Amburgo e Lubecca
Germania
Diario di viaggio maggio 2012
di Domenico
Non
è che Amburgo sia proprio di passaggio tra le tappe europee: per vederla,
bisogna proprio andarci. Le impressioni ricevute dalle mie conoscenze italiane e
tedesche erano state molto varie: dall’entusiasta, al deludente. Non è
restato quindi altro che visitarla personalmente, cogliendo l’occasione per
una deviazione a Lubecca che da Amburgo dista solo 50 minuti di treno.
Se
dovessi cominciare dalla fine, direi che di Amburgo mi resta soprattutto la
vista più tranquilla e a misura d’uomo, nonostante essa sia la seconda città
tedesca dopo Berlino popolata, nel centro città, da 1,8 milioni di abitanti.
Non è una città che offre notevoli attrattive architettoniche, storiche o
culturali, se non una buona offerta musicale (tra classica – è la città
natale di Brahms – e i musical – si esegue qui da anni il Re Leone),
qualche angolo di trasgressione, forse vivacissima vita notturna e il miglior
tedesco parlato in Germania. Di sicuro, se trovate un po’ di (raro) sole,
apprezzerete la città al suo meglio anche perché Amburgo è città di verde e
di acqua. Eletta capitale verde d’Europa nel 2011, Amburgo è
sensibilissima alle problematiche della’ambiente, ha 4700 ettari di boschi (più
oggi che 100 anni fa), il 16,7% dell’area urbana occupata da foreste, spazi
verdi e ricreativi, più di ogni altra città tedesca; c’è poi il fiume Elba,
la valle dell’Alster, canali e corsi d’acqua sormontati da 2500 ponti.
Ecco quindi il racconto di chi, di sole, ne ha avuto, per fortuna, in
dosi massicce.
L’attrazione principale pare sia la zona del porto. Amburgo infatti fu parte
della Lega Anseatica e quindi città di forte tradizione commerciale:
questo le ha conferito ricchezza e multiculturalità.
Una visita in barca del porto (durata circa 60 minuti) non vi costerà meno di
15€ e, per quello che si vede dalla riva, onestamente non mi pare possa essere
molto interessante se non per scoprire le attività (commerciali e mercantili)
sparse
per l’enorme porto.
La passeggiata da Landungbrücken alla zona del Fischmarkt è
comunque piacevole, offre diversi negozi di souvenir (tra cui numerose tazze con
scritto “Moin Moin”, espressione locale di benvenuto), qualche bar e qualche
ristorante; il ponte all’uscita della metro offre un bello scorcio sulla zona.
La cupola lì di fronte segna l’ingresso all’alter Elbtunnel,
galleria lunga 426 metri che passa sotto il fiume e permette il passaggio di
auto e pedoni (la domenica solo pedoni). Per tutti, è necessario prendere le
ascensori (o le scale, per le persone) che portano giù a 20 metri (così leggo
dalla Lonely Planet, ma a me paiono almeno dieci in più).
La
divertente avventura conduce alla parte opposta del fiume da cui si ha una bella
veduta del porto. A sinistra di Landungbrücken ci sono le due
navi museo della città: la Rickmer Rickmers è di sicuro quella più
appariscente.
La domenica mattina, grazie a una levataccia, non ci perdiamo il caratteristico
mercato in Fischmarkt (dalle 5.30 alle 9) che, nonostante il nome, offre
molto più che solo pesce, ma anche frutta, fiori, ovviamente souvenir e tanti
dolci. Si distinguono soprattuto i venditori di fiori che offrono all’asta
bellissime piante a prezzi bassissimi: peccato che all’aeroporto non
sarebbero passate come bagaglio a mano…Incredibile trovare alle 8 del mattino
all’interno dell’edificio Fish Auction Hall una festa con musica dal
vivo, birra, cibo e qualche caffè.
Nonostante
le apparenze, il percorso lungo il porto da Fischmarkt ad Hafencity
non è affatto lungo e proprio in direzione Hafencity si trova la Speicherstad
(foto), la zona dei magazzini del porto franco costruito
nel 1885. Il giro tra i canali della Speicherstad è di sicuro più
interessante, tranquillo e caratteristico del porto. Oggi, molti di questi
tipici edifici in mattoncini rossi (che talvolta ricordano proprio il Lego)
ospitano musei e uffici e anche qualche abitazione civile.
