Viaggio a Creta
Diario di viaggio agosto 2011
di
Katia e Giovanni
12
Agosto 2011, ore 4 del mattino. E’ arrivato finalmente, oggi iniziano le
nostre vacanze, e nonostante il sonno per la sveglia prima dell’alba,
l’entusiasmo per la partenza ci contagia da subito appena svegli. Caffè nero
e, dopo aver chiuso casa, usciamo diretti all’aeroporto di Malpensa, che dista
da casa nostra circa mezz’ora di auto. Alle 6.55 con un volo Air One
decolliamo direzione Heraklion, Creta. Alle 10.40 ora locale, (la Grecia è
un’ora più avanti), arriviamo, il volo è andato benissimo. Usciamo
dall’aeroporto e iniziamo a cercare con lo sguardo un qualsiasi cartello che
ci indichi dove recuperare la macchina presa a nolo per le nostre vacanze. Non
troviamo nessuno ad attenderci, siamo in mezzo a tante persone che con i loro
bravi cartelli aspettano i turisti che dovranno essere accompagnati nei
rispettivi alberghi prenotati magari mesi prima nelle agenzie di viaggio. Già,
noi siamo vicini a loro, ma a noi non ci aspetta nessuno, perché siamo
viaggiatori liberi, per scelta e per tantissimi altri motivi di cui avremo modo
di parlarne durante questo racconto di viaggio. Decidiamo di telefonare alla
compagnia di rent a car, la Auto Union prenotata dall’Italia via internet
tramite la Economy Car Rentals, la quale fornisce auto di diversi modelli e a
prezzi ragionevolissimi, per avvisare che siamo arrivati e chiedere indicazioni
su come raggiungerli. Ci spieghiamo, e ottenute le indicazioni, ci incamminiamo
verso il park dove troveremo la nostra auto. Ancora prima di vedere la donna che
ci avrebbe fornito le chiavi, adocchiamo la “nostra auto”, una Kia Picanto
lucidissima, nuova di zecca e…nera (con il sole così forte, ci
carbonizzeremo, pensiamo).Comunque ci ispira una simpatia immediata, questa è
la macchina che ci porterà nei luoghi che poi ricorderemo per molto tempo.
Quando si è viaggiatori liberi, si tende a considerare “tuo” tutto ciò che
ci servirà nel nostro viaggio. E la macchina è importante. Sbrigate le
formalità, si parte, io guido e Giovanni spiega la nostra cartina sulle
ginocchia, lui in Grecia e con una cartina in mano lo si rende un uomo felice.
Giovanni è abituato a viaggiare, ha visto moltissimo paesi per lavoro (è
geologo, e con una passione estrema per la geografia) e per piacere, e la Grecia
ce l’ha nel cuore, per il suo splendido e vario paesaggio, per il suo mare, e
per la sua gente, cordiale e sempre con il sorriso sulla bocca, pronta ad
aiutarti se non capisci qualcosa o se ti vedono in difficoltà. Ormai siamo in
strada, ci dirigiamo verso quella che sarà la nostra prima meta a Creta,
Stavros. E’ a nord ovest dell’isola, e abbiamo scelto di alloggiare in due o
tre posti, spostandoci ogni qualvolta che lo desideriamo, per poter essere
comodi per i posti che si vogliono vedere. Passeremo a Creta 20 giorni, il
rientro è fissato per il 2 Settembre. Per strada ci fermiamo a mangiare un
boccone a Rethymno, ma della città vediamo poco, in quanto tappa
“necessaria” per sosta carburante, bisogni fisiologici e cibo. Ripartiamo
subito, raggiungiamo Stavros dopo un’oretta circa, quasi tutta di autostrada,
la rete stradale è bella. Qui a Creta si usa viaggiare a cavallo della corsia
di emergenza, per dare strada libera a chi volesse sorpassare. Mi viene un flash
sulle strade italiane, dove per sorpassare qualcuno ci vogliono magari
chilometri, portando gli automobilisti all’esasperazione. Qua no, è il paese
del “vivi e lascia vivere”.
Eccoci
arrivati, questo è l’unico posto che abbiamo prenotato dall’Italia, si
chiama Villa Eleana, è un hotel costituito da camere con angolo cottura, e con
spazi comuni come un bellissimo giardino,con alberi di carrubi e fichi, dove la
sera si danno appuntamento una miriade di cicale, che con il loro cicaleccio ti
tengono compagnia per tutta la serata, un
patio con dei tavoli dove ritrovarsi a chiaccherare o a cenare, e una piscina
davvero bella, fornita di ombrelloni e lettini a disposizione degli ospiti.L’abbiamo
prenotato vedendolo da internet, per l’equivalente di otto giorni, e la camera
viene 38 euro al giorno, compresa l’aria condizionata. Il proprietario Signor
Dimitris, è una persona estremamente cordiale, capisce un po’ di italiano e
ci divertiamo a parlare un po’ in inglese, un po’ in italiano e un po’ in
greco, facendo un miscuglio divertentissimo. Dimitris è molto disponibile,
qualsiasi cosa si possa aver bisogno, e la sera spesso si ferma a fare due
chiacchere o a cenare con gli ospiti che si ritrovano nel patio, portandoci i
fichi del suo giardino, nel contempo è discreto, mai invadente.
Preso
possesso della stanza, molto pulita, usciamo e andiamo a fare un po’ di spesa,
siamo stanchi dal viaggio e quindi mangeremo a casa. Troviamo
qualche super market, piccoli ma estremamente forniti, e facciamo scorta di
tutto ciò che può servirci. Nel frattempo, si è fatto abbastanza tardi, e
rientrando, ci imbattiamo in un tramonto spettacolare, così ogni sera facciamo
in modo di trovarci in auto verso l’ora del tramonto, per potercelo godere in
tutta la sua bellezza. Stavros ha
una spiaggia non molto grande, ma con un mare trasparente e dall’acqua bassa,
il che è gradito dalle famiglie con bambini, e troneggia la bandiera blu che
caratterizza le spiagge più pulite e il mare più bello. Strameritata, visto
che il mare e la spiaggia sono tenuti puliti,
pur essendo liberi. Non c’è molta gente e la maggioranza sono greci. La sera,
ceniamo a casa, è bello stare in mezzo alla natura in compagnia delle
cicale.Buonanotte Creta, a domani.
