Cotswolds, Stratford-Upon-Avon, Oxford, Cambridge
Inghilterra
Diario di viaggio 2013
di Domenico
Desideroso
di mantenere la mia personale “media-pioggia” stagionale, l’Inghilterra mi
è sembrata la meta che non avrebbe deluso le aspettative. E invece, dopo la
piovosa estate cornica del 2012, il meteo regala al futuro regno del Royal Baby
una settimana estiva (quasi nel senso mediterraneo del termine) che ci ha
permesso di apprezzare nel suo splendore la campagna inglese. Il sole dà sempre
un tocco in più a ogni posto che si visita per la prima volta, soprattutto
quando si passa tra interminabili distese verdi, praterie, campi coltivati e
piccoli villaggi nascosti che, senza il bel tempo, non sarebbero potuti essere
goduti appieno. E così abbbiamo avuto la possibilità di pranzare sulle rive
dell’Avon e di fare un giro in bici verso una delle più inglesi sale da tè
immerse nel verde. Tra un piccolo villaggio e un altro, tutti in pietra e del
colore del miele, tra posti accoglienti e pittoreschi e un accenno di monotonia,
le imponenti Cambridge e Oxford ci hanno offerto un cambio di ritmo, di
prospettive e di panorami di assoluto beneficio per il successo del viaggio.
Ma il vero motivo che ci ha spinti verso la campagna inglese è stato molto più
nobile: ritrovare l’appuntamento quotidiano con il cream tea.
Di
seguito, come sempre, le notizie e poi il racconto di questi sette giorni
trascorsi nel sole e nel verde della countryside inglese.
Itinerario
Sull’esperienza
dello scorso anno (giro
della Cornovaglia, leggi il diario) abbiamo pensato di rallentare il ritmo
per goderci meglio i posti. Eravamo consapevoli che avremmo trovato piccoli
centri abitati (ma non così piccoli…) e quindi abbiamo alternato
alcune soste in città più grandi. Durante il viaggio abbiamo aggiunto delle
tappe non programmate (Winchcombe, Northleach, Minster Lovell) considerati i
brevi tempi di percorrenza tra due destinazioni (anche solo 30 minuti) e gli
altrettanto brevi tempi necessari per la visita dei vari villaggi.
Tutte le informazioni sono state prese da guide turistiche, diari in rete e dai
siti turistici ragionali, oltre che dalla imbeccata di Annalisa, la curatrice
del sito di scambio casa
Homelink.
Miglia
percorse: 522 miglia (circa 840 km)
Itinerario:
Aeroporto East Midlands, Warwick (2 pernottamenti), Stratford-Upon-Avon,
Chipping Campden, Tewkesbury, Cheltenham (1 pernottamento), Winchcombe,
Bourton-on-the-Water, Slaughter, Bibury, Northleach, Oxford (2 pernottamenti),
Burford, Minster Lovell, Cambridge (2 pernottamenti), Woodstock, St. Albans, Ely.
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alla galleria fotografica
Benzina:
25£ + 35£ per aver scelto di consegnare l’auto a serbatoio vuoto (totale
circa 74€).
Aeroporto
East Midlands e noleggio auto
L’aeroporto
si trova in Castle Donington, Derby. Non è forse il migliore per accedere alle
Cotswolds, ma la tariffa Ryanair era di gran lunga la migliore, tanto da
giustificare un pernottamento in più. All’aeroporto si trovano diversi
noleggi auto. La proposta migliore la troviamo sul sito dell’aeroporto
(www.eastmidlandsairport.com) ed è con Alamo: 7 giorni, 110£ (circa 125€),
300 miglia giornaliere incluse. Ci danno una nuova FIAT 500 di un bel turchese
cielo. Ho aggiunto un’estensione di assicurazione per circa 47€ con
“Mondial Assistance” propostami dalla stessa procedura di noleggio auto on
line. All’aeroporto ho capito che la Mondial Assistance non è proposta da
Alamo che quindi non è a conoscenza della stipula nè sa in cosa consiste (in
particolare il problema è sempre la copertura sui danni a vetri e gomme).
Quindi, in caso di danni, la compagnia di noleggio chiede il pagamento al
guidatore che poi chiederà risarcimento alla Mondial Assistance.
Meteo
Quest’anno
finalmente ci è andata di lusso: 7 giorni di sole, pioggia occasionale e
lievissima tranne il venerdì sera prima del rientro in Italia quando è stata
molto intensa. Temperature alte per le medie di queste parti, tra i 18 e i 26°C
a seconda del grado di soleggiamento. Insomma: k-way quasi sempre riposti,
camicia tutto il giorno e un maglione di cotone la sera.
Costo
della vita, cambio
Il
tenore di vita inglese è mediamente alto. In particolare, Cambridge ed Oxoford
sono città care. Gli ingressi ai college sono costosi (fino a 7,50£),
soprattutto in relazione a ciò che è concesso vedere. Costosissimo l’accesso
ad alcuni siti, come il castello di Warwick e il Blenheim Palace.
