MAGICA ESTONIA, SULLE TRACCE DEL FILO DI ARIANNA
Diario di viaggio 2005
Ciao Amici tutti,
per chi ha la voglia di rivivere con me i ricordi, le
emozioni, ecco il racconto del magico viaggio da me intrapreso in
solitario in quella magica terra chiamata Estonia; e' lunghetto ma spero
di non annoiarvi anzi di riuscire a trasmettere alcune delle tante emozioni
vissute in questo viaggio incredibile.
Premessa: sulle tracce del filo
di Arianna e' un'omaggio al caro amico Roberto e al suo emozionante libro
di racconti di viaggio zaino in spalla e macchinetta fotografica al seguito
conditi da belle riflessioni sul senso della vita e non solo
Le otto di mattina di un caldo venerdì di maggio; lascio la
fida Fiesta nel parcheggio libero dell' aeroporto di Ciampino e mi avvio al
checkin: sono il primo. Sbrigo le formalita' di imbarco e ben presto sono a
bordo del 737 di Ryanair che mi portera' a Stoccolma.
Si
decolla, il suolo si allontana rapido sotto di me ma, ormai il
volo e' cosa nota !
Siamo
sulle alpi, lo spettacolo e' davvero magnifico: le bianche vette si stagliano
sotto di me illuminate da un'abbagliante sole estivo; un pizzico di turbolenza
smuove le ali, piu' che una turbolenza la definirei una dolce vibrazione;
incredibile ma c'e' chi chiede del sacchetto, un sorriso scaturisce spontaneo
sul mio viso ......
In prossimita' dell'aeroporto di
Skavista, il paesaggio e' bello e insolito, assolutamente diverso da cio' che
mi e' familiare: un'infinita' di laghi e laghetti che si confondono con il
mare. In atterraggio ho la possibilita' di osservare ancora meglio questo
insolito paesaggio con un bellissimo circuito con virate a bassa quota su
questi splendidi paesaggi.
Il torpedone che mi porta da
Skavista a Stoccolma viaggia tranquillo tra verdi paesaggi svedesi e casette
che sembrano fatte di lego; un paesaggio che mi accompagnera' da questo
momento in poi !!
Ci avviciniamo al centro di
Stoccolma quando, imponente e triste si staglia alla mia vista
.............. Il Palazzone dell' Erikson !! Una grossa risata tra me e me e
un pensiero al fratello dirigente.
Sbirciando dal finestrino vedo della
gente affacciata da un cavalcavia che getta qualcosa sui praticelli di
mezzeria della strada sottostante; aguzzo la vista e mi accorgo che sul ciglio
della strada ci sono decine di simpatici coniglietti ...... Come direbbe una
persona nota a molti ............. Che storia !!!!.
Il Bus n°33 mi porta dalla stazione
centrale al terminal delle navi di Stoccolma. Entro nella sala per il checkin;
una bolgia di gente e temo il peggio, prendo il mio bel numeretto ed
incredibilmente dopo 5 minuti sono con la carta di imbarco in mano !!!
Salgo a bordo della Ms Victoria,
prendo possesso del posto in cabina dove trovo gia uno dei miei compagni
di viaggio; un grasso e gentile signore estone sulla cinquantina di ritorno
dall' occidente per lavoro; una simpartica persona che avra' dalla sua ll
terribile difetto di russare come mai mi sia capitato di sentire; fortuna che
sono sempre attrezzato con i miei tappi per le orecchie, mai come questa volta
utilissimi !!! Piu' tardi si aggiungeranno anche un ragazzo di colore con
il suo bambino; ha sposato una ragazza estone ed e' proprietario di un
ristorante africano a Tallinn.
La nave e' molto bella, di gran
lusso direi con tutti i tipi di confort, compreso il casino', la
discoteca, ristoranti, pub e quant'altro ci possa essere su una
nave da crociera; durante la navigazione non manchera' un gruppo che suona dal
vivo ed infine un bellissimo music show con cantanti molto bravi, ballerine
poco vestite ma assolutamente non volgari e un repertorio decisamente
piacevole.
La
nave lascia il porto di Stoccolma in una tiepida serata nordica, la
temperatura mite e il giorno infinito invitano a godersi il panorama dal ponte
della nave. Il paesaggio e' un qualcosa di unico, assolutamente nuovo per me
marinaio del Mare Nostrum: praticamente il mare non e' un mare; e' una
specie di grosso fiume non troppo largo con un susseguirsi di isole
ed isolotti tra le due rive del mare-fiume. La nave non supera i 5-6 nodi,
il paesaggio e' rilassante e romantico come pochi ma tra me e
me penso: "Va beh mo' il porto fluviale finisce ed inizia il mare!"
; manco per sogno 1, 2, 3, 4, 5 ore ed il paesaggio non muta !! Mi rassegno e
vado in cerca di qualcosa da mangiare, poi mi godo la serata da crociera
vagabondando qua e la, sue giù per i vari ponti della nave passando da una
birra ad uno show, da uno show ad una birra, la favolosa Saku di
cui non sapro' piu' fare a meno. Alla fine esausto, nonostante la notte non ne
voglia sapere di arrivare, mi ritiro in cabina.
Il mattino dopo mi sveglio con le
guglie di Tallinn che si stagliano all'orizzonte; incredibilmente il mare
nella notte e' diventato tale e la nave finalmente viaggia in modo degno
di una nave in un mare degno di tale nome !!!
Un vecchio rimorchiatore passa sottobordo,
Tallinn si staglia bellissima con i suoi tetti arancione e le sue
guglie innanzi ai miei occhi; allora Tallinn esiste davvero ....... Cacchio
sono in Estonia !!!
Sbrigate le formalita'
portuali mi avvio verso il centro; il clima e' davvero piacevole, un fresco
frizzante tendente al tiepido con un bellissimo cielo azzurro come in una
nostra tersa giornata invernale. Avviandomi verso il ceontro citta',
mi colpiscono le strane fattezze di un edificio dagli strani
pannelli colorati in plastica in corrispondenza delle finestre. Cammino
verso la città vecchia, il peso dello zaino non si fa sentire, più
forte e' l'eccitazione e la curiosita' che invadono la mente ....... non
ci credo ancora ripeto a me stesso, sono in Estonia !!!