13
AGOSTO
Dopo
aver fatto colazione nel patio, torniamo sulla spiaggia a Stavros, il paese è
pressochè inesistente, non c’è null’altro se non poche case
e un paio di super market, poche taverne, chi alloggia qui lo fa perché è un
ottima base per vedere il nord ovest di Creta, quindi passiamo la nostra prima
giornata in spiaggia e più che altro in acqua, visto che è piacevolissimamente
calda. Nel pomeriggio, passiamo qualche ora nella piscina dell’hotel, si sta
veramente bene, con una tranquillità infinita. La sera, si va a fare un giro a
Chania, la città importante più vicina a noi, che dista circa 16 Km. Chania è
bellissima, con moltissimi ristorantini sul porto a ferro di cavallo e con il
faro illuminato a fare da sfondo, la città vecchia è composta da tante viuzze
dove ci sono negozietti che vendono prodotti di tutti i generi, e qualche
libreria con una scelta di cartine su Creta e le varie zone veramente da fare
invidia alle librerie più fornite. Nonostante la bellezza dell’ambiente, i
prezzi per una cena a base di carne o pesce con acqua, vino, piatto con
contorno, caffè, si aggirano tra i 35 e i 40 euro totali. Hanno poi abitudine
di offrire frutta e raki, la loro grappa, al presentare del conto.
14
AGOSTO
Oggi
decidiamo di andare ad Elafonisi, da molti definita la più bella spiaggia di
Creta. Partiamo di buon’ora, ci vogliono due ore di strada per raggiungerla e
la strada non è sempre bella, ci hanno detto. Attraversiamo paesini sperduti in
mezzo al nulla e gole profonde, il paesaggio è sempre molto vario, e questi
canyon dove le rocce formano vere e proprie montagne è talmente bello da farci
fare diverse tappe per fotografie e contemplazioni di tutto ciò che ci
circonda.Giovanni, da buon geologo, è entusiasta come un bambino, e mi spiega i
vari tipi di rocce che incontriamo. Ad un certo punto, dopo salite durante le
quali ti chiedi se per caso non hai sbagliato strada e stai finendo in un
qualche passo di montagna, si apre uno slargo con la vista mozzafiato del mare
sottostante. Una distesa di spiaggia talmente bianca da farti male agli occhi, e
tutto intorno un mare che non ha niente, ma davvero niente da invidiare ai mari
Caraibici, tanto che è azzurro. Scendiamo
presi dall’euforia di poggiar i piedi in quel paradiso per vedere se è
vero o se è un sogno, il posteggio è libero, e la spiaggia attrezzata di
lettini e ombrelloni. Noi difficilmente prendiamo a nolo l’ombrellone e i
lettini, siamo arrivati a Elafonisi con l’intenzione di piantare la nostra
tendina da spiaggia, ma il tutto
costa per l’intera giornata la modica cifra di 7 euro, così decidiamo di
trattarci da signori, e ci prendiamo il posto in prima fila, praticamente in
acqua. Fino a mezzogiorno in spiaggia non c’è quasi nessuno, e l’acqua è
talmente bassa e chiara che le persone camminano in acqua e non sulla spiaggia
che è bollente, visto il sole forte. Sdraiati sui nostri lettini,ancora
increduli e chiedendoci se per caso non hanno sbagliato a dirci il prezzo,
ripensiamo alla nostra bellissima Italia, che per un trattamento simile in
spiaggia ti chiedono cifre assurde, che ti fanno passare la voglia di andarci e
per fare due settimane di ferie devi fare un prestito. L’unica cosa che dà
fastidio è il vento, fortissimo che se stai all’ombra fa quasi freddo e se
stai in acqua ti bruci dal sole. A chi piace un posto molto ventilato è
l’ideale, anche se si pratica skyte surf, a Elafonisi è possibile
noleggiarli. Andateci ben forniti di acqua fresca, di creme solari contro le
scottature, e di cappelli per riparare la testa dal sole, e consigliamo di
indossare capi bianchi e leggerissimi da tenere anche quando si cammina in
acqua, per prevenire scottature colossali. Elafonisi si prende un bel 9 di voto,
secondo noi l’unico neo è il vento forte.
15
AGOSTO
Ieri
Elafonisi ci ha regalato una bella scottatura, per cui oggi decidiamo di oziare
in piscina, con un bel libro e la pace che regna nel nostro hotel. Da
consigliare vivamente sia a coppie desiderose di pace che a famiglie, vista la
libertà di movimento che si ha a Villa Eleana. Nel pomeriggio, decidiamo di
muoverci comunque e così andiamo a visitare due
monasteri molto vicini al nostro hotel, il primo, Agia Triada era molto grande e
ricco di decorazioni, il secondo, Gouverneto, è più fuori mano rispetto al
primo, nonostante disti solo pochissimi chilometri, ma quando lo si raggiunge,
dopo diversi tornanti, quello che vedi ripaga dalla strada fatta per arrivare
fin lì, il monastero è molto piccolo e non decorato come il precedente, ma
gode di una vista sul mare che è spettacolare. Ci fermiamo all’ombra di un
albero per goderci il panorama, e a lato dello spiazzo c’è una scalinata che
porta ad una chiesetta incastonata nella roccia a picco sul mare. Noi decidiamo
di non scendere, il caldo è veramente molto forte, e non siamo dotati di
scarpette idonee, per cui per evitare scivoloni, non scendiamo, pur
dispiacendocene molto, abbiamo visto le fotografie della chiesetta da internet
ed è veramente suggestiva. Quindi, il monastero va visitato attrezzati di buone
calzature e l’immancabile cappello e bottiglia d’acqua. Decidiamo di
fermarci seduti su un muretto, a contemplare tutto ciò che ci circonda. C’è
da dire che il silenzio assoluto
che regna il quel posto, ti fa sentire “potente”, in completa sintonia con
il mare, e a me coglie subito quella “cosa “chiamata Nowhere,
cioè una particolare sensazione che ti può cogliere in qualsiasi
momento, arrestando il fluire del tempo,durante la quale possiamo essere colti
da pensieri profondi che sembrano emergere dalla nostra anima più remota. Dopo,
ti senti come in trance, perso dietro pensieri che magari fino a pochi istanti
prima non ti sfioravano nemmeno la mente. Ma questa è un’altra storia, ognuno
di noi lo vive in maniera diversa, ho parlato con persone che dicono di non avere mai provato una cosa del genere, e informandomi, scopro
che a loro non piace viaggiare. Ma a chi non piace viaggiare, non piace vivere!!
