Normandia, Bretagna, Loira
Francia
Diario
di viaggio 2001
di Domenico
Avevo
alcuni crediti da riscuotere con la Normandia e la Loira. Quando andai per la
prima volta nel 2004 un piccolo difetto della macchina fotografica mi bruciò
tutte le foto e così tornai a casa con solo una decina di scatti. Il giro del
2004 mi aveva fatto apprezzare alcune località balneari (Trouville, Saint Malò,
Etretat) e così il viaggio di quest'anno avrebbe dovuto conciliare le visite
culturali e qualche giorno di relax in riva alla Manica o al Mare del Nord.
Se il primo credito è stato riscosso, per il secondo se ne riparlerà un'altra
volta a causa del cattivo tempo con cui abbiamo condiviso la metà del viaggio.
Per chi fosse interessato, questo è il link
del diario 2004. Nello scrivere questo resoconto, ho preferito non
leggere le mie impressioni del diario 2004.
Itinerario
La scelta dei posti è stata un compromesso tra
le richieste di Adriana, la mia voglia di rivedere alcune cose già viste
nel 2004 (ma stavolta in compagnia di Adriana) e di evitarne altre, oltre che di
concederci un paio di giorni di relax al mare.
Numero giorni: 8
Partenza da Roma (ore 6.45) e arrivo a Parigi Beauvais.
Rouen, Abbazia di Jumieges, Etretat, Fecamp, Honfleur, Caen, Bayeaux, Balleroy,
Lucerne d'Outremer, Le Mont-St-Michel, Dinan, Saint Malò, Chateau de Serrant,
Chateau di Ussè, Azay-Le-Rideau, Chateau et Jardins de Villandry, Chateau du
Chenonceau, Tours, Amboise, Chateau de Chambord, Orleans, Giverny.
Totale chilometri: circa 1750
Suggerimenti e opinioni
Sicuramente
vi consiglio di considerare spesso il pranzo a sacco: lungo le strade,
nelle città e nei parchi dei castelli ci sono giardini o aree attrezzate che
non vi faranno sentire la mancanza di un ristorante.
Verificate sempre gli orari di apertura dei ristoranti: in genere dopo le 21.30
potreste non trovare chi serve ancora la cena.
Raramente
troverete gente che parla inglese e questo vale anche per gli albergatori. Se
qualcuno vi dice che parla un po' di inglese, allora lo parlerà a sufficienza
per comunicare. La cosa è irritante anche perché la Normandia e la Loira sono
affollatissime di italiani eppure nessuno ha mai pensato di imparare qualche
rudimento della nostra lingua.
Le strade statali sono indicate con il verde e sono gratis; le autostrade sono
segnalate in blu e sono a pedaggio (sempre segnalato). Noi abbiamo viaggiato
quasi sempre sulle strade senza pedaggio non trovando mai traffico. L'unica noia
è che queste attraversano centri abitati e quindi i limiti di velocità
scendono a 50 km/h (in genere sono 90 km/h e 110 km/h sulle strade a due
carreggiate). Il limite di velocità sulle autostrade è 130 km/h.
Il costo della benzina varia considerevolmente tra i vari distributori: abbiamo
notato prezzi tra 1,45 e 1,70 (prezzo in Italia: intorno ai 1,50 - 1,55 €/l).
Il rifornimento più economico si può fare ai supermercati tipo Carrefour; la
compagnia più cara è spesso Elan.
Portate un buon CD, la radio francese è pessima.
Preparatevi a godere della luce che in questo periodo inonda gran parte del
giorno: il sole tramonta alle 21.30.
Meteo e temperature
Normandia:
temperature tra 15 e 20°C, tempo variabile, qualche volta pioggia
leggera. A Rouen si è scatenata una violenta tempesta in serata, a
Etretat il vento fortissimo a volta non faceva stare in piedi. Quando però
si ferma il vento, la temperatura sale di molto ed è come una tarda
primavera italiana.
Loira: temperature tra 18 e 25°C, anche qui piogge leggere ogni tanto.
Aeroporto Beauvais - Tillè
Alcune
informazioni le trovate al sito
dell'aeroporto. Dall'aeroporto partono bus verso Parigi.
Sono presenti compagnie di noleggio (ho visto almeno Hertz, Avis e
Europcar). In mancanza di navigatore satellitare, per prendere la
direzione Rouen bisogna attraversare il centro di Beauvais.
Parigi Beauvais - Noleggio Hertz
A
differenza di quanto fa la Europcar (almeno a Freiburg), la Hertz non
accetta carte di debito (come la Postepay) anche se le condizioni della
prenotazione prevedono che, al momento del ritiro dell'auto, sia presentata la
carta utilizzata per il pagamento on line (quindi anche la Postepay).
In mancanza di carta di credito, la Hertz farà pagare quindi una cauzione
in contanti che verrà restituita tramite cheque (mi è
arrivato in 15 giorni). A me, per 8 giorni di noleggio, chiedono circa
250€. L'auto si riconsegna con serbatoio pieno: c'è un distributore
all'ingresso dell'aeroporto.
