Baviera
Diario di viaggio 2018
di Domenico
https://domenico1974.wordpress.com/
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Dopo quattro volte a Monaco è tempo di visitare un po’ di Baviera. Costretti a rinunciare per questioni di tempo a Norimberga, Passau, Ulm, Augusta, Bayereuth, Nördlingen (la città nel cratere) e a qualche castello lungo il percorso (quanto basta per un nuovo viaggio), programmiamo un girotondo attorno alla capitale bavarese sconfinando anche nel Baden-Wuttenberg.
Si parte
dall’aeroporto di Monaco con auto a noleggio verso Schwangau e i castelli di
Ludwig; poi in senso orario verso Tubinga, Heidelberg, Rothenburg, Bamberga e
Ratisbona.
L’accoglienza nella bassa Baviera è con un tempo che ricorda i peggiori inverni
italiani; poi fortunatamente il sereno ci accompagnerà quasi ovunque.
I castelli di Ludwig II: Neuschwanstein, Hohenschwangau e Linderhof
Incastonato su una altura rocciosa di 200 metri che affaccia sull’Alpsee, il fiabesco castello di Neuschwanstein rappresentò il sogno – e anche la fine – dell’eccentrico re di Baviera. Se il tempo fosse stato come logico aspettarsi a fine agosto, avremmo visto brillare le sue bianche mura e apparire la sua sagoma dai boschi della collina oppure dal Marienbrucke, qualche decina di metri sospesi sulle rapide del Pöllat. E invece la fine e costante pioggia, le nuvole basse e la frizzante temperatura di 10°C ce l’hanno praticamente nascosto fino a quando ci abbiamo quasi sbattuto il naso. Fortuna che la vista dalla finestra della nostra stanza nella Romantic Pension Albrecht puntava diritto in quella direzione.
Per goderci il
panorama e magari bagnarci nel lago (avevo con me il costume) ne riparleremo la
prossima volta. Ci resta la visita un po’ malinconica gli interni che, per
quanto eleganti e all’avanguardia tecnologica del tempo, non penso possano
competere con l’ambiente in cui il castello è inserito. Inoltre le visite (che
durano appena 30 minuti) si susseguono ritmicamente e meccanicamente senza
poesia a gruppi di 60 persone: l’audioguida non indugia molto in nessuna sala ed
è sincronizzata con l’apertura delle porte che spingerà voi dentro la sala
successiva e, contemporaneamente, fuori di lì il gruppo che vi precede.
Neuschwanstein fu la rovina di Ludwig II di Baviera che qui visse solo
centosettanta giorni. La sua costruzione prosciugò le finanze del regno e, per
l’accentuarsi del comportamento eccentrico del sovrano, questi fu sottoposto a
perizia psichiatrica. Il re fu quindi destituito e tre giorni dopo, il 13 giugno
1886, fu trovato morto in circostanze mai del tutto chiarite. Il castello, non
ancora completo delle decorazioni del 3° e 4° piano nonché di altre strutture
mai realizzate, fu aperto al pubblico quello stesso anno per far fronte alle
enormi spese sostenute per costruirlo. E’ proprio questo castello che ha
ispirato quello della Bella Addormentata nel cartone animato della Disney.
Lì di fronte c’è il castello di Hoehenschwangau, quello dell’infanzia di Ludwig e anche quello da cui il sovrano, con un cannocchiale, seguì i lavori di Neuschwanstein. La visita interna è ancora più deludente (13€ e 20’minuti con audioguida): gli arredi sono originali ma nel complesso c’è poco da vedere. Per non parlare delle orrende tendine bianche e azzurre che coprono le finestre dell’edificio giallo.