Non solo in barca, ma anche a piedi la Speicherstad è molto piacevole.
Proprio ai margini, dall’altra parte di Willy Brand Strasse, c’è la Chilehaus,
uno degli edifici più famosi di Amburgo, dalla inconfondibile “prua” che si
apprezza meglio dall’angolo tra Burchardstrasse e Johaninnswall. L’edificio,
risalente al 1922, è uno dei migliori esempi dell’espressionismo
nell’architettura tedesca.
Ritornati alla metro Messberg procediamo verso il ponte Poggenmühle che
offre una delle caratteristiche vedute di Amburgo. Tra le stradine silenziose,
oltrepassato il St. Annen Brucke e Am Sandotorkai, ci addentriamo
nella Hafen City.
La
zona è in continuo mutamento perché oggetto di un progetto di
riqualificazione. In Magellan Terrassen (foto) si possono incontrare
interessanti imbarcazioni nonché l’edificio che presenta i lavori della
costruenda Elbphilarmomie, nuovo auditorium che sarà pronto nel 2014. Un
po’ più avanti, dalla Marco Polo Terrassen, si ha l’idea che per il
momento non ci sia più molto da vedere e quindi lungo Am Keiserkai
ritorniamo verso la metro Baumwall e quindi a ridosso della città.
Nella
zona della Speicherstad ci sono alcuni musei segnalati dalle guide.
Ne cito due.
Il Dialog Im Dunkeln (Dialogo al buio) vi conduce, guidati da non
vedenti, in alcuni ambienti buoi per farvi percepire la vita come è percepita
da chi non vede. Il prezzo del sabato e domenica è di 19€ per la visita
completa di 90 minuti e noi lo riteniamo un po’ eccessivo anche considerando
la splendida giornata di sole. La visita ridotta di 60 minuti si può fare dal
lunedì al venerdì e costa 15€.
Il
Diectorhallen è un mercato riconvertito in salone per installazioni
moderne e mostre di pittura. Noi approfittiamo della Notte dei Musei per
visitarlo: le mostre in programma sono deludenti (la prima è una
incomprensibile installazione che può essere percorsa a piedi scalzi dopo due
enormi file; la seconda è una altrettanto modesta mostra fotografica) e le sale
non offrono architetture interessanti.
Parlando
di musei, la nostre visite durante la Notte dei Musei (12€ per accedere a
quasi tutti i musei cittadini) ci portano alla Kunsthalle (foto), uno dei più grandi e apprezzati musei tedeschi, dotato
di una buona esposizione e di un elegante scalone. Il museo è
inaspettatamente grande, richiederebbe molto più tempo della nostra ora e mezza
e vale di sicuro una visita.
Terzo e ultimo museo della serata è il Museum für Völkerkunde, il
museo etnologico che raccoglie reperti provenienti da tutti i continenti. Bella
la cupola con le canoe di legno e le sculture dalla Nuova Guinea; per il resto
non ci ha impressionato molto.
Il
meglio della città è intorno al bell’edificio del Rathaus che può
essere visitato con guida anche in inglese (sono belle alcune sale e vale
comunque la pena visitarlo). La zona è piccola e compatta, e il meglio è tra l’Alsterarkaden,
elegante fila di portici rinascimentale, la Börse (la più antica della
Germania) e il Börsenbrcke, il Trostbrücke (il ponte più
antico) e la piazza che porta al Binnenalster, il più piccolo dei laghi
cittadini formati dall’Alster. Mentre dal Binnenalster (foto) si
gode una veduta da fotografia della piazza del municipio (con il caratteristico
spruzzo sul lago utilizzato per migliorare la qualità delle acqua – in verità
davvero pessima), lungo l’Außentalster si gode di un’atmosfera più
rilassata e piacevole. La passeggiata che facciamo segue il lungolago An der
Alster fino al tranquillo cafè “Hansa Steg” su Schöne Aussicht, che
tiene fede al suo nome di “bella veduta” offrendo una bella vista della città
lontana. Lungo la strada si incontrano parchi pubblici ben frequentati dagli
amburghesi e il tipico chalet affollato “Alsterperle”, dove si beve e mangia
proprio sulla riva del lago.
A proposito di fiumi e laghi, una colazione o un pranzo sull’acqua in una
giornata di sole è da non perdere. Noi approfittiamo del sole più caldo per un
piacevole pranzo lungo un canale di Poststrasse.