Recensioni alloggi in Normandia e Loira
Sono stati tutti scelti tramite
internet (oltre a booking.com, si vedano i siti suggeriti, in particolare quelli
degli enti turistici regionali) oppure utilizzando le guide turistiche Michelin,
Lonely Planet, Mondadori, Traveller. Abbiamo notato che molti prezzi
proposti dai siti internet sono colazione esclusa. A proposito di
colazione, non abbiamo mai trovato un cappuccino.
Rouen: Mercure
Rouen Centre Cathedrale. In pieno centro, a due passi dalla
cattedrale. Belle stanze, ottima colazione a buffet con prodotti
biologici. Abbiamo pagato extra il parcheggio.
Etretat: Hotel
Ambassadeur. A 10 minuti a piedi dalla spiaggia, bell'edificio, stanza
piccola ma comoda (almeno per un breve soggiorno). Comodissimo per la
possibilità di parcheggiare l'auto a pochi passi dal centro, così da
evitare il traffico per la ricerca di posto. Discreta la colazione:
croissant e pane non sono a buffet. Ottimo il prezzo: 51€ la doppia. La
reception parla solo francese!
Caen: Hotel du
Havre. Occorrono circa 15 minuti a piedi per il centro città. Nel
complesso è un buon albergo, la colazione non è molto varia, c'è posto
auto (gratis) e il costo è contenuto (62€ la doppia). L'albergo mette
anche a disposizione una card per l'utilizzo del bike sharing.
Le
Mont-Saint-Michel: Hotel Le Mouton Blanc.
Su Booking.com si possono leggere le opinioni più disparate, compresa una
sul sudiciume della colazione. Non avevo molte alternative (gli altri
hotel chiedevano oltre 250€ per una notte, qui ho pagato 110€) e ho
prenotato. La stanza è in un edificio poco distante dalla reception, è
piccola (ma credo che a Saint Michel sia una cosa normale) ma carina, con
affaccio sulla via principale. La colazione (a buffet, tutto sommato
accettabile) è un po' disorganizzata e il fatto che sia servita in
terrazza (bella vista sulla baia) comporta la lotta contro gli uccellini
che saltellano tra i tavoli. Le vivande sono coperte, non mi è sembrato
ci fossero problemi di igiene.
Saint Malò:
Kyriad, Saint Malò Plage. Tutti gli hotel lungo lo Chaussée du Sillon hanno accesso
sulla spiaggia. Questo hotel è molto elegante, bella sala per la
colazione con vista spiaggia, buone stanze spaziose (110€ la doppia). Il
problema è che hanno un parcheggio limitato (e infatti per noi non c'è
spazio) e a St Malò è difficilissimo trovare parcheggio, soprattutto in
orari mattutini. L'indirizzo non si trova facilmente (strana numerazione
ha il Chaussée du Sillon). L'albergo è distante circa 15 minuti a piedi
dalle mura alle quali si può arrivare anche seguendo il passeggio lungo
la spiaggia (quindi non la strada trafficata) oppure passeggiando sulla
spiaggia. Ottima colazione.
Olivet (Orleans): Hotel Le Rivage. Ci
ero già stato nel 2004. L'albergo è carino e poi serve la colazione
lungo il fiume Loiret. Ero preparato all'assalto del proprietario che, infatti,
dopo averci chiesto i nomi ci chiede subito se ceniamo al ristorante.
Basta dirgli che si esce in pochi minuti.Stavolta il tempo è buono è così
facciamo colazione sul fiume (la colazione non è a buffet). La terrazza
è lungo un sentiero da poco riqualificato che costeggia il fiume in una
piacevole passeggiata.
Chateau
du Vau. Bella
residenza del XVI secolo, con ampio parco e piccola piscina, situata tra Tours e
Villandry. Simpatico proprietario, monsieur Brunò, che parla anche un po'
di italiano: la sua famiglia è proprietaria del palazzo da cinque generazioni.
La colazione non è molto varia ma da quello che ho visto è tipico delle
residenze storiche. Bella la stanza con vista sul parco (frequentato, tra
gli altri, da lepri e cerbiatti). C'è un amaca, qualche sdraio, le
lanternine per la notte e se volete potete consumare il vostro pasto sui
tavoli in giardino. La sera del 12 agosto c'è una spettacolare luna piena
che illumina tutto il parco. Prezzo di una doppia: 130€ a notte.
Siti suggeriti
Sito
dell'Ente Turismo Normandia
Valle
della Loira
Monumenti nazionali della Francia
Bretagna del sud
Le Mont Saint Michel
Relais du Silence
Feste
ed eventi
Giverny, Fondation Monet
Bienvenue
au Chateau
B&B
France
Cucina francese
Ovviamente
è la terra delle baguettes, delle crepes e, soprattutto la Normandia e la
Bretagna, anche delle "galette", ovvero delle crepes
preparate con farina di grano saraceno e utilizzate per abbinamenti con cibi
salati (prosciutto, formaggio, funghi, uova). Diffusi i formaggi, in particolare
è nominato spesso il roquefort, una specie di gorgonzola. Sempre in
Normandia uno dei piatti più diffusi sono le cozze (mules), servite spesso con
patate fritte (frites) e ancora più spesso in enormi recipienti neri, e le
capesante (Coquille St Jacques). A Caen il piatto tipico è la "tripes à
la mode de Caen". Diffuso un po' ovunque il pollame (volaille), in
particolare l'anatra (canard). Nei menù c'è sempre pesce: si trova
spesso il salmone, l'aguglia (aiguille), il luccio (brochet) e la razza (raie). Riguardo
alla carne (viande), servita talvolta in spiedini (brochette), si trovano
costolette di agnello, carne di manzo (boef), la tartara (carne cruda tritata
che può essere anche servita un po' cotta) e i salumi in generale (charcuterie).
