIO DEL NON RITORNO: BELFAST

21/08/2003 TEMPO DA SNAILS (LUMACHE) A EDIMBURGH

22/08/2003 EDINBRAAAA LA CITTA’ DEGLI ARTISTI

23/08/2003 BEAUTIFUL DAY IN EDIMBURGH

24/08/2003 LONSDALE

25/08/2003

26/08/2003

27/08/2003

 

PRIMA DI PARTIRE

"Prima di partire per un lungo viaggio porta con te la voglia di non tornare più"

Irene Grandi

Vasco Rossi

 

Le tanto aspettate ferie sono arrivate, mancano poco più di due ore alla partenza e io sto ancora cercando di mettere a posto il mio zaino....il problema maggiore è

il peso da rispettare per non pagare supplementi in aeroporto! 15 kg. in stiva e 7 kg. di bagaglio a mano che diventeranno unici una volta varcata la soglia del

ritiro bagagli di Stansted, ce la faremo a portare tutto quel peso?!? Il viaggio sarà lungo e faticoso ma io e PD possiamo farcela (MA DOVE !?!).

Sempre in ‘ste cazzate mi devo imbarcare, la vita normale è troppo noiosa e poi si dice che per imparare bene l’inglese bisogna praticarlo sul posto!

Ieri sera un po’ di malinconia ci ha assalito, ci è dispiaciuto lasciare gli amici che partivano: chi per la Romania, chi per l’Islanda, chi per l’Egitto e chi stava a casa

(…che culo questi…)! Sarebbe stato bello fare le ferie tutti insieme, ma ognuno questo anno ha deciso di prendere la propria strada e noi, con il nostro fardello

siamo pronti per partire! Vorrà dire che ritorneremo con tante storie da raccontare, agli amici lasciati e a tutti quelli che le vorranno ascoltare.

Ore 8.30 p.m. : arrivo in aeroporto, volente o nolente la bionda ci accompagna all’aeroporto di Orio al Serio. Check In regolare, i Kg. stimati dalla bilancia

elettronica made in casa Nonna Marelli sono perfetti! Il bagaglio pesa 15 Kg each’ , non dobbiamo pagare nessun supplemento.

Aspettiamo con ansia l’arrivo delle tre vergini, che ci lasceranno mooolto dispiaciute......... a momenti non ce la fanno ad arrivare in tempo per i saluti!

Non che ci fosse traffico in autostrada, non che non siano capaci di guidare (…sono bravissssime…), ma può essere l’Orio Center più interessante di due baldi

giovani che partono senza una meta, senza un perché? …Ni..Uhm…vabbè finalmente arrivano, foto ricordo (persa) in mezzo alle donne e via per l’imbarco

GATE N°2 direzione Stansted.

Qui già prima di partire procuriamo un pasticcio diplomatico con la sicurezza addetta al METAL DETECTOR: nella fretta abbiamo passato il controllo e ci siamo

dimenticati di salutare "le vergini" ed il personale dell’aeroporto non riesce a comprendere le esigenze e le necessità del giovane maschio italiano! Alla fine

raggiungiamo l’obiettivo, ricevendo insulti ad onde corte e bloccando l’affluenza delle persone che avrebbero voluto imbarcarsi ........

Ci siamo, breve tragitto su bus di prima categoria che ci accompagna fino al BOEING 737 (capienza circa 250 persone).

Corsa fantozziana per accaparrare onestamente una mesta ottava fila, e PD si aggiudica il WINDOW SEAT. Siamo accompagnati dalle ONION SISTERS , le belle, dolci, tuttofare e simpatiche hostess della Ryan Air...

 

ARRIVO A STANSTED

Ore 12.00 pm arrivo a Stansted e successivo recupero bagagli: i nostri zaini da € 25 del Bennet hanno retto l’impatto del viaggio in stiva e dei tortuosi rulli trasportatori!

Ore 00.30 a.m., e adesso? Il primo treno è alle 5.30 a.m., cosa facciamo?

Chiediamo all’ufficio informazioni!!! Bella idea!….E’ chiuso, e quindi!?

Ci guardiamo un po’ in giro e ci rendiamo conto che l’unica soluzione è DORMIRE come fanno tutti gli altri, in attesa del treno che ci porterà a Londra. I posti migliori sono già tutti occupati…, i posti peggiori sono già tutti occupati, ci arrendiamo di fronte ad una comoda sistemazione sul granito…del pavimento!!!......."next to the women wc".

Dopo quattro ore di rimbombare insistente dei tacchi sul pavimento, ci avviamo per lo stansted express. Ore 5.30 a.m. saliamo sul treno, il controllore si lamenta

perché abbiamo sbagliato a comprare il ticket (dai distributori automatici, come i mars e le lattine di coca…inconsapevolmente come studenti abbiamo rubato il

5% di sconto in più), guarda i nostri volti innocenti, emette dalla bocca qualcosa che non capiamo e ci lascia proseguire senza alcuna sanzione.

Arrivati a London, stazione di Euston, ci rendiamo conto che non capire è molto utile per proseguire il viaggio senza problemi.

Ecco la prima regola imparata, estratta dalla più complessa LEGGE DEL SANDRO (nella foto):

"L’indifferenza nei casi più estremi, cioè far finta di non capire

e proseguire senza dar retta a nessuno, è la soluzione migliore

se si vuole evitare qualsiasi tipo di problema".

 

Da Euston arriviamo a Warrington Bank Quay e dopo circa mezz’ora in cui ci concediamo (alle 10 di mattina) il nostro primo pranzo inglese (cheeseburger tipo Mac, con carne derivata da mucca pazza, scaldato nel micro onde) partiamo alla volta di Holyhead, dove salperemo alla volta di Dublin by ship.

La cosa più bella è il treno che ci porterà in questo senso: un vaporetto Polti ri-modernizzato e trasformato in locomotore con poche probabilità di arrivare…. Infatti dopo mille peripezie e varie soste per surriscaldamento del locomotore, giungiamo a destinazione..... riuscendo a prendere l’ultimo traghetto del pomeriggio.

Devo ancora capire come siamo riusciti a fare il check-in senza biglietti, ma solo con un numero scritto su un volantino pubblicitario: chiedetelo a PD! (…lascia

stare…ho dovuto venderlo… il tuo, però!!!)

Probabilmente la nostra maglietta molto simile a quella di un gruppo di scout ci ha aiutato a tal punto che i nostri bagagli non sono passati neanche sotto il metal

detector. Finalmente a bordo, il viaggio è comodo, ci sediamo ABUSIVAMENTE in first class con aria condizionata (respingendo un child che voleva i posti…sempre secondo la 1° legge del Sandro) e giungiamo a DUBLIN, l’ambita meta.

 

DUBLIN L’AMBITA META

Arrivati in ritardo a Dublin, perdiamo il nostro contatto, fuggito alle isole Aran; probabilmente per non vederci…, ma Elena non riuscirà a liberarsi di noi così

facilmente! (Naturalmente sto scherzando). Nulla è perduto, i depliant dell’ufficio turistico irlandese recuperati al BIT serviranno pure a qualcosa! Così, stravolti dalla nottata insonne unita alla giornata devastante di viaggio, impieghiamo circa un ora per capire quale bus può portarci a RUSH, sede del campeggio che abbiamo scelto!

Decidiamo di telefonare al campeggio per chiedere la disponibilità per la sera e fortunatamente l’addetto ci spiega anche quale bus dobbiamo prendere per

arrivare fino al camping! E’ incredibile sono riuscito a parlare al telefono con un irlandese! (madonna… e chi sei… lo RE?!) Allora il corso di inglese serve a

qualcosa!!! , VIVA LA FIGA!!! , ah no… ehm… VIVA " TELL ME MORE"!

La corsa (siamo andati a piedi o in autobus?!) per arrivare a Rush dura circa 45 minuti e durante il tragitto conosciamo ANTONINO e CAPSULA, due inter-railers che, come noi, campeggiano nel mitico "North Beach camping" ma che, a differenza di noi, (scopriremo poi) hanno l’abitudine di lavarsi ben poco.

Montiamo la tenda sotto una pioggia fine ma battente e la Bertoni Raid 3 dimostra la sua potenza tenendo benissimo la pioggia torrenziale notturna.

Il mattino seguente ci svegliamo sotto un sole che "picchia": in Irlanda il tempo cambia nel giro di poche ore, come nei paesi tropicali! Ci dedichiamo subito alla

cucina; qui scopriamo che i cibi pronti non sono così schifosi e nelle situazioni più disparate sono la soluzione migliore! (che fortuna… li mangerò anche a casa..)

Barattiamo con i nostri nuovi amici tony e capsula il nostro succulento piatto caldo con del prosciutto (parola grossa chiamarlo così: ham, e lo mangi in un boccone!) e pane, ed il piatto della giornata è fatto! Fornellino + moka + lavazza oro: la giusta ricetta per gustare il caffè italiano. Sembra quasi che stia facendo

pubblicità...(io non mi sento né nei panni di Laurenti né di quelli di Bonolis, fai tu..)...