Abbiamo prelevato da bancomat con cambio 0.81 (senza altri costi di
commissione); in Italia Poste Italiane cambiava a 0,85 circa (con 5€ di
commissione).
Il costo della benzina e del diesel è quasi lo stesso, intorno ai 1,38 – 1,42£
per litro (in Italia 1,7-1,8€).
I parcheggi a pagamento nei posti più turistici si aggirano intorno a 1£/ora.
Per la cena, si spende mediamente intorno ai 15£.
Alcune
opinioni (anche sulle guide turistiche)
Nell’organizzazione
del viaggio ci siamo avvalsi, oltre che dei siti di informazione turistica, di
alcune guide: Lonely Planet, National Geographic, Mondadori, Touring Club. Tra
le quattro, naturalmente le preferenze vanno verso la Lonely Planet, anche se la
guida Mondadori fornisce alcune notizie interessanti.
Per comprendere meglio il contenuto delle mie opinioni nel diario che segue,
devo fare una precisazione sul capitolo che la Lonely Planet dedica alle
Cotswolds.
La guida è oggettivamente molto dettagliata e permette una buona visita dei
vari villaggi: si consideri che stiamo parlando di una piccola regione di una
grossa nazione. Ci siamo però trovati di fronte a centri piccolissimi che, a
fronte di descrizioni quali “splendido”, “stupendo” e “grazioso”,
offrono talvolta poche unità di edifici (come Minster Lowell) per le quali non
saprei dire se una visita sia giustificata (soprattutto per chi non ha a
disposizione molto tempo). Aggiungo che molti di questi centri sono piuttosto
simili tra loro e quindi, quando se ne visitano molti di fila, alla piacevolezza
del posto comincia a subentrare una certa monotonia, aspetto questo che pesa
molto sulla valutazione della visita. Quindi, fatta eccezione per villaggi di
indubbio fascino (Bourton-on-the-Water e Bibury, ad esempio), ogni altro paese
si apprezza tanto meglio quanto meno si visitano i paesi vicini.
Alloggi
A
differenza degli altri viaggi nel Regno Unito, stavolta abbiamo fatto un uso
limitato di B&B, essenzialmente per conciliare budget e posizione. Oxford e
Cambridge sono costose e comunque, in media, il costo di una camera doppia
en-suite per notte è stato di 80£. Le strutture sono state scelte seguendo le
proposte dei siti di informazione turistica (vedi link a fine diario).
Seven
Stars, Warwick. A pochi passi dal centro, il Seven Stars è un vecchio
edificio del 1600. L’accoglienza è molto amichevole, la stanza carina e
comoda, ma ha come unico difetto il lavabo nella stanza da letto. C’è un
piccolo giardino che abbiamo sfruttato per una piacevole pausa té. E’
disponibile un parcheggio gratis, ma meglio chiederlo al momento della
prenotazione. La proprietaria, Audrey, è molto preparata sulle informazioni
storiche e turistiche. Wi-fi gratis.
The
Cheltenham Townhouse. Cheltenham. Bell’albergo moderno a 10 minuti a
piedi dal centro città, Si trova in un cul-de-sac e quindi c’è ampio
parcheggio. Stanze grandi, comode, pulite, ben arredate, TV con dvd, buona
colazione. Wi-fi gratis. Ottimo costo in proporzione alla qualità della
struttura.
Westgate
Hotel, Oxford. E’ stata la migliore scelta disponibile per prezzo e
posizione (meno di 10 minuti a piedi dal centro). L’edificio è vecchio, così
come le stanze e i bagni. Struttura che non brilla per pulizia nè per praticità
(le stanze si raggiungono con scale ripide), non c’è wi-fi, la colazione ha
poche varianti ed è un po’ sotto la media. Meglio richiedere il parcheggio.
Tudor Cottage, Cambridge. Come Oxford, scelto per il miglior prezzo e miglior posizione seppure, stavolta, siamo a circa 25 minuti a piedi dal centro. E’ un bell’edificio in stile Tudor, nuovo, con belle stanze, bel bagno, pulitissimo, c’è parcheggio e wi-fi. Ottima colazione: la proprietaria, Lucia, cucina molto bene anche le crepes. Per contro, non brilla per socievolezza…Peccato che non dispongano di biciclette perché sarebbe un mezzo praticissimo per arrivare in centro.
Sabato
17 agosto: Roma (Ciampino) – East Midlands Airport, Warwick
La
partenza nel primo pomeriggio (ore 16) non è il massimo, perché si raggiunge
la prima tappa in tarda serata. L’offerta Ryanair era però ottima rispetto ad
altri voli o ad altri aeroporti (due biglietti a 340€ con un bagaglio in
stiva). Dopo avere preso la macchina al noleggio Alamo (una scintillante FIAT
500 azzurra), si parte per Warwick dove arriviamo intorno alle 21.30
(pernottamento al Seven Stars) e non resta molto altro da fare che
dormire.
Domenica
18 agosto: Stratford-Upon-Avon, Warwick (20-26°C, sereno)
La
giornata è soleggiata, di quelle che da queste parti sono una rarità. Su
suggerimento della proprietaria del B&B decidiamo di visitare
Stratford-Upon-Avon la mattina e di rientrare a Warwick il pomeriggio.