Diario di viaggio: Normandia e Loira
Racconto,
diario, viaggio, Francia, Normandia, Loira, Bretagna
(Per altre informazioni, rimando al diario
2004)
GALLERIA
FOTOGRAFICA FRANCIA 2011
1°
giorno, domenica 7 agosto (tempo variabile,tempesta in serata)
La
partenza è all'alba, l'aereo parte alle 6:45 da Ciampino. L'arrivo a
Bouvais è gelido, circa 15 gradi (almeno 10 in meno a Roma). Si prende l'auto
alla Hertz (solita lotta per la solita fila disordinata di italiani) e si
perdono 30 minuti per capire come uscire da Bouvais per Rouen.
Rouen
Adriana mi convince a rivedere Rouen. A
me non era piaciuta, ma tutte le guide la segnalano come uno dei centri più
suggestivi di tutta la Francia. Arrivato in città, ho ricordato il motivo per
cui Rouen non mi aveva entusiasmato: ci sono belle strade e bellissime case a
graticcio vicino a edifici grigi ed eterni cantieri. Comunque, la mia
impressione su Rouen è migliorata e di sicuro la città vale una visita,
nonostante oggi sia domenica e quasi tutti i negozi sono chiusi. Tra i punti più
caratteristici posso segnalare Rue Eau de Robec (attraversata da un piccolo corso d'acqua e
dove tanti ragazzi giocano a bocce - vedi foto), Rue Damiette, Place
Barthelemy e Rue
Saint Romain animati da tanti ristoranti. Da vedere anche il Aitre Saint Maclou,
un tranquillo cortile-ossario medioevale con tanto di carcassa di gatto di
benvenuto.
Ovviamente dedicate un po' di tempo a Place du Vieux Marché (luogo del rogo di Giovanna d'Arco), alla cattedrale
Notre Dame
e anche alla Abbatiale Saint-Ouen.
Quest'ultima è spoglia, ma le pareti interne bianche e le vetrate
coloraterendono la luce di una atmosfera eterea imperdibile. Di fianco, un
piccolo giardino dove potersi fermare.
Se usate la Lonely Planet, questa vi suggerirà un itinerario pedonale che parte
da la Tour Jeanne d'Arc: onestamente la prima parte di questo percorso è priva
di punti interessanti e secondo me si può tranquillamente cominciare il giro da
Rue de la
Republique
e l'Hotel de Ville procedendo verso Rue Damiette.
Approfittando di una pausa del maltempo (anzi, esce sole molto caldo), mangiamo
un kebab nei giardino dell'Hotel de Ville (alle spalle della Abbatiale
Saint-Ouen). Alle ore 15 non troviamo nessuno che cucina e vicino alla chiesa di
Saint-Ouen c'è un negozio che fa kebab (discreti, e il gestore è molto
simpatico) con patate fritte (dando via alla serie lunghissima di patatine
fritte servite come contorno): il sole e il giardino ci fanno apprezzare la
scelta.
La sera ceniamo a La
Walsheim, tra place Barthelemy e Rue Martainville. Ottima cucina. Intorno
alle 20 si scatena una violenta tempesta: fortuna che abbiamo scelto di mangiare
all'interno.
2°giorno,
lunedì 8 agosto(inizialmente
pioggia, poi tempo sereno; vento fortissimo. T=18-19°C)
Partiamo
di buon mattino per raggiungere Etretat percorrendo un tratto di strada lungo la
Senna (strada D982; piccola sosta a Duclair dove c'è il traghetto che imbarca
le auto dirette sulla sponda opposta) e facendo alcune tappe intermedie.
Abbaye Saint Georges
Sita
nel villaggio di Saint-Martin-de-Boscherville e indicata come capolavoro
dell'architettura normanna (fu fondata nel 1113). L'ingresso è libero, ma
dentro non c'è niente da vedere. La visita con audioguida (5,50€) include
l'ingresso al bel giardino. Avendo poco tempo, decidiamo di proseguire.
Abbaye de Jumièges
Costruita
nel X secolo, l'abbazia di Jumièges, di cui ora restano suggestivi ruderi, è
una imperdibile tappa lungo la sponda destra della Senna (soprattutto se il
tempo è favorevole). La chiesa venne consacrata nel 1067 in presenza di
Guglielmo il Conquistatore. Per Jumièges passa la leggenda degli
“snervati”, i figli del re Clodoveo, guerriero in Terra Santa, a cui furono
tagliati i tendini della ginocchia come castigo per la loro ribellione. I figli
di Clodoveo furono poi messi su una barca e affidati al Signore; la barca
attraccò proprio a Jumièges dove “gli snervati” condurranno una vita di
penitenza.
