IRAN , UNA POESIA CON VELO

REPORTAGE 2019

di Sabina Brambilla

 

 

 

 

“C’ERA UNA VOLTA”                        In Pharsi si dice  “YEKI BUD YEKI NABUD “            

quale miglior introduzione se non il principio di una favola , per incominciare a scrivere questo nostro racconto di viaggio….

C’era una volta …. il grande impero di PERSIA terra straripante di fascino dal passato glorioso, oggi chiamata Repubblica Islamica d’Iran.

Un PAESE a dir poco “RICCHISSIMO” per la sua gente in primis, adagiato sulla mezzaluna fertile dove nacquero  l'agricoltura e la scrittura, pregno di gioielli architettonici, moschee, siti zoroastriani, caotici bazar e città medievali che emanano POESIA in ogni dove. 

C’era una volta e c’è ancora una Terra stupenda , che abbiamo scoperto con grande rispetto, in punta di piedi, studiando e documentandoci molto, prima durante e anche dopo aver concluso il viaggio senza pregiudizi nè preconcetti.

 

           

                           

 

 

1gg    MILANO  - ISTANBUL - SHIRAZ

SALIAMO SUL TAPPETO VOLANTE

Lasciamo Malpensa per Istanbul volando con Turkish Airlines, la  capitale è colpita da un’improvvisa bufera di neve e questo conferirà ritardo sul nostro 2° volo diretto a Shiraz,  dove atterriamo a notte fonda.

Si gela, è buio fitto e l’aeroporto è inanimato e spoglio. Un poliziotto accoglie i viaggiatori con occhiate severe, si avvicina sorride e mi chiede in inglese se parlo pharsi ovviamente rispondo di no.

Disbrighiamo lentamente le pratiche per il visa di ingresso, consegnando 75 € unitamente ai passaporti e la lettera di invito. Ritirati i bagagli ci spostiamo all’Arg Hotel prenotato in pieno centro per ovvie comodità logistiche.

La notte è breve, dormiamo poco ma siamo felici di essere arrivati.

                           

                       

 


 

2 gg   SHIRAZ

CITTÀ DEI VINO , DELLE ROSE E DEI POETI

Siamo accompagnati da Davood Abbasi nostro tour leader,  un ingegnere, speaker radiofonico, nonché autore di  fiabe che da qualche anno ha fondato la sua agenzia viaggi PERSIATOUR che consigliamo  ( www.persiaviaggi.com ) 

Conosciamo SHIRAZ  l’antica capitale, famosa per i suoi giardini e roseti. Dopo una lezione introduttiva tenutasi nella hall dell’albergo, raggiungiamo in bus  la MOSCHEA DI NASIR-AL-MOLK conosciuta come Moschea Rosa costruita nel 1800 per ordine del sovrano Nasir ol Molk che le diede il suo nome.

E’ L’inizio delle meraviglie per i nostri occhi !

Le rifiniture colorate, la grande cupola e il portico d’ingresso sono di una bellezza strabiliante. All’interno la luce del primo mattino fende attraverso le vetrate inondando le pareti e la sala con un effetto rosa spettacolare, siamo già proiettati in una favola persiana.

Cammino scalza sugli enormi tappeti zizzagando tra le  colonne quando all’improvviso due  studentesse mi fermano e chiedono se possono scattarmi fotografie, aggiungendo in inglese che studiano architettura e amano Milano, sognano un giorno di venirci.

I bei volti sono coperti dall’immancabile velo nero e una fascia di perline minuscole ne ingentilisce le fronti. Acconsento volentieri, vedo solo i loro occhioni scuri, profondi e grandi.  Sorridono, scattano e quando si congedano mi baciano entrambe con naturalezza, sulla guancia. Il gruppo è ormai prossimo all‘uscita. Lo raggiungo rimettendo frettolosamente le scarpe e aggiustando il velo con il quale ho … e avrò…  sempre poca propensione per tutto il tempo.

Mi  avvio con gli altri verso il  GAV CHA,  il Pozzo delle mucche.

A piedi poi, procediamo per i vicoli chiassosi della città, che è rumorosa e molto trafficata.

Moto  e auto scorrazzano senza il minimo rispetto dei segnali stradali e delle strisce pedonali. Sui marciapiedi piccoli negozi svendono deliziosi sacchetti di safran, scatole di latta colorata con ordinate file di cocchi noci mandorle, zucchero a granelli e cumuli di the verde sfuso.