Cammina, cammina, decido
che e' ora di dirigersi verso l'ostello. Chiedo informazioni a due tizzi che
prima provano a spiegarmi dove si trova la Parnu' mantee ma alla fine decidono
di accompagnarmici personalmente; li ringrazio cordialmente e finalmente
raggiungo l'ostello. Mi accoglie un ragazzo ben vestito, molto gentile e con
un buon inglese. MI mostra la camerata, pulitissima ed accogliente.
Poggio lo zaino, il tempo di una doccia e sono in strada, questa volta
con in spalla solo lo zainetto fotografico pronto ad immortalare ogni
angolo della citta' !!
Tallinn e' davvero bella, si
respira un'atmosfera di quelle che hanno poche citta', citta' come Praga
e Venezia, un'atmosfera raccolta, di festa in cui dietro ogni angolo puo'
esserci una sorpresa, uno scorcio unico, un incontro magico ed
irripetibile.
L'Old Town e' tutto un susseguirsi di
vicoli, scalinate, tetti a guglia. E' bello aggirarsi in
questo dedalo di stradine senza una meta ben prefissata, per poi
trovarsi di fronte d'improvviso a spettacoli come la chiesa ortodossa
Alexander Nevsky che bianchissima si staglia verso l'alto nel cielo
con le sue imponenti guglie scure. Mi aggiro per la citta' ; c'e' tanta
bella gente ma, con immensa e gradita sorpresa, almeno per ora nessun italiano
in giro !! Da quello che avevo letto, temevo il peggio ma si vede che ho
scelto un periodo ancora buono. Così sara' fino all'ultimo giorno, senza la
minima nostalgia, anzi ........
La sera
conosco in ostello un ragazzo inglese di colore dalle sembianze e
dalla voce un po' di Pele' (O' rey), un gran chiacchierone con cui vado a cena
in uno dei tanti locali presenti in citta': strani sapori che mischiano il
dolce ed il salato ma, van giù riempiendo lo stomaco vuoto; poi
ad accompagnare la cena c'è la favolosa birra Saku !! Poi l'inglese mi
costringe a seguirlo nella mitica discoteca Holiwood che in realta' per quanto
decantata un po' mi delude: e' piccolina, musica orrida, e nonostante le tante
belle bimbe in giro dopo non molto e un paio di birre, non ce la faccio piu' e
scappo....... Quattro passi nell'old town by night e poi a ninna, l'indomani
mi aspetta una lunga giornata.
Di buon mattino dopo un abbondante
colazione fornita dall'ostello e salutato l'amico d'oltre manica, dalla
stazione centrale dei bus mi imbarco sul torpedone alla volta di
Palmse nel Parco Nazionale di Lahema; questo sara' uno dei posti piu'
belli che avro' il piacere e la fortuna di visitare in questa magica terra.
Purtroppo mi tocca aspettare fino alle 13 per trovare il bus che fermi presso
Vitna il centro piu' vicino a Palmse dove si trova il centro visite del parco.
Il trasferimento mette a nudo i brutti e tristi casermoni al
di fuori dell'Old Town ma passata la periferia della capitale, l'Estonia
rivela tutto il suo essere verde, verde ed ancora verde un colore
che mi accompagnera' per tutta la durata del viaggio senza soluzione di
continuità !!
Scendo a Vitna; per raggiungere Palmse
mancano ancora 8 Km da percorrere o a piedi o in autostop. Lo zaino in spalla
mi suggerisce di optare per la seconda ipotesi; fortuna vuole che sul bus
c'era una signora che a gesti mi fa capire che aspetta i figli e che
mi possono dare un passaggio; arriva un bel fuoristrada, i tipi parlicchiano
inglese, gli dico che sono italiano e alla fine mi saluteranno con un
simpaticissimo "Arrivederci !!".
Appena a Palmse mi reco
alla direzione del parco per avere maggiori info. La signora della direzione
tira fuori una bella carta e mi da' un'indicazione di massima dei posti e dei
percorsi piu' belli e facilmente raggiungibili da li; contatta anche l'ostello
avvisando del mio arrivo; unico neo non ci capiamo benissimo sull'indicazione
per raggiungere appunto l'ostello e dovro' penare un po' per imboccare la
strada giusta. Il posto comunque e' talmente bello ed e'
talmente piacevole passeggiare in quei luoghi che la cosa non mi pesa
affatto; alla fine giungo in uno dei posti piu' incredibili dove abbia mai
dormito: L'Ojarsee Hostel. L'ostello una fattoria
riadattata si trova nel bel mezzo della foresta adiacente ad un
laghetto molto suggestivo. Mi riceve la titolare, una simpatica signora
di mezza età che parla un discreto inglese; mi offre una tazza di tè gli
racconto un po' di me e cosa faccio da solo in giro per l'Estonia in mezzo
alle foreste. Resisto poco al chiuso e via per il primo trekkino in mezzo
alla foresta dietro l'ostello;
Per la cena mi reco al vicino
albergo dove un dolce e carina cameriera mi offre una discreta cena (consumero'
qui le migliori cene di tutta l'Estonia). In sala mi fanno compagnia due
signori tedeschi. Non ricordo bene come, ma iniziamo a parlare e con immenso
piacere, scopro che uno dei due e' un birdwatcher. E' estremamente
gratificante parlare con gente di altri paesi, altre culture che condivide le
stesse passioni, le stesse emozioni; ogni sensazione che si riesce a
trasmettere e' amplificata 10 volte, cosi' quando mi racconta di
aver visto "one fish eagle" il mio stupore, la mia
meraviglia e gioia traspare da tutti i pori !!
Il giorno successivo quando apro gli
occhi e guardo fuori dalla finestra della mia stanza, i miei occhi sono
ancora increduli nel trasmettere una tale vista al cervello; ma si e' tutto
vero: la foresta, il laghetto il profumo di resina: e' Estonia !!!
MI reco a far colazione al solito albergo dove la solita cameriera
praticamente mi serve un pranzo !! Mi affitto una tranquilla bici,
assolutamente non una mountain bike ma fornita di cambio, un comodo sellino e
un andatura molto riposante. Inizio a pedalare in mezzo ad uno degli scenari
piu' incredibili; pedalando pedalando si alternano zone aperte a zone di foresta,
poi l'incontro con la prima cicogna che pascolava; piu'
emozionante quello con un grosso rapace in lontananza, forse un aquila
pescatrice ma al momento non ho il binocolo con me. Raggiungo una
casa padronale. Proseguo e ai lati della strada in prossimità del
margine della foresta intravedo due percorsi che percorrero' a ritorno.
