MAGICA ESTONIA,  SULLE TRACCE DEL FILO DI ARIANNA
Diario di viaggio 2005

di Gianluca Stracca

 
 
 
    Ciao Amici tutti,  per chi ha la voglia di rivivere con me i  ricordi, le  emozioni,  ecco il racconto del magico viaggio da me intrapreso in solitario in quella magica terra chiamata Estonia; e' lunghetto ma spero di non annoiarvi anzi di riuscire a trasmettere alcune delle tante emozioni vissute in questo viaggio incredibile.
 
 
 
Premessa: sulle tracce del filo di Arianna e' un'omaggio al caro amico Roberto e al suo emozionante libro di racconti di viaggio zaino in spalla e macchinetta fotografica al seguito conditi da belle riflessioni sul senso della vita e non solo
    
Le otto di mattina di un caldo venerdì di maggio; lascio la fida Fiesta nel parcheggio libero dell' aeroporto di Ciampino e mi avvio al checkin: sono il primo. Sbrigo le formalita' di imbarco e ben presto sono a bordo del 737 di Ryanair che mi portera' a Stoccolma.
           Si decolla, il suolo si allontana rapido sotto di me ma,  ormai il volo e' cosa nota !
          Siamo sulle alpi, lo spettacolo e' davvero magnifico: le bianche vette si stagliano sotto di me illuminate da un'abbagliante sole estivo; un pizzico di turbolenza smuove le ali, piu' che una turbolenza la definirei una dolce vibrazione; incredibile ma c'e' chi chiede del sacchetto, un sorriso scaturisce spontaneo sul mio viso ......
     In prossimita' dell'aeroporto di Skavista, il paesaggio e' bello e insolito, assolutamente diverso da cio' che mi e' familiare: un'infinita' di laghi e laghetti che si confondono con il mare. In atterraggio ho la possibilita' di osservare ancora meglio questo insolito paesaggio con un bellissimo circuito con virate a bassa quota su questi splendidi paesaggi.
 
      Il torpedone che mi porta da Skavista a Stoccolma viaggia tranquillo tra verdi paesaggi svedesi e casette che sembrano fatte di lego; un paesaggio che mi accompagnera' da questo momento in poi !! 
 
      Ci avviciniamo al centro di Stoccolma quando, imponente e triste si staglia alla mia vista .............. Il Palazzone dell' Erikson !! Una grossa risata tra me e me e un pensiero al fratello dirigente.
 
     Sbirciando dal finestrino vedo della gente affacciata da un cavalcavia che getta qualcosa sui praticelli di mezzeria della strada sottostante; aguzzo la vista e mi accorgo che sul ciglio della strada ci sono decine di simpatici coniglietti ...... Come direbbe una persona nota a molti  ............. Che storia !!!!.
 
     Il Bus n°33 mi porta dalla stazione centrale al terminal delle navi di Stoccolma. Entro nella sala per il checkin; una bolgia di gente e temo il peggio,  prendo il mio bel numeretto ed incredibilmente dopo 5 minuti sono con la carta di imbarco in mano !!! 
 
     Salgo a bordo della Ms Victoria,  prendo possesso del posto in cabina dove trovo gia uno dei miei compagni di viaggio; un grasso e gentile signore estone sulla cinquantina di ritorno dall' occidente per lavoro; una simpartica persona che avra' dalla sua ll terribile difetto di russare come mai mi sia capitato di sentire; fortuna che sono sempre attrezzato con i miei tappi per le orecchie, mai come questa volta utilissimi !!! Piu' tardi si aggiungeranno anche un ragazzo di colore con il suo bambino; ha sposato una ragazza estone ed e' proprietario di un ristorante africano a Tallinn.
 
      La nave e' molto bella, di gran lusso direi con tutti i tipi di confort, compreso il casino',  la discoteca,  ristoranti,  pub e quant'altro ci possa essere su una nave da crociera; durante la navigazione non manchera' un gruppo che suona dal vivo ed infine un bellissimo music show con cantanti molto bravi, ballerine poco vestite ma assolutamente non volgari e un repertorio decisamente piacevole.
 
          La nave lascia il porto di Stoccolma in una tiepida serata nordica,  la temperatura mite e il giorno infinito invitano a godersi il panorama dal ponte della nave. Il paesaggio e' un qualcosa di unico, assolutamente nuovo per me marinaio del Mare Nostrum: praticamente il mare non e' un mare; e' una specie di grosso fiume non troppo largo con un susseguirsi di isole ed isolotti tra le due rive del mare-fiume. La nave non supera i 5-6 nodi,  il paesaggio e' rilassante e romantico come pochi ma  tra me e me penso: "Va beh mo' il porto fluviale finisce ed inizia il mare!" ; manco per sogno 1, 2, 3, 4, 5 ore ed il paesaggio non muta !! Mi rassegno e vado in cerca di qualcosa da mangiare,  poi mi godo la serata da crociera vagabondando qua e la, sue giù per i vari ponti della nave passando da una birra ad uno show, da uno show ad  una birra,  la favolosa Saku di cui non sapro' piu' fare a meno. Alla fine esausto, nonostante la notte non ne voglia sapere di arrivare, mi ritiro in cabina.
 
     Il mattino dopo mi sveglio con le guglie di Tallinn che si stagliano all'orizzonte; incredibilmente il mare nella notte e' diventato tale e la nave finalmente viaggia in modo degno di una nave in un mare degno di tale nome !!!
 
    Un vecchio rimorchiatore passa sottobordo,  Tallinn si staglia bellissima con i suoi tetti arancione e le sue guglie innanzi ai miei occhi; allora Tallinn esiste davvero ....... Cacchio sono in Estonia !!!
 
      Sbrigate le formalita'  portuali mi avvio verso il centro; il clima e' davvero piacevole, un fresco frizzante tendente al tiepido con un bellissimo cielo azzurro come in una nostra tersa giornata invernale. Avviandomi verso il ceontro citta', mi colpiscono le strane fattezze di un edificio dagli  strani pannelli colorati in plastica in corrispondenza delle finestre. Cammino verso la città vecchia, il peso dello zaino non si fa sentire,  più forte e' l'eccitazione e la curiosita' che  invadono la mente ....... non ci credo ancora ripeto a me stesso, sono in Estonia !!!
 