Con la macchina raggiungiamo Stratford-Upon-Avon in circa mezz’ora (da
Warwick si può raggiungere Stratford anche in bus o treno). Lasciamo l’auto
al parcheggio vicino al centro informazioni turistiche: parcheggiare l’auto
qui costa circa 1£/ora, a meno che non troviate spazio in un parcheggio
giornaliero (offerta molto limitata, circa 4£/dì). In alternativa al
parcheggio “pay and display”, che obbliga a fissare in anticipo la durata
della sosta, nei pressi del centro Informazioni c’è il Bridgway multi storey
car park con pagamento all’uscita. Siamo comunque a due passi dal centro: Bridge
street e Waterside da dove tutti i siti di interesse possono essere
raggiunti comodamente a piedi.
Avevo letto dell’eccessivo carattere turistico e commerciale di Stratford,
tutto incentrato sul suo nativo più illustre. Effettivamente la città basa la
sua offerta turistica sulla fama di William Shakespeare, ma comunque posso dire
che è un centro molto piacevole, sia per la sua architettura sia per qualche
scorcio da tipica campagna inglese lungo le rive del fiume Avon. Proprio
su queste sponde approfittiamo per riprendere il rito gastronomico del
“pasty” che avevamo scoperto in Cornovaglia (il negozio “Pasty Presto”
è in Henley Street).
La
città oggi ospita un colorato mercatino lungo il canale e quindi è un posto
piacevole per una gita (e non eccessivamente affollato) anche se avessimo
ignorato il motivo della vera fama del luogo. A proposito quindi di Shakespeare,
noi ci limitiamo a visitare le mete cittadine solo da fuori, ad eccezione della
bella Holy Trinity Church, dove il Bardo fu battezzato ed ha sepoltura.
Per il resto, visitare la casa della moglie o della madre dello scrittore non è
che ci ispirasse particolarmente; riguardo la casa natale, poi, non si è
nemmeno certi che Shakespeare sia nato proprio lì. Valutati anche i costi (non
meno di 15£ per un biglietto che permette l’accesso a più siti legati alla
vita del Bardo) e la splendida giornata di sole, decidiamo di fare un giro per
le vie molto pittoresche del centro.
(Stratford-Upon-Avon – Tempo di visita: almeno 3 ore senza visite ai musei)
Intorno
alle 14 ritorniamo verso Warwick. L’idea era di visitare il castello,
ma la domenica c’è poca possibilità di ottenere biglietti scontati.
L’accesso al Warwick Castle è molto costoso (prezzo normale:
22,80£ per il solo castello; 30,60£ per tutte le attrazioni) e qualche
riduzione si può ottenere comprando in anticipo sul sito internet oppure, molto
meglio, comprando il biglietto ridotto al 50% presso l’agenzia di viaggi in
centro (intorno Market Square). Ma oggi, come dicevo, è domenica e l’agenzia
è chiusa. Il castello, al di là del suo pregio storico, dell’ottimo stato di
conservazione, dell’originalità di molti arredi, è oggi una grossa
attrazione turistica per famiglie quasi come i parchi a tema, grazie a varie
trovate quali statue di cera, attori, animazioni nelle segrete…Un po’ a
malincuore, considerato anche il poco tempo a disposizione, decidiamo di
desistere e fare un giro per il centro, molto piccolo e con pochi altri punti di
interesse. Varcata la West Gate si vede il Lord Leycester
Hospital, bella costruzione che ospita una casa di riposo per ex-soldati,
che però oggi è chiuso; vale una visita la St. Mary Church (offerta
libera; 5£ se volete anche salire sulla torre), mentre molto perplesso mi
lascia il Mill Garden. Il giardino (ingresso 2£) è molto bello, ma è
piccolissimo (direi che in 5 minuti si è al punto di partenza), non ci sono
didascalie che presentino le varie specie floreali nè il volantino
all’ingresso fornisce aiuto. La vista del castello è interessante, ma
l’impressione è che abbia pagato 2£ solo per questo.
E’
domenica sera: la città è quasi deserta, pochi locali sono aperti e trovare
cibo dopo le 20 è molto difficile. Approfittiamo del sole per consumare un
te’ nel piccolo giardino del B&B: in città ci sono due sale da tè
storiche (“Brethrens Kitchen” al Leycester Hospital e soprattutto “Thomas
Oken Tea Room” in Castle Street) ma sono entrambe chiuse.
(Warwick – Tempo di visita: una intera giornata se si visita il castello,
altrimenti 2 ore).
Lunedì
19 agosto: Chipping Campden, Tewkesbury, Winchcombe, Cheltenham (18-22°C,
variabile)
Partenza
direzione Cheltenham con alcune soste intermedie. Entriamo adesso nel
cuore delle Cotswolds, la tipica campagna inglese, caratterizzata da dolci
colline che ospitano piccoli villaggi in pietra del colore del miele (ma anche
grandi centri quali Bath)
e vecchie dimore con tetti in paglia. Ho già scritto di come avevamo
deciso l’itinerario, ma da oggi facciamo i conti con le dimensioni
piccolissime dei villaggi, con un affollamento di gran lunga minore di quello
ipotizzato e della ripetitività di alcune caratteristiche dei villaggi stessi.
