Giappone
Diario di viaggio 2010
Dopo un viaggio interessantissimo in Cina ci
siamo detti: ed ora?…. GIAPPONE!!!!!
Abbiamo scelto questa destinazione per due
motivi, il primo perché dopo aver scoperto l’estremo Oriente ed esserne
rimasti affascinati, abbiamo deciso di visitare un altro paese in questa zona
del mondo. Il secondo è prettamente economico: abbiamo trovato un volo di
andata e ritorno con Air China, Milano - Tokio con scalo a Shangai a 550 euro a
persona ad agosto…potevamo perdere questa occasione????!!! E allora
partiamo….
Arriviamo all’aeroporto Narita di Tokio e
convalidiamo il nostro Japan Rail Pass. Si tratta di un abbonamento valido
7/14/21 giorni, che permette di utilizzare quasi tutti i mezzi di trasporto in
Giappone. E’ un abbonamento valido solo per i turisti e va acquistato in
Italia o all’estero, non in Giappone. Noi l’abbiamo acquistato presso
l’agenzia H.I.S. di Milano (14 giorni Euro 350 a persona, ora sicuramente
costerà di più…).
Prendiamo il Narita Express e raggiungiamo
il nostro hotel: Grand Arc Hanzomon (Euro 70,00 a notte) prenotato su Expedia
qualche giorno prima della partenza. Bellissima vista e posizione strategica,
dalla finestra del nostro hotel ammiriamo il meraviglioso parco dove si trova il
Palazzo Imperiale. Usciamo a fare una passeggiata e raggiungiamo in una decina
di minuti Ginza, uno dei quartieri più eleganti della città. Rimaniamo
estasiasi…Ormai è buio e Tokio si anima di insegne, luci e colori. Sembra
proprio la Tokio che abbiamo sempre visto solo in TV! Tokio è una città molto
ordinata e pulita, non si ha la sensazione che più di 12 milioni di persone vi
abitino.
Il giorno seguente prendiamo la linea della
metropolitana Yamanote, compresa nel Japan Rail Pass e visitiamo i vari
quartieri della città: Akihabara, Ueno, Shibuya, Shinjuku, Harajuku a vedere le
famose Cosplay. Alla stazione centrale di Tokio, una città nella città, o in
metropolitana, vediamo recarsi al lavoro migliaia di impiegati tutti vestiti
allo stesso modo: camicia bianca e pantaloni neri. Durante tutta la nostra
permanenza in Giappone troveremo un caldo opprimente (circa 40 gradi).
Il giorno seguente visitiamo Nikko una
carinissima cittadina a circa un paio d’ore di treno da Tokio. Qui è
possibile visitare una serie di templi. La natura fa da padrona e i templi
sembrano ancora più belli e magici così immersi nel verde e nella nebbiolina.
Tornati a Tokio visitiamo il quartiere Roppongi, quartiere alla moda pieno di
locali e discoteche. Qui si trova la famosa torre di Tokio.
Il giorno seguente andiamo ad Hakone, la
località ai piedi del Monte Fuji. Speranzosi di poterlo vedere rimaniamo un
po’ delusi quando un’onestissima impiegata di un’agenzia di viaggi locale
ci mostra la webcam e ci fa vedere che il monte è immerso tra le nuvole.
Evitiamo così di fare la crociera lungo il lago alle pendici del Fuji e nel
tornare a Tokio ci fermiamo in quella che si rivelerà una delle località più
suggestive e caratteristiche del nostro viaggio: Kamakura.
Il giorno seguente con un treno super veloce
raggiungiamo Kyoto. Viaggiare in treno in Giappone è un vero piacere. I treni
sono puntualissimi, spaccano il minuto, pulitissimi, quasi sterili, non si sente
volare una mosca. E’ impossibile sbagliare treno perché anche se non
conoscete la lingua locale, il treno che state aspettando arriverà
puntualissimo al binario indicato e da lì partirà in perfetto orario. In treno
come sulla metropolitana i giapponesi solitamente dormono o sono presi con i
loro super tecnologici telefonini. Qualche curioso si è avvicinato a noi e con
un timido inglese ci ha fatto delle domande circa la nostra provenienza e il
nostro itinerario in Giappone. Le persone che abbiamo incontrato sono state
sempre molto gentili e disponibili. Appena ci vedevano con la cartina in mano si
avvicinavano e cercavano di darci indicazioni, avendo prima consultato Google
direttamente dal loro telefonino ovviamente!