       Cammina, cammina, decido che e' ora di dirigersi verso l'ostello. Chiedo informazioni a due tizzi che prima provano a spiegarmi dove si trova la Parnu' mantee ma alla fine decidono di accompagnarmici personalmente; li ringrazio cordialmente e finalmente raggiungo l'ostello. Mi accoglie un ragazzo ben vestito, molto gentile e con un buon inglese. MI mostra la camerata, pulitissima ed accogliente. Poggio lo zaino,  il tempo di una doccia e sono in strada, questa volta con in spalla solo lo zainetto fotografico pronto ad immortalare ogni angolo della citta' !!
 
      Tallinn e' davvero bella, si respira un'atmosfera di quelle che hanno poche citta', citta' come Praga e Venezia, un'atmosfera raccolta, di festa in cui dietro ogni angolo puo' esserci una sorpresa, uno scorcio unico,  un incontro magico ed irripetibile.
    L'Old Town e' tutto un susseguirsi di vicoli, scalinate,  tetti a guglia. E'  bello aggirarsi in questo dedalo di stradine senza una meta ben prefissata,  per poi trovarsi di fronte d'improvviso a spettacoli come la chiesa ortodossa Alexander Nevsky che bianchissima si staglia verso l'alto nel cielo  con le sue imponenti guglie scure. Mi aggiro per la citta' ; c'e' tanta bella gente ma, con immensa e gradita sorpresa, almeno per ora nessun italiano in giro !! Da quello che avevo letto,  temevo il peggio ma si vede che ho scelto un periodo ancora buono. Così sara' fino all'ultimo giorno, senza la minima nostalgia, anzi ........
 
          La sera conosco in ostello un ragazzo inglese di colore dalle sembianze e dalla voce un po' di Pele' (O' rey), un gran chiacchierone con cui vado a cena in uno dei tanti locali presenti in citta': strani sapori che mischiano il dolce ed il salato  ma,  van giù riempiendo lo stomaco vuoto; poi ad accompagnare la cena c'è la favolosa birra Saku !! Poi l'inglese mi costringe a seguirlo nella mitica discoteca Holiwood che in realta' per quanto decantata un po' mi delude: e' piccolina, musica orrida, e nonostante le tante belle bimbe in giro dopo non molto e un paio di birre, non ce la faccio piu' e scappo....... Quattro passi nell'old town by night e poi a ninna, l'indomani mi aspetta una lunga giornata.
 
      Di buon mattino dopo un abbondante colazione fornita dall'ostello e salutato l'amico d'oltre manica, dalla stazione centrale dei bus mi imbarco sul torpedone  alla volta di Palmse nel Parco Nazionale di Lahema; questo sara' uno dei posti piu' belli che avro' il piacere e la fortuna di visitare in questa magica terra. Purtroppo mi tocca aspettare fino alle 13 per trovare il bus che fermi presso Vitna il centro piu' vicino a Palmse dove si trova il centro visite del parco. Il trasferimento mette a nudo i brutti e tristi casermoni   al di fuori dell'Old Town ma passata la periferia della capitale, l'Estonia rivela tutto il suo essere verde,  verde ed ancora verde un colore che mi accompagnera' per tutta la durata del viaggio senza soluzione di continuità !!
    Scendo a Vitna;  per raggiungere Palmse mancano ancora 8 Km da percorrere o a piedi o in autostop. Lo zaino in spalla mi suggerisce di optare per la seconda ipotesi; fortuna vuole che sul bus c'era una signora che a gesti mi fa capire che aspetta i figli e che mi possono dare un passaggio; arriva un bel fuoristrada, i tipi parlicchiano inglese, gli dico che sono italiano e alla fine mi saluteranno con un simpaticissimo "Arrivederci !!".
       Appena a Palmse mi reco alla direzione del parco per avere maggiori info. La signora della direzione tira fuori una bella carta e mi da' un'indicazione di massima dei posti e dei percorsi piu' belli e facilmente raggiungibili da li; contatta anche l'ostello avvisando del mio arrivo; unico neo non ci capiamo benissimo sull'indicazione per raggiungere appunto l'ostello e dovro' penare un po' per imboccare la strada giusta. Il posto comunque e' talmente bello ed e'  talmente piacevole passeggiare in quei luoghi che la cosa non mi pesa affatto; alla fine giungo in uno dei posti piu' incredibili dove abbia mai  dormito: L'Ojarsee Hostel. L'ostello una fattoria riadattata si trova nel bel mezzo della foresta adiacente ad un laghetto molto suggestivo. Mi riceve la titolare, una simpatica signora di mezza età che parla un discreto inglese; mi offre una tazza di tè gli racconto un po' di me e cosa faccio da solo in giro per l'Estonia in mezzo alle foreste. Resisto poco al chiuso e via per il primo trekkino in mezzo alla foresta dietro l'ostello;
      Per la cena mi reco al vicino albergo dove un dolce e carina cameriera mi offre una discreta cena (consumero' qui le migliori cene di tutta l'Estonia). In sala mi fanno compagnia due signori tedeschi. Non ricordo bene come, ma iniziamo a parlare e con immenso piacere, scopro che uno dei due e' un  birdwatcher. E' estremamente gratificante parlare con gente di altri paesi, altre culture che condivide le stesse passioni, le stesse emozioni; ogni sensazione che si riesce a trasmettere e'  amplificata 10 volte,  cosi' quando mi racconta di aver visto "one fish eagle" il mio stupore,  la mia meraviglia e gioia traspare da tutti i pori !!
 
