Berlino
Germania
Diario di viaggio 2011
Prologo
Tutto ebbe inissio una
sera di settembre 2010, quando il Ragioniere narrava spavaldamente i suoi giorni
a Berlino, incipriando, con cloruro rameico, il volto de “L’Ingegnere”.
Era naturale l’invidia di Fritz: Egli voleva tornare in Germania già da
quand’era bambino ma non si presentò mai l’occasione. Nel gennaio 2011 si
proposte di festeggiare PASQUA a Berlino, ma la scarsa adesione posticipò il
viaggio all’estate. Finalmente a giugno 2011 si riaprì il fascicolo Berlino
facendo salpare la nave dell’organizzazione. Non furono semplici i
preparativi: si doveva vincere la recalcitransa di Fritz e disporre il tutto. Il
giovane ragioniere curò la redassione del programma, mentre la mamma e la
cognata di Fritz, cercavano di addolcire “L’Ingegnere”.
Paradossalmente, Fritz, non voleva andare nella sua amata Germania: temeva di arrivare a Berlino degli anni Trenta-Quaranta e non a Berlino del 2011; non era il regime nazionalsocialista a terrorizzarlo Fritz, bensì il plotone delle SS ossia i partecipanti al viaggio, tre donne ed un ragioniere. Con una simile comitiva anche il più ardito viaggiatore avrebbe esitato, ma……
26 Luglio 2011
Dopo vent’anni Fritz
rientrava nella sua Germania, non in Baden-Wüttenber, non in Baviera ma a
Berlino: capitale tedesca. Il volo avvenne per messo di un aereo tedesca; il
nome non può essere esplicitato per evitare pubblicità occulta. Atterrato
all’aeroporto di Berlino Tegel alle 20:30 del 26 luglio 2011, L’Ingegnere
baciò l'asfalto, in segno del tanto agognato desiderio di ritornare in quella
che è forse la sua seconda casa e per rendere omaggio ad un grande italiano in
concomitanza con il 150°
Anniversario dell’Unità d’Italia
Acquistata la
Fahrtkarte dall’agensia dell’aeroporto, raggiunta la Hauptbahnhof di Berlino
e poco dopo l’albergo, si sistemo in hotel, Fritz con i suoi e poi tutti
assieme si recarono al bar dell’hotel. Sorseggiando una squisita weissbier e
cercando di realizzare di essere a Berlino scoccò l’ora della nanna.
Mentre si
attraversavano i corridoi dell’albergo si incontravano tante persone
sorridenti, simpatiche, ed insolite al punto di suscitare la curiosità di
alcuni….
27 Luglio 2011
L’indomani, primo
giorno a Berlino, Fritz e amici inissiarono la giornata con una pantagruelica
colazione continentale. Sebbene alcuni fossero avessi a ciò, altri affatto.
Ogni mattina, Ragasse e Ragioniere, lamentavano la mancansa del caffè e
brontolavano contro Fritz che consumava, con moltissima disinvoltura, panini con
salame e formaggio accompagnati da tee e marmellate; la Signora invece,
conoscendo i costumi de L’Ingegnere e avendo esperiensa di altri paesi
alemanni, sembrava non soffrire così tanto la mancasa di cappuccino e brioss.
Il primo punto del
programma era Lehrter Straße e Gedenkstäte Zellengefängnis.
Rispettivamente la
strada che conduce dall’hotel alla stassione; e, Gedenkstätte Zellengefängnis,
un ex-carcere del quartiere Moabit edificato in epoca nazista. Il medesimo ospitò
lo scrittore Albrecht Haushofers che, durante la sua detensione, scrisse una
raccolta di poesie intitolata “Moabiter Sonette”.
Ora non resta
null’altro del penitensiario se non poche rovine, dal suolo sul quale sorgeva
la prigione è stato ricavato un grande prato verde, chiuso da mura di cinta. Il
parco sì ottenuto è chiamato Geschichtspark Ehemaliges Zellengefängnis Moabit.
Guardando dall’ingresso si legge, sul muro attorniante il parco, una sorta
memoriale tratto da Moabiter Sonette:
VON
ALLEM LEID, DAS DIESEN BAU ERFÜLLT, IST UNTER MAUERWERK UND EISENGITTERN EIN
HAUCH LEBENDING EIN GEHEIMES ZITTERN…
Giunti a Friedrichstraße
resero omaggio, Fritz e amici, agli ebrei perseguitati durante il Secondo
Conflitto Mondiale fotografandosi dinansi alla scultura Züge das Leben Züge
in den Tod. Questo monumento ricorda bambini tedeschi perseguitati poiché
di fede ebraica. L’opera consta di due gruppi di ragassini uno
raffigura i bambini deportati nei campi di concentramento ed il secondo i
bambini fuggiti nel Regno Unito mediante le ferrovie del Reich. Lo scultore
Meisner, con ciò, ci legge una pagina della sua vita: la sua fuga in
Inghilterra finalizzata alla sopravvivenza. Sia a Londra che a Dansica sono
presenti simili monumenti realizzati dallo stesso artista.
Seguendo il programma
raggiunsero, i turisti, Bertolt
Brecht Platz e Berliner Ensemble teatro in cui debuttò Berltolt Bercht con la
commedia “Opera Da Due Soldi”; il successo derivante dalla commedia permise
all’autore di acquistare il teatro e la piazza antistante.
