CUBA: SOGNARE A COLORI , VIVERE IN BIANCO E NERO
Diario di viaggio 2018
“ E IL MARE PORTÒ ALLA SPERANZA , COME IL SONNO PORTÒ AI SOGNI…
En CUBA , LA ISLA MAS HERMOSA QUE OJOS HUMANOS HAYAN VISTO"
Così annotava il rivoluzionario CRISTOFORO COLOMBO nel suo diario di bordo “LIBRO DELLE PROFEZIE” in quella mitica data del 12 .10 di qualche secolo fa, e con questa intrigante frase iniziamo la nostra nuova avventura .
01 - 02 FEB. 2018 VOLANDO VERSO CUBA
Decolliamo da Malpensa, scalo a Madrid e dopo 10 ore di trasvolata raggiungiamo l’ Habana che ci accoglie nell’umidità della sera. All’aeroporto dopo aver cambiato valuta, conosciamo Celiomaria la ruspante guida biondo platino di Havanatur, che ci fa accomodare sul pullman diretto al Malecón, dove soggiorneremo nelle Casas Particulares. Lungo il tragitto constatiamo il traffico assordante sulle strade.
La mattina seguente, dopo un’abbondante colazione con Javier proprietario di CASA SHALOM, io e Ivo puntiamo al romantico Malecon, per ammirare il mare nelle prime ore della giornata (siamo pimpanti causa fuso orario ). Subito dopo iniziamo in gruppo il tour a piedi, visitando l’arcinota Plaza De La Revolution con le sagome di Camilo Cienfuegos e Che Guevara che ci scrutano dall’alto, il Castillo del Morro una fortezza col suo faro "Morillo" dove ogni sera alle 21 precise spara il rindondante canonazo.
Ammiriamo la barocca Catedral che domina l’insieme, la Plaza Vieja dove un tempo risiedeva la ricca borghesia, l’affollata basilica di san Francesco D'assisi, col campanile circondato dagli onnipresenti piccioni, donne sui trampoli e artisti di strada vestiti a carnevale. Perdersi nel cuore historico de la ciudad, tra calle Odispo e nella vicina Obra Pia è una full immersion di colori, etnie e profumi. Ogni angolo è un incontro.
Le strade tutte lunghe ma strette sono rinvigorite dalla gente. tanti meticci preparano bibite con frutta fresca o pina coladas, le big Mamas leggono mani e tarocchi , ragazzine confezionano graziose bambole di pezza . Nelle piazzette band di sgargianti 80enni suonano flauti bonghi e chitarre. Vestono eleganti e hanno facce che sanno di buono, tengono il ritmo musicale col piede. Indossano foulard appariscenti e scarpe lucide di vernice nera che ostentano e ogni tanto fanno incerare dai ragazzini lustrascarpe. Cosi vivaci mi ricordano i “Buena Vista social club”
I ristoranti turistici all’aperto stra-affollati di turisti sono in contrasto con le Bodeguitas de la Caridad , rivendite governative dalle vetrine sporche e con scaffali semivuoti, dove la gente del posto compra provviste mostrando tassativamente la tarjeta .
Dopo una veloce degustazione di cerbesa y mojitos, giungiamo all’hotel Ambos Mundos che annoverava tra i suoi inquilini Hemingway, che qui amava ubriacarsi e scrivere animosamente. Nella hall foto ingiallite, quadri vecchiotti e arazzi presunti doni del Nobel riempiono le pareti. Al ns ingresso una band femminile intona dal vivo LA VIDA ES UN CARNIVAL dal pianoforte . ci fermiamo per pranzare al cafè Paris un pub molto carino che frequenteremo spesso, con musica dal vivo
Nel pomeriggio proseguiamo per altre fermate obbligatorie, storiche e commercial, come il Capitolio, la Muralla, la sovraffollata Floridita e la Bodeguita Del Medio straripante di scritte sulle pareti.
Febbraio è uno dei periodi migliori per visitare l’HABANA, non solo per il clima ma anche perché la capitale propone svariati festival , quello del jazz , del Libro della fotografia e della Cultura.
Cena all’elegante Canonazo, dove condivido il mio primo “plato de cordero” con i nuovi amici Daniele e Stefano. Giornata intensa, si ma adesso andiamo a dormire!