     Il giorno successivo quando apro gli occhi e guardo fuori dalla finestra della mia stanza,  i miei occhi sono ancora increduli nel trasmettere una tale vista al cervello; ma si e' tutto vero: la foresta, il laghetto il profumo di resina: e' Estonia !!!  MI reco a far colazione al solito albergo dove la solita cameriera praticamente mi serve un pranzo !! Mi affitto una tranquilla bici, assolutamente non una mountain bike ma fornita di cambio, un comodo sellino e un andatura molto riposante. Inizio a pedalare in mezzo ad uno degli scenari piu' incredibili; pedalando pedalando si alternano zone aperte a zone di foresta, poi  l'incontro con la prima cicogna che pascolava;  piu' emozionante quello con un grosso rapace in lontananza,  forse un aquila pescatrice ma al momento non ho il binocolo  con me. Raggiungo  una casa padronale. Proseguo e ai lati della strada in prossimità del margine della foresta intravedo due percorsi che percorrero' a ritorno. Dopo alcuni chilometri arrivo al mare presso Altya un antico villaggio di pescatori. L'incontro con un pigro gabbiano che riposa accovacciato su uno scoglietto che invece che volar via mi prende a male parole ma non si muove e  opss ..... forse sta covando !! E io lo punisco con una serie di belli scatti !! MI rilasso al sole con il piacevole brusio di una comitiva di ragazzini che mi accompagna. La giornata pero' e' ancora lunga; salgo di nuovo in sella e mi avvio a fare il primo dei due trek che affrontero'  nella giornata: il sentiero del castori. Manco a dirlo, si tratta di una bellissima passeggiata lungo il fiume in un ambiente in cui questi simpatici roditori la fanno da padrone; tutto il fiumiciattolo e' costellato delle loro incredibili dighe che i laboriosi animaletti costruiscono per adattare il fiume alle loro esigenze. A vedere le dighe, e' quasi incredibile pensare che siano opera di ingegneri a quattro zampe !!  Tutto intorno e' il trionfo delle felci,  grandi piccole, ancora chiuse un vero campionario completo su queste antiche piante; mi soffermo a scattare qualche foto degna di un testo di botanica, poi proseguo la mia passeggiata che presto mi riportera' al punto di partenza.
         Di nuovo in sella,  pochi chilometri ed eccomi all'entrata di  Hoandu, la foresta incantata !! Un bel viale si inoltra verso il cuore di questo tempio della natura. All'imbocco del sentiero un cartello indica le norme di comportamento da tenere durante il percorso; le solite cose penso tra me e me ma ben presto scoprirò che alcune raccomandazioni vanno assolutamente rispettate azz !! La foresta e' maestosa, un trionfo di profumi,  un costante concerto della natura: il canto degli uccelli e' una magnifica colonna sonora ai miei lenti e oculati passi spesso interrotti da lunghe pause per contemplare la meraviglia che mi circonda. Il percorso e' ben segnato e scopro ben presto del perché sul tabellone all'inizio del percorso si raccomanda di restare sul percorso segnato; faccio qualche passo al di fuori di esso per scovare un taglio di immagine particolare e mi rendo immediatamente conto che sotto di me il suolo sprofonda in un morbido quanto delicato tappeto di muschi, licheni e quant'altro compone il sottobosco: mai mi era capitato di vedere un ambiente cosi' intatto; immediatamente mi riporto sul percorso segnato per non danneggiare ulteriormente questo straordinario terreno; faccio il mea culpa e proseguo !!  Altro aspetto molto spettacolare della foresta di Hoandu e' la presenza di enormi alberi abbattuti, probabilmente dalla forza del vento o dal peso della neve, che mostrano l'immenso dedalo e groviglio di radici perfettamente intatto che ancora trattiene il terreno in una incredibile ed interessantissima enorme zolla di terra sospesa; uno spettacolo che in questa foresta e' piuttosto frequente, quanto ogni volta incredibile a vedersi !  
        Il percorso volge al termine mi guardo indietro per un ultimo sguardo a questo posto incantato; slego la bicicletta e mi avvio  verso la strada del ritorno. Dietro una curva un magico quanto breve incontro: una simpatica famigliola di cinghiali che tranquillamente pascola al margine della foresta sul ciglio della strada; il tempo di vedere mamma cinghiale e i piccoletti dal mantello striato; e' un'attimo: l'incrocio di uno sguardo, lo stupore reciproco e il gruppetto si rifugia nel folto della boscaglia.scomparendo alla mia vista. Ma le sorprese per la giornata non sono finite. Pedalando in uno spazio aperto vedo in lontananza la sagoma di un qualcosa; potrebbe essere un uccello ma cacchio quanto e grosso ! Privo del binocolo aguzzo la vista in barba al mio ipermetropismo che da lontano deve sottostare ai miei 10/10 ; cerco di  capire di cosa si tratta; si, la testa si muove a sinistra e a destra, si tratta indubbiamente di cosa viva !! Troppo lontano per scattare una foto,  rimango in attesa dei suoi prossimi movimenti; dopo un paio di minuti, spicca il volo e in un batter d'occhio mi passa sopra: con buona probabilita' ho appena visto la mia prima immensa stupenda gru !!! Credo che mai in un solo giorno ho vissuto tante emozioni da naturalista, evviva !!! 
     
        La mattina seguente intorno alle 6 e 30 zaino in spalla mi avvio verso la strada principale in cerca di un passaggio per Vitna; mentre penso al da farsi, Lahema mi riserva un'ultima grande immensa emozione: sulla stradina che sto percorrendo una fresca orma di orso si staglia netta; e' freschissima: proprio in quel punto un orso a fatto quattro passi chissa' , magari pochi minuti prima !! Poi speranzoso di trovare un passaggio per Vitna, faccio il cenno dell'autostop alla prima macchina che passa. Si ferma subito, mi affaccio e al volante c'e' una bellissima ragazza in un elegantissimo taier rosso; e' un insegnante di lingue nella scuola di Vitna; la ringrazio cordialmente e  mi siedo in attesa del bus per Tallinn da cui partiro' alla volta di Hapsalu; la giornata e' iniziata bene ma  non sara' delle migliori.
 