Tutto costa poco causa inflazione, la moneta ufficiale è il Rial, ma nei mercati accettano e paghiamo spesso in tomen. Il  vivace susseguirsi di botteghe crea il giusto approccio  con la realtà locale. Raggiungiamo la MADRASA KHAN scuola coranica devastata dal terremoto e interamente ricostruita. All´esterno la facciata principale è decorata con variopinte  piastrelle, varcato l’ingresso la zona più interessante è la sala dei filosofi.

Proseguiamo per il BAZAAR DI VAKIL che oltre a  moschee colorate, botteghe autentiche e case da tè  nasconde in sé il bel CARAVANSERRAGLIO DI MOSHIR dove pranziamo.

Prima degustazione della cucina persiana, a mio parere gustosa. Assaggio tutto, anche gli spiedini di pecora e lo stufato di cammello, accompagnato salse, la rossa bacca del crispino, i pistacchi e i succosi datteri , molto diversi dai nostri. Ordino il  piatto nazionale credo si chiami  “Celo Kebab” a base di riso verdure zafferano e carne.

Dopo pranzo superando nuovamente decine di bancarelle di tappeti persiani, spezie , artigianato in rame e oggetti d'antiquariato, raggiungiamo prima i bagni di VAKIL , ovvero il vecchio bagno pubblico dove viene  rappresentata la vita quotidiana tramite l’esposizione di  manichini nell hamman  poi procediamo verso la MOSCHEA DI VAKIL perdendoci nella sua bellezza data l’estensione. Ha infatti una superficie di 8.660 metri quadrati,  con solo due iwan  invece dei soliti quattro e una meravigliosa corte aperta,  infine arriviamo  al  CASTELLO DI KARIM KHAN sostando fuori dalla fortezza medievale dalle  quattro torri cilindriche collegate che proteggono l´interno dell´edificio costruito con mattoni, decorato con motivi geometrici,  iscrizioni e sulla parte superiore con un enorme mosaico che rappresenta la mitologia persiana.

Verso l’ora del tramonto ci spostiamo al GIARDINO ERAM patrimonio  Unesco detto Bāgh Eram, ossia "giardino del paradiso” poi  alla TOMBA DI HAFEZ,  dove riposa  il Poeta “che sa recitare a memoria il Corano in tutte le lingue”. Il mausoleo giace in mezzo ad un giardino pieno di vasche piante e fiori.  All’ingresso è usanza farsi posare un canarino sulla mano, che pesca col becco una poesia in farsi, da leggersi solo davanti alla  tomba del poeta.

Conservo ancora il foglietto colorato con ricamata la dolce frase d’amore, sarà il mio segnalibro nella guida.

I temi principali delle 500 ghazal ( versetti)  sono la pienezza,  la gioia di vivere, i sentimenti.

LA MIA PREFERITA è da sempre :

“ L ‘AMORE HA LA CARNE DEGLI ANGELI e PARLA NELLA LINGUA DELL’ INVISIBILE “

 

 


 

3 gg     PERSEPOLI -  NAQSH I ROSTAM -  PASARGADAE   -YAZD

RICALCANDO LE ORME DELLA STORIA

 

Oggi escursione a Persepolis, uno dei più importanti siti archeologici del mondo antico, che ci riporta dopo millenni ai resti dei palazzi dei re Achemenidi Dario, Serse e Artaserse.

È una grande emozione varcare la soglia di questo luogo circondato da montagne, costruito intorno al 520 a.C. e riportato alla luce grazie agli scavi del 1900.

PERSEPOLIS la citta dei PHARSI (dal greco) non fu costruita per essere abitata, ma per IMPRESSIONARE IL MONDO INTERO CON LA SUA MAESTOSITÀ. 

Oltrepassato il gate d’ingresso sono visibili gli scheletri arrugginiti della tendopoli voluta dalla Scià nel 1971 per gli ostentati festeggiamenti dei 2.500 anni dell’impero.

Ma ciò che rapisce il mio sguardo è da subito l’iscrizione di benvenuto redatta in 3 lingue PERSIANO, ELAMITA E BABILONESE , un vero inno alla grandezza di questa Terra .

 

Salgo piano piano , contandole tutte le 111 scalinate (che rappresentano le 111 satrapie) che permettevano ai governatori dignitari di mantenere un aspetto regale durante la visita al loro Re e mi godo questo momento tanto atteso.

Strabiliante il complesso ma ancor più strabilianti sono i minuziosi dettagli.

il PALAZZO DI PRIMAVERA voluto da Dario per celebrare il NOWRUZ del 21.3, la sala delle udienze Apadana, la sala del Trono che contava 100 colonne, la realistica rappresentazione della lotta tra LEONE E IL TORO , tutto  realistico.

