Piccoli
pensieri in opera di cammino..
Cammino di Santiago
de Compostela
España
Diario di viaggio 2005
Cari ragazzi/e, è giunto il momento di partire per il mio Cammino di Santiago.
Sabato
mattina salirò sul treno, che lentamente mi condurrà al punto d'inizio del
pellegrinaggio. Quando mi sarà possibile, vi scriverò per dirvi come sta
andando; vi ricordo che tutto quanto dirò potrà essere vero, falso, dubbioso,
non reale, impossibile, cazzate, l'effetto sulla mia psiche di simile fatica e
il contatto con la parte sconosciuta, non è possibile saperlo. Tutto può
accadere lungo la via. Qualora mi trovassi in difficoltà e cedere alla
stanchezza confido sul vostro sostegno e incoraggiamento e sui mezzi pubblici.
Se avete domande, quesiti, offerte, chiedete e vi sarà dato in piccole quantità.
Vi ricordo che non avrò mezzi di telefonia con me, quindi non provateci.
Chi si sente di fare un piccolo passo ed essere con me, può scrivere su un
foglio le cose che non gli piacciono del suo carattere e che vorrebbe cambiare o
renderle più accettabili, e nell'altro lato le cose buone di sé, quelle che ci
dimentichiamo di avere. Mettete il foglio in un posto che sapete solo voi e
pensate che questo foglio sia con me. Quando arriverò alla fine del mio cammino
brucerò (anche voi a casa) il mio -vostro foglio, e le cose buone
s'innalzeranno nell'aria e si diffonderanno mentre il resto diverrà cenere.
Come dice il buon vecchio Thich Nhat Hanh, maestro zen,
“Se siamo felici, se siamo in pace, possiamo sbocciare come un fiore e
la nostra famiglia, tutta la società, trarranno beneficio dalla nostra pace un
abbraccio a tutti.”
9/04 Stazione di Verbania,
seduto pacato ed emozionato per quello che sto per iniziare a compiere: il
Camino di Santiago di Compostela. A lungo desiderato e immaginato. Sembra tutto
a posto, dovrei esserci sia nel corpo: temprato da settimane di lunghe camminate
quotidiane con ogni tempo; nello spirito: rafforzato da incontri di meditazione
e di cordiali brindisi con gli amici; nello zaino: preparato con cura,
eliminando il superfluo, selezionando ogni oggetto e indumento.
Il
bordone, (in legno di nocciolo), preparato da anni in attesa dell'evento,è
appoggiato al mio fianco. Allora ultreja cip. Sono le h. 10.12 quando salgo sul
treno diretto a Milano. Nella stazione centrale mi aggiro silenzioso, mi
confondono per un leader dei boy-scout in fuga dal resto del gruppo pulcini. Sul
Milano-Nizza siedo con delle volontarie dirette a Lourdes, mi spiegano delle
giornate di lavoro che le aspettano e la convivenza con le madri superiori, a
quanto pare delicata. In seguito dico del mio viaggio, e mi chiedono d'accendere
una candela per loro (e fanno 26, in molti, saputo della mia destinazione, hanno
chiesto un cero e una preghiera), poi parliamo di miracoli e di impegno sociale.
Segue notte insonne da Nizza a Bayonne. Poca gente sul vagone, sarà la
suggestione delle letture fatte, ma in ognuno vedo un brigante pronto a
sgozzarmi al mio sopire. Disteso sulle poltrone allungabili, fatico a prendere
il loro calco, entro, forse, nella propensione alla tribolazione, che seguirà
nei miei giorni futuri!
10/04 El pluie mon dieu. La mattinata di treno non è priva di emozioni, urla di
avviso: la police, la police.. i gendarmi che inseguono un fuggitivo di vagone
in vagone, rumore di vetri infranti, manganelli che fendono l'aria e stordiscono
i sensi, sequenze da film nikità.
I
francesi sono proprio dei bravi ragazzi.
Esco dalla stazione di Bayonne e trovo rifugio in una chiesa, giusto in tempo
per la messa domenicale. I fedeli sono intenti a cantare per riscaldarsi in
questa plumbea giornata. Il parroco intona i vari canti, spiegando le tonalità
da seguire, e poi tutti quanti ci eleviamo nell'aria come angeli in coro. Al
termine della cerimonia il parroco, dona hai fedeli presenti l'immagine del papa
Giovanni Paolo II, beh questo dovrebbe essermi d' aiuto e di sostegno, un
carico, in gergo di briscola, accendo delle candele.
Lunga
attesa nella piccola stazione, tra tossici, cani randagi, diseredati e altri
pellegrini. Piacevole il percorso in treno sino a San Jean Pied de Port, immerso
in un paesaggio fluviale, ricco di vegetazione, trote salterine, leggeri banchi
di nebbia. Trovo da dormire e ricevo il mio primo sello, wow. Faccio un giro per
il borgo, case in sasso, graziose vie, un castello sulla sommità e qui dopo
otto foto la macchina fotografica mi dice addio peccato, non è nulla di grave né
acquisterò un'altra, cose che succedono, ad ogni male una soluzione, mi dico,
sono nella giusta armonia di accettare gli eventi, buoni o cattivi che
siano...ma porc...iseri..urida..zz..oz..stard...§§..%&£..ola..di una
leprottainfrattaglia, penso mestamente!!morbido...
L'avviso esposto in bacheca dice che il passo di Roncesvalles non è
percorribile, un metro di neve e la folta nebbia l'avvolgono. Il giro
alternativo percorre la strada asfaltata ed è di circa 31 km. Troppo presto
tutti questi passi, non sono pronto, ma mi adeguo. Al rifugio ci sono tre
tedeschi, due francesi, un'inglese, uno di Berna più io.
Leggo email!! Chi deve scrivere per giorni, rinchiuso in vecchie torri, chi si
prende ferie dal lavoro, se non addirittura darsi malato, volumi, risme,
enciclopedie, e chi incide su cassette ore e ore dei propri dilemmi, angosce,
ansie, manie, frustrazioni ecchè!!
Quando ho detto che portavo un poco di peso anche per voi, non pensavo che mi
caricavate addosso un fardello di codeste dimensioni. Dovrei pregare otto ore al
giorno e dar fuoco alle chiese come se fossero candele, per placare le vostre
anime insofferenti.
Ma
state tranquilli, raccolgo l'onere e pregherò per voi. Sono diverse le tastiere
qui, faccio fatica a scrivere le mie solite 200 battute al minuto. Ora vado a
nanna buona settimana a voi.
Bonne nuit et un beso sur votre visage.
1. 11/04 San Jean Pied de Port Roncesvalles 24 Km.
Ola, buenas dias a todo, bella giornata, fresca con un leggero sole a infondere
un tepore qua e là. Accidenti, sono contento, muovo i primi passi sulla rotta,
sorrido e inspiro a fondo l'aria che mi circonda. Un porcospino mi saluta con la
sua zampettina ben ferma a mò di cinque spiaccicato sull'asfalto, buon
auspicio! La tappa si è rivelata più breve di quanto previsto, con 800 m. di
dislivello, neve, anche 40 cm. in alcuni tratti, fantastico, sembrava di
percorrere vie di un tempo perduto a immaginare i briganti, era facile vederli
nascosti nel bosco, al riparo di secolari alberi, sguardi corvini, stracci di
abiti e coltellaccio alla mano, pronti a tendere l'agguato. Il luogo è avvolto
in modo suggestivo da nuvole, che gironzolano tra le poche costruzioni del
luogo. Il rifugio è un ospizio in sasso, caldo, confortevole, file di letti a
castello e buoni refugieros, mi fanno notare che la luce è spenta alle h.22.00
e accesa alle h. 06.00, bene, dico io,approfitterò del buio di mezzo.
Mi
riscaldo in uno dei due bar presenti in loco, scambiando quattro chiacchiere con
altri pellegrini, in attesa di andare alla messa di buon augurio e di protezione
lungo la via che si svolge ogni sera alle h.18. Ceno con uno scozzese e una
coppia di sudafricani, il vino navarro aiuta il dialogo (ormai brillante) e la
socializzazione.
L'atmosfera è magica, e in questa gioia m'addormento. Ah, dimenticavo, in
mattinata incontro alcuni perri, m'inseguono ringhiando, impugno saldamente il
bordone, in pochi secondi gli sguardi si fanno minacciosi, l'attacco è
fulmineo, instauro una lotta, breve, ma feroce, nulla a che vedere con la lotta
contro il bradipo, accaduta in centro america, estenuante, lenta, ma ugualmente
sanguinosa. Riprendo il cammino con il batticuore, mentre i perri s'allontanano,
annusando qua e là i margini della strada.
2. 12/04 Roncesvalles - Larrasoana 28 km.
Sveglia alle sei come promesso, e le flebili luci notturne si trasformano in
fari da stadio, ed iniziano le vestizioni. Ci sono 40 persone circa. Gusto il
caffè offerto, e dei biscotti; prendo la via a passo lento alle h.08.00, per
ultimo, più o meno. Credo sia cosi per tutti i giorni, non mi faccio fretta,
tanto si arriva presto alla tappa dopo e chi parte prima l'ho incontri più
tardi. Ci si passa e ripassa, e cosi via. Attraverso dei boschi dove l'umidità
fa crescere gli alberi attorno al muschio e hai licheni, veramente incantevoli
questi boschi della Navarra:faggi, bossi in quantità e biancospini in fiore; si
cammina tranquilli e in pace, attraversando piccoli paesi dove ci si rifocilla
con cortesia. Comincio anche l'incontro con il barro (fango) che ci accompagna
per buona parte del cammino, è una puccia di buona omogeneità, che addenta gli
scarponi con bramosia.