        Arrivo alla stazione dei bus di Tallinn, una rapida occhiata al tabellone con gli orari dei pulmann e in breve sono con il biglietto per Hapsalu' in mano.
         La strada che porta ad Hapsalu', per usare la stessa terminologia della preziosa guida della Lonely Planet e' una facile strada piena di buche; capisco il perché  ed immagino che le sospensioni dei bus Estoni abbiano spesso bisogno di revisioni. Tra una buca e l'altra il paesaggio e' il solito; ampi spazi alternati a zone si foresta, con la pressoché totale latitanza di alture; si,  se non potete fare a meno delle montagne,  beh non venite da queste parti !!!
          Arrivo ad Hapsalu stanco e un po' rincitrullito dalle buche,  mi siedo su una panchina e quasi,  ripeto quasi in tempo  ma non del tutto mi accorgo che puzza un po' troppo di vernice; quanto basta per rovinare la giacca e zozzaree lo zainetto fotografico; sulla panca ovviamente c'era un bel cartello con scritto si vernice fresca, ma in estone ma porca........... Va beh la prendo con filosofia la questione e mi avvio in cerca di un posto dove affittare una macchina. Il programma prevede infatti di visitare la riserva ornitologica di Matsalu che e' piuttosto mal collegata, con i tempi stretti necessito del mezzo proprio per effettuare l'escursione. Purtroppo chiedi di qua, chiedi di la non c'e' un'auto a pagarla oro !! Uffa, la giornata cominciata alla grande volge al peggio. Per fortuna chiedo un'informazione ad una ragazza che si mi dice che non mi puo' aiutare, ma nel far cio' mi tira fuori un sorriso che avrebbe fatto resuscitare un morto: il sorriso delle estoni e' davvero qualcosa di speciale,  spontaneo, sincero,  assolutamente fantastico e unico !!!  Ben presto mi rassegno e devo rinunciare a Matsalu,  paradiso degli ornitologi una buona scusa per tornare da queste parti in futuro. A questo punto, in'attesa del bus del pomeriggio per Hiumaa,  approfitto del tempo perso per fare quattro passi per Hapsalu.  La cittadina e' molto tranquilla, direi anche solare se non fosse per il cielo bigio che rende tutto un po' triste; le tipiche case di Hapsalu sono variamente colorate, tutte in legno, tutte molto simili. Alla stazione la drammatica conversazione con le due comari che sono al deposito bagagli che giustamente, non parlano una parola di inglese ma,  alla fine ci capiamo e gli ammollo lo zaino per qualche ora ma che faticaccia !!!
       Il cimitero di Hapsalu e' un luogo molto sereno, verde assolutamente non lugubre, caratterizzato da croci di ferro su belle lapidi in pietra, solitamente grigia; la gente  passa di li anche semplicemente per passeggiare, fa parte della citta'  e a separarlo dalla strada adiacente, un piccolo muretto alto poco piu' di un metro. I cimiteri estoni sono tutti di questo tipo,  sono posti assolutamente piacevoli e non lugubri che, sempre nel rispetto per chi non c'e' piu', invitano ad essere visitati nella loro verde e ospitale tranquillita'. Fanno parte intrinseca del vivere quotidiano delle cittadine di cui fanno parte integrante, senza opprimenti e tristi muri di cinta (vedi Verano !!).
     