E’ incredibile come dopo solo due giorni manchi questo piacere:il rumore della moka che allieta le nostre ‘recchie è una sensazione piacevolissima. 1° MORALE

del TEK:"Molte volte non ci rendiamo conto come piccole cose possono cambiare la giornata, siamo troppo abituati alle nostre comodità ed al benessere che non apprezziamo le cose più semplici."

Dopo il primo pasto decente decidiamo di lavare i panni visto che il sacco nero della roba sporca inizia ad aumentare e la bella giornata ci aiuterà ad asciugare il

bucato. Il consiglio della mamma di portare del detersivo in polvere è azzeccatissimo! Ci serve dappertutto, anche per lavare i piatti. Andiamo poi in spiaggia, visto e considerato che è attaccata al campeggio.

Io e PD pensiamo subito al Business a cui porterebbe quella immensa distesa di sabbia fine lasciata a se stessa. Chilometri di spiagge senza ne un bagno, ne un

hotel e ne un ristorante! Non comprendiamo come nessuno ci abbia mai pensato...(forse il freddo che c’è di solito?)..Poi guardiamo meglio: le scogliere sul mare, la gente rilassata distesa sulla sabbia di quella spiaggia che è di tutti, i cani che scorrazzano di qui e di là accanto al padrone e quell’isolotto dove la gente pesca granchi e lumache! 2° MORALE del TEK:"Queste persone stanno veramente bene e forse è giusto che tutto rimanga così."

Dopo un paio di ore di contemplazione ci rendiamo conto di non essere dei pensionati e che è giunta l’ora di attivarci ed andare verso la grande città: un bel giro per conoscere i monumenti, le RAGAZZE e farci una bella PINTA DI GUINNESS!

Che siamo venuti a fare se no?

Essendo legati (e terribilmente affezionati…) ai mezzi pubblici, il ritorno deve avvenire assolutamente prima delle 11, altrimenti ci tocca pernottare nei sobborghi di Dublino , cosa sconsigliata da molti, visto l’alto tasso di delinquenza.

Trascorriamo una bella serata in TEMPLE BAR, centro nevralgico di Dublino, in uno di quei pub tipici dove scorre a fiumi la birra, accompagnata dalle inebrianti note della musica irlandese. Ordiniamo anche noi una pinta della nera e la sorseggiamo in questa atmosfera: tutto questo non mi sembra vero, è così bello scoprire la tradizione e la cultura di questo popolo. (Ma che? La birra non è mica come le conchiglie dove senti il rumore del mare!! Contiene alcool e contribuisce a sparare caz..te, questo sì!!)

ALLA VOLTA DI CORK

Il Fato ci porta alla volta di Cork, la città tanto elogiata dalla ex english teacher di Milio, ma non appena arriviamo, ci aspetta una brutta sorpresa! Il campeggio in

cui dovremo pernottare dista ben 2.5 km in salita dalla vicina cittadina di Blarney.

Per arrivarci prendiamo il bus, tariffa ridotta studenti (50 % in meno):big price, schif ourselves…paghiamo meno dei bambini!

Zaino in spalla e dopo circa mezz’ ora di cammino arriviamo al campeggio... una fatica della Ciccone! (foto)

Arriviamo a destinazione stremati, ma è valsa la pena fare tanta strada: siamo in mezzo ai campi da golf e il prato dove dobbiamo mettere la tenda non è da meno di un green, FANTASTICO... un campeggio da favola!

Un momento… ci sono degli italiani, una coppia di Vicenza, e domani, ancora loro non lo sanno, (ma neanche noi lo sappiamo ora) ci porteranno con la loro macchina a visitare il paese! La strada è troppo lunga da fare a piedi e loro possiedono un bel e comodo monovolume... è da stupidi non approfittarne!!!!

Il mattino seguente ci svegliamo presto e avvistiamo i nostri amici magnagatt pronti al partire: li facciamo attendere una decina di minuti (tempo per il check-in del campeggio per il 2° giorno di permanenza) e sgomberare il monovolume da seggiole inutili, in modo che anche noi possiamo salire a bordo e visitare con loro il

castello (perché no? Gratis, comodo, caratteristico…). Scopriamo che il magnagatt maschio è un pozzo di sapienza e un artista del fai date del campeggio: è provvisto pure di griglia e canna da pesca!

Da ricordare il bacio alla pietra dell’eloquenza, presso di castello di Blarney, uno dei più belli e intatti d’Irlanda! Dopo la visita al castello, riprendiamo la nostra strada solitaria alla volta della città, mentre il vicentino viaggia alla scoperta dei luoghi circostanti ed alla pesca di sgombri.

Con la consueta faccia tosta riusciamo ad ottenere un paio di pesci ed a farceli cucinare alla brace! Noi li mangiamo molto volentieri anche se la cena l’abbiamo

già fatta! La stessa sera, durante la cena, rischio un’ ustione di primo grado grazie al PD nazionale che, preso da un paio di secondi di morbo di Parkinson, mi

rovescia la pasta addosso a fine cottura: ci tocca fare tutto da capo e, nonostante tutto, rimango illeso all’accaduto. Grande abbuffata, erano giorni che non mangiavamo così! ( Non siamo profughi….). Nonostante sia già tardi, ci tocca assolutamente tracciare il tragitto per l’indomani, anche perché fino ad ora ci è andata fin troppo bene: sotto i ponti non abbiamo ancora dormito.

Ci mettiamo in SALA TV muniti di TIME TABLE e libro dei camp site irlandesi, ma, appena ci sediamo per organizzarci, compare il simpatico olandese che ci

saluta ogni volta che passa ( sto rompi coglioni) e che conosce 13 lingue compreso l’italiano. Pensiamo sia un culandra e lo penserò nei rimanenti giorni a venire… L’uomo, invece, è desideroso di parlare con noi italiani per apprendere qualche nuovo vocabolo! ; così si ferma in salotto con noi e ci introduce in discorsi da labirintite per un paio d’ore con temi dalla cultura generale, alla politica, alla storia della comunità europea,… Finalmente s’è levato dai piedi! possiamo decidere il percorso: attraverseremo l’IRLANDA ALLA VOLTA DI Galway e vi soggiorneremo per un paio di giorni.

 

VERSO LE COZZE DI GALWAY

Il titolo ha sempre un significato, dovete sapere infatti che questo è nato grazie ai consigli del Grande fratello ( David, my old brother ); PD, invece, è figlio unico.(i

suoi nel vederlo quando è nato han pensato bene di non farne più.....) Comunque prima di partire mi disse :" quando vai a Galway non devi perderti assolutamente le cozze dell’atlantico, accompagnate da una buona pinta di guinness" , cosa che ho fatto solo in parte in quanto le cozze non mi piacciono e non le ho mangiate, mentre di guinness ne ho bevuta parecchia!

Tutto questo per spiegarvi il titolo molto ambiguo, SONO UNA MENTE MALATA, ma del resto mio nonna mi dice sempre che sono pazzo e poi il mondo è bello perché è vario!!! (sì, ma certi elementi hanno posti ben definiti dove andare, vedi mombello!!)

BASTA COSI’ vi sto annoiando con le cazzate, scommetto che siete ansiosi di sapere dove siamo finiti....( immagino chissà quanto).

La mattina seguente teniamo d’occhio ancora il vicentino, unica nostra salvezza: le condizioni del tempo sono peggiorate e dobbiamo percorrere circa 3 km. a piedi… (foto) ma constatiamo di aver terminato le riserve di fortuna nel momento lo vediamo partire senza pietà alcuna; ciononostante noi ringraziamo fantozzianamente: "come è umano lei!" (e rivolto a lei: Bagascia!) nonostante sperassimo in un passaggio.

Che fare? (e te lo chiedi pure!) Zaino in spalla, due massaggi agli adduttori e via!, in direzione Blarney! La fatica ci porta a pensare che non tutto sia perduto, che ci resti l’ultima carta da giocare: " l’AUTOSTOP "; all’andata questa sofisticata tecnica non ha funzionato, ma lo zaino è troppo pesante e deve funzionare!!!

Senza perdersi d’animo, tiro fuori il dito ( pollice si intende, con il medio rischio solo di prenderle), ma NIENTE!! , passano 1, 2, 3, 4, 5 macchine...una vespa guidata da una mosca, un’ape guidata da un calabrone, un’astronave....(si cominciano a vedere i sorci verdi per la fatica…) e finalmente un furgone si ferma!

NON CI POSSO CREDERE, MI....NCHIA allora funziona! E’ un artigiano del legno, quello che noi in brianza chiamiamo "LEGNAME’" , il quale molto cortesemente ci porta fino in paese.

Appena scesi, Milio sta attento che il nostro accompagnatore non parta con i nostri bagagli, tenendo aperta la porta anteriore, visto e considerato che non saremmo rimasti che con le mutande indosso!! (per fortuna erano pure pulite, oops.. almeno le mie!!)

