Corsica
Francia
Diario di viaggio agosto 2004
"A
volte le mete vacanziere migliori si scelgono d'impulso
...non è sempre vero,
ma questa volta ci è andata benone !!! "
Quest'anno il luogo in
cui trascorrere i tanto attesi quindici giorni di ferie rappresentava una vera
incognita.
Spagna?...troppo
caldo!!!....Portogallo???...troppo lontano!!!....Olanda???.....poco
avventurosa!!!
Insomma, io e la mia compagna eravamo alla
ricerca di una destinazione raggiungibile in poche ore di macchina,
in cui non si morisse dal caldo,
caratterizzato da piacevoli paesaggi, il più possibile incontaminati ed il più
lontano possibile dal turismo di massa.
"Ma esistono ancora
posti del genere???"
L'atlante era aperto, ma il dito indice si
rifiutava di individuare un punto in cui posarsi ad indicare la meta.
Sorvolava l'Europa ad una quota di 10 cm
dalla pagina come un'aliante in balia dei venti, poi una corrente d'aria più
forte spinge il dito impazzito in prossimità dell'Italia....più il confine si
avvicina, più l'indice perde quota
....panico!!!!! di
questo passo finirà per precipitare dalle parti di Rimini (mi vengono i brividi
solo a pensarci !!! )....
fortunatamente una corrente ascensionale lo
spinge oltre gli Appennini....sorvola l'isola d'Elba ed arriva finalmente a
meta...
Alla scoperta della
CORSICA
il Paradiso dietro l'angolo
!!!
by Walter
Salpati
dal porto di Genova una piovosa mattina di agosto, a bordo di una nave della
MobyLines, la traversata procede lenta e tranquilla, si legge, si gioca a carte,
si sorseggia un disgustoso cappuccino pagato a peso d'oro, fino a quando
all'orizzonte appare una sottile striscia di terra...Cap Corse.
Attraccati a Bastia, il sole
splende e presto dimentichiamo l'Italia, il lavoro ed il temporale che ci siamo
lasciati alle spalle. Usciti dal porto, svoltato a destra alla prima rotonda ha
inizio la vera vacanza...il vero viaggio.
Lasciamo subito la città di
Bastia, che visiteremo l'ultimo giorno prima del rientro. A bordo della nostra
"voiture" percorriamo la strada D80 che costeggia Cap Corse.
Notiamo increduli che il traffico è scarsissimo, non ci sono semafori e guidare
per queste strette e silenziose vie è estremamente rilassante...oltre ad
appagare la vista.
Una breve sosta ad Erbalunga(vedi
foto), tranquillo paesino di pescatori
caratterizzato da una torre genovese (...ne vedremo a decine in tutta la
Corsica).
La pace e la bellezza di
questa penisola è incredibile e raggiunge l'apice sul Col De Serra, dove ai
piedi del vecchio mulino a vento si gode un fantastico panorama.
La tortuosa strada attraversa
un paesaggio incontaminato caratterizzato dalla vegetazione tipica della macchia
mediterranea, microscopici paesini divisi tra loro da chilometri di zone
disabitate. (...fate il pieno a Bastia !!!).
Si arriva a Nonza, dalla
cui torre si gode una bellissima vista sulla sottostante spiaggia
di ciottoli grigi (vedi foto).
Proseguiamo fino a raggiungere il campeggio di Marine de Farinole.
Il
mattino presto si riparte. Giungiamo e oltrepassiamo S.t Florent....tipica
cittadina balneare, attraversiamo il Desert
Des Agriates (vedi foto), chilometri
e chilometri di terra brulla e disabitata. Arriviamo così a L'Ile Rousse, altra
cittadina balneare attraversata dalla statale sulla quale rimaniamo
spiacevolmente incolonnati per un'oretta buona. La nostra avversione alle
spiagge affollate ci spinge a continuare oltre fino a raggiungere Calvi
(vedi foto).