Kyoto rappresenta il Giappone
dell’immaginario comune…Sembra di aver già visto tutto in un’altra vita:
nei cartoni animati che abbiamo guardato da piccoli! Kyoto è rimasta molto
autentica, una città da girare a piedi o in bicicletta, anche perché la
metropolitana è molto cara, dove è bello perdersi tra le strette viuzze, tra
una ryokan e un tipico ristorantino, dove si entra senza scarpe e si mangia
seduti per terra e dove il cibo viene preparato al momento di fronte a te da un
vero chef giapponese con tanto di asciugamano intorno alla fronte come il padre
di Licia in Kiss Me Licia!!!! Un quartiere da non perdere è Gion il quartiere
delle Geishe o meglio Maiko. Spuntano all’improvviso e si intrufolano tra le
varie vie per raggiungere il prossimo ristorante o il prossimo appuntamento.
Incontrarle è davvero un momento magico, sembrano finte e invece esistono
ancora fortunatamente! Sono perfette, niente è lasciato al caso, ogni dettaglio
è curato nei minimi particolari, in perfetto stile giapponese. Oltre ad
ammirare le casette ancora autentiche, a Kyoto è possibile visitare i
bellissimi templi immersi nel verde. Se potete noleggiate una bicicletta, la
visita vi sembrerà ancora più interessante e spingetevi oltre, ci sono templi
sparsi in tutta la città, poco conosciuti ma altrettanto suggestivi e
caratteristici senza le orde di turisti a seguito. Non è difficile vedere
passeggiare per la città coppie di fidanzati o di amiche in Kimono.
Sopraffatti dal caldo decidiamo, il giorno
successivo, di visitare le Alpi giapponesi e ci dirigiamo a Takayama, ma anche
qui il caldo non ci ha dato tregua. Il viaggio in treno ci ha regalato dei
bellissimi paesaggi. Takayama è una piccola cittadina in montagna ma che di
montagna ha ben poco. Le due vie centrali sono carine, caratteristiche anche se
forse ormai, questa destinazione è diventata troppo turistica.
Il giorno seguente, visitiamo il castello di
Himeji. Purtroppo gran parte era in ristrutturazione e siccome era in corso un
festival l’entrata era gratuita. Il castello è molto bello, in perfetto stile
giapponese, ma la parte che ci è piaciuta di più è il giardino giapponese
adiacente al castello. Un luogo di assoluta pace e relax, dove si possono
ammirare piccole cascate, carpe giganti tutto in perfetta atmosfera Zen.
Riprendiamo il treno super veloce ed
arriviamo a Hiroshima. La città è stata completamente ricostruita, solo la
zona del Dome dove si trova il Memoriale e il Museo ricorda ciò che è
accaduto, per il resto Hiroshima è la tipica città giapponese abbastanza
anonima. Una tappa in questa città durante un viaggio in Giappone è comunque
d’obbligo. Visitare il museo è molto toccante, tra l’altro noi siamo
arrivati lì qualche giorno dopo il triste anniversario.
Fortunatamente Hiroshima non è solo famosa
per eventi funesti ma anche per la buona cucina, qui abbiamo mangiato uno dei
piatti più buoni e tipici del Giappone: Okonomiyaki…una vera delizia da
provare! E qui sfatiamo il mito che in Giappone si mangia solo e sempre Sushi.
La cucina giapponese è molto varia e ricca.
Il mattino seguente, prendiamo un treno ed
un traghetto e raggiungiamo Mihajina, uno dei siti più visitati del Paese del
Sol Levante. Mihajina è famosa per il Tori rosso in mezzo al mare. Attenzione
però è meglio visitare questa località al mattino perché c’è l’alta
marea e il Tori è ancora nell’acqua, al pomeriggio è circondato da melma.
Qui potete gustare ostriche fresche a prezzi stracciati e passeggiare tra le vie
piene di negozi che vendono souvenir.
L’indomani partiamo per Sendai la città
più a nord che visiteremo. Purtroppo non avevamo abbastanza tempo per visitare
l’isola di Hokkaido. Qui siamo gli unici turisti o almeno così sembra. E’
difficile trovare menu in inglese o scritte in inglese e qui ci destreggiamo a
gesti! E’ una città molto giovane, i ragazzi sfoggiano pettinature cotonate
all’ultima moda. I giapponesi ci hanno un po’ sorpresi per i loro gusti in
materia di abbigliamento…fanno a gara per essere i più stravaganti possibili
e ci riescono bene. Questa città è piena di sale giochi dove ragazzine
possono, al costo di qualche Yen, modificare virtualmente il loro aspetto
fisico. I ragazzi si divertono a suonare la batteria o le chitarre elettriche e
gli adulti passano ore e ore nei Pachinko.