        Hiumaa, la seconda isola per grandezza dell'Estonia mi accoglie sotto la pioggia.  Scendo alla fermata centrale di Kardla e mi avvio verso l'ostello; si l'ostello ma, aime' e' completamente tristemente, desolatamente chiuso; c'e' un numero di telefono a cui rivolgersi  ma in quel momento non so che farmene privo del cellulare e di carta telefonica, da poco esaurita. Ok, niente panico sono solo le 23,  piove sono mille miglia lontano da casa e non so dove andare a dormire......... che sara' mai ? MI aggiro sotto il mio poncio color blu per le deserte vie della cittadina isolana; un bar, al suo interno due tizi che in due fanno uno che parla un inglese "very little"; gli spiego la situazione. Parlottano un po'  tra di loro dopo di che si rivolgono alla signora del bar; questa a sua volta  va nel retro e dopo poco esce l'Oste, il Boss o chi per lui; non parla una parola di inglese ma intercala la dicitura "Italiano" tra una frase incomprensibile e l'altra; se non altro ha capito che vengo dall'Italia !! Alla fine  fa cenno di seguirlo. Per farla breve mi fittano la loro accogliente mansarda per 15 euri ! Gran botta di fortuna a fine serata. L'indomani, sempre a gesti gli faccio capire che mi serve una macchina; l'Oste sempre gentile e con la solita 'intercalata "italiano"  ormai immancabile, mi accompagna presso una piccola casa da dove escono due tipi che finalmente parlano un'inglese decente; chiedo di poter fittare una macchina, la piu' piccola disponibile: per tutta risposta mi viene affidata una mitica mercedes anni 80 a cambio automatico !! 
         Messa la benzina in un complicatissimo self-service-service trappola per turisti, sotto un'infida pioggerellina mi avvio all'esplorazione dell'isola. Prima tappa Ristimagi, nelle cui vicinanze si trova la collina delle croci, una zona manco a dirlo verdissima. In questo posto, gli ultimi 1200 abitanti svedesi di Hiumaa si riunirono per un rito religioso prima di lasciare per sempre l'isola, nel 1781; da allora e' tradizione per chiunque si rechi per la prima volta sull'isola lasciare una croce. Il posto e' molto suggestivo, il profumo delle conifere impregna l'aria umida in modo intenso e piacevole; scatto qualche foto dopo di che di nuovo in macchina sulla via dei fari di Hiumaa.
          La strada asfaltata finisce ed ora seguo una bella sterrata; dopo qualche km arrivo nei pressi della costa presso il faro della penisola di Tahkuna. L'ambiente assomiglia a quello che può essere una nostra zona costiera a dune; unica differenza, quella che sarebbe la macchia ................. e' a conifere !!!!  Il faro si staglia alto sull'orizzonte, inconfondibile nella sua mole alta un po' triste per il cielo grigio di pioggia; immancabili foto. Segue un momento di riflessione: in questo luogo si e' svolta una delle più cruente battaglie della seconda guerra mondiale in cui le truppe Russe furono sterminate fino all'ultimo uomo che, secondo la versione russa si lancio dalla cima del faro sparando fino all'ultimo contro le truppe tedesche; a ricordo di ciò c'e' un triste monumento; nelle vicinanze c'e' anche un piccolo buncher che con grande rammarico non posso visitare essendo privo di lampada azz !!!  
     Risalgo a bordo della mitica Mercedes alla volta del faro di Kopu un luogo che rimarra' impresso nella mia mente a lungo. Nel frattempo Hiumaa non smette mai di stupirmi; il verde dell'isola nonostante la non bellissima luce per la giornata piovigginosa e' abbagliante,  i profumi dell' infinita foresta che ricopre tutta l'isola inebriano la mente e lo spirito rendendo ogni istante unico ed irripetibile. Infine, eccomi in prossimità del faro di Kopu: una chiara indicazione mi indica di accostare a destra; a differenza di molti fari,  questo si trova piuttosto nell'interno. Mi appare la sua imponente mole che dal 1504 si staglia in questo punto indicando la strada ai frequentatori di questi freddi mari nordici. Scatta l'emozione: l'antica tradizione marinara di famiglia mi prende e mi guida su per gli angusti scalini che portano in cima alla lanterna; un pensiero a papà che certamente dal Ponte di Lassù mi segue come in ogni momento ma che in quel momento sento particolarmente vicino ; il tutto e' magicamente attorniato da una splendida solitudine che amplifica a mille tutte le sensazioni; gli scalini  sembrano non finire mai e la pur presente stanchezza comunque non si fa sentire. Infine l'ultima rampa di scalette in legno mi porta in cima; esco fuori e innanzi ai miei occhi si presenta una della visioni piu' incredibili: sotto di me e tutto intorno a me, un infinito mare di foresta,  poi in lontananza il mare !!! Manca il fiato e tra me e me penso che questo da solo varrebbe la pena del viaggio. Il vento freddo soffia implacabile ma ci sta tutto. Rimango in contemplazione non so per quanto tempo,  poi scatto qualche foto sperando che riescano almeno in parte a trasmettere quelle sensazioni uniche, difficilmente riproducibili.  La sotto vedo arrivare un pulman carico di turisti,  probabilmente una scolaresca; mi allontano da quel santuario del mare prima che l'arrivo della folla rompa l'incantesimo ...........  Risalito in macchina dirigo la prua alla volta del porticciolo da cui parte il traghetto che mi portera' alla volta dell'altra maggiore isola estone, Saaremaa.
         Sono in anticipo;  abbandonata l'auto come d’accordo presso la biglietteria,  salgo a bordo quando ancora cio' non sarebbe possibile; esploro questo piccolo traghetto in lungo e largo, prima dell'arrivo della burrasca !!  La burrasca arriva con 4 torpedoni che scaricano una mandria di ragazzini festanti che  faranno da colonna sonora a tutta la traversata: un casino allucinanante mai pria sentito !!  Ecco come definire l'allegro vociare della scolaresca; un qualcosa di immondo e pazzesco, ma in fondo i ragazzini nordici sono carini e si sopporta una tale frastuono con il sorriso,  suvvia, anche questo fa parte della cultura e la conoscenza di un popolo !!  Quando la mandria si allontana dalla sala, un silenzio irreale avvolge il locale.
        Una volta conclusa la traversata,  devo rimediare un passaggio per il villaggio successivo da cui parte la corriera per Kuressarre, capoluogo di Saaremaa; la mia attenzione viene carpita da un pulmann privato mezzo vuoto; busso e chiedo un passaggio; quello che sembra il gran capo della comitiva mi fa cenno di salire. Quando si dice il destino: chiedo che tipo di gruppo sia questa comitiva; non ci credo: si tratta di un gruppo di studenti di geologia dell'universita' di Tartu' in escursione didattica !!!  Gli racconto dei miei trascorsi universitari,  dello zio prof; mi sento a casa !!I I ragazzi  mi fanno vedere un po' di serci raccolti, si parla di geologia dell'Estonia, ascolto mentre cantano alcuni brani popolari. E' questo uno dei momenti dal punto di vista umano  piu' belli  di tutto il viaggio.
       Ben presto arriviamo al villaggio per il quale avevo chiesto il passaggio; mi affaccio per scendere ma il prof mi blocca, mi dice che stanno decidendo sul da farsi; un paio di minuti e mi informa che hanno  deciso di proseguire oltre Kuressarre e quindi che sono ben lieti di portarmi fino in citta: FANTASTICO !!!  Ritorno dai simpatici studenti che  mi riaccolgono calorosamente, ormai appartengo all'universita' di Tartu' !! 