Dalla lunghissima spiaggia
(costeggiata dal binario di uno dei pochi trenini dell'isola) si gode una bella
vista della vecchia cittadella racchiusa tra le mura che domina l'intero
golfo.
Da Calvi, verso sera partiamo
per visitare la Balagna (basta percorrere la D151). Si tratta dell'entroterra
tra Calvi e l'Ile Rousse, una vasta zona di colline ricche di mandorli ed ulivi
con diversi punti panoramici sul golfo di Calvi e Algajola.
Tornati a Calvi, ne
approfittiamo per visitare di sera la cittadella ed il vivace porto
sottostante.
Il giorno seguente riprendiamo il viaggio sulla D81 che tra spiagge, insenature e baie ci porta al villaggio di Porto. Nei pressi di Galéria, la strada lascia la costa e si spinge all'interno. Dopo una decina di chilometri ha inizio un tratto di strada paesaggisticamente strepitoso, la strada tutte curve sale, si fa stretta e sembra rubata alle rocce rossastre che la dominano sul versante sinistro, mentre sulla destra ogni tanto qualche bassissimo muretto a secco ci divide dal dirupo. I profumi della macchia mediterranea fanno da contorno a questo spettacolo e nei punti più improbabili, ai lati della già stretta strada, all'ombra delle rocce, riposano mucche e vitelli.....a volte sono talmente immobili che sembrano scolpite nella roccia. Giunti al Col de la Croix, lasciata la macchina al piccolo parcheggio, con una passeggiatina di 15 minuti si al punto panoramico sul Golfo di Girolata e su tutta la riserva naturale di Scandola (dal parcheggio parte un sentiero che porta al villaggio di pescatori di Girolata , raggiungibile solo a piedi o in barca). Risaliamo in macchina e raggiungiamo Porto (vedi foto).
Montiamo la tenda al campeggio comunale, separato dal villaggio di Porto semplicemente da un ponticello pedonale. Dopo una breve perlustrazione al blocco sanitario, giungiamo alla conclusione che la vicinanza al centro e la pineta che circonda il campeggio sono le uniche ragioni che ci convincono a rimanere. Il villaggio è caratterizzato da una torre genovese che domina il golfo. Il centro è costituito da una sola via ricca di ristoranti e da una piazzetta frontemare nella quale assistiamo ad un bellissimo, seppur dall'organizzazione spartana, concerto di canti corsi. A pochi chilometri da Porto, la strada D81 attraversa le meravigliose ed imponenti Calanche de Piana (vedi: foto1 foto2 ). Dire che si tratta di rocce porose di granito rossastro a strapiombo sul mare (da vedere al tramonto) è alquanto diminutivo, lo spettacolo è indescrivibile e nemmeno le foto rendono merito (beh...sempre meglio di niente). Poco prima di giungere allo chalet "Les Roches Bleus" (vedi foto), c'è un comodo sentiero che giunge al "Castello", un enorme masso granitico che si affaccia sul mare, di fronte al quale potrete divertirvi a costruire il vostro kern (vedi foto). Dal porto si parte per delle escursioni in mare, la prima alla riserva naturale di Scandola ed il golfo di Girolata, la seconda (più breve) costeggia le bellissime Calanche (vedi foto) fino ad arrivare a Capo Rosso.
Dopo
Piana, procediamo per Cargèse e poi Sagone, simpatica località balneare da cui
parte la D70 che ci porta nell'entroterra. Nel tratto di strada tra Vico e Evisa,
sembra quasi di attraversare uno zoo safari. Branchi di maiali/cinghiali(vedi
foto), capre, mucche
(vedi foto) di diverse specie, tutte
rigorosamente allo stato brado....ovviamente ai margini della strada. I maiali
risultano particolarmente socievoli ed in cambio di un tozzo di baguette sono
disposti anche a ballare il cancan. In alcuni casi risultano anche troppo
impertinenti....sopratutto quando si invitano al nostro pic nic.
Da Evisa hanno inizio le
Gorges
de Spelunca (vedi foto),
imponente canyon di rocce rossastre che si può ammirare dalla tortuosa D84 che
conduce a Porto, oppure a piedi con un sentiero che parte dal paese.