Il confronto con la descrizione della Lonely Planet è necessario per
comprendere meglio la realtà della visita.
Si
comincia da Chipping Campden “gemma incontaminata” con “stupendi
cottage di pietra, antiche locande e dimore storiche”. Il depliant del sito
cotswolds.com riporta che la città, una delle meglio conservate e di maggiore
importanza storica, spesso è descritta come “il gioiello nella corona delle
città delle Cotswolds”. A questo villaggio va quindi l’onore e l’onere
della prima impressione sulle Cotswolds. Chipping Campden è romantico per il
color miele degli edifici, ma lungo la sua stretta strada principale (High
Street) la fila ininterrotta a irritante di auto in sosta non permette di
avere il giusto contatto con il posto. Poco dietro High Street c’è la bella
St. James Church, una delle principali chiese della regione. (Tempo
di visita di Chipping Campden: 1 ora).
Da
Chipping Campden ci muoviamo verso Tewkesbury passando per Broadway. Non
ci fermiamo, ma la vista dall’auto sembra riproporre la stessa urbanistica e
architettura di Chipping Campden, con il vantaggio che la strada principale è
più ampia (non a caso si chiama “broad” way) e quindi il passeggio tra le
case e le botteghe non è soffocato dalle auto in sosta.
A
Tewkesbury ci arriviamo anche per le indicazioni del sito delle Cotswolds.
Il paese, citato da Shakespeare e Dickens e luogo dell’ultima battaglia della
guerra delle Due Rose, sorge alla confluenza tra i fiumi Severn ed Avon ed è
descritto come uno dei migliori villaggi medievali d’Inghilterra. La foto sul
depliant delle Cotswolds (a ridosso del Tewkesbury Mill) è, secondo me,
l’unico scorcio di pregio di questo posto che davvero non offre niente in
proporzione alla sua pubblicità ad eccezione della stupenda abbazia del
XI secolo, la cui torre è definita come “probably the largest and finest
Romanesque tower in England”. L’origine dell’abbazia è del 8° secolo,
ma l’aspetto odierno è frutto della ricostruzione del 1092. Una colletta tra
gli abitanti ne evitò la distruzione dopo l’istituzione della chiesa
anglicana e la conseguente abolizione degli ordini religiosi. La nota
piacevole è il pranzo sul prato del Severn Ham, dall’altra parte del fiume,
dove pascolano liberamente pecore. (Tempo di visita di Tewkesbury: 1 ora).
Considerate
le attrattive del posto, alle 13.30 decidiamo di accelerare la partenza verso Cheltenham,
definita dall Lonely Planet come “la stella della regione” pervasa da
“un’atmosfera di grazia raffinata”. Lasciata l’auto al parcheggio
dell’hotel (pernottamento a Cheltenham Town House) il giro in centro ci
lascia completamente delusi. Avevamo scelto Cheltenham anche per alternare
piccoli villaggi a un centro più grande e più vivo, ma purtroppo qui non c’è
proprio niente da vedere. La città, per quanto elegante e raffinata, non ha un
anima, non sembra avere una storia e anche la sua strada più celebre, la Promenade,
“nota come una delle vie più belle dell’intera Inghilterra”, non mi
sembra niente di eccezionale. Il nocciolo del problema è che Cheltenham è da
fine 1700 una meta di vacanza dell’alta società inglese e quindi la relativa
speculazione edilizia ha da un lato portato la costruzione di splendidi edifici,
ma dall’altro non ha dotato la città di un anima accogliente e genuina.
Per quanto detto, dopo un breve e deludente giro in città (gli scorci più
interessanti li ho trovati su High St., Montpellier St. e Regent St.) tra
le 15.30 e le 17, decidiamo di riprendere l’auto e fuggire da qui verso
Winchcombe.
Winchcombe
è deserto, ma posso concordare con la LP che basta passeggiare per le stradine
per coglierne il fascino e il calore . Ovviamente il paese è piccolissimo e,
data l’ora, è tutto chiuso, compreso le sale da tè (eppure sono le 18).
Dato l’orario ignoriamo la visita alla St. Peter’s Church, mentre la
passeggiata lungo Silk Mill Lane non è lungo il fiume Isbourne come
avevo sperato. Il Sudeley Castle è un importante attrazione del posto,
ma decidiamo di non raggiungerlo. (Tempo di visita di Winchcombe: meno di 1
ora).
Si
ritorna per la cena a Cheltenham. Fortunatamente High Street offre alcuni
posti carini e noi scegliamo “The Strand” (High Street, 40-42) dove si cena
fino alle 21 ed ha anche un piccolo giardino.
Martedì
20 agosto: Bourton-on-the-Water, Lower Slaughter, Bibury, Northleach, Oxford
(20-22°C, sereno)
Si
parte quanto prima per cercare fortuna migliore di Cheltenham.
