100 giorni in India

di freefred

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PUSHKAR

Verso sera, sto da un sarto a farmi rifare il colletto
della camicia.
Scambio nell'attesa quattro chiacchiere con un sosia belga
di Bettone, che gira per Pushkar in bicicletta.
Prima di andarsene mi da' un biglietto informativo sul Joshua Project.
Bambini di Pushkar, invece che sniffare solvente, mendicare
e diventare belve di strada, hanno ora un posto dove stare, cucinare,
e imparano la matematica e a leggere e a scrivere.
Il biglietto del belga dice che il Joshua Project ha una tenda all'interno
della Camel fair.
Ci vado il mattino dopo, dopo un chai e un paio di Wills.
E' una piccola tenda in mezzo alle altre, dove dei bambini
colorano disegni, c'e' un cartello con l'alfabeto hindi e uno
con quello inglese (l'alfabeto latino ha piu' o meno 26 lettere,
quello hindi 36).
E' li' che quel giorno indiano disegno cavalli, elefanti e cammelli
per i bambini di Pushkar.
Senza mettere la coscienza a posto ne' lacrimare di coccodrillo,
solo segno, puro, in una tenda piantata nella sabbia.
(con gli animali me la sono cavata abbastanza bene, ma ho dovuto declinare
quando un microbambino mi ha chiesto di disegnargli Lord Rama.
La mia iconografia di dei hindu si limita per ora a Ganesha e a Krishna
col suo flauto)
A questo proposito, ho scoperto che l'induismo (sono sempre stato ignorante)
non e' in fin dei conti una religione politeista.
Tutti gli hindu, per farla breve, credono in Brahman, il dio unico, senza
forma e senza attributi, di cui l'universo e tutti gli dei non sono
che manifestazioni.
Anche la famosa trimurti, Brahma, Shiva e Vishnu, non sono che manifestazioni
di Brahaman.
E' una religione che lascia quindi una libera scelta di adorazione del dio
che sentiamo piu' vicino perche' tanto non e' che una manifestazione
del dio unico.
Detto questo, e ribadendo il fatto che ho il massimo rispetto per tutte le
religioni, le credenze, gli usi, i costumi, i modi di tutti, e che rispetto
profondamente l'induismo se non altro perche' al contrario del cattolicesimo
non e' una religione il cui compito sia fare proseliti, mi viene spontaneo:
ma come cazzo si fa a credere ed adorare un dio elefante che cavalca un topo?
Allora e' tutto vero.
Anzi, e' vero tutto.
("niente e' vero, tutto e' permesso.", diceva Burroughs)
E' vero pure che i filippini possono togliermi il cuore senza tagliarmi,
sono vere le madonne che piangono sangue nelle case dei contadini,
e' vero che ho sei braccia e che sono stato sposato 3 volte.
Allora e' vero tutto.
E forse quindi, niente e' permesso.

UDAIPUR

Ad Udaipur hanno girato 007:missione Octopussy.
Per questo, praticamente ogni locale proietta il film in continuazione.
Stento a credere che qualche dio possa davvero averci creato a sua immagine
e somiglianza.

Ma La citta' e' meravigliosa, e sembra uscire da un quadro di Turner.
Mi fa diventare melenso e dire che e' una perla, un gioiello, un
posto d'incanto.
E al tramonto, con gli uccelli neri immobili al largo,
le ultime barche che tornano dalle due isole in mezzo al lago,
i colori che cambiano fino a far diventare tutto di un bianco
che solo qui ho visto, e' una delle poche volte che mi e' sembrato
di avere avuto la fortuna di vedere della vera luce.


Mi chiedo se il sogno delle mucche del resto del mondo sia scappare in India.
Se ne conoscano l'esistenza.
Se L'India sia per caso un segreto che le mucche piu anziane tramandano
ai cuccioli di generazione in generazione.
Quando al crepuscolo le stalle sono deserte, in quel momento preciso
in cui il silenzio e' dato dalla fine dei rumori del giorno e dal ritardo
nell'iniziare dei rumori della notte, la mucca madre comincia a raccontare:
"C'e' un lontano paese chiamato India, pieno di colori e di profumi, dove noi
mucche siamo rispettate, e invece di avere prima o poi
un appuntamento con una sparachiodi, possiamo andare dove ci pare,
ballare, persino bloccare il traffico se ci viene voglia di giocare a carte."

byez

 

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