Alla sera cena con spaghetti in bianco e sale, mi son scordato di fare la spesa.
chiacchierata, ma sono un poco stanco e alle h. 21.30 cerco la via del letto.
3. 13/04 Larrasoana - Pamplona 15 km.
Si riparte fra verdi prati, in cui pascolano solidi cavalli da tiro con la
chioma spavalda; sole ridente. costeggiamo il fiume che scorre silenzioso a sx,
e la strada statale rumoreggiante in lontananza. Ancora boschi fitti di bosso e
biancospino in fiore, un amore di paesaggio.
Per la via s'incontrano oggetti che sono in sovrappeso nello zaino e vengono
lasciati per terra, abbandonati, cosi, come se a chi segue possano servire e
raccoglierli! Purtroppo manca la caveza. Un tipo porta sulle sue robuste spalle
(immagino!) uno zaino di18 chili?
Folle. Incontro una coppia: uno a piedi, l'altro in bici! chi tiene il male che
pulsa? Rifugio dalle suore, tranquillo; incontro belgi fuori di senno, giriamo
la città, Pamplona è bella e tranquilla senza i tori. Non contenti facciamo
almeno sei km. a zonzo; in piazza incontriamo le girls austriache...my life;
acquisto una nuova macchina fotografica, sarebbe un peccato non avere dei
ricordi visivi. Ora vado a cena, ovviamente toro empanado. Mi chiedete se si
bruciano anche le cose buone che avete scritto: certo, cosi si diffondono
nell'aria, propagandosi in ogni dove. Bonas noce
4. 14/04 Pamplona Puente La Reina 24 + 4 Km.
Ola, non ricordo che giorno e' oggi; mi sto perdendo, ma va molto bene, manca il
punto in questa tastiera: + quattro, perché abbiamo girato per ben quattro km.
sull'autostrada che stanno costruendo, ed e cambiato tutto l'itinerario, mancava
solo che ci facessero pagare il pedaggio. Oggi giornata fredda con vento, ma con
dei colori straordinari, e fango per la pioggia di ieri. Mi sono fermato a
mangiare tra una montagna di balle di fieno al riparo dal vento, in buon ozio,
osservavo il vento giocare a rincorrersi negli ampi campi di grano; e fissavo i
pellegrini che non mi scorgevano, mentre proseguivano nei loro pensieri, lungo
la via. Lasciare la città è stato un girovagare per le vie poco affollate; in
lontananza si intravedono le pale eoliche, un effetto visivo di modernità con
un certo impatto ambientale. Alla sera faccio lezioni di cucina spicciola. In
questi giorni, cammino con un gruppetto di spagnoli, olandesi,etc. mi hanno
soprannominato" massimo el grande". cerco di farmi capire da tutti e a
volte è uno spasso, in altre non ci capisco una mazza. Il quotidiano segue
l'onda anomala dell'attrazione verso la meta, si sta bene, si cerca il cibo, la
fontana, che il più delle volte offre acqua aggiunta al cloro; un gustaccio
sembra la piscina a portata di bicchiere...entrando in un tabacos, (eravamo in
due), una ragazza ci dice che l'offerta del giorno ti offre una borsa se
acquisti due stecche di sigarette, le dico che non fumiamo, ma lei insiste,
faccio notare che siamo pellegrini, e la logica suggerisce di non prendere altro
peso...allora dice che può darci un'utile zaino...grazie, ma siamo già
abbastanza carichi...allora un marsupio...tac, crac, spasch.. il colpo deciso
del bordone pone fine all'offerta, lasciando la venditrice a terra, in una
posizione rannicchiata, direi fetale.
Rifugio incensato, con musica new age, camere simili a quelle dei polli da
batteria, ma ottima cucina, grande, spaziosa, con le pentole in una parte e i
coperchi e i mestoli dall'altro lato della sala.
Rintraccio
la biblio locale con internet free. Ma ora chiude, devo scrivere ancora due
lettere mi dicono di andarmene devono chiudere, ecco, arriva il ragazzo e mi
caccia a pedatas ciaaoooooooo
“tra il sole e la luna, non saprei a chi sussurrare il mio amore, radioso,
accogliente, vitale l'uno tenebrosa, affascinante, attraente, l'altra.
Sospeso tra il giorno e la notte, passerò il mio tempo nell'indecisione,
dimentico che le parole non dette, si spegneranno nel mio cuore.”
Cip.
5. 15/04 Puente La Reina -
Estella 22 Km.
Buongiorno, qui sono le quattro del mattino, e siccome le camerate sono
insonorizzate tra il piano sup. e quello inf. del letto a castello, non riesco a
chiudere neanche un occhio, solo per il forte russare dei pellegrini. Prendo il
portatile e vi scrivo: cacchio non so più le tappe, si rischia di dimenticare
tutto. Sveglia con le musiche di Bob Marley , che mette subito l'animo in pace,
sarà una piacevole giornata, come sempre. Infatti giornata bellissima, fredda,
ma i colori dei campi sono di un verde spigliato, il cielo è spumeggiante e la
rossa terra della Navarra, rendono il paesaggio meraviglioso. Il vento anche
oggi soffia giocoso, pettinando con maestria le colture. Sono in compagnia di
alcuni spagnoli Paco, Rafael e non ricordo gli altri due, la coppia di
sudafricani, lo scozzese, gli olandesi; usciamo a cena assieme. Le gambe
sembrano reggere, un po di dolore agli alluci, le spalle sono a posto, i
pensieri pure, ma siamo solo a cinque giorni di cammino. La biblio di Estella è
una figata, caro il mio roby, ben sei postazioni internet.
“Cantate e danzate insieme e siate giocondi, ma ognuno di voi sia solo, come
sole sono le corde del liuto, sebbene vibrino di una musica uguale”
maestro zen
6. 16/04 Estella Los Arcos 22 Km.
Sembra voglia piovere e dopo otto gocce ...ah dimenticavo prima ci siamo fermati
alla Fuente del vino dove si beve a free, beviamo come un tempo, nella
conchiglia; le gocce diventano 12 e multipli. Mi tocca indossare il poncho e per
3 ore piove, nevica, vento, il barro rende il cammino difficult; le mani sono
intorpidite, non mi permettono di fare pipi, gelerebbe. perdo il
sombrero...riesce il sole e il paesaggio è uno spettacolo, la terra roca della
Navarra, il cielo terso e azul, questo verde intenso e vasto come pennellate
indecise sfuggite di mano, bello, vale la pena del maltempo...oh, ritornano le
gocce in versione familiare per un'oretta. sono al rifugio in un'oretta esatta!
gestito da belgi, ma andiamo oltre, ceno con sudafrica, holland, scozia,
germania, japanese, poi a letto, domani tappa long.
“La
vita comune risulta facile, basta andare fuori tempo, rispetto al resto del
mondo.”
Mi sono allungato di un paio di cm. e perso 1 kl., la barba è linda, i vestiti
meno, appena fa caldo mi lavo, e faccio un bel bucato generale.
7. 17/04 Los Arcos - Logrono 28 km.
Cielo dubbioso, ma è domenica; pioviggina senza cattiveria, freddo e vento,
presenti, neve assente; panorama simile a ieri, ma spuntano le prime vigne della
Rioja, altra regione che prende il posto della Navarra; pare che il vino sia mui
bueno, vedremo. Un fascio di raggi illumina le mura bianche di un villaggio in
lontananza...inciampo nel barro...resisto alla tentazione d'infangarmi e
giocherellare un poco. Uso le calze come guanti; incontro una francese
infreddolita, le mani gelate, nota le calze e s'illumina per l'idea, subito
cerca le calze nello zaino. Passiamo Viana, carina, ma senza pigiama. Il tempo
non invoglia a fermarsi e stare tranquilli, per cui si prosegue di buona lena.
Giungiamo in città, è domenica, tutto chiuso, si usa il pied de porc per
aprire una saracinesca, per rifornirci di cibo; cena e solito palleggio con i
palloncini. In camera anche un neonato, terrore per la notte, ma come un angelo
dorme beato; i letti a castello tremano come budini ad ogni minimo movimento, si
rischia di capottarsi ad un colpo di tosse ed uno starnuto sarebbe letale.
magnana Logrono-Najera 29 km. pensiamoci bene.
Le ampollas (vesciche) sono assenti, ma ci sono persone con parecchie anfore,
alcuni rinunciano a proseguire, e smettono il camino. Incontro un tipo di Genova
che si è costruito un carretto da attaccarsi alla vita, forse in fase di
progettazione deve essere sfuggito qualcosa, infatti si è rovesciato, perso
ruota, rotto telaio...fuori di testa.
8.
18/04 Logrono Najera 29 Km.
Dopo la neve, rimane solo il vento impetuoso; faccio fatica e piego le spalle
per procedere, non ci si può neppure fermare a riposare, fa freddo, e i pochi
paesi incontrati, offrono vie ventose. Si seguono sempre strade sterrate di
campagne, tra grano e vigna; Lascio la città con fare mesto, fischietto
malinconicamente; fa effetto vedere il tran tran quotidiano e non farne parte.
Paesaggi infiniti di grano, ma il vento scuote ancora gli animi, mi perdo e
ritrovo Doc, incrociamo un italiano che mi chiedde -é sardo- soldi! Sta
tornando indietro da Santiago...andiamo nel bar locale e mangiamo tortillas
accompagnate da buon vino, con gli anziani del luogo che sorseggiano cappuccino
e guardano la tv; usciamo ruttando e con le gambe flesse. Ancora il vento,
prepotente, ovunque, fa persino inginocchiare le fronde degli alberi al suo
volere, ci respinge indietro impedisce la nostra avanzata lungo la rotta, non
desistiamo, curvi nei nostri mantelli, presa sicura sul bordone, affrontiamo l'intemperia,
non saranno gli elementi a fermarci. Magari le nostre paure indomabili e
sconosciute.
