Cile

Diario di viaggio gennaio 2008

di Antonio Turcato

 

 

Protagonisti:

Antonio (Tony che scrivo il diario)

Rosanna (Rosy mia moglie)

Più tanti amici incontrati lungo la strada

 

Prologo

Da vecchio nostalgico, quale sono, il Cile ha sempre avuto nei miei pensieri un certo fascino, soprattutto per i fatti storici del secolo scorso: il governo democratico di Unidad Popular del presidente Allende sanguinosamente rovesciato dai militari, i bui anni della dittatura, ma anche i racconti di Luis Sepulveda, Francisco Coloanne e Isabel Allende, nonchè le canzoni degli Inti-Illimani. E che dire della sua geografia, un paese lungo quasi 5000 km e mai largo più di 200, con climi, paesaggi e popolazioni molto diversi. Totale: indicibile fascino

Così stavolta si va alla scoperta del Cile

 

Cambio ufficiale alla partenza: 

1 Euro: 729 Pesos Chile (PCH)

1 $ : 490 Pesos Chile (PCH)

 

31 Dicembre 2007

In un tiepido pomeriggio partiamo in auto, grazie alla disponibilità dei nostri accompagnatori, verso il Marco Polo di Venezia dove alle 16 arriviamo; alle 18 decolla il nostro aereo per Parigi dove atterriamo un po’ prima delle 20; alle 23 e 30 siamo pronti per il volo intercontinentale, che ci porterà a Santiago Del Cile. Essendo l’ultimo dell’anno di speciale a bordo non c’è proprio niente se non un mezzo bicchiere di un Champagne abbastanza scadente, comunque  il servizio Air France nel sommato è risultato abbastanza buono.

 

1 Gennaio 2008

Ore 10 arriviamo a Santiago dopo una notte in bianco per me ( a nulla sono valse le birre di Air France) mentre per Rosy non ci sono questi problemi  (lei dorme ovunque, anche se in questo viaggio ci sarà un eccezione).

Subito dopo aver ritirato gli zaini siamo invitati dalla polizia a far passare i nostri bagagli presso un metal detector dove scoprono che trasportiamo qualcosa di illegale: droga? Denaro sporco da riciclare? Materiale di contrabbando?   No, niente di tutto ciò, ma le autorità cilene ci sequestrano 2 mele, poiché, più tardi lo avremo scoperto, il Cile in questo campo è molto rigido, non si possono infatti introdurre nel paese nessun tipo di alimento fresco come frutta e verdura, ne carne e prodotti lattiero caseari. Il tutto perché in Cile si è decisa una politica sanitaria per contrastare certe forme di epidemie tipo mucca pazza, influenza aviaria, afta ecc. malattie di cui il Cile (così mi hanno raccontato) è, e vuole rimanere immune.

Dopo questo piccolo imprevisto andiamo al cambio e cambiamo 100$, come sempre negli aeroporti ad un tasso abbastanza sfavorevole, (474). Prendiamo subito il bus Contropuerto che per 1300 PCH c/u ci porta fino al terminal Alameda, dove facciamo in tempo a prendere il bus per il sud, destinazione Temuco delle ore 11 e 45 (in internet avevo visto che c’era questo bus  e speravo di riuscire a prenderlo) acquistiamo i biglietti ad un prezzo vantaggioso tipo un last minute,  ossia ad 11500 PCH contro i 17000 che si vendevano a prezzo pieno.

 Capodanno siamo in piena estate australe, fa caldo e fa un certo effetto nel vedere in giro addobbi natalizi e babbi natale in un contesto estivo: è una questione di abitudine, decisamente.

Il nostro bus (Turbus) parte regolare e puntuale. Appena lasciata la capitale siamo subito in piena campagna, dove si possono vedere immense distese di viti, infatti il Cile è il terzo produttore di vino al mondo, con produzione concentrata per la maggior parte nella zona centrale del paese.

Il bus (veloce e confortevole) viaggia sulla mitica “Panamericana” ferma nelle città di Rancagua, Talca, Chillan e Los Angeles, dopo questa città si attraversa il fiume Bio-Bio antico confine naturale del territorio Mapuche, popolazione indigena, semisconosciuta in Europa, ma che resistette  ben 300 anni alla colonizzazione “civile” europea.

Sempre nei dintorni di Los Angeles 53 anni fa circa fece capolinea e smise per sempre di ruggire la mitica “Poderosa” lasciando appiedati due viaggiatori che in un intrepido viaggio scoprirono con i loro occhi la “maestosa America”.

Appena entrati nella regione  IX (in Cile la fantasia ha diviso le 12 regioni da nord a sud con i numeri romani) che è anche chiamata Araucania, veniamo accolti da uno spettacolo imprevisto: dalla strada infatti si nota una montagna maestosa piena di fumo: pensiamo subito ad una nuvola in movimento, o un grosso incendio… siamo fuori strada si tratta infatti di una improvvisa eruzione del Volcan Llama che si è risvegliato proprio oggi dopo  14 anni di inattività giusto per darci il benvenuto in Cile.

Dopo quasi 700 km da Santiago  alle 21 arriviamo a Temuco capoluogo della regione; dal terminal prendiamo un bus fino al centro e troviamo abbastanza subito una stanza all’hostal Flor, per 13000 PCH camera abbastanza vetusta, ma pulita e spaziosa. L’anziana dueňa de casa (si dice cosi il/la proprietaria di casa), appena saputo che siamo italiani ci nomina subito un personaggio: un cantante. Chi??? Nicola Di Bari:  le dico che credo sia ancora vivo .

Siamo esausti, ma anche affamati così pensiamo di andare a mangiare qualcosa, ma sarà un giro inutile in quanto incredibilmente (siamo la sera di Capodanno) non c’è un posto aperto ed in giro non c’è anima viva Stupefatti andiamo a dormire.

L’eruzione del volcan Llama che ci da il benvenuto in Cile

 

2 Gennaio

Naturalmente la mattina andiamo subito a fare una buona colazione  visitiamo un po’ il centro, poi cambiamo 500 $ (cambio 485), poi in un ufficio della compagnia aerea Ski Airline acquistiamo il volo Punta Arenas – Santiago per il giorno 16 (73.200 PCH c/u)  e prenotiamo, ma non acquistiamo, il volo Santiago – Calama sempre dello stesso giorno. Confermeremo (e pagheremo 62.000 PCH c/u )  il volo due giorni dopo.

Naturalmente qui tutti i giornali parlano dell’eruzione del volcan Llama che viene paragonato, per tipologia di vulcano al nostro Stromboli. L’eruzione non ha provocato ne vittime, ne danni materiali, tuttavia le autorità hanno provveduto ad evacuare per precauzione alcuni paesini ubicati nei dintorni del vulcano.

Visitiamo poi il mercato dei Mapuche dove si può trovare buona artesania, ma per noi è molto presto per fare acquisti, dovendo girare quasi un mese con gli zaini.

Rientrati in hostal  presi i bagagli e salutata la fedelissima fan di Nicola di Bari ci avviamo verso il terminal bus della compagnia Jac dove alle 11 prendiamo il bus per Villarica (1500 PCH c/u) cittadina che dista 90 km da Temuco.

Appena fuori Temuco notiamo degli striscioni di protesta in un’area destinata alla costruzione di un aeroporto. E’ una protesta soprattutto da parte della popolazione discendente dei Mapuche che si oppongono alla realizzazione dell’opera in quanto danneggerebbe una zona dove parecchi indigeni risiedono. Si potrebbe fare un gemellaggio tra loro e il movimento NO Dal Molin  contro le decisioni dei potenti a scapito dei cittadini in Cile come in Italia.

Alle 12 e 30 dopo un ora e mezza di strada arriviamo a Villarica  località sul lago Villarica con vista al volcan Villarica, troviamo alloggio all’hostal Torre Suiza bel posto pulito economico (7.000 PCH con colazione) gestido da una coppia di svizzeri (sui 45/50 anni) che dopo aver girato il mondo si son fermati in questa bella e tranquilla cittadina.

