“ANDALUCIA …DESCUBRÈLA”
España
Diario di viaggio 2015
di SABY & IVO
L’Andalusia è una terra ospitale, di straordinaria
forza che le ha permesso di sopravvivere nei secoli a tutte le invasioni le
conquiste e riemergere ogni volta nella sua identità.
Noi ci siamo organizzati prenotando sia i voli
e gli hotel on line, girando
esclusivamente con una macchina a nolo, per
meglio gustarci l’impressionante bellezza estetica delle valli e dei piccoli
borghi , arroccati su precipizi
della sierra.
Abbiamo cambiato città ogni 3-4 giorni,
ammirando i paesaggi naturali e non solo, abbiamo
letteralmente amato gli
andalusi, molto simili a noi per carattere e solarità.
Gli andalusi sembrano “cantare alla
vita” e sono passionali in ogni
forma ed espressione !
Cantano sempre, hanno un forte senso estetico ,
mangiano ad ogni ora, chiacchierano velocemente, gesticolano animatamente, cercano il contatto e
sorridono/ridono allegramente, come succede in ogni sud del mondo. E
poi suonano ballano e interpretano quel loro
unico, accattivante flamenco.
Il nostro tour partito da Sevilla riprende per Cordoba,
via
CARMONA attraverso
la verdeggiante pianura del fiume Corbones.
ci
avviciniamo alla Ciudad Pequena dove troviamo disseminate torri, palazzi, mura di cinta che formano l’imponente centro
storico, presieduto dalla fortezza del Re Don Pedro.
CARMONA
fu colonia fenicia, romana e infine araba e conserva
ancora la cinta , la Necropoli e la Iglesia S. María ricostruita sui resti di una
moschea. Qui ci stiamo un solo giorno, siamo di passaggio, zizzagando tra le sue
arterie strette e bianche tutte in salita.
In
Plaza Central incontriamo una missionaria malgascia, ospite del Convento delle Descalzas che ci indica il percorso più
breve per raggiungere l’Alcazár
del Re Don Pedro,
convertito oggi in lussuoso Parador .
Costeggiamo
le vie in pendenza e la vista panoramica che si presenta ai nostri occhi dal
cortile
dell’Alcazar
è un tenue dipinto di Renoir, c’è una distesa infinita di colori.
Ci
fermiamo a pranzare e il pomeriggio
trascorre lento curiosando tra osterie e bancarelle .
Procediamo
per CORDOBA,
inglobata tra la Sierra Morena e le
rive del Guadalquivir, città natale di Seneca nonché patrimonio Unesco.
CORDOBA
E’ araba, però non è solo araba; è cristiana e pure ebrea, ma non solo.
Prima
di perderci nel suo centro storico, ammiriamo l’imponente ponte romano
ma solo da lontano….infatti oggi il
centro storico è chiuso al traffico perché è giovedì santo.
Siamo
obbligati a parcheggiare nella lontana zona
pedonale e rimandare la visita alla
Mezquita all’ indomani, limitandoci ad
ammirarla dall’esterno verso l’ora del tramonto .
Girando
intorno alla Mezquita puntiamo alla Juderia vecchio ghetto - quartiere ebraico,
caratterizzato anch’esso da viuzze strettine, splendide case bianche con patii
pronti ad esprimere tutta la bellezza della fioritura primaverile.
Incappiamo
nella Sinagoga l'unica struttura ebraica
presente in Andalusia, oggi museo. La grandiosità di questo luogo sta nelle
decorazioni medioevali in stile mudejar, un piccolo gioiello nascosto ma non
ben segnalato perché non ha l’accesso dalla strada.
Ammirati
questi monumenti ci godiamo
la prima serata a base di processioni, musiche festanti , carri e
figuranti mascherati.
Sostiamo
in una piccola bodeguita, con un cortile interno caratteristico che trasforma la
cena a base di pesce in una romantica notte musicale a base di violini incensi e
lanterne (tanto inaspettata quanto suggestiva) .
La gastronomia cordobense è ottima, ha assimilato i gusti della cucina
araba, sapori forti molto graditi, buonissime le tapas , i picaditos, invece non
abbiamo avuto il coraggio
di assaggiare lo stufato di coda di
bue ( il piatto tipico) che viene insistentemente proposto
in tutti i locali insieme all’immancabile sangria.
La
mattina seguente vamos a la MEZQUITA,
simbolo di continuità e l’alternanza tra mondo arabo e cristiano. Nella
nostra epoca attuale, fatta di forte antagonismo religioso, questo luogo
rappresenta un ESEMPIO, io lo intendo come la “rèunione” tra il califfato
arabo e il mondo cristiano, una
moschea in una cattedrale, che si mescolano credi differenti arricchendosi,
formando un mausoleo UNICO AL MONDO, che ricorda come le religioni dovrebbero
insegnare e NON DIVIDERE.