Ma è solo davanti all’infinita preziosa parete bianca dei bassorilievi coi POPOLI IN CAMMINO che rimango a bocca aperta. Come in un  presepio regale mi  affianco alla processione di notabili che avanza con passo deciso , soldati portano in dono fiori di loto, gioielli arnesi, animali e brocche. Gli intarsi mettono in bella mostra le scarpe di feltro, gli elmi sui capelli, le barbe ricce, i bastoni. Una fotografia in pietra di quella millenaria sfilata.

 

A fine mattina ci spostiamo di pochi km nella necropoli di NAQSH E ROSTAM, dove  si ergono le 4 tombe dei Re, ormai vuote UNICHE perché scavate nella montagna con la caratteristica entrata a forma di croce.

Appena arriviamo Davood raccoglie da terra un sasso e ci domanda ridendo: cos’è questo ?

un sasso …. Ecco, è qui che vi mostrerò i capolavori Sasanidi.

Alcune opere ben conservate rappresentano Shapur a cavallo, i  puledri che avanzano in corsa, i mantelli che volano, i turbanti che coprono i capi dei regnanti.   Le preziose mani degli scultori di secoli fa  hanno reso il tutto davvero  immortale.

 

Infine raggiungiamo PASARGADAE dove CIRO figlio di Cambise re degli Achemenidi,  di Persia e dei “quattro angoli del Mondo” stabilì la sua capitale.

Ciro il Grande è solenne anche nel suo nome in persiano KUSUS جشنهای دوهزار و پانصد ساله شاهنشاهی.

Altro  luogo mistico e di grande suggestione.

L’austera tomba non è altro che una casetta bianca montata su enormi gradoni, la cui forma ricorda uno ziggurat mesopotamico, immersa nel nulla.  

Sulla lapide incisa un’altra iscrizione eterna che recita la grandezza di quel RE:

 

‘ OH UOMO, CHIUNQUE TU SIA E DA QUALUNQUE PARTE DEL MONDO TU VENGA – PERCHÉ SO CHE UN GIORNO VERRAI – ASCOLTA  : IO SONO CIRO, FONDATORE DELL’IMPERO DEGLI ACHEMENIDI - TI PREGO DI NON INVIDIARMI QUESTO FAZZOLETTO DI TERRA SU CUI RIPOSO”.

A metà pomeriggio, tronfi di storia e di passi,  risaliamo sul bus che ci conduce a Yazd,

soggiornando  nel colorato HOTEL ORIENT, attiguo all’elegante moschea blu.

 

                   

 

 

4 gg   YAZD  

TRA ARCHITETTURA E SABBIA  SBOCCIA IL NOSTRO FIORE NEL DESERTO

 

YAZD patrimonio Unesco è considerata il Vaticano dai seguaci di Zarathustra che fondano il proprio credo sul :  “PENSARE BENE, PARLARE BENE , AGIRE BENE” una filosofia oggi poco praticata, anzi dimenticata.

Sveglia e colazione presto.

Con un’insolita scarpinata raggiungiamo le Torri del Silenzio, luoghi di sepoltura dei Pharsi che lasciavano mangiare i loro cadaveri dagli avvoltoi pur di  mantenere incontaminati i 4 elementi naturali acqua terra aria e fuoco. Una pratica secolare, vietata per motivi igienici solo 50 anni fa.

 

In cima alla collina c’è una grande torre, la raggiungiamo salendo una  scalinata che rende più agevole il cammino. Siamo immersi nella quiete del cimitero, c’è aria fredda, frizzantina.

L’ambientazione è apparentemente tranquilla, intorno spiccano le cime bianche delle montagne e nel cielo volano parecchi falchetti neri……  ma dopo la spiegazione di Davood che parla di cadaveri avvoltoi ossa e purificazioni il posto diventa , a mio avviso,  macabro e ho solo voglia di allontanarmi.

Proseguiamo per ATASH-KADEH il TEMPIO DEL FUOCO dove arde la fiamma sacra perenne, custodita dai sacerdoti che praticano il culto adorando Ahura Mazda e leggono l’Avesta il testo sacro.  

In tarda mattinata ci spostiamo verso le dune del BAFGH DESERT.

Dopo tanta cultura è liberatorio togliersi le scarpe e correre sui granelli di sabbia bollente.

Data la location unica decidiamo di pranzare distesi sui rigidi divani della capanna, ridiamo coi locali condividendo il narghilè e balliamo musica araba con Jamal, sotto gli sguardi dei cammelli custoditi all’ombra.