Qualche altro passo e
si ritrovarono sul corso della Sprea dov’era esposto una
lastra che componeva il Berliner Maumer.
L’Ingegnere assieme
alla Signora alle Ragasse ed al Ragioniere si imbarcarono sul battello, questo
permise loro di conoscere le più importanti hilights berlinesi
quali: la Bundeskanzelleramt, Haus der Kulturen der Welt, Museuminsel, Reichstag,
Berliner Dom, Ferrnsehturm, Hauptbahnhof, DDR Museum, Potsdamer Platz,
SchlossCharlottenburg, Bode Museum, Schlossbrücke…
Lo Schloßbrücke
collega il viale “Unter del Linden” con l’Isola Sprea, dal 1951 fu
battessato Ponte Marx-Engels e conservò tale nome fino al 1959. La
Bundeskanzelleramt detta anche
Kaiser-Jackob-Haus è la casa in cui alloggia il cancelliere della
Bundesrepublik Deutschlan, oltre alla residensa privata del cancelliere, un ala
del fabbricato è dedicata alle funzioni governative del Premier.
Del tour in battello
non possiamo dimenticare le rocambolesche vicende dei una delle Ragasse: mentre
la ragassa era in bagno, un marinaio non tedesco, ignaro aprì la porta, dopo
pochi minuti, lo stesso, riapri la
porta fomentando l’ira dell’amica.
Approdati a riva si
incamminarono per raggiungere “Unter den Linden”, celebre viale berlinese
che condusse loro presso Humboldt Universität.
La prestigiosa
università deve la sua fama al via vai di celebrità, infatti
lì presto servissio Albert Einstein, insegno Max Plank, studiò Marx,
lavorò il Cancelliere della Fisica e alle falde della sua statua posò Fritz in
memoria di un tanto noto esame che rievoca tempi memorabili. L’ università fu
costruita in epoca prussiana e deve il nome ai due fratelli Alexander e Wilhelm
Von Humboldt.
Fritz, seguito dagli
altri, entrò nell’università per raccogliere info necessaria alla
valutazione di un trasferimento, in tal modo avrebbe finalmente studiato in
Germania che gli avrebbe permesso di studiare in Germania. Mentre
“L’Ingegnere” colloquiava con i segretari, gli altri si fermarono a
meditare un’opinione di Marx postata sulla parete. Usciti dall’ateneo, era
già ora di pranso, si decise all’unanimità di non perder tempo a cercare
ristoranti e mangiare nei pressi di Bebelplats. Dai tanti chioschetti
acquistarono specialità tedesche; Fritz ordinò una specialità berlinese:
Currywurst e gli altri paninone con bratwurst.
Sempre a Bebelpaltz
spuntarono la voce del programma indicante “Büchenverbrennung”.
In quella piassa si
consumò la più classiche ed empie crudeltà dell’uomo sull’orlo della
follia: il rogo dei libri. Il 10 maggio 1933 studenti nazional-socialisti
bruciarono, nel centro del piazzale centinaia di scritti liberi, non solo testi
ma ogni carta e foglio, trasmettenti libero pensiero. Nel luogo dove si consumò
il massacro sono oggi affissate due targhe metalliche, una narrante l’evento
l’altra riportante l’infausta previsione di Heinrich Heine:
Das war
ein Vorspiel nur, dort wo man Bücher verbrennt, verbrennt man am Ende auch
Menschen
Inquietante!
Non c’è che dire. Leggendo mi corre un brivido lungo colonna vertebrale.
Commentò Fritz
leggendo l’asserzione di Heine. Probabilmente la piazza sorge sull’interrato
di una vecchia biblioteca o forse è solo un monumento: un’apertura sulla
superficie della medesima piazza, opportunamente chiusa da uno spesso vetro,
permette di guardare i sotterranei della probabile biblioteca arredati con
librerie vuote; esso rappresenta lo scempio del 10 maggio 1933.
Una così avvilente
visione fu addolcita da un plesso della Humboldt che richiamava alla mente di
Fritz un tenero, tenerissimo ricordo.
Prima di lasciare
Bebelplatz entrarono nella stupenda cattedrale SANKT HEDWIGS Kathedale.
All’interno della chiesa è conservato il Certificato di Onore al Beato Berard
Lichtenberg, presbitero cattolico che osteggiò con tutte le sue forse la
persecuzione contro gli ebrei ed il programma di eutanasia volto
all’assassinio dei malati di mente; il Papa Giovanni Paolo Secondo lo proclamò
beato il 23 giugno 1996. Infine suscito, lo stupore di Fritz, una statua di
SANT’ANTONIO da Padova. Gli amici gioirono guardando la fedele riproduzione
della scultura del Michelangelo Buonarroti: La Pietà Vaticana, la gioia era
dovuta alla stima che i tedeschi nutrono nei confronti dell’Italia, stima
manifestata attraverso la copia de La Pietà Vaticana.
Nei pressi di
Bebelplats si trova Gendarmentmarkt, altra paissa dove si affacciano paralleli i
due duomi gemelli: il Französicher Dom ed il Deutscher Dom intervallati dalla
Konzerthaus.