“Finché si può ridere, le cose vanno bene. Non appena questa infernale
serietà, come un mare untuoso, si solleva, tutto è perduto.”
D.H.Lawrence
“E di maggior beneficio all'uomo ridere della vita che non lamentarsi di essa
“ Seneca
9.
19/04 Najera - Redecilla del Camino 31 km.
Vento freddo, vien voglia di cedere e cadere nelle sue braccia, farsi portare a
casa, velocemente...ma no, continuo, ritrovo la forza, e con più decisione
avanzo, voglio giungere sino alla fine.
Abbandoniamo
le terre della Rioja, ed entriamo in Castiglia-Leòn. Dovevamo fermarci a Granon,
ma ci sono troppi pellegrini, peccato è un bel rifugio in una chiesa, si dorme
nella torre del campanile. Avanziamo al prossimo a circa quattro km. più
avanti; ritrovo girls my life discussione con loro e Paco, piacevole e
divertente. Assistiamo all'elezione del nuovo Papa; rifugio con doccia fredda e
mono-cucina.
I giorni sembrano non finire e il ritmo quotidiano: di alzarsi, fai lo zaino,
cercare il cibo, fare cena, il bucato, disfa lo zaino, cerca il rifugio, fa
perdere il tempo. Non è una cosa semplice a credersi, sembra che il resto del
mondo vada per la sua strada, sempre e comunque, e noi seguiamo, una traccia
parallela, ma distante da tutto, le preoccupazioni sono oltre, almeno per un
mese. Le persone dei primi giorni svanisco, e s'incontrano persone uscite dal
nulla con le quali sembra di non aver nulla in comune, strana sensazione....
Vento classico, costeggiamo la statale con tutti i suoi bei tir che passano a
razzo, creando più vento, e vai. campi sempre più vasti, e paesi sempre più
isolati e privi di vita. Mi fermo a Tosantos per un timbro, e trovo un padre e
chiacchieriamo per 20 minuti del papa , la chiesa, la vita e i
pellegrini...ripiove. Le frecce gialle, che ci indicano la via, sembrano mani
dorate che illuminano il percorso, angeli custodi imbianchini, mandati da San
Giacomo in nostro aiuto. Per sentirmi come altri pellegrini mi son messo due
sassi appuntiti negli scarponcini, e subito ampollas, che cazzata, fa un male
perro, il mignolo è fuori uso, e cammino con fatica e sofferenza piena.
“potrete avere occasione di possedere o usare cose materiali, ma il segreto
della vita sta nel non rimpiangerle mai”
“Un individuo non può agire rettamente in un settore della vita e comportarsi
in modo scorretto in un altro settore. La vita è un tutto indivisibile”
Gandhi
11.
21/04 Villafranca - Cardenuela 25 km.
Notte con roncadores potente, si sale tra boschi, dove i licheni addobbano i
rami di giovani querce, tra tappeti di erica, vigilano cespugli di ginepro,
impassibili ai nostri sguardi. Dopo quattro giorni di solo vento, si ravviva una
pioggerella stuzzicante per dodici km., sino alla chiesa di San Juan, dove
accendo una candela.
smette di piovere; un bar lì accanto da conforto al corpo. Un pianoro si
staglia sulla vallata, mucche al pascolo ci osservano pazienti. Ad Atapuerca
pranziamo , e veniamo in contatto con un anziano signore (76 anni), ci dice che
esiste una scorciatoia, l'ho seguiamo dubbiosi, con affanno. Immaginiamo che sia
una trappola per adescare incauti pellegrini, e nutrirsi della loro fede, dopo
il solito sventramento e torture varie. ma non è così, il rifugio c'è, e
vengo risollevato dai timori. Cena con caldo galiego, simile a cervello di
scimmia. La volontà del pellegrino è messa alla prova in questi giorni dalle
intemperie che contrastano i lenti passi. ma continuo, devo farlo per voi, per
porre fine a tutte le vostre magagne, e rendere più leggeri i vostri animi
ormai perduti.
Mi sorge il dubbio che alcuni di voi stiano esagerando con se stessi, e scrivano
troppe cose sul foglio, perché, alcune mattine sento lo zaino + pesante, ma
siete messi cosi male! siate + sereni e pensate meno, sono io quello che si fa
il culo.
Non so se scrivo come penso, se guardo le lettere sulla tastiera senza pensare.
Le mie vesti sono discretamente lerce, la puzza meno presente, grazie agli oli
essenziali che coprono il maleodorante. Alcune persone nelle città, ci guardano
e vedono fango e macchie zozze, ma a ben guardare, sono costellazioni, ben
tracciate sui nostri abiti, mappe segrete, per seguire mete magiche.
Caro roby biblio, non è come pensi, è faticosa la vita del pellegrino, le
donne oltre i 68 anni non mancano; ma quelle giovani corrono veloce, e nessuno
cura il corpo di noi viandanti.
adios da maximo le viandat
12. 22/04 Cardenuela Tardajos 24 km.
Oppio, manca del fumo per proseguire, sono a metà dell'opera e si sente negli
abiti, nello spirito, nei soldi...ma procedamus
Il
sole, wow, ci accompagna per tutto il dia, contorno di vento e un frecc; si
viaggia in vaste zone sassose coltivate col solito grano; mucchi di pietra
ovunque, sembra di attraversare un tappeto infinito, tra nuvole verdi striate di
candore...si viaggia beati per tre ore...i paesi sembrano svuotati dei loro
abitanti; non si vede nessuno in giro, la siesta è very long; i piedi dolgono.
Burgos ha una cattedrale magnifica, gotica, ma pomposa, piena doro, dipinti,
statue, troni, troppo potere appare tra le mura. L'effetto di entrare nelle città
grandi, dopo il camminare in luoghi solitari, è una sensazione d'alienazione,
si è spaesati, non si fa parte dei meccanismi metropolitani.
Il vero problema, è che faccio fatica a dormire, nelle camerate scoppia
l'inferno appena si spengono le luci, tra russatori e velisti anali, questo è
veramente il fatto più duro del camino. Grazie per le vostre email, mi fanno
piacere. Beh erano tre giorni che non facevo la doccia. Alcuni viandanti
apprezzano le mie abili mani.
“finché non coltiveremo la quiete interiore, tutti i discorsi, tutte le
migliori intenzioni di pacificazione, non potranno che fallire” zio zen
13. 23/04 Tardajos Castrojeriz 30 Km.
Vuoto di memoria, ma credo di aver: attraversato campi verdi, bevuto buon vino,
chiacchierato amabilmente con chiunque si facesse avanti, fumato buon tabacco,
essere inseguito da alcuni cani rognosi, mangiato il bocadillo con frittata
quotidiano, rincorso giovani donzelle senza successo, acceso candele, gonfiato
palloncini, giocato a Backgammon con Doc, pregato per il buon consiglio,
lasciato un obolo al rifugio, sorriso al giorno presente, raccogliere un fiore e
sentirne il suo profumo.
Alla cena festeggiamo Kandy per il suo 24 (!) compleanno, mangiamo benissimo e
ridiamo gioiosi. Mi attardo troppo, di corsa rientro al rifugio, sono le h.
21.55 alle h. 22.00 si chiude, e vengono spente le luci. Da questo punto di
vista, i refugieros sono severisssssssimi e ligi.
“Tuffatevi nel mare del pensiero, e là, troverete perle senza prezzo”
Abraham
Ibn-Ezra
14.
24/04 Castrojeriz Boadilla del Camino 18,5 Km.
Sveglia con canti gregoriani, mette la gloria nel cuore, ma sono tutti presi a
preparare zaini, invece di starsene tranquilli e beati a letto, ad
ascoltare...prima di una salita impegnativa, mi soffermo, sul ponte sospeso
sullo stagno, le rondini volteggiano, alcune di loro mi accarezzano i capelli
nel loro andirivieni in cerca d'insetti, un coro fatto di striduli, cinguettii,
spruntoli, sappole evocano bird.
tutt'intorno in lontananza un raggio di sole illumina le pale eoliche ed è
allora che appare un esercito di crociati: bianchi, eretti, fieri, pronti
all'attacco del moro invasore; sono centinaia, forse migliaia, in ordine, senza
paura, solo il vento si avvicina a loro senza timore, sfiorandoli appena...scuotendo
gli stendardi...i tamburi rimbombano nella valle, tempo di battaglia, nitriti e
sbuffi di cavalli, cuori e tamburi sono un suono solo.
La
via tra i campi, è un solco tra il mare verde di grano infinito che ci guida.
Il
rifugio privato con giardino, è accogliente, siamo in tanti il mio parlare è
un caos, ma si ride di gusto...mi ritrovo comunque in una giornata so so un poco
abbacchiato...sta cambiando la fase lunare my life
15.
25/04 Boadilla del Camino Carrion de los Condes 25 Km..
Nel cielo azzurro batuffoli d'ovatta galleggiano soavi, sollazzati dal
vento...si cammina paralleli alla strada statale, dos palles...una città appare
dal nulla, come un'oasi insperata, si mostra poco a poco, passo dopo passo, in
tutta la sua bellezza.