16
AGOSTO
Oggi
decidiamo di andare ad Almyrida, una trentina di chilometri ad est di Stavros,
dove troviamo una bella spiaggia, frequentata per lo più da greci, un paesino
piccolo ma con una miriade di taverne che offrono pesce fresco e menu di carne
tipico greco, souvlaki (spiedini di carne, prevalentemente pollo o maiale),
moussaka( che somiglia alle nostre lasagne), gyros plate servito con salse e
patate fritte e un meraviglioso yogurth greco con il meli (miele) che è da
provare anche a chi non piacesse lo yogurth. Il menu greco non è vario come
quello italiano, ma ha comunque piatti per tutti i gusti e soprattutto puntano
molto sul pesce fresco, ottimi i fried shrimps (gamberi fritti) o i fried
calamari (calamari fritti) oppure il mitico octopus (polipo),o ancora il
calamaro ripieno di feta (formaggio leggero greco) e yogurth.
17
AGOSTO
Oggi
decidiamo di pianificare una gita diversa dal solito, e con il nostro
preziosissimo piccolo pc, ci informiamo su come raggiungere
un’isola che Giovanni ha sempre desiderato visitare, che è situata a
nord di Kissamos, chiamata Antykithira.
L’isola
in questione è assolutamente al di fuori delle rotte dei battelli, è collegata
solo due volte la settimana dal passaggio
di una nave non molto grande, che passa da quest’isola, diretta nel
Peloponneso. Ci documentiamo su orari del battello e da dove si parte, e per
oggi non si fa altro che pianificare questa gita. Domani, è un giorno in cui la
nave passerà da Antykithira, quindi domattina di buon’ora si tenta di
raggiungerla.
18
AGOSTO
Sveglia
con fatica alle 6, è buio pesto, e ti verrebbe voglia visto che si è in
vacanza, di girarti dall’altra parte nel letto. E invece, ecco
l’intraprendenza impadronirsi di noi, ci alziamo e dopo una veloce colazione
si parte per Kissamos, da dove partirà (speriamo) il battello per Antykithira.
Dopo un’oretta di auto, ecco Kissamos, è ancora molto presto e non c’è
nessuno in giro, raggiungiamo senza difficoltà il porto e nell’unica
biglietteria aperta, prenotiamo i biglietti per l’isola. La compagnia che
collega Kissamos ad Antykithira è la Lane Lines, e fa questa tratta solo il
giovedì e il sabato, per cui se perdi la nave di ritorno sei obbligato a
restare sull’isola per due giorni, che piaccia o no! Dopo due ore di
navigazione, eccoci, la nave quando entra nel minuscolo porto, suona la sirena,
il che ci fa sentire i padroni del mare, cosicchè tutti i 40 abitanti
dell’isola sanno che stai per arrivare. Scendiamo, la prima cosa che faccio è
immortalare Giovanni davanti al cartello di benvenuto sull’isola, aspettava
questo momento da 15 anni, cioè dal primo anno che andò in Grecia. Dopo di
che, ci incamminiamo, l’isola è minuscola, è dotata di un telefono a
gettoni, una specie di taverna e qualche casa. Sono quasi le undici, la fame si
fa sentire, e prima di incamminarci in direzione dell’unica spiaggia
dell’isola raggiungibile dopo circa due chilometri di non sempre facile
percorrenza, decidiamo di fare scorta di qualcosa da mangiare. La scoperta ci
lascia esterefatti, nella taverna non preparano/hanno praticamente nulla in
quanto non si aspettano l’arrivo di turisti, e oltretutto non parlano una
parola di inglese. Con quel poco di greco che sappiamo, riusciamo a capire che
dall’altra parte del paese, praticamente raggiungibile in 20 secondi, c’è
un super market. Fiduciosi ci avviamo, e entrando, un signore dall’aspetto
gentile, caratteristica di tutti i greci, ci chiede, in greco naturalmente, cosa
vogliamo. Dopo esserci guardati intorno attoniti, usciamo dal market con le
uniche tre cose che avrebbero costituito il nostro pranzo…una bottiglia
d’acqua fresca, due banane pericolosamente vicine al guasto, e un cornetto al
cacao confezionato, saltato fuori da uno scatoloncino appoggiato per terra.