Da Sendai facciamo un’escursione a
Matsushima, è famosa per la sua baia. Prendiamo una barca e visitiamo le
isolette di svariate forme, ricoperte da pini. In questa zona il piatto tipico
è la lingua di mucca.
Durante il viaggio di ritorno verso
l’aeroporto Narita dal finestrino del treno scorgiamo il mitico Monte Fuji,
l’ultimo bellissimo ricordo di un viaggio molto emozionante.
Lasciamo il Giappone stremati dal caldo, da
nord a sud le temperature sono sempre rimaste costanti: intorno ai 38 gradi, ma
molto soddisfatti e desiderosi di ritornarci un giorno per visitare ciò che
abbiamo lasciato indietro. Ci è sembrato un paese molto vivibile, almeno per i
turisti, ordinato, organizzato, pulito, corretto, moderno ma al tempo stesso
ancora molto legato alle sue tradizioni. Il popolo giapponese, pur essendo molto
riservato, è molto cordiale, corretto e sempre pronto a dare una mano.
Info
utili
Guide: Lonely Planet.
Alloggi:
Abbiamo
sempre alloggiato in hotel 3 o 4 stelle in posizioni strategiche, o in centro o
vicino alle fermate del metro. Abbiamo sempre trovato delle offerte su Expedia
prenotando qualche giorno prima del nostro arrivo. Prezzo medio a camera 70
euro.
Ristoranti:
Abbiamo sempre mangiato in ristorantini
tipici. La cucina è molto varia: si va dai noodles al riso, dalla carne al
pesce, dalle verdure alle uova, il tutto rigorosamente solo con le bacchette.
Prezzo medio a pasto: 20 euro in due.
Spesso a pranzo mangiavamo un gelato perché
faceva troppo caldo e non avevamo molto appetito. Le classiche catene
occidentali come Seven Eleven o Dawson sono state molto utili in quanto
continuavamo a bere..in Giappone è possibile trovare ovunque anche le
macchinette distruttrici di bevande fredde.
Costo
totale Giappone:
1.700
euro a persona, compreso di voli, vitto alloggio, escursioni e souvenir.
Lasciato il Giappone prendiamo un volo per
Bali, il paradiso dei surfisti, soprattutto australiani, dove ci facciamo
accompagnare da una guida locale alla scoperta dell’isola. Rimarremo a Bali
solo per quattro giorni in un caratteristico hotel super economico a Kuta (28
euro a notte la doppia con colazione e pick up dall’aeroporto incluso). Anche
Bali è ricca di panorami mozzafiato e natura rigogliosa, per non parlare dei
balinesi, unici al mondo per la loro cultura
e le loro tradizioni.
Dopo Bali (tenete presente che in Indonesia
è necessario il visto, si paga quando si arriva all’aeroporto di Denpasar e
si ripaga quando si parte) finalmente ci rilassiamo completamente alle isole
Perenthian, Malesia. Abbiamo alloggiato al Tuna Bay, per noi il miglior resort
sull’isola Pulau Besar, per quanto concerne la pulizia, il cibo e il prezzo
(60 euro a notte in doppia con colazione inclusa), anche se la spiaggia del PIR
(Perenthian Island Resort) rimane la più bella. Qui ogni giorno si possono fare
interessanti escursioni, snorkeling, immersioni ed è possibile nuotare con le
tartarughe. Ci si può avventurare per brevi passeggiate nella giungla per
raggiungere nuove spiagge ed avvistare scimmie e varani.
Da Shangai alla Malesia abbiamo volato con
l’ottima compagnia di bandiera malese: Malaysia Airlines (270 euro andata e
ritorno a persona), mentre per raggiungere Bali e le Perenthian abbiamo volato
con Air Asia (in totale 50 euro a persona per tutti i voli con Air Asia).
Per finire in bellezza la nostra
indimenticabile vacanza approfittiamo dello scalo di 12 ore a Shangai per
apprezzare nuovamente la nostra amata Cina. Il visto non è necessario se ci si
ferma a Shangai solo per 48 ore. Prendiamo il Maglev, il treno super veloce che
collega l’aeroporto alla città in 8 minuti
viaggiando fino a 431 km/h. Passeggiamo lungo il Bund sotto un cielo
azzurro e limpido, un altro regalo inaspettato che ci ha fatto il nostro amato
Oriente. Quando a Shangai inizia a fare buio e le mille luci si accendono
salutiamo a malincuore questa parte di mondo che tanto amiamo, pensando già
alla prossima meta.
Se
desiderate ulteriori info riguardo Giappone, Bali e Malesia contattateci, saremo
lieti di condividere con voi il nostro viaggio.
Marzia e Paolo