Poesia mandatami da Roberto il bibliotecario con pizzetto.
di Raffaello Baldini di Romagna
Il nove luglio, una domenica dovevano essere le cinque del pomeriggio,a Ciola,
proprio in cima, alla casa di Baròus, ma di dietro, nell'ombra, tra la siepe,
che di là cala giù dritto nel fondo di Lasagna, e il muro, che era tutta una
verdura, con un venticello che faceva ogni tanto un po' di tramestio fra le
canne, ad un tavolino giocavano a tresette e tenevano i sassi sulle carte perché
non volassero via.
E quando a quello di mano gli è venuta la cricca di coppe e tre tre senza
danari, s'é gonfiato un po' ma zitto, non s'é fatto capire, s'é accomodato
sulla sedia, poi è uscito con l'asso, e non diceva ancora niente, ma dalla
contentezza a dato una botta sul legno che nei bicchieri il vino ha tremato
tutto,e la cicala sul ciliegio ha taciuto di botto dalla paura.
L'aria allora è diventata così leggera che sul crocicchio s'é sentito
pigolare il campanello arrugginito di una bicicletta, e laggiù, ma lontano,
volare un aeroplano sopra il mare.
16. 26/04 Carrion de los Condes Terradillos de Templarios 25 Km.
Cacchio ma sto oceano verde non termina più...Percorsi col sole estivo, questi
luoghi devono essere mas duri. Primo giorno dell'aquilone, my life, tutto il
vento degli altri giorni, oggi manca a tratti, non si riesce ad alzare nel cielo
i colori vivaci del mio berry, ci sono molte cicogne in giro e si spaventano...i
piedi sono al limite, faccio pediluvio...
“Datevi il cuore, ma luno non sia il rifugio all'altro, poiché soltanto la
mano della vita, può contenere i vostri cuori” monaco zen
17. 27/04 Terradillos de Templarios-Calzadilla los Hermanillos 26 Km.
Campagna, canali d'acqua, pochi pellegrini; Doc non sta bene, è pallido;
prendiamo una variante. Mangiando al sacco su una panchina, si avvicina un
anziano signore, con il quale instauro un discorso sereno dei tempi passati. Il
cielo è stupendo, colori e nubi all'infinito; ormai camminare per 20/25 km.,
non mette paura e fatica, anzi è normale spostarsi con il mezzo di locomozione
d'ogni tempo. Sensazione che si perde usando sempre i mezzi meccanici, e fan
sembrare le distanze, impossibili da percorrere a piedi. ...perdo fazzoletto, ed
inciampo Rovinosamente, cadendo nei rovi assetati, sono una macchia di sangue
sgualcita in più punti...ma continuo per voi. I pantaloni si sono rotti alla
vita e continuo a perderli, la dolcevita si sta aprendo in dolce metà, un
mignolo fa veramente male e zoppico dolcemente. Quando parlo faccio fatica a
capirmi, ma d'altronde mi esprimo in tre o quattro lingue, tutte
contemporaneamente.
Oggi sono due settimane e la metà dei km. è fatta, il morale tiene abbastanza,
le onde medie, su quelle corte non c'è verso
La
fatica e il cibo avariato si fanno sentire, mi è uscita la febbre sul labbro
inferiore, sanguino, continuo a bere nel bicchiere comune, e noto molte labbra
sanguinanti...
Caspita se gli scozzesi bevono; qui hanno le birre da 0,20 in bottiglia e per
lui è come una dose di collirio.
Piccolo rifugio, gestito dalle casalinghe del posto. Doc si mette a letto alle
cinque e si sveglierà il giorno dopo alle sette. sto perdendo un kl. di gluteo
a settimana. Chiacchiero con i locali tranquillamente ..sono per lo più anziani
e non mi sentono. Ora cedo al sonno incombente, spero di riposare, un abbraccio
a tutti.
Genti, schiavi e vincitori hanno detto in ogni età:
la più gran fortuna umana è la personalità (Divano)
18. 28/04 Calzadilla - Mansilla de las Mulas 22 Km.
Tranquilla passeggiata tra i campi eterni, appare in lontananza un treno ...è
il primo che vedo dopo 18 giorni, scagliamo contro alle vetture delle pietre,
macchina infernale come osi interferire il nostro cammino...fa caldo dopo le
12.00...chiacchierata con spagnoli, massaggio una persona a caso (solo dorso, e
gli succhio energia) tisana , e letto al castello. Lunga è la via, i giorni
sembrano non finire mai, e non capisco che giorno è... Oggi lavaggio di
pantaloni e felpa, il sole è caliente...
Ci sono angeli che guidano il nostro cammino e pongono le famose frecce gialle
in ogni dove: sugli alberi, sui marciapiedi, tra i cassoni dell'immondizia, hai
lati dei muri, sui pali della luce, sulle finestre, nei paracarri. Senza di loro
sarebbe una fatica enorme proseguire, ormai nei nostri occhi splende questo
colore, ed è una gioia vederle, ma anche smarrimento e paura quando mancano al
nostro sguardo.
...i passi seguono i pensieri, l'ombra si affretta all'imbrunire, lo sguardo
altrove è richiamato, e profumi intensi si fanno avanti... cip
19.
29/04
Mansilla de las Mulas - Leòn 18 Km.
Tappa che si svolge praticamente al centro della carretera provinciale; testa
bassa, passo disteso per uscire da questo groviglio, fa caldo dopo le h.11.00.
Leòn ha un bel centro storico ricco di locali; cattedrale piccola ma meno
imponente rispetto a quella di Burgos, ricca di rosoni colorati che il sole
illumina vogliosamente, fresca...mi pare di vedere un gobbo in calzamaglia e
canottiera.
Ritrovo le girls, piccoli angeli dorati dagli occhi azzurri, nei quali si
specchia il mio sorriso “my life”, partono nel pomeriggio. L'ho saputo dopo
da Kandy e non le incontrerò più sigh. Ritroviamo Nacho, e andiamo alla
ricerca di un post-office, Doc deve alleggerirsi lo zaino mandando a casa almeno
5 kg. di bagaglio superfluo! Il programma prevede di arrivare a Santiago tra 13
giorni...mancano 301 km.
Ora vado a cena, alle 21.45 si celebra una messa del pellegrino...letto
inferiore.
PS: ecco come funziona la giornata tipo: sveglia 06.30, i primi ad alzarsi sono
i sacchetti di plastica, a cadenza si alzano tedeschi, francesi, spagnoli, resto
del mondo, io. h.06.45 toilette generica, al primo che occupa i due bagni per 21
persone; h.07.00/07.26 colazione in loco se esiste cucina (quattro piastre su
due non funzionano), oppure al bar,che di solito aprono tardi. h.07.20/07.30 si
abbandona il rifugio.
Io
seguo queste fasi con circa 33/48 minuti di ritardo, poi segue ricerca tienda
per acquisto cibo ed altro.
Ma, la popolazione spagnola e composta da quante persone! vi sono spazi vuoti...
Vedo in giro parecchie banche, la Spagna è una terra in evoluzione ed
espansione.
Dite a Pierino che difficilmente si trovano meno di nove persone nei rifugi,
forse in pieno inverno, e l'idea del carretto non è delle più felici,
campeggio a rischio e pericolo. Questo vagare mi ha portato a fumare. Osservo
gli affettati e i salumi nei negozi e mi fanno paura, tra colori spaziali, e
aromi...boh. Il cibo e tutto preparato con microonde, mi toglie energia.
Inizia l'effetto merchandising del Cammino, i simboli si trovano su: spille ,
maglie, bordoni, capelli, gonne, spazzolini, book, tastiere, yogurt, biro,
zoccoli, gomme da masticare e non, medaglie, corone, pannolini, pannoloni,
panni, fon, portiere, falci, adesivi, zaini, bibite, accendini, palle di neve,
neve in polli, piatti, posate, calamai, calamari, candele, piastrelle, insomma
le solite cose.
vado
ala comida buon 1 maggio e semana, adios
“c'è una tale sproporzione tra quello che uno è e quello che gli altri
pensano che egli sia, o almeno quello che dicono di pensare che sia!
Ma bisogna prendere tutto con buonumore “ Albert Einstein
da Piero di Torino
20. 30/04
Leòn Villar de Mazarife 22Km.
...un arcobaleno si e fatto avanti, e con un abbraccio, nel suo grembo ora ci
tiene...come preziose gocce d'acqua... cip
Ho perso di vista gli spagnoli; Doc non sta molto bene e si ferma a Leòn un
giorno per riprendersi. Proseguo solo lungo la via.
La mattina incontro la città ancora tranquilla, taciturna, ma in lento
animarsi, le piazze vuote, solo gli ultimi beoni di una notte come tante qui a
Leòn. Uscire dalle grosse città a piedi, mette disagio e fretta, in macchina
questo non accade, smog frastuoni...ma dopo 7 km tutto tace. Una svolta nel
camino porta in campagna, è un'opzione a scelta dei viandanti...campi piccoli
stagni, ove gracidano ranocchi espansivi, trattori roboanti...faccio sosta in
piccolo borgo e mangio abbeverandomi al bar locale con cerveza per un'oretta
lieta. Arrivo al rifugio di Jesus, ed è una sorpresa, tutto colorato di rosso,
verde, azzurro, giallo; una casa con molte stanze, dormo da solo e riposo bene,
siamo solo in sette persone ognuno per i fatti suoi, unica e rara occasione di
non sentire ronfar..., Doc mi ha raggiunto nel pomeriggio, non riesce a stare
senza il suo traduttore, cena a base di pesce preparata abilmente dal
sottoscritto. Rintocchi di campana, cani che abbaiano fiacchi, cinguettii
festosi, donne che ciarlano, si sta bene, nei piccoli paesi... entra un ragazzo
canadese stremato e mi vomita addosso...buhaa, ha preso un colpo di sole, e in
più una bordonata da me. Ora sta meglio, ha solo un po di mal di pancia...con
qualche livido.