Le due chiese più importanti della città si visitano facilmente, a patto di
ricordarsi gli orari. La St. Petri è piccola e non offre molto. Più
interessante la St. Michelis-Kirche per le dimensioni, gli interni, e il
campanile da cui – si dice – si ha un’ottima veduta della città. A me le
vedute dall’alto mi deludono sempre, per cui scendo nella cripta le cui volte
sono tra le più grandi in Europa. Onestamente non c’è molto da vedere e le
centinaia di tombe sotto il pavimento si calpestano quasi distrattamente visto
che i nomi sono tutti sbiaditi: riuscirete a trovare quella di Carl Philip
Emanuel Bach?
Interessante
giro fuori porta ad Altona (foto), zona residenziale molto diversa da
Amburgo e che si raggiunge velocemente con la metropolitana. La Lonely Planet
indirizza subito verso il municipio e il belvedere sul porto, ma per noi la cosa
più divertente è quella fuori la stazione, quella lungo Ottensers Haupttrasse,
perché è animatissima e colorata, seppur piccola e rompe nettamente con i
colori e gli edifici di Amburgo. Ci trovate gelaterie, il grande centro
commerciale Mercado e l’ottima Backfactory dove prendere ottimi
Bretzel a 0,50€.
Se fate un giro li attorno, troverete altrettanto colorate stradine ed eleganti
edifici. Andando invece verso Platz der Republick non c’è molto da
vedere, c’è pochissima gente e la terrazza sull’Elba mostra la solita
veduta tra mercantili e cantieri. Al massimo, se c’è sole e avete un panino,
è un buon posto per una pausa.
Concludo
con la zona St. Pauli di Amburgo , la zona a luci rosse per intenderci.
Naturalmente, se alle 22 si è a letto, non si può che visitarla di giorno. Lo
facciamo dopo le 16 lungo un tratto di Reeperbahn e troviamo locali del tipo
strep tease e lap dance e molti sexy shop tra cui l’elegante e fornitissimo Boutique
Bizarre e la nota “Condomerie”, che mette in premio 100€ all’uomo
che riesce a calzare l’enorme profilattico esposto (nulla si sa delle modalità
di prova e della giuria esaminatrice…). Ci sono naturalmente anche bar e
locali per niente trasgressivi, c’è un noto teatro cittadino e c’è la Grosse
Freiheit, l’angolo di St. Pauli forse più caratteristico e tragressivo
che però non
riusciamo
a vedere.
Una piccola curiosità è quella striscia rossa che noterete ogni tanto per la
città.
È la striscia del“Hummel – Bummel”, un progetto finalizzato a condurre il
visitatore lungo i punti di interesse storico e culturale di Amburgo. Giunti
alla sagoma rossa sul marciapiede, il percorso è concluso e bisogna
tornare indietro.
Ottima
gita fuori porta è Lubecca, altra città anseatica, che si visita
tranquillamente in un giorno soprattutto se avete una buona mappa e avete deciso
il vostro percorso. L’ufficio turistico è seminascosto al secondo piano di un
edificio nei pressi della stazione e non ci è molto di aiuto. Le mappe della
città costano 2€: noi troviamo una distribuzione gratis lungo la strada verso
il centro.
Per la visita di Lubecca io comincerei con il segnalarvi la parte più poetica
della città, vale a dire il quartiere dei pittori, quello lungo An der
Obertrave, rilassante e pittoresco soprattutto in una giornata di sole.
Troverete gente seduta sulle strade fuori le sue abitazioni o stesa sul prato
lungo il fiume Trave. Procedendo verso la Holstentor troverete anche
alcuni bar e ristoranti che hanno tavolini sul fiume (è in questa zona che ci
sono gli attracchi per il giro in battello).
Devo
dire che l’atmosfera da fiaba di questa Venezia del Nord non l’ho tanto
percepita. Lasciando stare il paragone con Venezia, che è sempre perdente, il
centro storico non mi è sembrato né compatto né omogeneo, anche perché
accanto a palazzi storici sono sorti orrori moderni. L’esempio più lampante
è proprio Marktplazt: quello che è uno dei più bei municipi tedeschi
è coperto da un bianco-non-so-cosa che fa perdere tutto il calore storico alla
piazza. Un anonimo mercato fa il resto. Il Rathaus (foto)si visita ad
orari definiti e la guida parla in tedesco: commossa dal mio pessimo tedesco,
riceviamo un prezzo di favore per i 50 minuti di visita. Il palazzo è
interessante,
forse 50 minuti sono troppi, ma almeno un paio di sale e la scalinata sono
pregevoli.
