KAMI SUKA JALAN JALAN ( mi piace camminare )
Indonesia : Bali – Giava – Sumatra – Cubadak – e alla fine Singapore
Diario di viaggio 2012
L’Indonesia è uno dei nostri paesi
preferiti, come potrebbe non esserlo ? per chi come noi va pazzo per le isole,
ce ne sono oltre 17.700 tra isole isolette e atolli sparsi in un territorio
vastissimo.
A gennaio troviamo un’offerta imperdibile con la Singapore Airlines su
Singapore, compriamo il volo senza pensarci troppo, ho in mente un tour mare e
natura che ci porterà a Flores e Sumba, con visita al komodo National Park,
inizio a cercare in rete info per queste destinazioni non proprio turistiche e
conosciute e trovo un bel po’ di materiali in agenzie indonesiane e visit Indonesia.
Sono già là con la mente e il viaggio sta prendendo forma, m’intriga un sacco …
A Marzo , due nostri amici carissimi che si sposano i primi di Settembre ci dicono che si aggregherebbero volentieri a noi per il loro viaggio di nozze … sono al loro primo viaggio in Oriente, il tour pensato mi sembra troppo azzardato per un primo impatto Asiatico, quindi sconvolgo tutti i miei piani iniziali e cerco di dare forma a un viaggio che possa essere una piacevole luna di miele, ma che non sia troppo scontato e che possa soddisfare anche me e Mauro .
Frugo nel cassetto dei desideri e ….
Wow l’alternativa mi piace !
Bali
L’arrivo a Bali dopo il lungo viaggio è per me e Mauro un pugno nello
stomaco, all’uscita dell’aeroporto ci guardiamo intorno e la prima cosa che
notiamo sono i tanti turisti che vanno e vengono … non nego che sono delusa,
le info riportate da diversi amici viaggiatori sul suo sfruttamento e
affollamento, sono esatte, purtroppo.
Cerchiamo tra i mille cartelli quello del nostro hotel, sono veramente
tantissimi, finalmente ecco il nostro, l’autista ci accoglie con il caldo
sorriso della gente dell’Asia e come per incanto la delusione scompare.
L’hotel scelto il puri bambù ‘, si trova in una stradina nell’‘interno a
300 metri dalla lunga spiaggia di jimbaran, Le camere sono grandi e pulite,
l’ambiente curato e piacevole nel tipico stile dell’isola, una vera oasi di
pace e silenzio.
Molliamo subito gli zaini e dopo poco siamo distesi al sole nella spiaggia
immensa e deserta, il solo rumore sono le onde dell’oceano, nel cielo
azzurrissimo osserviamo tanti aquiloni che volteggiano al vento.
La nostra prima cena a Bali la consumiamo osservando il sole rosso che si tuffa
in mare con i piedi affondanti nella sabbia .
Ho letto che tanta gente ha speso cifre alte
per una cena a Jimbaran, è vero i prezzi sono un po’ aumentati ma sapendo
scegliere il locale giusto e lasciando stare i menu acchiappa turisti si mangia
ancora bene a un costo più che accettabile noi abbiamo preso due enormi Red
snapper due calamari accompagnati dall’immancabile riso, zuppetta, spinaci
d’acqua e frutta per 450,000 IDR in quattro.
(L’equivalente di circa 9.00 euro a persona)
In poco tempo la spiaggia deserta si anima di turisti che vengono qua da ogni
parte dell’isola per mangiare e ammirare il tramonto, noi invece sazi e
stanchi del lungo viaggio ce ne andiamo a nanna.
Non si viene certo a Bali solo per il mare,
quindi fissiamo un auto con autista per un paio di giorni di tour per fare
vedere a Maurizio e Anna la vera bellezza di quest’isola.
Tombe reali di Gunung Kawi
E come lo ricordavamo un angolo di pace immerso nel verde e con pochi visitatori.
Mengwi
Ubud Mas e i villaggi degli artigiani , le risaie , tanah Lot , le sue spiagge
Pura uluwatu
Emozioni
Forse sarà solo fortuna, o il di saper cogliere l’attimo, ancora una volta
vivremo grandi emozioni.