Dopo alcuni chilometri arrivo al mare presso Altya un antico villaggio di
pescatori. L'incontro con un pigro gabbiano che riposa accovacciato su uno
scoglietto che invece che volar via mi prende a male parole ma non si muove e
opss ..... forse sta covando !! E io lo punisco con una serie
di belli scatti !! MI rilasso al sole con il piacevole brusio di una comitiva
di ragazzini che mi accompagna. La giornata pero' e' ancora lunga;
salgo di nuovo in sella e mi avvio a fare il primo dei due trek
che affrontero' nella giornata: il sentiero del castori. Manco a
dirlo, si tratta di una bellissima passeggiata lungo il fiume in un ambiente
in cui questi simpatici roditori la fanno da padrone; tutto il fiumiciattolo
e' costellato delle loro incredibili dighe che i laboriosi animaletti
costruiscono per adattare il fiume alle loro esigenze. A vedere le dighe,
e' quasi incredibile pensare che siano opera di ingegneri a quattro zampe !!
Tutto intorno e' il trionfo delle felci, grandi piccole, ancora chiuse
un vero campionario completo su queste antiche piante; mi soffermo a
scattare qualche foto degna di un testo di botanica, poi proseguo la mia
passeggiata che presto mi riportera' al punto di partenza.
Di nuovo
in sella, pochi chilometri ed eccomi all'entrata di Hoandu,
la foresta incantata !! Un bel viale si inoltra verso il cuore di
questo tempio della natura. All'imbocco del sentiero un cartello indica le
norme di comportamento da tenere durante il percorso; le solite cose penso tra
me e me ma ben presto scoprirò che alcune raccomandazioni vanno assolutamente
rispettate azz !! La foresta e' maestosa, un trionfo di profumi, un
costante concerto della natura: il canto degli uccelli e' una magnifica
colonna sonora ai miei lenti e oculati passi spesso interrotti da lunghe pause
per contemplare la meraviglia che mi circonda. Il percorso e' ben segnato e
scopro ben presto del perché sul tabellone all'inizio del percorso si
raccomanda di restare sul percorso segnato; faccio qualche passo al di fuori
di esso per scovare un taglio di immagine particolare e mi rendo
immediatamente conto che sotto di me il suolo sprofonda in un morbido quanto
delicato tappeto di muschi, licheni e quant'altro compone il sottobosco: mai
mi era capitato di vedere un ambiente cosi' intatto; immediatamente mi
riporto sul percorso segnato per non danneggiare ulteriormente questo
straordinario terreno; faccio il mea culpa e proseguo !! Altro aspetto
molto spettacolare della foresta di Hoandu e' la presenza di enormi alberi
abbattuti, probabilmente dalla forza del vento o dal peso della neve, che
mostrano l'immenso dedalo e groviglio di radici perfettamente intatto che
ancora trattiene il terreno in una incredibile ed interessantissima enorme
zolla di terra sospesa; uno spettacolo che in questa foresta e' piuttosto
frequente, quanto ogni volta incredibile a vedersi !
Il percorso volge al
termine mi guardo indietro per un ultimo sguardo a questo posto incantato;
slego la bicicletta e mi avvio verso la strada del ritorno. Dietro
una curva un magico quanto breve incontro: una simpatica famigliola di
cinghiali che tranquillamente pascola al margine della foresta sul ciglio
della strada; il tempo di vedere mamma cinghiale e i piccoletti dal mantello
striato; e' un'attimo: l'incrocio di uno sguardo, lo stupore reciproco e il
gruppetto si rifugia nel folto della boscaglia.scomparendo alla mia vista. Ma
le sorprese per la giornata non sono finite. Pedalando in uno spazio aperto
vedo in lontananza la sagoma di un qualcosa; potrebbe essere un uccello ma
cacchio quanto e grosso ! Privo del binocolo aguzzo la vista in
barba al mio ipermetropismo che da lontano deve sottostare ai miei 10/10 ;
cerco di capire di cosa si tratta; si, la testa si muove a sinistra e a
destra, si tratta indubbiamente di cosa viva !! Troppo lontano per scattare
una foto, rimango in attesa dei suoi prossimi movimenti; dopo un paio di
minuti, spicca il volo e in un batter d'occhio mi passa sopra: con
buona probabilita' ho appena visto la mia prima immensa stupenda gru !!!
Credo che mai in un solo giorno ho vissuto tante emozioni da naturalista,
evviva !!!
La mattina seguente
intorno alle 6 e 30 zaino in spalla mi avvio verso la strada principale in
cerca di un passaggio per Vitna; mentre penso al da farsi, Lahema mi
riserva un'ultima grande immensa emozione: sulla stradina che sto percorrendo una
fresca orma di orso si staglia netta; e' freschissima: proprio in quel
punto un orso a fatto quattro passi chissa' , magari pochi minuti prima !!
Poi speranzoso di trovare un passaggio per Vitna, faccio il cenno
dell'autostop alla prima macchina che passa. Si ferma subito, mi affaccio e al
volante c'e' una bellissima ragazza in un elegantissimo taier rosso; e' un
insegnante di lingue nella scuola di Vitna; la ringrazio cordialmente e
mi siedo in attesa del bus per Tallinn da cui partiro' alla volta di Hapsalu;
la giornata e' iniziata bene ma non sara' delle migliori.
Arrivo alla stazione
dei bus di Tallinn, una rapida occhiata al tabellone con gli orari dei pulmann
e in breve sono con il biglietto per Hapsalu' in mano.
La strada che
porta ad Hapsalu', per usare la stessa terminologia della preziosa guida della
Lonely Planet e' una facile strada piena di buche; capisco il perché ed
immagino che le sospensioni dei bus Estoni abbiano spesso bisogno di
revisioni. Tra una buca e l'altra il paesaggio e' il solito; ampi spazi
alternati a zone si foresta, con la pressoché totale latitanza di alture; si,
se non potete fare a meno delle montagne, beh non venite da queste
parti !!!