Notizie pratiche. Meglio prenotare on-line. Costo: 13€ per Hohenscwangau e 13€ per Neuschwanstein; c’è um biglietto combinato che apporta un piccolo risparmio. I biglietti si ritirano il giorno della visita alla biglietteria non molto lontana dal parcheggio auto (6€ per le macchine) Al castello di Neuschwanstein si arriva a piedi (circa 40 minuti), in bus (pochi minuti, circa 3€ a/r) oppure in carrozza (non so il costo). A Hohenschwangau si arriva in carrozza, ma agevolmente a piedi: la scalinata poco distante dalla biglietteria porta su in meno di 10 minuti.
Un po’ più distante è il Linderhof Schloss (ingresso 8,50€, durata visita 20 minuti) che è cronologicamente il primo che visitiamo. Anche qui le visite guidate si susseguono ritmicamente e senza possibilità di soffermarsi a piacimento.
Il castello è interessante (soprattutto la sala barocca degli specchi), ma piccolo: è l’unico castello che Ludovico II di Baviera sia riuscito a portare a compimento (1878). Molto grande il giardino dove avevamo programmato di trascorrere in tranquillità un paio d’ore, ma da cui siamo andati via abbastanza presto per il cattivo tempo. Al momento – e non si sa per quanto ancora – la grotta di Venere (scavata dentro la montagna e mutuata dal “Tannhäuser” di Wagner) e la cascata – ovvero le due principali attrattive del parco – sono chiuse al pubblico. La fontana di fronte al palazzo dovrebbe allietare con giochi d’acqua che consistono in una semplice accensione di un paio di minuti ogni mezz’ora.
Per chi volesse completare il tour dei castelli di Ludwig, non resta che l’incompiuta Versailles bavarese, ovvero il castello di Herrenchiemsee, sull’isoletta omonima.
Intorno ai castelli: Schwangau, Alpsee, Füssen, Hopfen am See
Mettendo da parte un
po’ i castelli, qui intorno ci sono alcune cose interessanti.
Il cattivo tempo non permette di godere dell’Alpsee che molti tedeschi
frequentano per bagnarsi e fare sport acquatici, mentre l’unica serata serena ci
offre la tranquillità del Hopfersee, piccolo e silenzioso lago su cui
affacciano tanti ristoranti.
La minuscola Schwangau (a 1km dal parcheggio dei castelli) non offre
praticamente niente tranne alcuni ristoranti molto pittoreschi.
Sicuramente interessante la piccola città di Füssen, dal piacevole centro
storico chiuso tra mura e torri e lambito dal fiume Lech, a cui potete dedicare
un paio d’ore e trattenervi per la cena.
Da Schwangau a Tübingen (Baden Wuttenberg) con sosta a Bad Urach e Rothenburg am Neckar
Dopo aver visitato Neuschwanstein Schloss ci muoviamo verso Tubinga con una sosta caffè a Bad Urach, piccola cittadina dalle colorate case a graticcio che ci fa da piacevole anteprima di ciò che visiteremo successivamente.
Tübingen (Tubinga) fu risparmiata dalle distruzioni della Seconda Guerra Mondiale e conserva un colorato ed elegante centro storico dalle viuzze in salita, le case a graticcio e l’affaccio sul Neckar (da Eberhardsbrucke) che ne costituisce la sua veduta più conosciuta e di cui non ci si può non innamorare (foto in copertina). La nostra visita del 1 e 2 settembre coincide con il week end e la città non è ancora affollata dei suoi studenti: Tubinga infatti non ha una università, è una università.
Inutile dare indicazioni su un centro che si può visitare in mezza giornata con un paio d’ore extra se volete salire al castello di Hohentübingen (non è una salita impegnativa), dove comunque non c’è molto da vedere (ci sono alcuni dipartimenti e piccoli musei universitari). Da ricordare che nel 1869, nella originaria cucina del castello, lo svizzero Friedrich Miescher isolò una sostanza dal nucleo di cellule umane che chiamò “Nuklein”, cioè gli acidi nucleici alla base del DNA.
