COLOMBIA

Diario di viaggio 2013 (13 – 26 marzo)  

di Cristina Fenu

 

La Colombia…era da un paio di anni che mi attirava tanto, ma sentivo sempre pareri discordanti : chi mi diceva vai tranquilla e chi che era pericolosa … dopo un parere abbastanza veritiero avuto da un amico messicano, ho deciso di partire !

Volo Iberia Roma – Bogota acquistato a novembre al prezzo di € 700 a/r e a gennaio ho acquistato il Bogota-Cartagena (120 € a/r con Copa Airlines).  

Bogotà (La Candelaria) (13-15 marzo): appena arrivata all’aeroporto ho cambiato i soldi e sono uscita dove c’erano i taxi ufficiali (c’è tipo un area dedicata). Ho alloggiato alla Candelaria, al Cranky Croc, ostello molto carino e pulito, centralissimo al prezzo di 25.000 COP a notte in camera da 4. Devo dire che l’impatto con la città è stato positivo, le Ande che la circondano le hanno dato da subito una marcia in più… Di prima mattina ho raggiunto a piedi la funicolare che conduceva al Cerro di Monserrate (il punto più alto della città), dove si trova una chiesa, meta di pellegrinaggio, da lassù ci si può rendere conto di quanto immensa sia la capitale con i suoi 8.000.000 di abitanti (la fine non si vede!).  Ho visitato poi tutto quello che il Centro offriva : varie chiese,  il Museo dell’oro (ho pagato 2/3 €)e di Botero (gratis), davvero impressionanti e poi mi sono “persa” volutamente nelle varie vie per godermi l’atmosfera della capitale.  

Zipaquirà e Villa de Leyva (15-17 marzo) : di prima mattina ho preso un taxi per arrivare al portal del Norte da dove partivano i collettivi per Zipaquirà. Arrivarci non è stato semplice perché Bogotà ha un traffico pazzesco a qualsiasi ora, per cui ci abbiamo messo quasi 1 ora e mi è costato 40.000 COP.  Arrivata a Zipaquirà dopo esser passata davanti alla piazza principale del paese e aver dato un’occhiata alla cattedrale, mi sono incamminata verso la cattedrale di sale…. come descrivervi la magia di quel posto ? Un’immensa e profonda grotta, le varie tappe della via crucis (con le varie croci) e alla fine l’altare con questa croce di sale immensa … un posto idilliaco, con un’illuminazione a mio parere perfetta. Da lì ho preso un taxi per il terminal dei bus e su indicazione di una ragazza mi sono fatta lasciare alla fermata dei bus che andavano a Villa de Leyva, in realtà alla fine sono dovuta andare a Tunja e da lì ho preso un collettivo fino a destinazione (in totale 21.000 COP). Ho alloggiato nella posada Martin centralissima e mi sono trovata alla grande! La prima sera passando davanti alla plaza Mayor ho conosciuto dei ragazzi universitari di Bucamaranga che suonavano e cantavano e cosi mi sono fermata a chiacchierare con loro, è stato davvero interessante e divertente stare con loro. Il paese è molto tranquillo, io consiglio di vagare senza meta, si possono scoprire angoli interessanti. Io per caso seguendo una strada che parte dalla plaza Mayor (spalle alla chiesa) sono arrivata in un punto (inizio strada asfaltata) dove per € 5 ho potuto prendere un cavallo per un’ora, poi dato che era la mia prima esperienza ho pagato anche una persona con un altro cavallo che venisse con me (altri € 5) – premetto che un’agenzia mi aveva chiesto tipo 50/60 € per 3 ore. Il mercato anche è stato molto istruttivo (ogni sabato).Avrei voluto rimanere qualche giorno in più a Villa de Leyva poiché ci sono molti posti nei dintorni da visitare (il santuario di  Iguaque, Monasterio de la Candelaria, il lago di Tota..).

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Bogotà (zona Rosa) 18 marzo : rientrata nel pomeriggio di domenica, ho passeggiato senza meta per la Bogotà ricca diciamo, piena di centri commerciali e ristoranti e bar. La sera ho cenato da Andres DC (non potendo andare a quello fuori città), mi sono accontentata di quello più vicino, ristorante a 4 piani dove c’è musica dal vivo (tipo mariachi), un bel posto con atmosfera frizzante e si mangia molto bene (antipasto + primo a base di pesce € 20).