Arrivo
ad Hapsalu stanco e un po' rincitrullito dalle buche, mi siedo su una
panchina e quasi, ripeto quasi in tempo ma non del tutto mi
accorgo che puzza un po' troppo di vernice; quanto basta per rovinare la
giacca e zozzaree lo zainetto fotografico; sulla panca ovviamente c'era un bel
cartello con scritto si vernice fresca, ma in estone ma porca........... Va
beh la prendo con filosofia la questione e mi avvio in cerca di un posto dove
affittare una macchina. Il programma prevede infatti di visitare la
riserva ornitologica di Matsalu che e' piuttosto mal collegata, con i tempi
stretti necessito del mezzo proprio per effettuare l'escursione. Purtroppo
chiedi di qua, chiedi di la non c'e' un'auto a pagarla oro !! Uffa, la
giornata cominciata alla grande volge al peggio. Per fortuna chiedo
un'informazione ad una ragazza che si mi dice che non mi puo' aiutare, ma nel
far cio' mi tira fuori un sorriso che avrebbe fatto resuscitare un morto: il
sorriso delle estoni e' davvero qualcosa di speciale, spontaneo,
sincero, assolutamente fantastico e unico !!! Ben presto mi
rassegno e devo rinunciare a Matsalu, paradiso degli ornitologi una
buona scusa per tornare da queste parti in futuro. A questo punto, in'attesa
del bus del pomeriggio per Hiumaa, approfitto del tempo perso per fare
quattro passi per Hapsalu. La cittadina e' molto tranquilla, direi anche
solare se non fosse per il cielo bigio che rende tutto un po' triste; le
tipiche case di Hapsalu sono variamente colorate, tutte in legno, tutte molto
simili. Alla stazione la drammatica conversazione con le due comari che sono
al deposito bagagli che giustamente, non parlano una parola di inglese ma,
alla fine ci capiamo e gli ammollo lo zaino per qualche ora ma che
faticaccia !!!
Il cimitero di
Hapsalu e' un luogo molto sereno, verde assolutamente non lugubre,
caratterizzato da croci di ferro su belle lapidi in pietra, solitamente
grigia; la gente passa di li anche semplicemente per passeggiare,
fa parte della citta' e a separarlo dalla strada adiacente, un piccolo
muretto alto poco piu' di un metro. I cimiteri estoni sono tutti di
questo tipo, sono posti assolutamente piacevoli e non lugubri che,
sempre nel rispetto per chi non c'e' piu', invitano ad essere visitati nella
loro verde e ospitale tranquillita'. Fanno parte intrinseca del vivere
quotidiano delle cittadine di cui fanno parte integrante, senza opprimenti e
tristi muri di cinta (vedi Verano !!).
Hiumaa, la seconda
isola per grandezza dell'Estonia mi accoglie sotto la pioggia. Scendo
alla fermata centrale di Kardla e mi avvio verso l'ostello; si l'ostello ma,
aime' e' completamente tristemente, desolatamente chiuso; c'e' un numero
di telefono a cui rivolgersi ma in quel momento non so che farmene privo
del cellulare e di carta telefonica, da poco esaurita. Ok, niente panico
sono solo le 23, piove sono mille miglia lontano da casa e non so dove
andare a dormire......... che sara' mai ? MI aggiro sotto il mio poncio color
blu per le deserte vie della cittadina isolana; un bar, al suo interno
due tizi che in due fanno uno che parla un inglese "very little";
gli spiego la situazione. Parlottano un po' tra di loro dopo di che si
rivolgono alla signora del bar; questa a sua volta va nel retro e dopo
poco esce l'Oste, il Boss o chi per lui; non parla una parola di inglese ma
intercala la dicitura "Italiano" tra una frase
incomprensibile e l'altra; se non altro ha capito che vengo dall'Italia !! Alla
fine fa cenno di seguirlo. Per farla breve mi fittano la loro
accogliente mansarda per 15 euri ! Gran botta di fortuna a fine serata.
L'indomani, sempre a gesti gli faccio capire che mi serve una macchina; l'Oste
sempre gentile e con la solita 'intercalata "italiano"
ormai immancabile, mi accompagna presso una piccola casa da dove escono due
tipi che finalmente parlano un'inglese decente; chiedo di poter fittare una
macchina, la piu' piccola disponibile: per tutta risposta mi viene affidata
una mitica mercedes anni 80 a cambio automatico !!
Messa la
benzina in un complicatissimo self-service-service trappola per turisti, sotto
un'infida pioggerellina mi avvio all'esplorazione dell'isola. Prima tappa
Ristimagi, nelle cui vicinanze si trova la collina delle croci, una
zona manco a dirlo verdissima. In questo posto, gli ultimi 1200 abitanti
svedesi di Hiumaa si riunirono per un rito religioso prima di lasciare
per sempre l'isola, nel 1781; da allora e' tradizione per chiunque si rechi
per la prima volta sull'isola lasciare una croce. Il posto e' molto
suggestivo, il profumo delle conifere impregna l'aria umida in modo intenso e
piacevole; scatto qualche foto dopo di che di nuovo in macchina sulla via dei
fari di Hiumaa.
La
strada asfaltata finisce ed ora seguo una bella sterrata; dopo qualche km
arrivo nei pressi della costa presso il faro della penisola di Tahkuna.
L'ambiente assomiglia a quello che può essere una nostra zona costiera a
dune; unica differenza, quella che sarebbe la macchia ................. e' a
conifere !!!! Il faro si staglia alto sull'orizzonte,
inconfondibile nella sua mole alta un po' triste per il cielo grigio di
pioggia; immancabili foto. Segue un momento di riflessione: in questo luogo si
e' svolta una delle più cruente battaglie della seconda guerra mondiale in
cui le truppe Russe furono sterminate fino all'ultimo uomo che, secondo la
versione russa si lancio dalla cima del faro sparando fino all'ultimo contro le
truppe tedesche; a ricordo di ciò c'e' un triste monumento; nelle
vicinanze c'e' anche un piccolo buncher che con grande rammarico non
posso visitare essendo privo di lampada azz !!!
Risalgo a bordo della mitica Mercedes
alla volta del faro di Kopu un luogo che rimarra' impresso nella mia
mente a lungo. Nel frattempo Hiumaa non smette mai di stupirmi; il verde
dell'isola nonostante la non bellissima luce per la giornata piovigginosa e'
abbagliante, i profumi dell' infinita foresta che ricopre tutta
l'isola inebriano la mente e lo spirito rendendo ogni istante unico ed
irripetibile. Infine, eccomi in prossimità del faro di Kopu: una chiara
indicazione mi indica di accostare a destra; a differenza di molti fari,
questo si trova piuttosto nell'interno. Mi appare la sua imponente mole che
dal 1504 si staglia in questo punto indicando la strada ai frequentatori di
questi freddi mari nordici. Scatta l'emozione: l'antica tradizione
marinara di famiglia mi prende e mi guida su per gli angusti scalini che
portano in cima alla lanterna; un pensiero a papà che certamente dal Ponte di
Lassù mi segue come in ogni momento ma che in quel momento sento
particolarmente vicino ; il tutto e' magicamente attorniato da una
splendida solitudine che amplifica a mille tutte le sensazioni; gli
scalini sembrano non finire mai e la pur presente stanchezza comunque
non si fa sentire. Infine l'ultima rampa di scalette in legno mi porta in
cima; esco fuori e innanzi ai miei occhi si presenta una della visioni piu'
incredibili: sotto di me e tutto intorno a me, un infinito mare di
foresta, poi in lontananza il mare !!! Manca il fiato e tra me
e me penso che questo da solo varrebbe la pena del viaggio. Il vento freddo
soffia implacabile ma ci sta tutto. Rimango in contemplazione non so per
quanto tempo, poi scatto qualche foto sperando che riescano almeno
in parte a trasmettere quelle sensazioni uniche, difficilmente riproducibili.