Oltre alla bellissima Marktplatz (uno spazio di cui sentiremo la mancanza nelle città successive) è caratteristica anche la zona tra Krumme Brücke e Beim Nonnenhaus costeggiata da un picco ruscello. Qui è lì, nel centro storico, troverete molti pannelli che vi ricorderanno del cupo passato nazista della città.
Sempre per il cattivo tempo ci sconsigliano la visita a Burg Hohenzollern, altro castello da fiaba. Ci concediamo allora qualche ora a Rothenburg am Neckar, ma sia per la pioggia fine che per la deserta domenica possiamo dire che è una visita che si può perdere.
Notizie pratiche. Siamo stati a Tubinga sabato e domenica e i parcheggi sono gratis. Di sicuro sono gratis quelli sul piano stradale (in Bismarkstraße c’è molto spazio) ma probabilmente lo sono anche quelli multipiano al coperto.
Verso Heidelberg, passando per Bad Wimpfen e Dilsberg lungo la Burgenstraße
Partiamo da Tubinga di mattina presto alla volta di Heidelberg e proviamo a visitare un paio di città sulla strada cercando di seguire la via dei castelli (Burgenstraße). Non è facile proseguire su questa strada perché le indicazioni sono poco chiare e le varie deviazioni allontanano troppo frequentemente dalla nostra meta finale. Anche su internet non riusciamo a capirne l’esatto percorso (Informazioni su http://www.burgenstrasse.de).
Bad Wimpfen è la tipica città di case a graticcio le cui stradine portano al Keiserpfalz, i resti del palazzo imperiale, con veduta sul Neckar e la sua valle. Nonostante le due stelle della guida Michelin, la visita non regge il confronto con Tubinga e inoltre si può concludere in un paio d’ore.
Proseguiamo quindi verso Dilsberg che godeva degli apprezzamenti della Routard. Posto pittoresco ma costituito da due stradine parallele di un centinaio di metri e alcune casette.
Non lontano da qui, nascosto tra le colline, c’è Neckarsteinach, borgo famoso per i quattro castelli che lo dominano eretti su una stretta cresta. Oggi c’è una deviazione stradale e al quarto tentativo per raggiungere il posto decidiamo di cedere e procedere verso Heidelberg.
La città di Heidelberg è la migliore tappa del nostro viaggio e non a caso una canzone tedesca dice: “Ich hab’mein Herz in Heidelbereg verloren” (Ho perso il cuore ad Heidelberg) “. La città in sé non è particolarmente pittoresca come Tubinga, ma è viva e accogliente ed ha il castello che ne impreziosisce lo scenario.
Partendo dalla città vecchia, questa è attraversata dalla Hauptstrasse, piena di
negozi e ristoranti. Percorrendola tutta in direzione castello si giunge a
Marktplaz dominata dalla chiesa di Santo Spirito (Heiliggeistkirche).
Questa piazza e la adiacente Kornmarkt sono un piacevole e scenografico
posto dove fermarsi per rilassarsi e godersi l’atmosfera. Dietro Kornmarkt si
accede alla funicolare che porta al castello, ma prima di salire vale un pena
attraversare l’Alte Brucke per ammirare la città e il castello che la
sovrasta.
Alla fine del ponte c’è uno degli accessi alla Philosophenweg (l’altro è
al ponte Theodor Heuss), percorso di circa due chilometri, non facilissimo (io
la interrompo a metà) che permette una bella veduta su città, castello e i
vigneti della collina e culmina nel panoramico giardino.
Tra i posti che ho
annotato durante la visita della città vecchia ci sono:
– la Haus zum Ritter, casa del 1592, unico edificio superstite alle
distruzioni delle guerre tra il 1689 e 1693;
– l’area tra Heumarkt e Untere Strasse procedendo verso Marktplaz;
– il celebre negozio-villaggio di Natale Kathe Wohlfahrt dallo
stupefacente arredo;
– la Zeughaus nella Studierendenwerk, mensa universitaria che mi sembra aperta a
tutti (ore 11-22) con molti tavoli nel giardino.