Tutto va bene, rimaniamo basiti: ogni tanto un po’ di fortuna non guasta! (infatti le gambe, risparmiate dalla fatica, hanno fatto baldoria tutta notte!!).

Arrivati in centro a Blarney prendiamo il bus per Cork dove ci aspetta il treno per Dublino, CENTRO NEVRALGICO PER TUTTI I NOSTRI TRENI!!!

La nostra metà dovrebbe essere Galway, ma in Irlanda funziona così!! E’ un po’ come quando non esistevano le gallerie: era necessario scavalcare le montagne.

Durante il tragitto divengo l’assoluto protagonista di un epico episodio che rimarrà negli annali della storia delle "straordinarie cazzate" dette in situazioni più

disparate; dovete sapere, infatti, che sulla linea britannica e irlandese, fra le carrozze passa (più che altro urta, mettendo in pericolo la vita dei passeggeri…) un omino con un carrello (con aculei di ferro arrugginito e lame rotanti…) provvisto di bibite e cibarie, ricche di grassi, zuccheri e colesterolo atti ad aumentare l’obesità della popolazione già messa male in quanto a peso.

Tanto di cappello introduttivo per spiegare che la sorte ci ha affidato a tale "OMINO" ( obeso pure lui) per soddisfare il nostro palato e tacere le bestemmie

stomacali; noi, affamati dopo un giorno di digiuno forzato dall’ holiday budget, decidiamo di fermarlo.

Premetto che in questa conversazione IO sono Luciano e O è l’ omino o l’ obeso o come "cazzo" volete (oppure: vogliate cortesemente) chiamarlo:

IO: Excuse me O:Yeah, what do you want? mi soffermo guardo I panini, confabulo con PD e decidiamo di prendere quello con pollo così sicuro del mio inglese esclamo:

IO: Can I have two kitchen sandwiches, please? O: What?

IO: Can I have two kitchen sandwiches, please? O: Which of these?

Sto irlandese oltre che chiatto è pure stordito… indico il panino desiderato e mi rendo conto di essere sommerso da una secchiata di vergogna: gli ho chiesto un

PANINO CUCINA al posto di un panino con pollo (chicken sandwich)!!!

IO: This…. O: Aaahhhhh!!!, oh yeah, chicken and stuffage! it’s 3,20 please!

E bello scoprire che dopo un anno di studio della lingua inglese faccio ancora ste figuracce, almeno si ride un po’ (così ammazzi la gente con le risate, perché già

ride vedendoci…).

Arrivati a Dublino neanche il tempo di cambiare l’acqua al merlo (foto) che ci tocca prendere il treno per Galway, dove diventeremo pescatori!

Il viaggio è regolare, treno in perfetto orario, altro che Ferrovie dello Stato!! Galway ci appare una splendida cittadina, a ovest dell’ Irlanda affacciata sull’Atlantico.

..ma le cozze dove sono?

Proviamo all’ufficio turistico dove, invece, raccogliamo utili informazioni sulle prossime escursioni, e da cui telefoniamo al nostro campeggio sulla costa che ci

dà disponibilità per la nostra Bertoni Raid III.

The new campsite dista circa 15 minuti dal centro della città, not too much, visto e considerato che sui mezzi pubblici ci passiamo fin troppo tempo! Il campeggio è governato da una superdatata signora che sembra già con un piede nella fossa (quasi tutte le domeniche vicino al Tato a San siro…), ma che in realtà si rivela

alquanto astuta e attaccata al denaro..... è il campeggio più caro trovato fin ora, 8 euro a testa per notte con la doccia pure a pagamento!!

Il servizio lascia alquanto a desiderare anche se i bagni sono puliti e ordinati. Conosciamo Alba, una ragazza spagnola in panne nel montaggio della tenda; è

venuta (non con me) in Irlanda (e con chi, allora?) per due mesi per cercare lavoro e imparare l’inglese. Parliamo (solamente) tutta la sera e impariamo qualche parola in Galiziano, dialetto della provincia spagnola da cui pro-viene (sempre non con me).

Molto simpatica e socievole, andiamo a letto (sempre senza di lei…) e il giorno seguente ci accompagnerà a Galway: lei alla ricerca di un lavoro, noi alla scoperta delle famose scogliere di Moher.

Ci alziamo di buon ora e raggiungiamo la city tramite bus; ci salutiamo, rimanendo d’accordo con Alba di trovarci nel pomeriggio, verso le 16.00! Solo un piccolo particolare abbiamo trascurato: sono le 11, la partenza sarà alle 12 e ci aspetterà un viaggio in bus di almeno 2 ore per le scogliere… come "stracavolingia" faremo a mantenere la nostra promessa appena sancita??

Come faremo ad avvisarla visto che non le abbiamo chiesto il numero telefonico (che due bigul…)

Vabbè, che importa!! Inventeremo una scusa quando la ritroveremo in campeggio!!

Un leggero languorino (e dove cavolo è la limousine con i Mon Cherì?) ci suggerisce di rifocillarci facendo attenzione a non lasciarci l’intero portafoglio, così

ci infiliamo in un centro commerciale super-interrato e imboscato, in cui troviamo il Dunness Store (questa è pubblicità occulta ) per l’acquisto di alimenti e i divini

Penneys.

Penneys per noi significa tanto, tantissimo, quasi l’infinito: abbiamo bisogno coperte e maglioni per combattere il gelo implacabile delle notti atlantiche e qui …il Paradiso!!!! Il paradiso…il potere di comprare soffici e caldi indumenti a prezzi da far ridere, il negozio di abbigliamento più economico sulla faccia dell’Europa : il Penneys ( altra pubblicità occulta ) In Italia il nostro limitato budget avrebbe comprato poco nulla; non appena entri in un Penneys market il budget di moltiplica, duplica, triplica, sestupla, multipla… Gli abiti oltre che costare poco sono di buona qualità e consiglio a tutti voi di annoverare i Penneys tra i posti da visitare in Irlanda!!! Ne vale veramente la pena!!!

Questo negozio rimarrà impresso oltre per i suoi prezzi molto accessibili anche per un'altra delle mie "figur de MERDA"....

La lotta contro il freddo mi spinge a cercare dei calzini di lana, così, sprezzante del pericolo, (data la scarsa conoscenza della lingua inglese ) chiedo alla commessa: "Excuse me , do you have wood socks? " Lei, obesa come le sue connazionali, (ce ne fosse una con le curve e i dossi al posto giusto!) budriona, mi guarda con fare sospetto, come se la stessi prendendo per il culo, e non mi risponde!!! Una cliente al mio fianco, una distinta e ben educata massaia, capisce la situazione ed i miei desideri e pronuncia "wool socks"! Panini cucina, calzini di legno, "ma come vivono questi italiani?", avranno pensato gli irlandesi… Beh!, morale della favola, ciliegina sulla torta, beffa finale: non li vendono!!! Un atra figuraccia per niente!!!

Appena usciti ci mangiamo 4 ali di pollo al volo ( è incredibile come certe battute vengano così spontanee....che umorista!!!) e saliamo sul pullman pagato con tariffa studenti. 

Il viaggio percorre i più spettacolari paesaggi rurali del connemara, passiamo dal tanto nominato paesello di Doolin: una tappa fissa per gli amanti del bello.... la sua particolare struttura farebbe innamorare chiunque, da visitare! (foto) Raggiunto l’ingresso alle scogliere di Moher, rendiamo materiale la vera motivazione di cotanto viaggio-sbattimento: Lui....proprio lui… il mitico "coppolino" da pastore irlandese, attirati dalla modica cifra lo acquistiamo subito! Bardati di cappello possiamo affrontare la salita che ci porterà a picco sul mare (speriamo Milio si butti... dai scherzo ). Durante l’ascesa ci accorgiamo che ci sono un sacco di italiani (un nutrito sacchetto di tacchi…) e sembreremmo gli unici due irlandesi se non fosse per la tshirt che indossiamo e la scarsa conoscenza della lingua inglese!! Ma non crediamo di aver "illuso" nessuno… L’escursione dura circa tre ore, articolandoci in sunbathing, lunch, smoking e urinating (un po’ perché ci scappa e un po’ forse per segnare il territorio…) Ammiriamo tutto quello spettacolo: è così rilassante rimanere inerti a guardare la potenza e la bellezza della natura, e la bella giornata contribuisce a rendere il momento ancora più magico. Quando raggiungiamo il campeggio, l’orologio segna le 21.00: è buio, ma pensiamo lo stesso di bussare alla tenda di Alba per scusarci…ma ooppss… la tenda…è sparita, Alba è sparita!!! Ci ha bidonato anche lei!!!

In un biglietto lasciato sulla nostra Raid III ci spiega che ha trovato lavoro e si è trasferita in un ostello più economico e vicino al centro di Galway; inoltre l’indirizzo

di casa sua e l’invito di andare a trovarla in Galizia: " molto obbligati " chissà che non capiti l’occasione ALBA........... Non tutto è perduto, è l’ora della pasta: fornellino, acqua, sale, pelati, aglio (per fare colpo) e una buona heineken prodotta nello stabilimento di Cork. (bisogna cambiare ogni tanto, non si può bere solo scura)! Consumiamo in cucina la cena, abbastanza decente, anche se la pasta comprata in Irlanda non ha nulla a che vedere con quella italiana, del resto è saputo e risaputo! Il Caffè ci vuole!! Questo non ce lo toglie nessuno!!