 Nel pomeriggio andiamo a visitare la rinomata località turistica di Pucon che dista mezz’ora da Villarica  però francamente le due cittadine sembrano molto simili, affacciate nello stesso lago dominato dallo stesso vulcano; non c’è molta gente in giro essendo in piena stagione turistica, ma forse essendo pomeriggio molti sono fuori poiché i dintorni qui offrono varie escursioni a cavallo, in moutain-bike, rafting o kajak.  

Qui a Pucon facciamo un incontro con un personaggio particolare, scambiamo quattro chiacchiere con un signore francese sui 55 anni che in riva al lago possiede un battello a vapore d’altri tempi da lui stesso costruito ed allestito che due volte al giorno porta i  turisti ad una breve escursione nel lago a bordo della sua imbarcazione fatta in casa.

Rientriamo a Villarica e dopo una bella doccia, facciamo una buona cena con una chuleta, pollo e una bottiglia di cabernet ovviamente cileno

Lago Villarica

 

3 Gennaio

Oggi è una giornata stupenda. Un meraviglioso sole illumina il lago e pure il vulcano innevato, ovviamente abbiamo fatto due passi  lungo il lago per poi fermarci in un mercato di artesania.

Alle 11 prendiamo il bus per la città di Valvidia sempre con la compagnia Jac (2.300 PCH c/u e 2 ore strada).

Appena arrivati incontriamo Macarena, no non è una danza, ma una ragazza che gestisce un hostal con sua madre, la quale ci propone una stanza nel suo hostal Arrayan,  Naturalmente approfittiamo del suo passaggio fino all’hostal molto buono, nuovo e pulito. La stanza con bagno privato costa 10.000 PCH la prendiamo senza esitare.  Valvidia è una bella città posta in una insenatura dell’ oceano Pacifico e noi nel pomeriggio andiamo verso l’oceano nella località di Niebla, con un bus che in un quarto d’ora ci porta, dove visitiamo prima el Fuerte, dove dopo aver pagato un biglietto d’entrata poco rilevante  visitiamo questa bella struttura storica con panorami sull’oceano e stanze arricchite, oltre che da mobili in stile antico, anche da statue di cera raffiguranti costumi e personaggi di epoca coloniale.

Finita la visita al Fuerte andiamo a piedi al paesino di Niebla dove è in corso la Feria Costumbrista. Qui, tra i vari stands che ci sono, mangiamo alcune squisite empanadas accompagnate da un’ottima birra, vediamo pure come si cucina il Curanto, famoso piatto della zona a base di carne e crostacei con verdure e patate cucinato su delle braci in un buco interrato. La voglia di assaggiarlo è tanta, ma manca la fame.  Ritorniamo a Valvidia e dopo aver visitato il bel parco della città ritorniamo in Hostal per una doccia e poi di nuovo fuori per una serata che volevamo trascorrere ancora a Niebla, visto che stasera alla Feria c’era una serata di danza e musiche tradizionali, ma purtroppo risento da qualche giorno di un fastidioso mal di gola (sbalzo di temperature???) quindi la serata

la passiamo qui a Valvidia  cenando al El Rey del Marisco  dove ho mangiato poco causa il mio acutizzarsi del mal di gola.

Valvidia

 

4 Gennaio

Mattutino giro per Valvidia, prima alla ricerca di una farmacia a prendere qualcosa per la mia garganta (gola), poi al mercato del pesce e in centro, infine presi gli zaini e salutato questo hostal molto buono, siamo andati alla stazione dei bus dove alle 9 e 50 prendiamo, sempre con Jac, il bus per Puerto Varas (190 km,  3 ore, 3.200 PCH).

All’una arriviamo in questa bella cittadina sul lago Llanquihue e con lo sfondo del volcan Osorno. Prendiamo una bella stanza con bagno (anche se cara 21.000 PCH)  presso l’hostal Ellen Haus.

Usciamo e ci viene la voglia, dopo aver visto alcune foto, di andare ai Saltos de Petrohuè, cosi alle 14 e 30 partiamo in bus che in un ora ci porta all’entrata del sito naturale. Pagato l’ingresso (1.200 PCH)  facciamo una camminata per arrivare ad ammirare queste belle cascatine rapide, il tutto condito dallo sfondo con il pittoresco vulcano innevato. Davvero una bella escursione, unica cosa negativa è stata la costante presenza di fastidiosi insetti volatili, che anche se non pungono, molestano in modo ossessivo.

Torniamo a Puerto Varas e dopo una bella passeggiata lungo il lago, in un pomeriggio che non sembra voler far arrivare la sera, questi infatti sono per noi giorni lunghissimi, in cui c’è luce fino alle 10 di sera, acquistiamo qualcosa in un supermercato e visto che l’hostal ha una cucina a disposizione, ci cuciniamo qualcosa in compagnia di un tipo canadese (sui 50 anni) e una giovane tedesca con i quali scambiamo opinioni e consigli sul soggiorno cileno.

Per digerire usciamo a far due passi, però la vita serale qui non è che ci entusiasma più di tanto, visto che il luogo più frequentato è senza ombra di dubbio un casinò.

 

Saltos de Petrohuè

 

Lago Llanquihuè

 

5 Gennaio

Di buon mattino prendiamo subito un bus per Puerto Montt che in mezz’ora (20 km circa) ci fa raggiungere la città portuale.

Qui tra due giorni ci imbarcheremo verso il profondo sud cileno, con la compagnia Navimag che settimanalmente effettua la tratta Puerto  Montt – Puerto Natales e viceversa, su delle navi cargo allestite pure per il  trasporto passeggeri. Noi avevamo fatto la prenotazione circa un mese fa, tramite internet, nel sito della compagnia. Visto che siamo qui facciamo, per sicurezza, un salto agli uffici della Navimag per alcune informazioni e ci confermano che i nostri nomi appaiono nella lista dei passeggeri che si imbarcheranno lunedì.

Ritornati al terminal dei bus facciamo il biglietto per la meta odierna: Castro capoluogo dell’isola di Chiloè. Il biglietto con la compagnia Queilen ci costa 4.300 PCH c/u incluso il traghetto che in una mezz’oretta ci trasporta dal continente all’isola. Partiti da Puerto Montt alle 11 e 15 arriviamo a Castro (dopo 175 km) alle 15.

 Qui in città vive una coppia di amici, nostri conterranei, che abbiamo conosciuto l’estate scorsa in Italia ad un concerto, sono una bella coppia che hanno deciso di dividere la loro vita tra Vicenza e Chiloè dove hanno il progetto di stabilirsi abbastanza definitivamente in un luogo dell’isola dove l’uomo vive a contatto diretto con la natura. La loro è sicuramente una scelta coraggiosa che molti vorrebbero fare, ma che la paura o spesso gli affetti frenano. 

I nostri amici li incontreremo stasera, intanto però ci hanno prenotato una bella stanza all’Hostal Costa Azul per 16.000 PCH a notte, qui ci fermeremo due notti.

La giornata è splendida, quindi dopo esserci sistemati usciamo.

La città di Castro è situata su di un promontorio sul rio Gamboa che sfocia in un insenatura del mare detto anche fiordo di Castro.

Tipiche della città sono le palafitte, suggestive abitazioni costruite su pali di legno, che noi andiamo a vedere grazie ad una breve escursione in barca. Il resto del pomeriggio lo passiamo girando per Castro che è una bella cittadina, cambiamo 300$ (cambio 480) sostiamo ad ammirare la bella plaza de armas e per finire un giro per il mercato situato proprio di fronte al nostro hostal.

Alle 19 ci troviamo con i nostri amici e dopo i racconti cileni  e quattro passi per la città andiamo a cenare al ristorante Sacho dove mangio il famoso e già citato Curanto cucinato però in pentola: mi viene servito un abbondantissimo piatto con carne, cozze, patate, verdure, il tutto condito ovviamente con dell’ottimo vino, con il curanto mi fa compagnia l’amico, mentre le donne prendono qualcosa di più leggero. La piacevole serata prosegue tra racconti e impressioni di viaggi vissuti.

Domani trascorreremo un giornata assieme.

 

Palafitte a Castro 

 

6 Gennaio      

La giornata di oggi la dedichiamo in compagnia dei nostri amici a visitare un po’ Chiloè.

Prima però andiamo a fare i biglietti per il bus che domani ci riporterà a Puerto Montt.