Che poi sono tutto quello che ci aspettiamo da un viaggio.
Bali, ha il sapore di piccole offerte di
fronte alle abitazioni, di fiori di frangipani tra i capelli, di onde impetuose,
di templi dagli alti tetti neri, di processioni, di posti pieni di turisti e di
caos ma anche di angoli antichi persi nel tempo.
Decidiamo di andare al Puru Uluwatu di mattina e… meraviglia ci troviamo in
mezzo a una delle più belle cerimonie mai viste, i fedeli sono tantissimi,
tutti elegantemente vestiti a festa, diverse donne stanno preparando i cestini
con le offerte, altre stanno allestendo un buffet all’ombra del porticato,
dove gentilmente ci inviteranno, l’anziano che presiede la cerimonia ci invita
anche a entrare nel tempio, è pieno c’è un caldo insopportabile ci limitiamo
a osservare felici e in silenzio l’evento .
Accompagnare nell’oceano delle tartarughe
appena nate credevamo potesse essere solo un sogno , fino a pochi giorni fa’
quando ci è stato chiesto di farlo.
Tenere le piccole tra le mani e poi lasciarne andare tra le onde al loro destino
, è stato una delle cose più belle che ci siano mai successe viaggiando, un
emozione unica rara e preziosa che terremo per sempre nel cuore.
Bali Si ! sei tu la più turistica, ma sei ancora unica e meravigliosa
Voli
Sulla sicurezza ed efficienza dei voli interni indonesiani se ne parla
sempre tanto.
Vi posso assicurare che Garuda ha ottimi aerei, certo i suoi prezzi sono alti, ma in
volo la sicurezza e’
sempre la cosa più importante.
Ottima anche Lion air ho visto aerei nuovi e scintillanti e me l’hanno
consigliata in tanti.
Un po’ migliorate rispetto a qualche anno fa’ ma sempre sotto lo standard
Merpati e Batavia.
Air Asia ottima con buoni aerei e prezzi allettanti.
Singapore Airlines, un nome, una garanzia, comoda efficiente, perfetta .
Giava
Sorvolando Giava è impossibile non notare i tanti vulcani dalle bocche
spalancate e fumanti.
Ce ne sono oltre 100 molti dei quali ancora attivi, tra i tanti il temibile
Merapi , che solo uno anno fa’, ha ricoperto ancora una volta di cenere e lava
gran parte della zona a nord di Yogya.
Arriviamo a Yogya e notiamo subito la
differenza con Bali, qua l’autisti in attesa sono davvero pochi ,
vediamo subito il cartello con i nostri nomi, dopo 1 ora e mezzo di auto e
arriviamo al nostro
Rumah Dharma , solo quattro bungalow immersi nella pace della
campagna Giavanese tra campi di peperoncino, caffè, mais e tabacco, i bungalow
sono grandi , arredati benissimo con tocchi originali e pulitissimi.
ci accoglie Wendy una ragazza belga che da
dieci anni ha trasformato il suo sogno in realtà.
C’eravamo scambiate diverse mail ed era nata un’amicizia, vedersi di persona
ci emoziona un po’,
ci abbracciamo e lasciando un po’ in disparte gli altri , iniziamo a parlare e
ridere come se ci conoscessimo da sempre .
Mi fido del giudizio suo e di Jamal , guida uomo di fiducia e collaboratore di
wendy, mi dicono che ci faranno vivere una Giava diversa non scritta sulle guide
e poco conosciuta, certo aggiunge jamal questi tour richiederanno un po’ di
spirito di adattamento e mi guarda con la faccia da furbetto ….
La mia curiosità è stuzzicata, accetto subito, al cavolo quello che avevo
pensato di fare, butto tutti gli appunti nel cestino e ancora una volta mi
affido al caso e al mio intuito .
Ceniamo a un tavolo comune insieme con altri due ragazzi olandesi e a una coppia
di tedeschi, ci scambiamo opinioni e idee di viaggio, il cibo è quanto di più
buono mangiato in Indonesia fino ad adesso, ottimo fresco e abbondante .