Sccrr…ssccccrr.. Ecco, finalmente è pronto!! Mentre versiamo le due razioni (una tazzina a cranio) nelle nostre cups da mezzo litro, due Simpatiche ragazze presenti in cucina cominciano a ridere tra loro… "..zzo ridi", pensiamo telepaticamente io e PD, con nostro solito soveir fair… PD si lancia: "italian coffee" ed io "it’s very strong" " Would you like a cup of Italian coffee? " … chissà mai che se gli offro qualcosa lei contraccambi con qualcos altro..... 

Fatto sta che le due figliole ridono perché il bicchiere è troppo grande rispetto al caffè versato!! Così iniziamo a conversare con SUSANNA e CATERINA, due cecoslo-VACCHE che, come noi, stanno girando per l’irlanda. Parlano l’inglese veramente bene, noi a confronto ci sentiamo analfabeti....;raccontiamo loro dei miei errori più eclatanti ( wood socks e kitchen sandwich per intendersi) e chiaramente loro ridono come pazze. Narriamo delle nostre esperienze di viaggio e così loro. Mentre descriviamo la nostra permanenza nel campeggio di Blarney ( per intenderci dove abbiamo conosciuto i vicentini che ci offrirono da mangiare ) si crea un doppio senso alquanto esilarante (è qui che prende forma la terza figuraccia del Tek…): così cerco si spiegargli in inglese che questi amici ci regalarano del buon pesce alla griglia, solo che la frase tradotta in inglese è uscita più o meno così: "yes, we ate his fish" intendendo che noi avevamo mangiato lo sgombro che il nostro amico aveva appena pescato...... Al momento non capisco (gli altri invece già ridono a crepapelle..), poi incamero meglio il doppio senso creato e comincio a ridere anch’io, quando Susanna in preda a dei crampi allo stomaco si piega sul tavolo e inizia a piangere dal ridere!!! Passiamo una allegra serata e, contente del nostro show, le ragazze ci offrono la loro grappa fatta in casa (che personalmente detesto, dopo una mega sbornia che mi ha segnato) che possiede un elevato grado alcolico. Tek il martello folle avrebbe voluto battere chiodo, purtroppo nulla ed il giorno seguente le nostre strade si divideranno: loro si fermeranno per altri tre giorni e poi andranno a casa e noi saremo diretti verso le isole Aran....a combinare altri danni… Nessuno, però, ci vieta di lasciare un simpatico testo in inglese (con traduzioni in italiano) con le nostre generalità per mantenere e sviluppare contatti futuri. E così facciamo.

 

BICYCLE TOUR OF ARAN ISLAND

Sveglia alle 7.00, smontiamo le tenda al gelo mattutino (con la brina in mezzo all’erba!!) e torniamo a Galway, dove acquistiamo il pacchetto turistico per le isole Aran, comprendente viaggio in pullman al porto e traghettata sull’isola. Bisogna stare molto attenti e raccomando PD....il treno che ci porterà a Dublino parte alla 18.20 e non ci possiamo permettere di perderlo! Calcoliamo bene gli orari e scegliamo il tour che ci permette di tornare in tempo (se tutto va bene), altrimenti rimaniamo in città al freddo e senza un posto dove alloggiare... La nostra vacanza è marcata da un continuo contrattare di prezzi, visto che siamo studenti…, e quindi dobbiamo essere agevolati come tali!!! I prezzi variano in base agli orari e alle destinazioni (le isole ARAN sono in tutto tre), noi vorremmo andare su quella più piccola, ma causa incompatibilità di orari, dobbiamo scegliere INIS MOR, che è la più grande e più nominata.

La signora dell’agenzia ci chiede 20 euro: io, completamente impersonificato nella parte di studente, mostro la tessera e mi fingo arrabbiato!! La signora arretra le pretese e cala il prezzo di 5 euro, in un colpo solo!!!! 

Il tempo è stupendo, noleggiamo una bici, scoprendo che ci costa quasi più che il viaggio (10 €uro)…, del resto per visitare l’isola è la cosa migliore da fare. Il nostro cappellino da irlandesi ci aiuta a non farci importunare dalle guide turistiche del posto che propinano a tutti il giro dell’isola in pulmino......stavolta acquisisce una sua significità.. Vedendo poi a che velocità percorrevano l’isola col pulmino, ci rendiamo conto che non avremmo visto proprio nulla. Il posto e degno di tanta fama e il tempo favoloso allieta ancora di più la nostra visita! Che bello essere in vacanza, i pensieri volano via, non abbiamo altro da fare che rilassarci! Certi paesaggi di questa isola dell’Irlanda trasportano in un'altra dimensione senza tempo, (ma chi sono il capitano spok !!?? sì…per le orecchie ti assomigli!!!) la natura con la sua bellezza e imponenza ci lascia senza parole! Venti giorni sono troppo pochi per riuscire a vedere tutto e girare sto popò di paese...... Appena saliti in sella, seguiamo la strada opposta rispetto a dove vanno le altre persone…perché? Boh!!

Ci imbattiamo in strade strette e sterrate (foto in alto), ci fermiamo per il lunch con Salmone vicino al mare e al ruminare delle mucche. Il nostro ciclo tour con destinazione incerta e sconosciuta ci porta su una spiaggia dalla sabbia bianca, roba da non crederci! C’è pure gente che fa il bagno.... non perdiamo l’occasione per sdraiarci e prendere un po’ di sole.. cosa vuoi di più dalla vita!? Un Luciano… Consegnamo le bici e avvertiamo una certa sete… di birra!!! Così abbiamo modo di assaporare anche qui il gusto della pinta irlandese e poi sarebbe reato evitare questo rito così tradizionale. I nostri cappelli buffi interessano molto un paio di marinai che ci prendono in giro!! (non capiamo bene l’inglese, ma mica siamo così scemi…) Ci risulta difficile capire quello che dicono, anzi IMPOSSIBILE, siamo indifesi, non ci resta che salutarli e andarcene fra le loro risate. Arriviamo alla stazione di Galway non appena in tempo per prendere il treno al volo (un treno che vola??), ma ci tocca anche recuperare i bagagli al deposito… Tale operazione si rivela invece molto utile: la fila per accedere al treno (controllo tickets prima di salire) è lunga circa trenta metri e il left luggage ( deposito bagagli per chi non lo sapesse) si trova dalla parte opposta. "Dobbiamo aspettare tutta questa gente per prendere i bagagli?", "Riusciamo poi a salire?", "E dove mettiamo i bagagli?" L’unica certezza rimane quella di applicare la Legge del Sandro: con bagagli recuperati alla mano, aspettiamo all’uscita del deposito; la situazione: a sinistra del treno, fila italiana -->¨ 2 persone: Io e PD a destra del treno, fila irlandese-mista --> 30 metri di persone, in lunghezza, non altezza… Siamo pronti a scattare…Wrraammm, wwrraammm… scaldiamo le suole.. e Via!!! Puntiamo un controllore isolato e solitario sulla 2° carrozza, ma ci respinge dicendoci di fare la file presso il suo collega. "Fare la fila?", "Quella fila?", "Con 30 chili alle spalle?", "Sei pazzo?" PD parte per la tangente, ossia dribbla il controllore passandogli alle spalle, io lo seguo e ci sediamo comodamente in carrozza, i babagli sono riposti e noi i soliti due posti, con tavolino…. Il viaggio prosegue bene, il controllore prosegue bene… Raggiungiamo ancora una volta Dublino, ma ora ci sarà Elena ad aspettarci ....o forse no…? Una volta capito dove abita cerchiamo di arrivarci in pullman, ma riuscire a comprendere il tragitto dei bus è praticamente impossibile e poi non possediamo neanche una mappa! La via più concreta e affidabile rimane percorrere la strada a piedi: 2-3 Km. con lo zaino in spalla. Baci, abbracci, baci, abbracci, baci e basta!!! Mentre una calda doccia ci restituisce la consapevolezza di avere gambe e braccia, la "pechetegna" ci prepara una pasta.. ci pare tutto così strano! La sua casetta cancella i ricordi e le fatiche del campeggio in un attimo! Elena è molto gentile , è praticamente due anni (confermi, l’accendiamo? secondo me, risposta sbagliata! A casa con 500€…cavolo!! Potevi fermarti a 70.000€!!) che non la vediamo e lei ci ospita come se fossimo suoi parenti (non volevi diventarlo?…che bastardo…eh, eh). La serata si conclude in casa, noi siamo molto stanchi e poi una chiacchera tira l’altra , arriva la una senza accorgersi! Andiamo a letto... questa notte la passeremo al caldo e su un materasso normale, NON CI PARE POSSIBILE!!