“...tu addolcisci la mia ultima amarezza tu allevierai la mia ultima fatica, e
in cambio delle ore morte che ti porto tu mi donerai un domani vivo.”
letta sulla parete est, nella cucina di Jesus, auberge di villa..
21.
01/05 Villa de Mazarife Astorga 31 Km.
Notte senza roncadores, dormo contento, ognuno in camere diverse. ci siamo
promessi di partire presto vista la distanza, ma il luogo beato ci rapisce e
partiamo alle 8.43. Attraversiamo per una 20 di km. la pianura padana (paesaggio
simile), ma poi iniziano ad apparire le prime colline, le querce, i monti in
lontananza, i falchi, le giostre, siamo di buon umore. Entro nel rifugio di
Santibanez, piccola cittadina per farmi fare sello e il gestore -mentre comida-
mi chiede di dove sono ..ah italiano...mi piace Firenze...e parliamo un po dei
suoi ricordi, e di Garibaldi...intanto Doc attende impaziente.
Astoria, è città piccola e riservata, la cattedrale minore, rispetto alle
altre, saranno finiti i soldi; città di provincia un poco snob; rifugio da 210
posti siamo in 23.Siamo giunti di domenica ed i negozi sono serrati optiamo per
il menù del pellegrino. Una partita a poker ci porta a notte fonda....
Ps: i rifugi o albergue, sono il più delle volte gestiti da volontari, anche di
altre nazioni. Sono parrocchiali, comunali, di associazioni del camino, oppure
privati. I prezzi vanno dalla donazione, o da tre sino otto euro. In alcuni è
preparata una cena comune di aggregazione; a volte è presente la cucina; aprono
dalle h.13.00 o alle h.16.00 in avanti e chiudono alle h.22.oo. Nei piccoli
centri sono più carini e famigliari, nelle città grosse dispersivi; le stanze
sono cameroni tipo militare, spirito di adattamento a vita comunitaria gradito.
- oggi son 500 km. percorsi...troppi per il mio tenero corpicino.
- cambio di itinerario, prevedono arrivo tra otto giorni o sette.
- i calzoni si stanno aprendo, è ben evidente uno strappo di 43 cm., causa
naturale o forse stress emotivo.
- per le foto ho trovato una soluzione, che credo ottima :faccio dei massaggi ad
un new zelandese, ed in cambio mi spedirà un Cd-rum con le foto digitali, che
dite !
- domani danno acqua...............
-
il sole dei giorni scorsi mi dona un'abbronzatura regale in viso.
- marco il vino ti crea squilibri pensatori, ma grazie per la generosa parola
uscita dopo imbottigliamento; corso mirtilli credo che dia buoni consigli, vero!
- ci vorrebbe un dolcetto di Paola ora...
- quanto misura un piede inglese!
- si vede che nessuno ha lavorato oggi, non mi avete risposto...
- da lontano la coppia: scozzese ed io, sembriamo "il gigante ed il
bambino".
- i piedi dolgono, e si è infiammato un tendine abduttore dell'alluce, crampi
in aumento nella notte, e dolori diffusi al collo e spalle.
altro non so che dire, se avete domande, avete poco tempo a disposizione poi
divento turista in Spagna. Fate buona settima breve e un saluto al sole
siciliano, al caos romano, al mouline rouge, alle ferrovie francesi di Milano,
ai copogruppo impazziti, ai colletti bianchi, al cioccolato torinese,
all'aperitivo milanese, ai bancari corrotti, ai presidenti alf past, asta luego
a voi amici, vicini e lontano.
ho finito i palloncini ....ueeeeuhee
ah dimenticavo... pura toppa
22. 02/05 Astorga Foncebadon 26 Km.
“oppla...le pause non raccontano nulla, ma danno il tempo di capire cosa può
accadere dopo...ed e troppo tardi.” cip
Sveglia new age, ci mangiamo avanzi di altri pellegrini dalla cucina; i negozi
chiusi non ci hanno permesso di fare acquisti; nelle città grandi è tutto
chiuso, mentre nei piccoli centri aprono quasi sempre e dopo le h.17.00. Ormai
il paesaggio è cambiato, lentamente ci avviciniamo ai monti piani, tra querce
ed erica in fiore, prendiamo quota sino ai 1300 s.l.m.; l'aria è fruibile.
Attraversiamo paesi incantati, ove la gente si avvicina e ci abbraccia al canto
di soavi arpe, sorseggiamo nettare scuro, ma delicato e sublime al palato,
piccole fette di pane surgelato ci sono date, marmellata di petali di rose le
accompagnano...che pace...ma proseguire si deve, a malincuore con un abbraccio
vitale, salutiamo l'allegro quadro a noi presentato.
Il paese in cui troviamo rifugio e alquanto fuori del normale, e incredulo mi
osservo attorno...macerie, case abbandonate da tempo eterno, solo sassi, sparsi
ovunque...è una scena di guerra, (per dare l'idea), dopo un bombardamento,
credetemi. Le uniche case aggiustate sono per le vacanze, un bar, il rifugio e
null'altro. Ci preparano la cena e la colazione !...è oblativo, come solito
lascio 0,55 eurocent.
Ps- siccome sino a qui ho camminato per l'Inter,- ma pare che non abbia sorto
effetto- si cambia tutto. mettiamola cosi: mancano circa 230 km., da dopodomani,
ogni giorno camminerò con alcuni di voi. Voi dovete solo pensare a fare a piedi
almeno una mezz'ora o usare meno l'auto, insomma qualche passo in più, tanto
per aiutarmi, e per ricordarlo tenete un fiore, disegno di fiore, profumo di
fiore, o meglio una molletta di legno, nei capelli o appesa alla maglia con voi,
ed in evidenza: su scrivania, auto etc. Io prendo le persone a caso, per questo
se vi va, fatelo sino a quando non finisco, e se vi chiedono cosa significa il
fiore o molletta da bucato affermate che state camminando verso la rotta di
Santiago.
- ecco mi hanno di nuovo dato dello jocker o buffone..........
- cacchio se fa freddo in questo rifugio.o.o.o.o
- strappo pantaloni abilmente ricucito.
- ci sono cose che non capisco..
- vi ricordo che il foglietto/la risma/il volume I e II, con scritto le vostre
pene, non va dimenticato in giro, perché se non vi ricordate più dove l'avete
messo, dovrete appiccare il fuoco: al comodino, libreria, vani, garage,
scrivania ufficio, appartamento di amico/a, seconda casa, scantinato,
automobile, collezione di fumetti, di riviste, canoe, garden, o in altro loco,
pena il peggioramento della situazione che mi sembra di capire e già ad un buon
livello, mannaggia a voi notte
“...il verde trigo immaturo, si fa piccolo in lontananza, sale verso il cielo
ad abbracciare le nuvole, tanto da farle gioire, e scrosci d'acqua si spargono
sulle umili spighe...” cip
23. 03/05 Foncebadon Ponferrada 27 Km.
Scusate, ma ci siamo persi nei monti, dove non arriva internet, ma solo il
raccoglitore del latte. La cena comunitaria di ieri è stata allegra, mi
costringono a lavare stoviglie, ma mi guadagno un bicchierino di liquore, che mi
tiene caldo per tutta la notte. Zone montane con baite simili ai nostri alpeggi,
raggiungiamo il punto più alto di tutto il camino 1504 m.(forse), e la Cruz de
Hierro, un lungo palo sostenuto dalle pietre che ogni pellegrino pone ormai da
secoli, esprimendo un desiderio. Bambini sciolti giocano, cani legati abbaiano;
ci fregano sul prezzo banane....mucche piacenti, pascolano solitarie, parecchio
asfalto nel finale; incontriamo Suzane, canadese sempre sorridente. Città
graziosa, sede di un castello dei templari.
Mi rimangono tre calzini di cotone, dei sei iniziali, faccio confusione nel
lavarli, mi sembra che uno di loro eviti questa fase quotidiana, nel dubbio (e
non voglio passare per stupido) li calzo tutti e tre, due a sx e uno a dx, cosi
nessuno è escluso dal lavaggio.
Ps- i cani, è vero, sono una caratteristica qui, li trovi ovunque, buoni,
cattivi, pigri, grossi, minuscoli, hippy, feroci, tonti.
Sbucano all'improvviso, lì trovi di fronte a te con sguardo minaccioso, ti
osservano, già in lontananza ti sentono l'odore, si piazzano di fronte a te, tu
avanzi, impugni il bordone, ti fai coraggio, attendi che ti aggrediscano,
sentire i loro canini affondare nella carne tonica dei polpacci, ma quando sei a
pochi passi, ti accorgi che alla fine vogliono solo un po di carezze, coccole
come tutti...non sempre.
24. 04/05 Ponferrada Pereje 27 Km.
Lentamente ci avviciniamo ai monti, domani tappa di quota; cittadine veramente
piacevoli, accoglienti, aria leggera, forse sento il peso dei 40 anni, che oggi
segnano i miei passi festosi; mi porgono auguri, dietro offerta di vino. Trovo
biglietto di auguri di girls my life.
Zone simili a quelle delle mie parti, molta acqua, verdi pascoli, trote,...il
rifugio sembra baita, tutta in legno, letti singoli. Ceno con una canadese,
spagnolo, francese, scozzese e ben due americane di Washington non so come si
legge, mi tocca ordinare per loro...soffio su candelina, e via...a nanna.
da roby biblio
Il
silenzio
Ricordo che mia madre entrava nella mia stanza ed era maggio
e i grilli cucivano la campagna là lontano.