Anche
se è vero che l’umo che non sa amare, divide e odia a prescindere dalle
religioni e filosofie !
La
prima cattedrale fu costruita sulla chiesa di San Vicente e ampliata nei secoli
sia da spagnoli che da emiri musulmani, che sognavamo di erigere in Spagna la più
importante delle moschee.
Tutti
i decori coranici si confondono con le Madonne sacre e la maestria del mihrab
musulmano abbraccia in toto il rigore cattolico. L’attuale Mezquita è un vero
bosco di colonne e archi ogivali trionfanti,
dove il colore si avvicenda tra giochi di luce buio e penombre, passando
dal bianco rosa rosso grigio e nero
Molto
Bello il minareto conservato all’ interno dell’ attuale torre . L’ideale
è andarci di primo mattino, ottime le luci naturali soffuse.
Ci
spostiamo poi al ALCAZAR
De LOS REYES CRISTIANOS fortezza dei regnanti fedeli alla Chiesa. Nonostante il
nome, anche qui a prevalere è lo stile arabo.
Nell’immenso giardino siamo circondati da grandi vasche in cui
zampillano getti d'acqua, canaloni a schizzi, siamo catapultati in una realtà
stile mille e una notte.
Questo
palazzo fu residenza, galera , tribunale , raccoglie tutte le statue dei sovrani
ed è patrimonio Unesco. Usciti
dall'Alcazar siamo talmente inebriati e rilassati, tanto da non ricordare più
dove abbiamo parcheggiato il nostro cammello :J
Dopo
il troppo sole preso camminando, decidiamo di proseguire all’ombra , prima al
museo delle Bellas Artes e poi al Museo Taurino. Nel 1° sono conservate
le collezioni di pittori e scultori cordobensi, mentre nel 2° troviamo esposti
gli strumenti della corrida, vestiti foto locandine storiche, a dimostrazione di
come la tauromachia sia diventata, non
solo patrimonio culturale ma anche motivo di orgoglio cittadino.
Uscendo
cercando un posto grazioso per la cena, constatiamo che anche qui come a SEVILLA
ci sono decine di carrozzelle
trainate da cavalli “ingioiellati,
vestiti ben pettinati” che concedono un romantico giro by night della ciudad.
A
tarda sera siamo letteralmente assaliti dalla mega processione che attraversa il
centro storico con le Hermandades, le confraternite che invadono pacificamente
le vie per annunciare la Pasqua. Sfilano carri
, soldati , preti, bimbi con stendardi e croci in mano ,
alla luce tenue dei lumi tenuti da giovani
donne vestite a lutto e con l’odore acre dell’incenso che avvolge.
La
parata è avvolta dal silenzio assoluto e da concentrazione assorta. Si
percepiscono solo i bisbigli delle preghiere corali e i tacchi delle scarpe
battere a terra.
Impressionante
!
Calata
la notte, mentre il biscione umano si allontana verso la cattedrale , gli
affamati di movida ricompaiono nelle tapas sull’avenida principale, proprio
sotto il nostro hostal. Giovani e
vecchi si riuniscono intorno ai biliardi, la musica da discoteca prende corpo
nei ragazzini per niente stanchi e un gruppo jazz improvvisa uno spettacolino
davanti ai nostri occhi.
Sono
le 3 di notte ma pare giorno.
Una
vera festa notturna in piena strada.
Anche
noi abbiamo una insolita fame e mentre mangiamo pesce fritto, guardando la gente
convulsa intorno, pensiamo che 3 giorni sono davvero pochi per visitare questo
gioiellino di città, ma sono stati abbastanza per averne colto la poetica e la
maestosa architettura che l’ha resa celebre in tutto il mondo.
L’indomani ci spostiamo a GRANADA che come racconta la celebre canzone
es CIUDAD DI
LUZ, SANGRE Y D’AMOR.
Granada
sta ai piedi della Sierra Nevada, è considerata
“la Città Universitaria”, patria
del poeta Garcia Lorca, città di
una bellezza mozzafiato per stile, archeologia e architetture, facile da girare
a piedi percorrendo le sue stradine - cármenes .
Il
1° giorno lo dedichiamo subito all’immensa ALHAMBRA,
il nome arabo significa roccaforte rossa, per i mattoni cotti al sole. Fra i
gioielli di questa fortificazione apprezziamo
l’Alcazaba vecchia fortezza, il
Palacio Nazaries celebre per i suoi disegni in pietra e il Palacio di Carlo V,
la costruzione di pianta quadrata con un cortile interno di forma circolare e il
GENERALIFE ( Giardino
dell'Architetto) tutti edifici
che sono patrimonio UNESCO.
Raggiungerli
non è facile! Per noi
c’è troppo caos!