 

 

 

DUBLINO FAIR CITY

Finalmente abbiamo la possibilità di visitare la capitale con tutta tranquillità, con la certezza di avere i bagagli al sicuro. Elena ci accompagna nel centro città, poi raggiunge il posto di lavoro. Cominciamo la giornata con una full irish breakfast: il posto scelto è molto caro e ci danno poco da mangiare! Che dire?! COMPENSIAMO con il bere allora... Ci dirigiamo verso la fabbrica della Guinness a St. James Gate! Paghiamo la consueta tariffa d’ingresso "studenti" e ci infiliamo nei meandri della mostra dei processi di fabbricazione della scura più famosa del mondo.

E’ tutto imponente, fantastico, ma sopratutto molto interessante, compresa la pinta di Nera che ci viene offerta alla fine della visita! Ammiriamo Dublino dall’alto del bar del settimo piano, la vista è fantastica e gustarsi la birra direttamente spinata ( Tap....ata ) dalla fabbrica non è certo una cosa da tutti i giorni. I prezzi del shop sono proibitivi, così decidiamo di proseguire il nostro giro turistico e per caso troviamo anche la fabbrica del JAMENSON IRISH WHYSKEY.

Che fortuna! Che combinazione! Così, assaliti dalla curiosità, entriamo nella fabbrica nell’intento di carpire i segreti della tripla distillazione del famoso whiskey; questa volta la visita è guidata e sarà che non capiamo molto bene l’inglese o… che abbiamo fame (vai dal cane), sete (vai dal prete) e sonno (vai dal nonno), ci annoiamo per quasi tutto il tempo. Unica soddisfazione è il cicchetto finale, purtroppo a stomaco quasi vuoto, ma soprattutto dopo una pinta di birra.... comunque la qualità è ottima e gustarlo è un piacere.

Abbandoniamo la fabbrica molto storditi ( mai come i fortunati che hanno fatto l’assaggio di tutte le 6 qualità di whiskey ) e ci preoccupiamo di mettere sotto i denti qualcosa… L’alcool in corpo si mischia miseramente con un panino speedy, mentre ci accorgiamo che sono arrivate quasi le 6 p.m...: "Elena finisce di lavorare… andiamo a prenderla!!" "e dove vuoi finire?", "AL PUB!", "che ‘zzo di domande sono?"

Senza troppi indugi finiamo seduti a gustarci la nostra guinness del dopo lavoro dei degustatori. E’ fantastico il modo di vivere qui! Tutto è così tranquillo, non esiste la frenesia da super-lavoratore brianzolo ( semper dre a lavurà -->¨ lavorare sempre ). La gente non mi sembra stressata, sarà che sono in vacanza e non percepisco la situazione altrui o è veramente così? Anche secondo Elena si vive molto più pacatamente che da noi e tutto sommato questa pace mi piace, mi adeguerò a tutto questo, del resto paese che vai usanze che trovi: quindi l’unica cosa da farsi è rasserenarsi e bere Guinness! Torniamo a casa (… di Elena ) e conosciamo le sue future coinquiline , di cui non ricordo il nome, né adesso né appena dopo avergli stretto la mano...poi ci facciamo pane e salame e formaggio (cibi genuini provenienti dall’Italia ): erano un po’ di giorni che non li mangiavamo e devo ammettere che queste cose mi mancano un sacco!!!

Doccia veloce e pronti-via per la serata!....it’s saturday night! Mentre ci prepariamo, suonano alla porta di Elena due ragazzi di Meda (compaesani… e li troviamo a Dublino?) che lavorano a Belfast e ci portano a mangiare al ristorante persiano... che BOTTA! La pasta di pane mi sta ancora lievitando nello stomaco!!!! Tutto molto buono ma per i miei gusti troppo pesante: prima di tornarci ci penserò molto bene.... La serata è appena cominciata e c’è già in giro un sacco di gente, entriamo in un paio di locali, sono colmi di persone! Mi rendo conto che qua bere è lo sport nazionale, ed è impressionante la quantità di birra che ingurgitano gli irlandesi in una sera! Nel tornare a casa ci sono una marea (sì…station wagon!) di ragazzi ubriachi per le strade: probabilmente fa parte del loro divertimento.... nessuno però ci importuna.

La mattina seguente arriva Marta, un’amica delle nuove inquiline di Elena, con un suo amico irlandese di nome Michael, che continua a parlare senza pause, noi non capiamo niente e non riusciamo molto a conversare! Arrabattiamo come al solito e, in conclusione, costruiamo a una specie di dialogo. 
Nel pomeriggio
raggiungiamo il Trinity College, altra attrazione di Dublino: entrare costa ben € 6,50... così teniamo il soldo in sacocia e la osserviamo dal fuori. La rabbia mi sale prorompente, vorrei dar sfogo a quel senso di giustizia insito dentro di me: "due poveri studenti come noi" non dovrebbero pagare per vedere la biblioteca più famosa della città! Rifletto e realizzo che la vacanza è ancora lunga e sarebbe controproducente farmi ritirare il tesserino, per cui me ne frego di tale ingiustizia e mi arrendo a rimirare esternamente l’edificio... il posto è imponente e caratteristico come tutte le strutture viste fin’ora. Molto bello! La sera porta consiglio, ma è un consiglio del cavolo!! E’ necessario partire, salutando con molto rammarico Elena. Questi giorni a Dublino sono passati troppo in fretta! La sua ospitalità e cortesia hanno superato ogni nostra qualsiasi previsione/speranza..ne saremo grati a vita… e conserveremo tutto ciò positivamente nell’hard disk del nostro cuore… Ma il viaggio dei due pellegrini deve continuare (the show must go on, sì perché noi realmente facciamo del cinema!), così la salutiamo ! Nella speranza che anche la nostra compagnia le abbia fatto piacere. 

 

DUBLIN TO SLIGO TO STRANDHILL

Puntiamo il treno verso Sligo e raggiungiamo la cittadina di Strandhill, luogo del nostro campeggio, posizionata sull’Atlantico.
Non ci rendiamo conto dove siamo fino a quando non ci arriviamo! (puoi dirlo forte!!!) La temperatura è autunnale, il vento spazza ciò che incontra, del resto l’Atlantico fa la sua parte! Di autobus neanche l’ombre (sono le 19.00) e ci vediamo costretti a prendere un taxi per raggiungere il campeggio: l’autista è scatenato. Con il nostro poor english riusciamo a farlo ridere, raccontandogli la nostra necessità di pescare per poter mangiare qualcosa l’indomani!! Lui annuisce e dice "good luck!". Il campeggio è una sorta di "prima linea", un campo di guerra fatto di fosse e collinette; inizialmente non realizziamo che sono conce protettive… dal vento impietoso ed imperterrito!!! Completamente al buio montiamo la tenda senza sapere se verremo annegati dalle onde furibonde del vicino mare o calpestati da qualche automezzo in circolazione. L’unica certezza è il freddo, il peggiore patito fin ora! In Italia in questo periodo tutti si lamentano per il caldo soffocante! Mentre la tenda si spiegazza dal vento, appoggiandosi delicatamente sui nostri volti, cerchiamo di addormentarci almeno combattendo il gelo: maglie, un paio di maglioni, giubbino più coperta in pile, comprata nel mitico Penneys store, risultano azzeccati per l’occasione. E prima ancora di metterci sotto branda abbiamo dovuto riempire lo stomaco: due ore per produrre un paio di razioni di pasta , non vi dico la soddisfazione nel mangiarla! La camomilla ci restituisce tepori e caldi sintomi nel nostro corpo: la scoperta di un’ ottimo antidoto contro il freddo!

 

CAVALCHIAMO L’ONDA A STRANDHILL

Il tempo si presenta tetro anche la mattina, la gente parla di un tempo meraviglioso fino al giorno precedente, anche se ci riesce difficile crederlo! Ma qui in Irlanda tutto cambia repentinamente! PD si alza abbastanza presto causa mal di schiena (dormire per terra si fa sentire…) e perlustra la zona: la spiaggia si distende per circa 3 km, un pò sabbia e un po’ sassi, prossima al paesino di Strandhill e all’aeroporto… 

 

 

 

Una decina di surfisti si apprestano a cavalcare le onde spinte dal vento (probabilmente un parente di quello notturno…) Fortunatamente non piove e facciamo un giro in paese....finito!!! Bastano forse 100 passi per osservare la cittadina! Sono le 11, giusto l’ora della colazione, così ci infiliamo nell’unico bar del paese, di fronte al mare in burrasca! Bancone sul fondo, una decina di tavoli con tovaglia di plasticone bianca e rossa, pavimento in legno arso e consumato che ti delizia con il suo perpetuo scricchiolare: praticamente come John Wayne nel Far West! Io mangio la classica FULL IRISH già più volte descritta, unica pecca le salsicce… sono inguardabili e hanno un sapore opprimente e non vorrei conoscerne il contenuto!; mentre il bacon è meraviglioso, un gusto che soddisferebbe chiunque! PD ordina un insalata di salmone affumicato veramente spettacolare, molto fresco e servito con uno spessore di mezzo centimetro! Mentre se lo gusta soddisfatto, gli rubo un pezzo. Adesso ci aspetta la nota dolente: " i panni da lavare": il giorno precedente abbiamo accumulato degli indumenti sporchi e, essendo lo spazio negli zaini molto limitato, una volta ogni tanto bisogna prostarsi a fare le massaie. 