03-04 FEB. NATURA A NORD OVEST
Altra notte insonne. La via dove si affaccia la casa particular è tanto rumorosa quanto “ musical ” . Salsa, merengue, raegetton provengono dal basso e salgono assordanti fino al 4° piano e noi…. Alle 5 di mattina … invece di dormire ci sorbiamo i frastuoni della gente. Finalmente arriva mattina, facciamo colazione e lasciamo l’Habana.
Sul bus conosciamo Andrea l’affascinante pilota d’aerei appena arrivato da Milano, ultimo componente del gruppo. Procediamo verso Las Terrazzas, dove facciamo il circuito del Canopy sul lago e vediamo la Casa de la musica di Polo Montanez.
Siamo circondati dal verde in tutte le sue gradazioni. Questa regione ospita le piantagioni del caffè che si confondono coi "MOGOTES" colline rotondeggianti che nascondono all’ interno le più antiche grotte di Cuba. Ricordano molto il mio amato Mont Mulanje africano, avvolto da una fitta nebbiolina del mattino.
Organizziamo una cavalcata nella valle , guidati da Pablo un campesino che ci ha suddivisi “per securidad” in gruppi da 5 caballeros e 5 cavalli. Vinales è memorabile non solo per la sua bellezza intatta, ma anche per le degustazioni di ESMERALDA il rhum al miele servito nei cocchi e condiviso in allegria con le guape Melissa Giorgia e Giovanna . Risate a volontà.
Proseguiamo verso "LA CUEVA DEL INDIO" una caverna di stalagmiti e stalattiti scoperta per caso nel 1920 da un contadino. La percorriamo sia a piedi che in barca, navigando sul fiume lento sotterraneo. All’uscita altra siesta sotto la fragorosa cascata per gustarci il GUARAPO un mix di rhum menta e canna da zucchero.
Il pomeriggio si conclude alla casa del campesino, dove alla delicata ora del tramonto assistiamo al rito della fabbricazione del sigaro. All’interno del secador nella totale penombra c’è un profumo inebriante proveniente dalle foglie rosso marrone. Noi in rigoroso Silenzio, ammiriamo un giovane cubano piegare, smussare e tagliare le sottili foglie di tabacco . Lo fotografo cercando di non perdermi le veloci mosse e le pieghe delle sue dita filiformi. L’abilità non gli manca.
Fuori dalla capanna intanto cavalli bianchi corrono liberi nei prati. Sagome lente avanzano sulla strada. Carri trainati dai buoi rientrano al villaggio. Il cielo è ormai diventato rosso fuoco e mi fumo un sigarillo appena acceso e spartito in compagnia. Immagini bucoliche si susseguono. Mi sento perfettamente a mio agio in questo contesto di Pace e di Naturaleza.
In serata giungiamo nella 2° casa particular, CRIOLLA dove conosciamo Neyo e Osvaldo i proprietari che ci accolgono nella loro veranda stracolma di anfore e fiori. Sistemiamo i bagagli e usciamo per cena con gli italiani, rincasando oltre mezzanotte. Nonostante la tarda ora, LORO ci aspettano , accoccolati sulle pesanti sedie a dondolo in legno. Ci sorridono, accendono una moka che fa gorgogliare dell’ottimo caffè nero bollente e si mettono a chiacchierare. Parliamo di noi, del lavoro, della salute, delle possibilità della vita, come fossimo vecchi amici.
Indelebile questa notte trascorsa sotto il cielo stellato a chiusura di una giornata bellissima.
05 FEB. IL PRIMO CAYO NON SI SCORDA MAI
Oggi spostamento a PINAR DEL RIO per approdare a Cajo Levisa nel bel mezzo dell’arcipelago Colorados. Nonostante la bellezza selvaggia della foresta di mangrovie, per accedere al mare dobbiamo percorrere quasi un’ora di traghetto da Palma Rubia. L’isola è composta da un tavoliere bianco con acque azzurro cristallino , palme alte ovunque.