 

Nel tardo pomeriggio, prima di rientrare in albergo io e IVO ci stacchiamo dal gruppone per girare  autonomamente YAZD, avvicinandoci al suo  centro storico.

Ammirarla lentamente è tutta un'altra filosofia.

La città è celebre per i suoi tappeti e le ceramiche. E’ un susseguirsi di vicoli stretti abbelliti da  grandi  portoni che hanno tutti la caratteristica di ostentare 2 enormi batacchi “diversi” a seconda di chi bussa. Se sei donna devi colpire quello largo e florido, se uomo l’altro  lungo e fallico, cosi che  le persone all’interno della casa sanno il sesso dell’ospite in entrata; una  genialata.

 

Sulle case tutte di color ocra spiccano i badgir, le torri di ventilazione che permettono di sopravvivere al caldo cocente generando aria fresca all’ interno dei locali.

In realtà stiamo vagando in un dedalo di stradine ordinate e silenziose, talmente strette da rendere problematico anche il passaggio contestuale del pedone con un auto.

E mentre una moto ci sfiora lungo la parete , i ragazzi delle botteghe ci chiamano, chiacchieriamo piano, molti parlano inglese alcuni anche l’italiano, sono ingordi di confrontarsi coi forestieri e sapere quante più info.

 

“MI VIEN DA PENSARE CHE QUESTA CITTADELLA ANTICA E IL DESERTO DI STAMATTINA ABBIANO  IN COMUNE LO STESSO COLORE DELL’ORO E LA MORBIDEZZA DELLE FORME SERPEGGIANTI ”

 

Dopo tanto camminare, ci riposiamo solo dopo aver visitato la Prigione di Alessandro riconoscibile dalla cupola d’oro e l’attigua Moschea dei 12 Iman.

Intorno fontane zampillanti, roseti, palmeti ma soprattutto musica etnica di sottofondo che proviene dai tetti. La seguiamo. Arriva dal YAZD ART HOUSE un angolino delizioso gestito da giovani artisti e pittori che espongono foto statue acquarelli e insoliti gioielli.

Saliamo sul tetto e affacciandoci alla veranda  i nostri occhi incontrano una nuova favola.

Decine di cupole verdi smaltate tondeggianti imponenti, scintillano al sole .

Da lontano spicca la raffinata sagoma della Moschea Jamè con i due mastodontici minareti blu più alti d’Iran.

Una coppia di francesi si ama davanti a noi, la ragazza è visibilmente emozionata dall’abbraccio e dal panorama. Noi ci ammiriamo nella ns ombra riflessa sulla sabbia della parete, queste immagini rendono la sensazione di dolcezza ancor più intensa.

In mezzo al cielo è già comparsa una luna chiara che ci fissa e prende il suo spazio proprio di fronte al sole.

L’ora del tramonto rende fiabesca l’atmosfera.

Ci torneremo di nuovo la  sera stessa, per camminare sotto il cielo di YAZD e sentire le stelle più vicine.

Al rientro in albergo alla reception mi regalano una rosa rossa per l’happy  womens day . Inaspettata quanto gradita sorpresa, tanto quanto la ragazza velata che mi bacia amichevolmente. Ho sempre più la conferma che il popolo iraniano è delizioso.

 

 

 

 

5 gg     MEYBOD –  NAIN –   ISFAHAN

CIÒ CHE NON HO MAI VISTO… LO TROVO LÀ DOVE NON SONO MAI STATA

 

Allontanandoci da YAZD lungo il percorso che alterna montagne a distese desertiche, la prima località che incontriamo è MEYBOD costruita interamente con l’arena.

E’ famosa per il CASTELLO NARIN  una fortezza di fango con scale elicoidali e prigioni sotterranee. Gironzoliamo per  il sito , sali scendendo tra le mura di fango (NON MIERDAS) calpestando un mosaico indicante la rosa dei venti e un gigantesco Albero della vita.

In loco molto singolari il caravanserraglio e la stravagante Ghiacciaia tondeggiante utilizzata per conservare ghiaccio . Entriamo anche nella piccionaia Kaboutar . Dall’esterno appare come una costruzione cilindrica, ma una volta all’interno nella penombra stupisce il suo misurato gioco geometrico di nicchie che rappresentano squadrati colombai.

Una breve sosta caffè e ripartiamo per NAIN al limite del deserto , un centro di produzione dei tappeti di ottima reputazione, famoso il motivo col medaglione e gli arabeschi che rimangono i miei preferiti. Visitiamo la Jame moschea costruita in mattoni molto semplice nello stile e il vecchio bazar, rimasti originali.