         Nel tragitto ci fermiamo presso Angla,  località dove si trova il meglio conservato complesso di mulini a vento di tutta l'Estonia; ho il tempo di fare qualche scatto con la luce meravigliosa della 9 di sera; purtroppo non posso fare tutti gli scatti che avrei voluto ma va bene uguale. Arrivo a Kuresarre, saluto studenti,  ringrazio prof e assistente e mi avvio verso l'ostello. MI accoglie alla reception una signora sui 50,  mi chiede i soliti dati personali e mi accompagna alla stanza: camerata con piu' letti ma come gia accaduto piu' volte durante questo viaggio, la stanza e' tutta per me. Una rigenerante doccia in un pulito bagno e poi mi svacco un po' sul letto a riposare, un po' di stanchezza inizia a farsi sentire. La sera un breve giro per Kuressarre che by night e' un po' morta; trovo un locale dove consumo la solita cenetta con piatto unico non particolarmente gratificante ma in compagnia della immancabile favolosa pinta di Saku, la birra nazionale !!!  A nanna presto. L'indomani decido di prendermi una giornata di discreto relax visto il programma non proprio rilassante del giorno successivo (come del resto il programma di tutti i gironi dal momento che ho lasciato l'Italia !!).
    Di buon mattino preparo lo zaino,  lo lascio alla recepiton; via in strada. Faccio colazione in piazzetta; colazione beh un mezzo pranzo in realtà  comunque mi nutro........... Kuressarre di giorno e' una simpatica cittadina; visito il mercato pieno di bancarelle che vendono ogni sorta di oggetti; rimango colpito dal furto di pesce perpetuato da un intraprendente gabbiano al banco del pesce, con il micio che osserva frustrato ma impotente la scena dal basso !!  Mi avvio verso il cuore della citta' rappresentato dal castello,  il migliore in quanto a stato di conservazione di tutto il baltico. Gran bel posto immerso in una tranquillità lontana mille miglia dal caos cittadino a cui siamo tristemente abituati; manco a dirlo mi dedico allo scatto di numerose foto, gli scorci non mancano:  le torri, il fossato dove placidi indugiano nel sonno alcuni germani reali che si lasciano trasportare dalla lieve corrente ma sempre pronti ad azzuffarsi con eventuali simili che si affacciano troppo da vicino nel loro territorio; si, ho scoperto che in realtà le placide anatre tra un qua qua e l'altro, sono delle gran casinare ed attacca brighe !!!  Il sole e' tiepido e invita allo svaccamento totale sul praticello del castello; nel dormiveglia  penso al viaggio infinito che mi aspetta di li a poche ore: Kuressarre - Tartu'  pulmann + nave piu' pulmann per un totale di 5-6 ore abbondanti ......... Mi riappisolo e mi godo ancora un po' di relax in questo incantevole parco.  Alle 15 e 30 in punto parte il torpedone per Tartu'. Il viaggio e' piacevole, il verde lussureggiante dell'isola ci accompagna fino al traghetto che ci portera' sulla terra ferma; nel passaggio tra due lingue di terra ravvicinate, uno spettacolo incredibile si presenta ai miei occhi che quasi si inumidiscono per la meraviglia e per il fatto di non potermi fermare ad ammirare con calma un simile spettacolo: decine e decine di meravigliosi cigni selvatici  si trovano in totale splendida libertà  a poche decine di metri dalla strada: vorrei scendere e osservarli piu' da vicino ma il torpedone inesorabile continua la sua marcia; mi sento impotente e mi rassegno.
       Il viaggio   prosegue,  la strada non e' delle migliori e le buche al solito si fanno sentire, ma il bello deve ancora venire; si perche' di li a poco la strada asfaltata finisce e inizia una sterrata !!!! Siamo nella zona del parco nazionale di Sooma, una zona ricca di foreste,  paludi e acquitrini; il verde al solito e' infinito e abbagliante; costeggiamo un lago,  diversi villaggi ed infine la strada torna ad essere asfaltata: l' agoniata meta si avvicina. Scendo alla stazione centrale di Tartu'  mi guardo un po' in giro;  decido di chiedere informazioni all'autista del torpedone che incredibilmente mi fa risalire e mi porta con l'elefante di metallo all'incrocio con la via dell'ostello (secondo voi una cosa del genere sarebbe possibile qui da noi ? Io credo di no !!).
        In ostello mi viene assegnata una bellissima singola con tanto di cucina, tv e bagno in camera !!! Alla sera una passeggiata in centro, mi porta in un pub un po' country in cui un simpatico duo chitarra e basso allieta la cena, segue una ricca dormita l'indomani la giornata si prospetta moolto lunga; il programma e' il seguente: visita di Tartu' ,  accattamento di macchina da poter lasciare il giorno seguente a Tallinn, dopo di che lungo itinerario on the road con programma ancora al momento non ben definito con affaccio finale a Palmse e al suo favoloso ostello nella foresta per recuperare il cellulare che giace sul comodino di detto ostello;  notte a Tallinn e poi aime' dopo la mattinata e il primo pomeriggio nella capitale estone, imbarco sulla nave che mi ripotera' a Stoccolma.
      Tartu' e' una ridente cittadina universitaria,  molto meno occidentalizzata della capitale detta anche Talsinky per il suo fare il verso alla vicina Helsinky. Al solito il verde e' molto esteso; c'e' anche un placido fiume che l'attraversa. Il cuore della citta' e Raekoja Plaz dove si trovano alcuni degli edifici piu' rappresentativi, tra cui il municipio con la sua bella torre orologio che pare sia stata eretta per ricordare agli studenti l'orario e non far tardi alle lezioni ! In piazza c'e' anche l'ufficio informazioni che pero' aprira' piu' tardi: sono le 8 del mattino !! Ne approfitto e nel frattempo visito la parte alta della citta, la collina di Toomemagi  dove si trova gran parte della città universitaria. Salendo su per la strada che porta nella città alta, passo davanti alla scuola si musica di Tartu' : e' piacevole sentire le allegre note degli studenti che si esercitano in piacevoli melodie ...... un pensiero al Petti non puo' mancare !!! Proseguo la mia salita; cio' che mi colpisce e' la tanquillita' e il verde di questa università, nulla a che vedere con la caotica ed affollata Sapienza.  Immensi parchi circondano tutta la zona. Infine una capatina a vedere un'antica chiesa gotica ormai in rovina,  un'immagine non troppo solare ma suggestiva e per concludere  una puntata a vedere la torre dell'osservatorio in onore del fratello astronomo . Torno all'ufficio informazioni dove una gentilissima ragazza mi da tutte le informazioni per fittare la macchina,  mi fornisce una carta della zona e prova addirittura a cercare di capire che razza di aeroporto andavo cercando in quei di Ridali ...... Purtroppo per mancanza di tempo non potro' passare nel centro nazionale di volo a vela estone ma ad ogni modo un affaccio in un campo di volo estone pur senza volare causa cattivo tempo ci sara' !! Mi incammino carta alla mano per raggiungere il posto dove fittare la macchina; cammina cammina alla fine scatta qualche dubbio e mi impalo ad un incrocio; una gentile ragazza si avvicina e mi chiede se serve aiuto (ma quando mai in Italia !!) Comunque anche se a molti di voi sembrerà strano ero ad un passo dalla meta.
       Il tipo del City Rent Car parla un inglese quasi stucchevole del tipo "The pen is on the table".  Mi ripete almeno quattro volte che all'eroporto di Tallinn devo lasciare la macchina sul parcheggio in basso e non salire la rampa che va su. Ad ogni modo una fiammante fiesta ultima serie mi aspetta al parcheggio. Gran botta di fortuna, senza troppe inversioni ad U da buon automobilista romano riesco a ritrovare l'ostello e caricare lo zaino nel bagagliaio; e allora via, si parte verso nord per un itinerario di circa 450 km che mi riporterà a notte inoltrata in quei di Tallinn.