La sotto vedo arrivare un pulman carico di turisti, probabilmente una
scolaresca; mi allontano da quel santuario del mare prima che l'arrivo
della folla rompa l'incantesimo ........... Risalito in macchina dirigo
la prua alla volta del porticciolo da cui parte il traghetto che mi portera'
alla volta dell'altra maggiore isola estone, Saaremaa.
Sono in
anticipo; abbandonata l'auto come d’accordo presso la biglietteria,
salgo a bordo quando ancora cio' non sarebbe possibile; esploro
questo piccolo traghetto in lungo e largo, prima dell'arrivo della
burrasca !! La burrasca arriva con 4 torpedoni che scaricano una mandria
di ragazzini festanti che faranno da colonna sonora a tutta la
traversata: un casino allucinanante mai pria sentito !!
Ecco come definire l'allegro vociare della scolaresca; un qualcosa di immondo
e pazzesco, ma in fondo i ragazzini nordici sono carini e si sopporta una tale
frastuono con il sorriso, suvvia, anche questo fa parte della cultura e
la conoscenza di un popolo !! Quando la mandria si allontana dalla sala,
un silenzio irreale avvolge il locale.
Una volta conclusa
la traversata, devo rimediare un passaggio per il villaggio successivo
da cui parte la corriera per Kuressarre, capoluogo di Saaremaa; la mia
attenzione viene carpita da un pulmann privato mezzo vuoto; busso e
chiedo un passaggio; quello che sembra il gran capo della comitiva mi
fa cenno di salire. Quando si dice il destino: chiedo che tipo di gruppo
sia questa comitiva; non ci credo: si tratta di un gruppo di studenti di
geologia dell'universita' di Tartu' in escursione didattica !!! Gli
racconto dei miei trascorsi universitari, dello zio prof; mi sento a
casa !!I I ragazzi mi fanno vedere un po' di serci raccolti,
si parla di geologia dell'Estonia, ascolto mentre cantano alcuni brani
popolari. E' questo uno dei momenti dal punto di vista umano piu'
belli di tutto il viaggio.
Ben presto arriviamo al
villaggio per il quale avevo chiesto il passaggio; mi affaccio per scendere ma
il prof mi blocca, mi dice che stanno decidendo sul da farsi; un paio di
minuti e mi informa che hanno deciso di proseguire oltre Kuressarre
e quindi che sono ben lieti di portarmi fino in citta: FANTASTICO !!!
Ritorno dai simpatici studenti che mi riaccolgono calorosamente, ormai
appartengo all'universita' di Tartu' !!
Nel tragitto
ci fermiamo presso Angla, località dove si trova il meglio conservato
complesso di mulini a vento di tutta l'Estonia; ho il tempo di fare qualche
scatto con la luce meravigliosa della 9 di sera; purtroppo non posso fare
tutti gli scatti che avrei voluto ma va bene uguale. Arrivo a Kuresarre,
saluto studenti, ringrazio prof e assistente e mi avvio verso
l'ostello. MI accoglie alla reception una signora sui 50, mi chiede i
soliti dati personali e mi accompagna alla stanza: camerata con piu' letti ma
come gia accaduto piu' volte durante questo viaggio, la stanza e' tutta per
me. Una rigenerante doccia in un pulito bagno e poi mi svacco un po' sul letto
a riposare, un po' di stanchezza inizia a farsi sentire. La sera un breve giro
per Kuressarre che by night e' un po' morta; trovo un locale dove consumo la
solita cenetta con piatto unico non particolarmente gratificante ma in
compagnia della immancabile favolosa pinta di Saku, la birra nazionale
!!! A nanna presto. L'indomani decido di prendermi una giornata di
discreto relax visto il programma non proprio rilassante del giorno
successivo (come del resto il programma di tutti i gironi dal momento che ho
lasciato l'Italia !!).
Di buon mattino preparo lo zaino,
lo lascio alla recepiton; via in strada. Faccio colazione in
piazzetta; colazione beh un mezzo pranzo in realtà comunque mi
nutro........... Kuressarre di giorno e' una simpatica cittadina; visito il
mercato pieno di bancarelle che vendono ogni sorta di oggetti; rimango colpito
dal furto di pesce perpetuato da un intraprendente gabbiano al banco del
pesce, con il micio che osserva frustrato ma impotente la scena dal basso !!
Mi avvio verso il cuore della citta' rappresentato dal castello, il
migliore in quanto a stato di conservazione di tutto il baltico. Gran bel
posto immerso in una tranquillità lontana mille miglia dal caos cittadino a
cui siamo tristemente abituati; manco a dirlo mi dedico allo scatto di
numerose foto, gli scorci non mancano: le torri, il fossato dove placidi
indugiano nel sonno alcuni germani reali che si lasciano trasportare dalla
lieve corrente ma sempre pronti ad azzuffarsi con eventuali simili che si
affacciano troppo da vicino nel loro territorio; si, ho scoperto che in realtà
le placide anatre tra un qua qua e l'altro, sono delle gran casinare ed
attacca brighe !!! Il sole e' tiepido e invita allo svaccamento totale
sul praticello del castello; nel dormiveglia penso al viaggio infinito
che mi aspetta di li a poche ore: Kuressarre - Tartu' pulmann + nave
piu' pulmann per un totale di 5-6 ore abbondanti ......... Mi riappisolo e mi
godo ancora un po' di relax in questo incantevole parco. Alle 15 e 30 in
punto parte il torpedone per Tartu'. Il viaggio e' piacevole, il verde
lussureggiante dell'isola ci accompagna fino al traghetto che ci portera'
sulla terra ferma; nel passaggio tra due lingue di terra ravvicinate, uno
spettacolo incredibile si presenta ai miei occhi che quasi si inumidiscono per
la meraviglia e per il fatto di non potermi fermare ad ammirare con calma un
simile spettacolo: decine e decine di meravigliosi cigni selvatici si
trovano in totale splendida libertà a poche decine di metri dalla
strada: vorrei scendere e osservarli piu' da vicino ma il torpedone
inesorabile continua la sua marcia; mi sento impotente e mi rassegno.
