Edinburgh’s Hogmanay 2011

Edimburgo

Scozia

Diario di viaggio. 29 dicembre 2010 – 3 gennaio 2011
Scritto nel gennaio 2011

di Domenico

 

 

(Vedi la galleria fotografica)

Questa volta voglio cambiare: riprendo carta e penna e provo a ricordare. I ritmi e la vita di Edimburgo male si accordano a un computer e alla fredda luce sempre uguale di un monitor. E poi, per fortuna, mentre scrivo c’è ancora l’albero di Natale a farmi compagnia. Quindi accendo le lucine, prendo la lampada di supporto per la scrittura e scelgo un disco di Samuel Barber. Tutto rilassante. Perché anche stavolta, così come nel 2008, la Scozia riesce a tenere lontano dal mio cervello i ritmi frenetici della vita quotidiana e le cattive maniere con le quali, purtroppo, pare conviviamo con pericolosa indifferenza. Quella volta, nel 2008, era estate (piovosa, ma era estate). Era agosto, tempo del Fringe festival, quando la città è affollata di musica, attori, spettacoli.
Ritrovo Edimburgo per la fine dell’anno, appunto hogmanay nella loro lingua antica, ed è altrettanto viva e colorata, nonostante il freddo (ma non così gelido come ci aspettavamo) e le giornate molto corte (alle 16 è quasi buio). Ammetto che nelle lunghe notti invernali qui può essere molto difficile vivere; inoltre Edimburgo non spicca per varietà architettoniche, è una città di dislivelli e senza i colori della sua vita di strada potrebbe essere un po’ monotona. Una vecchia amica di famiglia  – lei vive al confine con l’Inghilterra – dice che gli scozzesi sono molto socievoli perché bevono tanto e così l’alcol è la loro arma contro la depressione del clima.
In ogni caso, sono qui come ospite e non come abitante e quindi al momento mi limito ad apprezzare l’atmosfera ancora una volta festosa e la cordialità del popolo, rimandando a eventuali trasferimenti futuri le strategie per combattere freddo, buio e solitudine.

Voltato l’angolo di Fredrick Street, dove ci lascia l’autobus, il colpo d’occhio è quello da Paese dei Balocchi. Tra Princess Street e Market St. la città sembra un grande e coloratissimo luna park che fa da contrasto ai colori grigi degli edifici storici ma nulla può contro l’imponenza del museo del The Mound e il Balmoral Hotel. Così come in agosto, anche a ridosso del capodanno Edimburgo si offre al meglio a turisti e cittadini. Per gli scozzesi il capodanno è la festa più importante dell’anno e l’hogmanay impegna per 4 giorni (30 dicembre – 2 gennaio) tutte le energie cittadine (non senza inconvenienti vista la chiusura del traffico in alcune strade).La celebrazione dell’hogmanay è relativamente recente: la prima edizione fu nel 1993 e oggi è uno degli eventi di fine anno più famosi e apprezzati del mondo. Dalle giostre alla pista di pattinaggio, dalla musica al teatro, Edimburgo acquista un po’ di colore che gli addobbi natalizi non riescono a darle; a parte la suggestione di alcune vedute serali, le decorazioni più vistose sono quelle del The Dome, un fastoso ristorante e hotel.

 

Noi arriviamo in tempo per l’inaugurazione, la suggestiva torchlights procession del 30 dicembre (quest’anno pare abbia contato circa 20000 presenze) che parte alle 18.30 dalla cattedrale di St. Giles scende lungo the Mound verso Princess St e va verso Calton Hill per l’incendio della nave vichinga e un primo assaggio di fuochi pirotecnici.

Poi l’evento clou del 31 dicembre, lo street party che, per fortuna, tra centinaia di persone e molti ragazzini ubriachi prima del previsto, riesce a conservare qualche angolo più godibile. Nel West Princess St. garden c’è il palco con la musica rock (quest’anno ci sono Biffy Cliro and Charlatans), nei giardini est, quelli della fiera, c’è l’area con i balli tradizionali, il Keilidh, per la quale abbiamo comprato il biglietto. Divertentissima serata danzante condotti e istruiti dal “Ceilidh caller” sul palco, con tanto di balli di gruppo tradizionali  dove ognuno si trova a danzare (e auspicabilmente a fare amicizia) con altre persone.