Per ovvie ragioni non
torniamo allo squallido campeggio di Porto, ma proseguiamo in direzione opposta.
Attraversiamo la bellissima foresta d'Aitone, una fitta distesa di larici
dall'altezza impressionante. Giungiamo al Col de Vergio e godiamo del panorama
sulle montagne circostanti, tra cui il Monte Cinto (2710m...il più alto della
Corsica) e sulla valle sottostante. Dal colle la strada scende, attraversa la
verdissima foresta di Valdo-Niello e giunge a Calacuccia, paesino posto ai
margini dell'omonimo lago. Per tre notti pernottiamo nel nuovissimo campeggio.
Ci troviamo in una vastissima valle, accerchiata da montagne di una
bellezza inaspettata, solo l'insistenza del forte vento ci guasta la festa. Dopo
aver ancorato saldamente la tenda ad una quercia enorme, ci impegniamo in una
faticosa ma piacevole camminata che dalla casa forestale, posta all'inizio della
foresta di Valdo-Niello, ci porta a scoprire lo spettacolo straordinario del lago
di Ninu (vedi foto).
Posso tranquillamente descriverlo come "un paradiso terrestre" senza
esagerazioni. Si tratta di un piccolo altipiano raggiungibile percorrendo un
sentiero, segnalato in giallo, che attraversa una splendida valle. Usciti
dalla pineta, il sentiero procede sulle rocce in salita, fino ad arrivare in
cima. Da qui si gode un panorama che toglie il fiato (...sempre se dopo la
salita ve ne è rimasto !!!). Il lago è posto al centro di un verdissimo prato
abitato da mandrie di docilissimi cavalli
(vedi foto), pony e mucche
(vedi foto) che pascolano allo stato brado.
A sua volta, il verde contrasta con le rocce dei monti che cintano il prato,
sulle quali banchettano le capre. E' di sicuro l'oasi più pacifica e rilassante
che abbia mai visto. Sulla strada del ritorno, nei pressi dei due ponti di
Albertacce (poco prima di Calacuccia), vi consiglio di concludere la scampagnata
con un rinfrescante bagno nelle piscine naturali create dagli enormi massi
bianchi che compongono il letto del fiume
(vedi foto). Concluderete così una
giornata memorabile....o almeno così è stato per noi.
Da Calacuccia, superata la Scala di S.ta Regina (ennesimo canyon di rocce rossastre a strapiombo sul fiume che attraversa la stretta vallata), ci immettiamo sulla strada nazionale N193 che attraversa il centro dell'isola e raggiungiamo Corte (vedi foto) , l'antica capitale della Corsica. La visita della cittadella ci regala ben poche emozioni. Il punto più interessante è sicuramente il Belvedere, da cui si domina la città e le colline circostanti.
La
statale scende verso sud e taglia in due la foresta di Vizzanova ...a cui
probabilmente avremmo dovuto dedicare almeno una giornata in più. Arriviamo a
Porticcio, nelle vicinanze di Ajaccio, e prendiamo posto in un campeggio.
Montata la tenda, si avvicina l'ora del tramonto, e cogliamo l'occasione per
attraversare Ajaccio e recarci alla Punta della Parata (vedi:
foto1
foto2
), ci incamminiamo sul sentiero che sale fino ai
piedi della torre genovese, da cui ci godiamo uno spettacolare vista sulle Isole
Sanguinarie (vedi foto),
cullati dal fragore delle onde che si frangono sugli scogli sottostanti.
La mattina del giorno
seguente (Ferragosto) ci dedichiamo alla visita della città. Casualmente
assistiamo ai preparativi della parata (con banda in costume) organizzata dal
comune di Ajaccio in ricordo della nascita di Napoleone Bonaparte, in una
tranquilla palazzina
(vedi foto) situata in una viuzza del
centro, proprio il 15 di agosto di qualche annetto fa.