Visto il vento di questo paese, concludiamo che l’asciugatura sarà un gioco da ragazzi, sfruttando il grande phon naturale! Ci mettiamo al lavoro, allestiamo l’attaccapanni "prendendo in prestito" dei pali di legno da un cantiere accanto ed è fatta: sembra proprio un accampamento di zingari.... Ci dirigiamo verso Sligo, dove incontreremo Aurelio e Sara, nostri amici che stanno compiendo un mini tour dell’ Irlanda in ben cinque giorni! All’ appuntamento arrivano un po’ in ritardo così li incontriamo dopo svariate pinte di birra. Desideriamo mangiare in un pub di Sligo, ma non riusciamo a trovarne uno che serva cibo, dopo le nove e trenta non fanno più da mangiare! Ci affidiamo al fato ed entriamo a caso nel primo che troviamo, sperando sia quello giusto.... all’interno il barista e due ragazzi del posto. Anch’essi ci dicono che a quel ora non avremmo trovato nessun locale che serva cibo e ci invitano a sederci per una birra! Ma noi dobbiamo mangiare! Abbiamo fame!!

Aurelio accetta, ma alla condizione che il barista acconsenta ad un happyhour… nulla da fare!! Ma i due amiconi, una coppia gay, rompono gli indugi ed offrono il primo giro di pinte!! Così inizia la serata! Come da pura tradizione irlandese, Tom e Jerry (così li abbiamo chiamati, anche se i nomi erano molto simili…) pagano subito anche il secondo giro, quindi ci ritroviamo un altro mezzo litro di birra davanti ai nostri occhi!! L’altra pinta è ancora carica, infatti abbiamo bevuto due-tre sorsate: è tutto il pomeriggio che beviamo!! …e così non va bene!!! La serata è segnata dall’alcolismo allo stato puro, i ragazzi sono molto gentili e rifiutano il nostro contraccambio, ripetendoci che siamo noi i benvenuti! Per evitare le avance verso me e PD, e visto che non capiamo esattamente tutti i discorsi…, usciamo in cerca di cibo. Con i crampi allo stomaco per la fame, troviamo accanto un Burger King (ce ne sempre uno ovunque tu vada!) e una pizza cucinata da irlandesi (allo stesso prezzo di 6 panini del Burger King…). Nel frattempo Aurelio deve gestire la situazione e cibarsi di un improponibile fagottino ripieno d’aglio; Jerry, pieno d’alcool fino ai bulbi dei capelli (avrà bevuto 7 pinte con 7 shot di whiskey…) mangia a piene mani il fagottino, poi compie l’assurdo errore di pulirsi gli occhi con le mani!!!! Lo show raggiunge l’apice: Jerry si dimena sulla sedia non comprendendo realmente cosa gli stia capitando e, soprattutto, non riuscendo a vedere con i propri occhi. Per fortuna il cibo ci aiuta ad assorbire un po’ d’alcool e, dopo quattro ore, salutiamo e ci dileguiamo velocemente fuori dal locale. Aurelio e Sara ci accompagnano al campeggio, ma prima sostiamo lì vicino, in un altro localino, così beviamo l’ultima pinta della giornata. L’ambiente è molto familiare, il caminetto acceso… ad agosto…, rendetevi conto di quale possa essere la temperatura esternamente, dove noi dormiamo!!!!

Salutiamo i nostri amici e ci avviamo verso il nostro alloggio all’aperto, il vento è sempre forte e non c’è speranza che diminuisca, questa volta abbiamo picchettato la tenda "di brutto" e nulla ci farà paura: " speriamo non si scoperchi la tenda questa notte ".

 

RETURN TO DUBLIN

Questa mattina sveglia presto, constatiamo che ha anche piovuto, mettiamo i nostri panni fradici in sacchetti impermeabili nello zaino e sbaracchiamo tende e burattini…, insomma ci prepariamo per la nostra futura designazione: Dublino. Il viaggio stavolta sarà seduti sui sedili della colt noleggiata dai nostri amici! L’incontro prestabilito è a Sligo alle 9.30: sicuri del nostro tempismo ci svegliamo alle 7, ma qualcosa non funziona perfettamente, così perdiamo il pullman; siamo pure consapevoli del fatto che il prossimo arriverà fra un’ora e quaranta. Incredulo dell’evidenza voglio una conferma così fermo un passante mentre PD cerca di cucire la bretella del suo zaino, che non ha retto il peso del nostro viaggio. Il buon uomo, un anziano beato e spavaldo, ci conferma la lunga attesa, quindi ci accovacciamo rassegnati, senza possibilità di fare nulla. Ma la divina provvidenza ci assiste un'altra volta… il passante a cui avevo chiesto l’informazione ci rivela il suo cuore d’oro e si presenta con la sua macchina pronto a darci un passaggio: non se la sentiva di lasciarci ad aspettare per più di un ora il bus (praticamente: ma quanto facciamo pena??). Il gentilissimo irlandese ci porta fino alla stazione dei treni a Sligo, dove abbiamo l’appuntamento con i ragazzi. (ben 15 minuti di viaggio!) C’è andata bene un’altra volta! non credevo esistessero ancora persone tanto cordiali! Cavalchiamo la Mitsubishi... mi stupisci da quanto sei piccola!!! Il viaggio non è dei più comodi ma del resto ci sono dei bagagli molto ingombranti di 4 persone e siamo costretti a tenere lo zaino sulle ginocchia per tutto il tempo, però la compagnia è giusta e ci divertiamo per tutto il percorso. La cosa più strana e vedere il conducente sulla destra e percorrere le strade nel senso opposto a quello in cui siamo abituati normalmente! Ù

Chiedo all’autista come si trova e lui mi risponde di non disturbare il conducente mentre sta guidando!!, così non parla più nessuno e ci rompiamo le palle per tutto il viaggio..... MA SCHERZO!!!! Aurelio mi risponde che più di una volta ha imboccato le strade contro mano, d’altro canto noi, invece, più di una volta abbiamo rischiato di farci spalmare dalle macchine mentre attraversavamo perché guardavamo dalla parte sbagliata, nonostante le strisce intimidatorie sull’asfalto. Dopo una breve sosta in un piccolo paesino, (di cui stranamente non ricordo il nome) per un lauto pranzo, giungiamo a Dublino per la terza volta. I ragazzi sono curiosi di Temple Bar, il famoso centro di Dublino così lasciamo i bagagli nell’ostello e ci avviamo subito a piedi. In teoria noi dovremmo prendere il treno per Belfast, ma scopriamo che la loro stanza ha quattro posti letto, i nostri amici ci invitano a rimanere con loro per fare una bella serata tutti insieme; noi certo non possiamo rifiutare! Percorriamo Connelly Street e le altre vie del centro e scopriamo quanto è ancora affollata la grande città. Arriviamo in Temple bar e ci dirigiamo verso il negozio di Elena: vogliamo farle una sorpresa ma scopriamo che purtroppo è già chiuso, così le telefoniamo dicendole che l’aspettiamo per l’aperitivo ma lei non ci crede....non hanno proprio fiducia queste donne dei nostri giorni! Ci vuole un insistente colloquio telefonico per convincerla che non stiamo scherzando! Beh!! alla fine, rassegnata, ci raggiunge ed entriamo nel popolato locale TEMPLE BAR situato nel centro della zona. 
I pub in Irlanda hanno un aria così familiare che ci vuole poco per fare conoscenza, chiacchieriamo con altri turisti che sono vicini di tavolo e facciamo una foto davanti al bancone (e dov’è tale foto??). Il più famoso e antico dei pubs dublinesi sembra un labirinto, tante sono le sale in cui si intreccia; c’è anche una parte all’aperto!! L’arredamento è molto rustico con bancone e tavoloni in legno mentre i quadri pubblicitari della birra sono appesi ovunque e il barista rosso di capelli come la maggior parte degli irlandesi ci serve la birra con non curanza. Sorseggiamo lentamente la nostra birra e fra le chiacchiere passa il tempo... è quasi ora di cena! Questa sera possiamo permetterci di andare fuori città visto e considerato che Aurelio possiede la macchina e c’è un posto anche per Elena!