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Cartagena Centro (18-20 marzo) : in aeroporto nell’attesa del mio bagaglio, mi sono fermata al chiosco dei taxi dove indicando la località che si vuole raggiungere ti viene rilasciato un foglietto con la cifra giusta da pagare e con quello si prende un taxi all’uscita.  Ho alloggiato al Makako hostel, personale disponibile, pulito e con dei bei spazi comuni, ma un dettaglio avevo sottovalutato : l’assenza di aria condizionata (pur non essendone una fan) credetemi serve a Cartagena…. Perché può fare molto caldo! Anche qui consiglio di perdersi nel centro, è davvero inebriante … ho visitato solo il palazzo dell’Inquisizione, per il resto mi sono lasciata “trasportare” dal lento scorrere della vita cittadina ammirandone le piazze, rinfrescandomi nei parchi o in qualche bar con i frullatoni di frutta (provate il lulu, un frutto che sembra un cachi però più duro). La sera anche è molto piacevole passeggiare o mangiare nei ristorantini intorno ai parchi (tipo plaza Fernandez de Madrid). Una sera sono andata a fare zumba con un gruppo locale.

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Playa Blanca (Isla de Barù) 20 marzo : La mattina alle 07:30 mi trovavo già al porto turistico (5 minuti dalle mura del centro) e alle 08:10 è partita la Lancia (motoscafo) per Playa Blanca al costo di 52.000 COP che in 45 minuti mi ha trasportato in paradiso … spiaggia bianchissima e mare con tutte le tonalità dell’azzurro! Mi era stato suggerito da un ragazzo di Cartagena l’ hostal Any (che tra l’altro è uno dei primi che si incontrano da dove si sbarca), con la modica cifra di 30.000 COP ho preso una cabana (capanna in spiaggia dove c’è solo il materasso con la zanzariera). Zero elettricità e niente acqua, quindi ci si arrangia con i bidoni che ti danno i locatori anche se acqua da sprecare non c’è n’è, quindi si utilizza lo stretto necessario! La sera con il mio vicino di cabana siamo andati a mangiare sempre sulla spiaggia, ma anche li praticamente a stento riuscivamo a vedere i piatti! Comunque bellissima esperienza! La mattina mi sveglio di buon’ora (essere svegliati con il rumore delle onde non è poi cosi male ;-)) e dovevo raggiungere Cartagena, ma la Lancia c’era solo nel pomeriggio così mi sono avventurata come i locali e cioè : mototaxi fino al “porto” (per un tratto eravamo pure in 3 sulla moto…), traghetto o canoa (nel mio caso canoa) per arrivare dall’altra parte del mare (tragitto brevissimo) e poi autobus fino al centro di Cartagena, in totale ci avrò messo forse 1 ora e mezza spendendo 12.700 COP, ho risparmiato e mi sono davvero divertita!

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Santa Marta (21 marzo) : questa tappa non era programmata nel mio itinerario originale, c’era invece Taganga, ma durante la mia permanenza sempre più persone sia colombiani che non, mi hanno sconsigliato di andare lì poiché pieno di inglesi e americani che vanno lì a sballarsi con coca e festini vari … purtroppo il tranquillo villaggio di pescatori che mi avevano descritto è sparito da quando circa 3 anni è diventato meta di questo tipo turismo. Quindi alla fine ho optato per Santa Marta, tanto mi serviva un posto dove riposare e con un collegamento diretto al parque Tayrona. Quindi con il bus da Cartagena sono arrivata a Santa Marta con Expreso Brasilia a 25.000 COP (dovevano essere 4 ore, ma si sono trasformate in 6 per ritardi e pause lunghe insensate). Ho alloggiato all’ostello Aluna dove mi sono presa una singola con bagno a 60.000 COP. Ho mangiato cucina mediterranea la sera (ogni tanto una “pausa culinaria” ci stava tutta) da Ouzo davanti al parque los Novios pieno di localini, piacevole!  