Km di spiaggia sabbiosa si susseguono dirimpetto alla barriera corallina, dove è possibile ogni tanto avvistare i lamantini . In loco c’è un unico albergo ristorante, che propone semplici piatti turistici a 30 cuc, ma soprattutto dove ci rivolgiamo per noleggiare materiale per snorkelling . Il caro Daniele il gigante buono dell’allegra brigata, sarà il primo ad approfittare della giornata per “Cercare l’ombra e DORMIRE in santa pace”.
Dopo lo snorkel anche io lo seguo a ruota , più che volentieri dato che ho qualche ora di sonno da recuperare. In serata rientriamo a Vinales per l’ultima cena e nottata a casa Criolla.
06 FEB. BAIA DEI PORCI – GYRON - CIENGUEGOS y TRINIDAD
Da Vinales a Cienfuegos passando per la BAIA DEI PORCI, luogo memorabile dove avvenne il fallito tentativo di soverchiare il regime di Castro. Facciamo sosta a PLAYA GYRON. Dopo i verdi mogotes , il mare inizia a farsi nuovamente vicino. Avverto l’odore intenso del sale e la strada da cemento farsi sabbia , invasa da un tappeto di granchi blu e gialli e rossi in schizzato movimento. Questa è una riserva naturale dove pochi turisti arrivano , ma perennemente invasa da animali di ogni specie, rettili uccelli e grossi granchi .
Facciamo in bagno in profonde buche di cavità carsiche piene zecche di pesci tropicali che si avvicinano beccandoci le gambe. Mi sembra di tornare a galleggiare nei cenotes messicani. La trasparenza dell’acqua tiepida è eccezionale. Immersi in questi pertugi spostiamo la faccia verso il mare e vediamo in diretta schiumose onde bianche infrangersi sugli scogli neri.
Nel pomeriggio spostamento a CIENFUEGOS fondata dai francesi e chiamata perla del sud, patrimonio Unesco. La città si affaccia sul mare ed è molto ricca grazie ai commerci di caffè zucchero e tabacco del suo importante porto. Presenta palazzi eclettici e ville coloniali tutte dipinte a colori pastello. Troviamo una vecchia Fortaleza costruita per proteggersi dai pirati dei caraibi , la cattedrale, l’arc di trionfo, il Palacio Azul e la torre moresca dove balliamo scatenati, mentre alcuni di noi …. Subito dopo staranno decisamente malaccio .
Scattiamo qualche foto di rito anche vicino alla statua del compositore Benny More anima musicale afro-caraibica e poi risaliamo di nuovo sul pullman. L’aria è scherzosa, giochiamo e cantiamo tra noi per ingannare il tempo. Ci aspettano 500 km, il tratto di strada più lungo di tutto il tour .
Solo in tarda serata raggiungiamo TRINIDAD .
Io e Ivo capitiamo nell’ orrenda Casa particular chiamata “ Rosita La Peluqueria “, la peggiore delle location, causa proprietaria, pessimi camera odori e mobilio. Tiriamo notte sulla famosa scalinata della Casa de la Musica dove gruppi locali suonano musica dal vivo .
Siamo circondati da gente euforica, che eccitata dal ritmo intrigante delle melodie danza ininterrottamente, anche la nostra Giorgia balla instancabile tutta notte.
La vita è qui, ora, sotto le stelle che brillano per noi.
07.02 VERSO PLAYA ANCOR
Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, TRINIDAD è la città più sorprendente in assoluto, tutto va ben oltre le mie aspettative. Con Vinales è il top di Cuba.
Il piccolo centro storico visitabile a piedi o in carrozza, è bellissimo!
Si articola in una rete fitta di piazze e stradine con la pavimentazione acciottolata, attraversati da calesse, piccoli coco taxi , carri trainati da cavalli o asinelli . Camminando per le vie , la prima cosa che mi attira è il profumo di dolci che riempie l’aria . Dietro la casa particular c’è un piccolo paladores (ristorante a gestione famigliare) che prepara colazioni creole a base di frittelle con vanilla e banana. Una lunga fila di uomini aspetta con pazienza il proprio turno per prendere da mangiare, pagando solo qualche moneta.