Decidiamo di cibarci al JOHNNIE FOX, uno fra i più
famosi e antichi pub d’Irlanda. Ci arriviamo dopo circa mezz’ora di strada tortuosa in salita, infatti è situato sulle colline fuori Dublino, il parcheggio è stracolmo di macchine, fortunatamente c’è posto e fanno ancora da mangiare nonostante siano già passate le 21.30. Il muro è ricoperto di affissioni con vecchi contratti e articoli di giornale delle epoche più svariate, tutto il locale è costruito in vecchio stile compresi i bagni, sembra di tornare indietro di qualche decennio: rimaniamo stupiti da tutto, non avevo mai visitato un locale del genere. Pur essendo sulle colline questo locale è un must per cibarsi di pesce fresco, così ottemperiamo alle tradizioni e scegliamo svariati piatti: le porzioni sono abbondanti e le pietanze sono squisite. La nostra cena è accompagnata dalla musica e dalle canzoni di un gruppo che suona dal vivo (musica irlandese ovviamente), l’atmosfera e surreale e quasi magica. Torniamo all’ostello e salutiamo per l’ultima volta Elena, questa notte non dormiremo per terra ma su un "comodo" letto.

 

 

 

 

 

 

IL VIAGGIO DEL NON RITORNO: BELFAST

Perdincibacco siamo già al 20 di agosto, i giorni trascorrono veloci! Al mattino seguente salutiamo Aurelio e Sara e andiamo alla stazione Euston di Dublino per il nostro treno direzione Belfast. Rispetto ai programmi, il nostro tour ha seguito perfettamente luoghi e date, ma siamo soddisfatti, ciò che abbiamo visitato ci ha colpito il cuore, quindi possiamo essere orgoglioni di noi stessi, avendo organizzato tutto da soli! E meglio di qualsiasi agenzia turistica… tranne la CTS, ovviamente! Con un po’ di timore per ciò che ogni tanto succede in questa parte dell’Irlanda del Nord, raggiungiamo Belfast. Attraversiamo gratuitamente la città con il pullman (che non paghiamo grazie ad un autista molto gentile) e, fortunatamente, nessun membro dell’ira ha la brillante idea di far saltare una bomba proprio in quel momento... e le nostre paure per fortuna scompaiono. Tentiamo in vari modi di perderci nei docks (la zona portuale), ma, alla fine, riusciamo ad acquistare un biglietto per Stranraer, approdo scozzese. L’attesa sarà di ben quattro ore! Che palle... Check-in, controllo bagagli, ingresso alla sala d’attesa, deserta! Così abbiamo modo di scegliere il posto ove accomodarci: di fronte agli apparecchi telefonici, che offrono una simpatica presa della corrente, l’ideale per ricaricare i telefonini.  Una volta preso il traghetto della Ah-Ah-Ah-Ah Stena line ci buttiamo a capofitto verso la sala proiezioni dove ci impossessiamo delle comode poltrone su cui è lieto sprofondare. La proiezione del film è in lingua originale, quindi ci risulta molto difficile capire i dialoghi e più mi sforzo più non riesco a comprendere la trama così dopo un quarto d’ora mi addormento.... quando mi sveglio mi sento più allegro se ci sono dei regali da scartare, "ma che RAZZO di regali", qui non ce ne sono! Presi dai morsi della fame, trovo l’alternativa a quel noioso non comprendere: il BURGHER KING!!! E’ incredibile come ce ne sia uno ovunque... l’addetta ai panini come al solito non capisce il mio inglese e mi arriva un panino in più e una coca-cola in meno, ma mi accontento e godo... mangiando il panino si intende. Arrivati in Scozia la nostra volontà vorrebbe catapultarci direttamente a Edimburgo, ma il viaggio è troppo lungo e l’ora è tarda. Come al solito scegliamo a caso la meta a metà strada… e finiamo ad Ayr: dopo circa mezz’ora di attesa alla fermata dei bus ci sorge qualche dubbio, forse non ce ne sono più? I pochi pullman che passano sfrecciano a circa 300 Km/h e non si fermano… il crepuscolo continua a scendere e il freddo pure. Passano automobili truccate, la gente parla in modo strano, quasi come se avessero una patata in bocca!! MA che… siamo a Bergamo alta?? Il paese è triste e non c’è nessuno! Se non fosse per PD al mio fianco sarei come la particella di sodio dispersa nella famosa acqua oligominerale! 

 

Presubilmente solo i tassisti, di comune accordo con l’azienda locale dei trasporti, rimangono l’unica nostra salvezza per arrivare al campeggio. I taxi sono tutti neri, con la consueta forma del taxi londinese, una vera chicca! Chiediamo al primo della fila se conosce il campeggio segnato sulla mappa, ci pensa un attimo e poi ci rassicura… sarà ma a me questo qua non dà affidamento!! La corsa costa 6 sterline, cominciamo bene.... il campeggio sembra molto losco, nel senso che non c’è una luce accesa ed è tutto chiuso e non ci sono nemmeno fermate dell’autobus vicine! Come faremo domani? Beh!! iniziamo a pensare cosa facciamo adesso! Dopo un giretto avventuristico, scopriamo che all’appello mancano giusto giusto le tende, la reception è chiusa ma c’è un bar aperto, così entriamo... anche il bar è strano: due clienti attaccati a una birra al bancone, un biliardo inutilizzato e tanti tavoli con sedie che non servono a nessuno... ma dove siamo finiti? nella cittadina più sperduta della scozia! Dietro il bancone c’è una ragazza molto carina a cui chiediamo informazioni, a sua volta pone la domanda ad altri componenti usciti dall’oscurità e, infine, ci indica il posto dove possiamo piazzare la nostra tenda: un aiuola che durante il resto dell’anno fa parte del giardino!

 

TEMPO DA SNAILS ( lumache ) AD EDIMBURGH

Ci svegliamo all’umido, i vestiti che avevamo messo ad asciugare al vento della notte sono fradici grazie alla pioggia iniziata al mattino! Questo posto non mi piace, non ci da retta nessuno ed è molto inospitale...sarebbe meglio andarsene alla svelta. Prima però, asciughiamo i vestiti, visto che il camping offre un’attrezzata saletta con lavatrici ed asciugatrici; occupiamo i macchinari e la sala, al riparo da pioggia e vento, per tutta la mattinata, abusando fino al punto di produrci, col forellino a gas, il nostro pranzo a base di toast e pasta liofilizzata… Visto che comunque nessun si fa vivo, la nostra presenza non è considerata, perché farci vivi noi?? Percorriamo circa 5 km a piedi, sotto la pioggia battente e bastarda (obliqua), prima di trovare la fermata per il bus. SIAMO COMPLETAMENTE FRADICI! La prima annacquata del nostro viaggio ci permette di scoprire che il silicone spray idrorepellente, spruzzato su zaini e scarpe, è una grossa BUFALA. Foto bufala

Il più brutto bus che abbia mai visto in vita mia, arriva dopo mezz’ora, guidato da un autista scortese (oltre ad essere scozzese) che puzza come un caprone. I passeggeri sembrano degli ergastolani in fase di trasferimento da un carcere all’altro, e noi non figuriamo male, dopo la nottataccia. Arriviamo alla stazione sbagliata, quella degli autobus, è il capolinea... dobbiamo camminare ancora un bel po’ prima di arrivare ai treni. Ma che simpatico paese!! Paese da dimenticare, penso che non ci tornerò più in tutta la mia vita. Saliamo sul treno, con la viva speranza di arrivare ad Edinburgo, da tanti decantata così bene!

 

EDINBRAAAA LA CITTA’ DEGLI ARTISTI

Dopo circa tre ore raggiungiamo la città degli artisti, il tempo è magicamente cambiato.... sta uscendo il sole, promette bene per questi giorni!!! Mentre percorriamo la scalinata d’uscita della stazione (in salita, sigh!), sentiamo il suono delle cornamuse accompagnate dai tamburi, un’orda di suoni assordanti che si compongono sinuosamente in una musica che trasmette adrenalina: è tutto così irreale e così avvincente. La band suona su di una terrazza in cui troviamo l’ufficio informazioni e da cui si può ammirare la bellezza della città: da una parte Il castello, con la sua imponenza, fa da sfondo e diventa il protagonista di tutto quel panorama, dall’altra la parte nuova, ordinata e pulita. Rimaniamo basiti, l’impatto è molto positivo e questa città mi piace ancora prima di visitarla....... E’ pieno di gente che si riversa sulla strada principale, si fa fatica a passare visto e considerato il fardello che ci dobbiamo portare a presso! Scegliamo il campeggio in città, il più vicino, cinque stelle di bontà, ma siamo pronti a sacrificare un po’ di sterline per un po’ di benessere. Raggiunto il camp-site scopriamo che è veramente bello e non costa poi tanto in più rispetto agli altri!!! UNO SPETTACOLO!!! Proprio passati dalle stelle alle stalle!! come i re magi, peccato che siamo solo in due, se no pensate che casino per capire chi era Baldassare e chi Melchiorre e chi Gasparre! 