Nel 1793 l'abbazia fu utilizzata come cava e in parte distrutta; nel 1852 il
proprietario Lepel-Cointet la salvò dalla distruzione.
L'ingresso (3,50 €) include un piccolo volantino e la visita richiedere un'ora
circa.
Etretat
Etretat è un piccolissimo villaggio
reso celebre dalle sue falesie, formazioni rocciose a picco sul mare immortalate
da scrittori (come Guy de Maupassant) e pittori (su tutti, Claude Monet). La
visita di Etretat richiederebbe pochi minuti (e onestamente non c'è quasi nulla
da vedere) se non fosse appunto per la sua costa. Saltata la sosta balneare a
causa del fortissimo vento, camminiamo fin oltre la celebre Falaise d'Aval (foto
in alto), quella che Maupassant paragonò a un elefante che immerge la
proboscide in acqua (meglio apprezzabile dalla direzione opposta a quella della
foto), e alla vicina “Aguille”, l'ago-obelisco che si eleva per 70 m sul
livello del mare. A livello del mare, la grotta è accessibile a piedi, ma
bisogna accertarsi dei livelli di marea per evitare bruttissime sorprese.
Dall'alto della collina si vede anche l'arco di roccia detto La Manneporte (foto) . Non perdetevi i colori
del tramonto e della sera: la costa è illuminata e ugualmente
affascinante. Nel pomeriggio saliamo (in auto) sulla Falaise d'Amont, dalla quale si ha un ottimo panorama. Sulla
collina c'è un parcheggio a pagamento (5€ per 2h) che chiude alle 19 (ho
visto gente che non riusciva ad uscire dopo la chiusura...) e qualche posto
libero. La piccola chiesa era chiusa, non so se è visitabile.
Per il pranzo, compriamo delle gallette
in uno dei tanti negozi-ristoranti (la piazza del mercato ne è piena); a cena
mangiamo da “La Belle Epoque –Pastati & Patate” che non ci soddisfa
molto anche se servono un buon cidro. A proposito del vecchio mercato: sarà
anche bello, ma è piccolissimo e ha poche botteghe (a meno che molte non
fossero chiuse).
Fecàmp
Vediamo
solo il Palais Bénédictine
(da fuori), celebre per essere il luogo di produzione del
famoso omonimo digestivo (a me sconosciuto), ma che a me è piaciuto per
l'architettura. Il rapido giro a Fecàmp non mostra nient'altro di
particolarmente interessante, inclusa la parte pedonale tra la chiesa di Saint-Etienne
e Place Charles de Gaulle,
probabilmente perché e agosto ed è tutto deserto.
3°giorno,
martedì 9 agosto (tempo sereno; T=18-20°C)
Raggiungiamo
prima Honfleur attraversando il ponte di Normandia (pedaggio 5,10€ per la
nostra Opel Corsa) dopo aver girato 30' in Le Havre per trovare la strada. Poi
Caen.
Honfleur
E' un
piccolo paese a ridosso del suo porticciolo, “il più dolce dei sogni”
di Baudelaire. Aiutati da un cielo finalmente sereno e senza il fastidioso vento
del giorno precedente, spendiamo volentieri un paio
d'ore tra le vie attorno al Vieux
Basin
e a Place
Sainte-Catherine dove c'è una chiesa in legno a cui vale la pena dare uno sguardo.
Non perdete i viottoli e le case a graticcio intorno a Place Arthur-Boudin,
cuore dell'antico centro un tempo fortificato. Tentiamo poi di salire a piedi
verso la Chapelle Notre Dame de Grace,
500 metri in pendenza niente male. Abbandoniamo dopo poco, purtroppo sono in
programma altre tappe.
Caen
Arrivando
intorno alle 14 non abbiamo tempo per visitare il famoso “Memorial”, il
museo dedicato alla Seconda Guerra Mondiale, che avrebbe portato via almeno un
paio d'ore: come sempre, quando il tempo è poco, diamo la precedenza alla
conoscenza della città. Caen appare un po' diversa dalla città precedenti (in
fondo fu quasi del tutto distrutta durante i bombardamenti del giugno 1944): il
viale St-Pierre
è spazioso e più prossimo a un boulevard metropolitano che a una pittoresca
strada normanna. Le due chiese principali, ai lati opposti del centro storico, sono
consacrate a due personaggi che qui hanno fatto storia: Guglielmo il
conquistatore e Matilde di Fiandra. Matilda è sepolta nella Abbaye-aux-Dames (Eglise de
la Trinitè) il cui interno è pressoché
vuoto. Senza dubbio molto più interessante è la visita della Abbaye-aux-Hommes
(Eglise Saint-Etienne), quella la cui foto è il simbolo di Caen e in cui c'è
la tomba di Guglielmo il Conquistatore (o quel poco ne resta: pare una
tibia...). La visita è possibile solo con guida, per cui meglio accertarsi
degli orari. La nostra visita è alle 16 e in inglese (3€) e ci porta in giro
per i vari ambienti prima di lasciarci liberi alle decine di foto dalla Esplanade Louvel. Abbiamo tempo per visitare l'interno delle
mura del castello (che chiude in tarda serata poiché ospita un ristorante) e di
girare per la città: segnalo Rue Froide (ma non ho trovato gli ingressi ai cortili segnalati dalla
Lonely Planet – al n°9, 32 e 44), Rue des Chanoises e soprattutto la zona del vecchio quartiere
tra Rue
Leroy, Degrès du Sepulcre e Rue
du Vaugueux, piccolissimo tratto molto caratteristico e pieno di
ristoranti.