Le ragioni che reggono
la presensa di due duomi paralleli derivano dell’Editto di Nantes: le guerre
di religione che devastarono la Francia del sedicesimo secolo ebbero conclusione
con l’editto promulgato da Re Errico IV di Francia, mediante il quale molti
ugonotti calvinisti trovarono asilo nell’attuale Bundesland Brandeburgese,
precisamente nella sona compresa fra Brandeburgo città e Berlino. Proprio qui,
gli ugonotti calvinisti edificarono un luogo di culto il cioè Duomo Francese.
La bellezza di tale chiesa invitò i tedeschi ad costruirne una gemella. A
nostro malgrado i due duomi erano chiusi, non avemmo cosi modo di lasciarci
incantare dalla maestosità delle opere.
Nel diciottesimo secolo
fu definita, Gendarmentmarkt, la più bella piassa d’Europa; non bisogna
dimenticare la statua di Friedrich Schiller dinansi alla Konzerthaus. Dopo un
brek in albergo tutti a Platz des 18. Märs dove domina incontrastata una delle
otto porte cittadine di Berlino: sua altessa la Brandeburger Tor; ora simbolo
della Germania unita. A due passi dalla Brandeburger Tor si trova Holocaust
Mahnmal: un’estesa area coperta da 2711 steli in cemento. Opera ideata
dall’architetto statunitense, Peter Eisenman, e dall'ingegnere Buro
Happold a suffragio degli ebrei
d'Europa e di tutte le vittime dello shoah. Eretti su una stele si ha una
spettacolare visione della Quadriga.
Seguendo la traccia lasciata dal Muro si giunge nella più frequentata
piassa d’Europa: Potsdamer Platz, ove persistono resti del Berliner Mauer. Da
Potsdamer Platz ci si ritrova sul Boulevard der Stars.
Scoccata l’ora della cena e ritrovandosi nel SonyCenter, tutti i
quanti decisero cenare lì. Preso posto in un famoso ristorantino, Fritz, pur
non essendo in Svevia, attuale Bundesland Baden-Wüttenberg, chiese di mangiare
Spätzle, ma in vano, così si optò per altre specialità tedesche.
Potsdamer Platz è da
sempre una delle più importanti piazze berlinesi. Durante la Repubblica di
Weimar era il maggior punto di incrocio culturale e commerciale, oggi è il
centro residenziale, commerciale direzionale e costituisce il simbolo della
moderna Berlino. Circa il Sony Center, questo è un complesso di
sette edifici direzionali, abitativi e dedicati al tempo libero, infatti
proprio in uno ristorante del Sony Center Fritz e company consumarono la cena.
La più ampia delle 4 aree che compongono Potsdamer Platz, fu acquistata dalla Daimler-Benz,
che affidò a Renso Piano la direzione dei lavori di costruzione dei singoli
edifici. Se guardato dall’altro, il Sony Center, assomiglia ad un triangolo,
su un vertice di questo si alsa la BahnTower: grattacielo di 310m adibito ad
insieme di uffici, precisamente uffici della DB. Quando si parla di
PotsdamerPlatz balsa alla mente il Forum, ossia la piazza ovale coperta dal
tetto quasi ad ombrello che vuole richiamare il monte Fuji. Conclusasi la cena e
la passeggiata digestiva, tutti al bar dell’albergo dove fra una birra e
l’altra, scorreva sempre più velocemente il tempo
28 Luglio 2011
Il mattino seguente,
giovedì, si ripeté la tragedia colazione, se pur digiune le ragasse si unirono
alla Signora, a L’Ingegnere ed al Ragioniere per l’escursione a Potsdam: la
Versailles Tedesca. Deve questa analogia, la capitale del Bundesland Brandeburgo,
a cagione dei numerosi parchi e palassi residenziali dei re Prussiani.
Inoltre è famosa,
Potsdam, per l’ultima conferenza degli alleati vincitori del Secondo Conflitto
Mondiale, ossia la “Conferenza di Potsdam”. Vertice tenutosi in Schloss
Cecilienhof dal 17 luglio al 2 agosto 1945 durante il quale fu decisa la
divisione e la ripartizione della Germania e di Berlino, si accordarono anche,
gli alleati, sui confini dell’Europa post guerra, sull’ammontare dei danni,
e infine, l’allora presidente degli Stai Uniti d’America, Harry S. Truman,
lanciò l’ultimatum al Giappone.
Appena scesi dal treno,
costeggiando il fiume Havel, si giunge alla nota
AlterMarkt. Questo largo è abbellito da 4 importanti monumenti: Sankt
Nikolai Kirche, Altes Rathaus, Mamorobeliks, Fortunaportal
L’Altes Rathaus
appunto vecchi municipio, costruito fra il 1753 ed 1755, per conto di Federico
il Grande, è un edificio in stile italiano che ospito il municipio di Potsdam e
la tesoreria dal 1945.
Per quanto attiene a
Fortunaportal, esso costituiva l’entrata della città, dai suoi lati si
diramavano le e mura di cinta che chiudevano la città nel diciottesimo secolo;
fu edificato in occasione dell’auto-incoronassione di Federico III Principe
elettore.