La giornata non è bellissima e si alternerà per tutto il giorno tra nubi, un po’ di debole pioggia e ampie schiarite.

Il mattino siamo stati al paese di Dalcahuè, che dista pochi km da Castro, dove c’era pure il mercato domenicale, un mercato abbastanza tipico in cui si possono trovare prodotti artigianali in lana come in legno e pure in vimini. Merita più di uno sguardo pure la bella chiesa del paese, costruita in legno, una delle tipiche chiese di Chiloè che sono pure una delle attrazioni chilote.

Verso fine mattinata siamo ritornati a Castro per proseguire subito, sempre in bus, verso il paese di Chonchi, che dista una ventina di km dal capoluogo. Appena arriviamo inizia una leggera pioggerellina cosichè andiamo a visitare un mercato di prodotti di artesania locale. Cessata la pioggia ci incamminiamo verso il vero scopo del nostro viaggio fino a questa cittadina: oggi infatti, in un luogo che dista un paio di km dal centro, si disputerà un classico Rodeo cileno. Arrivati nel luogo della manifestazione e visto che inizierà alle 15 ci concediamo un pranzo a base di squisite empanadas accompagnate da buona birra. L’ambiente ci appare da subito cordiale e festoso. Poi quando inizia il Rodeo, saliamo sulla gradinata per ammirare questo per noi inusuale spettacolo, il quale inizia con l’inno nazionale cantato da tutti: concorrenti e spettatori.  Tento di spiegare come si disputa il Rodeo cileno: la gara si disputa in coppia di due cavalieri che devono tenere in mezzo tra i loro cavalli un vitello, per poi farlo toccare dei punti precisi nei due estremi dell’arena; a vigilare e giudicare c’è un’attenta giuria. Decisamente non è un gioco facile e spesso il vitello impaurito corre più dei cavalli. La gara prosegue tra eliminazioni e sfide cavalieri- vitello per concludersi con la designazione della brava coppia vincente. Finita la gara spettatori e concorrenti sono attesi più tardi per un’abbondante libagione, noi però (a malincuore) dobbiamo far ritorno a Castro dove, invitati  dai nostri amici, a casa loro, ci beviamo un ultima birretta assieme per poi salutarci calorosamente promettendoci di rimanere in contatto ( loro rientreranno in Italia a metà aprile) e di ritrovarci per ascoltare qualche concerto di quelli che piacciono a noi quattro.

Ritorniamo in hostal e strada facendo ci fermiamo in un supermercato per acquistare un po’ di provviste visto che domani mattina non avremo tempo di fare colazione. Acquistiamo pure alcune bottiglie di vino in vista dei tre giorni di navigazione che ci aspettano.

Dalcahuè

Il rodeo cileno

 

7 Gennaio

Alle 7 e 10 parte puntuale il nostro autobus per Puerto Montt dove arriviamo prima delle 11. Andiamo subito al porto dove salperà nel pomeriggio la nostra nave, qui per ora lasciamo gli zaini grandi e, visto che abbiamo qualche ora libera, ne approfittiamo per visitare un po’ la città. Complice forse la giornata grigia Puerto Montt non ci è sembrata una bella città anzi oserei dire che è una brutta città portuale, ma forse averla vista con il sole faceva un altro effetto.

Ritornati al porto alle 14 e30 aspettiamo l’imbarco assieme a tanta altra gente, tutti viaggiatori che aspettano di iniziare l’avventura, ed essere trasportati verso la “fine del mondo”.

Dopo più di un ora d’attesa finalmente veniamo fatti imbarcare e sistemare nelle cabine compartite dove prendiamo il posto che ci era stato assegnato.

Quindi andiamo a visitare la nave, la quale sarà la nostra casa per tre giorni, che è praticamente una via di mezzo tra un cargo e una nave passeggeri, tanto che viene usata per entrambi gli scopi; a disposizione dei passeggeri, oltre i dormitori ci sono una sala da pranzo, usufruibile anche oltre i pasti, e una stanza più piccola dove ci sta pure un piccolo bar, oltre naturalmente agli spazi all’aperto a poppa e a prua con corridoi a babordo e tribordo.

Alle 18 puntuale siamo tutti a prua a salutare Puerto Montt, ed è spuntato pure il sole ad assistere all’evento.

La prima impressione è di essere a bordo di una nave multietnica,  sono molte infatti la lingue che si sentono, dall’inglese (anzi americano) al tedesco, dal francese al portoghese (brasiliano), naturalmente lo spagnolo, ma anche il nostro italiano, anzi dirò che alla fine di italiani c’è ne sono parecchi, ( lo scopriremo in seguito) dopo che in una settimana di viaggio ne abbiamo incontrati pochissimi.

La nave è partita carica dei suoi viaggiatori entusiasti per un’avventura che ci porterà nell’estremo sud del Cile.

Alle 20 e 15 arriva l’ora di cena, con una sopa, del merluzzo con purè. Poi la serata la trascorriamo con le prime chiacchiere con altri viaggiatori e guardando il bel film “La casa degli spiriti” tratto dall’omonimo libro di Isabel Allende, naturalmente il film è in spagnolo con sottotitoli in inglese.

La partenza da Puerto Montt

 

8 Gennaio  

Anche oggi la giornata è grigia con tempo variabile: a tratti piove con qualche timida schiarita.

La navigazione prosegue bene, ci si rilassa, si scambiano quattro chiacchiere con altri viaggiatori: il tema principale è naturalmente cosa si fa giunti alla “fine del mondo”. Quasi tutti pensano di andare a visitare il parco Torres del Paine chi con una visita di un giorno, altri, più intrepidi, programmano il famoso trekking della durata minima di 4-5 giorni.

La navigazione di oggi prevede l’entrata in mare aperto esattamente nel famigerato golfo de las Penas (golfo delle pene) dove un mare sempre molto mosso accoglie le imbarcazioni in modo non proprio pacifico (a discapito del nome dell’oceano in cui ci si trova) e a risentirne maggiormente sono i poveri stomaci.

Tra il personale di bordo c’è pure un medico che consiglia a chi ha problemi di stomaco di prendere una pastiglia che dovrebbe (il seguito prova che sarà poco efficace) alleviare il mal di mare.

Rosy si fa condizionare dalle parole del medico e prende la pastiglia, io no .

Alle 18 come previsto entriamo in mare aperto e iniziano le forti oscillazioni dell’imbarcazione. Rosy va subito a letto e passerà una notte insonne e con lo stomaco sottosopra. Io giro un po’ per la nave, non vado a cenare ed a un certo punto verso le 20 sento che le forti onde non mi fanno stare bene, così mi infilo a letto e rimango sveglio un bel po’, non per dolori di stomaco, ma per le forti ondulazioni che si avvertono pure a letto, si aggiunga poi un continuo via vai verso il bagno vicino di gente che va a vomitare.

Alla fine comunque riuscirò a dormire qualche ora.

Abbiamo capito il nome appropriato di questo golfo: del tutto azzeccato.

In nave

 

9 Gennaio

Dopo la notte “movimentata”, che secondo i membri dell’equipaggio è stata “normale”, la nave entra nei canali patagonici: si passa appunto attraverso dei canali tra fiordi e isolette parte per parte, naturalmente le zone sono disabitate e si possono ammirare solo uccelli e vegetazione. Anche oggi la giornata è grigia qualche timido raggio di sole si alterna a la solita pioggia. Ci dicono che qui il tempo è sempre così, non è che c’è l’abbia particolarmente con noi.

Comunque il viaggio è affascinante e non mancano le sorprese visive. Ad un certo punto infatti passiamo accanto ad un relitto di nave arrugginita, ferma lì da chissà quanto tempo, forse non recuperata per dare un diversivo ai passeggeri. Poi verso le 15 la nave si ferma vicino all’unico posto abitato della zona: il piccolo paese di Puerto Eden, cosa fa ricordare l’Eden questo posto è un grande mistero, forse il fatto di essere isolato dal resto del mondo.

Puerto Eden è un piccolo porto di pescatori abitato da indigeni qawashqar e l’unico mezzo di contatto, trasporto e commercio con il resto del mondo è solo il passaggio delle navi Navimag. A bordo ci si chiede come si fa a vivere in un posto simile, dove oltretutto, ed ora siamo in estate, fa pure parecchio freddo.