Tutto sommato Caen vale una sosta, considerando anche che, essendo città
universitaria, d'agosto è molto meno animata che durante l'anno.
Per la cena mangiamo a “Le Bistrot” in Rue du Vaugueux, l'unico che
propone un menù senza crepes, con poche cozze e poca “tripes à la mode”.
Si mangia bene, anche se il cidro non è granché. Per la spesa, c'è un
supermarket Spar in rue St-Pier.
A Caen c'è un servizio di bike-sharing.
4°giorno,
mercoledì 10 agosto (tempo sereno)
Giornata
dedicata a piccole tappe lungo la via per Le Mont Saint-Michel.
Bayeaux
Decisione
rapida per non vedere
il famoso arazzo. Tempi stretti e, soprattutto, c'è uno splendido sole che non
invoglia a chiudersi in musei. Per chi va a Bayeaux solo per vedere l'arazzo
della Regina Matilde, posso senza dubbio consigliare una sosta al bel centro
storico (un paio di ore, soprattutto se c'è il mercato e un po' di sole), uno
dei pochi a non aver subito danni durante la Grande Guerra. Oggi (non so se
tutti i giorni) c'è anche il mercato e l'atmosfera è piacevole. Occhio al
mulino dietro l'ufficio informazioni turistiche.
Chateau de Balleroy
L'idea
era di vedere solo i giardini e l'elegante palazzo da fuori, ma l'ingresso è
subito sbarrato dalla biglietteria. Facciamo qualche foto da lontano e
riprendiamo il cammino.
La Lucerne D'Outremer
– Abbaye Sainte-Trinité de la Lucerne (foto)
Non c'è
sulla Lonely Planet, c'è invece sulla guida Michelin della Normandia ed è
segnalata dal sito ufficiale della Normandia. L'abbazia è del XII secolo, gli
edifici sono in parte di architettura romanica e in parte gotica; essa sorge in
una tranquilla area verde a ridosso di un bosco attraversato da un piccolo
fiume. Verificate gli orari di apertura (ingresso 5€). Secondo me la
deviazione non vale la visita.
Strada panoramica da Granville verso Le
Mont-Saint-Michel.
È la
cosiddetta Route de
le Baie, ma le vedute della baia sono rare (ad es. a Granville o Carolles).
La strada permette l'accesso a varie spiagge: approfittando del bel sole sfoggiamo
il nostro costume a St. Jean de Thomas
dove è possibile fare un po' di foto
con Saint Michel sullo sfondo. Tra i vari accessi alle baie potreste essere
fortunati a trovare quello da cartolina (foto a lato): infatti, sotto
l'indicazione verde dei 9km da Le Mont Saint Michel c'è una piccola stradina
anonima che conduce a un'area da dove si vede il monte con davanti il prato e le
pecore a pascolare. Poi l'arrivo a destinazione, con la lunga fila d'auto
inclusa.
Le
Mont Saint Michel
Ogni descrizione è superflua per questo diamante rovesciato, uno
spettacolo che compare come una visione mentre si percorre la costa. La visita
della città, che è poi costituita da una via principale e dall'abbazia,
richiede in sé poco tempo, ma a seconda delle ore del giorno ha le sue diverse
sfaccettature. Senza parlare naturalmente del ritmo delle maree il cui
calendario è consultabile al sito
ufficiale. Come nel 2004, anche questa volta non vedrò nessuna marea
improvvisa (le variazioni più forti - fino a 15 metri - si hanno 36-48 ore
dopo la fase di luna piena e nuova) ma
pernottare sull'isola dà il suo tocco
in più alla visita.
Arriviamo all'imbocco della strada di accesso intorno alle 17.30 e c'è una
lunga fila di auto. Pernottare dentro le mura permette di accedere al parcheggio
più vicino alla Port
de L'Avancée, unico accesso alla città (parcheggio 6€ per un giorno; in
realtà nessuno ha mai chiesto una ricevuta che provasse il nostro reale
pernottamento dentro le mura). Un po' di fatica per farci strada con i bagagli
tra la folla e poi si fa un breve giro del paese lungo la Gran Rue, ancora affollata, piena di negozi e ristoranti (segnalo che alle
19.30 circa i negozi cominciano a chiudere; i ristoranti non accettano clienti
dopo le 21). La novità è che l'abbazia, la cosiddetta “Marveille” si
visita anche di notte e quindi approfittiamo per girare in centro, cenare,
vedere il suggestivo tramonto (oggi alle 21.30 in punto) e poi visitarla.
La visita notturna (a tratti deludente)
impedisce
le foto migliori, ma in compenso giriamo in compagnia di illuminazioni, candele,
piccoli allestimenti scenici (dei quali non si capisce il senso, anche perché
non ci sono spiegazioni di nessun tipo, né delle scenografie né delle sale
dell'abbazia) e qualche musica dal vivo (esecuzioni soliste di flauto e
violoncello). Dopo di ché si gode un po' più di pace, così come al mattino
presto.