In tarda mattinata, dopo una
veloce visita al mercato in prossimità del porto, siamo pronti a lasciare
la caotica città alla ricerca di mete più naturali e tranquille. Proprio
questo obiettivo mi spinge a preferire la D302 alla più comoda e veloce strada
nazionale N196. Questa volta però la scelta risulta sbagliata...la strada è si
deserta e immersa nel verde, ma veramente poco panoramica. Rientriamo quindi
sulla nazionale e raggiungiamo Propiano, cittadina balneare con un modesto
porto da cui partono traghetti per Marsiglia, Nizza e Tolone.
Proseguiamo verso l'interno e visitiamo Sartène, definita "la più corsa delle città corse". Il borgo vecchio è caratterizzato da strette stradine, bei negozietti di prodotti tipici e souvenir (vedi foto) ed una bella piazza panoramica. Di nuovo in strada raggiungiamo la costa sud della Corsica. Qui ci gustiamo un bellissimo panorama sui piccoli golfi, anse, rocce e spiaggette tipiche della frastagliata costa che ci condurrà a Bonifacio. Arrivati ai piedi della città, i campeggi sono piccolissimi ed affollati, preferiamo spingerci oltre fino a trovare un bel campeggio nascosto dai pini marittimi. Siamo nei pressi della spiaggia di Calalonga, e dalla piazzola panoramica in cui montiamo la tenda, godiamo di una bellissima vista (vedi foto) sull'isola Cavallo, le isole Lavezzi e sullo sfondo le coste della Sardegna.
Nelle prime ore della mattinata seguente ci imbarchiamo sulla "Gina", una delle tante barche che con una modesta spesa ci consentono di ammirare Bonifacio (vedi: foto1 foto2) vista dal mare oltre alle bellissime scogliere, grotte, calette che rendono questo tratto di costa superbo. Tornati in porto, visitiamo la cittadella stradina per stradina fino a giungere al pianoro nei pressi dell'ex caserma della Legione Straniera, ormai all'abbandono, le cui mura difensive costituiscono un ottimo punto di osservazione sul porto e sulle scogliere circostanti. Da non perdere la ripida scala del re d'Aragona (vedi foto), scavata nella roccia calcarea fino a giungere al mare.
La mattina successiva siamo a Porto Vecchio (quasi deserta alle ore 9) ma....c'è poco da visitare, giusto un giretto del centro, una visita di passaggio al porto, una tappa ad uno dei rari supermercati e si parte di nuovo verso l'interno sulla D368. Ahh....dimenticavo di dire che una lunga colonna di auto (sopratutto italiane), ci ha convinto a desistere dal visitare le famose spiagge di questo tratto di costa, la più famosa delle quali è Palombaggia. D'altronde, ormai avrete capito che non rappresentiamo proprio il prototipo di "tipi da spiaggia" all'italiana...e francamente non è stata una grossa rinuncia.
La
strada sale velocemente e dopo pochi minuti ci gustiamo un bellissimo panorama
del golfo di Porto Vecchio. Dopo alcuni tornanti ci immergiamo nella foresta de
l'Ospédale, costeggiamo il laghetto ed attraversiamo la foresta di Baroccaggio
Marghèse. Lungo questo percorso, notiamo un buon numero di macchine
parcheggiate in prossimità di un piccolo chiosco/bar. Scopriamo che da qui
parte un sentiero che conduce alla cascata di "
Piscia di Gallo " (vedi foto).
Nonostante il nome poco poetico, decidiamo di incamminarci lungo il percorso.
Giungiamo in prossimità di un torrentello che tra un masso e l'altro da vita
alle solite piscine naturali comunicanti tra loro con piccole cascatelle. La
mancanza di indicazioni fa si che i turisti occasionali come noi vaghino alla
ricerca del sentiero perduto....altro che Indiana Jones.