Commentando divertiti questo fatto,iniziamo a camminare, per raggiungere Potamos,
la spiaggia, bisogna attraversare un lato dell’isola. Camminando passiamo a
fianco all’unico affittacamere dell’isola, ha dieci camere in tutto, e ti
offre alloggio per dieci euro a notte. Proseguiamo a ci fermiamo sul promontorio
che domina il porticciolo, in una chiesetta, purtroppo chiusa ma con uno
spiraglio quel tanto che basta per vedere l’interno. Immancabile a dirsi, la
vista sul mare mozzafiato. Tutto intorno mare, a perdita d’occhio, non c’è
traccia di terra all’orizzonte. Raggiungiamo finalmente la spiaggia, Potamos,
è popolata da tende che poi si scoprì occupate da una squadra di archeologi in
spedizione. La spiaggia è di sabbia mista a ghiaietta, il mare è lindo e
verde...Trascorriamo le ore all’ombra di una roccia sporgente, alternando i
bagni in mare. Sembra di essere Robinson Crusoe, non si vede una barca passare,
niente di niente e un silenzio rotto soltanto dall’infrangersi delle onde
sulla battigia. Nel pomeriggio quando il sole è meno forte, piano piano
torniamo verso il centro del paese, sono le 18 e da un cartello appeso ad un
lampione e aiutandoci con il greco che conosciamo, scopriamo che in un’altra
chiesetta del paesino c’è in corso una funzione religiosa. Anche se ognuno di
noi ha una visione personale di quella che è la religiosità, noi una visita
alle chiesette la facciamo sempre, magari anche solo per vedere cosa contengono,
e poi, in queste chiesette ci sono sempre delle minuscole finestrelle dalle
quali si vede uno scorcio di mare, soggetto di molte nostre fotografie. Poi,
abbiamo da fare passare il tempo, il battello è atteso per le 20. Qua non c’è
nulla di nulla da fare, quindi dopo aver assistito per un quarto d’ora ad una
messa in onore di non si sa chi, ciondoliamo un po’ per le viuzze, curiosando
qua e là. Verso le 20 realizziamo che della nave nessuna traccia, non si sente
né vede, all’orizzonte. Al momento ci scherziamo su, poi quando inizia a far
buio, iniziamo a preoccuparci seriamente, dove andremo se la barca
non arriverà? Qui non ci sono posti dove mangiare, anzi non c’è proprio da
mangiare, e poi chi è e come si chiama l’affitta camere per le due notti da passare qui in attesa che qualcuno
venga a prenderci? Siamo un po’ preoccupati, quest’isola è veramente un
posto fuori dal mondo. Dopo quasi due ore di attesa, è buio pesto, noi siamo
preoccupati e stanchi, non c’è
nessuno se non noi e un pescatore
solitario che con una boccetta di acqua santa in mano, benedice tutte le barche
presenti al molo, noi lo osserviamo e constatiamo che per questi posti le barche
sono considerare indispensabili, non tanto perché servono per spostarsi, qui
siamo talmente fuori dalle rotte che spostarsi da qua con un battello non
adeguato, è il naufragio sicuro, ma sono importanti per procurarsi il pesce da
cucinare…. fa anche freddino, e noi siamo senza un maglioncino, senza scarpe,
con il sale del mare addosso e desiderosi di una doccia e un po’ di cibo. Ci
sembra di essere sull’isola dei naufraghi, quando….eccola!!!!La nave compare
all’orizzonte!!! Arriva, attracca, e noi voliamo sulla nave come i razzi
dirigendoci di volata nel comparto ristorante, dove riusciamo a mettere insieme
una cena decente, e ci sentiamo decisamente meglio. Il rollio della nave e la
stanchezza della giornata ci fa crollare addormentati su un divanetto, quando
arriviamo a Kissamos abbiamo ancora due ore di auto per tornare a Stavros.
Andiamo veloci, è l’una passata e non ce la facciamo più, tornati a casa,
doccia e di filato a letto. Prima di addormentarci, ringraziamo di essere
riusciti a tornare, se la nave non fosse arrivata sarebbe stato veramente
pesante rimanere lì due giorni.E’ stata comunque una bellissima giornata,
ricca di esperienze, ci sentiamo sempre di più viaggiatori liberi.Buonanotte, a
domani.
19
AGOSTO
Oggi
decidiamo di non fare nulla, visto la giornata intensiva di ieri. Colazione con
calma, e facciamo un giro a Stavros, vicino al nostro hotel, dove c’è un
bellissimo mare ed è molto tranquillo. La sera, si va a cena a Chania, e si
tira tardi gironzolando tra i negozietti che vendono di tutto un po’, così
possiamo dedicarci ai souvenir da portare a casa.
20
AGOSTO
Anche
oggi giornata tranquilla, la dedichiamo a documentarci su internet sui prossimi
luoghi dove spostarci, perché domani il nostro soggiorno prenotato qui, finirà.
21
AGOSTO
Oggi
è giornata di spostamenti, paghiamo il conto a Villa Eleana, chiacchieriamo un
po’ con Dimitris, il quale ci abbraccia calorosamente sperando di poterci
rivedere l’anno prossimo, e partiamo. La destinazione scelta è Plakias,
esattamente a sud di dove siamo ora, per cui a sud di Creta. Il viaggio dura un
paio d’ore, si attraversano paesini sperduti in mezzo al nulla, scenari con
viste sul mare molto belli, e desolate distese adibite a pascoli. Arriviamo e
ora dobbiamo trovare dove alloggiare, non abbiamo prenotato nulla ed è il 21
agosto, speriamo di capitare bene. Passiamo prima da Ano Rodakino, ma non ci
piace la spiaggia, è mal tenuta e poi è piccola, composta da sassi e ghiaia
grossa. No, non è bello, per cui ce ne andiamo subito per non farci più
ritorno. Passiamo per Plakias, facciamo un giro nel paesino proprio sul mare, ci
sono tante taverne, tanti super market, e di tutto un po’, farmacie, car
rentals, agenzie viaggio, negozi vari, insomma tutto quello che può far piacere
avere a portata di mano.Ci piace, quindi cerchiamo quello che sarà il nostro
prossimo alloggio. Ne adocchiamo due, decidiamo di fermarci al primo, ma già
quasi consapevoli di dovercene andare subito perché non avranno camere libere.
Si chiama Creta Spirit, da fuori è molto bello, proprio vicino al mare, un
po’ rialzato, quindi chissà che vista e che prezzi, pensavamo, intanto che ci
incamminavamo verso l’entrata. E invece, con nostra sorpresa, ci dicono che
hanno camere libere, se vogliamo possiamo visitarla e decidere. Bellissima, la
camera ha vista mare meravigliosa, un angolo cottura, la zona letto abbastanza
grande, la televisione, l’aria condizionata, la zanzariera per gli insetti, e
il bagno un po’ piccolo ma assolutamentre funzionale. Il tutto per 50 euro al
giorno, compresa la pulizia giornaliera, anche più volte al giorno, visto che
quando uscivamo durante il giorno, al nostro rientro trovavamo sistemato
nuovamente.
Non
potevamo trovare di meglio, e poi al primo tentativo, considerando che di natura
non siamo proprio fortunati. Siamo felici, affacciarsi al balcone e trovarsi il
mare infinito di fronte, è una cosa che non ti basta mai, vorresti dormire sul
balcone per assicurarti che il mare sia reale, e che non se ne vada da lì…Siamo
però stanchi, per cui decidiamo di fare un bagno in mare veloce e poi
rientrare, e a due passi dall’hotel c’è una spiaggetta di sabbia minuscola
ma carinissima. Nel caso che non si abbia voglia di spostarsi, va benissimo.
Detto fatto, e la sera ceniamo a casa, sul balcone c’è un tavolino e ci sono
due sedie, cuciniamo un piatto di pasta e restiamo a contemplare il mare fino a
che fa buio.