Il viaggio è ancora lungo e intenso, dopo pranzo proseguiamo per ISFAHAN.

Durante il tragitto conosciamo meglio gli altri viaggiatori, Davood continua inesorabile a spiegare, sgrana date  e interroga sui siti appena visti assegnando voti premi e punizioni. Solo nel tardo pomeriggio prendiamo possesso della suite al HOTEL PARTIKAN, in pieno centro.

Prima di cenare Davood ci blinda nuovamente e ci conduce ad assistere allo spettacolo del VARZESH E ZURKHANEI o sport della casa della Forza . Una sorta di esercitazione di guerra – danza ginnica  per solo uomini e bambini, ispirata alla spiritualità del sufismo.

Non avevo mai assistito ad una pratica del genere, così una volta a casa ho voluto approfondire e nel “Libro dei Re”  è indicato che gli antichi atleti di Persia erano considerati leggendari al pari dei Gladiatori, perchè si allenavano per i combattimenti ma anche per resistere spiritualmente alle forze del male. 

La loro prestanza è accostata alla Fede alla Modestia, un versetto recita :

“IMPARA LA MODESTIA SE VUOI AVERE LA CONOSCENZA.

UN ALTOPIANO NON POTRÀ MAI ESSERE IRRIGATO DAL FIUME”

 

Una volta terminata l’esibizione serale, ceniamo e ci rituffiamo nel multicolorato bazaar by night. 

Di notte Isfahan  è meravigliosa, sicura e multi etnica.


 

6 gg     ISFAHAN -  “NESF-E-JAHAN”  in  lingua safavide

“SE VUOI CONOSCERE IL MONDO, BASTA VEDERE VENEZIA E ISFAHAN”.

 

Sono le 5 a.m. e non dormo.

Scendo da sola nella piazza senza dimenticare di agghindarmi col fatidico velo bianco e gironzolo nel silenzio dell’immenso.

Godersi in santa pace le  luci dell’alba è sempre qualcosa di impagabile. 

Da ogni angolazione e ad ogni ora , in ogni passo, questa città è davvero LA METÀ DEL MONDO.

Mi viene in mente Terzani che  diceva su Bagan che è uno di quei luoghi che “TI RENDE FIERO DI APPARTENERE ALLA RAZZA UMANA...”  ecco io ho la stessa identica sensazione camminando libera in questa piazza .

Avanzo assorbendo tutta l’ostentazione gli splendori concentrati in un solo luogo.

 

Ammiro tutt’intorno la  Moschea dell’Imam, la Moschea della Regina, il Palazzo Reale e la splendida Moschea del Venerdì, summa dell’architettura islamica.

In questa punto preciso, Shah Abbas ha riunito i 3 componenti del potere di Persia nel “suo cortile privato “; il potere del clero rappresentato dal Masjed-e Shah, quello dei mercanti rappresentati dal Bazar Imperiale, e naturalmente il potere dello Scià se stesso, residente nel bellissimo Palazzo Ali Qapu.

 

Con i bagliori lucenti del mattino, risalgo in camera, in attesa della nuova giornata da vivere e dopo colazione col gruppo riscendiamo nella piazza  Meidun Naqsh-e-Jahan una delle più grandi al mondo 500x160 metri, per iniziare la visita dei principali monumenti tutti patrimoni Unesco.

 

La piazza è diversa oramai.

Decisamente chiassosa, animata da turisti, fotografi , artigiani , le bancarelle sono allestite, c’è molta vivacità. Ad un certo punto, lungo la fontana veniamo bloccati per il passaggio del Presidente Armeno in visita ufficiale . Sta proprio davanti a noi , sorride spalleggiato dalle sue guardie del corpo, inseguito da  giornalisti che sollevano enormi telecamere.

Intanto gruppi di mamme con bambinetti improvvisano pic nic sul prato fiorito .

 

Dopo tutto questo trambusto  finalmente entriamo nel PALAZZO REALE di epoca safavide ALI  QAPU , la porta di ALI da mille e una notte …. con la stanza della musica, gallerie scalinate pareti decorate, colonne specchi e il balcone dal soffitto rosa da dove si gode il panorama dall’alto.

 

Subito dopo trasliamo al CHEHEL SOTUN reggia immersa in un meraviglioso parco  caratterizzata da 20 colonne di legno che raddoppiano riflesse nella piscina, cosi da esser chiamato “Palazzo delle 40 colonne” 

Di sera, dopo una divertente cena all’ultimo piano del ristorante rotante, ci facciamo accompagnare ai famosi ponti sul fiume ZAYANDEH, oggi purtroppo in secca.