Alla fine scopriamo che
costeggiando il torrente, si giunge ad un valico tra i massi, da cui oltre a
vedere un ottimo panorama sulla rossastra valle, scendendo uno scomodo e ripido
sentiero si giunge sul fondo di una stretta gola, alla base della quale si alza
una parete rocciosa. In cima, attraverso una piccola fenditura, l'acqua del
torrente cade nel vuoto per diversi metri fino ad infrangersi
fragorosamente sugli enormi massi sottostanti. Lo spettacolo vale
abbondantemente la camminata di circa 1 ora.
In serata arriviamo al
campeggio comunale di Zonza, situato al di sotto di una tranquilla pineta.
Una giornata come questa
che ormai volge al termine, è la chiara dimostrazione di come in Corsica si
possa facilmente passare dal mare ad un verdissimo paesaggio montano nel giro di
poche ore. Il giorno seguente la bellezza del paesaggio raggiunge l'apice
sulle Aiguilles
de Bavella (vedi foto),
un susseguirsi di cime di tipo dolomitico veramente suggestive, ai piedi delle
quali lasciamo la macchina per incamminarci lungo il sentiero che ci porta a "
Le Trou de la Bombe" (vedi foto).
Il sentiero gira intorno al monte posto di fronte alle cime Bavella fino a
raggiungere faticosamente un foro naturale in una parete granitica, attraverso
il quale si gode una vista da brivido sull'orrido sottostante.
Continuando
sulla D268, si procede su e giù un colle dopo l'altro fino a tornare sulla
strada nazionale N198 che segue la costa fino ad arrivare a Bastia. procediamo
in questa direzione per diversi chilometri, ma abituati al fresco verde ed ai
maestosi panorami dell'entroterra, l'afa e la mediocrità del litorale ci
risultano insopportabili. Oltretutto le coste sabbiose rendono il mare
grigiastro e poco attraente.
Arriviamo infine al bivio di
Prunete, dove prendiamo la D71 con la quale ci spingiamo nuovamente verso la
zona centrale dell'isola. Non abbiamo una meta precisa, semplicemente fuggiamo
dalla costa alla ricerca della quiete e frescura interna. Giunti a Ponte Leccia,
attraversiamo la statale che porta a Corte e proseguiamo in direzione della Val
d'Asco.
La strada è veramente stretta
ed attraversa le Gorges de L'Asco. Altri bellissimi canyon che tra una curva e
l'altra sbircio con la coda dell'occhio a causa della scarsità di aree di sosta
ai margini della stradina. Giunti al paesino di Asco, unico in tutta la valle
(comprate un vasetto del buonissimo miele), proseguiamo fino a raggiungere il
campeggio nei pressi di Asco alta (Haut-Asco 1450m), base di uno dei rifugi del
GR20 (Grand Randonnée, sentiero a tappe di 200Km che attraversa la Corsica da
Nord a Sud), oltre che principale punto di partenza per la scalata al Monte
Cinto. In prossimità del rifugio c'è l'unica cabina telefonica (solo a monete)
di tutta la valle. Credo sia una delle rarissime località francesi in cui la
baguette esce dal freezer....l'unica fonte di approvvigionamento è a Ponte
Leccia, dato che in 30km di valle non esiste un panettiere (considerate che in
Francia le "Boulangerie" sono un'istituzione !!!).
Il giorno successivo
improvvisiamo una lunga passeggiata in montagna, ma non essendoci sentieri
praticati e segnalati adeguatamente, ci limitiamo ad attraversare un'intera
valle (vedi foto) senza
incontrare anima viva.
Nel
pomeriggio partiamo in direzione di Bastia, dal cui porto il giorno seguente
ripartiremo per l'Italia. Sulla statale i chilometri si percorrono velocemente
ed abbiamo ancora il tempo di fare una deviazione lungo la D82 che attraversa il
Defilé de Lancone, indovinate di che si tratta?....esatto, canyon con stradine
e rocce (sempre rossastre) a strapiombo, oltretutto farcite da un
bellissimo scorcio sul mare in lontananza. Raggiungiamo anche l'antica chiesetta
in stile pisano di S.Michele...chiusa!!! Riprendiamo la D82 in direzione St.