Gli eventi dell’hogmanay sono molto fitti, dalla mattina alla sera: c’è ad esempio il Looney Dook (il tuffo nelle acque gelide del Forth), c’è la 1 ‘o clock run, c’è il rugby, c’è musica e teatro in strada (se potete, date uno sguardo alla programmazione di The stand, pub teatro che ospita – pare – il migliore cabaret scozzese). C’è tempo anche per qualche visita che nel 2008 non avevamo avuto tempo di concederci: National Gallery, Writers’ Museum, The Mound Museum, The Camera Obscura Greyfriars Church.

 

 

Avendo un po’ di tempo a disposizione, facciamo due passi fuori città. L’autobus ci porta in 30 minuti a Cramond, segnalato dalla Lonely Planet e dal centro informazioni a Waverly Station (che suggeriva anche Portobello). Prima di disperarci perché in 20 minuti la visita al villaggio dalle (poche) case imbiancate sembra già conclusa, ci fermiamo in un piccolo caffè sulla baia e facciamo una passeggiata rinvigorente sulla neve attraverso il bosco lungo il fiume Almond.
La baia di Cramond mi ricorda, con le dovute proporzioni e l’effetto malinconia, quella di Mallaig.
Ecco, la malinconia. Di nuovo lo stesso effetto: sarà colpa dei ritmi lenti, della freschezza dell’aria, della gente sempre cordiale (si saluta anche il conducente del bus; in proposito, ricordo che l’autista del notturno del 1 gennaio ci accoglie augurandoci dal microfono un felice anno nuovo). Sarà l’alcol, sarà che a me danno l’idea di popolo, di gente che si sente unita dalla loro storia. Noi che di alcol ne consumiamo poco riusciamo comunque a fare la piacevole conoscenza di Vittoria,  scrittrice “giovane, bella e di talento” (cito la nota dell’editore del suo libro, ma potrei confermare facilmente…) che ci fa dono della sua opera prima “Dannati Danni” mentre è al lavoro per il suo secondo libro (che come si sa, è sempre quello più difficile). Lei che vive ad Edimburgo da un po’ ci dice che nelle mura domestiche le persone non sono così socievoli come appaiono ai turisti. Anche su questo punto potrei avere pochi dubbi. Ma poiché al momento non ci sono piani di fare famiglia a Edimburgo, mi godo il mio ricordo della città, della gente, delle danze, delle luci e dei pub. Il mio ricordo di un posto lontano, non tanto lontano, dove – non chiedetemi il motivo – ho sempre l’impressione di sentirmi a casa.

Notizie utili

 

Aeroporti
L’aeroporto di Edimburgo è poco distante dal centro. Ci sono diversi collegamenti con la città. Oltre ai taxi (circa 20£), comodissimo ed economico è l’Airlink 100 (3,50£ solo andata, 6£ a/r) che parte ogni 10 minuti (eccetto alla mattina presto, ogni 20 minuti), fa alcune fermate intermedie e termina la corsa in circa 30 minuti a Waverly Station.
C’è anche un bus di linea, il 35 (costo 1,20£) verso la città (le fermate più prossime al centro sono  Canongate e Holyrood Palace), con frequenza ogni 15 minuti (30 minuti la sera e la domenica).
Di notte, al posto dell’Airlink c’è la linea N22.
Informazioni più complete le trovate sul sito dell’aeroporto di Edimburgo.

Trasporti
Autobus: corsa singola 1,20£; giornaliero 3£

Il biglietto vale per l’utilizzo di un solo autobus; quindi se si cambia linea, bisogna pagare di nuovo. Il biglietto si fa a bordo e bisogna preparare la somma richiesta. L’autista aspetta se avete bisogno di cercare le monete, ma non vi dà resto.
Ridacard: 1 settimana a 15£
Taxi: dall’aeroporto al centro costa circa 20£ e impiega circa 20 minuti.