L’austerità
dell’arredamento e dell’ambiente, della chiesa evangelica Sankt Nikolai
Kirche, colpì molto i viaggiatori, poi giustificta a Fritz dal suo amico
Frank. Si pensa che lo stile spartano caratterizzante la chiesa voglia
richiamare la rigidità della religione evangelica. Sempre in chiesa erano
esposti e vendibili diversi angeli in marmo, uno di questi folgorò tutti i
quanti per la incredibile somigliansa a un famoso antagonista di un celebre
film. Sebbene concisa, la chiesa, non può essere tralasciata la sua bellezza
tipicamente neoclassica particolarmente quella dell’interno. L’edificio, subì
diverse modifiche dal 1830, data di consegna dei lavori, ad oggi. Ultimo
monumento è Marmorobeliks, obelisco eretto nel 1753 per accentuare il carattere
romanico di AltertMarkt Platz.
Sempre dalla stazione
di Potsdam si prende il treno che
conduce a Schloss San Souci, il più
illustre castello di Potsdam.
La popolarità di
Schloss San Suoci è attribuibile non solo all’architettura ma anche per al
suo illustre “ospite”: le spoglie mortali di re Federico il Grande.
Non casualmente è
battezzato Schloss San Souci, il castello commissionato dal sovrano,
all’architetto Georg
Wenzeslaus von Knobelsdorff, infatti, il monarca, voleva che quella
fosse la sommerhaus, la residensa privata in cui, accantonata la vita mondana
della corte, e i doveri reali, potesse rilassarsi. Il palasso diede alloggio non
solo al suo committente ma anche a Federico Guglielmo IV, fu una delle dimore
preferite degli Hohenzholler. L’amore e il desiderio con i quali Federico il
Grande, concepì il castello, furono tali da dilatare gli standardt
che distinguono gli stili architettonici tanto da istituire il
roccocò federiciano. I viscerali sentimenti che legavano il re al palasso,
spinsero lo stesso a fargli desiderare di riceve lì la sua dipartita.
Nel 1990 fu esaudito il suo grande desiderio: Egli fu trasferito e sepolto in
Schloss San Souci.
Il parco costituisce la
principale attrassione, sconfinati prati inglesi attraversati da larghi sentieri e recintati da coloratissime
aiuole rendono Park San Souci un opera d’arte degna di un grande re.
Chinesisches Teehaus e Neue
kammer conferiscono ulteriore regalità al
palasso. In Chinesisches Teehaus i
reali erano soliti consumare il tee
Lasciato Schloss San
Souci e diretti a Berlino, visitarono, dai finestrini del bus, Potsdam.Tornati a
Berlino si recarono, Sinora, Ragasse, Ragioniere e L’Ingegnere al Pergamon
Museum, uno dei autorevoli musei archeologici della Germania e del mondo. Il
Pegamon sorge assieme al Bode Museum sull'isola dei musei sulla Sprea. Il nome
deriva dal fatto che la maggior parte delle reperti proviene da Pergamo città di Anatolia, oggi Turchia. La
prima opera vista fu l'Altare di Zeus di Pergamo, eretta da Eumene II nel
170 AC. L'altare consta della Gigantomachia, fregio di 110m raffigurante la
battaglia fra dei e giganti, e delle teofle ovvero basso-rilievi che narrano le
gesta di Telefo. Teoflo eroe della mitologia greca fu
figlio di Eracle
e Auge. Trasportato dall'Arcadia in Misia, Teoflo, diviene re e fondatore di una
dinastia. Le sculture hanno un senso tutt'altro che aneddotico: ricollegando la
propria stirpe a questa stirpe eroica, Emene si proclama discendente da una
progenie divina, in quanto Eracle era figlio di Zeus. Oggi ignoriamo quale
potesse essere la portata di questa propaganda per immagini. Oltre a
Pergamonaltar, sono conservati, nel museo, la Porta del Mercato di Mileto e altr
innumerevoli ritrovamenti. Nulla destò l’allegria di Fritz se no il Codice di
Hamurabi.
Lo stesso
Ingegnere ignora le ragioni per le quali la prima forma di legge scritta
destasse e continua a destare il suo interesse comunque la
sua gioia è oramai “einen/eine/ein antonomasia.
Usciti dal
museo, Fritz e company, giunsero al cospetto del Altes Museum e quindi Berliner
Dom purtroppo chiuso, continuando a camminare si ritrovarono a
Nikolaiviertel (quartiere russo) dove un piccolo parco ospita le statue
dei padri del comunismo Karl Mark e Friedrich Engels, e lì scattarono le più
romansate foto. Come un fulmine che attraversa un uomo, la filosofia dell’equa
ripartissione dei beni, di Marx ed Engels, colpì Fritz, tanto che da allora non
dispensò più nessuno dalla distribuzione dei compiti più ingrati.
Sempre a Nikolaiviertel si trova la statua SANKT GEORG und Dragon, e la
Nikolaikirche; lì vicino c’è il Roth Rathaus, nelle cui immediate vicinanse
erano in corso scavi archeologici. Ormai ora di cena, Signora, Ragasse,
Ingegnere e Ragioniere, si fermarono in un ristorantino nei paraggi di Alexander
Plats. La mancata vista fu motivata dalle alle Ragasse che volevano andare in
albergo. Per compensare ciò indugiarono, tutti loro, con Weltzeituhr, lì ebbe
luogo una delle più esilaranti vicende.
Sulla base
superiore dell’orologio è rappresentato il sistema solare, una della ragasse
chiese quale fosse la Terra, Fritz le rispose suggerendo di misurare la velocità
di rotassione attorno al sole o semplicemente la gravità fra Sole e Terra.