All’Heidelberg
Schloß saliamo con la funicolare anche perché il biglietto di ingresso al
castello include anche la funicolare (anche se sali a piedi). In realtà
compriamo il biglietto cumulativo che include anche la seconda funicolare per
raggiungere Königsthul.
Cominciando dal castello, devo ammettere che la vista prima e la visita poi mi
hanno sorpreso. La struttura, in parte diroccata, divenne simbolo del
Romanticismo tedesco e nel complesso resta imponente. Le sale interne non
offrono molto ma sarete sorpresi dallo splendido museo della farmacia. E poi c’è
la celebre grande botte (221.726 litri) che pare che sia la più grande del
mondo: il nano giullare Perkeo (simbolo cittadino), noto per la sua resistenza
all’alcol, ne fu il guardiano.
Oggi inoltre è un bella giornata e il contrasto dei colori con quelli del cielo
aggiunge armonia al posto. Infine il prato si presta per uno spuntino a patto
che abbiate comprato qualcosa in città (altrimenti vi restano un paio di punti
ristoro).
Ritorniamo alla funicolare prendendo quella più vecchia, una delle più antiche in Germania alimentate dalla corrente elettrica. Il meraviglioso vagoncino sale fino a circa 700m con un ultimo tratto ad una spaventosa pendenza del 40% (il tram di Opicina arriva al 26% massimo). Saliti qui a Königsthul (dove c’è la torre televisiva e un parco giochi per bambini) il panorama non è niente di esaltante (meglio da Philosphenweg). Se avete forza e tempo potrete camminare un po’ per i sentieri che partono da qui e che dovrebbero condurvi anche al castello che è sotto di voi (ma che dal punto panoramico non si vede).
Würzburg, Rothenburg ob der Tauber
Non avendo tempo per
vedere tutto, avevamo inizialmente escluso Würzburg. Poi abbiamo realizzato che
un po’ di tempo ci sarebbe stato per dare uno sguardo anche a questa città e
così siamo partiti di mattina presto per essere a Würzburg intorno alle
10.
Parcheggiamo la macchina in uno dei parcheggi alle porte del centro (1,50€/ora)
e spendiamo poco meno di 3 ore per la visita. Abbiamo tempo per vedere l’interno
della cattedrale di St. Kilian e della Marienkapelle, l’edificio
con le venature rosa che si staglia in Marktplatz: entrambe le chiese sono molto
spoglie in quanto ricostruite dopo le distruzioni del 1945. La veduta più
pittoresca è il Ponte Vecchio che attraversa il Meno, ornato da dodici
statue di santi: dall’altra parte si vede la fortezza di Marienberg che
domina dal 1201 una collina di vigneti. Non c’è tempo per visitare la
Residenz, enorme castello barocco di metà 700, uno dei più importanti in
Europa e residenza dei principi vescovi di Wurzburg, risparmiato dalle
distruzioni della II Guerra Mondiale.
Facciamo invece due passi nel bel giardino soleggiato sulla strada di ritorno verso la macchina. La città avrebbe meritato almeno una giornata per visitarla.
A causa di una
deviazione stradale, impieghiamo un po’ più del previsto per arrivare a
Rothenburg ob der Tauber, la cui città vecchia sorge su una collina
coltivata a vigneti dove la Romantische Straße interseca la Burgenstraße
(la strada dei castelli). È di sicuro una città pittoresca, ricostruita in gran
parte dopo la distruzione dei bombardamenti del 1945 e già risparmiata in
precedenza dalla distruzione durante la Guerra dei Trent’anni grazie alla “Meistertrunk”,
la magistrale bevuta del borgomastro Nusch. Leggenda narra che questi, bevendo
d’un solo sorso 3 litri e ¼ del buon vino della regione, vinse la scommessa
contro l’esercito imperiale cattolico che quindi risparmiò la città dalla
distruzione. L’evento viene celebrato ogni anno a Pentecoste.