E’ ancora buio pesto quanto il canto dei
muezzin ci sveglia, non siamo infastiditi, avremmo dovuto alzarci lo stesso.
Sono le 4.30 inforchiamo le bici muniti di pile, in realtà non si vede una
cippa lo stesso.
Cerchiamo di seguire alla meglio Jamal che fila via sveglio e arzillo come un
grillo .
Parcheggiamo le bici in un cortiletto in
cima a una salita (maledetta) e proseguiamo a piedi lungo un sentiero tra la
boscaglia ….
Arriviamo alla cima della collina fradici di sudore e sbuffando, qua nasce la
celebre risposta di Anna che ci accompagnerà per il resto del viaggio …
Alla mia affermazione ; che bel questo posto , vi piace? Anna mi guarda come se
volesse uccidermi e risponde secca e concisa; va a f******, non scorderemo mai
quell’espressione ahahahhha .
Ci guardiamo intorno ed è impossibile restare indifferenti a tanta bellezza,
dalla boscaglia si leva una nebbiolina che piano al sorgere del sole si colora
di magenta, in lontana si può notare la terrazza più alta del Borobudur e
dietro maestoso e minaccioso il Merapi.
Siamo una decina di persone che ammirano in
silenzio uno dei tanti spettacoli che solo la natura sa donare.
C’è offerto del caffè e tè fatto dagli abitanti del vicino villaggio su un
fornelletto da campeggio, è bollente e dall’aroma intenso.
Scendiamo mentre Jamal ci indica le varie piante e l’uso medicamentoso che ne
deriva ,
è sorprendete come in natura si possa trovare in sostanza una cura per tutto,
ma anche del cibo ,
delle piante per tingere tessuti, per ottenere detergenti, e un sacco di altre
cose.
Il nostro tour mattutino continua, risaliamo in bici e passiamo tra i villaggi,
ammirando il vasaio ,
Il produttore di tofu, il fabbricante di statuine simile pietra, non sono
fabbriche turistiche ma le stesse semplici abitazioni degli abitanti dei
villaggi intenti nel loro lavoro quotidiano.
Tutti sono gentili e ospitali ci salutano e
sorridono, che bel clima che si respira in questi villaggi.
Ci sentiamo bene, anche Mauri e Anna sono veramente felici di questo contatto
con la gente del posto.
Facciamo una breve sosta al mercato di Magelang è grande bello pieno di merce sorprendentemente ordinato e pulito, dove compriamo delle banane buonissime.
Sono le 9.30 quando torniamo al Dharma,
affamati ci buttiamo sulla meravigliosa colazione con frutta fresca, dolcetti al
cocco, the al gelsomino caffè di montagna, toast con uovo e per me un prelibato
e piccantissimo nasi goreng.
Passiamo qualche ora a riposarci nella pace della campagna, chiacchieriamo con
wendy del modo di vivere a Giava, come una straniera si possa trovare in una
realtà così diversa dal proprio paese.
Jamal scalpita per portarci tutti in giro con il suo gioiellino “ Mad Buffalo
“, interamente costruito da lui saldando diversi pezzi di moto e chissà cosa
altro insieme, appena vediamo il mezzo, non possiamo più resistere dobbiamo
saltarci sopra e partire.
Era dai tempi dei Saq – ka In Myanmar che non mi divertivo cosi tanto su un mezzo ….
Per la strada ci salutano tutti, i turisti
ci fanno le foto , a dirla tutta ce le fanno anche i giavanesi !!
Visitiamo il Candi Medut con i grandi Buddha del suo interno , continuiamo a
girovagare per Magelang e dintorni fino ad arrivare al maestoso tempio del
Borobudur
una montagna di pietra intagliata e scolpita
che racconta la storia del Buddha iniziando dalla vita e il destino fino al
raggiungimento del nirvana.
Le origini di questo tempio sono tutte ora un mistero, cosi com’è il perché
sia stato abbandonato , forse si pensa a causa dei frequenti terremoti ed
eruzioni .