Subito dopo, svoltato l’angolo un insieme di botteghe strampalate, una baracca dove si vende benzina sottobanco, una macelleria con pochi attrezzi e pezzi di carni , la bottega del ciabattino che fa anche da barbiere , alcune rivendite di quadri che propongono tele colorate con il CHE.
visitiamo il Museo di Storia, la chiesa della S. Trinità, il Museo degli artisti, il Convento di San Francesco e il Templo De Yemana, dove si innalza un altare dedicato alle divinità del mare e riceviamo un interessante spiegazione sulla Santeria blanca, che per capirla bene bisognerebbe tornare alle origini… in Africa.
Dopo la full immersion di cultura segue il consueto assaggino di rhum , questa volta alla casa della Canchanchara in placa Mayor. Dopo pranzo puntiamo a PLAYA ANCON una località balneare non molto turistica, dove approfittiamo per abbronzarci , farci tuffi nelle calde acque cristalline e prendere lezioni di tai chi dalla maestra privata Giovanna.
Per cena ci spostiamo da Berry Alla Bodega Della Musica dove i nostri ragazzi alquanto carichi e fascinosi, spodestano i musicanti cubani per intonare audacemente balli e canzoni a squarcia gola , con ottimi risultati.
08.02 VALLE INGENIOS S. SPIRITO y CAMARGUEY
Lasciamo TRINIDAD intraprendendo un tratto di viaggio su un treno trainato da una vecchia locomotiva a vapore che ci porta nel cuore della VALLE DE LOS INGENIOS luogo tristemente noto per le piantagioni, gli schiavi, il cotone e pure questo sito Unesco. Molti puledri corrono liberi con le criniera al vento seguendo i binari del treno che si fa strada tra pascoli e frazioni chiamate Matanzas , La Precencia e Il Morro disperse nel nulla, come in un lontano far west. Noi ci godiamo il paesaggio dalla carrozza all’aperto mentre due musicanti suonano fisarmonica e violino .
La nostra tappa è IZNAGA una ex piantagione di fine 1700 dove un tale don pedro fondò la sua smisurata hacienda con la torre. Con l’effervescente Anna capofila, saliamo la lunga scalinata di 7 piani per raggiungere la cima della MANACA e ammirare la valle sottostante, il villaggio, i barracones cioè le capanne degli schiavi . Le nostre teste sono proprio sotto le enormi campane che segnavano l’inizio e la fine delle giornate di lavoro. Ci gustiamo il panorama mozzafiato, col vento che soffia forte nei capelli .
Riprendiamo il viaggio direzione SANCTI SPÍRITUS dove ammiriamo l’amarilla Iglesia Parroquial che risplende sotto il sole del mezzodì. Il museo della schiavitù come quello di Arte Coloniale e il Teatro lungo il fiume Yayabo sono tutti chiusi data l’ora, cosi camminiamo per le vie , distribuendo pennarelli e matite ai bimbi che si affacciano dai finestroni della scuola. Gli studenti più grandicelli, vestiti con uniforme colorate, ci bersagliano di domande e ci precisano che la loro è l’unica ciudad cubana ad avere un nome latino : “ Nosotros Somos De Sancti Spíritus, La Guapissima.” Pranziamo in un pub seminascosto nella plaza, siamo solo noi 8 stranieri a gustarci 8 Hambugesa con Chorrizo quieso y Vino tinto per soli 11 cuc.
Ripartiamo sulla strada per CAMAGUEY, sulla rotta facciamo un impossibile incidente con una mucca pazza che ci taglia la strada improvvisamente. Arrivati nel centro storico di Camaguey, lasciamo i bagagli e organizziamo immediatamente un giro sui risciò traballanti partendo da Plaza San Juan De Dios. ci perdiamo tra gli affascinanti vicoli nascosti e le labirintiche vie che ricordano più una medina marocchina, o un pueblo mexicano dati i forti colori e accesi dei palazzi.
Le strade sono strette e irregolari perché frutto di necessità difensive, qui il pirata Henry Morgan nel 1668 incendiò e depradò la città rovinandola profondamente cosi ci spiegherà senor Rodolfo proprietario della bella Casa Xiomara, dove alloggiamo.