            Decido di avvicinarmi verso la zona del parco di Sooma, anche se non potro' fermarmi a lungo; presto finisce la strada asfaltata e inizia la sterrata, Un grosso nido sopra un palo del telefono attira la mia attenzione: 2 bellissime cicogne !!! Immancabile foto dopo di che i pennuti decidono che ero un tipo non troppo raccomandabile e si allontanano nel vicino campo; risalgo in macchina, costeggio un bel lago e faccio una deviazione per Viljandi un posto che di suo non dice molto (eccezzion fatta per le solite belle e dolci ragazze) se non per la passeggiata nel parco delle rovine del castello; un posto che ripaga a chi ci si reca con un panorama davvero spettacolare sul lago.
        Nei pressi di Viljandi in localita' Pari, si trova un piccolo campo di volo; mi potevo mai esimere dall'affacciarmi ? Certo che no ovviamente !! Purtroppo il tempo non e' dei migliori e tutte le macchine sono in hangar; comunque faccio la conoscenza di un gruppetto di volovelisti ai quali faccio un breve riassunto delle innumerevoli vicissitudini che hanno accompagnato il cammino fino all'agoniato brevetto; stupiti di quanto sia arduo prendere la licenza nella tanto decantata Italia, con un'amichevole pacca sulla spalla mi invitano a dare un'occhiata agli alianti; il mitico Blanik la fa da padrone: un aliante massiccio nella sua bella livrea argentata: la voglia di volare non manca,  peccato il meteo non sia dello stesso avviso. Saluto i colleghi piloti baltici che mi invitano a tornare in futuro per un bel volo sulla loro verde terra; spero' davvero di poter tornare, chissa' .......   Rimonto in macchina e mi inoltro per qualche km per le strade del parco nazionale di Sooma: strade deserte circondate dalle immancabili foreste, alternate a placide paludi; l'incontro con due pescatori e con un pescione, credo un luccio appena pescato; non parlano mezza parola di inglese ma cerchiamo ugualmente di comunicare: credo di capire che il pescione preso in realta' e piccolo e che da quelle parti se ne prendono di ben piu' grossi !!! Fotina ricordo e proseguo il viaggio. Inizia a piovere, anche parecchio e visto la strada sterrata decido di tornare verso strade piu' tranquille. Mi dirigo in direzione di Tapa; ad un incrocio nell'altra direzione intravedo tre splendide ragazze che fanno l'autostop: niuno che si ferma, ma che razza di paese e' mai questo ?  Poco piu' avanti due ragazzine fanno altrettanto, mi fermo e  le faccio salire con i loro zainetti della scuola, sono un po' timide ma parlicchiano inglese. Si fanno quattro chiacchiere in compagnia e le lascio al paesello piu' avanti; poco dopo un'altra ragazza mi fara' compagnia fino a Tapa ; di li mi dirigo verso Vitna e poi alla volta di Palmse a recuperare il cellulare; la signora dell'Ostello come mi vede mi saluta calorosamente e corre a prendere il telefonino; gli racconto delle varie avventure passate in Estonia: ride divertita, poi quasi si commuove quando gli dico in tutta sincerita' che questo e' il posto piu' bello dove sono stato durante questo viaggio. Ha ospiti,  la saluto e mi godo le ultime ore di luce in quel magico posto che e' il parco nazionale di Lahema e l'Ojarsee Hostel:  seduto a gambe incrociate perdo lo sguardo davanti al suo verde laghetto; ma non pago di ciò decido di fare un ultimo trekkino intorno al lago; sono le 21 e 30 ma ancora e' giorno. Mi incammino sulle rive del lago. D'improvviso un tonfo nell'acqua, mi giro e vedo l'ombra di un castoro che si immerge nel lago pulito; stupito mi apposto nella vana speranza che riemerga, cosa che puntualmente non avviene, ma va bene cosi'. E' ormai buio mi rimetto in macchina e mi avvio verso la citta'. Concedo l'autostopo ad un paio di ragazzi: aver visssuto qualche situazione da autostoppista, aver ricevuto passaggi da persone gentili,  fa nascere una solidarieta'  prima sopita verso chi chiede un passaggio.
        La periferia di Tallinn e grigia e triste, retaggio del passato sovietico nulla a che vedere con il magnifico centro storico. Dopo un po' di girovagare per le vie della periferia imbocco uno stradone che mi porta verso il centro dove penero' non poco per trovare un parcheggio dalle parti dell'ostello. In piena notte Tallinn e' un brulichio di vita,  gente acchittata che si aggira in cerca di locali, ubriachi che prima si menano e poi pochi istanti dopo si abbracciano, la polizia che interviene in pochi istanti ....... Sinceramente preferisco la Tallinn del giorno. Stanco vado a dormire. La mattina dopo mi godo l'Old Town per le ultime ore; le ragazze sorridono ai turisti: e' un sorriso sincero e non malizioso; in particolare le Post Card Girls,  ragazze che vendono cartoline libri e simili agli angoli delle strade,  ti salutano da lontano,  ti chiamano praticamente e' impossibile non farci 2 chiacchiere; non cercano di vendere per forza ma alla fine e' quasi impossibile non prendere nulla ! Con loro si istaura un rapporto che assolutamente non mi era mai capitato di avere con persone totalmente sconosciute; ci parli anche per decine di minuti anche senza comperare nulla, poi le saluti come delle amiche e se non fossi dovuto partire, probabilmente una di loro l'avrei invitata la sera ....... Questa e' Tallinn, queste sono le dolci Estoni (con le dovute eccezioni ovviamente) !!! Passeggiando lungo una via sono attratto da una musica: e' la gente di un ristorante rumeno che per attirar persone nel locale da vita a uno spettacolo in strada; bellissime ragazze danzano a tempo di musica mentre altre servono assagini delle pietanze; una ragazza dai lunghi capelli castano chiaro mi si avvicina esegue un paio di passi di danza e si inchina  offrendomi un pasticcino; dopo un simile invito vorrei entrare nel ristorante ma lo stomaco e' completamente chiuso dopo giorni con past a scartamento ridotto.  Il sorriso, la dolcezza di queste ragazze e' un qualcosa che ti rimane dentro a lungo e che non si puo' scordare.
        Girovagando senza meta per le stradine dell'Old Town mi ritrovo  in una piazza dove c'e' uno spettacolo di danze popolari; la ragazza cartolina di cui prima tra le tante cose mi ha spiegato che oggi e' la festa dell'Old Town; mi siedo a guardare queste danze. Non faccio in tempo a sedermi che le allegre ragazze in costune si avvicinanon al pubblico per coinvolgerlo; una ragazza mi prende per mano e mi invita a ballare con lei in una buffa danza: e' bello per chi viaggia  da solo trovare imprevisti momenti di compagnia tanto graditi quanto inaspettati !! Un paio di giri di danza poi si passa ad un altro ballo molto divertente in cui praticamente mi ritrovo a brevi intervalli a cambiare dama !!
      E'   pomeriggio, l'ora dell'addio a questo magico paese si avvicina .......... Torno in ostello,  carico lo zaino in spalla e mi avvio verso il terminal delle navi.
       La nave si muove, un ultimo sguardo verso la citta vecchia con i suoi tetti arancioni e le sue guglie ... l'emozione e tanta,  un velo di tristezza sale nel cuore ma con la certezza di tornare. Ciao Estonia,  terra in grado di stupire con le sue foreste e il suo verde  il piu' smaliziato  dei naturalisti, di far innamorare il piu' insensibile degli amanti,  di stupire con i suoi fari il piu' navigato dei marinai, di far sognare per un momento chi non sa piu' sognare di ridare il piacere di sorseggiare con calma una buona birra finalmente non annacquata , arrivederci Estonia, una parte di me rimane qui !!!
 