22
AGOSTO
Stanotte
ho dormito poco, forse perché emozionata dal fatto che bastava alzarsi sul
letto per vedere il mare. Io sono una grandissima amante del mare, si è capito,
e i ricordi più belli della mia infanzia e giovinezza li ho nei luoghi di mare,
dove i miei genitori mi portavano
più volte l’anno, io non sono mai andata in un luogo di montagna per più di
un giorno, non mi piace il freddo, per cui non sento proprio la mancanza della
montagna. Mi piace l’estate, il caldo, lo stare senza calze e con meno vestiti
addosso per più tempo che riesco. Dicevamo, ci alziamo comunque di buon’ora
perché anche Giovanni, sentendomi muovere per la stanza, si è svegliato,
facciamo colazione sul nostro balconcino, e decidiamo di uscire. Ah,
dimenticavo, sono le 7 del mattino per cui ci dirigiamo verso una spiaggetta che
Giovanni ha visto da Google Earth, che ci piace, in mezzo alle rocce. Arriviamo
dopo una decina di minuti, ecco la spiaggetta, si chiama Micro Ammoudakia, ed è
un’insenatura di sabbia dentro una galleria di rocce, e non c’è un sentiero
che porta alla spiaggia. Ormai siamo qui, vogliamo scendere anche perché si
vedono due tende. In un qualche modo saranno arrivati lì, no? La discesa è
pericolosa, non è lunga, qualche metro appena, ma è molto
pericoloso, se ti scappa il piede ti fai male seriamente. Con cautela,
arriviamo giù, è stupenda, lunga una trentina di metri, di ghiaietta fine, e
con un mare che va dal verde smeraldo al trasparente. Che bella, ci sentiamo in
paradiso e poi, siamo soli, visto che sono le 7.40. In acqua subito, fare il
bagno di mattino presto è rigenerante e fresco. Quando il popolo delle due
tende presenti sulla spiaggia sente le nostre voci, spuntano dalle
tende,e….sorpresa….sono nudi!! Ecco, siamo capitati in una spiaggia nudista,
il che vuol dire che dove ci sono nudisti, ci sono paradisi, sono imbattibili
nel trovare i posti più sperduti quindi più belli. Noi, dopo un iniziale
imbarazzo durato pochi istanti, conviviamo tranquillamente con loro, facendosi
ognuno i fatti propri. Stiamo lì fino alle 11 circa, poi risaliamo e torniamo a
casa a pranzare con qualcosa di leggero e fresco, qui fa un caldo ancora più
forte che a Stavros, dopotutto siamo al sud e di fronte a noi 300 km c’è la
Libia. Nel tardo pomeriggio, si va a Souda, lì vicino a Plakias, ma non ci
piace, spiaggia molto larga, e soprattutto troppo ventosa, la sabbia ti fa male
alle gambe, con il vento che tira. Per andare a fare il bagno devi seppellire
tutto quello che hai se non vuoi poi rincorrerlo per chilometri, è una spiaggia
adatta ai surfisti, anche se non se ne vedono. Non la consigliamo, infatti c’è
molta poca gente, impegnata più che altro a cercare ripari dal vento. La sera,
cena a casa e poi ci si dedica ognuno ai propri interessi, io con la mia
settimana enigmistica e il diario di viaggio, e Giovanni sta scrivendo un
libro.A domani, buonanotte mare.
23
AGOSTO
Oggi
ci si sveglia con più calma e decidiamo di andare a Shinaria, che dista un
quarto d’ora circa da Plakias. La spiaggia è molto bella, c’è vento ma non
fortissimo, per cui decidiamo di montare la nostra tenda da spiaggia. Dopo un
po’ di peripezie, è montata, ma il vento è aumentato quindi cerca più volte
di portarcela via. La blocchiamo con tutto quello che riusciamo a trovare,
sabbia e sassi (pochi), speriamo resista. Il mare qui, come da quasi tutte le
altre parti che abbiamo visitato, è molto bello, caldo e acqua bassa che va
bene per famiglie con bambini. Il bello è che c’è sempre poca gente, ovunque
si vada, e perlopiù greci. Se non lo sanno loro dove andare, che è la loro
nazione…..
24 AGOSTO
Oggi
ce la si prende comoda, andiamo alla spiaggia di Ammoudakia, che si trova a
fianco a Mikro Ammoudakia. Attenzione, da non confondere con Damnoni, anche lei
vicinissima alle altre, molto bella ma più caotica, qui va a gusto personale, a
seconda di quello che una persona cerca dalla vita di mare. Come la sorellina più
piccola, la spiaggia è popolata da nudisti, e passiamo la giornata lì, a fare
bagni e prendere il sole. La sera, si va a cena in una delle numerosisssime
taverne di Plakias, c’è l’imbarazzo della scelta. La gente è come sempre
molto cordiale e si spende ancora meno che a Chania, con 30, 35 euro si fa una
cena completa in due. Veramente ottima, Plakias, consigliata secondo noi sia a
famiglie che a coppie. A compagnie di amici, è meglio consigliare i dintorni di
Chania, più viva per la vita di sera. Qui la sera non c’è nulla, una volta
che chiudono i vari e numerosi negozi, non resta altro che tornare in hotel, noi
abbiamo visto solo un locale che potrebbe definirsi disco bar ma molto
tranquillo.