Parque Tayrona (22 – 24 marzo) : dal mercato di Santa Marta ho preso un collettivo fino all’entrata del parco (circa 1 ora, 7.000 COP), dopo aver pagato l’entrata 36.500 COP ho preso il pulmino per 4 km (2.000 COP), dopo di che si può proseguire a piedi (45 minuti) o a cavallo (16.000 COP). All’entrata ci avevano avvisato che Cabo San Juan (la spiaggia più rinomata) era già completo e quindi dovevamo scegliere un altro camping, io sentendo alcuni ragazzi con cui ero arrivata ho optato per la finca Don Pedro a Arrecifes (che poi si è rivelata la scelta migliore). Una volta lì si poteva dormire in amaca o in tenda (io ho optato per questa soluzione, 12.500 COP), la tenda era anche attrezzata con un materassino, il cibo non era male e il personale davvero simpatico e poi ragazzi …. c’era un signore che faceva il pane tutti i giorni, quindi la mattina mangiare il pane caldo farcito era un piacere... il più buon pane che abbia mangiato in Colombia! La camminata in mezzo alla foresta tropicale per arrivare al mare (15 minuti) era davvero suggestiva e divertente, il primo giro me l’ha fatto fare Rafael (che lavora al campeggio) per capire il sentiero e come raggiungere le varie spiagge. Devo dire che ero convinta di perdermi al ritorno perché sono abituata a prendere dei punti di riferimento in città e non certo nella giungla, però mi sono scoperta “all’altezza” (alla fine della laguna a destra, poi capanne, ruscello etc…) ! La sera ci si riuniva tutti e con un po’ di rum di Medellin e un cielo stellato si chiacchierava con i vari personaggi del campeggio ! Il Parque Tayrona è un posto unico, per quanto la gente mi avesse decantato il suo splendore, viverlo è stata un’esperienza “viscerale” … natura allo stato puro, l’umano è ospite e quindi è come perdere i sensi e ritrovarsi in un’isola (quasi) deserta : palme perfette, alberi secolari enormi, laguna, montagne, uccelli, acqua cristallina … La notte si sentiva solo l’asino raiare (del campeggio) e i versi di svariati uccelli, è stato davvero idilliaco… Dopo 2 notti sono rientrata a Santa Marta e poi a Cartagena (5 ore).

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Cartagena (Getsemani) 24 marzo : altra parte della città che ho davvero apprezzato, sembra di stare in un paese con la sua piazzetta (della Trinidad) dove accade sempre qualcosa e dove la gente si riunisce soprattutto la sera. L’ho trovato un quartiere molto vivace. Sono tornata a fare zumba con le ragazze che avevo conosciuto all’inizio della settimana alla lezione precedente, in un bar molto carino in centro con una grande terrazza all’ultimo piano di un palazzo (sta a calle primera di Badillo vicino a la cocina de Carmela) si chiama terraza el cielo e c’è una bella vista della città, oltre ad essere gradevolmente ventilato.

Bogota (Chorro de Quevedo – La Candelaria) 25 marzo : rientrata a Bogotà il primo impatto con questo quartiere della Candelaria è stato un po’ incerto… mi sembrava troppo “hippie” e insicuro ed invece mi sono ricreduta … vicino al centro e la piazzetta del chorro de Quevedo è molto carina, artistica e giovane (vicino c’è l’università). Ho trascorso il lunedì che era festivo intorno alla plaza Bolivar, c’era un sacco di gente e intrattenitori di strada di ogni genere, è stato divertente!

 

Ed ora passiamo alle considerazioni generali e personali … la Colombia mi ha lasciato tanto in termini di emozioni e ricordi : i suoi paesaggi cosi completi (infatti c’è n’è per tutti gusti : mare, foreste tropicali e pluviali,montagna, città), la sua gente così cordiale e disponibile (mi è sembrato quasi che le persone cercassero un po’ di sfatare questi pregiudizi negativi che troppa gente ancora nutre verso questo popolo), ma anche curiosa (non avendo molte possibilità di espatriare, vogliono sapere come si vive altrove), la musica onnipresente, i mille colori ….Ho viaggiato con diversi mezzi : aereo, taxi, pullman, collettivi, mototaxi, canoa, aliscafo, quasi sempre in mezzo ai colombiani, ho girato di giorno e di sera e MAI dico MAI mi sono sentita in pericolo!

Sono davvero felice di essere partita perché è un Paese davvero fantastico e merita veramente!

In totale ho speso € 1.500 (incluso i voli) per 13 giorni.

 

 

Cristina Fenu

crilly78@yahoo.it

 

 

 

 

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