La sera ceniamo a “La Vieille Auberge”, buona cucina (servono anche il pane)
e terrazza sulla baia. Tra le specialità di St-Michel c'è la tipica omelette.
Abbiamo chiesto a chi l'ha mangiata: pare che sia semplicemente una enorme e
soffice frittata, servita con patate fritte. Da bere, per me l'ottima acqua del
posto.
5°giorno,
giovedì 11 agosto (inizialmente sereno, poi pioggia)
Per
essere precisi, questa zona è parte della Bretagna. Arrivare a Saint-Malò dopo
le 10.30 vuol dire correre il serio rischio di non trovare parcheggio. E' quello
che ci capita, così che preferiamo ritornare sulla strada per Dinan e poi
concludere il giorno a Saint Malò.
Dinan
Un
incantevole e piccolo centro storico arroccato sopra il fiume Rance e il suo
vecchio porto. Se potete, concedetevi almeno un paio d'ore a Dinan. La parte
alta della città è piccola e facilmente visitabile. Il belvedere dal Jardin Anglais
potrebbe darvi l'idea della bellezza del posto, se non fosse per l'orribile
viadotto che ne deturpa la scena. Allora molto meglio scendere al porto per le
caratteristiche Rue de Jerzual
e Rue du Petit Fort
che però sono ripidissime e che quindi richiedono un bello sforzo sulla strada
del ritorno. Ammetto che, sia per il poco tempo, sia per la fatica, abbiamo
preferito scendere al porto in auto, perdendo quindi il passeggio tra queste
strade.
Ci fermiamo a pranzo a la Creperie Le Beffroi (Rue de L'Horologe, 3) che ha
tavoli all'aperto e fa la migliore crepe dolce che abbiamo mangiato.
La macchina può essere parcheggiata fuori le mura: con un po' do fortuna
troviamo un parcheggio a pagamento (ma dalle tariffe ridottissime) in un piccolo
vicolo lungo le mura e lungo Rue Thiers. Lo svantaggio è che tale parcheggio è
dalla parte opposta di Rue du Petit Fort.
Saint-Malò
Secondo
tentativo odierno per attraccare a Saint Malò, città dei corsari e forse per
questo difficilmente conquistabile anche con l'automobile. Il tempo purtroppo
peggiora e giriamo in centro sotto una pioggia fine. Saint-Malò, quasi
interamente ricostruita dopo i bombardamenti del 1944, appare imponente mentre
ci si avvicina, racchiusa com'è tra i suoi bastioni, ma non ci presenta molto
di interessante: ci sono eleganti palazzi, ma nel complesso è un po' grigia e
monotona. Riusciamo a
vedere
velocemente la bella cattedrale in orario di chiusura e facciamo un piccolo giro
anche sopra le mura, ma le foto migliori le facciamo tra Place du Quebec e Porte des Champs Vauverts (foto). Purtroppo il tempo non ci permette di
godere delle ampie spiagge (sembra che ci si possa allontanare per decine
di metri dalla riva). Fortuna che però in serata il mare agitato si calma così
come la pioggia e ritorniamo in albergo con una piacevolissima passeggiata sulla
spiaggia. Anche a St-Malò il fenomeno delle maree è ben visibile (ovviamente,
non in questi giorni).
Ceniamo a "Le Majestic", vicino Port St Vincent. Ha prezzi un po' più
bassi dei vicini, ma le porzioni sono piccole, eccetto quelle a due o tre piani
a base di pesce. Se potete, date uno sguardo al pittoresco cafè storico e
patrimonio d'Europa in Rue Sainte Barbe.
Di sera, qui e là, notiamo qualche ubriaco.
6°giorno,
venerdì 12 agosto (sereno)
Si
parte per la valle della Loira, con destinazione finale l'alloggio alla Chateau
du Vau (per due notti) e lo spettacolo serale di Azay-Le-Rideau. Lungo la strada
passiamo per Saumur il cui castello, in cima alla collina, si vede da lontano.
Per ragioni di tempo non avremmo potuto visitare accuratamente molti castelli,
così abbiamo deciso di vederne alcuni solo da fuori. Prima di chiudere la
giornata, non resisto a trattenermi su una sdraio della Chateau du Vau nella
luce di una straordinaria luna piena e nel silenzio del parco del castello.
Chateau de Serrant (St-Georges-sur-Loire)
Il
palazzo è segnalato con 3 stelle dalla guida Michelin, secondo me con moltà
generosità. L'edificio, iniziato nel 1546, è molto bello, sobrio ed
elegante. Purtroppo si visita solo con guida: noi arriviamo alle 13 a dobbiamo
aspettare fino alle 14.15 per la visita in francese. Mentre la guida noiosissima
(peggio di un messaggio registrato) si dilunga su dettagli a nostro avviso non
molto rilevanti, noi seguiamo le spiegazioni su un sintetico opuscolo in
italiano. Aggiungete un bimbo che piange e urla per le 2-ore-2 della visita, due
saccenti ragazzine, l'aprire e chiudere le porte per far entrare e uscire il
primo e l'ultimo della fila, alla fine non vediamo l'ora di scappare. Peccato,
perché con una visita individuale si poteva dedicare il tempo giusto alla
visita (belle alcune sale e i mobili, tra cui la biblioteca) e uscirne
soddisfatti. Non so dire se le visite in inglese sono più rapide; se così non
fosse, mi sentirei di dire che due ore di visita sono davvero troppe. Almeno
facciamo il pranzo nel tranquillo parco del castello (a cui si accede con il
biglietto di ingresso).