Nell'aria dolce come dopo una febbre
stavamo in quel silenzio che entrava dappertutto
Nino Pedretti
25.
05/05 Perje Hospital da Condesa 31 Km.
La montagna è dura, sono circa 700 m di dislivello in un ambiente sereno;
l'erica copre in modo estensivo le vaste zone della montagna, fiorita, crea onde
di violetto impensabile a dirsi; mi avvicino troppo ad un filo della corrente,
che evita la fuga delle mucche, e prendo una scarica elettrica che mi
tramortisce per alcuni minuti od ore, non ricordo, ma proseguo fumante; tenda
berbera a metà strada, offre droghe e tisane, rifiuto, devo farcela per conto
mio...in vetta paese celtico e birra fresca per l'ottima ascesa, maaaamma che
fatica. Rifugio strettissimo, siamo in 12 in una camera small, cena gustosa,
vino da schifo, Nacho quando beve parla un francese sublime, gente del luogo
chiacchiera e vediamo corrida, tramonto alle h.22.00, il sole fa tardi qui.
in tutte le occasioni della vita potrai trovare momenti di serenità, di
tranquillità e di gioia se saprai rendere più leggeri i tuoi guai anziché
drammatizzarli”
Seneca
26.
06/05 Hospital da Condesa - Samos 25 Km.
Alba radiosa e caldo vivo attorno a noi; sono con un italiana Marzia-e
chiacchieriamo su centri sociali, adulti, vita in genere, fiori dire fare...e
non ci casca..., le ginocchia in discesa fanno bua, prendiamo deviazione e
percorriamo un luogo incantato, verde, il fiume che ci segue, ansa dopo ansa,
querce enormi, villaggi, con muri a secco, sembra l'Irlanda - per dare idea;
gustoso, toglie la fatica che ormai ci segue da giorni. Dormiamo in un convento
mas grande. Domani scendiamo a meno 100 km., e non pare vero..............sono
parco di parole, il tempo in questa piccola biblioteca stringe, e la gentile
addetta- mai quanto gli addetti di Omegna- m'invita ad uscire ...la cena
attende.
“non
siate uno di quelli che, pur di non rischiare il fallimento, non tentano mai
nulla”
Thomas Merton
“statisticamente, il 100% dei colpi che non tenti non entrano “
Wayne
Gretzky
27. 07/05 Samos De Ferreiros 31 Km.
....stiamo vagando da giorni senza meta, senza scopo, senza frecce che indicano
la via ..insomma ci siamo persi in questo sito...help...faccio fatica a
proseguire e la pioggia di fuoco è pressante, gli scudi tengono, ma per
poco...il nemico è dietro le mura indietreggiamo...non so dove mi trovo...il
fuoco arde le carni...ma fra quattro giorni le fiamme bruceranno i biglietti
tristi....tenetevi pronti...
Una nebbia leggera avvolge Samos, dandole un'immagine poetica, ed è in questa
nebbia che c'incamminiamo silenziosamente. Attraversiamo incantevoli boschi,
cattedrali vegetali di straordinaria bellezza; rigagnoli d'acqua scorrono in
pace, le lenticchie d'acqua formano tappeti verdi nelle acque calme, i ragni
tessono trappole mortali; scriviamo un biglietto per Marzia, con i nostri saluti
in quattro lingue, e l'ho poniamo in un punto visibile, la sbadata non lo vede.
in seguito, veniamo a sapere che tutti hanno visto il biglietto, e commentavano:
che ragazza fortunata, chissà chi l'ha scritto, diventando il tema del giorno.
Serata di bevute, i tedeschi cantano, ma alle h. 21.40 si spengono, noi tiriamo
mezzanotte o più, tra birre e liquore alle erbe è qui che sorge l'idea che la
vita del pellegrino e facile: doccia calda, alberghi, pasti caldi, nessun
pericolo. Allora riportiamo i briganti che saccheggiano i viandanti, violentano
uomini e donne, e lì chiameremo Los Arcos, i temibili banditi; cominceremo ad
attaccare sugli alberi, appesi per i piedi qualche pellegrino sanguinante, e tax
per chi vuole transitare sulla rotta, roghi, saccheggi.... buono questo liquore.
“Non dimenticare che tutto è una cosa sola. Non dimenticare il linguaggio dei
segnali. E, soprattutto, non dimenticare di andare fino in fondo alla tua
Leggenda personale”
Paulo
Coelho da L'alchimista
28. 08/05
De Ferreiros Gonzar 17 Km.
Difficoltà iniziale a partire, i liquori hanno lasciato impronte nei nostri
labirinti mentali. Giungiamo a Portomarin in poco tempo, paese deserto, rifugio
chiuso sorseggiamo dei liquidi, chiacchierando sul futuro; stranamente la biblio
è aperta, ma nessuno risponde solo due piccioni che si sono infilati dentro, ed
ora non riescono più ad uscire, e sbattono contro i vetri e le porte; con calma
riesco a prenderli (faccio pensierino al ragù!) e a liberarli da questa
trappola di libri; troviamo postazioni internet, proviamo a collegarci, non
sappiamo parola chiave peccato. Andiamo all'albergue, pranziamo con riso
avanzato, troppo casino nel dormitorio, fuggiamo e andiamo a Gonzar, più
tranquillo, troviamo Marzia, altre due italiane, Hannah e Stefany, anche Peter
senza Heidi. Cena a base di bocadillo, preparati con cura dalla casalinga di
turno.
Sarà difficile tornare ai giorni quotidiani, le buone sensazioni sono in noi;
il bello d'incontrare gente da tutto il mondo, la solidarietà e la facilità di
parlare con tutti, perché si fa parte di flusso comune ed è come essere tra
amici di sempre. Dovrebbe essere sempre così, ed invece ognuno si chiude in sé
e lascia poco spazio all'altro, è vero che la vita di tutti i giorni e diversa,
qui non si va di fretta, nessuno ti rincorre o ti mette agitazione, ma si
potrebbe provare a cambiare un poco le abitudini, e a sorridere più spesso.
Spero di portare con me questa facilità di contatto.
“ci sono luoghi dove il mio cuore non può sostare, senza prima bussare” cip
29. 09/05 Gonzar - Melide Km. 32
Viaggio nel verde di queste terre bagnate costantemente dall'acqua.
Arriviamo
in città piuttosto stanchi; il piatto tradizionale del luogo è il polpo e
Stefany insiste per cenare con i tentacoli. Grazie alla mia facilità di parlare
spagnolo, chiedo ad un signore quale polperia offre il piatto migliore, nasce
dibattito cui si aggiunge altro tipo, bene, grazie per le informazioni e
salutiamo. Al locale troviamo altri pellegrini polposi, occupiamo posto e spiego
che non ho mai mangiato il polpo, stupore nei volti dei presenti Hannah, Doc e
Stefany (anche le due tedesche bevono sapientemente) la quale mi decanta il
piatto e insiste nel farmelo mangiare acconsento. E buono, bollito e servito con
olio e spolverata di chili, ma faccio il prezioso e sii, insomma, cosi cosi
intanto mangio, e alla fine facciamo il bis. Pepo un tipo anziano accanto a noi
su insistenza del proprietario ci prepara un paio di sigarette a mano che
sembrano cannoni, e pipiamo allegramente ,scherziamo con dei locali e ci
accorgiamo dell'ora tarda, sono le h.1045 il rifugio chiude tra 15 minuti -
fuggi, fuggi, corsa finale giusto in tempo per non essere chiusi fuori.
” Nella pace e nel silenzio calatevi senza paura. Isolarsi dal mondo per
riprendere il giusto passo, il giusto equilibrio, va fatto in questi tempi che
sfrecciano troppo veloci, rubandoci la serenità d'animo, i sorrisi leggeri, gli
occhi sognatori e l'ozio del dolce far nulla” cip
30. 10/05 Melide - Ribadisoda Baixo Km. 11
Acqua,acqua, ancora acqua... è con il suono scrosciante del liquido che
percuote i vetri, che mi sveglio. Lotta in cucina per accaparrarmi un fornello e
relativa pentola; indecisi se partire o morire nell'acqua, non ci rendiamo conto
che è l'ultima volta che vediamo Nacho il piccolo signore spagnolo con cui
abbiamo condiviso parecchia strada, chiacchiere, birre, vino. Infatti il suo
desiderio di arrivare a Santiago è più veloce del nostro. Ci avviamo sotto
rade gocce, ma è solo un sogno, da lì a poco, si rovesciano i secchi d'acqua,
ed è piacevole la sensazione di purificazione che compie l'acqua su di noi.
Impieghiamo tre ore e ½ per compiere il tragitto, sono completamente umido, e
sotto la mantella sono un ottimo terreno fertile per la coltivazione di
champignon. L'albergo e vicino al fiume bellissimo e confortevole, il sole
pomeridiano asciuga il tutto. Massaggio Stefany nel prato, sarebbe bello
lavorare all'aperto con il fiume che scorre lento, l'aria che soffia leggera, i
raggi del sole che confortano i corpi, bello. Spaghettata serale con amiche
tedesche, prendo scossa stimolante creando un circuito chiuso tra piano cottura
e piedi umidi, invito al fumo, notte.
“Nella giostra di tutti i giorni, non importa se non riesci ad afferrare la
coda dell'orsacchiotto prima degli altri, gustati il vento tra i capelli,
l'ebbrezza del vortice, i colori che si aprono al tuo passaggio, il suono di
mille usignoli, le campane in festa oppure cambia giostra.” cip
31. 11/05 Ribadiso da Baixo Labacolla Km. 32
Tanto per non smentirci, siamo gli ultimi a partire. Riprendiamo le tedesche ed
anche Marzia incazzata, perché siamo andati oltre il rifugio concordato. A
qualcuno nasce l'intenzione di fare una tirata e arrivare in serata a Santiago.