Zizzagando tra portoni, chiese e gallerie d’arti raggiungiamo la zona dove sono esposti i tinajones, i famosi enormi vasi di argilla simboli della città, messi ora ad ornamento ma che in passato avevano funzione di raccoglitori di vino , olio e di acqua piovana.
alle 5 del pomeriggio ci sono 30 gradi, fa caldissimo, lasciamo i risciò in piazza, inseguiti da squadroni di bimbi curiosi che giocano scalzi a calcio. La cittadina è vivibile , pulita e molto sicura .
Parecchie donne ricamano grandi tovaglie bianche, stando sedute sul marciapiede e tirano l’ora del tramonto spettegolando in piazza… proprio come le statue dell’artista Martha Jemenez ceramista locale che davanti ad una bella chiesa espone opere e quadri nel suo laboratorio d’arte.
09 -10 FEB. CAMAGUEY - BAYAMO - VIRGEN DE COBRE - SANTIAGO
C’è una grande strada che abbiamo lasciato qualche giorno fa, partendo dall’ Habana taglia in obliquo tutta l’isola da ovest a est . Su questa strada stiamo incrociando tutte le 7 città che hanno plasmato la storia della fondazione Cubana.
La percorriamo di primo mattino, con le luci chiare che mi lasciano dentro un segno .
Guardo fuori dal finestrino , piccoli momenti di meditazione , penso, mi rilasso, ogni tanto prendo appunti . I pensieri veloci me li voglio annotare per non perderli del tutto.
Passiamo dal centro di BAYAMO capitale di Granmà, distrutta completamente da un incendio dei conquistadores spagnoli.
In questa Isla… quanta violenza inutile e quanta sana Resistenza in tanti secoli.
Sotto un cielo azzurro proseguiamo verso il santuario della VIRGEN DEL COBRE ovvero la Madonna proclamata patrona di tutta Cuba.
I paesaggi si susseguono tra villaggi con case rosso e rosa cangiante , lunghi filari di bananeti, grandi superfici libere dove riposano cavalli , tutto si confonde in una policromia perfetta .
la Virgen è anche chiamata MAMBISA cioè dei Mambì, il termine spregiativo utilizzato dai violenti Conquistadores per indicare la popolazione locale. Per questo motivo, i Patrioti dell’indipendenza cubana si fecero chiamare Mambises.
Entriamo nella basilica , fiancheggiando grandi statue di legno e mazzi di girasoli . qualcuno ci propone di comperare piccoli pezzetti di cobre...il rame locale estratto dalle montagne che stanno di fronte, da lasciare nella cattedrale o portare a casa come souvenir. Nelle piazzola antistante ci sono tanti storpi, invalidi, ciechi che si trascinano su grandi grucce, ne vedrò molte di stampelle anche all’interno , appese nelle teche o sulle pareti, lasciate in dono o per onorare una grazia ricevuta.
In serata raggiungiamo SANTIAGO DE CUBA.
11 FEB. SANTIAGO AUTENTICA E COLORATA
Giornata intera trascorsa nella SANTIAGO cosmopolita, che fonde tratti caraibici, spagnoli ed africani . Per le strade e sui palazzi stanno appesi giganteschi cartelloni raffiguranti gli eroi della ribellione o inneggianti frasi di filosofia rivoluzionaria .
Di primo mattina andiamo in un luogo tranquillo e per certi versi insolito, il Cementerio Santa Ifigenia, dove riposano presidenti patrioti José Martí, il musicista Compay Segundo e dal 2016 anche Fidel Castro. Subito dopo procediamo verso il CUARTEL MONCADA , conosciuto come “Ciudad Escolar 26 de Julio”, oggi scuola, ma fino al secolo scorso era “ la caserma “ per antonomasia, simbolo della genesi della Rivoluzione Cubana. Ancora ben visibili i fori degli spari sulle mura giallastre, giovani soldati in divisa ci guardano sospettosi.
Ci spostiamo al CASTILLO DE LA ROCA sito Unesco, una bellissima fortezza a picco sul mare che raccoglie il museo sulla pirateria , in ampie sale sono esposti tanti materiali originali come armi bianche e da fuoco appartenuti ai bucanieri e filimbustieri di secoli fa . Ai muri di cinta ancora visibili i cannonassi.