Florent e nei pressi di Oletta deviamo sulla D38, lungo la quale si gode un
panorama strepitoso (vedi foto)
sul golfo e sull'entroterra di St.Florent. In una
piazzola lungo la stradina improvvisiamo un pic-nic, la vista è veramente
fantastica ma ben presto un fortissimo vento tramuta un piccolo incendio a fondo
valle in un enorme colonna di acre fumo nero che ci guasta la festa. La D81 ci
porta verso Bastia, e dalla terrazza panoramica del Col de Teghime, che domina
tutta la costa a sud di Bastia, contiamo ben quattro incendi dovuti al
fortissimo vento. Visto il campeggio di Bastia, decidiamo di scendere qualche
chilometro lungo la statale verso sud fino a raggiungere un bel campeggio nei
pressi dell'Etang de Biguglia.
Verso sera un incendio
brucia la vegetazione oltre lo stagno....non corriamo pericoli, ma ci
affumichiamo un pochino. Per evitare di tramutarci definitivamente in speck,
saltiamo in macchina ed andiamo a visitare la città vecchia di Bastia.
Scopriamo ben presto che tutta la polizia che NON abbiamo visto nel resto della
Corsica, è impegnata a Bastia...almeno a questa opinione ci porta il continuo
ululato delle sirene delle tante auto in borghese. La cittadella
fortificata (vedi foto)
(Terra Nova), bella vista dall'esterno, all'interno è veramente desolata e la
maggior parte delle palazzine sono veramente fatiscenti. Una dei pochi edifici
ristrutturati è l'antico palazzo dei governatori genovesi che si affaccia sulla
place du Donjon, che prende il nome dal Dongione appunto. Dei "negozietti
che animano le strette viuzze", così descritti dalla mia guida, nemmeno
l'ombra. Raggiungiamo la terrazza panoramica racchiusa anch'essa tra le
mura....oggi ospita una scuola elementare dalle linee piuttosto moderne che
contrasta con la storia di questo luogo. Scendiamo la scalinata che attraversa
il tetro Jardin Romieu ed arriviamo così al vecchio
porto (vedi foto)
.Se non fosse per il parcheggio che rompe l'incantesimo, qui la decadenza delle
abitazioni ricorderebbe un set cinematografico di un film italiano del
dopoguerra.
Salita la breve scalinata
visitiamo la chiesa di St. Jean Baptiste ed usciamo sulla piazza de L'Hotel de
Ville...niente di memorabile.
Il
giorno seguente, tornati in città, curiosiamo nel mercatino
dell'usato/antiquariato in piazza St.Nicolas e nel mercato vero e proprio di
piazza L'Hotel de Ville (desolazione assoluta). Tiriamo a mezzogiorno e
pranziamo a base di pesce in un ristorantino sulla lunga spianata del lungomare
che unisce il porto nuovo con il porto vecchio. Gran parte del pomeriggio lo
trascorriamo incolonnati al porto in attesa dell'arrivo della nave (in ritardo
di 4 ore). Seppur sotto il sole, il clima è molto ventilato e tra un sorso
d'acqua, una patatina, una dormitina e della buona musica, il tempo passa senza
grossi problemi...tranne la solita milanese dell'auto accanto che non smette di
lamentarsi per un minuto...e già, le vacanze volgono proprio al termine
!!!....e mentre la nave lascia il porto
di bastia (vedi foto).
dal ponte panoramico guardo Cap Corse e penso..." QUI CI TORNO !!! "
Ps:
Narra la leggenda che la popolazione Corsa sia ostile ed antipatica....beh,
inizierei con il fare la distinzione tra i veri Corsi che abitano l'interno
dell'isola....magari persone di poche parole, ma in sintonia con la pace dei
posti in cui vivono, ed i gestori delle attività commerciali situate nei punti
di maggior interesse turistico...spesso sgarbati e approfittatori, ma
diciamocelo sinceramente....spesso noi italiani siamo anche più maleducati e
lagnosi.
Rica
e Walter towalter@tele2.it