Tempo ne abbiamo avuto per salire sul campanile della Petrikirche ed
avere la conferma che le vedute dall’alto mi deludono sempre. Vediamo anche la
bella Marienkirche, terza chiesa della Germania per grandezza. A lato
della chiesa c’è una statua raffigurante un allegro diavoletto. Leggenda
vuole che il diavolo contribuì alla costruzione della chiesa credendo fosse un
wine bar, il che gli avrebbe fornito molte nuove anime. Accortosi che
l’edificio stesse diventando una chiesa, si preparò a distruggerla, ma un
audace giovanotto lo fermò promettendogli che il wine bar sarebbe stato
costruito lì vicino, dove oggi dovrebbe esserci la cantina del municipio.
All’interno di Marienkirche, oltre alla vetrata che riproduce il
vecchio fregio “La Danza Macabra” in chiave moderna, c’è un
famoso orologio astronomico il cui funzionamento provo a sintetizzare
applicandolo al giorno della nostra visita.
La
prima corona di lettere maiuscole (A, B, C, D, E, F, G) indica il giorno
della settimana. Per sapere il giorno corrispondente alla lettera bisogna
leggere la corona dell’anno e la corona “Sonntagsbuchstabe” che
individua la domenica. Nel nostro caso, il 2012, la domenica è individuata da
una A: quindi il lunedì sarà B, martedì C e così via. Negli anni bisestili
la Sonntagsbuchstabe presenta due lettere: la prima individua la domenica
in gennaio e febbraio; la seconda le domeniche degli altri mesi. Essendo il 30
aprile 2012 associato a una B, ne risulta che è un lunedì.
La corona dorata “Ostersonntag” individua la domenica di Pasqua: il raggio
passante per 2012 segna infatti 8 aprile.
La corona “Die golden Zahl”, costituita da numeri da 1 a 19 indica, per chi
è pratico di astronomia, appunto il “numero d’oro”. Il ciclo lunare (o
ciclo di Metone) dura 19 anni: dopo tale periodo, le fasi della Luna tornano ai
medesimi giorni dell’anno (ad esempio: il ventesimo anno, le fasi cadranno
negli stessi giorni del primo anno). Il numero d’oro è quindi il numero
dell’anno nel ciclo lunare in corso. Esso si calcola dividendo l’anno per 19
e aumentando di una unità il resto così ottenuto. Quindi: 2012 : 19 = 105 con
resto 17 + 1 = 18, come dice l’orologio.
Questo numero era particolarmente importante tempo fa, quando molte celebrazioni
erano in corrispondenza della fasi lunari; basti pensare alla domenica di Pasqua
che cade la domenica dopo la prima luna piena di primavera.
Infine la corona più esterna, quella dei segni zodiacali. Noterete che sono 13:
ce n’è infatti uno in più, lo “Schlangenträger”, in latino
“Ophiuchus” (serpentario, colui che porta in serpente) il quale, pur essendo
attraversato dall’eclittica è l’unica fra le 13 costellazioni dello zodiaco
a non aver dato il nome ad un segno astrologico. Il 30 aprile l’orologio segna
“Widder” (ariete) invece di “Stier” (toro) e la spiegazione suppongo sia
dovuta a questa tredicesima costellazione.
Il
“Dom” (foto), il vecchio duomo, è molto bello da fuori, ma dentro non c’è
molto oltre a un gigantesco crocifisso di 17 metri e a un orribile organo.
Comunque l’atmosfera molto essenziale non tradisce il senso religioso del
posto.
Altri posti caratteristici sono quelli intorno all’Heiligen-Geist-Hospital,
lungo Konigstrasse e Glokengiessestrasse, il pittoresco vicolo che
costeggia il teatro e il museo dei pupi. Passando sopra uno dei ponti lungo An
der Obertrave (indicati nella mappe come Fussgangerbrucke e non
presenti – ad oggi – neanche su Googlemap) avrete una delle vedute da
cartolina di Lubecca.
Da non perdere la visita al rinomato e famoso Niederegger, il maestro del
marzapane che ha reso da secoli famoso Lubecca.