Verso sera arriviamo al ghiacciaio Pio XI un autentico spettacolo naturale nel vedere questo bel ammasso di ghiaccio, con dei piccoli pezzi di ghiaccio azzurro che galleggiano e passano vicino alla nave, l’unica nota stonata è che fa un freddo cane.

Dopo cena condividiamo con degli amici un paio di bottiglie di vino,  poi Rosy che non si è ancora ripresa dalla nottata precedente decide di andare a letto, mentre io passo la serata, fino a tardi, tra il bar, qualche chiacchierata con qualcuno e l’osservare un cielo incredibilmente stellato dopo una lunga sera che non voleva dar spazio alla notte, alle 23 infatti c’era ancora un po’ di luce.

Puerto Eden

 

Relitto di imbarcazione e Glaciar Pio XI

 

10 Gennaio

La nave prosegue la sua rotta, oggi lo scenario presenta passaggi stretti tra isole e fiordi, montagne innevate e ripide cascate. Alle 17 arriviamo a Puerto Natales e qui sbarchiamo, salutiamo vari amici con i quali si ha condiviso questi bei tre giorni in spirito di comunità, tante sono le persone conosciute e di loro rimarrà in me un piccolo ricordo. Tra le varie persone conosciute c’è Marcela una ragazza (io chiamo ragazze tutte le donne più giovani di me) di Santiago, in vacanza con la figlia, una zia e la cuginetta. Marcela ci propone di passare gli ultimi giorni di questo viaggio ospiti a casa sua, che si trova in centro Santiago. L’idea ci piace e ci accordiamo di restare in contatto e-mail o telefonico.

Subito dopo esser sbarcati ci viene proposta una stanza all’ hostal casa Bertila per 10.000 PCH a notte colazione inclusa, vista la stanza accettiamo. Poi dopo esserci sistemati usciamo per organizzare la visita al parco Torres del Paine e constatato che affittare un auto per un giorno costa una cifra, optiamo per il tour detto “Full Day” per 18.000 PCH a testa.

In giro per la città incontriamo molti passeggeri della nave e trascorriamo la serata mangiando una discreta pizza in compagnia di vari viaggiatori italiani tutti reduci dall’esperienza Navima

Canali Patagonici

Puerto Natales

L’Evangelistas  Navimag

 

11 Gennaio

Alle 7 e 45 partiamo per il tour. Il parco dista 120 km dalla città e per raggiungerlo ci impieghiamo tre ore a bordo di un piccolo pulmino. La giornata è discreta: non c’è il sole, ma neppure il forte vento spesso presente in questa stagione. Da prima (dopo aver pagato l’entrata al parco, piuttosto cara, ma ne vale la pena) visitiamo il lago Grey con il suo splendido ghiacciaio e riusciamo pure a vedere una strano animale chiamato emule che sembra un incrocio tra un asino e un cervo. Successivamente visitiamo il lago Pehuè, il Salto Grande (una spettacolare cascata), il lago Nordenskiold dove si può ammirare, da un mirador, una veduta eccezionale del lago con nello sfondo le colonne in granito (le Torres del Paine) che dominano il panorama, proseguendo poi verso la laguna Amarga e quindi il lago Sarmiento. Tutti questi luoghi ci hanno incantato e oggi non si contano le foto scattate.

Abbiamo pure visto fauna locale, oltre al già citato emule, anche guanachi e nandù (una specie di struzzo patagonico).

Nella strada per il ritorno sostiamo presso la Cueva del Milodon, una grotta divenuta famosa quale luogo che sembra aver ispirato il famoso scrittore Bruce Chatwin per il suo libro “In Patagonia” e qui incontriamo Marcela, con la famiglia anche loro in Tour Full Day, la quale ci invita ad un pub per trascorrere il dopocena.

Rientrati  Puerto Natales, dopo una doccia, acquistiamo i biglietti del bus, che domani ci porterà in Argentina a El Calafate, con la compagnia Cootra per 10.000 PCH c/u. La serata prosegue con la cena, connessione internet per mandare notizie a casa, e l’incontro con Marcela e la zia (le piccole erano a letto) per una birra al pub e l’intenzione di ritrovarci a Punta Arenas tra qualche giorno.

 

Lago Grey

Vedute panoramiche delle Torres del Paine

 

 

12 Gennaio

Oggi si va in Argentina, partiamo alle 7 e 30 e la prima parte della strada è la stessa che abbiamo fatto ieri per l’escursione al parco, poi arriviamo alla frontiera di Cerro Castillo dove effettuiamo le operazioni doganali.

La prima cosa che osserviamo entrati in Argentina è una scritta in grande vicino alla bandiera: Las Malvinas son Argentinas ed effettivamente e geograficamente non si può contestare tale scritta però…

Il territorio argentino ci accoglie con strade bianche e infinite distese pianeggianti, dove di tanto in tanto si intravede qualche gregge di pecore: siamo davvero in Patagonia dove per chilometri e chilometri il nulla ti circonda.

Alle 14 e 30 arriviamo a El Calafate che da subito ci appare molto turistico ed di conseguenza molto caro. Ce ne accorgiamo infatti nel cercare la stanza, che alla fine troviamo all’Hostal Buenos Aires una doppia con bagno per 47 $ (dollari americani) Il pomeriggio lo trascorriamo in paese a raccogliere informazioni per l’escursione di  domani, come pure l’organizzare il rientro in Cile.

Facciamo pure un giro alla laguna municipal un bel posto naturalistico sulle rive del lago Argentino (si chiama proprio così questo lago) dove si possono osservare vari tipi di uccelli inclusi i fenicotteri.

Ritornati in paese organizziamo di fatto la giornata di domani:  per 60 Pesos Argentini (PAR) a testa prenotiamo il bus delle 8 e 30 che ci porterà in un ora e mezza al ghiacciaio Perito Moreno, con ritorno alle 13 e rientro ad El Calafate alle 14 e30 prenotiamo inoltre un bus che partirà alle 15 con destino la città di Rio Gallegos per 40 P/AR . La scelta di rientrare in Cile via Rio Gallegos  l’abbiamo decisa tanto per non rifare la stessa strada e tornare a Puerto Natales anche perché la nostra prossima meta cilena è Punta Arenas. Il cambio con il Pesos argentino e l’euro è all’incirca 4,60 (P/AR per 1 Euro) e 3,10 (P/AR per un dollaro).

Ed è proprio in un posto di cambio che mi accorgo di un particolare che mi era sfuggito: l’Argentina è un ora in avanti rispetto al Cile, morale: la serata sarà lunghissima e alle 23 e 45 non sarà ancora totalmente buio. Quella sera ad El Calafate personalmente credo di aver mangiato una delle bistecche più buone di tutta la mia vita con un sapore unico, accompagnata da delle patate fritte e naturalmente da una bottiglia di vino rosso argentino. L’ottima cena l’abbiamo consumata al restaurante Rick’s. Tornerei ad El Calafate solo per riassaporare la bistecca, che decisamente fa onore alla tradizione dell’ottima carne argentina.

A parte la carne El Calafate come posto ha abbastanza deluso: troppo turistico; è una cittadina sviluppata negli ultimi anni dove tutto ruota verso la vicina attrazione, è stato pure costruito nelle vicinanze un aeroporto con funzioni quasi esclusivamente turistiche.

 

!3 Gennaio

Oggi si va a vedere il famoso Perito Moreno.

Partiamo puntuali alle 8 e 30 e prima delle 10 siamo già al parco “los Glaciares dove dopo aver pagato l’ingresso (40 P/ARc/u) arriviamo subito in vista del famoso ghiacciaio. Qui ci sono vari sentieri ben curati tutti con il fine di far osservare il Perito Moreno da varie angolazioni. Naturalmente le foto in questo luogo non si contano, tutto è affascinante e riusciamo pure ad assistere ad alcuni dei famosi crolli di ghiaccio, che si frantumano nell’acqua del lago, molto suggestivi. I colori del posto sono strabilianti: l’azzurro- turchese del lago in contrasto con le varie tonalità del ghiacciaio sommato ciò alle maestose montagne innevate che si vedono nel panorama. Morale: il posto sarà anche turistico, ma lo spettacolo naturale è decisamente da grande spettacolo offerto dalla natura.