25
AGOSTO
Oggi,
compiti! Esattamente davanti al nostro naso, si scorge la sagoma di un’isola,
non molto grande, chiamata Gavdos, e che è il punto più meridionale
d’Europa. Noi, da bravi viaggiatori, vogliamo cercare di raggiungere tutto ciò
che attira la nostra attenzione all’orizzonte, per cui con il nostro prezioso
pc, raccogliamo informazioni per raggiungere Gavdos. Stabiliti i punti chiave,
usciamo a cercare chi può farci i biglietti per la nostra meta. Troviamo
un’agenzia di viaggi e dopo dieci minuti usciamo con i biglietti in tasca e 90
euro in meno, tanto costano. Per andare a Gavdos si può fare in due modi: o si
parte da Plakias direttamente ma solo in deteminati giorni della settimana, in
questo caso il mercoledì mattino alle 12, oppure si parte il venerdì, sabato e
domenica da Hora Sfakion, che costa meno, 52 euro anziché 90. Noi abbaimo
optato per la soluzione più costosa, ma per un motivo ben preciso, cioè che
alloggiando a Plakias, si può raggiungere Hora Sfakion solo con 2 ore di strada
torturosissima, perché non c’è la strada costiera, ma bisogna fare un giro
molto lungo, il che non conviene. Dunque, dopo aver sbrigato le formalità, ci
dirigiamo direttamente verso ovest, in una località chiamata Frangokastelo,
alla quale si arriva dopo un bellissimo percorso panoramico. A Frangokastelo
c’è un castello, che domina il mare e la spiaggia, vicinissima, all’esterno
è ben tenuto, e all’interno è diroccato. Il ticket per visitarlo costa due
euro a testa, gratis per i bambini. Dopo la visita veloce al castello, scendiamo
alla spiaggia, ma qui il caldo è debilitante, reso ancora più pesante dalla
totale assenza di vento. Verso le 13 andiamo via e ci si ferma in un
ristorantino piccolissimo ma carino, tutto dipinto di bianco e azzurro, i colori
dominanti in Grecia, con tanti tanti fiori stupendi, e consumiamo un pranzo
leggero. Lungo la strada si incontrano diversi pullman turistici, qui vicino
c’è la Imbros Gorge, un canyon che dicono essere molto suggestivo. Facciamo
un pensierino per visitare anche lì, ma il caldo è troppo pesante, non ce la
sentiamo, poi è il primo pomeriggio, l’ora più critica. Ci saranno più di
40 gradi. Ripartiamo, la macchina posteggiata al sole è rovente, dobbiamo
aspettare a salire perché il volante non si riesce a toccarlo, tanto scotta.
Puah, la macchina nera!! Qualche minuto e ripartiamo, ci dirigiamo verso Hora
Sfakion, che raggiungiamo dopo una quindicina di minuti. L’impressione non è
bella, piccola ma caotica, tanto che non riusciamo a trovare un posto dove
fermarci, quindi dietrofront, si torna indietro, cara Hora Sfakion ci si vedrà
un’altra volta. Arrivati a casa, bagno veloce nella comoda spiaggetta “di
riserva” sotto casa, e poi riposo e cena.
26
AGOSTO
Oggi
non si ha voglia di andare a mare, io ho un po’ di mal di testa, sarà per il
caldo extra preso ieri. Quindi, dopo aver fatto colazione con calma, si va un
po’ nell’interno, a visitare i paesini che sovrastano Plakias. In
particolare, Sellia che dista 3 km da Plakias, non c’è quasi nulla, ma
passeggiare per questi paesini dove il tempo pare si sia fermato, e la gente che
ti incontra ti saluta, e le donne vestite interamente di nero siedono fuori
dalle case sulle sedie in paglia, è bello e rilassante. Quindi, giro per Sellia
e per il resto della giornata si ciondola qua e là.
27
AGOSTO
Oggi
andiamo a vedere il canyon Kourtaliotiki, composto da gole profonde
meravigliose, da vedere assolutamente. Fa un discreto freschino, che dopo il
caldo dei giorni passati, si sente volentieri. Sostiamo ogni cento metri per le
foto, nel canyon c’è anche una chiesetta incastonata tra le rocce, ma
purtroppo non visitabile, è chiusa. Proseguiamo e arriviamo dopo una
mezz’oretta a Spili, chaimato paese dalle 25 fontane, perché nella piazzetta
del paese ci sono 25 fontanelle dalle quali sgorga l’acqua delle adiacenti
montagne. Ci dissetiamo e scattiamo foto, il paese è bellissimo, con le viuzze
strette e negozietti di tutto un po’, soprattutto souvenir, tappeti fatti a
mano, tovaglie e biancheria da casa varia ricamata a mano, vasellame di tutte le
misure e erboristerie con prodotti
all’olio d’oliva di Creta,da perderci un sacco di tempo, e noi ne
approfittiamo entrando in ogni negozietto. Tornando indietro, ci fermiamo a
visitare il monastero di Moni Preveli, ma siamo in pausa pranzo quindi il tutto
è chiuso ai turisti. Appena più indietro c’è un altro monastero, sempre
Moni Preveli, ma è quello abbandonato, si vedono ancora molto bene le celle dei
monaci, la chiesa, e tutt’intorno, è chiuso ai visitatori, ma ci sono dei
punti dai quali si vede tutto molto bene anche stando fuori dal recinto.
Peccato, perché per arrivare qui abbiamo fatto 6 km di sterrato ben tenuto ma
solo a tratti, per poi arrivare ai monasteri…chiusi!! Da lì c’è una strada
che porta ad un belvedere, scendiamo, ma quando arriviamo con la macchina,
vediamo che per raggiungere il belvedere c’è da pagare il posteggio
dell’auto, e costa 4 euro. Indignati, ce ne andiamo, non per i 4 euro, ma
bisogna pagare per vedere il mare?? E’ di tutti, noi a queste cose siamo
assolutamente contrari, e non saremo i soli, visto che il parcheggio è quasi
vuoto, giusto qualche camper e auto qua e là. L’unica cosa per la quale ne è
valsa la pena venire fin qui, è che abbiamo visto un ponte veneziano, molto ben
tenuto, con un’oasi di quiete intorno. Torniamo verso casa, non siamo lontani,
e spinti dalla curiosità, svoltiamo in una strada che “ci ispira qualcosa di
bello”. Aiuto, la strada diventa ben presto stradina e per lo più sterrata e
molto stretta. Proseguiamo, non si può far altro, sperando di non trovare
nessuno che nel frattempo venga in direzione opposta alla nostra, e chi fa
retromarcia qui?? Meno male, non si vede anima viva, la strada è in forte
salita, pure. Mi sa che abbiamo fatto una cavolata, ma all’improvviso, eccoci
di nuovo in piano, e davanti a noi, una chiesetta con l’immancabile vista
stupenda sulla baia. Visitiamo la chiesa, è aperta, minuscola e dedicata a San
Giovanni, con la felicità di Giovanni, appunto. Ci ha protetto sulla strada, ne
siamo sicuri. La discesa è più facile, e torniamo a casa stanchi ma contenti.
28
AGOSTO
Oggi……………………….OZIO
TOTALE!!!!!!!!!LETTURA E LETTURA.