Per il resto val la pena gironzolare senza meta per la piccola città
concedendosi anche un passeggiata sul cammino di ronda, le mura del XIII-XIV
secolo con ben 42 torri di vedetta ancora intatte. Per gli amanti del cinema e
delle fiabe, vi segnalo che qui fu girato il meraviglioso film per famiglie
“Citty Citty Bang Bang”, del 1968 con Dick Van Dyke.
L’orologio del palazzo dell’ufficio informazioni attiva ogni ora i meccanismi
delle statue alle piccole finestre in alto che celebrano la Meistertrunk: non vi
aspettate grandi scenografie.
La veduta da cartolina è il Plönlein, angolo costituito dalla diramazione di due stradine. Ovviamente non lascerete Rothenburg senza aver visitato il negozio natalizio di Kathe Wohlfart con annesso museo sul Natale, lo stesso (ma ancor più grande) incontrato ad Heidelberg: forse per questo negozio la città è nota per essere quella dove è sempre Natale. E forse non andrete via senza aver provato le Schneeballen, dolce tipo del posto: nient’altro che frappe (o chiacchiere) arrotolate come una palla.
Bamberga
La città che si era
aggiudicato il ballottaggio con Würzburg ci accoglie con una giornata estiva
(26°C). La città tedesca dei sette colli è anch’essa piccola per cui è inutile
dare indicazioni particolareggiate. Bello il duomo (in parte gotico, in parte
romanico) e l’area nei dintorni. Come per Würzburg, non visitiamo la Residenz
ma ci rilassiamo nei giardini che ospitano un roseto e anche un caffè.
Veduta dalle decine di foto è il piccolo Rathaus del XIV secolo, con le
sue pitture prospettiche a trompe-l’oeil, costruito su un isoletta sul fiume
Regnitz e costituito da una casa a graticcio e una porta rococò. Secondo la
leggenda fu costruito “sospeso” sull’acqua perché il vescovo negò la concessione
di un terreno per edificarlo.
Dall’altra parte del ponte si sviluppa la città nuova, accogliente e animata. Da
questa parte, lungo il fiume, si estende la cosiddetta Kleine Venedig,
nient’altro che una fila di case di pescatori di metà 800 che si osserva molto
meglio dall’altra sponda. Quello che ci è mancato a Bamberga è una piazza o un
luogo di ritrovo dove poterci sedere e oziare.
Regensburg (Ratisbona)
Ultima tappa prima della partenza per l’Italia. Antica di 2000 anni, patrimonio dell’UNESCO, prima capitale della Baviera, Regensburg è situata lungo la parte più settentrionale del Danubio dove appunto vi confluisce il fiume Regen. Per la sua scarsa industrializzazione fu risparmiata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Ratisbona è una città molto animata e fuori dai grandi itinerari turistici, ma, così come Bamberga, manca di un punto di ritrovo dove poter oziare e assaporare l’atmosfera. La visita della città può richiedere anche solo mezza giornata, ma se la trovate in festa allora meglio rallentare e fermarsi anche la sera. Noi ci troviamo nel mezzo di un week end di musica e teatro che anima le strade dalla mattina fino allo spettacolo pirotecnico in serata.
La parte più vivace della città è quella delle vie medioevali tra il municipio e
il bellissimo duomo che vanta la maggiore estensione di vetrate della Germania.
Vale la pena anche vistare il municipio (7,50€), se potete concedervi un’oretta
anche se, secondo me, la visita è un po’ lunga rispetto alle cose da vedere (in
particolare la sala imperiale, che nel 1663 divenne la sede della Dieta
permanente dell’impero).