Chateau di Ussè
La
vediamo solo di passaggio evitando la visita alle stanze poiché i miei ricordi
non sono entusiasmanti (vedi
diario 2004). Comunque l'ora è tarda (ultime visite alle 18) e così
facciamo alcune foto all'elegante palazzo dalle pareti bianche e dalla miriade
di tetti, pinnacoli, lucernari, caminetti che, secondo la tradizione, ispirò
Perrault per l'ambientazione della Bella Addormentata nel Bosco.
Chateau di Azay-Le-Rideau: Le Miroir Enchanté
Da
quello che ricordo, il castello di Azay-Le-Rideau avrebbe meritato la visita
all'interno. Parzialmente costruito sul fiume Indre, l'elegante edificio
squadrato, di forma gotica, rivela nella disposizione della facciate già un
gusto moderno. Almeno per la giornata odierna, tempo per visitare le stanze non
ce n'è e poi abbiamo deciso di seguire lo spettacolo notturno Le Miroir Enchanté,
che sostituisce il precedente
Son et Lumiere.
La scenografia del castello si adatta a qualsiasi rappresentazione, sia essa
l'evocativa Son et Lumiere o
la spettacolare Le Miroir Enchanté,
una sorta di spettacolo circense tra suoni, giocolieri e qualche gag che
coinvolge il pubblico. Il copione, della durata di circa due ore (a tratti
lento, a tratti divertente, a tratti poetico), cerca di affrontare il tema del
tempo e della modernità. Anche se gli attori recitano in francese, nel
complesso lo spettacolo + giardini del castello vale una visita, pur perdendo
l'aura spirituale del precedente. Nei dintorni, il villaggio di Azay-Le-Ridau è
carino e piccolissimo; purtroppo i ristoranti non servono cibo dopo le
20.30. L'unico che cucina dopo le 21 (quando ceniamo in attesa dello spettacolo
delle 22.45) è “Le Chalet” (Rue Balzac) che ci delizia con un anziano
ubriaco che cade un paio di volte dalla sua sedia. Anche qui, osserviamo qui e là
qualche persona alticcia.
7°giorno,
sabato 13 agosto (variabile, con pioggia a tratti)
Chateau et Jardins de Villandry
Non
credevo che un giardino potesse entusiasmarmi a tal punto da perdere un'ora a
fare foto. Il giardino del castello di Villandry, o meglio, i giardini sono
l'esempio francese più compiuto di struttura rinascimentale sotto l'influenza
dei
giardinieri
italiani. Essi sono composti da tre terrazze sovrapposte: un giardino d'acqua,
un giardino ornamentale (che rappresenta le allegorie dell'amore) e il giardino
orto-decorativo. Le migliori viste si hanno dalla terrazza dietro il castello
oppure dalla cima del mastio. Anche il castello non è male e da alcune sale si
può apprezzare la vista di cui godevano i proprietari. Dell'originale fortezza
resta solo il mastio, un torrione quadrato inglobato nell'attuale edificio
costruito nel XVI secolo da Jean le Breton. La visita può essere fatta con
audioguida oppure con un più pratico e veloce volantino che vi viene consegnato
alla biglietteria. Ingresso chateau+giardini = 9,50€.
Secondo me è una delle tappe da non
perdere, come prova la ressa di turisti (moltissimi italiani) tra le stanze. Il
castello è elegante e romantico, adagiato sul fiume Cher e posto alla fine di
un bel viale di platani. E pensare che almeno in un paio di occasioni rischiò
la distruzione: una durante la Rivoluzione Francese, l'altra durante la seconda
guerra mondiale, data la posizione di collegamento tra le due
sponde del fiume. I suoi interni sono ben ammobiliati e alla fine della grande
galleria, quella che passa sul fiume, si può accedere all'altra sponda dello
Cher. Purtroppo il castello è preso d'assalto dai turisti e la visita è
tutt'altro che rilassante e poco si apprezza l'atmosfera del luogo. Belle vedute
del castello si godono facendo un giro sulle barchette a remi noleggiabili
vicino l'ingresso del palazzo (6€ per 30 minuti), anche se le piante sotto la
superficie del fiume rendono spesso difficile remare. Ai lati del viale
d'ingresso al parco c'è un labirinto (lato sinistro), la ricostruzione di una
fattoria e un bell'orto (sul lato destro). Tutta la visita ci impegna per circa
3h30'. All'ingresso (biglietto: 10,50€) sarete forniti di un bell'opuscolo che
vi guiderà nella visita. Per il pranzo, c'è una piccola area pic nic lungo un
piccolo corso d'acqua (molto grigio, a dire la verità...) dove mangiamo una
baguette.
Chenonceau offre anche spettacoli notturni di suoni e luci.