Bourton-on-the-Water ci fa immergere nuovamente nell’aria delle
Cotswolds. E’ probabilmente il villaggio più visitato della regione e viene
spesso definito come “Venice of the Cotswolds” perché attraversata
dal fiume Windrush sul quale si passa grazie a stretti e bassi ponti di pietra.
Un giro per il piccolo centro in una splendida giornata di sole vale di sicuro
la sosta. Ci sono poi le attrattive più turistiche come la ferrovia e il
villaggio in miniatura, ma a noi interessano poco e piuttosto ci avviamo a
piedi verso Slaughter.
Al
centro informazioni turistiche di Bourton prendiamo una mappa della città che
ci indica anche il percorso pedonale verso Lower Slaughter. In 30 minuti a piedi
(nel nostro caso, preceduti da gitanti a cavallo) si raggiunge Lower
Slaughter dove c’è poco da vedere se non (da fuori) l’imponente Manor
e pochi edifici in pietra che si affacciano sul placido fiume Eye. Eppure
questo scorcio è tra i più fotografati della regione, oltre che set per
produzioni televisive e spot pubblicitari e meta di artisti che si fermano qui a
dipingere.
Ci
sarebbe un altro chilometro e mezzo verso Upper Slaughter (una persona del posto
ci dice che il percorso è interessante e ci consiglia di esplorare il paesino),
ma considerati i tempi a disposizione non ce la sentiamo di investire altre due
ore per vedere un altro microvillaggio. Decidiamo di ritornare alla macchina
(parcheggio 3£/dì in un area poco distante dal Leisure Center) per procedere
verso la tappa successiva.
(Tempo di visita di Bourton-on-the-Water: meno di 1 ora, escludendo la
passeggiata verso Lower Slaughter).
Bibury
è stato definito da William Morris “il più bel villaggio d’Inghilterra”
(citazione riportata sia da Lonely Planet, sia dalla brochure delle Cotswolds).
Quest’altro “gioiello delle Cotswolds” ha nella sua principale attrattiva
una fila di circa 50 metri di cottage in pietra del 14° secolo che pare sia la
strada più fotografata della nazione. La vista pittoresca delle case e la
vicinanza al fiume Coln, rendono questo scorcio meritevole di visita, ma,
come sempre, in 30 minuti il giro è concluso. Anche a voler fare una
passeggiata per la parte del paese meno turistica, le vedute che si hanno non
offrono molto di nuovo. C’è poi il Trout Farm (ingresso a pagamento),
ampia area dove si pescano trote, ci sono aree gioco per bambini e per picnic.
Noi decidiamo di concederci un cream tea nei pressi dell’Arlington Mill. (Tempo
di visita di Bibury: 30 minuti. Parcheggio libero lungo il fiume).
C’è
tempo anche per una visita a Northleach, villaggio del 13° secolo con
case in pietra sullo stile dei precedenti, la cui attrattiva principale è la Church
of St. Peter and St. Paul, definita “la cattedrale delle Cotswolds”,
senza dubbio più bella da fuori che dentro, eccetto per il delicato color miele
che prende la luce. Qui incontriamo la stessa troupe televisiva che era a
Bourton-on-the-Water pochi minuti prima, impegnata nelle riprese della serie TV
“Father Brown” che ha tra gli attori Mark Williams, interprete tra l’altro
di Orazio ne “La Carica dei 101″ e di Arthur Weasley nei film di Harry
Potter. (Tempo di visita: 30 minuti)
I
tempi sono maturi per raggiungere Oxford, dove arriviamo intorno alle 18.
Il giro pre-serale in centro ci permette di fare una bella panoramica della città
e dei suoi college, visitabili, data l’ora, solo all’esterno; tanto basta
per avere idea dell’eleganza, dell’imponenza e della cultura di cui è
pervasa la città. I primi college (Balliol, Merton, University) risalgono al
XIII secolo: oggi se ne contano 39.
Purtroppo
qui molte aree verdi sono proprietà dei college e quindi l’accesso è
limitato o addirittura proibito. A parte il Christ Church Meadow, c’è
poca possibilità di godere di questi spazi.
L’albergo (West Gate) è in ottima posizione (a ridosso della stazione
ferroviaria), anche se di ottimo ha solo questo: in meno di 10 minuti siamo in
George Street. Di questi tempi i college sono in ferie estive, quindi la città
è svuotata dei suoi studenti e forse anche per questo è difficile trovare
pasti dopo le 20. Questa sera scegliamo il “The Crown” in Cornmarket Street.
Oxford
si gira molto bene in bici, anche se le piste ciclabili sono quasi tutte nel
piano stradale. C’è un noleggio bici alla stazione ferroviaria, ma non ho
potuto verificare le modalità di noleggio.