Discussione tra un eucalipto e una birra, intanto la fatica produce le prime
vittime: piedi che si trasformano in zampe d'elefante, delirio verbale di
Stefany, Marzia piegata sul suo bordone; cediamo al buon senso e dormiamo in
hotel due stelle, camera doppia per i maschi , tripla per le femmine. Nascono
dubbi su di me, pensano che non riesca ad alzarmi alle sei, e ricomporre i
diciotto sacchetti di plastica, contenenti i miei averi, nello zaino, sciocchi.
Prima di addormentarci facciamo scherzo alle ragazze, telefonando in camera
ansimando, sbaglio numero di camera, rispondono agli spasmi, altra voce
maschile, riattacco velocemente,mettiamo sedia contro la porta della camera,fufa...
Ogni posto è una miniera. Basta lasciarsi andare. Darsi tempo, stare seduti in
una casa da tè a osservare la gente che passa, andare a farsi i capelli e poi
seguire il bandolo di una matassa che può cominciare con una parola, con un
incontro, con l'amico di n amico di una persona che si è appena incontrata e il
posto più scialbo, più insignificante della terra diventa uno specchio del
mondo, una finestra sulla vita, un teatro di umanità dinanzi al quale ci si
potrebbe fermare senza più bisogno di andare altrove. La miniera è esattamente
là dove si è: basta scavare.
Tiziano Terzani da Un indovino mi disse
32.
12/05 Labacolla Santiago de Compostela Km.10
Alle 06.15 sveglia mattutina, mai cosi presto; devo fare barba e vogliamo
arrivare in città per le dieci. Nebbia ed emozione si confondono in noi, il
passo deciso a Gozo colazione e troviamo Patrick, avanziamo in gruppo a
conquistare le porte della città siamo tutti contenti, come scolari in gita.
Giungiamo in piazza della cattedrale, ci abbracciamo e andiamo subito a prendere
la Compostela, infatti alla messa di mezzogiorno diranno la nazionalità e il
luogo di partenza del camino. Visitiamo chiesa e partecipiamo alla messa, alcune
lacrime si abbandonano sulle mie guance, scivolano a terra ,devo versare sette
lacrime per ognuno di voi, ma devo smettere, la pozza comincia a bagnarmi i
piedi, riprenderò in altra occasione. Segue il rito della mano sulla colonna,
il battere la testa sulla statua del Maestro Matteo, la visita alla tomba di San
Giacomo e l'abbraccio del suo busto gli sussurro my life. In piazza spuntano due
bottiglie di spumante, festeggiamo sbragati, il sole è piacevole, i sorrisi
anche; ritroviamo altre persone incontrate sul camino, festoso pranzo, il giorno
scorre lieto, sino a quando la notte, oscura la città, e uno stormo di angeli
bianchi sorvola la cattedrale, a protezione del santo, dei suoi segreti, di
tutti noi.
I tre giorni di Fisterra, nella:
“terras da Costa da
Morte e fin do Camino Xacobeo”
33.
13/05 Santiago de Compostela-Negreira 22 + 5 km.
Una mattina come molte altre, assonnati ci rechiamo nelle vie di Santiago.
Alcuni di noi partiranno, nelle loro terre d'origine, a ritrovare l'abbraccio
dei familiari, degli amici, di un gatto, di un poliziotto all'aeroporto, altri
si godranno un paio di giorni in città, senza doversi preparare lo zaino e
incamminarsi all'alba lungo la rotta, solamente in tre continueremo sino alla
fine du mundu.
Dopo gli acquisti di doni ci ritroviamo al solito bar, pochi clienti, atmosfera
anni 60, gabinetto in locale ovale, con turca. Giro di birre, si ride
gustosamente e si ricordano alcuni momenti di vita pellegrina, altro giro e
scambio di promesse per ritrovarci tutti quanti in qualche città d'Europa giro
e ahimè Hanna e Stefy hanno l'aereo che le aspetta in pista, abbracci e baci
commosso le saluto dall'uscio del bar con fazzoletto e naso rosso, che raccoglie
un sorriso sui loro volti e su alcuni passanti rientro altro giro, scherziamo
ancora ora tocca a Patrick, ci regala dei portachiavi con raffigurato un santo,
che ci proteggerà dalla malasorte abbracci e baci altro giro e spunta Gloria,
veneta e ci narra il suo calvario sulla rotta zaino pesantissimo - pare 18 kg.-
troppi capi di intimo ci confessa, ginocchia frantumate, dottori maldestri,
pidocchi, lacrime dolorose, ma anche gioia per essere arrivata alla meta, grazie
alla sua caparbietà bel tipo.
Ora
tocca a noi riprendere il cammino, la tappa e breve circa 22 km., ma alla fine
ci rendiamo conto che tra andare all'albergo e ritornare sulla via diventano 27
km.. Subito ci coglie un acquazzone, ma siamo in città e troviamo riparo,
smette in venti minuti siamo oltre le case, i negozi, la gente, ma nel bosco di
eucalipti meno ordinato e chiacchierone sin qui incontrati. Giunti in grazioso
ponte, incontriamo delle donne intente a cucire, e attacco discorso ah italiani
un gruppo ha campeggiato nel mio giardino, e corre a casa a prendere le foto che
esibisce con piacere. e tardi altrimenti saremmo rimasti parecchio a
chiacchierare. Doc ci tiene una lezione di geografia su dove si trovi la scozia,
ma non si ricorda bene il nome di alcune isole, ed è deriso. Siamo stanchi e
questo produce sparlare e a dire cose senza senso, per fortuna sono il più
lucido e governo i due amici sino al rifugio, dove arriviamo alle h.22.00, siamo
partiti alle h. 16.00. Troviamo solo posto a terra su materassini, non abbiamo
cibo e dopo una visione in cucina trovo avanzi e cucino una zuppa alla bolognese
(questo diceva la busta di spaghetti), ottima, e mangiamo a sazietà. E l'unico
posto dove ci sono molte pentole ma dalle dimensioni sproporzionate rispetto ai
fornelli.
Notte turbata dalla luna piena.
34.
14/05 Negreira- Olveiroa 34 km.
Tappa più lunga che ricordo, qui salutiamo ancora dei compagni di viaggio:
Thomas il roncadores numero uno, il suo amico pillola (ben sette compresse
ingeriva ogni mattina) e la coppia di fumatori dallo spirito ribelle. Oggi il
leader e Marzia, cosi ognuno, per un giorno, conduce il gruppo e cresce in
autorità personale. Subito ci perdiamo in discorsi scemi la stanchezza di ieri
non e stata smaltita del tutto.
Incontriamo parecchi perri, forse troppi, perché divento nervoso ed aggredisco
ogni tipo di razza animale... di evidente inferiorità.
L'eucalipto profuma l'aria, e l'odore da fine nel mondo si confondo, e si sente
appena. Camminiamo parecchio sull'asfalto che ci appiattisce i piedi ormai
stanchi di tanto andare, non troviamo negozi ma solo bar.
In uno di questi incontriamo un signore emigrante in Italia o Svizzera, ci
racconta la sua storia malinconicamente, si trova in paese per un lutto. Ci
offre le birre in un momento di tuffo nel passato.
Cacchio se è lunga, in continuazione chiediamo quanto manca alle poche persone
che incontriamo. Il vento aumenta di velocità, raccogliendo le nuvole come
pecore sparse, in un gregge sopra di noi. Infatti le prime gocce accolgono il
nostro arrivo al paese. Rifugio accogliente, una casa fa da dormitorio, un'altra
da cucina, una da accettazione, un'altra da ripostiglio, quasi tutto il paese
insomma. Hospitalera simpatica e il tocco della sua personalità si incontra
nell'aria del rifugio, in ordine, tovaglie, caldo e accogliente; cena
comunitaria, dove tutti aiutano a preparare la tavola, con zuppa (assorbo ben
sette piatti), vino e frutta. Conosciamo una ragazza italiana, Angela my life,
che studia a nostre spese a Santiago (progetto Erasmus) e due spagnole,
chiacchiero con piacere nello spagnolo classico, ormai consolidato.
Saliamo in camera e siamo terrorizzati dal russare di un tipo...impressionante
metto tappi, nulla..aggiungo i calzini, va meglio, ma è, veramente infernale
35.
15/05 Olveiroa Fisterra 32 km.
La mattina si apre con il sottofondo classico dell'acqua, ma è piacevole
starsene nel letto quando fuori piove. Ci ritroviamo a far colazione, indecisi
sul da farsi, piove decisamente bene, aspettiamo che si plachi un poco e alle
9.32 c'incamminiamo nelle mantelle, in un ambiente ingiallito da cespugli vispi
e spinosi, simili a greggi sparsi e belanti. Dopo 4 km. sostiamo al bar, birra e
bocadillo con frittata, bisogna mettersi in forza l'aria si fa più grave ed
elettrica, ci avviciniamo alla fine dei nostri passi. Affrontiamo una discesa
delicata, dove un piede appoggiato male costerebbe caro ed ecco in lontananza il
grande mare blu, mi distraggo e scivolo sulle pietre appuntite, cado di fianco
rotolo, sbattendo più volte il costato contro le rocce, mi fermo incastrando il
bordone tra due massi, tutto mi ruota attorno, non trovo gli occhiali, aspetto
un poco che finisca l'effetto creativo e ci ritroviamo in città, bagnati,
affamati.