29
AGOSTO
Oggi
si parte per Gavdos, ci alziamo con calma perché il traghetto è alle 12 e noi
siamo a meno di 500 metri dal porticciolo di Plakias. La compagnia di
navigazione è la Gadvos Express, ed ha un battello
da 50 posti. Dopo 1 ora e mezza arriviamo a Gavdos, già ancora prima di
scendere a terra capiamo che almeno qui non avremo problemi per il cibo come ad
Antykithira, perché già dal porticciolo si vedono due taverne. Siamo
tranquilli. Passeremo qui due notti, e con noi abbiamo solo un ricambio di
vestiti, i bagagli li abbiamo lasciati a Plakias, dove la signora Maria,
proprietaria del Creta Spirit con il marito, gentilmente si è offerta di
tenerceli fino al nostro ritorno. Sbarchiamo a Gavdos, ora dobbiamo cercare di
capirte come fare per arrivare a Sarakiniko, dove abbiamo prenotato le due notti
telefonanicamente da Plakias. Il
tempo di guardarci, arriva un camioncino scassatissimo, e un driver che non si
capisce se è più brutto o più sporco, ci indica di salire e ci porta alla
nostra meta. Ci fidiamo, e dopo un viaggio durato pochi minuti, arriviamo.
Sarakiniko è una spiaggia nella parte nord di Gavdos, e la taverna che è sulla
spiaggia ha anche delle camere. Una signora ci consegna le chiavi e ci indica
dove andare, troviamo una costruzione senza pretese con 5 camere, molto spartane
ma funzionali, e soprattutto a pochi metri dalla spiaggia. Il tempo di sistemare
il nostro zaino, siamo già fuori di nuovo, e ci buttiamo in acqua. Anche qui,
c’è pochissima gente, e il mare è molto diverso da quello di Creta,
l’acqua è caldissima, si sta più volentieri in acqua che fuori. Ancora una
volta realizziamo che i “nostri” mari non hanno nulla da invidiare a mari
ben più lontani. E’ bellissimo, siamo felici di essere qui, poi se guardiamo
dritto davanti al nostro naso vediamo la sagoma di Creta, ed è curioso pensare
che potremmo fare ciao con la mano e salutare Plakias, e che fino a ieri
potevamo fare il contrario. Ieri di là, oggi di qua. Nel frattempo che ci
prepariamo per la cena, arriva un signore a bussare alla nostra porta, è greco
e ha in mano due bicchieri di plastica e una bottiglia di raki. Vuole brindare,
siamo compagni di viaggio, anche lui con la sua compagna si è imbarcato a
Plakias con noi stamattina, e avendoci rivisto a Sarakiniko vuole stringere
amicizia. E’ simpatico, la sua compagna parla un po’ di italiano, essendo
un’insegnante in una scuola di Rhethimno. La donna, ci aiuterà poi a
comprendere il greco nella situazione che ci vedrà bloccati a Gavdos due giorni
dopo. Chiaccheriamo un po’, Giovanni è insegnante anche lui, si scambiano un
po’ di opinioni del più e del meno. Più tardi si
va a cena, nella stessa taverna che ci ha dato la camera. Il marito della
signora, Manolis, è pescatore ed ha un fascino magnetico. Lui vive qua solo
tutto l’anno, teniamo presente che Gavdos non ha un vero e proprio paese, non
c’è praticamente nulla, c’è un solo super market, se così vogliamo
chiamare un bugigattolo con pochi viveri, non ci sono farmacie, non ci sono
bancomat, non ci sono scuole, non c’è un ufficio postale. Tutto ciò che
serve, lo vanno a prendere a Creta. Ci sono circa 40 abitanti, per lo più
anziani. Dicevamo, di Manolis, lui è pescatore, e lui e la
moglie gestiscono questa taverna. A settembre, la moglie torna a Creta, dove
abitano, e lui resta lì, da solo. E’ un uomo che ha trovato la sua
dimensione, per questo ha fascino. E’ soddisfatto, che
è difficilissimo esserlo, ai giorni nostri. Propongono il pesce pescato
da lui stesso la notte prima, e noi ci sentiamo veramente come Robinson Crusoe,
possiamo scegliere il pesce che mangeremo di li a pochi minuti, il tempo di
cucinarlo. Oggi si può scegliere tra diversi tipi di pesce, tra cui aragoste e
scorfani. Ceniamo, e poi si va spediti in camera, siamo stanchi dalla giornata
di spostamenti. A domani, Gavdos.
30
AGOSTO
Oggi
abbiamo voglia di camminare, e dopo una colazione fatta di biscotti e latte
freddo, ci incamminiamo diretti a quella che dicono essere una magnifica
spiaggia: Agios Ioannis. Non è lontana, ma se consideriamo che noi siamo a
piedi, 3,5 km non sono neanche pochi, col caldo che fa. Arriviamo in fondo a
Sarakiniko, e c’è una salita che porta all’unica strada asfaltata
dell’isola. Da qui, camminiamo per circa 40 minuti, fino ad arrivare ad una
taverna, nella quale ci fermiamo per riprendere fiato e rifocillarci con un
frappè freddo. Poi, l’ultimo sforzo, dieci minuti a piedi, tra le rocce, la
strada non c’è più, e sia arriva in una spiaggia fatta di dune di sabbia
grandissime, popolate da molte tende, i cui “abitanti” sono esclusivamente
hippies. Nudi, naturalmente. Bè, ormai siamo arrivati, stanchi e stremati
scendiamo in spiaggia e pochi secondi dopo siamo in acqua. È bassa, calda, e
trasparente, fino a parecchi metri dopo la riva vedi tranquillamente i pesci che
ti gironzolano intorno, e appena ti fermi, ti pizzicano le caviglie. Bellissimo,
nelle ore che stiamo qui, stiamo praticamente sempre in acqua, a giocare con una
pallina che ci tiene compagnia in ogni nostro viaggio, da qualche anno a questa
parte. Si fa fatica ad arrivare qui, ma ne vale assolutamente la pena. Purtroppo
sull’isola non affittano né biciclette, né motorini, l’unico mezzo di
spostamento è un bus che passa non si bene quando, per cui è meglio non
aspettarlo. Tanto, quando arriva lo si vede, la strada è una, e non ci sono
macchine in giro. Quando siamo stanchi, piano piano ci incamminiamo verso la
nostra zona, fermandoci ogni tanto all’ombra di qualche arbusto. Arrivati, ci
riposiamo e la sera Manolis ci propone di provare l’aragosta. Ne prendiamo
una, chissà quanto ci chiederà, pensiamo, scegliendo la media delle 3 che ha
pescato. Bene, per un’aragosta di 6 etti, paghiamo 20 euro. Ah, bè, allora
prendiamo anche lo scorfano. Per una cena così in Italia, devi prima
assicurarti di essere coperto con la carta di credito, qui abbiamo pagato in
tutto 34 euro, vino bianco fresco compreso. Ah, come si sta bene. A nanna,
domani mattina alle 9 si torna a Creta. Sei stata bella, Gavdos.