Il viaggio
prosegue, la strada non e' delle migliori e le buche al solito si fanno
sentire, ma il bello deve ancora venire; si perche' di li a poco la strada
asfaltata finisce e inizia una sterrata !!!! Siamo nella zona del parco
nazionale di Sooma, una zona ricca di foreste, paludi e acquitrini; il
verde al solito e' infinito e abbagliante; costeggiamo un lago, diversi
villaggi ed infine la strada torna ad essere asfaltata: l' agoniata meta si
avvicina. Scendo alla stazione centrale di Tartu' mi guardo un po' in
giro; decido di chiedere informazioni all'autista del torpedone che
incredibilmente mi fa risalire e mi porta con l'elefante di metallo
all'incrocio con la via dell'ostello (secondo voi una cosa del
genere sarebbe possibile qui da noi ? Io credo di no !!).
In ostello mi viene
assegnata una bellissima singola con tanto di cucina, tv e bagno in camera !!!
Alla sera una passeggiata in centro, mi porta in un pub un po' country in
cui un simpatico duo chitarra e basso allieta la cena, segue una ricca dormita
l'indomani la giornata si prospetta moolto lunga; il programma e' il seguente:
visita di Tartu' , accattamento di macchina da poter lasciare il
giorno seguente a Tallinn, dopo di che lungo itinerario on the road con
programma ancora al momento non ben definito con affaccio finale a Palmse
e al suo favoloso ostello nella foresta per recuperare il cellulare che giace
sul comodino di detto ostello; notte a Tallinn e poi aime' dopo la
mattinata e il primo pomeriggio nella capitale estone, imbarco sulla nave che
mi ripotera' a Stoccolma.
Tartu' e' una ridente cittadina universitaria,
molto meno occidentalizzata della capitale detta anche Talsinky per il suo
fare il verso alla vicina Helsinky. Al solito il verde e' molto esteso; c'e'
anche un placido fiume che l'attraversa. Il cuore della citta' e Raekoja Plaz
dove si trovano alcuni degli edifici piu' rappresentativi, tra cui il
municipio con la sua bella torre orologio che pare sia stata eretta per
ricordare agli studenti l'orario e non far tardi alle lezioni ! In piazza
c'e' anche l'ufficio informazioni che pero' aprira' piu' tardi: sono le 8 del
mattino !! Ne approfitto e nel frattempo visito la parte alta della citta, la
collina di Toomemagi dove si trova gran parte della città
universitaria. Salendo su per la strada che porta nella città alta, passo
davanti alla scuola si musica di Tartu' : e' piacevole sentire le allegre note
degli studenti che si esercitano in piacevoli melodie ...... un pensiero
al Petti non puo' mancare !!! Proseguo la mia salita; cio' che mi colpisce e'
la tanquillita' e il verde di questa università, nulla a che vedere con la
caotica ed affollata Sapienza. Immensi parchi circondano tutta la
zona. Infine una capatina a vedere un'antica chiesa gotica ormai in
rovina, un'immagine non troppo solare ma suggestiva e per
concludere una puntata a vedere la torre dell'osservatorio in onore del
fratello astronomo . Torno all'ufficio informazioni dove una gentilissima
ragazza mi da tutte le informazioni per fittare la macchina, mi fornisce
una carta della zona e prova addirittura a cercare di capire che razza di
aeroporto andavo cercando in quei di Ridali ...... Purtroppo per mancanza di
tempo non potro' passare nel centro nazionale di volo a vela estone ma ad ogni
modo un affaccio in un campo di volo estone pur senza volare causa
cattivo tempo ci sara' !! Mi incammino carta alla mano per raggiungere il
posto dove fittare la macchina; cammina cammina alla fine scatta qualche
dubbio e mi impalo ad un incrocio; una gentile ragazza si avvicina e mi chiede
se serve aiuto (ma quando mai in Italia !!) Comunque anche se a molti di voi
sembrerà strano ero ad un passo dalla meta.
Il tipo del City Rent
Car parla un inglese quasi stucchevole del tipo "The pen is on the
table". Mi ripete almeno quattro volte che all'eroporto di
Tallinn devo lasciare la macchina sul parcheggio in basso e non salire la
rampa che va su. Ad ogni modo una fiammante fiesta ultima serie mi aspetta al
parcheggio. Gran botta di fortuna, senza troppe inversioni ad U da buon
automobilista romano riesco a ritrovare l'ostello e caricare lo zaino nel
bagagliaio; e allora via, si parte verso nord per un itinerario di circa
450 km che mi riporterà a notte inoltrata in quei di Tallinn.
Decido di avvicinarmi verso la zona del parco di Sooma, anche se non
potro' fermarmi a lungo; presto finisce la strada asfaltata e inizia la
sterrata, Un grosso nido sopra un palo del telefono attira la mia attenzione:
2 bellissime cicogne !!! Immancabile foto dopo di che i pennuti decidono che
ero un tipo non troppo raccomandabile e si allontanano nel vicino campo;
risalgo in macchina, costeggio un bel lago e faccio una deviazione
per Viljandi un posto che di suo non dice molto (eccezzion fatta per le solite
belle e dolci ragazze) se non per la passeggiata nel parco delle rovine del
castello; un posto che ripaga a chi ci si reca con un panorama davvero
spettacolare sul lago.