Udito questo tutti i quanti ruppero la quiete della piazza con una fragorosa
risata e la classica battuta:
-Fritz, si
vede che sei Ingegnere-. La proposta di Fritz fu seguita da una altra trovata
meno plausibile che indusse la stessa ragassa a dire: -Lui, Fritz, dice, ***, ma
almeno sono sensate- . La cena avvenne in un ristorantino a cavallo fra
Alexander Platz e Nikolaivirtel, una delle amiche fu protagonista di una
tragicomico episodio. Accomodatisi al tavolo fecero arrivare menü in inglese.
Una ragassa chiese ai commensali il loro parere in merito alla misteriosa
pietansa “Chicken Lever”. Dalla radice to live (vivere in inglese)
plausibilmente, lever, era sostantivo del tipo vivente, e per estensione
ruspante. Sicura che “Lever” significasse ruspante, felice e contenta,
l’amica, l’ordinò, facendo venire l’acquolina in bocca alla seconda
ragassa, infatti anch’ella l’ordinò. Appena furono serviti i piatti,
l’amica, assaporò e inissiò a gustare avidamente
il Chicken Lever. Non durò per molto il suo appetito, infatti al primo boccone
la seconda ragassa, esclamò che si
trattava di fegato. In quel istante il volto abbronzato della prima fanciulla
divenne bianco candido, sembrava una scandinava con il volto coperto di neve,
una smorfia di disgusto e rammarico deformo i suoi lineamenti mediterranei;
nessun artista riuscirebbe a disegnare una cotanto raccapricciata espressione.
Allontanato il piatto da lei, si spostò: si accomodò all’estremità opposta
del tavolo. Mente l’altra
ragassa sconvolta asserì di
non aver più fame. Peccato che erano affamate, Fritz ed il Ragioniere temettero
diventassero cannibali e mentre la Signora alternava risata e consolazione alle
ragasse, il ragioniere chiamò il cameriere per chiedere delucidazioni in
merito. Giunto l’uomo, il ragioniere chiese cosa fosse Lever, ma non parlando
inglese, questi non seppe rispondere, intervenne Fritz ripetendo la stessa
domanda in tedesco e finalmente fu svelato il mistero. Il mitico Lever era il
Leber tedesco ossia fegato, fegato di pollo. Da quella fatidica sera, l’amica
non mangiò più pollo,tacchino, galline ed ogni sorta di animale da pollaio e
tutti impararono che lever non è ruspante ma tutt’altro.
Come di consueto la serata termino nel bar, compagnia di inglesi, italiani, e birra, ottima birra tedesca.
29 Lugli 2011
Svegliatisi
di buonora, Fritz con i, mai come questa volta, compagni d’avventura, partì
per la Polonia diretti a Zielona Gòra. Nel corso della gita fuori porta si
fecero strani incontri, si ammirarono diverse bellezze, si ricongiunsero
famiglie, si persero occasioni, si gettarono basi per altri viaggi…. Tutto
questo è un’altra storia; un’altra storia ampiamente narrata in una pagina
di questo stesso diario.
30 Luglio 2011
Con sommo rammarico di
tutti spuntava il sole di sabato 30 luglio 2011: ultima giornata
a Berlino. Nonostante fossero trascorsi già tre indimenticabili giorni,
le ragasse non si rassegnavano alla
colazione continentale e Fritz non perdeva occasione per stuzzicarle, tanto che
lo minacciavano di lasciarlo lì: graditissima minaccia per l’Ingegnere. Il
Ragioniere, col suo programma, proponeva visita a Schloss Chalottenburg, al
Ceckpoint Charlie, al Berliner Mauer, alla East Side Gallery e giro in
mongolfiera. Quella mattina, anche il tempo era triste per la loro imminente
partensa, così che il cielo blu sopra Berlino era divenuto plumbeo e
piovigginando simulava un pianto di tristessa. Usciti di buon ora
dall’albergo, si diressero al Ceckpoint Charlie, ma mai come prima, quella
mattina volavano gli scatti: ogni passo, ogni millimetro quadro percorso mille
volte era oggetto di foto. Al loro arrivo il Checkpoint Charlie era chiuso, cosi
anticiparono il giro in mongolfiera, ma il bigliettaio informò loro
sull’impossibilità della “volata” dovuta alle cattive condizioni meteo.
Scorrendo il programma dovevano recarsi, i protagonisti del diario, a Mühlenstrasse
ove ha sede la East Side Gallery. Molto semplicemente la East Side Gallery è
quel integro tratto di Muro di Berlino di lunghessa 1.3 km rappresentante un
memoriale internassionale alla libertà. Essa costituisce la più grande
galleria d’arte del mondo, consta di 101
murales. Fra i tanti grafiti, Fritz decise di fotografarsi affianco di uno in
particolare in segno di totale approvazione e perfetta concordia di ideali,
parlo del murales di Amnesty International. Fritz disse che era un onore per lui
avere una foto lì, assieme alla più nobile delle organizzazioni ed in un così
significativo sito; Amnesty International raffigurata
sul Berliner Mauer: muro che per ventotto anni divise vite, culture, persone,
ideali ora ospita il vessillo della libertà: ossia la forsa dell’amore. Quale
onore per Fritz essere lì, sul simbolo tangibile della natura umana, la
ragione, l’amore, la libertà; per Lui che da sempre osteggia ogni forma di
violensa e coercisione. Non è banale questo affresco, mostra inequivocabilmente
il forte desiderio dei tedeschi: dimenticare il passato, non da loro voluto, e
guardare al futuro con gli occhi della fratellanza, e dell’amicissia. Dopo
aver ammirato le originali opere della East Side Gallery, Fritz e comitiva, si
fermarono a Mauerstrasse dove permane un’ incorrotta porzione di Antifaschistischer
Schutzwall. Il crudo e sottile muro che aveva scritto al storia del mondo
non era altro se no una sottile fetta di cemento armato, o qualcosa del genere.