31
AGOSTO
Stamattina
si parte, la camera per due notti ci è costata 80 euro totali, salutiamo e
Manolis ci porta al porticciolo con il suo pick up. Siamo 6 persone, e ci
stipiamo tutti nel cassone del pick up, tenendoci forte per le curve, che
Manolis fa a tutta birra. Arrivati al porto, la sorpresa. Ci dicono che il
battello non può partire, perché a Creta c’è troppo vento e non si riesce
ad attraccare. Per oggi non se ne fa niente, domani forse, dipende dal tempo.
Non sappiamo se crederci o no, il mare è liscio come l’olio e il cielo è
stupendamente blu, come fanno a dirci che c’è cattivo tempo?? Noi sospettiamo
che ci sia un guasto alla barca, già nel viaggio di andata si sentivano strani
rumori e un ragazzo dell’equipaggio continuava ad aprire il vano motore, non
si sarà mica rotta la barca, e chi ci viene a prendere adesso? Noi dopodomani
abbiamo l’aereo per l’Italia! Sconsolati, risaliamo sul pick up e torniamo a
Sarakiniko, preoccupati per il contrattempo. E se domani non arriva nessuno a
prenderci? Conviene agire per tempo e, con il fedele pc, meno male che
l’abbiamo con noi, ci documentiamo nel caso ci sarà da spostare il volo per
l’Italia. La giornata passa così, non ci godiamo nulla perché preoccupati
del blocco, oltretutto non abbiamo con noi nemmeno un vestito pulito, e neanche
tanti soldi. Aiuto, calcoliamo che possiamo rimanere bloccati qui al massimo
fino a sabato, poi finiamo i soldi. Il cibo non manca, è vero, meno male che
non ci è capitato ad Antykithira, se no ci dovevamo improvvisare pescatori, per
mangiare. Ulteriore problema da mettere in conto, è che se il battello
l’indomani partirà, potrebbe non andare a Plakias, ma a Paleochora, e noi poi
dovevamo tornare a Plakias… ma la strada costiera sappiamo che non c’è,
quindi ci sarebbe da arrivare in bus fino a Chania, poi cambiare e arrivare a
Rhetymno, poi o farci venire a prendere da qualcuno, oppure prendere un taxi
fino a Plakias. Che casino, toccherebbe attraversare mezza Creta per fare 50
Kilometri. Aiuto!
1
SETTEMBRE
Alle
8 siamo già in piedi, a scrutare il tempo, sempre bellissimo, ma a Creta come
sarà? Chiamiamo la capitaneria di porto di Paleochora, in un modo o
nell’altro dobbiamo tornare a Creta, domani c’è il volo. Buone notizie, ci
dicono che faranno partire il battello, e nel frattempo viene Manolis (qui una
persona fa di tutto, dal pescatore, all’albergatore, all’autista, al
portavoce di tutti) viene a comunicarci che il battello partirà, anche per
Plakias, alle 15. Salvo peggioramenti del mare. Pregando di no, attendiamo le
15, ma alle 13 vengono ad avvertirci di affrettarci a raggiungere il porto che
si parte, perché prevedono un peggioramento delle condizioni meteo. Come i
fulmini, chiudiamo e restituiamo le chiavi della camera, già pronti con i 40
euro della notte extra in mano, ma la signora è gentilissima, e capìta la
situazione ci chiede soltanto 20 euro per la camera. Siamo imbarazzati da tanta
correttezza, la salutiamo calorosamente e ci precipitiamo, sempre con il pick up
lanciato a velocità non indifferente, al porto. Ok, si va. Gavdos è bella, ma
rimanere bloccati in un qualsiasi posto non sempre è piacevole. Il viaggio di
ritorno è tranquillo, e rieccoci a casa. Riprendiamo le nostre cose, e
prenotiamo la stessa camera, rimasta vuota, per l’ultima notte a Creta.
Riposiamo un po’ nella nostra camera, e poi decidiamo per un ultimo bagno, ad
Ammoudakia, la spiaggia da noi preferita. La
sera, si va a cenare in una taverna in una viuzza interna del lungomare di
Plakias, è molto carina, gestita dai proprietari e con delle piante dai fiori
splendidi, vicino ai quali abbiamo fatto delle foto in compagnia del
simpaticissimo proprietario della taverna. Intanto che ci avviamo verso la
macchina posteggiata poco lontano, notiamo che c’è vento forte,
“guardiamo” Gavdos dal di qua e siamo contenti di essere riusciti a partire.
Buonanotte, domani si torna a casa.
2
SETTEMBRE
Oggi
si parte, abbiamo il volo alle 10.40 da Heraklion. In due ore siamo
all’aeroporto, consegnamo la macchina con dispiacere, ormai ci eravamo
affezionati, e buttiamo le chiavi in una cassetta. Formalità del volo e decollo
verso casa. E’ finita, ciao Creta, sei stata bella. Ci siamo trovati molto
bene, la consigliamo davvero a tutti coloro che vogliono una vacanza non troppo
lontana dall’Italia, fatta di persone cordiali e luoghi da ricordare con
nostalgia. Come alla fine di ogni viaggio, a me viene sempre una struggente
maliconia, mi capita spesso che durante le sere d’inverno, mi venga in mente
un particolare o una situazione di quella vacanza. E’ da questo, che ho capito
che il viaggio fa parte di te, del tuo bagaglio personale. Vivi cose che
ricorderai per sempre e che sono solo tue. Al prossimo!!!!!
Katia e Giovanni, Creta dal 12 Agosto al 2 Settembre 2011