Nei pressi di
Viljandi in localita' Pari, si trova un piccolo campo di volo; mi potevo mai
esimere dall'affacciarmi ? Certo che no ovviamente !! Purtroppo il tempo
non e' dei migliori e tutte le macchine sono in hangar; comunque faccio
la conoscenza di un gruppetto di volovelisti ai quali faccio un breve
riassunto delle innumerevoli vicissitudini che hanno accompagnato il cammino fino
all'agoniato brevetto; stupiti di quanto sia arduo prendere la licenza nella
tanto decantata Italia, con un'amichevole pacca sulla spalla mi invitano a
dare un'occhiata agli alianti; il mitico Blanik la fa da padrone: un aliante
massiccio nella sua bella livrea argentata: la voglia di volare non manca,
peccato il meteo non sia dello stesso avviso. Saluto i colleghi piloti
baltici che mi invitano a tornare in futuro per un bel volo sulla loro verde
terra; spero' davvero di poter tornare, chissa' ....... Rimonto
in macchina e mi inoltro per qualche km per le strade del parco
nazionale di Sooma: strade deserte circondate dalle immancabili
foreste, alternate a placide paludi; l'incontro con due pescatori e con un
pescione, credo un luccio appena pescato; non parlano mezza parola di
inglese ma cerchiamo ugualmente di comunicare: credo di capire che il pescione
preso in realta' e piccolo e che da quelle parti se ne prendono di ben piu'
grossi !!! Fotina ricordo e proseguo il viaggio. Inizia a piovere, anche
parecchio e visto la strada sterrata decido di tornare verso strade piu'
tranquille. Mi dirigo in direzione di Tapa; ad un incrocio nell'altra
direzione intravedo tre splendide ragazze che fanno l'autostop: niuno che si
ferma, ma che razza di paese e' mai questo ? Poco piu' avanti due
ragazzine fanno altrettanto, mi fermo e le faccio salire con i loro
zainetti della scuola, sono un po' timide ma parlicchiano inglese. Si fanno
quattro chiacchiere in compagnia e le lascio al paesello piu' avanti; poco
dopo un'altra ragazza mi fara' compagnia fino a Tapa ; di li mi dirigo verso
Vitna e poi alla volta di Palmse a recuperare il cellulare; la signora
dell'Ostello come mi vede mi saluta calorosamente e corre a prendere il
telefonino; gli racconto delle varie avventure passate in Estonia: ride
divertita, poi quasi si commuove quando gli dico in tutta sincerita' che
questo e' il posto piu' bello dove sono stato durante questo viaggio. Ha
ospiti, la saluto e mi godo le ultime ore di luce in quel magico posto
che e' il parco nazionale di Lahema e l'Ojarsee Hostel: seduto a gambe
incrociate perdo lo sguardo davanti al suo verde laghetto; ma non pago di ciò
decido di fare un ultimo trekkino intorno al lago; sono le 21 e 30 ma ancora
e' giorno. Mi incammino sulle rive del lago. D'improvviso un tonfo nell'acqua,
mi giro e vedo l'ombra di un castoro che si immerge nel lago pulito; stupito
mi apposto nella vana speranza che riemerga, cosa che puntualmente non
avviene, ma va bene cosi'. E' ormai buio mi rimetto in macchina e mi avvio
verso la citta'. Concedo l'autostopo ad un paio di ragazzi: aver visssuto
qualche situazione da autostoppista, aver ricevuto passaggi da persone
gentili, fa nascere una solidarieta' prima sopita verso chi chiede
un passaggio.
La periferia di
Tallinn e grigia e triste, retaggio del passato sovietico nulla a che vedere
con il magnifico centro storico. Dopo un po' di girovagare per le vie della
periferia imbocco uno stradone che mi porta verso il centro dove penero' non
poco per trovare un parcheggio dalle parti dell'ostello. In piena notte
Tallinn e' un brulichio di vita, gente acchittata che si aggira in cerca
di locali, ubriachi che prima si menano e poi pochi istanti dopo si
abbracciano, la polizia che interviene in pochi istanti .......
Sinceramente preferisco la Tallinn del giorno. Stanco vado a dormire. La
mattina dopo mi godo l'Old Town per le ultime ore; le ragazze sorridono ai
turisti: e' un sorriso sincero e non malizioso; in particolare le Post Card
Girls, ragazze che vendono cartoline libri e simili agli angoli delle
strade, ti salutano da lontano, ti chiamano praticamente e'
impossibile non farci 2 chiacchiere; non cercano di vendere per forza ma alla
fine e' quasi impossibile non prendere nulla ! Con loro si istaura un rapporto
che assolutamente non mi era mai capitato di avere con persone totalmente
sconosciute; ci parli anche per decine di minuti anche senza comperare nulla,
poi le saluti come delle amiche e se non fossi dovuto partire, probabilmente
una di loro l'avrei invitata la sera ....... Questa e' Tallinn, queste sono le
dolci Estoni (con le dovute eccezioni ovviamente) !!! Passeggiando lungo
una via sono attratto da una musica: e' la gente di un ristorante rumeno
che per attirar persone nel locale da vita a uno spettacolo in strada;
bellissime ragazze danzano a tempo di musica mentre altre servono assagini
delle pietanze; una ragazza dai lunghi capelli castano chiaro mi si avvicina
esegue un paio di passi di danza e si inchina offrendomi un
pasticcino; dopo un simile invito vorrei entrare nel ristorante ma lo
stomaco e' completamente chiuso dopo giorni con past a scartamento
ridotto. Il sorriso, la dolcezza di queste ragazze e' un
qualcosa che ti rimane dentro a lungo e che non si puo' scordare.
Girovagando
senza meta per le stradine dell'Old Town mi ritrovo in una piazza dove c'e'
uno spettacolo di danze popolari; la ragazza cartolina di cui prima tra le
tante cose mi ha spiegato che oggi e' la festa dell'Old Town; mi siedo a
guardare queste danze. Non faccio in tempo a sedermi che le allegre ragazze in
costune si avvicinanon al pubblico per coinvolgerlo; una ragazza mi
prende per mano e mi invita a ballare con lei in una buffa danza: e' bello
per chi viaggia da solo trovare imprevisti momenti di compagnia
tanto graditi quanto inaspettati !! Un paio di giri di danza poi si passa ad
un altro ballo molto divertente in cui praticamente mi ritrovo a brevi
intervalli a cambiare dama !!
E' pomeriggio,
l'ora dell'addio a questo magico paese si avvicina .......... Torno in
ostello, carico lo zaino in spalla e mi avvio verso il terminal
delle navi.
La nave si muove, un
ultimo sguardo verso la citta vecchia con i suoi tetti arancioni e le sue
guglie ... l'emozione e tanta, un velo di tristezza sale nel cuore ma
con la certezza di tornare. Ciao Estonia, terra in grado di stupire
con le sue foreste e il suo verde il piu' smaliziato dei
naturalisti, di far innamorare il piu' insensibile degli amanti, di
stupire con i suoi fari il piu' navigato dei marinai, di far sognare per
un momento chi non sa piu' sognare di ridare il piacere di sorseggiare con
calma una buona birra finalmente non annacquata , arrivederci Estonia,
una parte di me rimane qui !!!