Puntuali ritorniamo a El Calafate alle 14 e 30, poi recuperiamo gli zaini, lasciati in custodia (non gratuita 5 P/AR) all’ufficio della compagnia Taqsa con la quale effettuiamo il tragitto El Calafate- Rio Gallegos dove arriviamo alle 19 e 30. Ad attenderci c’è una città abbastanza brutta e squallida, dove non esiste una mezza attrazione. Purtroppo constatiamo che dovremo rimanere qui fino alle 13 di domani, orario in cui partirà il primo (e unico) bus per Punta Arenas. Ad aggravare la nostra psicologica situazione scopriamo che la città a livello pernottamento risulta abbastanza cara, ed io che credevo che l’Argentina fosse meno cara del Cile, ma questa credo sia una realtà patagonica (nel senso che la regione patagonica è molto più cara del resto del paese). Troviamo infatti dopo alcuni tentativi una stanza abbastanza bruttina per ben 40 $ (dollari !!!).

Ci consoliamo con una buona bistecca, non a livello di quella di ieri sera, ma molto buona.

Glaciar Perito Moreno

Frammenti di ghiaccio tra le acque dopo una caduta di parete

 

14 Gennaio

Aspettando le 13 passiamo una anonima mattinata in questa brutta città, poi finalmente arriva l’ora della partenza con la compagnia Pinguino (30 P/AR c/u). Il percorso verso Punta Arenas si compie attraverso distese patagoniche  e costeggiando lo stretto di Magellano. Arrivati in frontiera subiamo formalità molto lunghe da parte dei doganieri cileni per il già citato minuzioso controllo dei bagagli che li fa passare attraverso un apparecchio ai raggi x.

Arriviamo a Punta Arenas alle 17 e 30 e subito cerchiamo l’hostal che ci ha segnalato Marcela via e-mail in calle Balmaceda. Ma arrivati in loco l’hostal non ha stanze libere, pero ci accasiamo lì vicino all’hostal Ka-les hen (sole splendente) per 8.000 PCH a notte con colazione. Notiamo subito che qui tira un vento abbastanza forte, il vento della Patagonia!!!

Ci informiamo sulle escursioni che si possono fare domani: la più classica sarebbe l’Isla Magdalena un’isola sullo stretto dove si possono vedere colonie di pinguini di Magellano, però l’escursione, oltre ad essere carissima (32.000 PCH a testa) risulta incerta causa vento.

Poi cerchiamo le amiche cilene, ma ci han detto che sono andate nella zona “franca” a fare acquisti.

Andiamo allora a cenare al restaurante La Fabbrica posto decisamente che sconsiglio, la serata prosegue con l’incontro con Marcela e company con le quali trascorriamo il resto della serata in compagnia. Loro ripartiranno per Santiago domani, e ci rivedremo nella capitale gli ultimi giorni di viaggio.

 

15 Gennaio

Anche oggi tira vento e la prima conseguenza che constatiamo è l’annullamento dell’escursione all’isla Magdalena. Così passiamo la mattinata tra la zona franca (acquistando poco o niente) e il porto di questa leggendaria città australe. Siamo ad un passo dalla (e la si vede) Terra Del Fuoco che per una scelta (anzi una mia rinuncia) coniugale noi non visiteremo e la vedremo soltanto da lontano, lasciandola con il suo fascino da scoprire. Alle 15 prendiamo un bus della compagnia Fernandez che per 6000 PCH c/u a/r ci porta al Seno Otway un posto in cui tira un vento bestiale e fa un freddo cane, comunque vediamo molti simpatici pinguini quelli piccoli (pinguini di Magellano) che risultano dei simpatici esseri: è stato bello veder questi animali da vicino anche se il vento freddo pungeva parecchio.

Ritornati a Punta Arenas facciamo già i biglietti del bus per l’aeroporto  sempre con la compagnia Fernandez (2.500 c/u).

La serata la trascorriamo nel bel restaurante La Luna dove ceniamo a base di un ottimo filetto di salmone bagnato da una bottiglia di buon vino e poi quando facciamo  due chiacchiere con il gestore e gli diciamo che siamo italiani ci risponde convinto:  Italia Avanti Popolo, condividiamo l’espressione con il simpatico oste, ma purtroppo ora la realtà è molto diversa dai tempi di Avanti Popolo.

Pinguini di Magellano Seno Otway

 

16 Gennaio

Oggi sarà una giornata di voli e di drastici cambiamenti latitudinali e climatici pur restando nello stesso paese.

La mattina la passiamo passeggiando per Punta Arenas e anche oggi salta l’escursione per l’isla Magdalena poiché il fischio del vento è ancora forte.

Così in città vado da una parrucchiera a tagliarmi i capelli e scambiando qualche chiacchiera abbiamo la conferma che la città è una roccaforte di emigranti provenienti dalla Yugoslavia.

Alle 11 e 30 prendiamo il bus per l’aeroporto.

Alle 13 e 15, con un po’ di ritardo, decolla, tra forti raffiche di vento,  il nostro aereo, non senza difficoltà e un breve momento di panico collettivo causato dalle oscillazioni provocate dal vento. L’aereo è diretto a Santiago, ma fa un paio di scali a Balmaceda e Puerto Montt dove scendono e salgono altri passeggeri come fossimo in un autobus.

Alle 17 e 40 arriviamo a Santiago e dopo aver fatto un altro ceck-in  alle 19 e 30 decolliamo destinazione Calama dove arriviamo, dopo un scalo ad Antonfagasta; puntuali alle 22 e25. Qui un furgoncino ci trasporta fino in centro dove troviamo alloggio in una piuttosto squallida camera all’hostal Tono per 12.000 PCH.

Così ora siamo al nord del paese e qui ci accorgeremo subito che tutto è diverso: la gente (più latina , ma anche andina), il clima (decisamente più caldo, spesso torrido), la vegetazione (siamo ai margini del deserto di Atacama)

Punta Arenas e vista in volo della regione dei laghi (e vulcani)

 

 

17 Gennaio

La prima mattina al nord del Cile la trascorriamo cercando informazioni per la visita alla miniera di Chiquicamata e il successivo trasferimento a San Pedro de Atacama. La città di Calama non è una bella città ed è, rispetto ad altre città del paese, sicuramente meno curata e anche più sporca.

Alle 12 e 30 prendiamo un colectivo (praticamente un taxi) per la miniera che raggiungiamo in un quarto d’ora. Appena arrivati siamo invitati in una stanza dove viene proiettato un video che parla della miniera, la sua storia e il processo di produzione del pregiato metallo estratto: il rame di cui il Cile è uno dei maggiori produttori al mondo.

Qui in questa miniera ha avuto luogo il primo atto di rabbia e ribellione del giovane Guevara raccontato dal libro-diario “Latinoamericana” quando assiste all’arruolamento di manovalanza india con metodi iper-schiavisti da parte della compagnia americana “proprietaria” della miniera.

Iniziamo quindi la visita costituita solamente (ma sufficientemente) da la veduta del mirador. Qui si può vedere la grandezza della “mina” e del suo cratere principale lungo ben 5 km, largo 3 km e profondo 1 km. Impressionante!!!

Osserviamo poi grossi camion adibiti al trasporto del materiale che vanno avanti e indietro su strade create dentro il cratere. Pure questi camion sono impressionanti, ne osserviamo uno da vicino che può trasportare ben 170 tonnellate e una ruota pesa la bellezza di 32 quintali (davvero un bel problema se si fora!!!).

Finita l’escursione e preso un altro colectivo per il ritorno a Calama,  recuperiamo gli zaini (lasciati in hostal)  raggiungiamo il terminal dei bus Frontiera dove alle 16 e 30 partiamo alla volta di San Pedro.

La strada verso la cosiddetta “oasi” di Atacama è di una bellezza mozzafiato, con i colori del tardo pomeriggio che contornano il paesaggio. Ricordo che ora qui siamo all’interno del tropico del Capricorno e le ore della luce del giorno (pur essendo in piena estate) sono di poco superiore a la notte.