Il più coinvolgente è il SIOSEH POL lunghissimo con le sue 33 arcate che Shah Abbas fece costruire a memoria dei 33 anni di Cristo, diventato ironia della sorte, simbolo cristiano nella città islamica più bella dell’Iran intero.

Ci divertiamo a scattare foto, ad ascoltare i canti improvvisati dei ragazzi intorno ai fuochi.

Sotto un’ arcata ci facciamo coinvolgere in un ballo clandestino e liberatorio per soli uomini nella semi oscurità, seguendo le mosse e le ombre proiettate sulla parete.

 

Indelebile ricordo di questa romantica notte, bella come tutta  Isfahan, che lascio con grande rammarico.

Devo ammettere che due giorni sono troppo pochi, anzi niente, per conoscerla un poco.

 

 

 

7 gg    ISFAHAN - ABYANEH - KASHAN

COI  TUOI OCCHI   MI   PORTI I COLORI DELL’ARCOBALENO, SEMPRE 

In mattinata ci addentriamo nel cuore del quartiere JOLFA con annesso museo del genocidio, una chicca di fusione ideale tra musulmani sciiti e cristiani di culto armeno.

In sintesi secoli fa, con la guerra tra Persia e impero Ottomano migliaia di armeni scampati alle persecuzioni arrivarono a Isfahan costruendo monasteri, tombe calpestabili e ingigantendo la Cattedrale, colma di affreschi a parete e soffitto.

Shah Abbas col suo editto del 1606 proibì la loro persecuzione, assegnò terre salvandoli da morte certa,  restituì loro la possibilità di vivere .

Percorriamo le sale del museo adiacente che ospita un’ inestimabile collezione di pezzi medioevali , ammirando copie di BIBBIA in miniatura, calici e rubini, gli editti originali e un insolita incisione su un capello umano, visibile solo al  microscopio.

 

Dopo la parentesi armena, risaliamo sul pullman per percorrere la strada che taglia nettamente le cime innevate trasportandoci al  villaggio di ABYANEH.

Tocchiamo quota 2.200 mt, Il bus arranca sulle pendici, fa molto freddo  e il piumino leggero non basta più.

Il borgo di montagna che si caratterizza per il colore  rosso delle sue case dovuto al terreno ricco di ferro , è abitato da sole 300 persone che parlano un’ incomprensibile lingua antica dei Medi ormai scomparsa.

Al nostro arrivo c’è il sole, alcune donne anziane e altre più piacenti vestite con abiti di velluto e sciarpa a fiori si siedono a terra, si avvicinano smorfiose vogliono farsi fotografare o venderci dolci tovaglie e ciondoli.

Con Stefano ammiro cappelli insoliti, vistose pipe intagliate nel legno e perle di pietra dura.

I locali ci scrutano inflessibili.

Sembrano fermi nel tempo, tenaci nel mantenere viva la loro identità culturale in un museo antropologico a cielo aperto.

La nostra sosta dura poche ore fino a quando, dopo pranzo all’improvviso ci ritroviamo FROZEN .. ovvero tra lo stupore generale inizia a nevicare fortissimo.

Ahi ahi ahi Qualcuno si lamenta vergognosamente,  io invece ringrazio non so chi o cosa per questo insperato favore che il meteo e la natura ci fanno gratuitamente.

Non ci capiterà mai più di esser traviati da una Tempesta di neve nella rossa roccaforte  di montagna.

Nonostante la burrasca ci rimettiamo in strada , sui tornanti, per raggiungere KASHAN altro paese delle ceramiche e stucchi, il nome infatti deriva dalla parola Kashi - piastrella.

Abbiamo solo un pomeriggio per visitare il più possibile.

Partiamo dallo  storico GIARDINO FIN  del 1590 considerato il più antico d’ Iran, dove sono ospitati  alberi ultrasecolari ancora vivi e vegeti grazie all’acqua della vicina sorgente.

Poi ci rechiamo alle case storiche dei ricchi mercanti. Impressionante la TABATABAEI HOUSE, una villa composta da centinaia di stanze, con pregevoli vetrate colorate e specchi ovunque. A metà percorso ci sorprende un temporale e mentre cerchiamo rifugio sotto il colonnato, il cielo ci regala un doppio enorme arcobaleno.