Lo ricorderemo cosi come lo guardiamo per l’ultima volta mentre andiamo via ,
avvolto nella luce rosata del tramonto.
Dopo un’altra colazione super, salutiamo a
malincuore Wendy e partiamo per un tour che ci porterà fino alle risaie di
montagna e infine
a Yogya sud alla nostra prossima destinazione.
La strada che da Magelang porta a Batang è un susseguirsi di piccoli
agglomerati di case, di ampie e verdissime risaie, fatto di vita rurale antica
ancora poco offuscata dal progresso .
Ci vuole circa un’ora di macchina per arrivare fino ai piedi di un minuscolo
villaggio che è sospeso in un’ampia vallata verdissima, fatta da risaie a
terrazza coltivate fino ai piedi delle montagne.
Jamal ci guida attraverso un piccolo sentiero che di solito percorrono i
contadini, ne troveremo parecchi intenti al lavoro, tutti ci saluteranno e si
metteranno fieri in posa sistemandosi il cappello o le vesti al minimo accenno
di scatto di una foto.
E’ un posto bellissimo, le risaie sono le più belle mai viste.
Dopo un’ora e mezza di cammino
raggiungiamo un piccolissimo tempio, il Candi Selogriyo .
Stendiamo una stuoia sul prato e mangiamo i succosi manghi comperati al mercato
del villaggio.
Ritorniamo a Magelang , salutiamo Jamal che
però rimarrà sempre nei nostri ricordi e proseguiamo il viaggio, passiamo a
pochi kilometri al Merapi il paesaggio è grigio dalla cenere e dai detriti,
oltre ci dice il nostro autista troveremmo solo un paesaggio bruciacchiato e
desolato.
Nel tratto distrutto dalla furia del vulcano nel febbraio 2011 i ponti, le
strade, le abitazioni sono state tutte ricostruite, alla faccia del nostro
paese, dove la gente vive per decenni nelle tendopoli e dove le ricostruzioni
sembrano non avvenire mai.
Siamo davanti ai tempi di Prambanan a
differenza del Borobudur che è un tempio buddista questi sono tempi Induisti
dedicati a
Shiva Brahma e Vishnu.
arriviamo al nostro nuovo hotel il D’oman Yogya e rimaniamo incantati da tanta bellezza,
infatti, l’hotel.
è stato ricavato da una serie di vecchi Kampung Giavanesi rispettando
l’architettura originale, porte, finestre, giardini, arredi e complementi
rispecchiano un’epoca antica e meravigliosa.
le camere sono grandissime, con un bagno aperto e ogni kampung formato da tre o
quattro camere ha la propria piscina privata, salette all’aperto, divani ampi
e avvolgenti e tantissimi oggetti di arte antica.
è un posto piccolo fatto di poche camere ,
ma ampio per i grandi spazi esterni, non di lusso ostentato ma di grande
atmosfera, proprio come piace a noi e come avevo desiderato che fosse per Anna e
Maurizio che hanno una camera esageratamente bella e non credono ai propri
occhi.
Ceniamo bene in hotel e a poco prezzo e ce ne andiamo a nanna sprofondando
nell’enorme letto a chissà quante piazze.
non abbiamo fatto i conti con la preghiera del mattino e i galli canterini che
già alle 4.00 iniziano a farsi sentire, qua addirittura sembrano di avere il
muezzin in camera!
Aspettiamo pazienti la fine delle preghiere e muniti di tappo antigallo, ci
rimettiamo a dormire.
Gente, caos, bancarelle, auto, risciò,
odori, suoni, voci … tutto questo è Yogya malgrado ne abbiamo sentito parlare
piu’ male che bene , decidiamo di visitarla lo stesso.
al primo impatto non mi piace , poi percorrendo il Malioboro la trovo piacevole,
anche se sono contentissima di non avere preso un hotel in centro, ci perdiamo
varie volte in cerca del palazzo dell’acqua ci sono cartelli che indicano in
tutte le direzioni, ma immancabilmente ci troviamo l’in qualche vicolo nel
nulla.