La nostra passeggiata ci porta verso la zona a sud dove c’è la quiete
dell’abazia di St.Emmerman e il castello di Thurn und Taxis. Non riusciamo a
visitare quest’ultimo (si dice che abbia più stanze di Buckingam Palace), ma è
interessante ricordare che Franz von Taxis nel XV secolo diede origine al
sistema postale europeo.
Il famoso ponte di pietra (16 arcate, 310 metri e costruito intorno al 1135) è
in parte puntellato e quindi se ne perde un po’ il fascino. Il suo
attraversamento offre una bella veduta della città (ma non certo ai livelli di
Tubinga e Heidelberg) e conduce a un paio di isolotti (Jahninsel) che pure
offrono qualche bello scorcio. All’altra estremità c’è il Stadtamhof dove non
c’è molto altro che qualche ristorante. A proposito di ristoranti, la
Historische Wurstkuchl (in Thundorferstraße) sembra sia la più antica
cucina di salsicce nel mondo con i suoi 850 anni di attività.
Pasti
Hopfen am See: Olivenbauer. Accogliente e vivace, frequentato anche da gente del posto, si mangiano abbondanti piatti caratteristici (come il “Pute Allgäuer Art”) a prezzi moderati.
Schwangau: Schlossbrauerei. Spaziosa osteria in stile bavarese con annesso ristorante un po’ più tranquillo. Nella sala principale c’è un palco per musica dal vivo. Discreta cucina a buon prezzo.
Tübingen: Neckarmüller, Gartenstraße 4. Enorme ristorante su 3 piani con affaccio sul Neckar. Bel posto, ovviamente può essere molto affollato e soprattutto le zanzare non permettono di godere appieno della vista sul fiume.
Tübingen: Weinstube Forelle, Kronenstraße 8. Un po’ troppo formale, si mangia bene a prezzi mediamente alti.
Heidelberg: Vetter’s Alt Heidelberger Brauhaus,Steingasse 9. Bel locale, bell’atmosfera, personale gentile e ottimo Kaiserschmarrn.
Heidelberg: Strohauer’s Cafe Alt Heidelberg,Hauptstraße 49. Più che l’ampio giardino è molto accogliente la piccola sala interna. Buoni dolci e personale gentile.
Heidelberg: Zeughaus-Mensa im Marstall, Marstallhof 3. Mensa studentesca e caffè aperti al pubblico con enorme giardino.
Heidelberg: Conditorei-Café Schafheutle, Hauptstraße 94. Bel giardino con ombrelloni per un caffè o anche per pranzare. Un posto piacevole anche se il gusto dei dolci è nella media.
Heidelberg: Zum Roten Ochsen, Hauptstrasse 217. Posto pittoresco, pieno di foto d’epoca. Si mangia come da osteria e se siete fortunati il proprietario vi allieta suonando il pianoforte. Cibo nella media.
Rothenburg ob der Tauber: Butz, Kapellenpl. 4. Non ricordo molto, ma il posto è carino e si mangia bene. Avevo vinto il ballottaggio con un altro posto molto interessante, Zur Höll, in Burggasse 8.
Bamberga: Stilbruch, Obere Sandstraße 18. Menu poco vario, ampia sala interna e pochi tavoli per strada. Buono per una pausa veloce e per evitare la bolgia dei locali limitrofi.
Bamberga: Zuckerstück,Obere Sandstraße 4. Posto troppo invitante e originale per non fermarsi. Buona la torta e anche il cappuccino.
Bamberga: Schlenkerla, Die historische Rauchbierbrauerei, Dominikanerstraße 6. Bel locale, bello l’arredo, molto grande, con lunga fila di persone soprattutto per lo sportello della birra al pian terreno. Il menù non è molto vario e non ci sono molte alternative alla birra affumicata, bevanda caratteristica di Bamberga.
Ratisbona: Regensburger Weissbräuhaus,Schwarze-Bären-Straße 6. Bel locale su due piani, molto accogliente e animato. Buona cucina e ottimo Kaiserschmarnn servito con composta di mele e anche con panna!
Domenico