Che roba. Come è strano l’uomo: conquista lo spassio, scopre le leggi della
natura e si lascia atterrire da uno straterello di cemento, teme la morte ma
guerreggia, sfida gli imperi, lotta, vince, o perde, ma compie anche errori
marchiali. Un tributo speciale va a tutte le vittime del muro, a tutti quei
coraggiosi che cercarono di scavalcare la barriera nella speransa di una vita
migliore, a tutti coloro i quali non si lasciarono intimorire dai soldati e
non si sottrassero ai proiettili; la libertà è grandiosa, ma ha un caro
presso, quando la si afferra si è davvero in cielo. Cielo blu sopra Berlino, o
cielo rosso sangue di “Uomo del Mio Tempo” non importa, il cielo è la dimora dell’
ALTISSIMO unico garante della libertà. I resti del muro impressionarono la
Signora non so cosa fosse, se la pioggia o il senso di tristezza dovuto al
rientro, comunque il confine tangibile fra mondo orientale e occidentale
incorniciava bene i sentimenti della donna.
Tornati al Checkpoint Charlie, finalmente aperto, si fotografarono accanto ai
militari, molto appressati da una delle ragasse. Dal 1945 al 1990 il Checkpoint
Charlie era uno dei tanti posti di blocco fra le due Germanie, esso si trova a
Friedrichstrasse fra il quartiere Mitte, occupato dall’Unione Sovietica ed il
quartiere Kreuzberg degli Stati Uniti. Sempre a Kochstraße, ha sede il museo
del Checkpoint Charlie sulla cui facciata è appesa l’ultima bandiera del
Cremlino: un tempo, non molto lontano, sventolava gagliarda oggi è lì
sgualcita, strappata, desolata.
Ultimo punto del programma della mattina era Schloss Charlottenburg che si trova
nel attuale quartiere Charlottenburg. Questo è il più grande palasso storico
supersite della guerra. Esso fu ideato come residensa estiva ed era denominato Lietzenburg
come la località originaria su cui sorgeva. Lo stile architettonico di base è
il barocco italiano, anche se re Federico Primo di Prussia incaricò
l’architetto Eosander Von Göthe di
espandere il castello modificandone l’ espressione. Il tempo avverso e l’ora
che incombeva, impose loro di dare una fugace occhiatina al giardino e correre
in stassione.
La fretta di quella frugale visita era motivata dall’appuntamento al Palasso
del Reichstag, alle 14:30 dovevano trovarsi lì. Mentre Fritz Ragioniere e donne
si dirigevano alla stazione, incrociarono il quarto
ragasso che portava con sé un fascio di rose che sistematicamente
avrebbe donato alla sua morosa. Non è casuale questa nota, una della ragasse
aveva da poco litigato con il fidanzato che non voleva raggiungerla al
aeroporto, così Fritz prese la palla volo, suggerendole di defenestralo, anche
la Signora e la Ragassa concordavano con l’Ingegnere, purtoppo, le donne erano
ironiche e Fritz serio.
In quanto al Reichstag, dopo tante
vicissitudini, il 9 giugno 1884 re Guglielmo I posava la prima pietra di quello
che sarebbe diventata la sede del moderno Bundestag.
Ritengo opportuno esplicare la differenza fra Bundestag e Palsso del Reichstag:
Per Reichstag si intende paralamento dal Sacro Romano Impero al Drittes Reich,
oggi palasso ospitante il governo; per Bundestag si allude a parlamento della
Repubblica Federale di Germania.
Tornando a noi, il palasso si vide popolato da diversi governatori: Guglielmo II
di Gemania, fino all’esplosione della Grande Guerra; Philipp Scheidemann, che il 13 febbario 1919,
dal balcone del fabbricato, proclamò la Repubblica Tedesca già Repubblica di
Weimar; dal 1933 al 1945 il Führer viennese, Adolf Hitler. Nel secondo
dopoguerra non rivestì importansa, fino al 3 ottobre 1990 quando fu teatro
della cerimonia di Riunificassione, da allora fu occupato da Helmut Kohl, Gerard
Schröder, e Angela Merkel.
Fritz, la Signora, il Ragioniere e le Ragasse, si recarono al parlamento,
partita la visita osservarono i “Grafiti der sowjetischen Soldaten” appunto
grafiti realissati da soldati sovietici; un aneddoto racconta che pochi anni
prima (del 2011) un militare russo in viaggio a Berlino, nel corso della sua
visita al Bundestag ritrovò la sua firma ed il suo messaggio.