Anna ed io chiediamo indicazioni a una
signora ben vestita che senza risponderci ci afferra per mano e ci porta a un
…. Matrimonio !
siamo messe in posa vicino agli sposi elegantissimi nel loro costume
tradizionale, veniamo paparazzati in varie pose diverse , ci offrono da bere e
mangiare, ne approfittiamo per farci una merendina … vogliono sapere da dove
veniamo e alla fine ci chiedono anche di mettere la firma nel libro degli
inviati, in Asia hanno questa mania delle foto ricordo in posa con noi
occidentali .
Riprendiamo la ricerca del palazzo dell’acqua e finalmente lo troviamo.
Ancora una sveglia all’alba e con questo
siamo in pari con preghiere e galli !
I ragazzi dell’hotel gentilissimi nonostante l’ora ci prepara lo stesso una
buona colazione, è presto il traffico caos di yogya non si è ancora scatenato
, quindi in poco tempo siamo all’aeroporto in attesa del volo per Padang via
Giacarta, l’aeroporto di Giacarta con nostra sorpresa è grande, pulito, ben
servito con tanti negozi e le con poltrone massaggianti gratis che abbiamo
gia’ provato e adorato a Singapore .
Sumatra
Siamo a Sumatra, a Padang ! arriviamo solo in sette occidentali, noi quattro e
tre ragazzi australiani che vanno a fare surf alle mentawai, ci divertiamo a
guardare gli indonesiani che ritirano i loro bagagli fatti di scatole di cartone
e spago, fuori dall’aeroporto ci osservano tutti, ci sentiamo un po’
sperduti e imbarazzati da tanto interesse, non vediamo nessuno mandato da
cubadak, decidiamo di telefonare a Nanni, il nostro telefono ha problemi di
comunicazione, uno degli osservatori si fa’ avanti e si offre di telefonare
lui … parliamo con Nanni ci dice che presto arriverà il suo uomo a prenderci,
passa solo un minuto e un ometto viene da noi dicendoci in un inglese
incomprensibile che dobbiamo andare con lui … siamo un po’ titubanti, ma lui
non molla, ci spiega di non essere l’uomo mandato da Nanni ma un suo amico,
perché l’altro è imbottigliato nel traffico …. Che facciamo ?? alla fine
ci fidiamo e andiamo.
Traffico a Padang ???? ma che caos assurdo,:shock::shock: macchine, moto , opelet dai coloro sgargianti i furgoncini taxi collettivi agghindati da pupazzi e adesivi, a confronto Yogya è viabilissima, mai visto una cosa del genere, la città al contrario appare ordinata e pulita con belle case dagli alti tetti a punte tipiche di Sumatra.
Dopo un po’ l’ometto parcheggia in uno
spiazzo e arriva il nostro autista, facciamo il cambio di auto e ripartiamo,
iniziamo a percorrere una strada di montagna bellissima con torrenti cascate e
fitta giungla.
Saliamo e scendiamo per un paio di ore e finalmente si sbuca in un villaggio di
pescatori di quelli classici con case in legno su palafitte, bimbi che
scorrazzano, e l’immancabile montagna di spazzatura che ahimè finirà presto
tutta in mare, molte barche da pesca a bilanciere decorate e colorate sono
ancora al molo in attesa della’ uscita notturna per La pesca.
Vediamo arrivare una piccola barca ha sopra il nome Cubadak , è Nanni che ci
viene a ricevere.
Carichiamo i bagagli aiutati dai bimbi del villaggio e partiamo.
Cubadak
Cubadak Paradise Village
Isola tropicale ? villaggio turistico maldiviano? All’inclusive ? ….
Nemmeno una di queste definizioni va bene per questo posto, l’isola è abbastanza grande, rocciosa, ricoperta da una fitta Giungla, se dal vostro bungalow di legno e foglia di palma vi guarderete intorno a 360° l’impressione che avrete, è quella di trovarvi in un campeggio sulle rive di un grande lago di montagna.
Prendiamo possesso del nostro lumba lumba (delfino) vado nel patio e osservo il panorama intorno soddisfatta , erano anni che desideravo venire fin qua, mi piace questo contatto con la natura, questo isolamento da tutto, si sente la magia del posto, la sua unicità.