Mercoledì
21 agosto: Oxford, Burford, Minster Lovell (20-22°C, sereno)
Alle
9.30 siamo al Christ Church Meadow, giardino grande e bello delimitato
dai fiumi Cherwell e Tamigi (che qui chiamano Isis, dal nome latino) e che
costeggia l’omonimo college dandone un bello scorcio. Il Christ Church
College (ingresso 7.50£) è una delle principali attrazioni della città,
sia perché è il più grande e sontuoso (vi studiariono, tra gli altri,
Einstein, il filosofo Locke e lo scrittore Charles Dodgson, in arte Lewis
Carroll), sia perché è stato utilizzato come ambientazione e ispirazione per
alcune scene del film “Harry Potter”. In particolare la great hall,
impressionante refettorio preso a modello per quello della scuola dei maghi di
Hogwarts, e la scalinata con cui lì vi si accede (in questo caso, le scene sono
state girate proprio al college). La principale attrazione del college è quindi
nella great hall e, oltre all’architettura e alla discreta Christ Church
Cathedral, la più piccola della città, la visita non permette
molto
altro.
Sempre a proposito della great hall, da notare gli oggetti in ferro
dentro ai camini: hanno ispirato il cannocchiale di Alice nel paese delle
Meraviglie (vedi foto a lato).
Altro
college che visitiamo, in due riprese, è il Magdalen College (ingresso 5£),
immerso in un ampio parco attraversato dal Cherwell, la cui silhouette
caratterizza la parte bassa di High Street. Qui studiò anche Oscar Wilde, ma
non abbiamo trovato grosse tracce del suo passaggio. Le visite interne sono
molto limitate: si vedono un paio di bei chiostri immersi nel verde,
mentre per vedere la great hall (molto più discreta e piccola di quella
del Christ Church) dobbiamo ritornare nel pomeriggio. A quel punto approfittiamo
per un abbondante afternoon cream tea sulla terrazza della cucina del
college, affacciati sul parco (Deer Park) e sul fiume.
Nella
pausa tra le due visite al Magdalen,approfittiamo per un giro in centro, in
particolare intorno alla Redcliffe Square. La piazza è delimitata da
begli edifici, la bella chiesa di St. Mary e dalle mura della
Codrington Library. La Redcliffe Camera è l’edificio simbolo di
Oxford: è una biblioteca a pianta circolare di metà 1700 ricca di scaffali su
più livelli. Purtroppo si può visitare solo a orari prefissati e con visita
guidata.
Alle
spalle della Redcliffe Camera (Lato opposto a St. Mary) c’è l’accesso a un
cortile con una serie di edifici interessanti e famosi.
La Bodleian Library è una delle più antiche biblioteche pubbliche al
mondo ed è una delle tre “copyright library” inglesi, cioè contiene almeno
una copia di qualsiasi pubblicazione stampata in inghilterra (le altre due sono
la British Library di Londra e la Cambridge Universtity Library).
Lo Sheldonian Theater, ispirato al teatro di Marcello di Roma, ha la
facciata rettangolare e il retro semicircolare.
Dall’altra
parte delle cancellate su Cattle Street si vede il ponte dei sospiri, Bridge
of Sighs, copia del celebre omonimo veneziano. Sotto al ponte, la stradina
è molto pittoresca e conduce fino alla St. Edmund Hall (ingresso
libero), che offre poco da vedere se non il cortile (la cappela era chiusa).
Gira e rigira, non troviamo l’accesso all’Exeter College. Evitiamo poi le
visite museali perché il tempo è bello e preferiamo passeggiare; evitiamo
anche il “punting”, la tipica navigazione con pertica dei fiumi cittadini,
perché ci pare solo una gran faticata.
Nel
pomeriggio, sazi del girovagare per Oxford, riprendiamo la strada delle
Costwolds (lato Oxfordshire) per visitare Burford, “splendido villaggio
che sorge sul fianco di una ripida collina e si estende fino a un ponte
medievale sul River Windrush”. Presentato così ci è sembrata una tappa
da non perdere, ma, come già accaduto in precedenza, Burford non ci è sembrato
“splendido”, ma solo un villaggio pittoresco dalle case in mattoni non molto
diverso dai precedenti. La prima parte del villaggio la si perde facilmente,
perché entrandoci in auto dalla A40 non ci si rende conto che il villaggio è
già lì e si tende a proseguire la discesa verso il “centro”. Il ponte
medievale si intravede appena, perché gli accessi laterali sono parte di
proprietà private e sopra bisogna camminarci veloce perché è trafficato di
auto in senso alternato. Il villaggio è semi deserto, negozi chiusi, così come
chiusa è la bella chiesa di St. John a ridosso del fiume.
(Tempo di visita di Burford: poco più di 30 minuti. Parcheggio libero lungo
la strada).
C’è
tempo per l’ultima curiosità da toglierci, cioè vedere un altro “splendido
villaggio”, chiamato Minster Lovell. La “serie di cottage di
pietra” bianchi con tetto in paglia si più contare sulle dita di una mano
tanto che, una volta entrati nel villaggio, decidiamo di non parcheggiare
nemmeno. La Lonely Planet indica questo posto come “perfetto per una gita
pomeridiana”, ma non capisco come si possa spendere qui un intero pomeriggio.
Minster Lovell ha fama di essere il villaggio più infestato da fantasmi
dell’intera regione.