Nel pomeriggio vagabondiamo liberi nell’interessante casco historico, che si sviluppa attorno al Parque Céspedes, girando tra l’Aduana, il palazzo dell'Ayuntamiento e la Casa de Diego Velázquez. All’ora del tramonto ammiriamo il panorama dal quartiere francese, il TIVOLÌ che posto su una collina accessibile dalla scalinata di calle Padre Pico , ci regala una splendida veduta d'insieme sui tetti rossi del centro. Cena a base di corderos y pulpos nel ristorante arroccato sui tetti alti della città.
Non sapevo cosa aspettarmi da questa SANTIAGO, tanta bellezza decadente dei suoi edifici storici, traboccanti di cultura lasciata in eredità alla future generazioni. Nonostante l’apparente dignità abbiamo incontrato molti Uomini , malvestiti, malconci, quasi tutti senza denti, l’immancabile sigaro in bocca , mani gialle e callose, che cercano il contatto e hanno voglia di parlare. E ci siamo imbattuti in molte donne poverissime che elemosinano cibo monete e pezzi di sapone.
Alcuni cercano un passaggio in auto e persino in bicicletta, per spostarsi da un angolo all’altro della città. Fanno cenni con la mano, in segno di saluto di pace, o solo per chiedere soldi. Altri vendono banane e ananas per pochi cuc, ne compriamo una borsa intera. Scatto una fotografia, che diventa il simbolo dell’ intero viaggio, non volevo perdermi gli occhi verdi e intensi di quell’ uomo tanto gentile che mi posava arance mature nella borsa.
A Santiago è facile che la miseria profonda si confonda col turismo, i soldi col sesso e che ogni cosa o persona diventi merce. Troppa umanità riversa sul marciapiede, come assopita dalla vita e non dalla bella giornata di sole di oggi . È difficile per me stare nella città simbolo della rivoluzione e trovare tutti questi sogni dormienti.
Qui ho percepito davvero Cuba consumata , povera anzi impoverita dalla cruda realtà, una CUBA CHE SOGNA A COLORI MA VIVE TROPPO IN BIANCO E NERO.
Dopo tanta Santiago ci spostiamo verso GUARDALAVACA nella provincia di Hoguin. Questo è il mare che incantò Cristoforo Colombo, un vero gioiello di spiaggia che lambisce con acque trasparenti una variopinta barriera corallina. Farà bene anche a noi.
12-13 FEB TUTTI AI CAYOS
Dal mare di GUARDALAVACA abbiamo ancora parecchia strada per raggiungere l’anonimo villaggio di MORON , una notte di sosta e ripartire verso la costa settentrionale dei Cayos, dove passiamo altri giorni al mare, prima Cayo Coco poi la meravigliosa Cayo Guillermo.
Le isole fanno parte dell'arcipelago del Jardines del Rey, i Giardini del Re. All’ingresso del parco marino scopriamo che la zona è vietata a tutti i cubani, ovvero l’accesso è consentito solo ai turisti stranieri, oltre al controllo passaporti dobbiamo pagare alla polizia locale la tassa di 5 cuc a persona.
L’isola di CAYO COCO è collegata alla terraferma da una lunga strada di circa 30 km che percorriamo ammirando folte colonie di fenicotteri bianchi e rosa nelle acque basse. Ore di relax a PLAYA PILAR e nelle altre baie di arena blancas e acque cristalline.
Una mattina noleggiamo un intero catamarano alla Marina di Cayo Guillermo per raggiungere Cayo Felipe e Cayo Media Luna per ammirare i fondali marini. Sconsiglio vivamente di affidarsi al crew di Coco Diving Center, che noi abbiamo utilizzato in buona fede, sono dei veri irresponsabili ed incoscienti , senza arte ne competenze! Per l’uscita in catamarano al relitto , ci hanno abbandonato per più di un ora in balia di onde altissime e corrente forte, il responsabile si è rifiutato di uscire in soccorso di due persone che stavano male , abbiamo scoperto solo alla fine che non avevano ne bombole alternative, ne salvavita , dementi!
14.FEB CULTURA A REMEDIOS Y SANTA CLARA
Dopo i cayos procediamo verso REMEDIOS con visita al suo piccolo centro storico e poi SANTA CLARA , due i luoghi chiave da non perdere, il museo del tren blindado e mausoleo del Che Guevara.