All’ora del tramonto ci spostiamo alla moschea AGHA BOZORG, con annessa madrasa dove scattiamo foto ai due grandi iwan riflessi nelle fontane. Oltre al cortile principale al centro c’è nascosta una seconda corte, pochi lo sanno, dove troviamo altri giardini specchi e fontane .

La moschea per gli sciiti è un luogo di culto, una bolla di pace e un luogo inviolabile.

La grande differenza che colgo sempre, confrontandole con le chiese alte,  buie, dai toni sottomessi, dove si viene immediatamente zittiti, è che nella moschea oltre alla dimensione della struttura, tutto è chiaro, è amplificato e aperto.

Di giorno entra il sole e la luce riflette.

Di notte basta alzare gli occhi che sembra di toccare il riverbero delle stelle nell’oscurità.

Sarà il sole rosso scarlatto al tramonto, sarà il doppio arcobaleno, saranno le spumose nuvole argentate, fatto sta che anche qui è fiabesco ammirare la simmetria perfetta della moschea abbracciata al suo cortile sotto un cielo viola. Ottimi giochi di luce naturale.

Sto ammirando il portone pieno di borchie che decora l’ingresso, leggo sulla guida che corrispondono al n. dei versetti del Corano, le sfioro incuriosita quando alcune ragazze divertite dal mio gesto mi fanno cenno di avanzare con loro. Una mi prende per mano e di nuovo mi mischio in questo mondo religioso, le seguo varcando il portone .

All’interno la vivacità della gente si manifesta nella Fede. C’è un gran fermento.

C’è chi fa abluzioni, chi legge sottovoce premendo le dita sulle pagine del Corano, chi sta per inginocchiarsi sui tappeti e chi si prende per mano. Tra un pò inizierà la preghiera.

Prima di rientrare nel bellissimo HOTEL NEGEN ci fermiamo al gran bazar per procurarci essenze profumate , gli ottimi famosi petali e acque di rose .

Dopo  cena ci godiamo la tranquillità del patio all’aperto, riguardiamo coi compagni  le foto scattate della giornata.

Anche questa volta, un Cielo speciale saturo di stelle mi riporta  a TE. 

 

 


 

8 gg      - KASHAN -TEHERAN

TROVIAMOCI   LA,  DOVE CI SIAMO  PERSI

 

Ci avviciniamo sempre più a Teheran.

Il suo nome significa “Teh” calda e “Ran” località - nonostante sia adagiata tra una cornice di catene montuose e imponenti alture.

Siamo quasi alla fine di questo ricco viaggio on the road.

Dal finestrino del  bus  vedo tante pattuglie di polizia.

Donne velate salgono sul retro degli autobus, la parte davanti è riservata ai soli uomini. Salgono pagano l’autista, scendono dal bus imboccano la porta retrostante e si accomodano, sempre se c’è posto, nei sedili posteriori. Questo per non provocare turbamento o indurre in tentazione gli uomini anche solo col pensiero .. questa è la risposta ricevuta alla domanda che ho fatto in loco. Mai viste scene del genere.

Noto sorpresa che ci sono molti mendicanti che camminano scalzi vicino ai semafori o ai banchetti di ferramenta lungo i boulevard.

Confusi nell andirivieni delle macchine lussuose,  su corsie di autostrade ultramoderne che avanzano paradossalmente con la tradizione fatta di murales ritraenti i volti dei martiri del sanguinoso conflitto contro l’Iraq.

 

Sullo sfondo impera la TORRE MILAD la sesta torre più alta del mondo e questa nuova ambientazione metropolitana contrasta con la quiete delle piccole realtà che abbiamo apprezzato nei  giorni precedenti.

La prima fermata  prevista è il  PALAZZO GOLESTAN  Palazzo dei Fiori residenza della dinastia  Qajara , da oggi Davood (vero valore aggiunto ) non sarà più con noi , viene sostituito da Soheila.

La visita al palazzo è veloce e approssimativa, ci sono molti edifici da vedere, abbondano le sale dove sono esposti i tesori e le opere d’arte , gli specchi e troni di alabastro e la meravigliosa sala del Trono di marmo.

Pranziamo in fretta per entrare poi nel blindatissimo MUSEO DEI GIOIELLI DELLA CORONA, dove incrociamo casualmente ancora Davood in compagnia di un altro gruppo. Inverosimile.

 

Varcate le porte, oltrepassiamo i rigidi controlli e dopo una noiosa davvero lunga fila senza cellulari ne borse, quasi in silenzio forzato entriamo nel caveau  dove sono custoditi fisicamente cascate di smeraldi rubini zaffiri,  tiare, il trono del Pavone, il mappamondo altezza uomo con gemme, spade scudi calici.