Il percorso condusse loro nella Sala Plenaria sala in cui vengono discusse e
promulgate leggi. L’aula consta di aula consta di 613 seggi occupati dai
parlamentari dei vari partiti, 38 del governo federale, 36 del Bundesrat, 3
della presidensa e 8 degli usceri. Il soglio del presidente è sormontato dem
Bundesadler o Fette Henne disegnata dal pittore Ludwig Gies e realissata dal
maestro dei metalli, Herr Josef Trendelkamp.Quale emossione era essere negli
spalti della plenarsaal, a pochi metri dai sedili dei parlamentari. Successiva
tappa, ulteriore simbolo della democrassia tedesca: “Archiv der Deutschen
Abgeordneten” ovvero l’Archivio dei Parlamentari Tedeschi, costituito da
pareti di scatole metalliche etichettate e contenenti le votazioni di tutti i
parlamentari tedeschi dal 1919 al 1999, opera realizzata dal francese Christian
Boltanski. Fra le tante cassettine una in particolare solassa i visitatori,
quella dell’imbianchino austriaco Adolf Hitler, questa manifesta i sentimenti
dei tedeschi nei confronti del Führer: è scardinata, brutalmente ammaccata.
Nel museo del Palasso del Reichstag sono conservati diverse testimonianse della
storia della Germania: la pala usata per posare la prima pietra del palasso, la
vecchia Urna Elettrorale, la Chiave della Cupola, ed altri cimeli ma quello più
importante è Der Unterirdische Gang una parte della galleria che collegava il
Reichstag alla Jakob-Kaiser-Haus. Stando a quanto raccontato dalla guida, essa
permise la fuga di Marinus van der Lubbe, autore, secondo la
storia, dell’incenghio del Reichstag. Fritz e gli altri furono congedati dalla
guida, come prassi, e si accinsero a visitare la cupola,”die Kuppel” del
Palasso del Reichstag. Da lì si ha una visione panoramica di Berlino, si vede
la Hauprbahnhof, la Fernsehturm, il Berliner Dom… In ottemperanza della
politica ecologica della Germania, la cupola progettata da Sir Norma Foster, è
un gioiello della tecnologia eco
sostenibile. Costituita da vetro ed acciaio principalmente, la sua sommità è
aperta. La finestrina sul vertice a 54 m dal suolo non è altro che l’apertura
della Rüssel. La proboscide (Rüssel) è una sorta di imbuto che parte dalla
cupola e termina sul soffitto del plenum. All’ interno della Rüssel è
nascosto un sofisticato impianto di recupero di calore che sfrutta l’energia
termica dell’aria vissiata uscente dall’aula plenaria e utile a scaldare
l’intero edificio. La proboscide è rivestita da 360 specchi che deviano,
sensa abbagliare, la luce del sole in modo da illuminare la plenarsaal
risparmiando elettricità. Assieme all’impianto dell’ imbuto lavora Last but not
list, impianto fotovoltaico
di 300 m2 posto sul lato sud della terrassa del Reichstag.
Secondo il principio della cogenerazione, il calore formatosi
durante la produzione di elettricità viene sfruttato per riscaldare e
raffreddare gli edifici. Complessivamente le centrali forniscono così l’80%
del fabbisogno energetico. Non solo. Il calore da cogenerazione può essere
accumulato in un condizionatore ad assorbimento per la produzione di aria
fredda, oppure in estate in forma di acqua calda in un serbatoio naturale, posto
in una falda sotterranea a 300 metri di profondità per essere sfruttato poi in
inverno. Un serbatoio di acqua a circa 60 metri di profondità serve al deposito
del freddo ottenuto con l’aria invernale. Quest’acqua sotterranea si
utilizza in estate per raffreddare gli edifici. In questo modo il Reichstag è
diventato anche un simbolo per la tutela dell'Ambiente e della forte propensione
dimostrata dal popolo tedesco a condurre uno stile di vita eco-compatibile. Non
occorre dire che il talento tecnologico dei tedeschi è da sempre il più
appressato del mondo, così come è superfluo descrivere l’interesse
dell’Ingegnere verso nei confronti di ciò. Non a caso è trasparente la
cupola, il vetro simboleggia la
trasparensa della politica tedesca. Fuori dal Reichstag attraverso le 96 placche
del Mahnmal für ermordete Abgeordnete si evince che non tutti i tedeschi erano
nassisti. Questo munumento, è costituito dalla semplice fila di 96 lastre in
pietra riportanti il nome, la data di nascita, al professione e qualcos’altro,
di 96 parlamentari della Repubblica di Weimar imprigionati e trucidati poiché
contrari all’ideologia antisemita. Non mi dilungo ulteriormente. Quando Fritz
con la comitiva uscì dal Bundestag fu bloccato dalla pioggia, il violento
acquazzone non permise loro di andare al centro commerciale ed alla birreria il
cui nome non si può menzionare. Orami era agli sgoccioli la gita, prossima
tappa, la stazione centrale. In Hauptbahnhof cenarono e Fritz acquistò
l’unico suovenir donato poi a…...Giunti in albergo, mentre Signora e Ragassa
preparavano i bagagli, gli altri tre salutavano il barista bevendo l’ultima
birra berlinese. Fu l’ultima birra di Fritz quella del 30 luglio 2010, da
allora non ne ha più bevuta.