      Stoccolma mi accoglie nel peggiore dei modi,  sotto una pioggia battente: fa un po' freddo. Un tassista mi aiuta a indossare il poncio e mi indica dove prendere il bus che mi porterà in centro. Non e' piu' Estonia,  la gente e' piu' fredda, sicuramente gentile quando chiedi una qualche informazione ma non ti da' l'anima come nella verde terra estone.
      Lascio lo zaino al deposito bagagli della stazione che riprendero' al mattino successivo,  mattino giusto perche' da quelle parti alle 3 e 30 e' gia' giorno !!!
      La pioggia concede una tregua ed ho modo di girovagare per la capitale svedese: prima meta la citta vecchia e i suoi piccoli vicoli.  Una piacevole passeggiata e qualche pigro scatto negli scorci piu' caratteristici.
      Verso l'ora di pranzo mi imbarco su un pigro vaporetto che mi portera' sull'isola dove si trova il parco di Skansen. La traversata per i canali della cosi' detta Venezia del nord e' piacevole, incrociamo la mitica nave della Viking Line, legenda metropolitana di molti adolescenti nostrani in cerca di avventure con il gentil sesso nordico. Approdo sull'isolotto sede anche di un rumoroso parco di divertimenti da cui arrivano le urla di ragazzi che si sottopongono a devastanti macchine volta stomaco; ma vogliamo parlare delle viti con Paola ? Chi puo' capire capisca, gli altri sulla fiducia. 
        Skansen e' un bel parco in cui c'e' la bella ricostruzione del vivere scandinavo nei tempi passati nonché  una sezione dedicata agli animali scandinavi tenuti in spazi umani e di primo acchitto non opprimenti; da padrone comunque la fanno le anatre dalla faccia bianca,  ognipresenti e simpaticamente fotogeniche in allegri quadretti familiari; c'e' pure un castoro; uno strano animale che sara' fonte della mia prima interazione con un connazionale, anzi una connazionala che stupita chiede alla sua amica che razza di animale sia questo; gentilmente la illumino sulla natura di questo "esotico animale".  La piacevole passeggiata prosegue.  In vari recinti trovano posto cavalli,  pecore, due bellissime linci ma sicuramente l'animale piu' impressionante e' il bisonte europeo; credo che sia la bestia piu' imponente che mi sia mai capitato di vedere,  un vero titano.
        L'isolotto, anche al di fuori di Skansen e' tutto un parco, con una miriade di paperotti vari che pascolano indisturbati; mi nutro con due ottimi hot dog che la ragazza del chiosco un po' stupita mi serve lisci, senza schifezze aggiunte. 
         Decido di tornare verso la zona della citta vecchia e verso la stazione facendo una lunga passeggiata; il tempo pur se bigio si e' ripreso e la pioggia non e' piu' incombente. 
         Il lungo canale, cosi' mi vien da chiamare la passeggiata che intraprendo per ritornare in centro, e' sicuramente un bel susseguirsi di palazzi, vaporetti con o senza ristorante annesso,  antichi velieri uno dei quali  riadattato ad ostello,  da provare. Gli spunti fotografici ci sono,  peccato per la luce davvero pessima che trasmette una malinconia che se pur presente in quei momenti nel mio animo, non e' parte di questa bella citta' che pur nel suo indiscutibile fascino,  come ho avuto modo di accennare al contrario per Tallinn, non trasmette quella atmosfera magica di citta' come Praga, Tallinn o Venezia. 
         I passi si fanno sempre piu' stanchi mentre raggiungo nuovamente la zona del centro; la serata si prospetta lunga e pesante. Dopo una cena a base di una specie di pizza consumata in un fast food,  l'energia per tuffarmi in qualche locale e' finita del tutto. E Stoccolma per i viaggiatori senza casa non e' proprio il massimo dell'accoglienza: a mezzanotte il terminal centrale chiude e poco dopo,  alla una chiude anche la vicina stazione; e i poveri viaggiatori in attesa del bus dell'alba per l'aeroporto ? Semplice, sono costretti a vagare senza meta !!!  Mi siedo stanco in un altro fast food dove l'ultimo assurdo incontro mi attende: due eleganti signori, credo più o meno della mia eta' molto gentilmente mi chiedono se voglio andare con loro in un pornographic local !! Ringrazio ma declino l'invito !! Che storia............  Sono circa le 2,  nei pressi del terminal diversi profughi si aggirano: ragazzette sole  e altri tranquilli figuri apparecchiati accanto ai bagagli attendono le 3 e 30 ora di riapertura del terminal centrale. Uno scudetto Italia attira la mia attenzione: a questo punto due chiacchiere con un compatriota ci stanno tutte. Parlottando parlottando, il tipo mi racconta che e' di ritorno dalla maratona di Stoccolma il suo compare ci raggiunge di li a poco. Tra una chiacchiera e l'altra il mondo e' sempre piu' piccolo: vado a scoprire che l'altro l'atleta abita piu' o meno in zona mia e che incrediiiiiiiibbile, negli anni che furono ha partecipato al mitico torneo parrocchiale del Cristo Re: morale conosce un sacco di gente nota;  quando gli dico il mio nome ovviamente non gli e' nuovo: molto probabilmente ci siam incrociati sul devastante campetto parrocchiale in chissa quale antica memorabile sfida. L'Italia, Roma, il quartiere e' ormai vicinissimo anche nella fredda e inospitale notte di Stoccolma !!!
      
       L'aereo  puntuale effettua la sua corsa di decollo,  il tempo per godermi il decollo e gli occhi,  stanchi si chiudono per riaprirsi ormai nei pressi dell'aeroporto dell'Urbe giusto in tempo per sentire la vaccata di un napoletano che con fare da cicerone esperto illumina la consorte sostenendo che stavamo sorvolando l'Eur; non c'e' che dire siamo davvero in Italia !!!
   
       La Fiesta, calda ed impolverata mi aspetta ormai da 10 giorni. Il tragitto da Ciampino a casa sara' allietato dalla compagnia dei due atleti incontrati nella fredda notte di  Stoccolma che mi son offerto di riportare a casa visto la vicinanza delle rispettive meson. Un rapido saluto e uno scambio di cellulari, in vista di una eventuale rimpatriata con le vecchie conoscenze di quartiere. Sono a casa.

 

Gianluca  gstracca@tele2.it

 

 

 

 

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