Il primo è il luogo dove il “Che” fece deragliare dei vagoni carichi di armi e iniziò la rivolta al regime Batista. Ci sono molti turisti ad ammirare il cimelio dei vagoni, i binari divelti , la famosa escavatrice utilizzata e la statua del “Che” che solleva un bambino a simboleggiare la lotta per la libertà per le future generazioni. A pochi km di distanza c’è il maestoso mausoleo che ospita le salme del comandante medico argentino , eroe che morì lottando per la libertà del centro America e Africa, e dei guerrieri che lottarono e morirono con lui in Bolivia . Bandiere enormi svolazzano nel cielo a ricordare l’eroe e il sacrificio della sua vita avventurosa.
Pernottiamo una sola notte nella cittadina piccola ma vivace. Alla sera usciamo scoprendo che proprio dietro la ns curatissima casa particular LA ESMERALDA , c’è il maestoso Teatro La Caridad di Santa Clara, che ha ospitato il grande Caruso. Tra il fascino dei palazzi neoclassici e il tripudio di musica , fiori e fuochi d’artificio , tutto il paese scende in piazza a festeggiare S. Valentino. Noi invece festeggiamo il compleanno della dolce Melissa, alla quale regaliamo le meritate maracas.
15.FEB RHUM Y SIGARI A FINCA VIGIA
Ultimo giorno di tour prevede il rientro a La Habana, trascorriamo la mattina a Finca Vijia il buen ritiro di Hemingway . Entrando nella villa scopriamo che non si può accedere all’interno ma solo fotografare dalle porte finestre per ammirare i dischi originali, scaffali di libri, i trofei di caccia e qualche rimasuglio di abbigliamento spartano del Nobel .
La villa è circondata da un grande parco , dove sono sepolti i cani e dov’è ormeggiato Il Pilar la barca usata per le battute di pesca . Dopo il suicidio dello scrittore la casa fu abbandonata per essere restaurata qualche anno fa e trasformata nell’attuale museo.
Dopo la casa del Nobel passiamo alla casa del rhum ovvero la distilleria del Bocoy dov’è nato il famoso Havana Club. Prima di iniziare la spiegazione, l’antipatica guida ci esplica in spagnolo che il ron è figlio del dolore. Per dimenticare le sue pene uno schiavo piangeva lacrime dolci che caddero a terra , vennero fermentate dallo zucchero di canna e così nacque il liquore.
Accediamo all’edificio in legno , seguendo le varie fasi di produzione del Mulata, Cubay o Legendario, che viene degustato e poi venduto insieme con scatole di latta colorata contenenti Cohiba o Montecristo . Giro turistico un po’ troppo finto, costo ingresso 10 cuc.
Nel pomeriggio puntiamo al Malecon, per cercare la nostra ultima casa particolar Animas da Luiz . Con Stefano condividiamo il bellissimo ampio appartamento posto al 7 piano di un palazzo con ascensore (qui introvabili) e dalla nostra camera abbiamo una visuale superba su tutta l Habana . Lasciamo i bagagli e sereni torniamo a passeggiare per il centro della capitale. Torniamo sulla trafficata avenue italia, tra le bancarelle dei mercati, il Capitolio dove assistiamo ad una memorabile rappresentazione della banda municipale , il Floridita per l’ultimo daiquiri, foto al superbo hotel Kempinsky, e l’ultimo giro in cabriolet rosso fuoco che ci riporta come il primo giorno alla plaza Revoluzion.
Il viaggio Finisce la dove era incominciato … esattamente due settimane prima.
18 giorni vissuti intensamente, tra verdi baie e vallate, mare e musica, risate e consapevolezza, incontri con brava gente e tanti ideali di rivoluzione e libertà.
Una bella avventura , un’esperienza completa dalle mille sfaccettare.
Ringraziando IVO , che insieme ai colorati Daniele Giorgia Melissa Andrea Stefano e Giovanna hanno contribuito a riempire questa esperienza unica ricca di affetto e sorrisi .
I VIAGGI NON SONO I LUOGHI, MA LE PERSONE E LE EMOZIONI CHE CONDIVIDIAMO !
Hasta La Proxima, Saby