Abbiamo evitato i musei letterari per approfittare della splendida giornata di
sole. Ma soprattutto abbiamo perso volutamente due treni per Amburgo per
rilassarci al caldo tramonto dell’ultima sera del nostro viaggio.
Abbiamo
mangiato a…
Niederegger. Breite Strasse – Lubecca. Caffè, museo del
marzapane, souvenirs di marzapane per lo storico produttore di marzapane.
Nessuno torna da Lubecca senza averci fatto un salto.
Lubecker
Kartoffelkeller. Unter
dem Heiligen-Geist-Hospital. Koberg,8 – Lubecca. Posto carino, ambiente
storico, proprio sotto l’Heiligen-Geist-Hospital. Se c’è sole, si può
pranzare fuori in un angolo molto suggestivo. Varietà di piatti limitata e
inservienti non molto simpatici.
Brauhaus
Joh.Albrect, Adolphsbrücke,7 – Amburgo. Le vetrate danno sul
canale, l’interno è grande ed accogliente e la domenica è possibile anche
consumare un brunch.
Ponton,
Poststraße – Amburgo. Sotto il ponte ci sono le piattaforme sul canale. Il
canale è decisamente sporco, ma se il tempo è buono il posto è molto
rilassante.
Daily Coffe & Food, Stadthausbrucke – Amburgo. Nella piazza ci sono alcuni bar, bistrot e gelaterie. Questo dove abbiamo mangiato è assolutamente normale e i dolci non sembrano di quelli fatti al momento.
Spostamenti
Amburgo si gira facilmente a piedi; magari l’aiuto della metropolitana
può essere utile per ridurre la passeggiata intorno all’Außenalster. In città
c’è un servizio di bike sharing molto esteso (circa 71 stazioni e 1000
biciclette, 1800km di pista ciclabile) sul cui funzionamento è meglio chiedere
all’ufficio turistico.
Il trasporto pubblico di Amburgo è la rete integrata più antica del mondo e
quasi tutti i residenti hanno accesso al servizio entro 300 metri dalla loro
abitazione.
Dall’aeroporto di Amburgo il centro è raggiungibile comodamente con S-Bahn
linea 1 (verso la Hauptbahnhof) oppure con alcune linee di autobus.
L’aeroporto è infatti vicinissimo alla città ed è addirittura in zona
“A” del trasporto pubblico. Quindi i biglietti per questa zona permettono di
spostarsi in un area molto ampia (anche Altona vi è inclusa) e di risparmiare
qualche soldo.
I biglietti singoli costano 1,80€ ma esistono anche quelli per i tragitti
brevi (1,40€). Non ho ben capito quale distanza è possibile coprire con i
“Kurzstrecke Fahrenkarten”, però se date uno sguardo – ad esempio –
agli orari dei bus, noterete delle abbreviazioni (qualcosa tipo “KST” oppure
“GBH” -Großbereich Hamburg, Greater Hamburg Area) vicino al nome della
fermata: queste vi indicano il tipo di tariffa.
Esistono diversi tipi di abbonamenti: quello giornaliero, quello per 3
giorni o la Hamburgcard che, oltre al servizio dei trasporti, permette alcune
(piccole) riduzioni nei musei. Se non erro tutte le carte sono valide per il Gbh,
quindi bisogna valutare se davvero possono servire o piuttosto si possono usare
i biglietti per tragitti brevi. (Costi Hamburg Card: 1 giorno = 8,90€; 3
giorni = 20,90€; 5 giorni = 36,50€. L’abbonamento per tre giorni costa
invece 16,90€).
Fate attenzione che alcune linee sono “rapide”, quindi chiedono il
supplemento di 1a classe (1,70€) che può essere pagato anche al conducente.
Gli orari delle metropolitane variano mediamente tra le 4 del mattino a
mezzanotte.
Alcune stazioni della metro hanno una peculiarità: le scale mobili sono
bi-direzionali, cioè il primo che passa le attiva nella sua direzione. Quindi
bisogna fare attenzione alle segnalazioni luminose (come quelle
automobilistiche) all’inizio della scala mobile.
Link
Utili
Aeroporto: http://www.airport.de/de/index.phtml?
Città di Amburgo (in inglese): http://english.hamburg.de/
HVV Trasporti Amburgo: http://www.hvv.de/
Lubecca: http://www.luebeck.de/
Domenico