Stoccolma mi accoglie nel
peggiore dei modi, sotto una pioggia battente: fa un po' freddo. Un
tassista mi aiuta a indossare il poncio e mi indica dove prendere il bus che
mi porterà in centro. Non e' piu' Estonia, la gente e' piu' fredda,
sicuramente gentile quando chiedi una qualche informazione ma non ti da'
l'anima come nella verde terra estone.
Lascio lo zaino al deposito
bagagli della stazione che riprendero' al mattino successivo, mattino
giusto perche' da quelle parti alle 3 e 30 e' gia' giorno !!!
La pioggia concede una tregua ed
ho modo di girovagare per la capitale svedese: prima meta la citta vecchia e i
suoi piccoli vicoli. Una piacevole passeggiata e qualche pigro scatto
negli scorci piu' caratteristici.
Verso l'ora di pranzo mi imbarco
su un pigro vaporetto che mi portera' sull'isola dove si trova il parco di
Skansen. La traversata per i canali della cosi' detta Venezia del nord e'
piacevole, incrociamo la mitica nave della Viking Line, legenda metropolitana
di molti adolescenti nostrani in cerca di avventure con il gentil sesso
nordico. Approdo sull'isolotto sede anche di un rumoroso parco di divertimenti
da cui arrivano le urla di ragazzi che si sottopongono a devastanti macchine
volta stomaco; ma vogliamo parlare delle viti con Paola ? Chi puo' capire
capisca, gli altri sulla fiducia.
Skansen e' un bel
parco in cui c'e' la bella ricostruzione del vivere scandinavo nei tempi
passati nonché una sezione dedicata agli animali scandinavi tenuti in
spazi umani e di primo acchitto non opprimenti; da padrone comunque la fanno
le anatre dalla faccia bianca, ognipresenti e simpaticamente fotogeniche
in allegri quadretti familiari; c'e' pure un castoro; uno strano animale che
sara' fonte della mia prima interazione con un connazionale, anzi una
connazionala che stupita chiede alla sua amica che razza di animale sia
questo; gentilmente la illumino sulla natura di questo "esotico
animale". La piacevole passeggiata prosegue. In vari recinti
trovano posto cavalli, pecore, due bellissime linci ma sicuramente
l'animale piu' impressionante e' il bisonte europeo; credo che sia la bestia
piu' imponente che mi sia mai capitato di vedere, un vero titano.
L'isolotto, anche al
di fuori di Skansen e' tutto un parco, con una miriade di paperotti vari che
pascolano indisturbati; mi nutro con due ottimi hot dog che la ragazza del
chiosco un po' stupita mi serve lisci, senza schifezze aggiunte.
Decido di
tornare verso la zona della citta vecchia e verso la stazione facendo una
lunga passeggiata; il tempo pur se bigio si e' ripreso e la pioggia non e'
piu' incombente.
Il lungo
canale, cosi' mi vien da chiamare la passeggiata che intraprendo per ritornare
in centro, e' sicuramente un bel susseguirsi di palazzi, vaporetti con o
senza ristorante annesso, antichi velieri uno dei quali riadattato
ad ostello, da provare. Gli spunti fotografici ci sono, peccato
per la luce davvero pessima che trasmette una malinconia che se pur presente
in quei momenti nel mio animo, non e' parte di questa bella citta' che pur nel
suo indiscutibile fascino, come ho avuto modo di accennare al contrario
per Tallinn, non trasmette quella atmosfera magica di citta' come Praga,
Tallinn o Venezia.
I passi si
fanno sempre piu' stanchi mentre raggiungo nuovamente la zona del centro; la
serata si prospetta lunga e pesante. Dopo una cena a base di una specie di
pizza consumata in un fast food, l'energia per tuffarmi in qualche
locale e' finita del tutto. E Stoccolma per i viaggiatori senza casa non e'
proprio il massimo dell'accoglienza: a mezzanotte il terminal centrale chiude
e poco dopo, alla una chiude anche la vicina stazione; e i poveri
viaggiatori in attesa del bus dell'alba per l'aeroporto ? Semplice, sono
costretti a vagare senza meta !!! Mi siedo stanco in un altro fast food
dove l'ultimo assurdo incontro mi attende: due eleganti signori, credo più o
meno della mia eta' molto gentilmente mi chiedono se voglio andare con loro in
un pornographic local !! Ringrazio ma declino l'invito !! Che
storia............ Sono circa le 2, nei pressi del terminal
diversi profughi si aggirano: ragazzette sole e altri tranquilli figuri
apparecchiati accanto ai bagagli attendono le 3 e 30 ora di riapertura del
terminal centrale. Uno scudetto Italia attira la mia attenzione: a questo
punto due chiacchiere con un compatriota ci stanno tutte. Parlottando
parlottando, il tipo mi racconta che e' di ritorno dalla maratona di Stoccolma
il suo compare ci raggiunge di li a poco. Tra una chiacchiera e l'altra il
mondo e' sempre piu' piccolo: vado a scoprire che l'altro l'atleta abita
piu' o meno in zona mia e che incrediiiiiiiibbile, negli anni che furono
ha partecipato al mitico torneo parrocchiale del Cristo Re: morale conosce un
sacco di gente nota; quando gli dico il mio nome ovviamente non gli e'
nuovo: molto probabilmente ci siam incrociati sul devastante campetto
parrocchiale in chissa quale antica memorabile sfida. L'Italia, Roma, il
quartiere e' ormai vicinissimo anche nella fredda e inospitale notte di
Stoccolma !!!
L'aereo puntuale
effettua la sua corsa di decollo, il tempo per godermi il decollo e gli
occhi, stanchi si chiudono per riaprirsi ormai nei pressi dell'aeroporto
dell'Urbe giusto in tempo per sentire la vaccata di un napoletano che con fare
da cicerone esperto illumina la consorte sostenendo che stavamo sorvolando l'Eur;
non c'e' che dire siamo davvero in Italia !!!
La Fiesta, calda ed
impolverata mi aspetta ormai da 10 giorni. Il tragitto da Ciampino a casa
sara' allietato dalla compagnia dei due atleti incontrati nella fredda
notte di Stoccolma che mi son offerto di riportare a casa visto la
vicinanza delle rispettive meson. Un rapido saluto e uno scambio di cellulari,
in vista di una eventuale rimpatriata con le vecchie conoscenze di quartiere. Sono
a casa.
Gianluca gstracca@tele2.it
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