Tempo
Inutile dire che fa freddo e quindi ci siamo preparati al peggio. Edimburgo, così come il nord Europa, era appena uscita da una settimana di freddo polare, con disagi agli aeroporti e alla vita cittadina (troviamo qui e là ancora un po’ di neve). Normalmente, Edimburgo non è città di intense nevicate e la settimana intorno al 24 dicembre è stata, da quello che ho letto, la peggiore da 40 anni. Al nostro arrivo il peggio era passato e abbiamo trovato temperature intorno ai 5°C e, stranamente, niente pioggia per cinque giorni! Riguardo la festa all’aperto di fine anno, sono certo che in caso di pioggia non avremmo potuto goderci lo spettacolo come invece fortunatamente abbiamo fatto. C’è da dire che nel Keilidh si balla e quindi la temperatura corporea sale. Insomma, a noi è andata benissimo.

Hogmanay 2010
E’ il motivo per cui abbiamo scelto Edimburgo per festeggiare il nuovo anno. La programmazione è molto fitta e ad essa è dedicato un sito internet  sul quale si possono anche acquistare i biglietti per lo steet party o le torce per la processione. Noi facciamo tutto in anticipo (circa 2 mesi, si rischia il sold out!) e compriamo prima due biglietti per lo Street Party che poi riesco a cambiarli con i biglietti per il Keilidh.
A ridosso di Princess St. c’è un area con giostre (prezzi non bassi, 3£ un giro in media) e una piccola fiera (forse due, una è già chiusa), caratteristica per gli stands in legno e qualche prodotto locale ma comunque non eccezionale.
I biglietti per lo Street party sono i più economici (15£) e permettono solo l’accesso all’area tra Princess st. e Market St dove sono preparati maxischermi che trasmettono il concerto nel giardino, ci sono alcuni bar e, almeno così mi è sembrato, uno o due palchi con musica da discoteca. Da quello che abbiamo notato, lo Street party è l’evento dei più giovani, è affollatissimo e quindi ci si muove tra flussi disordinati di persone anche un po’ brille. In definitiva, appena arrivati abbiamo avuto una brutta impressione della festa.
I biglietti per il Keilidh (30£) ci hanno salvato la serata. Questi permettono l’ingresso allo Street Party e in più l’accesso a un’area riservata, appunto il Keilidh, in Resolution Square (accanto alla Royal Scottish Academy). Qui si può passeggiare tra i giardini est dove è allestita la fiera, mangiare e bere più tranquillamente (noi proviamo il mull wine, bevanda poco alcolica fatta di vino caldo, succo di mela e alcune spezie) e, soprattutto, ballare tutta la sera i balli tradizionali guidati dai gruppi sul palco. E’ poi una ottima posizione per vedere i fuochi sul castello. Ci siamo trovati molto bene, c’è possibilità di conoscere gente nuova nei balli di gruppo, c’è chi beve (ovviamente) ma non abbiamo notato casi molesti. È stato strano osservare che a mezzanotte non c’è stato nessun brindisi tipo quelli sui podi di formula uno; piuttosto tutti a guardare i fuochi dal castello, puntuali a mezzanotte, ma molto brevi (credo circa 5 minuti).
Infine l’accesso ai Gardens (40£) permette l’accesso anche a Street Party e Keilidh. Nei giardini c’è il concerto rock.
Noi stiamo in centro tra le 22 e l’una. Il tempo è passato via veloce tanto che, onestamente, tempo per correre tra Gardens e Keilidh non ce ne sarebbe stato. Tutto questo è una gran bella cosa soprattutto se non piove. La brochure invita a prepararsi per ogni condizione atmosferica: noi abbiamo trovato 4 giorni di tempo perfetto, se avesse piovuto, non so come avremmo fatto. I controlli agli accessi sono attenti: non si può portare dentro vetro e se hai bevuto troppo ti lasciano fuori. Inoltre ho letto che i minori di 16 anni devono essere accompagnati da maggiorenni. Non è possibile uscire e rientrare.