A parte la stella cometa, basta mischiare sacro e profano, questo soggiorno promette bene e siamo molto contenti di essere usciti dal tunnel! Trovata la piazzola di sosta per le tende (come in autostrada) ci sistemiamo e prepariamo la cena approfittando dell’angolo cottura coperto e con dei tavoli disponibili molto comodi Mentre saccheggio la cucina comune di una bottiglietta d’olio (così sembra) e mi fumo una sigaretta mentre cucino, conosco Olivia (di braccio di ferro) ed Erik (il vichingo) che visti i nomi sembrano due personaggi dei cartoni animati, ma che in realtà sono una coppia neo-zelandese (due fighe da sole capitano una volta ogni tanto). I due sono attirati più che altro dal mio buffo cappellino, così imbastiamo la conversazione.... che pezzo di donna questa Olivia: è bella e pure simpatica! Discutiamo tutta la sera: il loro inglese, a differenza di quello degli scozzesi, è molto facile da capire e parliamo più di quanto ci saremmo mai aspettati! La serata in campeggio finisce con un caffè all’italiana fatto e offerto da pd and tek! I complimenti sono scontati, ci lasciamo con la promessa che il giorno seguente gli offriremo loro la vera pasta all’italiana. Ma le promesse non sono proprio il mio forte....... perché non riesco mai a fare quello che dico ( fate quello che dico ma non dite quello che faccio… non era così il detto?? (E che ne so… se non lo sai tu…) e i miei amici lo sanno bene.... ma non è colpa mia deve essere fattore genetico, sin dalla nascita e forse prima!!!!!!!! Ce la farò sta volta a mantenere le promessa? beh non vi resta che leggere per saperlo..... La serata continua però: ci laviamo nei bagni a cinque stelle del campeggio e ci prepariamo ansiosi di esplorare ‘la città delle sorprese’ by night. Il caso ci porta a parlare con l’autista dell’autobus,( che fra l’altro dopo avermi guardato mi chiede se mi sono perso...) qui è concesso parlare con i conducenti e subito prendiamo l’occasione per distrarre il conducente, facendoci spiegare qual è la zona da frequentare di sera! ( TANTO SE FACCIAMO L’INCIDENTE MUORE SOLO IL CONDUCENTE coro popolare dedicato a chi guida). Lo scozzese ci indica la Royal mile come zona migliore.... sembra quasi che sia tutto lì. Beh, ascoltiamo il driver e scaliamo (gradinata con milioni e milioni di gradini) il monte che ci porta verso al castello, un rapido giro e ci accorgiamo che è pieno di gente. Ad ogni angolo c’è un locale e la cosa che ci blocca nell’entrare è l’imbarazzo della scelta... anche qui purtroppo non mancano gli ubriachi.(n.d.r.) Entriamo un pub tipico molto vicino all’ingresso del castello e… paese che vai birra che trovi… in questi giorni verremo accompagnati senz’altro dalla famosa TENNET’S OF SCOTLAND. Come per la Guinness, scopriamo che il gusto, il colore e gli odori della birra in Scozia sono totalmente diversi da in Italia. Lo so, questa frase l’avete già sentita , ma assaporare un prodotto nel suo luogo di origine soddisfa anche il palato più esigente. ( questi sono gli effetti di anni passati a seguire la Clerici alla prova del cuoco) Così, da buon degustatori, ma non da alcolizzati, (chiamateci come vi pare...) beviamo due pinte, la seconda subito al tavolo a metà della prima (come i veri scozzesi…), alternando lunghe sorsate a intervalli al wc per svuotare la vescica. Alcuni italiani al tavolo di fianco a noi si comportano da perfetti italiani (avendo poco rispetto della sacralità del luogo) e, almeno credo, ci scambiano per scozzesi o simili, vuoi per via del cappello, vuoi per il gioco delle birre sul tavolo… e noi, divertiti, ammiriamo le loro facce incredule e spaesate. Segnato il territorio, (anche qui) torniamo al campeggio, grazie al servizio notturno dei bus… grazie un cavolo!! Scopriamo sulla nostra pellaccia che il night bus ha corse limitate, quindi ci abbandona molto prima del campeggio! Uno strano tipo ci accompagna, o meglio…, ci invita a seguirlo, nel frattempo, senza che nessun glielo abbia chiesto, ci racconta un po’ di storie che non capiamo, (forse per l’inglese-australiano troppo stretto?!). Il dandy ci fa fare una scorcia troia in mezzo a un campo, che poi scopriamo essere un campo di golf (camminare sul green è davvero bello!!!), rischiando di fare buca. Scavalcando reti e ruscelli, finalmente appare un ostello, dove il dandy dimorava; dapprima pensiamo che egli entri per chiedere informazioni sul nostro camping, in realtà quello che ci aveva detto era il saluto!!! Va stò pirla!! Ci fa allungare la strada, fare il CAR militare in mezz’ora e ci lascia inermi in un posto desolato! Fortunatamente un barlume di speranza ci rincuora e troviamo il campeggio cinque minuti di strada più avanti, poi finalmente in branda: che camminata.... 

 

BEATIFUL DAY IN EDINBURGH

Sveglia con un sole splendido splendente e, visto e considerato che mammina non è qui, mezzogiorno scocca preciso mentre siamo nella laundry room al lavaggio dei panni, approfittando della bella giornata. E’ TROPPO TARDI e la pasta promessa se ne và a quel paese, anche questa volta non smentisco la mia fama da marinaio!!(amici che avevate scommesso avete vinto) Portiamo le scuse ad Erik il vichingo e Olivia popeye (per nulla dispiaciuti… probabilmente avevano appena trombato…) e andiamo a visitare la city da buoni turisti. Equipaggiati di tutto l’occorrente creiamo un tuna sandwich (panino con il tonno) nel parco alle basi del castello, sembrando due senza tetto che hanno appena rubato al supermarket..... ma del resto il panino e la salvezza del budget vacanziero e sfido chiunque a sostenere il contrario!!!! Gonfi di proteine e carboidrati alziamo i ciapet, diretti verso il castello, rampicando la collina, fortunatamente accarezzati da un arietta leggera che ci fa stare bene.

Una volta arrivati in cima, si apre la piazza con l’ingresso al castello: il nostro pranzo si è completamente nell’arrampicata e non ci resta più niente da mangiare!! Solo la cassa ed il ponte levatoio di fronte a noi... Ce la faremo? Ma certo!!! I cavalieri come noi sono pieni di iniziative e troveremo senz’altro la soluzione! Bastano la bellezza di 8,50 sterline per entrare nel castello. Da qui è possibile vedere tutta Edinburgo, la panoramica è così strana: la città vecchia che si mischia con la nuova.... Tira un vento che spazza, ma il nostro giubbetino made in Ireland ci protegge a dovere. Interessanti da vedere le carceri, soprattutto per chi vuole capire cosa si prova ad essere chiusi al fresco. La visita dura poco: basta circa un ora e mezza per visitarlo tutto, anche perché siamo stanchi di camminare. Prima di uscire decidiamo di berci una birra seduti, intenti ad ammirare cotanta bellezza ( non abbiamo da mangiare ma da bere c’è sempre..), così indaffarati nel sorseggiare siamo partecipi di un altro episodio epico, che solo a noi due poteva capitare: premetto che siamo seduti di fronte alla cattedrale e il nostro abbigliamento è il tipico di questo viaggio, con in più il cappellino patch e la lattina di Tennents super in mano! Beh, in buona sostanza, veniamo ripresi da un signore con la telecamera che si convince che facciamo parte dell’attrattiva locale. Con sgomento mi sento protagonista, sono confuso e felice ( come quelle che indossano lines seta ali nella pubblicità), mi sento orgoglio-ne di me stesso..... chissà che cazzo racconterà quello lì di noi due, quando farà vedere il filmino ai suoi amici! Non lo posso ma soprattutto non lo voglio sapere. E SOLO ADESSO CHE MI RENDO CONTO CHE IL NOSTRO E’ UN VIAGGI SENZA CONFINI, mi sento parte integrante dell’equipaggio della star trek ( ehi spok finiscila con le cazzate voce di redazione o di popolo). Torniamo a casa (chi non vorrebbe avere una piramide di tela al posto di una casa in mattoni??) soddisfatti e ci apprestiamo a cucinare qualcosa come tutte le sere, ma quando meno te l’aspetti arriva la novità.... Ipnotizzati dall’acqua che bolle, ci accorgiamo che la gente che c’è in campeggio con noi ci mette molto meno di noi a cuocere le proprie vivande.... L’innovazione sta in un muro di stagnola che trattiene il calore concentrato sotto la pentola e protegge dal vento!!!! Il risultato e metà tempo di cottura e un risparmio sostanziale di gas. La morale dell’aneddoto è: "noi la stagnola non ce l’abbiamo e continueremo così, voi portatela!!!"

Con rammarico facciamo l’ultima cena ad Edinburgo, Giuda se ne va prima chissà a fare cosa, gli altri apostoli rimangono..... Ci dispiace lasciare questa città così speciale, ma domani è un altro giorno e si parte per LONDRA.

Purtroppo PD ha fatto una promessa, e, solitamente, non si smentisce. E poi, come si sa, la figa tira un carro di buoi!!! Noi, due asinelli, ci accoderemo al gruppo!

Addio lovely city, adesso finalmente capisco perché tutti ti chiamano così. 

 

LONSDALE

 

 

 

 

 

 

 

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