Il tragitto dura 2 ore e appena arrivati a San Pedro, su consiglio di una viaggiatrice solitaria francese, ci sistemiamo all’ hostal Sonchek (14.000 PCH a notte) il posto è bello, le stanze si affacciano ad un bel patio, il locale è gestito da una simpatica coppia: lui cileno e lei slovena.

Ma c’è un imprevisto: siamo in uno dei posti più aridi al mondo e….. piove anche se si tratta di una leggerissima e breve pioggerellina.

Usciamo e San Pedro de Atacama  ci appare subito senz’altro un luogo turistico ed anche un po’ Frikettone, ma molto carino e particolare, le strade sono tutte in terriccio, le case son tutte basse e il turismo che c’è è tutto (o in grandissima parte) zaino in spalla.

Andiamo alla ricerca di un escursione per domani, ed alla fine decidiamo per il tour: Salar de Atacama, laguna Chaxa, laguna Miscanti, il tutto per 20.000 PCH incluso il pranzo.

La sera la trascorriamo cenando e poi assistendo ad uno spettacolo in piazza di danze e canti tradizionali andini.

Il cratere della mina di Chiquicamata

 

18 Gennaio

 Il tour di oggi è stato abbastanza bello, ma non esaltante.

Abbiamo visto per primo il salar de Atacama e la laguna Chaxa dove si possono ammirare molti fenicotteri che si rispecchiano nell’acqua salata della laguna. Purtroppo manca il sole (lo vedremo poco per tutta la giornata) e questo penalizza sicuramente l’aspetto del suggestivo paesaggio. Si prosegue poi salendo parecchio di quota fino ad arrivare alle lagune Miscanti e Miniques poco distanti tra loro e situate in un altipiano a 4.300 metri di altitudine, sfortunatamente anche qui manca il sole per cui il maestoso paesaggio delle lagune con le montagne (e vulcani) dalle cime innevate (oggi coperte di nubi) non c’è lo siamo potuto gustare. Abbiamo fatto una camminata tra una vegetazione brulla, composta esclusivamente da dei piccoli ciuffi di erba secca, faceva abbastanza freddino e tirava vento.

Prendiamo la strada del ritorno ci fermiamo al paesino di Socaire dove consumiamo un pranzo mediocre (buona la sopa (minestra), ma il pollo era da dimenticare), una visita al paesino, poi altra breve sosta in un altro paesino: Toconao dove oltre ad una pittoresca chiesetta non c’è niente di particolare. Una bella sosta invece è risultata quella a la Quebrada de Jere, molto vicina  a Toconao, una vera oasi con un ruscello, una vegetazione incredibile (ricordiamo che siamo nel deserto di Atacama) con frutti e fiori, la posizione del posto poi la rende molto particolare, si trova infatti in uno squarcio dell’altipiano e il verde della vegetazione rende un contrasto unico con il tipico colore del deserto, e finalmente qui esce il sole.

Alle 17 e 30 facciamo ritorno a San Pedro e subito ci informiamo per altre escursioni per domani, ma a quanto pare la gettonatissima escursione al Geyser El Tatio è sospesa per alcuni giorni causa la pioggia che ha reso impraticabile la strada per arrivare ai Geyser che distano un centinaio di km da San Pedro. Mentre per l’escursione lagune boliviane (di un solo giorno) per domani è tutto pieno. Dovremo inventarci la giornata di domani…..

Laguna Chaxa e  la Quebrada de Jere

 

L’hostal Sonchek

 

19 Gennaio

E la giornata la inventiamo noleggiando 2 biciclette per visitare i dintorni. Oggi la giornata è splendida c’è un bel sole che domina il cielo e in bici partiamo verso la valle della Luna. Facciamo una sosta presso le antiche rovine di Tulor composte da strutture circolari in adobe. Proseguiamo poi verso la Valle della Luna e gli scenari che ci circondano sono di una indescrivibile bellezza con particolari formazioni rocciose, erose da fenomeni naturali per milioni di anni. Spesso fermiamo le bici e facciamo pure delle brevi camminate tra rocce e dune. Stranamente sono poche le persone che incontriamo: qualche fuoristrada e solamente un ciclista, un ragazzo colombiano, con il quale naturalmente scambiamo qualche scatto fotografico.

Il nostro giro prosegue ad anello e arrivati fuori dalla Valle incrociamo la strada Calama- San Pedro e qui complice il  forte calore Rosy va abbastanza in crisi e faticherà non poco a pedalare fino a destinazione.

Ritornati in hostal e dopo una sacrosanta doccia usciamo per organizzare l’intensa e purtroppo ultima giornata in questa regione. Prenotiamo allora il Tour che ci porterà a sconfinare in Bolivia con rientro previsto per le 18 (25.000 PCH c/u) e pure prendiamo i biglietti del bus che partirà alle 19 e 30 con nostro destino la città di La Serena.( con Turbus 24.400 PCH c/u) Speriamo che non ci siano imprevisti.

La sera prosegue con una buona cena e con il consueto black-out serale, poiché in paese l’energia elettrica è garantita dal comune solamente dalle 19 alle 21 per il resto ci si deve arrangiare con dei gruppi elettrogeni. Altro problema del posto è naturalmente l’acqua spesso razionata, ma sempre presente; sta naturalmente nel buon senso della gente (soprattutto viaggiatori) a non sprecare questo bene così particolarmente prezioso in questi luoghi.

Comunque San Pedro risulta un posto piacevolissimo; è bello passeggiare per le vie del paese, tra le case in adobe, ammirare prodotti di artesania. Ho pure scoperto che qui nella piazza de Armas il 31 gennaio si terrà un concerto dei mitici Inti-Illimani, sarebbe stato troppo bello averlo beccato in questi giorni.

La valle de la Luna

 

Paesaggio lunare…. Valle de la Luna

 

 

20 Gennaio

Dopo aver liberato la stanza ed aver posto gli zaini grandi in un ripostiglio, usciamo e ci avviamo verso la sede dell’agenzia per l’escursione di oggi. La partenza era fissata per le 8, ma alle 9 e 30 siamo ancora a San Pedro alla dogana (è proprio appena fuori paese la dogana per l’ingresso in Bolivia) per completare le formalità. Finalmente si parte e in un ora arriviamo al confine vero e proprio con la Bolivia, dopo una strada che in un primo tratto è asfaltata, dove si sale parecchio di quota, ma poi, lasciata la principale che porta al passo de Jama e verso il confine col l’Argentina, si prende una strada (anzi una pista bianca) per il confine.

Alla frontiera, siamo attorno ai 4.000 metri, c’è una fitta nebbia, ma ci dicono che tra un po’ svanisce… speriamo.

Eseguite le formalità doganali, facciamo una spartana, ma abbondante colazione assieme ad altri escursionisti, che per la maggioranza dei casi farà l’escursione classica di tre giorni fino ad Uyuni.

Dal pulmino con cui siamo arrivati fino a qua ci invitano a salire su una Jeep un po’ malridotta; assieme a noi c’è l’autista, un bambino vivace e simpatico (suo figlio Carol) e una coppia di Santiago per qualche giorno in vacanza a San Pedro.

Le guide avevano ragione, la nebbia d’un tratto si dissolve e ci appare una bellissima giornata.

L’escursione vera e propria inizia quasi subito a poca distanza dal confine vediamo infatti la laguna Bianca, ma uno spettacolo unico lo vediamo poco dopo quando arriviamo alla laguna Verde: uno specchio d’acqua di un colore verde smeraldo, dovuto ai minerali presenti nel fondale, in cui si specchia il vicino volcan Licancabur alto quasi 6.000 metri. Lo scenario è a dir poco incantevole.

Proseguiamo poi  attraversando il deserto Dalì, con un pittoresco paesaggio surreale di montagne dai vivaci colori. Arriviamo ad Agua Calientes, un posto dove c’è una piccola sottospecie di piscina dove ci si può immergere tra acque termali molto calde, (ci dicono a 38°) una cosa incredibile a più di 4.500 metri. Ci sono escursionisti coraggiosi che fanno il bagno, noi ci limitiamo a tenere i piedi in ammollo e sentire una piacevole sensazione di benessere.

