Un altro Egitto
Diario di viaggio 2010
Da molto tempo desideravamo visitare l’Egitto dell’ovest e le oasi al confine occidentale e finalmente l’occasione è arrivata!
MARTEDI’
atterriamo
nel piccolo aeroporto di Al Alamein, poi con un pulmino partiamo per un percorso
di 500km in mezzo al nulla: terra e polvere.
All’improvviso
ecco l’oasi di Siwa: immensa , verde, baganta da 4 laghi , 200 sorgenti di cui
la metà di acqua calda, e 2 milioni di palme.
Soggiorniamo
al Shali Siwa Resort, molto confortevole
MERCOLEDI’
visita
del villaggio di Shali: qui la cittadella anni fa è crollata perché 3 giorni
di pioggia hanno sciolto tutto il sale contenuto nell’argilla dei muri!
L’ambiente è fermo a molti annia fa, ancora autentico ,non
turistico , anni luce da località come Cairo e Sharm.:la gente coltiva
gli orti e palme da dattero , vive di piccolo commercio, le donne sono completamente velate e il mezzo di trasporto più
comune è l’asino.
Visitiamo
le sorgenti di Cleopatra, una piscina naturale dove le spose siwane fanno il
bagno per ottenere fertilità, poi assistiamo ad un meraviglioso tramonto sulle
rive di uno dei laghi siwani.
GIOVEDI’
escursione
in jeep nel Great Sand Sea, il Sahara libico-egiziano: siamo a 40 km dalla
Libia:dune alte 300m. , laghetti blù circondati da piccoli palmeti , sorgenti
che sgorgano a 37° di temperatura, una valle dove anticamente c’era il mar
Mediterraneo, dove troviamo migliaia di scheletri di pesci e fossili di
conchiglie e coralli sparsi nella sabbia .Tornando a Siwa sostiamo al tempio
dell’Oracolo, dove Alessandro Magno fu consacrato e riconosciuto come
imperatore d’Egitto: il tempio è in rovina , ma sorge su una collina rocciosa
che si eleva sopra Siwa e dalla quale si gode un panorama splendido
VENERDI’
Comincia
la grande traversata del deserto occidentale: carichiamo sulle jeep tende ,
coperte , cucina da campo e anche legna per il fuoco e partiamo: la pista prima
passa sulla striscia di terra battuta che divide i laghi di Siwa: sembra di
viaggiare sull’acqua, poi il deserto si apre all’improvviso con la sue dune
e viaggiamo veloci su una sabbia finissima che sembra velluto.
Ogni ora
circa c’è un posto di blocco , qualche soldato e un avamposto, una barra e
una miriade di cagnolini. Ci chiediamo come si fa a vivere un questo perfetto
silenzio per mesi.
A
mezzogiorno deviamo per un chilometro dalla pista : all’improvviso ecco
affiorare dalle sabbie una roccia alta almeno 30m., a forma di ventaglio alla
cui base posteggiamo le jeep. Avvicinandoci scopriamo che questa formazione è
formata da milioni di conchiglie e coralli fossilizzati , ricordo di quando qui
c’era il mare.Mangiamo un pack lunch seduti all’ombra di questa meraviglia:
intorno il nulla.
Proseguiamo
e verso sera ecco che ci appare come un miraggio una distesa di palme : l’oasi
di Bahariya.E’ un posto molto povero , la gente vive di ciò che producono gli
orti Pernottiamo in un ostello carino , proprio alle pendici della collina
coltivata a palmeto: la caratteristica di questo piccolo hotel è quella di
avere al centro del giardino una piccola piscina a 45° di temperatura!!! È una
sorgente che sgorga proprio lì: bisogna immergersi piano piano e uscire in
fretta , prima che la testa comincia a girare troppo in fretta.
SABATO
Di primo
mattino andiamo a visitare il museo della mummie dorate: più che museo è un
garage che ci viene aperto proprio per noi , nel quale sono disposte alla
rinfusa un centinaio di sarcofagi e mummiedi valore inestimbile: 15 anni fa ,
qui vicino , un asino è caduto in una profonda buca: il suo padrone, per
tirarlo fuori è dovuto scendere al fondo: quando è stato alla base del pozzo
ha visto luccicare qualcosa e scavando con le mania ha visto affiorare delle
maschere funerarie d’oro. Avvisate le autorità del Cairo, sono state scoperte
100.000 mummie del periodo tolemaico , che rappresentano la scoperta più
sensazionale degli ultimi decenni : non sapendo dove metterle, per ora le hanno
re-insabbiate, conservandone solo un centinaio in questo garage, per la fortuna
di noi turisti.
Ma le
sorprese di Baharjya non sono finita: nel centro del paese, scendendo una scala
di legno che porta al fondo di un pozzo di 10m. entriamo nella tomba di
Bannentiu: ci sentiamo come Carter quando è entrato nella tomba di Thutankamon:
affreschi dai colori così vivi che sembrano stati dipinti ieri, e invece sono lì
da 1500 anni! Assolutamente indimenticabile , un luogo che da solo merita il
viaggio!
Bannentiu era il referente del
faraone, una specie di sindaco e si era fatto costruire questa meraviglioso
tomba che adesso noi abbiamo la fortuna di vedere.
Oggi ci
sembra di essere Indiana Jones!!
È ora di
lascisare questa oasi dai segreti incredibili per attraversare un’altra parte
di deserto e arrivare fino al Deserto Nero , dove ci accampiamo: siamo
circondati da vulcani spenti chein tempi lontani hanno eruttato una coltre di
lapilli e lava che ha colorato di nero tutta la sabbia: incredibile. Montiamo il
campo e andiamo a dormire.
DOMENICA
Altro
pezzo di Deserto Nero e poi ecco che arriviamo all’entrata del Deserto Bianco:
torrioni , rocce di forma fantastica ci circondano , in mezzo ad un terreno che
ad ogni kilometro si fa più bianco: in tempi remoti il mar Mediterraneo ,
ritirandosi , ha lasciato un spessa coltre di bicarbonato di sodio sulla sabbia
, rivestaendo con un manto candido
, come neve tutto il deserto.
Ci
troviamo in un mondo lunare e fantastico , tra formazioni rocciose bianchissime
che ricordano forme di uccelli , di volti , di animali . ecc.
Visitiamo
la zona chiamata “ lacrime di Isadora”: dice la leggenda che questa
fanciulla venne qui a piangere lacrime per un amore deluso e ogni lacrima diventò
una formazione rocciosa:è impossibile descrivere questo paesaggio: il terreno
sembra cosparso di cupole bianche grandi e piccole: assolutamente unico!
A sera ,
al riparo di un torrione di roccia montiamo il campo e passiamo una notte
indimenticabile attorno al fuoco , mentre alcuni fennec , le piccole volpi del
deserto, vengono a farci visita.
LUNEDI’
ancora un
giorno in questo mondo magico e poi verso sera è ora purtroppo di
lasciare il Deserto Bianco e tornare all’oasi di Bahariya e da qui
proseguire verso nord alla volta del Cairo, ma questa è un’altra storia.
Grazia