Approfittiamo
di essere in auto e facciamo una deviazione per cenare a “The Trout”
(Godstow Road, Wolvercote), segnalato dalla Lonely Planet. Bel posto con
terrazza sul fiume (tanto che le anatre passeggiano sul parapetto lungo i
tavoli); anche le sale interne sono belle. Si mangia bene, il livello della
cucina è alto, di conseguenza sono alti i prezzi (acqua 4£, portata media di
15£) e le portate piccole.
Giovedì
22 agosto: Woodstock, St. Albans, Cambridge (20°C, pioggia in mattinata,
poi sereno)
In
partenza alla volta di Cambridge, facciamo sosta a Woodstock, solo
omonimo del più famoso villaggio che ospitò il concerto nel 1969. La
visita poco aggiunge al fascino e alle peculiarità degli altri paesini della
zona: penso che questo genere di valutazione sia comprensibile quando si
visitano molti posti simili tra loro. Attrazione principale è il Blenheim
Palace, luogo di nascita di Sir Wiston Churchill, per il quale sono
richiesti ben 22£! (Tempo di visita: 30 minuti)
Di
maggior fascino è St.Albans, città di origine romane di cui si nota,
qui e lì, qualche traccia. Vale senza dubbio la pena visitare la cattedrale
omonima che può essere raggiunta con una rilassante passeggiata attraverso il
verde parco Verulamium. Su questo percorso potrete imbattervi nel Ye
Olde Fighting Cocks (terza foto in
basso), ritenuto il più antico pub della Gran Bretagna, in accordo al
Guiness Book of Records secondo il quale la struttura risale all’undicesimo
secolo.
Il giro in centro non offre molto: il grosso della vita è intorno High Street,
Market Place e Chequer St. (pub e ristoranti), mentre qualche negozio e un po’
di traffico si trova dove confluiscono le ultime due strade.
Il miglior posto per parcheggiare è quello indicato dalle segnaletiche stradali
nei pressi della cattedrale, altrimenti si finisce in centro città e la
circolazione è molto lenta.
Arriviamo
così a Cambridge (due pernottamenti al Tudor Cottage), la quale
dovrà dimostrare anche a noi tutto il suo valore, non solo culturale, ma anche
turistico.
A differenza di Oxford, Cambridge riesce a combinare solennità e imponenza ad
alcuni tratti più tipici dei piccoli villaggi di campagna. Ci sono i bellissimi
edifici dei college, ma c’è anche qualche costruzione più simile a un
cottage che le dà un’aria più accogliente e meno fredda rispetto alla sua
rivale. L’accesso ai parchi e al fiume che percorre la città sono più
semplici perché non tutti sono riservati ai college.
Per questo pomeriggio, ci limitiamo a un bel giro in città. Data l’ora (siamo
intorno alle 18) la città è silenziosa ed è piacevole percorrere strade
più o meno grandi (e più colorate di Oxford) senza la folla dei turisti. La
città è più raccolta della rivale culturale ed è quindi molto più veloce da
visitare. L’area intorno Bridge Street, Trinity Street e King’s Parade
è quella più interessante. Un po’ più a sud ci sono poi Silver St. e
Mill Lane che si aggirano intorno al fiume e conducono lungo il fiume stesso
in una piacevole area verde (l’inizio del percorso verso Grantchester).
Anche
qui, la bicicletta potrebbe essere un ottimo mezzo di trasporto.
A Cambridge non è facile nè molto economico trovare noleggi di biciclette:
c’è Station
Cycles (in Corn Exchange Street e alla stazione ferroviaria) che noleggi
bici a 7£/4h oppure 10£/dì a cui aggiungono 1.50£ di assicurazione (chiusura
ore 18). Per prendere la bici è necessaria una cauzione in contanti di 60£ a
bicicletta oppure si lascia un documento di identità.
Venerdì
23 agosto: Cambridge, Grantchester (20-22°C, sereno; pioggia in serata)
Il
primo appuntamento della giornata è la King’s College Chapel (ingresso
7,50£), splendido esempio di architettura tardo gotica (o “perpendicular”),
dove tra l’altro la vigilia di Natale si rappresenta “A Festival of Nine
Lessons and Carols” trasmesso in TV in tutto il mondo. L’architettura della
chiesa è difficilmente osservabile dall’esterno; l’interno comunque è
bellissimo, soprattutto per la volta a ventaglio e per le vetrate istoriate
originali. All’altare maggiore c’è L’adorazione dei Magi di
Rubens.
Il
Trinity College è il più grande college di Cambridge (ingresso 2£).
Davanti l’ingresso (in stile Tudor) è piantato un albero di melo che si dice
discenda da quello reso famoso da Isaac Newton, uno dei tanti celebri studenti
di questo College. Una volta entrati, c’è il Great Court (il giardino
con la fontana al centro), il più grande spazio al mondo del suo genere; qui
fu, tra le altre cose, girata la scena della corsa del film “Momenti di
Gloria” (Chariot of fire). Oltre a questo si può vedere solo la cappella che
non offre molto.