La sera ceniamo insieme agli altri ospiti ,
olandesi, tedeschi e due coppie di ragazzi italiani alla fine del loro viaggio,
la tavola è imbandita come per un pranzo di Natale, con primi secondi di pesce
, carne,verdure, frutta e l’immancabile dolce finale, il tutto cucinato
benissimo.
Scambiamo qualche chiacchiera e stanchi della giornata ce ne andiamo a letto,
non facciamo in tempo a metterci il pigiama che un urlo dal bungalow di Anna e
Mauri richiama la nostra attenzione …
Aiutoooooooooooo c’è un serpente in bagno
! ………. si un serpente , dice Mauro scuotendo la testa , sta a vedere che
roba sarà mai , dopo solo un attimo lo vedo tornare pallido e sconvolto , vado
a chiamare qualcuno mi dice , altro che serpente Cinzia dovresti vederlo …
mi precipito subito dai ragazzi e …. Cavoli , ne abbiamo già visti in
Thailandia , per la strada , non certo dentro una camera , è inconfondibile ,
verde acceso con pallini e striature turchesi, una velenosissima vipera del bambù
, un serpente arboricolo che fortunatamente non è molto aggressivo , certo
immaginate di essere a lavarvi i denti e vederlo vicino ai vostri piedi nel
vostro bagno !
ritorniamo a letto , ma prima ispezioniamo
ogni angolo della stanza , cosa che faremo ogni sera tutti insieme , prima nel
nostro bungalow e poi in quello dei ragazzi .
Il rimbocco della zanzariera intorno al letto sarà sempre opera di grande
premura … non si sa mai.
Anna e Maurizio al loro primo viaggio in Oriente hanno avuto un ottimo spirito di adattamento e un gran coraggio , non so in quanti, anche esperti viaggiatori avrebbero scelto di continuare a stare nel isola dopo questo , certo se avessero voluto andare via avremmo cercato sul posto qualcosa anche se in quella zona di Sumatra le strutture turistiche sono quasi inesistenti .
Le emozioni a Cubadak non finiscono mai, ci
svegliamo presto il mattino … ma perché ? qua non ci sono le preghiere e
nemmeno i galli !
mi affaccio al porticato e resto ad ammirare l’alba, sono rapita dalla quiete
del posto, dai colori che cambiano rapidamente, dalle enormi farfalle, o dal
piccolo colibrì che svolazza succhiando il nettare del fiore rosso che è più
grande di lui, dalle scimmiette che a pochi metri da me, dove inizia la foresta
saltano di ramo in ramo .
Fare snorkeling nell’acqua color verde smeraldo è come entrare in un acquario, tutte le creature marine sono a portata di pinna, vedremo una bella tartaruga marina e un’enorme aquila di mare, tante meduse, gruppi di pesci colorati, anemoni, coralli ….
Con la canoa a bilanciere si arriva alle altre isolette vicine, fino a incontrare la barriera corallina affiorante, i colori del mare passano dallo smeraldo al turchese al verde chiarissimo.
Marco, uno dei proprietari di Cubadak, un
ragazzo francese grande viaggiatore, che da molti anni ha fatto dell’Asia la
sua casa e dal quale attingerò preziose informazioni, ci porta in barca in giro
per le isolette deserte dei dintorni, una delle piu’ belle e’ Pulau Palangan,
una striscia di sabbia bianca e un mare azzurro e cristallino, su quest’isola
tempo fa’ qualcuno ha costruito un paio di bungalow adesso in disuso, volendo
ci si può campeggiare ma è necessario portarsi tutto , compresa l’acqua.
Fare il bagno a Palangan è un’esperienza unica perché dopo pochi metri il
canale che separa le due isole sprofonda in una infinita fossa blu .
I pescatori arrivano tutti i giorni a
portare il pesce appena pescato, li salutiamo usando le poche parole bahasa che
sappiamo, loro ridono e correggono la nostra pronuncia, poi si mettono in posa
in attesa di una foto.