Una
vera orgia umana di persone intente a fotografare , con bastoni e cavalletti, ci
sono file interminabili di turisti, guide
ovunque, gentaglia che urla e spintona incurante dei vicini e soprattutto della
bellezza del luogo.
Dopo
l’Alhambra è d’obbligo fermarsi all 'ALBAYZÍN il quartiere musulmano che sorge sulla collina di
fronte, separato dal fiume Darro,
caratterizzato dalle calle minuscole, ville arroccate che mettono in mostra
pozzi e balconate e bagni arabi.
E’
Tutto in salita.
Le
sue carreggiate scendono dalla cima di San Nicola lungo il fiume, abbiamo
l’impressione di essere in una minuscola Medina moresca,
con sparpagliate molte “teterie”
dove ci fermiamo a degustare il tipico tè con tabacco e dolci fatti in casa.
Costeggiamo le mura
e saliamo al picco del Mirados giusto per l’ora
del tramonto, incrociando fortuitamente gruppi
di gitani con chitarre e stivali . Dalla terrazza
si gode di una vista magnifica che va al SACROMONTE, famoso per i suoi
“cuevas” grotte
abitate dai gitani
, dove ancora i rom continuano a suonare il flamenco e a ballare le danze
all’ombra della chiesa di s.
Nicolas.
Cena
in Albayzin, un vero tripudio di
colori, fumi e spezie.
L’ultimo
giorno lo spendiamo nella Cattedrale di Granada, una chiesa
voluta nel celebre anno 1.492 dai re cattolici . Tetra , imponente questa basilica fu
terminata solo 200 anni dopo, con la torre e la facciata che C. Colombo non vide
mai!
Passiamo poi alla
visita della Madraza
casa coranica, che è l’università araba di Granada ( Merdesa è il luogo del
SAPERE) che dal
1500 sotto la dominazione
cristiana, purtroppo come molte altre costruzioni musulmane, furono
completamente demolite dai cattolici .
L’attuale
Museo Archeologico conserva intatti mosaici e facciate originali . C’è
un tetto tutto intarsiato d’oro. Luogo prezioso, poco frequentato, restaurato
in ogni dettaglio… e biglietto poco
costoso.
Ci
spostiamo infine al Corral del Carbon, antico mercato dei cereali,
un bel palazzo che fu utilizzato prima come deposito del carbone ora
usato come teatro all’aperto. Nel pomeriggio ci fermiamo al Museo dove espone
Rudofsky, l’ architetto avanguardista celebre per la sua Casa Bianca
Frigiliana e trascorriamo la sera in piazza, tra piatti etnici e flamenco.
Cena
al Sacromonte per evitare l’ennesima gigantesca parata di processioni .
Altre
40 confraternite municipali realizzano le stazioni viventi in strada e la tv
locale riprende in diretta l’evento.
La
festa coinvolte tutta la città , siamo nuovamente accerchiati da madonne
piangenti portate a braccio, giganti ceri alti 3-4 metri , croci di alabastro e
quelle strane danze continuano a farci godere il suggestivo sfondo di una
magnifica Alhambra illuminata .
In
mattinata spostamento al borgo di
MARO celebre per le GROTTE DI NERJA, un sito geologico noto per le sue formazioni calcaree. Qui sono preservate la stalattite più alta al mondo circa 60
metri, insieme a ossa gioielli e disegni rupestri.
All’interno
delle fredde grotte è vietato sostare per rispetto del ciclo biologico ma la
guida ci spiega che a volte in estate si svolgono concerti di musica lirica e
spettacoli di danza classica. Suggestivo!
Usciti
dal fosco ci avviciniamo alla luce del mare di
Nerja che ha un bellissimo centro dipinto di bianco e azzurro e puntiamo
verso il Balcone D’europa.
Pranziamo
in uno dei tanti bistrot disseminati sul lungo viale che culmina al mare cristallino, ovviamente richiamati dalla
Caleta, la spiaggia sottostante dove ci fermiamo per un bagno, in una vera
distesa blu.
Gli
ultimi due giorni ci spostiamo a Malaga, sulla Costa
del Sol,
che si presenta allegra ed accogliente: città natale di Picasso (c'è infatti
il Museo Picasso), molto giovane e vivace per le sue tapas, l’arena
de toros , il Teatro
Romano , la fortezza musulmana;
la maestosità della Cattedrale e direi speciale da vivere di
notte.
È
tempo di ritornare a casa. Vogliamo salutare
l’Andalucia citando un proverbio arabo che si è messo sul nostro stimolante
viaggio itinerante, sempre
“Sospesi tra mistero storia sogni e realtà”.
NON
DIRE TUTTO CIÒ CHE SAI… NON FARE TUTTO CIÒ CHE PUOI….
NO
DIGAS TODO LO QUE SABES…
NO
HAGAS TODO LO QUE PUEDES …
PORQUE
… PORQUE ….PORQUE :
ES VERDAD !!
BESITOS SABIVO .