 

Dopo lo stupore iniziale nell’ammirare tonnellate di tesori, in pochi minuti e per la prima unica volta in questo viaggio , avverto un fortissimo senso di disagio, mi sento seriamente infastidita dall’ opulenza concentrata in queste sale.

 

Uscendo dal museo continuiamo a girovagare per la capitale.

C’è un traffico assurdo.

Si avvicina l’ora di punta ,  vediamo solo dall’esterno il COVO dello spionaggio americano, dove  furono presi in ostaggio 52 membri dell'ambasciata, il ponte TABIAT o della Natura progettato da una studentessa, la superba TORRE AZADI della Libertà, che forma un arco bianco visibile in tutta la città, dove ci fermiamo per fortuna per una sosta fotografica.

Trascorriamo la serata perdendoci nel caotico bazaar cittadino.

 

           

 


 

9 gg      TEHERAN – QOM - ITALIA

UN GRANDE SILENZIO MI AVVOLGE E MI CHIEDO COME QUI… ABBIA POTUTO MAI USARE LA PAROLA (RUMI)

 

Oggi decidiamo di andare a QOM. La partenza è prevista all’alba e solo la metà temeraria del gruppo percorrerà i  150 km verso sud per raggiungere la città santa.

La parte iniziale del viaggio la trascorriamo sul ns bus turistico, mentre per gli ultimi 5 km dobbiamo scendere e usare obbligatoriamente un bus pubblico, vecchiotto e decisamente sgangherato, che ci porta direttamente al gate d’ingresso.

Prima di accedere al  vasto complesso il gruppo viene suddiviso.

Gli uomini entrano liberamente senza cambiarsi , ne coprirsi, ne subire ispezioni.

Per noi donne invece iniziano ripetuti controlli severissimi, su corpo borse e abbigliamento all’interno di una casupola chiusa e umida. Alcune volontarie con tesserino ci avvolgono in una lunga tunica da capo a piedi e ci calzano un enorme velo a strascico. Poi si infilano dei guanti neri e più volte , nuovamente palpeggiano insistentemente.

Una cosa è bene precisare, i NON musulmani non possono accedere a tutti  i monumenti principali, ma resta il fatto che il sopralluogo al mausoleo di queste dimensioni ha un grande impatto dal punto di vista artistico ed architettonico, oltre che spirituale. Qui infatti è ancora attiva  la scuola teologica fondata nel X secolo d.C. che richiama studenti da più di 120 Paesi del mondo .

La città santa custodisce il sepolcro di Fatima, l’enorme cupola dorata del santuario che raggiunge la luce dorata del sole amplificando le altre cupole rivestite di ori, maioliche e i suoi eleganti minareti. Un vero gioiello !

Una volta usciti io ed IVO ribadiamo con gli altri amici che le altre culture, le altre religioni, gli altri modi di vivere si possono comprendere soltanto immergendovisi.

 

Rientriamo verso la capitale. Sul nostro bus turistico sono già caricati i bagagli pronti per la prossima destinazione L’I.K.A. l’aeroporto internazionale, dove disbrighiamo le pratiche di rientro e ci imbachiamo per l’ Italia.

 


 

Nella vita come nei viaggi non esiste  “ il vissero felici e contenti “  ma credendo  fermamente nella realizzazione dei propri sogni e non nelle favole, esorto chiunque a mantenere alta la voglia di costruire ed allungare ponti e braccia verso il diverso , il nuovo, il dissimile da noi .

Anche e soprattutto attraverso l’arte del viaggiare che ci proietta costantemente in terre e contesti  “  favolosi “ proprio come l’ Iran.

 

Non fatevi condizionare dalle dicerie bigotte ,  dalla strumentalizzazioni  dei telegiornali o dalle ipocrisie dei razzisti  o dei politici,  ABITUIAMO LE NOSTRE ANIME A NUTRIRSI DI BELLEZZA, qui in Iran ce n’è moltissima a partire dalla sua gente, la fiera gentile popolazione persiana.

AUGURO A CHIUNQUE DI APPREZZARE ED AMARE QUESTA TERRA  COME ABBIAMO FATTO NOI .

 

 Il mio Grazie finale متشکرم    va al mio IVO questa volta è in poesia  :

Ho bisogno d'un amante che,

ogni qual volta si levi,

produca finimondi di fuoco , di luce,

qui ed ora e in ogni parte del mondo!

 

 

Saby

sabivo2002@libero.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Home ] AFRICA ] AMERICA ] ASIA ] EUROPA ] OCEANIA ]