Tours
Sarà
anche il capoluogo della Turenna, ma Tours mi ha molto deluso. In città c'è
pochissimo da vedere, eccetto la bella cattedrale di St-Gatien e le sue magnifiche vetrate, e la città
vecchia a ridosso di Place
Plumereau e Rue
du Gand Marchè che però non ha altro che una marea di ristoranti. Il nostro giro
serale si conclude con la cena alla Taverne de l'Homme Tranquille, senza infamia
né lode, dove una delle ragazze che serve ai tavoli si produce per noi
non-francese-parlanti nella imitazione de "le volaille".
8°giorno,
domenica 14 agosto (pioggia, poi sereno)
Amboise
La
visita al castello non era in programma, facciamo solo un giro in centro che però
ci è rovinato dalla pioggia. Il centro di Amboise è piccolo e accogliente ed
è meta di numerosi turisti. Oltre al castello (nella cappella St-Hubert si dice
si trovino i resti di Leonardo da Vinci), la città offre la famosa Le Clos Lucè,
la dimora di Leonardo da Vinci negli ultimi anni della sua vita (dal 1516 al
1519). L'arrivo in città intorno le 11 è segnato da molto traffico e
dalla difficoltà a trovare parcheggio.
Chateau
de Chambord
Altro
capolavoro della Loira, questo castello è il più grande della regione e forse
il più sontuoso. L'antico edificio ivi esistente fu demolito nel 1518 quando si
cominciò a costruire il nuovo castello sotto le indicazioni di Francesco I. Tra
i vari progetti pare abbia collaborato anche Leonardo da Vinci e la costruzione
fu così costosa che il re saccheggiò i tesori delle chiese e fuse l'argenteria
dei sudditi. Per il resto, la grandiosità è evidente da ogni angolo
dell'edificio. Noi non vediamo l'interno (eppure restiamo qui per 3 ore, pranzo
incluso) piuttosto, su idea di Adriana che mi lascia sorpreso, noleggiamo
due bici per un piccolo giro nei dintorni. Il noleggio costa 6€ per un'ora (più
1€ da pezzenti per un cestino dove metterci lo zaino), sufficiente per un giro
intorno al canale d'acqua (il parco è immenso, ha un perimentro di 32 km ed è
grande quanto Parigi). Pranziamo nel piccolo villaggio allestito vicino alle
casse, dove c'è anche un mercato. Anche questo castello è affollatissimo.
Chenonceau offre anche spettacoli notturni di suoni e luci.
Orleans
Arriviamo
a Orleans in serata e la troviamo deserta. L'impatto non è quindi dei migliori,
ma almeno il cielo è sereno. La cattedrale è chiusa quindi facciamo solo un
giro in centro che, attualmente e almeno per la zona intorno alla cattedrale, è
interessato dai cantieri per la realizzazione di una linea tranviaria. La piazza
simbolo, Place
du Martroi, è deserta e quasi buia. Il viale Jeanne d'Arc
è invece elegantissimo, sembra appena tirato a lucido e si ha l'idea di
camminare in una reggia. La zona antica della città è caratteristica perché
dominata dal bianco, sia della pavimentazione sia dei palazzi: è la zona
intorno Rue Dolet, place Republique,
Rue Royale e Rue de Bourgogne. Ci sono alcuni ristoranti carini e
l'impressione che ho è che con un po' più di gente sarebbe davvero niente
male. Consumiamo una ottima cena da “Les Pissenlits Par la racine” (3, Citè
Phalsbourg): la mia Magret de Canard Entier trabocca dal piatto.
9°giorno,
lunedì 15 agosto (sereno, T=23-25°C)
L'appuntamento
finale è l'aereo da Beauvais alle 21.15. L'unica tappa di oggi sarà Giverny.
La splendida giornata di sole rende più difficile salutare la Francia.
Giverny
Il
nome di Giverny è associato a Claude Monet che dal 1883 al 1926 visse nella
famosa casa-giardino oggi ristrutturata e visitabile tra orde di turisti. Alle
ore 14 la fila dura 30 minuti (date uno sguardo al sito, i biglietti possono
essere comprati anche lì; il costo è 8€), molto meglio di quanto pareva
dalla lunghezza. L'interno della Fondation Claude Monet è molto interessante
anche se intelligentemente organizzato per avere il suo effetto sui turisti.
Nello studio della casa sono raccolte le riproduzioni di alcuni lavori del
pittore. C'è poi il pezzo forte, ovvero il Jardin d'Eau, quello delle ninfee e del ponte giapponese di tanti
famosi quadri. Sembra essere appunto in un quadro, come fa osservare Adriana;
peccato solo per le centinaia di visitatori che passeggiano tra gli spazi
stretti anche se, ammetto, c'è un silenzio soddisfacente. Inutile dire che alla
fine conteremo una cinquantina di scatti identici sul laghetto di ninfee (la
flora varia a seconda delle stagioni). Dopo un pranzo nel giardino de La
Gentilhommiere (41, Chemin du Roy), posto carino, gestori simpatici ,
cucina niente di eccezionale e prezzi medio-alti come tutti in zona, ci tocca
l'inevitabile ritorno in auto in direzione Beauvais.
Domenico