Il giro prosegue e si alza ancora di quota fino a superare i 5.000 metri e arrivare ai geyser detti “Sol de la Manana” dove una serie di geyser, di piccole e medie dimensioni, sono in pieno fermento emanando fumi e un intenso odore di zolfo. Anche questo è un luogo incredibile, non c’è alcuna protezione e i visitatori possono avvicinarsi ai geyser, fino ai loro bordi, ma stando bene attenti a non mettere un piede in fallo e scivolare dentro alla bollente lava.

La giornata sta cambiando e il bel sole ha lasciato il posto a minacciose nubi e quando arriviamo all’ultima tappa, la famosa laguna Colorada, ad attenderci ci sono lampi e tuoni, non pioverà, ma tira un forte vento gelido.

 La laguna Colorada è magnifica, con tonalità che vanno dal rosso al blu, anche se il tempo grigio ci toglie il piacere di vederla nel suo massimo splendore. Ci sono tantissimi fenicotteri rosa che sembrano impassibili al freddo e al forte vento.

Con fatica mangiamo dei panini che il nostro autista ci ha preparato e finito il fugace pranzo (anche se siamo in pieno pomeriggio) prendiamo la via del ritorno che in 2 ore ci riporta al confine cileno.

Qui ad attenderci c’è el hefe (il capo) dell’agenzia che con un pulmino in meno di un ora ci riporta a San Pedro, prima però ci fa passare per la dogana. Niente da dire come escursione è stata bene organizzata, anche se avevo qualche dubbio vista la lentezza della mattina.

 Poco dopo le 18 siamo all’ hostal e dopo esserci fatti una doccia, salutiamo i gentilissimi gestori, prendiamo le nostre cose e ci avviamo verso il terminal bus dove puntuale alle 19 e 30 parte il nostro bus con destino Santiago, ma noi fermeremo a La Serena.

Che dire: giornata intensissima in cui abbiamo visto spettacoli unici che la natura offre.

Laguna Verde  e Geyser sol de la Maňana

 

Laguna Colorada

 

21 Gennaio

Il viaggio è  stato lungo (16 ore) e siamo arrivati a La Serena quasi a mezzogiorno, cerchiamo subito un hostal, ma la ricerca sarà più lunga del previsto, poiché alcuni posti segnalati dalla Lonely Planet, malgrado l’ora, stavano già al completo. Alla fine troviamo posto all’hostal “Teresina” una bella e pulita stanza per 12.000 PCH a notte e siamo pure vicini al terminal dei bus. La nostra intenzione e quella di fermarci qui due notti, prima di rientrare a Santiago.

Passiamo un pomeriggio soleggiato e ventilato a conoscere la città sul mare (anzi oceano), un bellissimo e curatissimo giardino giapponese e pure un po’ di spiaggia, ma il mare è molto mosso ed è  quasi impossibile fare il bagno.

Concludiamo la giornata con un ottima cena (anche un po’ cara) a base di pesce, io ho provato il Congruo Pirata, bagnato prima da un abbondante Pisco Sour, poi da buon vino bianco.

 

 

22 Gennaio

Il nostro obiettivo di oggi è visitare la valle dell’ Elqui, luoghi di ottimi vitigni e soprattutto di prodozione del famoso Pisco

Partiamo alle 9 dal terminal con un biglietto giornaliero ( 4.500 PCH c/u) che ci consente di viaggiare con i bus per tutta la valle con fermate a discrezione del viaggiatore.

Per  primo ci facciamo trasportare nel posto più lontano, ossia il paesino di Pisco Elqui, dove io vado a visitare la ben curata distilleria Mistral, mentre Rosy preferisce crogiolarsi a godersi uno splendido e caldo sole. Devo dire che la visita è stata interessante e sufficientemente generosa di assaggi.

Alle 13 e 30 ripartiamo per Monte Grande, un piccolo paese che ha dato i natali alla famosa poetessa Gabriela Mistral, il posto merita (si e no) una sosta di mezz’ora, come abbiamo fatto noi, per poi ripartire con fermata a Vicuna. Il paese ci appare un posto abbastanza sonnolento, noi cerchiamo di ravvivarci con una visita alla distilleria Capel, appena fuori dal paese. La distilleria è parecchio grande, e vasta è pure la produzione del Pisco in varie soluzioni, ossia liquori a base di Pisco, ma dal sapore di altri famosi drink o cocktail ( es. rum, pinacolada, caipirinha ecc.) oltre naturalmente al Pisco liscio e la versione del Pisco Sour.

Ritornati a La Serena alle 19, abbiamo fatto i biglietti per Santiago con Ciktour (7.000 PCH c/u) per  il bus di domani alle 13 e 30.

La valle dell’Elqui è molto particolare si distingue per il contrasto di alcune zone verdi e fertili con un contorno di montagne  secche e aride. La valle è famosa (oltre per il Pisco) per l’osservazione astronomica delle stelle, sembra sia uno dei luoghi al mondo più indicati per questa affascinante attività con vari osservatori in zona. Ci vorrebbe il tempo per fare anche questo, oltre naturalmente il periodo buono di luna nuova, mentre noi non abbiamo ne il tempo, ne il periodo giusto, per farlo e così ci si può consolare vedendo le allegre stelle dopo qualche bicchierino di Pisco (che qui in Cile si serve addirittura come aperitivo).

Contrasti nella valle dell’Elqui

 

23 Gennaio

La mattinata la trascorriamo in città, visitando un museo, dove abbiamo pure visto un Moai,  famosissime statue in pietra tipiche dell’isola di Pasqua (isola che purtroppo rimarrà nei nostri desideri  di viaggio), poi andiamo al mercato dove facciamo qualche acquisto. Una mattina passata così a gironzolare per questa bella città abbastanza ricca di edifici coloniali e neocoloniali.

Alle 13 e 30 siamo in bus pronti per partire alla volta di Santiago. La strada per la capitale (che dista 470 km da La Serena) si snoda per un lungo tratto sulla costa, dove ammiriamo alcune belle baie e pure alcune spiagge non certo affollatissime.

Alle 20 e 30 arriviamo a Santiago al terminal San Borja e dopo un po’ troviamo l’amica Marcela che ci attendeva. Per arrivare a casa sua prendiamo il metrò e scendiamo a Santa Lucia, e dopo 200 metri circa arriviamo nello stabile dove lei abita: un modernissimo grattacielo di 25 piani. Marcela abita al diciassettesimo piano in un appartamento nuovo, non grandissimo, ma neanche piccolo ( a occhio e croce sui 60-65 metri quadri) da lei acquistato a conti fatti per una cifra inferiore ai 50.000 Euro e c’è da dire che siamo in pieno centro della capitale. C’è poi da aggiungere che l’edificio ha a disposizione una terrazza con piscina e barbecue, più una piccola palestra e naturalmente in entrata c’è pure il portiere e per salire due ascensori. Mi viene voglia di fare un investimento immobiliare, visto che vicino a questo edificio ne stanno costruendo un altro di uguale.

Restiamo un po’ senza parole nel vedere questa modernità in America latina, ma è bene ricordare che il Cile, tra tutti i paesi Latinoamericani è sicuramente il più moderno.

Ignacia Beatriz, la figlia di 10 anni di Marcela in questi giorni è da parenti a San Vincente de Tagua-Tagua, località di campagna che dista un paio d’ore di bus da Santiago, dove anche Marcela ha vissuto fino a diciassette anni. Per cui molto gentilmente Marcela ci mette a disposizione la stanza della figlia.

Ci fermeremo qui da Marcela le ultime tre notti del nostro viaggio.

Dopo una veloce doccia usciamo tutti e tre e Marcela ci porta al Barrio Belavista , il quartiere più animato della capitale, dove dopo aver fatto quattro passi troviamo un ristorantino dove ceniamo e chiacchieriamo un po’ con Marcela che ci racconta un po’ della sua vita e del fidanzato francese che a marzo la raggiungerà, ma solo per un mese.

 

24 Gennaio

Dopo aver augurato a Marcela un buon lavoro, poiché lei oggi e domani in giornata sarà attiva con il suo impiego di ottica, usciamo e ci avviamo in metrò verso la stazione dei bus per andare a Valparaiso, dove arriviamo che sono circa le 11, dopo 2 ore di strada da Santiago.