Ubbidiamo
allo stomaco e pranziamo; mancano ancora 10 km., dopo il pranzo rimettersi in
cammino è un a favola. Ormai ci siamo, un tiepido sole ci accoglie sulla
spiaggia, dove ci fermiamo con vero piacere a pucciare i piedi nelle gelide
acque. trovo conchiglie, cinque euro, l'appetito perso, l'odore del sale marino,
i sogni di un tempo. Ormai e quasi finita, mancano ancora sei km. al termine del
viaggio, che si concluderà domani. Albergo confortevole con doccia a pulsante,
premi e tre secondi di acqua per i maschi e cinque per le femmine divento
femmina.
36.
16/05 Fisterra capo Fisterra 6 km.
Il rito dell'acqua ci accompagna anche in questo ultimo giorno, indecisi
partiamo a gruppi ben distinti; prima salutiamo Marzia, un altro addio tanto per
iniziare bene, il suo tempo è scaduto e il bus attende arriviamo al capo sotto
una pioggia in crescendo, sino a che piove a dirotto, la Galizia è fatta così.
Il vento agita le mantelle con maestria, l'oceano si confonde con il nero cielo
col pensiero navigo (vista l'acqua che ormai e ovunque) nei ricordi di questi
giorni trascorsi, incontro le emozioni, le risate, le lacrime, i paesaggi, le
persone incontrate, i profumi, i perri e i porri, le città, i villaggi, le case
isolate, le notti insonni, i trattori, le frecce, le vesciche, le molle dei
letti, le bionde trecce etc. La sensazione di giungere alla fine del mondo e del
mio camino e presente è fatta sono contento, siamo sulle rocce fa effetto col
credo di un tempo, pensare che tutto termina qui meno male di camminare non ho
più voglia. Ci abbracciamo io e doc, le lacrime si confondono fra le gocce di
pioggia poi restiamo un poco in solitudine. Il rito del fuoco per ovvi motivi
non riesco a compierlo, si farà altrove, ormai sono bagnato perso e l'acqua
esce dagli scarponi, torniamo in paese e dopo 32 minuti, com'è successo spesso
esce il sole. il bus ci porta a Santiago in un paio d'ore, salutiamo Angela e
con gioia inaspettata ritroviamo Marzia che ha perso il bus, giusto il tempo di
un saluto e riparte. Al rifugio ritrovo coppia di spagnoli allegri (è il loro
terzo tentativo da febbraio, ed è andato bene), purtroppo e tutto pieno e per
la seconda volta dormiamo in terra sui materassini ad acqua! Siamo un poco mogi,
a cena Doc ha poco appetito, io no, e mi mangio anche i suoi spaghetti. Le
canzoni in sottofondo sono malinconiche e non ci aiutano molto nell'umore.
Ola, scusate il ritardo, ma è successo poco e niente...arrivati a Santiago
festeggiamo allegramente, ma ripartiamo subito per la fine del mundo..e ci
toccano mille e mille gocce d'acqua, in altre parole tre giorni di
purificazione, anche il giorno del falò, l'acqua usciva dai miei abiti
impregnati, e di fuoco non se ne parla...ma ora sono a Santiago e andrò in un
parco a far le fiamme dei vostri peccati, comunque bruciate tutto prima che
l'inconscio si risvegli e prenda possesso dei vostri usi e
costumi...bruciate...le vecchie idee...le paranoie...i dilemmi....bruciate...i
timori...le parole difficili...le calze bucate...rinnovatevi...che le fiamme
portino nuova vita dalle ceneri...inspirate dolcemente il mattino che segue,
giorno dopo giorno, è una sensazione buona, deve occupare il posto delle
abitudini cattive...bruciate...ogni cosa che non e importante, è solo peso
inutile, zavorra che appesantisce l'anima e non porta a nulla...spero che le
guardie non mi arrestino per il fumo!
Ola, vi siete scottati un poco! o il falò delle cose da cambiare arde ancora al
centro della piazza sotto casa! bene ora il mio compito è terminato; ora spetta
ad ognuno di voi, proseguire sui propri passi senza inciampare troppo, il
cambiamento avviene poco a poco senza che vi rendiate conto della
trasformazione, basta volerlo.
Santiago
- L'indomani è di puro ozio, finalmente non si deve preparare zaino e tutto il
resto, andiamo in città come turisti, io chiamo Angela e gentilmente ci invita
a pranzo. Ci ritroviamo tra nove ragazze italiane sono tante per due pellegrini,
tutte studenti che in poco tempo preparano una buona pasta al forno. Si parla
italiano e Doc rimane un poco escluso peccato che non sfruttino l'occasione per
parlare un po d'inglese o comunque spagnolo. Comunque ci riempiamo ben bene,
certo, ciarlano parecchio, ma la brigata e piacevole. Salutiamo anche Angela. in
serata ultima sfida a backgammon tra noi due, i dadi non sono con me, ma vado
sull'uno a zero a mio favore; mi distraggo e con una strategia da manuale si
porta sul 2-1; mi riprendo e giochiamo una partita interessante e tecnica che mi
porta sul 2-2 but, le chiappe di Doc sono più grosse e vince. E' mattina di
partenza, di tutto il gruppo formatosi, Doc è l'ultimo, cacchio a rimanere
ultimi ci sono troppi addii, fortuna che il mio fisico sa reggere queste
situazioni, poi only, andiamo alla stazione dei bus, siamo mesti ultimi abbracci
e pacche los arcos, my life, chissà, forse ci rivedremo in qualche altra rotta
della vita.
Finalmente non devo stare a cercare sguardi conosciuti, scherzo, sono
dispiaciuto di non avere accanto le persone con cui ho condiviso questo mesetto,
ma così e la vita, tutto cambia tutto muta, ed è questo il bello. Vago per la
città, e mi ricordo che all'albergo di lusso - un tempo rifugio per i
pellegrini - in piazza della cattedrale offrono, per tradizione e ospitalità:
colazione, pranzo e cena a dieci pellegrini, previa presentazione della
credenziale. Bisogna trovarsi all'ingresso del garage anche un'ora prima
(dipende da quanti pellegrini sono a conoscenza del fatto) e poi con il bonus si
entra dall'ingresso principale e si va alle cucine reali a prendere il vitto,
buono e abbondante, poi alla comidora del pellegrino dove si pasteggia
allegramente. Ho aderito all'iniziativa per quattro volte, una sera eravamo uno
spagnolo, un danese, un messicano, un canadese, un belga, un francese, un
italiano, un tedesco, un romeno. Dopo alcuni giorni di riposo, riprendo il mio
zaino e bordone e dopo un'oretta in piazza a mirare la chiesa e l'arrivo dei
pellegrini, mi avvio alla stazione dove un rumoroso treno mi condurrà a LA
Coruna, poi a Barcellona. Bella vita in città, prima notte in un letto vero
dopo 40 giorni; troppa gente, troppo cara, per il mio pensiero, ma my life, si
sta bene, ci voleva un bagno di folla. Un tre giorni beati.
poi riparto col bus per Torino, mamma mia che viaggio. In Francia la polizia
sale e fa scendere quattro persone senza permesso di soggiorno, si siede al mio
fianco un signore di Rimini e mi racconta una storia incredibile fatta di
macchine rubate , affari sporchi, 45.000 euro spariti, scommesse, non riesco a
dormire, anche perché il tipo è corposo e a volte usa il mio corpo come
poggiolo, comprimendomi il plesso solare, vedo il film “Il gladiatore”, mi
becco il raffreddore, mi rovescio il succo del mattino addosso, perdo orecchino.
A Torino ritrovo un amico, la doccia toglie la fatica e perdo la posizione
semi-fetale che avevo assunto nel sedile del bus. La città è un cantiere, alla
sera si fatica a trovare un bar dopo le 22.12, la gente fuma oppio per strada.
Ormai ci sono, il treno ferma a Novara e tra un'ora giungerò a casa, sono le
h.16.05 di venerdì 27 maggio, quando poso lo zaino a terra e appoggio il
bordone tra le mura di casa.
E
stata una bella esperienza, spero che le cose che ho scritto non vi abbiano
annoiato troppo; che il fuoco distruttore vi abbia rigenerato un poco; che
prendiate la vita con più serenità e umorismo. Grazie per il vostro sostegno,
mi hanno fatto piacere le varie email che mi sono giunte. Vi ricordo che sono
disponibile per serate, in tutta Italia, Europa compresa, ed eseguo massaggi a
prezzi modici, ovunque, sia come luoghi, che come parti del corpo.
Un
abbraccio a tutti e buon camino nel sentiero della vita.
Cip o Massimo El grande, Pellegrino per qualche giorno.
Spagna/Nonio
aprile/maggio/nell'anno 2005
Note al 24/01/2013: Rileggo il diario ogni tanto, che sensazione grande provo
sempre, nello sfogliare i giorni passati sul Cammino. Mi sono ripromesso di
tornarci e non vorrei aspettare troppo, il tempo scorre, la vita scorre, chissà.
Delle persone incontrate, ho rivisto Doc e Marzia, che sorte del destino, si
sono sposati quattro anni fa. Ho fatto da testimone a Doc, accompagnato dal
padre all'altare in elegante kilt del loro clan, con tanto di pugnale infilato
nel calzettone. Ora hanno due bambini. Ci siam rivisti al raduno degli ALPINI a
Bergamo e penso che in futuro, avrò modo di andarli a trovare per un'abbraccio.
My life (sospiro) chissà la vita cos' ha donato loro, anche gli altri,chissà...
Spero siano allegri e sempre sul sentiero della loro vita. Io, vago....
Massimo