Mentre si conversava funestamente, squillò il telefonino della Ragassa, era il
fidanzato, le comunicava che l’avrebbe raggiunta in aeroporto e invitata a
pranzo da lui.
Fritz conosceva i costumi del paese del moroso così anticipò all’amica come
sarebbe andato il pranso: avrebbe iniziato a mangiare carne al sugo, alle ore
12:00. Lei, sorrise divertita ed incredula, non era informata sulle tradizioni
locali e credeva di essere presa in giro da Fritz. Quella sera non c’era
l’allegria di sempre, la Ragassa cercava la vicinansa di Fritz per vincere la
tristessa, anche lui era abbacchiato.
Fritz e la Ragassa non volevano imbarcarsi sull’aereo che avrebbe riportato
loro alla vita plastica, dimessa, e vuota
di tutti i giorni, tuttavia il pensiero di…indusse Fritz a cambiare idea:
tonare a casa, sistemare qualcosa e ripartire, l’amica concordò e se pur
affranti decisero di salire su quell’aereo per volare via da quella magica
città promettendo a se stessi di ritornarci.
31 Luglio 2011
Con tanta
tanta tanta affizione, gli amici, si svegliarono alle 3:00 del mattino, scesero
nella hall dell’albergo, chiamarono un taxi, ed alle 5:40 decollarono per
arrivare nella loro amata odiata regione. Le ragasse ritrovarono i consorti,
nessuno dei due uomini aveva fiori e cioccolatini; gli altri raggiunsero la
propria casa dove gli attendevano festosi parenti ed amici per un conviviale
rinfresco. Cessato il piccolo ricevimento tutti a nanna sveglia alle 14:00 per
guardare il Gran Premio d’Ungheria.
Alle 21:35 squillò il cellulare di Fritz, era la ragassa che gli diceva queste
testuali parole: - Fritz, indovina ? Avevi ragione mi hanno dato ragù ed ho
inzziato a mangiare alle 12:00! Ma chi ti ha detto, che qui si fa così ? Ehi
che stati facendo, ti ho disturbato ? Vuoi uscire per una birra, ed il
ragioniere dove è ? Si, anche a me. Mettiamoci sul primo aereo è torniamo io
non ho ancora disfatto le valige! Domani ci sei ? Daiiii…Tanto lo so che prima
di Natale torni a Berlino!.....
Epilogo
Io Fritz Von Buamann,
L’Ingegnere ho scritto questo diario a poco meno di due mesi dal mio
rimpatrio, non aduggio il rammarico di essere tornato.
Fra i bagagli del viaggiatore ideale no manca mai “la voglia di non tornare più”,
questa volta l’avevo; mai come questa volta l’avevo. Prima di partire mi
preparai a tutto, sono rincasato entusiasta del viaggio e sempre più convinto
delle mie tesi: amo l’Italia e gli italiani, amo questo stato che mi ha
garantito la liberta da prima che nascessi, amo lo stato che mi ha fatto
studiare, ma mi manca la giovialità
germanica, l’allegria e la semplicità degli alemanni………
Voglio tornare a Berlino, studiare alla Humboldt e vivere lì.
Conclusasi questa meravigliosa avventura, Io, L’ingegnere, ringrassio la Mamma
per la sua determinassione, e levo e una preghiera di ringrassiemento. Saluto
affettuosamente la mamma, il ragioniere, e le due ragasse. Prometto di non bere
più birra fino al prossimo viaggio in Germania, mi pento di alcune cose.
Ripensando a quei giorni mi chiedo come sarebbe stata la mia vita lì, mi
rispondo, dopo aver sommato algebricamete pro e contro, che lì sarei stato
bene, benissimo. Constato ciò non posso che mandare un grande bacione ed il mio
più caloroso abbraccio ad una carissima amica.
Colgo l’occasione per rendere merito alle donne del viaggio, loro hanno
piacevolmente smentito le mie vaticinassioni, e nonostante le proprie e
peculiari ansie sono state buone: DANKE, FRAUEN GRASSIE SIGNORE.
Saluto la mia cara cognatina, che mi manca tanto.
Saluto i miei lettori, e mi dichiaro disponibile a rispondere a loro eventuali
quesiti purchè questi non comportino violassioni della privacy o attengano al
privato.
Bis Bald
Über
i Protagonisti
La Signora conserva un
ottimo ricordo di Berlino e vorrebbe recasi lì nel periodo natalissio. La
ragassa del ChickenLever dichiara di aver trascorso la più bella vacansa della
sua vita, presto tornerà a Berlino con il fidansato che ogni domenica
pransa alle ore 12:00. La seconda ragassa si farà sentire a giugno per
un altro viaggio ma in “un paese caldo”. Il ragioniere visiterà la Polonia
in lungo ed in largo. E Fritz, si trasferirà a Berlino, solo o in compagnia,
studierà alla Humboldt e fra un esame ed un altro troverà il tempo di fare un
salto a Rzepin (Polonia).
Infine, Fritz, vincerà la sua epica battaglia, seiner Kampf ?
Vi
terremo informati, cari lettori. TSCHÜß CIAO CZESC
CONTATTI
E-mail: FritzVonBaumann@yahoo.de
---Bibliografia ---
http://it.wikipedia.org;
http://viaggisportvacanze.it/index.php/
http://www.budestag.de/
http://www.berlin.de/