Valparaiso è una città di mare ubicata su una baia e praticamente è divisa in parte alta e bassa. A collegare le due parti della città, oltre al resto, ci sono le famose e pittoresche funicolari che salgono ripidissime con le cremagliere. La parte alta (dei cerros) della città è molto particolare con strade ripide e case con colori intensi e sgargianti.

La parte bassa è più caotica, fatto dovuto ai commerci portuali, e più moderna. Decidiamo di fare una breve escursione di un ora con una barca a motore (per 1.500 PCH c/u) sulla baia per poter ammirare la città vista dal mare.

Nel pomeriggio Rosy decide di fermarsi su una piccola spiaggia a prendere un po’ di sole, mentre io preferisco farmi un'altra camminata per il centro.  Senza alcun rimpianto non andiamo nella rinomata cittadina di Vina del Mar che dista solo 8 km da Valparaiso, poiché è considerata una località di mare molto turistica.

Alle 17 prendiamo un bus che ci riporta a Santiago e poco dopo le 19 siamo a casa di Marcela che non è ancora tornata dal lavoro. Molto gentilmente lei ci ha lasciato una copia delle chiavi di casa, così saliamo e dopo una doccia aspettiamo il suo rientro. Alle 21 e 30 usciamo tutti e tre a cenare e su nostra indicazione ci rechiamo al restaurante La Vaca Gorda dove mangiamo benissimo: carne squisita accompagnata da buon vino rosso e un immancabile Pisco Sour come aperitivo.

Finito di cenare Marcela ci propone di andare in un locale dove lei va a ballare la Salsa e lì facciamo le ore piccole….

Funicolare a Valparaiso

Valparaiso

 

25 Gennaio

 Giornata dedicata alla visita della capitale dunque si cammina parecchio, ma per alcuni spostamenti ci avvaliamo del metrò.

Dopo aver salutato e consultato Marcela per alcuni suggerimenti, iniziamo con la visita del cerro de Santa Lucia, una collina al centro della città, con un meraviglioso parco ben tenuto. Da quassù, visto la bella giornata di sole, ci godiamo un bel panorama di tutta la città. Proseguiamo poi verso piazza Italia, quindi costeggiando, sempre tra il verde,  il rio Mapocho (il fiume che attraversa la città), arriviamo al barrio Providencia, zona molto commerciale della città, e, visto che ci siamo, facciamo pure un salto al negozio di ottica dove lavora Marcela per un breve saluto.

Prendiamo poi il metrò e ritorniamo verso il centro, dove continua il nostro cammino per la città, ci inoltriamo per le tipiche vie del barrio Bellavista per poi proseguire verso il vero centro cioè la maestosa Plaza de Armas , Plaza de la Costitucion fino ad arrivare al Palacio de la Moneda, dove mi commuovo davanti alla statua di Salvador Allende, pensando ai tragici fatti del 11 settembre 1973 che portarono il paese in una lunga notte, con ferite non del tutto rimarginate.

Ultima connessione internet per mandare nostre notizie ad amici e parenti e apprendo con sgomento e tristezza dall’Italia la caduta del governo Prodi…. Fine di una speranza….

Già uno è triste di suo, poiché un meraviglioso viaggio sta per terminare, più che ti arrivino queste notizie (anche se c’era da aspettarselo…) mi verrebbe voglia di chiedere asilo politico al Cile.

Torniamo a casa, di Marcela ed aspettiamo il suo rientro,  la quale rincasa accompagnata da una sua giovane amica e collega di lavoro. Ceniamo tutti e quattro (io e tre donne… che privilegio!!!) per poi verso le 22 e 30 uscire per recarci alla festa organizzata da Marcela per il suo trentacinquesimo compleanno. Ci troviamo in un locale gestito da brasiliani e lì si fa festa e dimentico che domani si torna a casa, siamo in bella compagnia, gli amici di Marcela son tutti simpatici e decisamente festaioli e nottambuli visto che alle 5 di mattina quando il locale chiude trovano la bella idea di venire a casa di Marcela dove noi vorremmo pure dormire un po’, Rosy va a letto e dormirà pure (non so come abbia fatto), mentre io continuerò a brindare con l’allegra compagnia praticamente fino al sorgere del sole…..

 

Santiago del Cile

Ricordando Salvador Allende e Unidad Popular

 

26 Gennaio

Dormo forse un’ora si e no e mi risveglio dopo la baldoria, l’allegria, mi ritrovo nella consapevolezza che nel pomeriggio dovremo prendere un aereo che ci riporterà in Europa.

Marcela dorme (ha parecchio da smaltire) e noi usciamo per un piccolo giro nei dintorni, qualche acquisto, tra cui un piccolo pensiero per Marcela in segno di gratitudine per la sua ospitalità, poi rientriamo e  usciamo di nuovo con una devastata Marcela per l’acquisto di tre bottiglie di vino (da portare a casa come ricordo della terra cilena) e un po’ di carne che cuciniamo per pranzo assieme a delle verdure. Consumiamo un pranzo un po’ triste e dopo un po’ ci avviamo tutti e tre verso il terminal Alameda.

Lei torna alla sua città natale dove l’aspetta sua figlia e i suoi parenti, mentre noi prendiamo il bus per l’aeroporto, dove arriviamo alle 15 e 30 e due ore dopo decolla il nostro volo destinazione Parigi.

 

27 Gennaio

Ad attenderci in Europa è una fredda mattina di Gennaio, facile rimpiangere l’estate cilena… atterriamo alle 11 a Parigi e alle 12 e 30 ultima tratta per Venezia dove arriviamo due ore dopo…..

 

 

Conclusioni

Dire che è stato un solo viaggio è riduttivo poiché i luoghi visitati sono stati di una varietà molteplice vorrei ricordare una antica leggenda cilena:

-Quando il creatore ebbe finito di fare il mondo aveva avanzato alcune cose tipo deserti, lagune, vulcani, ghiacciai, laghi ,fiumi, montagne, fertili vallate ecc. e le teneva in tasca; stava giusto passeggiando sopra il Cile quando nella tasca si formò un buco che fece uscire questi “avanzi” che si posarono in territorio cileno-  

Questa piccola storiella fa capire che in Cile si trova un po’ di tutto.

In Cile si mangia bene e si beve meglio, i trasporti funzionano bene.

 Sicuramente tra tutti i paesi latinoamericani che ho visitato risulta il più caro, ma non eccessivo. La gente è cordiale ed amichevole anche se in generale preferiscono non parlare degli anni della dittatura e delle ferite ancora aperte.

Io l’ho visto così un paese che mi ha lasciato un segno indelebile nella mia piccola esperienza di viaggiatore.

   

Riepilogo viaggio 

31 dicembre  Venezia-Parigi-Santiago del Cile

1 gennaio Santiago – Temuco

2 gennaio Temuco – Villarica (Pucon)

3 gennaio Villarica – Valvidia

4 gennaio Valvidia – Puerto Varas

5 gennaio Puerto Varas – Castro (Chiloè)

6 gennaio Isla de Chiloè

7 gennaio Castro – Puerto Montt (inizio navigazione)

8-9-10 gennaio Navigazione Puerto Montt – Puerto Natales

11 gennaio Parque Torres del Paine

12 gennaio Puerto Natales – El Calafate (Argentina)

13 gennaio El Calafate – Perito Moreno – Rio Gallegos

14 gennaio Rio Gallegos – Punta Arenas

15 gennaio Punta Arenas (seno Otway)

16 gennaio voli Punta Arenas – Santiago – Calama

17 gennaio Calama – Chuquicamata – San Pedro de Atacama

18 gennaio Tour Salar de Atacama – laguna Miscanti

19 gennaio in bici nei dintorni di San Pedro (Valle della Luna)

20 gennaio lagune in Bolivia e bus notturno San Pedro- La Serena

21 gennaio La Serena

22 gennaio La Serena – Valle del Elqui – La Serena

23 gennaio La Serena – Santiago

24 gennaio Santiago – Valparaiso – Santiago

25 gennaio Santiago

26 gennaio Santiago – Parigi

27 gennaio Parigi - Venezia

 

 

 

 

Antonio Turcato

a.turcato@tiscali.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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