Musei
Avendo già visto il castello e Holyrood Palace la scorsa volta (vai al diario 2008)abbiamo deciso di visitare la National Gallery of Scotland, il Museum of The Mound e la Camera Obscura.Tutti i musei sono gratis. Abbiamo visto anche chiesa e cimitero di Greyfriars. La chiesa all’interno non offre molto da vedere; il cimitero è suggestivo per i palazzi che vi si affacciano. Da qui parte uno dei ghost tour di Edimburgo.
National Gallery. È un imponente edificio neoclassico del 1850 i cui interni sono stati da poco ripristinati con l’originale arredo vittoriano. Vale senza dubbio una visita. Espone, tra gli altri quadri, opere di Tiziano, Rembrandt, Vermeer, Van Dyck, una buona sezione impressionista con Monet e altri e il gruppo scultoreo delle Tre Grazie di Canova.
Museum of the Mound. Racconta la storia della banca nazionale scozzese, spiega alcune tecniche di produzione delle monete e quelle che tentano di falsificarle. Ci sono poi esposte ben 1milione di sterline, tutte rigorosamente annullate.
Camera Obscura. È una delle attrazioni più pubblicizzate, tanto che un volantino suggerisce che se si è costretti a vedere una sola ad Edimburgo, bisogna vedere questa. Noi arriviamo dopo l’ultimo spettacolo delle ore 15, quindi paghiamo un biglietto leggermente ridotto (circa 2£ in meno sul costo di 9,95£) ma non vediamo proprio l’attrazione più famosa, appunto la camera oscura. Questa è un apparecchio in uso dal 1853 che proietta immagini della città su un grande schermo orizzontale. Se sia così imperdibile come dicono, stavolta non riusciamo a saperlo. Dalla terrazza del palazzo (Outlook Tower) si gode un bel panorama della città e alcuni telescopi permettono la vista in lontananza. Le altre sale ospitano una divertente mostra sull’ottica; al piano terra c’è il labirinto di specchi e una macchina recentemente installata, un tubo luminoso che gira mentre si passa all’interno su di un poste dando una marcata sensazione di giramento di…testa.

Pasti
Per chi è in cerca di supermercati, c’è un buon supermarket in Waverly Station (M&S, Mark & Spencer). Abbiamo anche trovato Tesco in 94, Nicolson Street. 
In centro ci sono diversi bar e pub che servono colazione scozzese in genere fino alle 11-12, qualcuno anche tutto il giorno (come The Filling Station, su Royal Mile). Per le cene, meglio stare attenti agli orari entro cui si serve la cena (in genere entro le 21-22).
Ritorniamo con molto piacere da Clarinda’s, (69, Cannongate), sala da tè molto famigliare in cui si può mangiare una delle migliori torte di carote (fino alle 16). Il St.Giles bar, sulla strada omonima, è molto spazioso ed ha anche un atmosfera molto accogliente.
Avendo alloggiato in appartamento non abbiamo mangiato spesso fuori. Consigliamo il Always Sunday (170, High Street, pressi cattedrale), accogliente sala dove si può prendere un tè e una torta oppure cibi caldi o vegetariani fino alle 18.
Il White Hart (Grassmarket) è il più antico pub di Edimburgo: le cantine sembrano risalire al 1516. Si dice che Robert Burns si sia intrattenuto qui; nel 2005 il pub è stato votato come il pub più infestato di fantasmi della città. A parte ciò, seppur posto caratteristico, White Hart non ha ampia scelta di piatti ed è piccolo. Serve cibo fino alle 22 circa. Qui ho provato il “Trawlerman’s fish pie”, originale ricetta con pesce in crema di patate.
Il Deacon Brodie’s Tabern (Lawnmarket 435). Tipico pub-taverna scozzese, discreta cucina, molto accogliente. C’è un po’ da attendere (si mangia al piano superiore fino alle 21).

Siti utili
Aeroporto di Edimburgo
http://www.edinburghairport.com/
Città di Edimburgo
http://www.edinburgh.org/
Airlink
http://www.flybybus.com/
Trasporti di Edimburgo (lothian)
http://lothianbuses.com/
Hogmanay 2011 (meglio cercare “ Edinburgh’s Hogmanay” in rete) http://www.edinburghshogmanay.org/index/home/3534/
Il mio diario del 2008
http://www.viaggiareliberi.it/scozia-08-domenico.htm
Camera Obscura
http://www.camera-obscura.co.uk/index.asp

 

Domenico

domenico_z74@libero.it 

 

 

 

 

 

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