Alla
biblioteca (Wren Library) si accede da un altro ingresso e non mi sembra
ci sia stato chiesto di esibire il biglietto. La sala non è tra le migliori che
io abbia visto, anzi è essenziale e non offre spunti architettonici
interessanti e nemmeno molto calore. Nelle teche si possono osservare alcuni
testi originali (per es. di Newton) e alcuni manoscritti, quali Winnie the
Pooh, il cui autore e il figlio di questi (Christopher Robin!) si sono
laureati al Trinity College.
I giardini intorno alla Wren Library fanno parte dei cosiddetti backs,
appunto giardini e parchi che si estendono lungo il fiume Cam e che permettono
belle vedute degli edifici dei college. Purtroppo sui prati non si può
camminare nè, ovviamente, stendersi a riposare. In questa zona dovrebbe essere
visibile il ponte dei sospiri (bridge of sighs), che io non sono riuscito
a vedere. Lungo i backs si osserva anche il”punting”, questo singolare modo
di condurre le piatte imbarcazioni sfruttando una pertica. Il costo di un giro
non è da poco (siamo intorno ai 12-15£ a persona), a meno che non vogliate
fittare una barchetta, fare una faticaccia e sperare di non cadere in acqua.
Come
detto, la città è molto compatta. Il tempo è ottimo e, con un po’ di
fatica, convinco Adriana a prendere la bici verso Grantchester (noleggio da
Station Cycles), itinerario segnalato dalla Lonely Planet che, in circa 30
minuti, conduce in un posto idilliaco e per me davvero british. Si chiama
Orchard tea gardens (45-47 Mill Way: per raggiungerlo bisgona uscire dal
percorso attraverso il prato), posto incantevole tra alberi di melo ( anche di
peri?) già frequentato da gente come Virginia Woolf, Rupert
Brooke, E.M.
Forster, fino ad arrivare a Stephen Fry, Emma Thompson, Hugh Laurie.
Si
racconta che The Orchard divenne una sala da tè per puro caso, quando cioè,
nel 1868 un gruppo di studenti di Cambridge , chiese alla padrona della
Orchard House, Mrs Stevenson, il permesso di poter prendere il tè sotto gli
alberi in fiore. L’atmosfera idilliaca soddisfò appieno gli studenti tanto
che, in poco tempo, la voce si estese in tutti i college. Nel 1909 infatti, il
giovane studente e futuro poeta Rupert Brooke si trasferì nella Orchard House
dando vita al “Grantchester Group” formato dai filosofi Russell e
Wittgenstein, dagli scrittori Virginia Woolf e Forster, dall’artista Augustus
John. Il gruppo fu soprannominato dalla Woolf “Neo Pagans” in
contrapposizione al più famoso “Bloomsbury Group” londinese. In questa
cornice bohemien, i giovani usavano trascorrere il tempo tra lo studio, le
nuotate nel vicino fiume e le passeggiate a piedi fino ai villaggi vicini.
Sala
da tè storica, che però ha una originale novità tecnologica per
l’ordinazione dei piatti. E’ un disco colorato che vibra e si illumina
quando il piatto è pronto, così che si possa andare al banco a ritirarlo: mai
visto prima!
Trovato libero un tavolino e due sdraio, ci fermiamo un paio d’ore per un
pasto leggero (panini e insalate, buoni) e per un vero cream tea in giardino.
Anche la sala interna è carina, ma non si può arrivare qui e non sedersi nel
giardino.
L’ultima sera inglese la passiamo all’Eagle, definito il miglior pub
di Cambridge, posto accogliente, stile inglese, discreta cucina.
Sabato
24 agosto: Ely, East Midlands Airport – Roma Ciampino (20°C, pioggia)
La
pioggia rende gli addi più semplici. Prima di raggiungere l’aeroporto
facciamo una sosta ad Ely (si pronuncia “ili”), nome che gli appassionati
dei Pink Floyd assoceranno di sicuro alla copertina del disco The Division
Bell. L’attrazione del luogo è infatti la magnifica cattedrale (ingresso
7,50£, ma che sale a 14£ se si vuole visitare anche la torre ottagonale),
soprannominata “Ship of the Fens”, perché quando qui era tutta palude
sembrava flottare sulle acque.
Ci
troviamo casualmente in coincidenza di una visita guidata gratuita che ci
impegna un’ora, ma la cattedrale è veramente bella, per le dimensioni (la
navata centrale misura 156 metri), l’architettura, per le decorazioni e per lo
splendido e originale soffito costituito da 12 pannelli in legno dipinto con
scende della bibbia. La visita alla torre (sopra, dove è possibile affacciarsi
dai pannelli dipinti dell’ottagono) è possibile solo la domenica.
Anche il paesino merita un piccolo giro (vicino la cattedrale c’è la casa
natale di Oliver Cromwell, che oggi ospita anche l’ufficio turistico),
soprattutto quando le vie del centro ospitano un bel mercatino di oggetti e
gastronomia. (Tempo di visita: 1 ora).
Link
utili
http://www.visitoxfordandoxfordshire.com/
Domenico