Dopo colazione andiamo a dare da mangiare a Bulan, la scimmietta che Nanni ha
trovato ferita perché caduta da un albero, l’ha cresciuta e accudita come un
cagnolino, bulan è golosa , ma anche molto dispettosa bisogna stare attenti.
Poi andiamo a vedere se dalla foresta sono arrivati i grossi varani, vengono a cercare rimanenze di cibo nel punto dove bruciano i rifiuti.
La sera ci ritroviamo tutti nel pontile,
prendiamo un aperitivo, Marco e Maurizio suonano la chitarra, fino al suono
della campanella che annuncia che la cena è pronta , stiamo proprio bene !
putroppo ancora una volta dobbiamo rifare gli zaini e partire .
Diciamo addio a cubadak consapevoli che in
un posto come questo non si ritorna mai due volte .
Rifacciamo la strada panoramica e ancora una volta ripiombiamo nell’assurdo traffico di Padang, rimaniamo imbottigliati più volte, arriveremo all’ aeroporto cinquanta minuti prima del volo !
Indonesia
Salutiamo la meravigliosa Indonesia, non è certo un addio, questo paese ha
ancora troppo da darci, se siamo ritornati perché ne eravamo rimasti colpiti la
prima volta, ce ne andiamo adesso totalmente persi, abbiamo capito che:
Qua è la natura che comanda, con prepotenza, questa è una terra difficile e
indomabile, fatta di terremoti, eruzioni, di onde impetuose, dove l’uomo è
ospite e nulla di più … ma che è di una bellezza straordinaria e anche
ritornandoci tante volte e’ cosi immensa che ne vedremo sempre solo una
piccolissima parte .
Sumatra, Sumba, Flores, Kalimatan, Papua, la mia mente lavora già a un altro
viaggio indonesiano…….:yeah:.
Kami Suka Jalan Jalan ( mi piace camminare )
Singapore
Svizzera nelle leggi e nella puntualità ed efficienza dei servizi, Americana
nel suo Skyline , cosmopolita e multietnica, Asiatica ancora nel profondo del
suo cuore.
Sono passati solo cinque anni dall’ultima volta che siamo stati qui, troviamo
una città rinnovata e ancora più luminosa ….
Il nostro hotel il Wangz avveniristico nella forma con poche camere molto belle e
di gran design, ubicato in una zona silenziosa e tranquilla a dieci minuti a
piedi alla fermata metro di Outram park .
Quanto ci piace finire i nostri viaggi in posti simili !
Passare dal tutta natura dell’Indonesia e proiettarsi in poche ore di volo in
una città così è come fare un viaggio nel viaggio ….
Siamo capitati durante la festa della luna piena di autunno e Singapore,
soprattutto chinatown è più luminosa che mai, agghindata da mille lanterne, in
tutti i posti sono venduti i mooncake, dolcetti gelatinosi tipici di questa
festa.
Non facciamo nessun programma di visita, complice due giornate di sole, anche se
caldissime , girovaghiamo usando un po’ di metro, qualche taxi e tanto le
gambe, scarpinando di quartiere in quartiere.
Andiamo a curiosare dentro il complesso del
Marina bay sand saliamo fino ai 57 piani (l’ultimo) diamo solo un’occhiata
in giro, non entriamo nella zona piscina infinty (a pagamento) che sembra cadere
nel vuoto .
Scuriosiamo un po’ tra i negozi delle grandi firme del nuovo centro
commerciale tutti troppo cari per le nostre tasche.
Il nuovo Garden by the Bay , veramente immenso che vedremo solo in parte.
Finiamo le nostre serate ad ammirare la luminosa baia.
Singapore ancora una volta ci piace, così com’è : cara, superba, moderna, luminosa, unica nel suo stile e nel suo essere una delle più esigenti ed efficienti città in quest’Asia incasinata.
Grazie ad Anna e Maurizio
per
la totale fiducia che hanno riposto in noi, per avere condiviso questa bella
avventura insieme, per essere stati grandi viaggiatori, curiosi, adattabili a
tutto, sempre pronti a un contatto con la gente rispettosi della cultura e
usanze del posto.
Cinzia